Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 15/07/2012 @ 09:16:25, in Europa, visitato 1390 volte)
Da
Hungarian_Roma
New Left Project Dietro la "questione" Rom by Carl Rowlands
"Sandor" è un senzatetto rom di Budapest - parla della sua vita. esperienze
e prospettive, nel dialogo con Carl Rowlands.
Ho perso la mia famiglia in un incidente quando avevo 16 anni. A quell'epoca,
iniziai a passare la notte alla stazione della metropolitana di Ferenciek tere a
Budapest. Altri Rom del posto si assicuravano che avessi qualcosa da
mangiare e che per andare a scuola il mio aspetto fosse OK. Fintanto che era
possibile, ci si prendeva cura di noi. Capita spesso che all'inizio i giovani
finiscano per strada, e se vogliono l'indipendenza totale, qualsiasi ne sia la
ragione, è lì che la troverai.
Nella mia esperienza, di solito ci sono due aspetti nel diventare senzatetto -
fattori psicologici e fattori sociali. Se un giovane è alienato e non sente di
appartenere a qualcosa o qualcuno, allora la strada può essere un surrogato
della famiglia, e c'è molto da imparare dai più vecchi. Molti non hanno un senso
di appartenenza o un luogo.
Però, molti giovani rom possono sempre trovare un posto da chiamare casa in
qualche parte della comunità, che non sia con i loro genitori naturali. Le vie
di fuga da droga e alcol, come pure dalle malattie mentali, sono meno comuni tra
i Rom. Spenno vanno cercando l'indipendenza, assieme ad una certa dignità e
rispetto. Ciò spiega come mai non sono molti i Rom che si sistemano in rifugi
per senzatetto, e che non vedano gli incentivi o i risultati immediati in questi
comportamenti.
Le migrazioni verso occidente sono guidate da questa ricerca per un'esistenza
migliore ed un posto per vivere dove essere da esseri umani. Naturalmente, la
recessione colpisce in tutta Europa, ma la "rete di sicurezza" funziona meglio
in altri paesi che in Ungheria, o per esempio Romania o Bulgaria. Di sicuro ci
sono possibilità di sfruttamento. C'è un villaggio nella regione di Békés dove
tutti i Rom hanno venduto le loro proprietà per ottenere al mercato nero dei
visti per il Canada. Le autorità canadesi li hanno rimandati in Ungheria, così
la maggior parte degli abitanti del villaggio oggi è senzatetto. Questo è solo
un esempio di come quando queste migrazioni falliscono, si tramutano in povertà
cronica.
Di solito, i Rom senza casa mantengono le distanze dagli altri senzatetto. Così
come i i Rom si mantengono puliti e ben vestiti nonostante vengano rifiutati o
vilipesi dal resto della società. I Rom di solito considerano la coesione
famigliare più importante del denaro. Difatti i Rom tendono a pensare in termine
di "soldi facili" e soddisfare i bisogni immediati loro e della comunità.
Prestano più tempo alla famiglia che al denaro. Questo li rende particolarmente
vulnerabili quando l'economia si deteriora, anche se presto trovano opportunità
di lavoro e di accesso alle risorse. Negli anni '90, col peggioramento delle
condizioni economiche in Ungheria, emersero rapidamente comunità in Scandinavia,
Francia, Spagna e Italia, che furono capaci di offrire aiuto ai nuovi arrivati.
Senza molti fiducia nei servizi sociali ufficiali, esiste un alto grado di
autosufficienza interna, con membri interni che si incaricano di somministrare
cure e medicine al posto dei medici convenzionali.
I Rom non sono facilmente comprensibili dagli altri Ungheresi. L'attuale governo
include quanti sembrano esserlo, anche se loro lo negano. Alcuni Ungheresi si
sentono minacciati da ciò. I Rom tendono alla loquacità, amano il confronto e la
discussione. Questi aspetti rumorosi del nostro comportamento, non sono facili
da capire per gli altri.
Dopo aver viaggiato in Germania, Mongolia e Cina, ed essere diventato un
ricercatore medico in Malesia, ho vissuto a Szeged per un po' di tempo, dormendo
all'addiaccio quando non c'era lavoro e non c'era dove andare. E' stato dormendo
all'aperto che sono diventato davvero parte di una comunità rom. Ero in grado di
fornire assistenza medica, sulla base delle mie conoscenze e contatti con varie
associazioni caritative. Nonostante la grande povertà, ci si assicurava che a Szeged
nessuno patisse il freddo o la fame.
Budapest è un posto difficile per chi non ha casa, penso che in questi giorni ci
siano oltre 7.000 persone che dormono all'addiaccio. Non sappiamo quanti siano
Rom. Tuttaviaa Budapest ci sono reti per Rom senza fissa dimora, per cercare di
assicurare loro la vita e la dignità.
E' buffo che ci siano così tanti Ungheresi razzisti. Diventa una farsa in cui
sappiamo che saranno i perdenti finali. Siamo colpiti solo quando la cosa ci
riguarda personalmente. Dobbiamo comportarci come una comunità, anche quando
siamo sotto pressione estrema da parte della polizia o degli altri gruppi. Cerco
di insegnare ai giovani ad ottenere senza rubare ciò di cui hanno bisogno. Il
governo vuole creare tensione, ma tra i giovani l'antipatia non è genuina. Il
governo ungherese ha bisogno di questo "problema rom" per distrarre l'attenzione
dai suoi fallimenti di base, ed in questo modo gli istituti ed i progetti
sociali sviluppano le loro basi di finanziamento...
"La città è per tutti" è la prima organizzazione comunitaria [di senzatetto] in
Ungheria a riflettere su tutti i tipi di norme e comportamenti culturali. Ho
trovato una vera sensibilità alle differenze sociali e un autentico tentativo di
comprendere le questioni che circondano i senza fissa dimora, per rappresentare
i nostri interessi.
L'autore intende ringraziare l'organizzazione "La città è per tutti" (A Város Mindenkié -
www.avarosmindenkie.blog.hu)
per la preziosa collaborazione nell'organizzare l'intervista.
Di Fabrizio (del 16/07/2012 @ 09:19:56, in Europa, visitato 1583 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Foto dal convegno AIZO, Torino 11 ottobre 2011
Cari e care
siete invitati all'incontro con
NICOLAE GHEORGHE che si terrà sabato 21 luglio a
partire dalle 14 e domenica 22 luglio 9.30-14. La sede verrà comunicata al più
presto. Posso anticipare che sarà in Trastevere o - come dicono alcuni rom - in
san tevere. Si sta organizzando, per chi è interessato, una cena e un pranzo a
prezzo fisso (circa 20 euri).
Le spese di trasporto vitto e alloggio sono a carico dei partecipanti.
Per evitare interventi del tipo "brevi considerazioni sull'universo" suggerisco
il seguente ordine dei lavori con l'avvertenza che è mia intenzione accantonare
per una volta il tema dell'inclusione sociale dei rom, della discriminazione,
del razzismo ecc. per affrontare tematiche di medio e lungo termine come la
questione etnica e il suo intreccio con quella politica (cittadinanza):
1. INTRODUZIONE ALL’INCONTRO
2. SIGNIFICATO E PROSPETTIVE DELLA NAZIONE ROM
3. RUOLO DELLE ONG, DEGLI ESPERTI E ATTIVISTI ROM: UNA NUOVA RETORICA DISCORSIVA
?
4. UN NUOVO TRATTATO DI PACE TRA ROM E GADJE’ ?
5. UN PROCESSO DI COSTRUZIONE DI PACE A PARTIRE DAI CASI DI BAIA MARE (ROMANIA)
E TOR DE’ CENCI (ROMA)
Chi è interessato a partecipare è pregato di inviarmi un
mail di conferma con l'indicazione se partecipa a tutte e due le sedute o solo
ad una e quale. Siete ovviamente liberi di invitare persone che pensiate
possano essere interessate. Per mere questioni logistiche vi prego solo di
comunicarmi i nominativi.
Allego tre
scritti di Nicolae che offrono eccellenti spunti di riflessione. Uno è in
inglese e uno in francese. Vi allego anche la mia traduzione. E' stata fatta di
corsa pertanto mi scuserete l'italiano non curato. La sostanza si capisce però.
N.B. Il tenore dell'incontro è quello di una aperta riflessione tra amici. Non
sono previsti quindi né paludamenti accademici né sussiegose relazioni. E' solo
l'opportunità di incontrare un intellettuale rom di spicco e di confrontarsi con
lui.
Di Fabrizio (del 16/07/2012 @ 09:31:13, in Italia, visitato 1207 volte)
Segnalazione di Agostino Rota Martir
PisaNotizie 14-07-2012
E' ripresa a pieno regime in città la politica degli sgomberi. Ieri 37
persone di cui 16 minori sono state allontanate da sotto il Ponte dell'Impero
Riprendono gli sgomberi dei campi rom in città da parte dell'amministrazione
comunale. Già l'anno scorso il periodo estivo era stato fortemente segnato da
azioni di questo genere, e così questa estate non sembra essere diversa.
Infatti ieri mattina un ingentissimo schieramento di vigli urbani, polizia e
carabinieri con al seguito ruspe e altri mezzi, ha proceduto ad allontanare le
famiglie che da alcuni mesi avevano trovato riparo attorno alla casa cantoniera
dell'Anas dell'Aurelia all'altezza del Ponte dell'Impero.
Secondo quanto riferisce l'amministrazione comunale nell'area si trovavano "37
occupanti (21 adulti e 16 minori), tutti rom originari della Romania".
"Da questa mattina (ieri per chi legge, ndr) - si legge in una nota del Comune -
sono entrati in azione gli uomini e i mezzi dell'Avr per l'intervento di
radicale pulizia di tutta la porzione di golena attorno alla casa cantoniera (la
quale, invece, non era stata oggetto di occupazione dato che porte e finestre
erano state in precedenza proprio per evitare questa eventualità). Una vera e
propria «task force», composta da cinque operai attrezzati con tre camion
scarrabili (di cui due dotati di gru), che hanno cominciato a rimuovere tutti i
rifiuti ingombranti quali lamiere e tavole delle baracche, ma anche televisioni
ed altri elettrodomestici inutilizzabili, un lavoro lungo che li vedrà impegnati
almeno fino a metà della prossima settimana. Sul posto era presente anche gli
operatori sociali della SdS che hanno distribuito acqua e succhi di frutta alle
famiglie rom e convocato alcune delle famiglie occupanti ad un incontro con i
servizi sociali per la prossima settimana in modo da verificare la possibilità
di accesso ai percorsi di sostegno e assistenza promossi nella Zona Pisana".
Di fatto ieri sera intorno alle 20.30 le famiglie si trovavano quasi tutte lì,
senza avere più nulla né un posto dove andare. Come sempre è avvenuto anche in
occasione dei precedenti sgomberi, alle famiglie - molte con minori - non è
stata fatta alcuna proposta alternativa di luoghi dove poter andare a vivere,
alimentando una spirale perversa e anche pericolosa per cui gli stessi nuclei
familiari passano in poche settimane da uno sgombero all'altro peggiorando ogni
volta le proprie condizioni di vita.
Anche in questo caso si profila una situazione per cui lo sgombero, visto che si
tratta di persone che vivono a Pisa da almeno 7-8 anni, non farà altro che
spostare il problema da una parte all'altra della città. Ogni volta che vi è uno
sgombero, le famiglie alle quali viene distrutto praticamente tutto quel che
poco che hanno, non sanno dove andare e, in assenza di un'offerta alternativa,
ricominciano la ricerca di un luogo dove potersi riparare.
La decisione da parte del Comune di procedere a questo sgombero è anche di fatto
la risposta all'appello lanciato nelle scorse settimane dal convegno "Rom:
sgomberiamo il campo dai pregiudizi", organizzato all'Università nello scorso
fine settimana da Africa Insieme, Rebeldia e Arciragazzi in collaborazione con
Amnesty International. Un appello che chiedeva sostanzialmente una tregua con la
sospensione di tutti gli sgomberi sul territorio e al contempo l'apertura di un
tavolo di confronto con la Regione Toscana, e in particolare con la "cabina di
regia" regionale che raccoglie tutti gli enti locali del territorio.
Un appello che è caduto nel vuoto mentre alcune decine di persone da ieri non
hanno un tetto dove ripararsi.
Di Fabrizio (del 17/07/2012 @ 09:12:05, in lavoro, visitato 1347 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
b92 fonte TANJUG Investimenti tedeschi per fornire casa e lavoro ai
Rom
BELGRADO: Il Consiglio della Minoranza Nazionale Rom ha firmato giovedì
(5 luglio ndr) un protocollo d'intesa con un consorzio di aziende tedesche
rappresentate da Jugoagent KTS e Gruppo Investimento Rom
Il memorandum d'intesa dovrebbe fornire opportunità di lavoro e risolvere
i problemi abitativi di parte della popolazione rom del paese.
Secondo il documento, il gruppo tedesco, un riuscito connubio di uomini
d'affari rom, dovrebbe investire in Serbia in collaborazione con imprenditori
locali impiegando Rom, e se possibile, fornire alloggio a quanti ottenessero un
posto di lavoro.
Il primo progetto che verrà sviluppato. ha detto Vitomir Mihajlović,
presidente del Consiglio della Minoranza Nazionale Rom, è la costruzione di una
ricicleria che occuperà circa 15 ettari di terreno a Ruma, Serbia
settentrionale.
Aggiunge Mihajlović che il centro per il riciclaggio di pneumatici e produzione
di biogas, comprenderà unità abitative per i dipendenti.
Mihajlović dice che la popolazione rom si trova di fronte a seri problemi di
alloggio ed occupazione, sottolineando che in Serbia ci sono circa 600
insediamenti informali, il 20% dei quali non ha l'acqua ed il 40% senza sistema
fognario.
Inoltre, ha detto, molti degli insediamenti non hanno nemmeno l'elettricità,
sottolineando che in Serbia ci sono tra i 700.000 e gli 800.000 Rom.
Lo sviluppo di progetti per l'impiego e l'alloggio può liberare la popolazione
rom del circolo vizioso della misera e povertà, dice Zoran Simić, direttore del
Gruppo d'Investimento Rom.
Milorad Bašić, direttore di Jugoagent KTS, che rappresenta il consorzio tedesco
in Serbia, condivide l'opinione di Simić e dice di aspettarsi che vengano
redatti presto progetti simili, rimarcando che le compagnie tedesche stanno
mostrando consistenti interessi nell'investire in Serbia.
Il consorzio tedesco ha in programma di investire circa 40 milioni di euro nel
progetto.
Di Fabrizio (del 17/07/2012 @ 09:19:24, in media, visitato 1518 volte)
Leggere la cronaca con attenzione, perché il titolo potrebbe
essere fuorviante. C'è la parola ZINGARI, ma non è dato sapere
se i ladri lo siano oppure no. La signora si è fatta truffare da due falsi
incaricati, ANCHE perché per entrarle in casa hanno fatto leva sulla diffusa
paura degli zingari. Risultato: cassaforte ripulita. (Qualcosa di simile accade
quando sui giornali leggiamo un titolo con la parola ZINGARI; in realtà
dei non-zingari ci stanno distraendo per fregarci in qualche modo) NdR
BolognaToday Oltre il danno la beffa per un 83enne derubata nel suo appartamento in zona
Emilia Levante da due truffatori: spacciandosi per tecnici del gas e
allertandola contro presunte ruberie in zona ad opera dei nomadi i due hanno
conquistato la sua fiducia... di Redazione[]// 13/07/2012
Oltre il danno la beffa per un 83enne bolognese ieri derubata nel suo
appartamento in via Cassino, zona Emilia Levante, da due truffatori.
15 mila
euro in gioielli il bottino racimolato dai malviventi, che sono riusciti a
mettere a segno il colpo.
LA TRUFFA. La malcapitata è stata avvicinata da due soggetti che l'hanno messa
in guardia su presunti furti nelle case ad opera degli zingari. Uno dei due l'ha
infatti avvicinata davanti al portone, dicendo di essere un tecnico del gas e
offrendosi di aiutarla a portare in casa la spesa. Con alcune chiacchiere e
qualche consiglio per difendersi dai ladri, l'uomo ha conquistato la sua fiducia
e, una volta nell'appartamento, ha fatto entrare il complice. Questi, mentre il
primo teneva impegnata la vittima, ha trovato le chiavi della cassaforte e l'ha
ripulita di tutto, rimettendo poi a posto la chiave.
Prima di andarsene, un'altra beffa: uno dei malviventi ha riconsegnato alla
pensionata un portafogli e un portagioie vuoti, oggetti che lei ricordava di
avere messo in cassaforte. Sorpresa, la donna è andata subito a controllare e ha
scoperto di essere stata derubata, ma i due si erano già allontanati.
Di Fabrizio (del 18/07/2012 @ 09:04:38, in Italia, visitato 1921 volte)
Continua la rassegna (totalmente
autoprodotta ed autofinanziata)
HAI MAI PROVATO IN VIA IDRO?
Mercoledì 25 luglio ore 19.30 Cena - ore 21.00 presentazione
del libro "Milano, fin qui tutto bene" di Gabriella Kuruvilla (l'autrice
potrà firmarvi le copie del libro) editore LATERZA - maestro di cerimonie:
Mihai Butcovan; Valeria Ferrario leggerà alcuni brani. Comunità Rom Harvati -
via Idro 62, Milano
In un angolo verde di Milano, miracolosamente scampato alle ruspe,
esploreremo la città meno visibile e più attiva, con i suoi luoghi e soprattutto
i suoi personaggi.
Fruttivendoli e internet point cingalesi, ristoranti e
alimentari sudamericani, macellerie e kebab arabi,
centri-massaggi e incasinatissimi bazar di cinesi multitasking
dove tra cellulari e computer trovi anche delle parrucche, se il
taglio a 8 euro del negozio accanto non è proprio un capolavoro:
siamo in via Padova, in viale Monza, in via Sarpi, in piazzale
Corvetto, all'Isola e in Porta Venezia.
Siamo a Milano, città del nuovo millennio, che non è «Parigi,
dove paghi di più ma puoi fermarti al tavolino quanto vuoi.
Siamo a Milano, dove tutto se fa de pressa: velocemente».
Siamo in giro con Anita, Samir, Stefania, Tony, Gioia, Pietro,
Laura e Lejla, fra panchine e bar dove anche gli incontri e gli
amori vanno di corsa. Leggi anche la recensione di Igiaba Scego
Ingresso gratuito. Si cena in anticipo al
Marina Social Rom, piatti primi e piatti freddi estivi e piatti
vegetariani. Cena SOLO SU PRENOTAZIONE (confermare QUI le presenze
entro martedì 24 luglio). Grazie e buona serata a tutti!
PS: in caso di maltempo, l'evento si svolgerà al coperto.
Evento realizzato con la collaborazione di Paolo Melissi -
Pluriversi
Di Fabrizio (del 18/07/2012 @ 09:31:29, in Europa, visitato 1866 volte)
A cinque famiglie rom, bambini compresi, sgomberate a forza da Belgrado a Niš,
città nella Serbia meridionale, viene negata acqua, servizi igienici ed
elettricità.
Cinque famiglie rom, 18 persone tra cui una donna incinta che poi ha
partorito, sono stati reinsediati in un magazzino abbandonato in via Daniciceva
a Niš, senza accesso all'acqua, a servizi igienici o all'elettricità. Sono
rimasti senza accesso all'acqua per oltre 10 settimane, da quando sono stati
sfrattati da Belgrado il 26 aprile. Attualmente [...] in Serbia le temperature
superano regolarmente i 35° centigradi. Anche se le infrastrutture lo
permetterebbero, nel magazzino non c'è acqua corrente. Le autorità hanno
dichiarato il 20 giugno che l'acqua potrà essere riattivata senza troppe
difficoltà, e che sarebbe stata disponibile entro fine settimana scorsa. L'acqua
non è ancora stata ripristinata, violando i diritti delle famiglie ad un
alloggio, acqua e servizi igienici adeguati. Le famiglie devono prendere l'acqua
con contenitori di plastica dalla fontanella più vicina, che si trova in un
mercato, a circa 115 metri dal magazzino. Questa fonte non è sempre disponibile,
perché il mercato è aperto solo dalle 7.00 alle 15.00, ed anche quando il
mercato è aperto viene spesso negato loro da un funzionario locale di potersi
rifornire. L'unica fonte alternativa si trova nel centro città a 30' di cammino.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il diritto all'acqua
richiede che l'acqua sia disponibile, o nelle immediate vicinanze dove la gente
vive,se in uno spazio compreso tra i 100 e e 1.000 metri dall'insediamento, o se
ad una distanza tra i 5 ed i 30 minuti (compreso il tempo impiegato in coda),
diventa difficile raccogliere più di 20 litri d'acqua a persona, quindi si è a
rischio salute. Inoltre, il magazzino non ha servizi igienici adeguati, essendo
quelli esistenti insalubri a causa della mancanza d'acqua.
Inviate l'appello prima del 20 agosto a:
Sindaco
Milos Simonovic
Ulica 7 Juli broj 2
18 000 Nis
Serbia
Fax: +381 18 504545
Email: mayor@ni.rs
Salutation: Dear Mayor
Consigliere della città
Dusica Davidovic
Ulica 7 Juli broj 2
18 000 Nis
Serbia
Fax: +381 18 504545
Email: Dusica.Davidovic@gu.ni.rs
Salutation: Dear City Councillor
Delegazione dell'Unione Europea nella Repubblica Serba
Martin Kern
Vladimira Popovica 40/V
Avenija 19a Building
11070 New Belgrade
Serbia
Fax: +381 11 3083201
Email:
delegation-serbia@eeas.europa.eu
Inviate inoltre copia alle rappresentanze diplomatiche
accreditate nella vostra città.
Di Fabrizio (del 19/07/2012 @ 09:05:28, in lavoro, visitato 1398 volte)
E' stata una protesta itinerante quella approdata questa mattina ad Asti e
che ha coinvolto i sinti piemontesi specializzati nella raccolta porta a porta
di materiale ferroso. Dopo Cuneo e Torino la manifestazione ha toccato anche la
nostra città, partendo con un corteo di camion da corso Alessandria, per poi
arrivare in piazza Alfieri e piazza San Secondo dove una delegazione di
smaltitori di ferro ha incontrato l'Amministrazione. Scopo del corte avere la
licenza per lo snaltimento del ferro, senza incappare, come succede ora, in
salate sanzioni e sequestro dei mezzi. "Noi chiediamo di venire messi in regola
- spiegano i manifestanti - anche dietro il pagamento forfettario della licenza.
In questo momento, secondo le leggi in vigore, non possiamo lavorare senza
incappare in multe che arrivano fino ai 3.000 euro". I sinti chiedono quindi di
avere a disposizione un regolare permesso per raccogliere porta a porta ferro e
altro materiale da smaltire in giornata dagli appositi rottamatori. "Il nostro è
un impiego che si tramanda da generazioni - continuano - ed è un lavoro che se
regolarizzato potrebbe rappresentare il futuro dei nostri figli". Questo tipo di
lavoro non prevede inoltre un accumulo del materiale raccolto, particolare che
richiederebbe permesse speciali e camion appositi. I raccoglitori infatti
recuperano il ferro da cantine o garage e nella stessa giornata lo smaltiscono
negli appositi impianti di stoccaggio. Michele Piramide, rappresentante dei
sinti, assieme ad alcuni colleghi, è stato ricevuto da una delegazione
dell'Amministrazione a cui ha preso parte anche l'assessore all'Ambiente Alberto
Pasta. "E' stato un incontro proficuo - spiega il rappresentante -. Gli
assessori ci hanno assicurato che prenderanno contatti con altri sindaci
piemontesi per capire come agire. Proprio domani a Torino si svolgerà una
riunione tecnica".
"Si tratterà di un colloquio strettamente tecnico - ha commentato l'avvocato
Gabriella Turco, che tutela gli interessi dei sinti -. Per risolvere questo
complicato problema è necessario un intervento a livello regionale".
"Noi non abbiamo appalti - sottolinea la delegazione - e non facciamo
depositi, ma dal 1° settembre entrerà in vigore una normativa che non permetterà
più ai rottamatori di prendere il nostro ferro e questo rappresenta un problema
per entrambe le categorie".
Di Fabrizio (del 19/07/2012 @ 09:06:15, in casa, visitato 1526 volte)
Segnalazione di Stefano Nutini. Anche su
Repubblica
Cucine pulite, bambini che giocano, un palazzo rinato così una
zona piccolo borghese ha accolto 700 nomadi - dal nostro inviato GIAMPAOLO
CADALANU
BERLINO - La prova che sulla convivenza si può investire è a Neukölln, un
quartiere di palazzine basse e giardinetti curatissimi. È un rione considerato
dai berlinesi fin troppo "spiessburgerlich", cioè piccolo borghese, chiuso al
nuovo e al diverso, culturalmente lontano dal confinante Kreuzberg, da sempre
roccaforte della sperimentazione e della mescolanza culturale. Eppure proprio
qui è nato un esperimento particolare, quando un'immobiliare cattolica ha deciso
di restaurare un complesso edilizio per lasciarlo ai nomadi che l'avevano
occupato quando era semi diroccato.
Dalla finestra aperta su Harzer strasse numero 65, all'angolo con la Treptower
strasse, si vede una cucina pulitissima. Nel cortile interno, bambini con occhi
scuri giocano sereni fra due tigli, salutando gli ospiti in tedesco.
Sull'intonaco restaurato di fresco spiccano brillanti murales. Questo è il
palazzo che i vicini chiamavano "Casa dei topi". Questo è il palazzo che
Benjamin Marx, responsabile del complesso per la immobiliare cattolica Aachener,
vuole lasciare alle famiglie di origine rom che l'avevano occupato un anno fa:
"L'idea è offrire ospitalità a chi viene sempre discriminato", sottolinea il
funzionario.
Siamo a due passi dalle locali "colonie", giardinetti dati in concessione a
privati, con alberi da frutto, casette in legno di pino, steccati dipinti di
bianco e innaffiatori automatici, ma a solo pochi chilometri c'è il quartiere di
Marzahn, oggi sfilata di palazzoni del socialismo reale, ma dove un tempo
sorgeva il campo di raccolta degli "Zigeuner", gli "zingari", come i nazisti
chiamavano le persone di etnia sinti e rom con un termine oggi considerato
offensivo. La loro deportazione nel campo di Marzahn era cominciata proprio 76
anni fa, il 16 luglio del 1936, perché bisognava ripulire la capitale del Reich
in vista delle Olimpiadi.
La storia proseguì con le deportazioni a Sachsenhausen e poi ad Auschwitz. Il
bilancio di quello che in lingua rom si chiama Porajmos, cioè "la devastazione
", fu di almeno 250 mila o 500 mila vittime, ma c'è anche chi parla di un
milione e mezzo di persone sterminate, fra "zingari" e persone di sangue misto.
Gli inquilini del complesso di Harzer strasse 65 sono già settecento. La prima
ondata viene dal villaggio bulgaro di Fantanele, secondo il quotidiano popolare
berlinese BZ tutto è cominciato quando un muratore disoccupato, diventato
venditore di döner kebab, ha fatto amicizia con una ragazza romena.
È nato l'amore, poi il giovane è andato a trovare le famiglia di lei. E in
pochissimo tempo l'intero villaggio si era trasferito a Neukölln. All'inizio era
un panorama di materassi abbandonati, rifiuti ovunque, topi. Poi è arrivata
un'immobiliare di ispirazione cristiana, la Aachener. E l'esperimento è
cominciato.
Per adesso molti inquilini vivono di assistenza sociale, fanno riferimento cioè
alla Hartz VI, il sistema di sostegno per disoccupati. Ma chi può cerca lavoro,
chi non può si impegna nel risanamento della casa, sempre sotto gli occhi di
Benjamin Marx. E il programma è trasformare le palazzine in un centro moderno,
c'è persino l'idea di costruire un piccolo teatro all'interno del complesso.
"Abbiamo buttato via 150 metri cubi di immondizia, abbiamo eliminato i topi.
Adesso vogliamo nel complesso di Harzer strasse anche altre persone, non solo
rom, abbiamo già altri aspiranti inquilini", dice Marx, amministratore
dell'edificio e vero ispiratore dell'operazione. Secondo l'uomo della Aachener,
i nomadi che si sono trasferiti in Germania in realtà avevano in Romania un
villaggio con case in buone condizioni.
Ma anche a casa loro erano una minoranza, e come tale venivano trattati. "Adesso
voglio vivere qui, voglio un futuro tedesco per i miei bambini. Sono contenta
perché qui ho anche i parenti, e voglio restare in questa casa", dice una madre
con i capelli nerissimi raccolti all'indietro in una crocchia.
In tutta l'Europa, dicono gli attivisti delle organizzazioni pro nomadi, i
pregiudizi sono duri a morire, solo nei mesi scorsi un settimanale della
civilissima Svizzera ha pubblicato in copertina la foto di un giovane rom con
una pistola giocattolo sotto il titolo: "Vengono i nomadi, ondata di furti in
Svizzera".
Pure fra i piccoli borghesi di Neukölln è arrivato l'appello della destra
xenofoba, ma è caduto nel vuoto. Quando i nostalgici dell'organizzazione "Pro
Deutschland" hanno distribuito volantini contro la presenza delle famiglie dei
nomadi, nessuno gli ha dato retta. Per ora l'esperimento della Aachener va
avanti. I vicini preferiscono ascoltare la fisarmonica di una famiglia di
Bucarest, alla festa di quartiere, nel cortile dell'ex "casa dei topi", che i
richiami all'odio.
Di Fabrizio (del 20/07/2012 @ 09:02:32, in Italia, visitato 1205 volte)
Segnalazione di Doriana Chierici Casadidio
Considerazioni di una donna
Lei ha mal di denti è andata in una struttura pubblica e il dentista invece
di curarle un dente cariato ha deciso di estrarlo senza curarsi dell'ascesso e
l'ha mandata via, gli altri denti sono ancora lì cariati e doloranti.
Per un caso fortuito ho saputo del suo bisogno di un dentista, l'ho chiamata ci
siamo incontrate e l'ho accompagnata da un dentista che conosco da quando ero
bambina e che ho ritrovato dopo 30 anni quando ero in partenza per l'Uganda
scoprendo che anche lui stava andando lì ad insegnare gratuitamente il lavo a 16
ragazzi.
Lo chiamo e gli chiedo se può visitare la mia giovane amica e se lo fa
gratuitamente. Le ha tolto delle piccole radici, le ha insegnato il modo
corretto di curare la bocca, l'ha sgridata perché i denti vanno lavati sempre e
se non lo si fa questi si cariano e che diamine a 16 anni non si può avere una
bocca conciata così male.
Lei si sente mortificata gli chiede scusa ma lui è burbero ma buono, e le regala
spazzolino e molti dentifrici.
Lei per ringraziarlo le regala uno dei suoi disegni, lo scelgo io, è disegnato
con fili d'erba, un volto di donna, lui si commuove quando sa che questo è il
suo modo per aiutare la famiglia.
Andiamo a mangiare, parliamo un po' e scopro che lei e la sua famiglia, 10
persone in tutto, non vivono in una baracca come gli altri rom, lei è fortunata
abita in una casa, casa??? La casa è composta da due stanze dove manca il
pavimento, non ci sono le finestre, niente termosifoni per l'inverno e niente
frigorifero per l'estate, niente bagno. Ma sono felici perché avendo una casa
non devono avere paura della polizia. Questa bellissima casa costa € 380 al
mese.
Lei ha 16 anni, studia al liceo artistico e aiuta al mantenimento della famiglia
vendendo per le strade i suoi dipinti. Suo padre aiuta nei mercati a scaricare
le verdure, quando lo chiamano e riesce a guadagnare in quel giorno €30. Suo
fratello è un aiuto cuoco ma non riesce a trovare lavoro perché non sa leggere.
Una famiglia povera ma unita, una famiglia che si aiuta ma che ha bisogno di
aiuto. Mi spiega che il problema maggiore non è quello del cibo, ma quello di
trovare i soldi per pagare l'affitto e la luce, una lampadina spartana ma che
serve in inverno per accendere quelle belle stufette magia soldi. In inverno
spendono anche € 1.000 per potersi scaldare. Questo è il loro grande problema,
senza un lavoro fanno fatica a pagare e la padrona di casa vuole aumentare
ancora l'affitto. Sono inorridita, come può una padrona di casa chiedere così
tanti soldi per una casa priva di agibilità chi è questa carogna? Sorpresa la
proprietaria è un africana e qui mi prende lo sconforto la rabbia sale. Davvero
non capisco, ma come diavolo fa una donna africana sfruttare una famiglia
povera, dal suo vissuto non ha davvero preso niente, oppure già nel suo paese
era un infame o lo ha imparato da noi che ci sono i poveri dei poveri, gli
ultimi degli ultimi?
Come si fa a pretendere un affitto quando questa famiglia non ha diritti per il
solo fatto che è rom?
Perché continua ad esistere lo sfruttamento nello sfruttamento, davvero non lo
capisco.
Scrivo il mio sconcerto su Twitter e una persona mi risponde con questa frase
"D'accordissimo, ma adesso la casa non ce l'abbiamo manco noi italiani! Lavoro
neppure. Quindi?" La mia risposta è il dubbio che ad un italiano si affitti una
casa così, lui dubita e insinua il dubbio in me, allora gli rispondo che se
anche lui ha questo problema, cercherò di aiutarlo come vorrei fare per questa
ragazza e la sua famiglia. Non ricevo più nessuna risposta. Vorrei davvero
insultare questa persona, chiedergli se non si vergogna di fare distinzioni fra
italiani e rom, come se i rom non fossero persone con dei diritti . Come si
permette a scrivere una frase che mi ricorda tanto quelle che ricevevano i
meridionali quando venivano al nord in cerca di lavoro. Se non capisce che è
grazie a persone come lui che esisteranno sempre poveri, razzismo, differenze e
che diamine, cosa gli ha insegnato la vita, a stare nel proprio mondo piccolo
ottuso e dal guai a toccarmi la mia erba il mio Ipad e sparisci dalla mia vista
che sei solo un inutile insetto.
Che sia chiaro non sono sconcertata, sono arrabbiata, avvelenata, davvero non
tollero tanta ignoranza menefreghismo cattiveria ottusità egoismo e stupidità
umana.
Perdonatemi ma ho usato dei soldi che mi avete dato per andare in Uganda, li ho
usati per dare una mano a questa piccola grande ragazzina che lotta nella
società e nella scuola per far sapere che i Rom non sono bestie, che sanno
studiare lavorare e che non rubano non indossano oro e argento, che credono in
Dio e nella sua bontà. La mia missione è di aiutare chi ha bisogno e in quel
momento questa ragazza aveva bisogno, non ho tolto ai bambini ugandesi, a loro
arriverà il 99% del vostro aiuto, ma non potevo, non posso non aiutare chi
soffre, sia che si trovi in Africa che in Italia
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