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Tentato sgombero Bonfadini
Di Fabrizio (del 22/11/2011 @ 18:25:22, in Italia, visitato 1953 volte)

Cambia il vento..ma per alcuni soffia ancora la bufera di Karma Mara (Zona Autonoma Milano)

Milano in Movimento

Lo sgombero era stato annunciato nei giorni scorsi come imminente e sui vari social network era rimbalzata la notizia fino alla conferma di ieri sera.

Ore contate quindi per il campo abusivo sorto vicino a quello regolare di via Bonfadini.

La Diana Pavlovic (Consulta rom) dichiarava : "Cercare con loro le soluzioni" e dopo la sentenza del Consiglio di Stato: "Ora l'assessore Granelli dovrebbe sospendere gli sgomberi".

Sempre ieri, giornata calda per la questione rom, con il Consiglio di Stato che ha bocciato il piano nomadi "Illegittimo lo stato di emergenza" e con i giudici che scrivono "non esistono dati fattuali che autorizzino ad affermare l'esistenza di un nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una straordinaria ed eccezionale turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica", il presidente Tursi di Arcisolidarietà commentava la sentenza: "E' giunto il momento di fare autocritica e tornare a governare la situazione senza parlare alla pancia delle persone".

Queste erano le premesse.

Lo sgombero del campo di via Bonfadini è stato deciso (così sostiene l'amministrazione) a causa dei lavori in corso nell'area per la costruzione della strada Statale Paullese e la società di costruzione che ha in appalto il lavoro e si è resa firmataria di una denuncia a carico degli occupanti, sostiene che attualmente è tutto fermo a causa della presenza del campo.

Lo sgombero preannunciato per questa mattina non è stato effettuato, ma solo rimandato.

Intorno alle otto e mezza, dopo più di due ore di attesa, si sono presentati in forze servizi sociali, polizia municipale, amsa, ruspe, protezione civile e il comandante Mastrangelo dei vigili urbani di Milano.

Gli occupanti, dopo una serie di momenti di tensione e le solite promesse da parte dell'amministrazione di percorsi sociali per i nuclei che prevedono la divisione mamme/bambini in comunità e padri per strada, hanno richiesto almeno un mese di tempo per lasciare il campo e trovare un'altra soluzione abitativa sempre per strada visto che non è stata offerta loro una reale e valida alternativa.

Il campo era nato nella zona nel Marzo 2011 ed attualmente abitato da più di 200 adulti e almeno una settantina di minori, scolarizzati e frequentanti tutti le scuole elementari e medie della zona, sono presenti inoltre anche minori di soli pochi mesi e molte persone anziane.

"Trovato l'accordo" la polizia ha preannunciato un'ulteriore avviso di sgombero il 9 di Dicembre e il definitivo sgombero il 12 dello stesso mese, ha minacciato gli occupanti di non costruire più nemmeno una casa o " La prima baracca che cresce in più…. " e ci lasciano sottintendere una politica che ben conosciamo.

A fine sgombero è arrivata Diana Pavlovic che ha invitato alcuni occupanti del campo alla riunione della consulta rom che si tiene ogni giovedì e in cui sono riuniti i rappresentanti della comunità rom milanese per riflettere assieme come affrontare lo sgombero.


Comunicato del Gruppo sostegno Forlanini su sgombero campo Bonfadini - Milano, 22.11.2011

Stamattina un nutrito nucleo di polizia locale, con la presenza del suo responsabile milanese, e dei servizi sociali comunali si è presentato al campo informale di via Bonfadini (prossimo all'area da tempo autorizzata) per quello che nei giorni scorsi era stato preannunciato come lo sgombero di quest'area. Dopo un colloquio tra gli abitanti del campo e la polizia locale, si è arrivati alla soluzione del rinvio dello sgombero al 12 dicembre.

Si è trattato insomma di una manifestazione della strategia dissuasiva adottata dalla nuova Giunta nei confronti dei campi "abusivi": nessuna tolleranza per gli insediamenti informali, per i quali si procede a dissuadere sia dall'incrementarli sia dall'abitarli. e - in alternativa parziale e notoriamente insufficiente - vengono proposte misure come la separazione, nel caso dei nuclei familiari, tra madri e bambini da una parte e padri dall'altra. Nessuna soluzione più strutturale viene proposta allo sgombero, misura di extrema ratio, che viene lasciato senza alternative.

Noi crediamo che la strada da percorrere sia diversa:

  1. innanzitutto la moratoria degli sgomberi degli insediamenti, siano essi effettuati in forma dissuasiva o "pesante";
  2. l'avvio di una urgente e seria considerazione integrata della questione, che ne affronti gli aspetti sociali, lavorativi, scolastici, sanitari, in necessaria interlocuzione coi diretti interessati. Non può né deve bastare la trattativa tra il capo della polizia locale e gli abitanti; è in questione una convivenza civile tra soggetti, da risolversi in istanze più aperte e democratiche.

Parlando cogli uomini e le donne, sono emerse per l'ennesima volta le tante e note problematiche di un vivere difficile come quello di chi abita in un campo: nessuno di loro vuole passare la propria esistenza in questo modo precario né lavorare forzatamente in nero, né rinunciare alla difficile scolarizzazione dei propri figli, vista giustamente come premessa a una vita migliore. Sono gli stessi motivi che hanno guidato le associazioni, nel recente passato, a polemizzare aspramente con la precedente Giunta sugli aspetti razzisti, disumani e inferiorizzanti delle pratiche discriminatorie e degli sgomberi e a sollecitare la nuova Giunta ad approcciarsi in modo democratico alla questione. Tutto questo prende più vigore all'indomani della pronuncia del Consiglio di Stato sull'illegittimità della proclamazione dell'"emergenza nomadi" e dei provvedimenti ad essa connessi.

Chiediamo da tempo un cambio di passo alla Giunta e agli assessorati competenti; l'interlocuzione colle istanze associative e cogli stessi soggetti, come si è potuto vedere anche letteralmente "sul campo" stamattina, sono premesse necessari e e imprescindibili. In queste tre settimane che ci separano dal 12 dicembre poniamo le premesse per non rendere necessario quello sgombero preannunciato; le istituzioni, gli assessorati, i servizi, le associazioni, gli stessi soggetti abitanti possono e devono lavorare a una soluzione positiva, per questa e altre situazioni.

Gruppo sostegno Forlanini
scendiamoincampo@gmail.com
333/4451206