E' stata una protesta itinerante quella approdata questa mattina ad Asti e
che ha coinvolto i sinti piemontesi specializzati nella raccolta porta a porta
di materiale ferroso. Dopo Cuneo e Torino la manifestazione ha toccato anche la
nostra città, partendo con un corteo di camion da corso Alessandria, per poi
arrivare in piazza Alfieri e piazza San Secondo dove una delegazione di
smaltitori di ferro ha incontrato l'Amministrazione. Scopo del corte avere la
licenza per lo snaltimento del ferro, senza incappare, come succede ora, in
salate sanzioni e sequestro dei mezzi. "Noi chiediamo di venire messi in regola
- spiegano i manifestanti - anche dietro il pagamento forfettario della licenza.
In questo momento, secondo le leggi in vigore, non possiamo lavorare senza
incappare in multe che arrivano fino ai 3.000 euro". I sinti chiedono quindi di
avere a disposizione un regolare permesso per raccogliere porta a porta ferro e
altro materiale da smaltire in giornata dagli appositi rottamatori. "Il nostro è
un impiego che si tramanda da generazioni - continuano - ed è un lavoro che se
regolarizzato potrebbe rappresentare il futuro dei nostri figli". Questo tipo di
lavoro non prevede inoltre un accumulo del materiale raccolto, particolare che
richiederebbe permesse speciali e camion appositi. I raccoglitori infatti
recuperano il ferro da cantine o garage e nella stessa giornata lo smaltiscono
negli appositi impianti di stoccaggio. Michele Piramide, rappresentante dei
sinti, assieme ad alcuni colleghi, è stato ricevuto da una delegazione
dell'Amministrazione a cui ha preso parte anche l'assessore all'Ambiente Alberto
Pasta. "E' stato un incontro proficuo - spiega il rappresentante -. Gli
assessori ci hanno assicurato che prenderanno contatti con altri sindaci
piemontesi per capire come agire. Proprio domani a Torino si svolgerà una
riunione tecnica".
"Si tratterà di un colloquio strettamente tecnico - ha commentato l'avvocato
Gabriella Turco, che tutela gli interessi dei sinti -. Per risolvere questo
complicato problema è necessario un intervento a livello regionale".
"Noi non abbiamo appalti - sottolinea la delegazione - e non facciamo
depositi, ma dal 1° settembre entrerà in vigore una normativa che non permetterà
più ai rottamatori di prendere il nostro ferro e questo rappresenta un problema
per entrambe le categorie".