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La redazione
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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 17/11/2011 @ 08:51:49, in Italia, visitato 1909 volte)

Permettete due parole?

Dopo aver accusato la Moratti di razzismo per anni, Pisapia supera De Corato i nomadi: a Milano li chiudono in un recinto

«Abbracciamo i nostri fratelli rom e musulmani». L'invito era stato urlato in piazza dal leader di Sel, Niki Vendola, il giorno della vittoria alle Comunali di Giuliano Pisapia. Sei mesi dopo i fratelli sono già diventati nemici. Dopo aver ricevuto consulte di nomadi a Palazzo Marino, annunciato liste di attesa per le case popolari e preparato progetti per l'acquisto di cascine in provincia di Pavia, la giunta ha deciso di alzare un muro fra gli zingari e la città. Un muro che nelle intenzioni dovrebbe impedire ai rom di accamparsi sotto le volte del ponte Bacula, ma che simbolicamente mette a nudo l'ipocrisia di chi da sempre si professa amico dei nomadi.

Il ponte ferroviario di piazzale Lugano dal 2008 è diventato il rifugio di decine di disperati. La giunta Moratti lo ha più volte sgomberato fino a realizzare nell'estate del 2009 - su proposta dell'allora vice sindaco Riccardo De Corato - una cancellata in acciaio per impedire la costruzione di tende e casupole di fortuna a due passi dai binari. Dopo mesi di tregua, gli zingari sono tornati. Complice il clima di "tolleranza" e la decisione di revocare alla polizia locale il compito di vigilare sul territorio. Subissato di lettere di protesta, il Comune ha deciso di intervenire. Nessuno sgombero all'orizzonte. Palazzo Marino intende costruire un muro che impedisca ai rom di accamparsi sotto il cavalcavia, come ha annunciato l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli.

«L'ipocrisia di questo annuncio è sotto gli occhi di tutti – tuona De Corato -. Questa giunta prima accoglie i rom nella sede del Comune promettendo cascine e case popolari e poi pensa di risolvere un problema grave come questo con un muro». Che, fra l'altro, potrebbe dimostrarsi assolutamente inutile. «I rom sono ottimi muratori. Se si costruisse un muro loro praticherebbero un buco nel giro di qualche giorno, e lo attraverserebbero – prosegue l'ex numero due di Palazzo Marino -. Per risolvere il problema del ponte Bacula bisogna chiedere l'immediato intervento delle Ferrovie dello Stato, che hanno l'obbligo di mettere in sicurezza l'area. E realizzare un cancello di acciaio inossidabile, da far pagare alle stesse Ferrovie. Questa severità di facciata, con la quale questa amministrazione pensa di prendere in giro i cittadini, non potrà attaccare».

Ne è convinto anche il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini. «Questa giunta non è credibile – conferma -. Parla adesso di un muro, dopo che la Lega ha fatto tre sopralluoghi per denunciare la situazione del ponte». E poi ci sono i dissidi interni, perché se da una parte il Comune pensa al muro, dall'altra il consiglio di Zona 8 – maggioranza di centrosinistra – ha appena approvato un documento che prevede di integrare quei nomadi offrendo loro una casa. «Credo che sia il caso che si mettano d'accordo – conclude Salvini -. Questa maggioranza è allo sbando, mentre il piano Maroni resta fermo. Fra l'altro, l'unica soluzione per il cavalcavia è la recinzione che avevamo realizzato noi. Non certo un muro».

di Daniela Uva - 16/11/2011

Commenti:
Mettete un bel cancello in acciaio così dopo dieci minuti ve lo hanno già fregato, ridotto a pezzi e rivenduto ai ferrivecchi. Quanto patetici siete a Milano. Una bella grata attraversata da 20.000 Volt non sarebbe meglio? Pensateci. di Alvit


Dalla redazione di Mahalla: Direi che quei casinisti di Libero stavolta hanno centrato in pieno.

Se proprio devo trovare un difetto, l'introduzione mi sembra confusa come al solito, ma la cronaca non sbaglia: a Milano c'è una giunta che (quatta quatta, zitta zitta) sta portando avanti la stessa politica che nei loro tempi d'oro De Corato e Salvini conducevano con rulli di tamburo. Ovvio che i due siano quantomeno agitati: pensavano che il copyright fosse loro, non di un Granelli ultimo arrivato!

Un appunto al simpatico commentatore: secondo me il cancello d'acciaio andrebbe benissimo; ormai con la crisi che c'è, si parte la mattina col furgone a raccogliere metallo, si gira tutto il giorno, e la sera si torna a casa distrutti avendo guadagnato 10 euro (se va bene). Mi sembra però che metterci la corrente a 20.000 volt sia un po' dispendioso (per non parlare dei pericoli per ponte, ferrovia ecc.), costerebbe di meno un comunissimo allaccio per la corrente civile. O forse ho capito male io le intenzioni???

 
Di Fabrizio (del 20/11/2011 @ 09:48:21, in Italia, visitato 2954 volte)

Due anni fa, era il 19 novembre, GIORNATA DEI DIRITTI DELL'INFANZIA, grande iniziativa a tema in Comune. Pioveva, e quello stesso giorno alcuni bambini DIVERSI venivano sbattuti per strada con i loro genitori e niente da portarsi dietro, dallo stesso comune di Milano.

Iniziò allora la RESISTENZA di Rubattino, che vide assieme le famiglie rom, gli insegnanti, i genitori dei loro compagni di scuola, cittadini, sacerdoti, persino un produttore di vino... Si concretizzò l'idea di una Milano diversa e solidale, che non si limitava a protestare, ma sapeva reagire.

Anche da quell'esperienza, è nato il cambio di maggioranza della primavera scorsa.

Venerdì scorso, a due anni da quello sgombero, è stato presentato il libro che racconta di questa esperienza. Alla presentazione, una delle oratrici era l'attuale vice sindaco, Maria Grazia Guida, che dopo il suo intervento si è subito eclissata.

Sempre il 19 novembre, ma del 2011: Appello del Sindaco Pisapia ai Milanesi: "Donate un golf o una coperta che non usate a chi ne ha bisogno" e per la seconda volta mi sento preso in giro da sindaco ed assessori schierati in buon ordine, col fazzoletto in mano per la commozione.

Ai compagni, agli amici che pieni di buona volontà tentavano di coinvolgermi, ho provato a spiegare con qualche difficoltà perché non avrei aderito. Provo a farlo con voi, premettendo che quello che potrà sembrarvi uno sfogo personale, è in realtà una questione POLITICA (come sempre):

Anche se non amo parlare di me, confesso che sacchi a pelo, coperte, piumoni, giacche a vento ecc. li raccolgo tutto l'anno e senza tanta pubblicità; preciso: non sono il solo. Finiscono in quei campi nomadi ABUSIVI, il cui sgombero per De Corato era un vanto da esibire, e per la nuova giunta invece una storia minore da tenere nascosta.

Noi, sfigati volontari, quei Rom ancora più sfigati, i cittadini che se li ritrovano rimbalzati sotto casa nell'eterno gioco di guardie e ladri, non abbiamo ancora capito la differenza tra uno sgombero fascista e uno democratico... forse adesso al posto della ruspa i vigili porteranno caffè e giornale, resta il fatto che l'unica soluzione proposta rimane quella della divisione dei nuclei famigliari: donne e bambini piccoli nei centri d'accoglienza, uomini e bambini grandi a spasso.

Ma perché facciamo questo tutto l'anno, immaginate con quale gioia per le nostre tasche? Perché durante questi sgomberi quello che abbiamo procurato in precedenza va perso e va reintegrato di continuo.

QUESTO E' L'ASSURDO DELL'APPELLO DI PISAPIA: da un lato la sua amministrazione è complice nel non voler affrontare il problema e nella distruzione di nostre proprietà private, dall'altro ci chiede di dare una mano a quelli che sono i SUOI poveri (o i poveri buoni, o i poveri che vuole rendere visibili - fate voi).

Per me, per chi come me questo l'ha sempre fatto in silenzio, tutti i poveri hanno pari dignità e pari bisogni, al di là che abbiano o meno un documento in tasca. E questo è il nodo politico.

Comunque, non è questo il cambiamento per cui avevamo votato.

Tra l'altro, sinora ho scritto della situazione nei campi abusivi. Ma esistono anche quelli comunali dove, a maggior ragione, chi ci abita aspettava segnali di uscita da un'incertezza che dura da anni.

Cosa chiedevano questi nostri concittadini (di cui molti sono italiani, non dimentichiamolo)?

  • Prima di tutto, poter parlare in prima persona sulla loro situazione. NESSUNA RISPOSTA.
  • Capire quale sarà il loro destino, visto che in comune si continua a parlare di "superamento dei campi". NESSUNA RISPOSTA.
  • Poi, visto che i campi li si vuole chiudere, ma nel contempo stanno cadendo a pezzi perché da anni manca la manutenzione, che si facciano quantomeno i lavori indispensabili: restaurare ciò che è a rischio crollo, assicurare acqua ed elettricità, mettere i campi in sicurezza. NESSUNA RISPOSTA.

Mi tocca ripetere quello che ho già scritto altre volte: "Novembre non è il mese più adatto per giocare al piccolo campeggiatore" Vedete di capirlo, voi ed i vostri appelli alla carità cristiana!

Novità: dopo un mese e mezzo passato al telefono, i Rom di via Idro hanno ottenuto un incontro con il dirigente dell'Ufficio Nomadi. Si trattava, e si tratta tuttora, di urgenza. Un sentito applauso al tempismo dimostrato.

 
Di Fabrizio (del 21/11/2011 @ 09:46:32, in Italia, visitato 1368 volte)



Altro che indignati, "Occupy l'assessorato". Nelle tende stamattina mattina, erano rom, soprattutto minorenni, per necessità e con la voglia di alzare la testa. 23 nuclei familiari censiti, circa 80 persone, che da mesi si ritrovano a girare fra uno sgombero e l'altro. Sono il frutto avvelenato delle politiche di commissariamento della questione rom nella capitale, quella su cui Alemanno si era giocato e vinto la propria campagna elettorale. Deve a certi lugubri e fallimentari manifesti contro cui non si è costruita valida opposizione, la sua elezione a sindaco di Roma Hanno occupato i marciapiedi di fronte all'assessorato ai servizi sociali perché chiedono una soluzione abitativa stabile e decente senza la dispersione del nucleo familiare. A sentirne le storie c'è da restare carichi di raccapriccio e di indignazione: alcuni di loro sono quelli che avevano alzato la testa durante le giornate che precedettero la Pasqua del 2011 e occuparono la Basilica di S. Paolo, ottenendo, con l'intervento del cardinal vicario, una sistemazione per alcuni mesi in centri di accoglienza.

Altri sono stati respinti dal centro di Via Salaria, struttura convenzionata con il Comune in cui è difficile entrare ma da cui è facile essere cacciati. In un elenco sono elencate le ragioni della cacciata: un problema di salute di uno dei componenti della famiglia, l' improvviso viaggio in Romania di cui si è comunicato in maniera errata il termine, un incidente burocratico e, senza pietà alcuna si sono ritrovati in strada, a dormire dove capitava. Schede con nome, cognome età, malattia denunciata o ragioni che hanno costretto la famiglia a spostarsi all'improvviso, contando erroneamente nella disponibilità dei centri di accoglienza a non essere gestiti da burocratici e ferrei rappresentanti di regolamenti. Con loro solo i soggetti che da sempre sono stati al fianco dei rom con una parola d'ordine chiara: basta con i campi, che vanno chiusi, basta con i piani emergenziali, che si restituisca alla politica un intervento specifico e che si ragioni in prospettiva per una adeguata soluzione abitativa.

È Gianluca, dell'associazione Popica a raccontare l'evolversi della vicenda:«Quelli che erano in strada vengono o dal centro di Via Salaria o sono stati mandati nel centro Caritas di Via Torre Branca, dopo l'occupazione della Basilica. Sono finiti in strada perché non hanno rispettato i tempi di rientro, imposti ufficialmente alla Salaria e in maniera surrettizia nell'altro centro. Da luglio sono riaccampati – continua Gianluca – C'è chi in un mese ha subito 4 sgomberi e non sa più dove andare. Sono arrivati al punto che la sera montano le tende e all'alba le smontano, prima di vederle demolite. A settembre abbiamo chiesto al responsabile del Quinto dipartimento di trovare una soluzione ma, come al solito venivano garantiti posti solo per donne e bambini. Poi ci hanno detto che li avrebbero ospitati in una nuova area sulla Salaria, rinviando in continuazione ogni sistemazione».

L'iniziativa ha lasciato sorpresi i funzionari dell'assessorato. Dopo i giornalisti, gli esponenti di movimenti e forze politiche venute a manifestare il proprio sostegno, è giunta la celere, ad impedire che la manifestazione crescesse o interrompesse il lavoro in assessorato. Sembrava non vi fossero margini di trattativa- chi poteva intervenire risultava irraggiungibile - ma un passo avanti si è fatto.

Mercoledì 23 novembre, a partire dalle ore 9 il responsabile del dipartimento incontrerà i rappresentanti di tutte le famiglie coinvolte, per alcune, innanzitutto quelle che hanno bambini a scuola, si potrebbe trovare una soluzione per altri difficile saperlo. La frase è sempre la stessa, "non ci sono posti, non ci sono soldi". E pensare ai milioni spesi in politiche repressive inutili, xenofobe, atte solo a moltiplicare e a nascondere i problemi e non a risolverli. Il sindaco di una città di quasi 3 milioni di abitanti è impotente di fronte a poche decine di persone, nel contempo annuncia l'allargamento dell'ennesimo mega campo, in località La Barbuta, nei pressi delle piste dell'aeroporto di Ciampino. Un campo che molti vorrebbero boicottare in quanto risposta fallimentare ed emergenziale ad una questione strutturale.

Per questo Popica e Arci invitano tutti e tutte coloro che mercoledì vorranno portare solidarietà alle famiglie rom, a venire sotto l'assessorato, in Viale Manzoni. Il Prc ha già aderito. Con i rom perennemente cacciati per cacciare un sindaco incapace e indegno.

 
Di Fabrizio (del 22/11/2011 @ 09:55:47, in Italia, visitato 1566 volte)

conferenza stampa Amnesty International
TOLLERANZA ZERO PER I ROM' – SGOMBERI FORZATI E DISCRIMINAZIONE CONTRO I ROM A MILANO

che avra' luogo
martedi' 29 novembre 2011 alle ore 11.30
a Milano presso l'Associazione della Stampa Estera in Italia (via Principe Amedeo, 5)


Il rapporto, disponibile in lingua inglese e italiana, descrive le violazioni dei diritti umani subite dalle comunita' rom a Milano, a seguito dei Patti per la sicurezza del 2007, della dichiarazione della cosiddetta ‘emergenza nomadi' del 2008 e dell'applicazione, nel capoluogo della Lombardia, dei decreti e delle ordinanze derivanti dalla dichiarazione dello stato d'emergenza.

Il rapporto denuncia le pratiche illegali degli sgomberi forzati, eseguiti a centinaia a Milano negli ultimi anni anche in vista dell'Expo 2015, che hanno aggravato la discriminazione nei confronti dei rom, in contrasto con le sollecitazioni e le raccomandazioni degli organismi internazionali sui diritti umani.

Interverranno:

  • Valentina Vitali, ricercatrice del Programma Europa e Asia centrale, Segretariato Internazionale di Amnesty International;
  • Iain Byrne, coordinatore delle politiche sui Diritti economici, sociali e culturali, Segretariato Internazionale di Amnesty International;
  • Giusy D'Alconzo, direttrice dell'Ufficio Campagne e ricerca, Sezione Italiana di Amnesty International.

La conferenza stampa verra' introdotta da Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.


Attenzione: l'ingresso sarà riservato ai giornalisti. In settimana seguiranno incontri tra la delegazione di Amnesty International con le realtà di base, gli abitanti dei campi e le associazioni.

Per confermare la partecipazione, richiedere ulteriori informazioni e concordare interviste:

  • a Roma: Paola Nigrelli, +39 06 4490224, +39 348 6974361, email: press@amnesty.it
  • a Londra: Lydia Aroyo, +44 (0) 20 7413 5599, +44 (0) 7771 796350, email: laroyo@amnesty.org
 
Di Fabrizio (del 22/11/2011 @ 18:25:22, in Italia, visitato 1953 volte)

Cambia il vento..ma per alcuni soffia ancora la bufera di Karma Mara (Zona Autonoma Milano)

Milano in Movimento

Lo sgombero era stato annunciato nei giorni scorsi come imminente e sui vari social network era rimbalzata la notizia fino alla conferma di ieri sera.

Ore contate quindi per il campo abusivo sorto vicino a quello regolare di via Bonfadini.

La Diana Pavlovic (Consulta rom) dichiarava : "Cercare con loro le soluzioni" e dopo la sentenza del Consiglio di Stato: "Ora l'assessore Granelli dovrebbe sospendere gli sgomberi".

Sempre ieri, giornata calda per la questione rom, con il Consiglio di Stato che ha bocciato il piano nomadi "Illegittimo lo stato di emergenza" e con i giudici che scrivono "non esistono dati fattuali che autorizzino ad affermare l'esistenza di un nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica", il presidente Tursi di Arcisolidarietà commentava la sentenza: "E' giunto il momento di fare autocritica e tornare a governare la situazione senza parlare alla pancia delle persone".

Queste erano le premesse.

Lo sgombero del campo di via Bonfadini è stato deciso (così sostiene l'amministrazione) a causa dei lavori in corso nell'area per la costruzione della strada Statale Paullese e la società di costruzione che ha in appalto il lavoro e si è resa firmataria di una denuncia a carico degli occupanti, sostiene che attualmente è tutto fermo a causa della presenza del campo.

Lo sgombero preannunciato per questa mattina non è stato effettuato, ma solo rimandato.

Intorno alle otto e mezza, dopo più di due ore di attesa, si sono presentati in forze servizi sociali, polizia municipale, amsa, ruspe, protezione civile e il comandante Mastrangelo dei vigili urbani di Milano.

Gli occupanti, dopo una serie di momenti di tensione e le solite promesse da parte dell'amministrazione di percorsi sociali per i nuclei che prevedono la divisione mamme/bambini in comunità e padri per strada, hanno richiesto almeno un mese di tempo per lasciare il campo e trovare un'altra soluzione abitativa sempre per strada visto che non è stata offerta loro una reale e valida alternativa.

Il campo era nato nella zona nel Marzo 2011 ed attualmente abitato da più di 200 adulti e almeno una settantina di minori, scolarizzati e frequentanti tutti le scuole elementari e medie della zona, sono presenti inoltre anche minori di soli pochi mesi e molte persone anziane.

"Trovato l'accordo" la polizia ha preannunciato un'ulteriore avviso di sgombero il 9 di Dicembre e il definitivo sgombero il 12 dello stesso mese, ha minacciato gli occupanti di non costruire più nemmeno una casa o " La prima baracca che cresce in più…. " e ci lasciano sottintendere una politica che ben conosciamo.

A fine sgombero è arrivata Diana Pavlovic che ha invitato alcuni occupanti del campo alla riunione della consulta rom che si tiene ogni giovedì e in cui sono riuniti i rappresentanti della comunità rom milanese per riflettere assieme come affrontare lo sgombero.


Comunicato del Gruppo sostegno Forlanini su sgombero campo Bonfadini - Milano, 22.11.2011

Stamattina un nutrito nucleo di polizia locale, con la presenza del suo responsabile milanese, e dei servizi sociali comunali si è presentato al campo informale di via Bonfadini (prossimo all'area da tempo autorizzata) per quello che nei giorni scorsi era stato preannunciato come lo sgombero di quest'area. Dopo un colloquio tra gli abitanti del campo e la polizia locale, si è arrivati alla soluzione del rinvio dello sgombero al 12 dicembre.

Si è trattato insomma di una manifestazione della strategia dissuasiva adottata dalla nuova Giunta nei confronti dei campi "abusivi": nessuna tolleranza per gli insediamenti informali, per i quali si procede a dissuadere sia dall'incrementarli sia dall'abitarli. e - in alternativa parziale e notoriamente insufficiente - vengono proposte misure come la separazione, nel caso dei nuclei familiari, tra madri e bambini da una parte e padri dall'altra. Nessuna soluzione più strutturale viene proposta allo sgombero, misura di extrema ratio, che viene lasciato senza alternative.

Noi crediamo che la strada da percorrere sia diversa:

  1. innanzitutto la moratoria degli sgomberi degli insediamenti, siano essi effettuati in forma dissuasiva o "pesante";
  2. l'avvio di una urgente e seria considerazione integrata della questione, che ne affronti gli aspetti sociali, lavorativi, scolastici, sanitari, in necessaria interlocuzione coi diretti interessati. Non può né deve bastare la trattativa tra il capo della polizia locale e gli abitanti; è in questione una convivenza civile tra soggetti, da risolversi in istanze più aperte e democratiche.

Parlando cogli uomini e le donne, sono emerse per l'ennesima volta le tante e note problematiche di un vivere difficile come quello di chi abita in un campo: nessuno di loro vuole passare la propria esistenza in questo modo precario né lavorare forzatamente in nero, né rinunciare alla difficile scolarizzazione dei propri figli, vista giustamente come premessa a una vita migliore. Sono gli stessi motivi che hanno guidato le associazioni, nel recente passato, a polemizzare aspramente con la precedente Giunta sugli aspetti razzisti, disumani e inferiorizzanti delle pratiche discriminatorie e degli sgomberi e a sollecitare la nuova Giunta ad approcciarsi in modo democratico alla questione. Tutto questo prende più vigore all'indomani della pronuncia del Consiglio di Stato sull'illegittimità della proclamazione dell'"emergenza nomadi" e dei provvedimenti ad essa connessi.

Chiediamo da tempo un cambio di passo alla Giunta e agli assessorati competenti; l'interlocuzione colle istanze associative e cogli stessi soggetti, come si è potuto vedere anche letteralmente "sul campo" stamattina, sono premesse necessari e e imprescindibili. In queste tre settimane che ci separano dal 12 dicembre poniamo le premesse per non rendere necessario quello sgombero preannunciato; le istituzioni, gli assessorati, i servizi, le associazioni, gli stessi soggetti abitanti possono e devono lavorare a una soluzione positiva, per questa e altre situazioni.

Gruppo sostegno Forlanini
scendiamoincampo@gmail.com
333/4451206

 
Di Fabrizio (del 24/11/2011 @ 09:46:49, in Italia, visitato 1583 volte)



sarà presente al MEDIMEX di Bari dal 24 al 27 novembre allo stand n° 100

Visitando lo stand sarà possibile conoscere le nostre attività e i nostri artisti.
Sabato 26 novembre nell'ambito di BONUS TRACK - MEDIMEX l'Alexian group di Santino Spinelli sarà in concerto alle h 22 presso la Taverna del Maltese, in via Nicolai, 57 a Bari
Vi aspettiamo numerosi

per contattarci: cell. 340 6278489, email: spithrom@webzone.it

PER SAPERNE DI PIU' SULLA FEDERARTEROM

La FederArteRom riunisce 50 associazioni presenti sul territorio nazionale per organizzare grandi eventi e manifestazioni con la collaborazione di enti pubblici (nazionali, regionali e locali) ed istituzioni internazionali. Inoltre grandi intellettuali ed artisti di fama mondiale hanno aderito e dato il loro sostegno a tale iniziativa, col principale obiettivo di valorizzare l’enorme patrimonio artistico che coinvolge la FederArteRom.

Consideriamo l'Arte uno dei veicoli più efficaci di comunicazione, in quanto ci permette di superare quei pregiudizi rispetto alla situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che spesso stanno alla base della discriminazione nelle sue diverse sfaccettature. Vogliamo quindi valorizzare la cultura Romanì libera dai tanti stereotipi e barriere in cui è incatenata da troppo tempo, nella forma che forse più la rappresenta: l’incontro tra culture nell’arte!

Le fondamenta della FederArteRom poggiano sul riconoscimento e la promozione della Dichiarazione Universale dei diritti Umani, valori che intende trasmettere con ciascuna azione ed iniziativa.
La federArteRom ha attivato un sito internet visitabile all’indirizzo:
http://www.federarterom.wordpress.com
ed un indirizzo email: federarterom@gmail.com

La FederArteRom si compone del seguente organigramma definitivo e immodificabile fino alle prossime elezioni, salvo per le nuove associazioni i cui legali rappresentanti entreranno nella Consulta Artistica automaticamente:

Consiglio Direttivo:

Dott. Prof. Santino Spinelli "Alexian" - Presidente
Paolo Falessi (Ladri di Carrozzelle) - Vice-presidente
Fabio Ricci (i Jalisse) - Vice-presidente
Miriam Meghnagi - Vice-presidente
Massimo Antonelli (ass. Calamus) - Vice-presidente
Giordano Sangiorgi (MEI) - Vice-presidente

Dott. Luca Marini, Dott.ssa Orietta Cipriani - Segretari
Pierluigi Circeo, Daniela De Rentiis - Tesorieri

 
Di Fabrizio (del 30/11/2011 @ 09:36:50, in Italia, visitato 1619 volte)

Segnalazione di Paolo Buffoni

Il Dirigibile Comunicato dell'Asce

Si sono presentati in 9 per cacciare una famiglia di Rom ospite di un privato, senza alcun mandato, rifiutando di farsi identificare e di rilasciare un qualsiasi verbale dell'intervento.
Dovevano o volevano cacciare due anziani, due giovani donne, due ragazzi, una bambina di 12 mesi e una neonata di appena 5 giorni.

Motivo, la realizzazione di una baracca per proteggersi dall'atteso freddo invernale.
Nonostante le proteste del proprietario, i vigili si sono trattenuti nell'area recintata per 3 ore e mezza.
Con prepotenza e spregio della legalità come nell'uso delle peggiori squadracce del passato, con atteggiamento ed espressioni minacciose e intimidatorie da parte del comandante.

Per queste ragioni l'ASCE ha sporto querela e segnalato l'avvenimento ad Amnesty International.
I reati ipotizzati sono quelli di violazione di domicilio, minacce e violenza privata.
L'Asce precisa che si è consumato così l'ultimo atto di una lunga serie di pressioni da parte del Comune di Selargius contro il proprietario del terreno perché fosse allontanata la famiglia Rom.
L'Asce ricorda che da anni le sue proposte di collaborazione, coinvolgente gli stessi Rom, di costituzione di un tavolo permanente per trattare la questione e l'avvio di progetti di inserimento, sono rimasti inascoltati e peggio derisi.
Una segnalazione è stata inviata anche al prefetto di Cagliari, alla Provincia e alla Regione.

Il presidente dell'Asce Antonio Pabis

29 novembre 2011

 
Di Fabrizio (del 01/12/2011 @ 09:43:56, in Italia, visitato 1660 volte)

di Pino Petruzzelli - 30 novembre 2011

I bambini rom dovrebbero essere tolti alle rispettive famiglie e dati tutti in adozione?

Stando alla ricerca di Carlotta Saletti Salza, professoressa presso l'Università di Verona, su un totale di 8.830 procedure di adottabilità, i minori rom e sinti dichiarati adottabili in sette sedi di Tribunali Minorili italiani nel periodo compreso tra il 1985 e il 2005 sono stati 258. Quello che è oggi uno dei maggiori studiosi di cultura romanì in Italia, il professor Leonardo Piasere, commenta i dati: "Se consideriamo che la popolazione dei rom e dei sinti in Italia ammonta allo 0,15% circa della popolazione totale, capiamo che la percentuale di procedure di adottabilità dello 0,15%, cioè in sintonia con la proporzione della popolazione, corrisponderebbe a circa 13 procedure sulle 8.830. Ora il numero di procedure riguardanti rom e sinti, è superiore del 1700% a tale cifra!"

Questo mio intervento non è contro il sistema delle adozioni, perché, lo dico chiaramente, ci sono casi in cui togliere il bambino a una famiglia rom o sinta è cosa sacrosanta.

Ciò che mi interessa è porre alcune domande.

Stando alla legge italiana sono dichiarati in stato di adottabilità i minori di cui sia accertata la situazione di "abbandono" (legge 184 del 2001), ma nella legge 149 dello stesso anno, si dice che:

"1) Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto.

2) Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei famigliari a rischio, al fine di prevenire l'abbandono e di consentire al minore di essere educato nell'ambito della propria famiglia…."

L'interpretazione del termine "abbandono" è così lasciato alla discrezionalità del Tribunale dei Minori. Ma cosa si intende per abbandono?

Ipotizziamo ci siano due bambini rom di sette e dieci anni, Alin e Mari, che a causa della povertà dei genitori sono costretti a vivere sotto un ponte. Vengono sgomberati e i Vigili Urbani li portano sotto un altro ponte. Lì assistono all'incendio della loro baracca e all'orribile morte di quattro amichetti. Vengono sgomberati nuovamente e ritornano sotto il primo ponte. I genitori non trovano lavoro (chi di noi assumerebbe uno zingaro che vive sotto un ponte?) e tirano avanti solo con gli aiuti che forniscono loro alcuni volontari della Caritas e dell'Arci. Ogni mattina i genitori di Alin e Mari, però, accompagnano i figli a scuola dove i bambini arrivano sempre puliti e ben vestiti anche grazie all'aiuto dei sopra citati volontari. Aggiungo che i bambini, a detta delle maestre, seguono con sufficiente profitto le lezioni. I pomeriggi dei bambini, però, trascorrono sotto il ponte.

Voglio ora porre alcune domande:

1) Se vedessimo Alin e Mari sotto il ponte e non sapessimo nulla di loro, penseremmo giusta l'affidabilità? E sapendo la loro storia e la loro quotidianità, riterremmo lo stesso giusto toglierli alla famiglia e darli in adozione?

2) Può un'Amministrazione pubblica, di qualunque appartenenza politica, sentirsi priva di responsabilità nel lasciare che una famiglia di rom continui a sopravvivere sotto un ponte?

3) La famiglia di Alin e Mari va sgomberata? E, se si, può lo sgombero di un sottoponte, senza una reale alternativa abitativa, bastare a tutelare i minori che vi abitano?

4) Cosa si fa per prevenire le situazioni di estrema miseria in cui sono costretti a vivere alcuni bambini rom e sinti?

5) Togliere un bambino alla propria famiglia deve essere l'ultima strada percorribile o la prima? E se deve essere l'ultima, perché il numero di procedure riguardanti rom e sinti, è superiore del 1700% a quello delle procedure totali nelle sette sedi dei Tribunali dei Minori che ha preso in esame la professoressa di Verona nel suo libro "Dalla tutela al genocidio?"

 
Di Fabrizio (del 04/12/2011 @ 09:26:32, in Italia, visitato 1998 volte)

Parto dalla fine, la mia (personale) delusione per il teatrino visto in 6 mesi. In questo periodo ha visto, cercato, contattato, persone importanti e meno, ascoltato le loro dichiarazioni e poi le loro smentite, ho trovato tanti che volevano PARLARE, ma quasi nessuno che cercasse di DIALOGARE.

Settimana affollata di eventi, quella appena passata:


PRESIDIO A PALAZZO MARINO
Campi rom, trattative e stop agli sgomberi
Un tavolo di confronto entro Natale e, nel frattempo, niente sgomberi. L' accordo con la Consulta rom e sinti è arrivato per voce di Paolo Limonta, della segreteria del sindaco, che ieri pomeriggio è intervenuto al presidio organizzato davanti a palazzo Marino. Prima una ventina, poi sempre più numerosi, i rom hanno chiesto una moratoria per gli sgomberi («Quando fa freddo anche le Nazioni Unite indicano di sospenderli») e di fermare il piano Maroni. Circa 2 mila in tutta la città, i rom chiedono attraverso la portavoce Diana Pavlovic di aprire un confronto con il Comune. Insorge però l'opposizione di centrodestra. «Lo stop agli sgomberi dei campi nomadi è sconcertante, e ancor più lo è il ruolo dell' onnipresente Paolo Limonta che ha concluso la trattativa in nome e per conto dell' amministrazione comunale», osservano i pidiellini Carlo Masseroli e Pietro Tatarella.
Pagina 7 - (2 dicembre 2011)


Venerdì 02 Dicembre 2011 - 09:17 di Michela Corna
ROM, IL REBUS DEGLI SGOMBERI. GRANELLI: "BISOGNA INTERVENIRE SUBITO"
MILANO - È la rivincita dei rom con lo stop agli sgomberi? Ieri, una trentina di nomadi, capeggiati dalla consulta rom e sinti, ha manifestato davanti Palazzo Marino per chiedere «una moratoria agli allontanamenti forzati durante l'inverno». «Quando fa freddo anche le Nazioni Unite indicano di sospenderli», han detto. Quindi, gli sgomberi programmati entro dicembre, come in via Bonfadini, saranno rinviati? A incontrare i nomadi è stato Paolo Limonta, della segretaria del sindaco, ma senza ruolo istituzione all'interno della giunta, che si sarebbe impegnato, «a istituire un tavolo di confronto entro Natale e, nel frattempo, bloccare le ruspe». Una novità per l'assessore alla sicurezza Marco Granelli che sostiene «di non aver firmato nessun accordo»: «Credo che proprio per il bene delle persone che vivono nei campi sia necessario procedere più celermente in modo che non trascorrano l'intero inverno in situazioni poco dignitose e fortemente rischiose per la vita. Il campo di via Novara, per esempio, presenta delle condizioni igieniche-sanitarie pessime e gli impianti elettrici sono pericolosi. Vogliamo evitare una possibile tragedia e superare la logica dei campi, proponendo soluzioni di tipo abitativo per intere famiglie. Abbiamo già approvato progetti d'inserimento in case e cascine per venticinque famiglie di via Novara, via Bonfadini e via Idro, utilizzando i percorsi promossi dal Piano Maroni». Granelli incontrerà oggi Matteo De Bellis di Amnesty International, dopo l'accusa di «non aver rispettato gli standard internazionali dei diritti umani». L'assessore è chiaro nella sua posizione: «Ritengo di non aver svolto azioni contro i diritti umani, ma riconosco come istituzione umanitaria Amnesty e voglio stabilire un dialogo diretto»


di Karma Mara (Zona Autonoma Milano)
Presidio della Consulta Rom davanti a Palazzo Marino
Si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri il presidio voluto dalla Consulta rom e sinti davanti a Palazzo Marino, presidio che ha visto la presenza dei rappresentanti dei diversi campi, regolari e non, della città.
In piazza tante donne e tanti bambini aspettavano insieme una probabile uscita dal consiglio Comunale, riunito in seduta, di Paolo Limonta, collaboratore del sindaco sulle questioni più spinose che emergono dalle relazioni con la città.
Nel comunicato lanciato in rete la Consulta richiedeva all'amministrazione un incontro per discutere il tema dei continui sgomberi e per chiedere l'apertura di un tavolo di lavoro sulla questione rom e sinti.
Verso le cinque e trenta Paolo Limonta ha raggiunto il presidio ed è stato accolto da due bimbe rom che gli hanno consegnato il comunicato-documento della Consulta e una letterina scritta da una bimba rom di 11 anni risiedente in uno dei campi sottoposto a futuro sgombero.
I rappresentanti delle comunità presenti, tra cui quelle di via Novara e via Negrotto, hanno fatto richiesta a Limonta di un segno di discontinuità da parte di questa amministrazione rispetto alla politica della precedente; segno che fino alle dichiarazioni di ieri dell'assessore Granelli di una probabile sospensione degli sgomberi, non c'era stato.
E' stata fatta dunque richiesta di una moratoria degli sgomberi per l'inverno e di una deroga perché nei ricoveri comunali si accolgano le famiglie senza dividerle.
Limonta durante l'incontro ha tenuto a precisare che : "Questa giunta a differenza della precedente vi considera persone e non numeri, tanto che come avete visto i nostri sgomberi non avvengono ne in tenuta antisommossa né tantomeno con la presenza di ruspe… che sappiamo tutti cosa possono creare nell'immaginario dei bambini".
Dichiarazione subito smentita dall'intervento di un volontario operante nei campi che sollevando il problema dei campi non regolari ed in particolare quello di Bonfadini, gli ha ricordato come nell'ultimo tentato sgombero, proprio del campo irregolare di via Bonfadini, fossero presenti due ruspe e due camion Amsa.
Riguardo questo particolare campo è singolare come da poco si sia saputo che è decaduto l' originario motivo dello sgombero, sembra infatti essere notizia ufficiale che la strada statale Paullese di lì non passerà più, tanto che ci si domanda se quindi lo sgombero previsto per il 12 Dicembre sarà effettivo o meno.
Limonta si farà relatore per il sindaco sulla questione, ha promesso, e ha richiesto alla Consulta di fornirgli un resoconto che descriva le diverse realtà rom presenti sul territorio e le loro richieste; la Consulta ha accettato, ma ha richiesto l'apertura di un tavolo di lavoro sulla questione con una veduta più lunga sul futuro e una interrogazione su tutti gli atti dichiarati illegittimi dall'ultima sentenza del consiglio di Stato che dichiarava illegittimo il decreto emergenza.
Di fatto, rimane incerto il futuro per le comunità rom di questa città.
Di fatto, fino a quest'ultima sollecitazione, l'amministrazione non aveva realizzato un intervento conoscitivo sulle diverse comunità e le loro richieste, ma aveva applicato quasi alla lettera la politica della precedente, finendo così con il non differenziarsi su un tema delicato come il rapporto con una delle minoranze della città più bersagliate negli ultimi anni.
Ci piacerebbe che la scuola delle bimbe rom che hanno accolto ieri Limonta, sulla cartina di Milano all'opposto rispetto alla scuola elementare in cui lui insegna, formino in futuro un asse e non due linee parallele che non si incontrano mai.


e siamo a dicembre...

 
Di Fabrizio (del 06/12/2011 @ 09:56:44, in Italia, visitato 1340 volte)

A proposito della campagna contro i Rom nella provincia di Pisa - (3 Dicembre 2011)

Solo pochi giorni fa la Società della salute pisana e la Regione hanno sottoscritto un accordo per lo sviluppo di azioni e interventi nei confronti della comunità Rom e Sinti. L'accordo non fa altro che applicare una legge regionale a tutela dei diritti di cittadinanza sociale, della qualità della vita, per favorire autonomia individuale e pari opportunità, per combattere la discriminazione e promuovere la coesione sociale.

Crediamo che gli interventi siano volti ad eliminare le sempre più numerose condizioni di disagio e di esclusione sociale che colpiscono i rom , i sinti e più in generale i migranti. Ma la campagna di Lega e pdl è diretta a lanciare un messaggio alle classi sociali meno abbienti per mettere italiani poveri contro migranti ancora più poveri e precari.
"Invece di dare i soldi agli italiani si favoriscono i migranti e soprattutto rom e sinti che rubano nelle nostre case" ha detto un dirigente della Lega- in una tv locale- solo pochi giorni fa, un tema ripreso dal consigliere Bedini del Pdl.

Ciascuno di noi può vedere la stragrande maggioranza dei migranti intenti a lavorare spesso e volentieri in condizioni di mero sfruttamento, per una paga oraria da fame, ricattati dal fatto che senza uno stralcio di lavoro viene meno lo stesso diritto alla cittadinanza (permesso di soggiorno, diritto alla sanità e ai servizi)

E' superfluo ribadire che il campo della Bigattiera non sia un campo abusivo perché i rom e i sinti si trovano lì perché inviati dalle istituzioni e ai bambini del campo vogliono negare il trasporto scolastico che dovrebbe spettare loro di diritto frequentando le scuole dell'obbligo pisane

E' inutile dire che la dignità umana riguarda tutti e tutte senza alcuna distinzione di etnia, di lingua o di pelle, è inutile sottolineare che i fondi destinati alla integrazione sociale debbano esser spesi a tale scopo e non finire in tangenti o ad ingrossare le tasche di qualche cooperativa\impresa.

La Corte di giustizia europea ha condannato più volte l'Italia per pratiche amministrative razziste e per le condizioni di degrado e disumanità dei campi , condizioni certo acuite con il crollo del socialismo reale che ha spinto (con la distruzione dello stato sociale nei paesi convertiti al neoliberismo) flussi di povertà verso i paesi occidentali tra i quali l'Italia. Solo nel 2010 erano oltre 31 miliardi di euro i fondi che il Governo Berlusconi (con l'assenso della Lega e del Pdl) ha sottratto al mezzogiorno prelevandoli da uno dei più importanti capitoli di spesa pubblica, il Fondo aree Sottoutilizzate (Fas) destinato alle aree di crisi tra le quali ci sono anche alcune province del Centro nord falcidiate dalla disoccupazione. Chi è stato complice di questi tagli, chi non ha fatto parola del mancato utilizzo dei finanziamenti europei a uso sociale (mentre si investivano soldi per opere inutili come ponte di Messina e Tav), oggi si scaglia contro i migranti agitando quelle fabbriche della paura utili ad occultare quella macelleria sociale iniziata con Berlusconi e, oggi, portata avanti da Monti, una macelleria che cancella diritti acquisiti e taglia fondi alle classi sociali meno abbienti, siano essi migranti o autoctoni. Ancora una volta il razzismo è l'arma con cui dividere le classi sociali meno abbienti facendo leva , è proprio il caso di dirlo, su argomenti di bassa lega.

Federico Giusti  - Confederazione Cobas

 

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