Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 07/02/2012 @ 09:30:11, in casa, visitato 1441 volte)
Da
Roma_Shqiperia
AZIONE URGENTE: FERMARE GLI SGOMBERI FORZATI DEI ROM IN ALBANIA
Nove famiglie di Rom senzatetto temporaneamente sistemate in tende o su
terreni privati dalle autorità albanesi, sono state minacciate di sgombero
forzato imminente. Alle famiglie non è stata offerta alcuna sistemazione
alternativa adeguata.
Queste famiglie fanno parte del gruppo di circa 40 che hanno lasciato
l'insediamento informale presso la stazione ferroviaria di Tirana, dove vivevano
dal febbraio 2011, dopo una serie di attacchi fuori dall'accampamento. Le
autorità avevano loro offerto una sistemazione temporanea con delle tende a
Babrru, alla periferia di Tirana, in attesa di una rilocazione in ex caserme
militari, una volta che fossero state ristrutturate. Le altre famiglie avevano
rifiutato l'offerta principalmente per motivi di salute e di sicurezza. Anche se
il governo afferma che il sito risponde a tutte le condizioni necessarie per una
vita normale, Amnesty International ritiene che non soddisfi i criteri per una
sistemazione adeguata, come previsto dalle leggi internazionali. Si riferisce
che il proprietario del terreno su cui le famiglie sono sistemate abbia
intenzione di mandarle via, a causa di una disputa per affitti non pagati col
mMinistero del Lavoro e degli Affari Sociali, responsabile della sistemazione e
del mantenimento delle famiglie. Il Ministero intenderebbe spostarle nelle
caserme, ma anche queste non soddisferebbero gli standard internazionali per una
sistemazione adeguata, dato che i lavori di ristrutturazione non sono ancora
partiti.. In questo periodo dell'anno le temperature notturne a Tirana si
aggirano sui 0 centigradi.
Secondo il diritto internazionale, gli sgomberi vanno effettuati soltanto
come ultima istanza, una volta che le alternative siano state esaminate in una
reale consultazione con le comunità coinvolte. Le autorità hanno l'obbligo di
fornire un adeguato preavviso; devono inoltre assicurarsi che nessuna famiglia
resti senza alloggio o vulnerabile alle violazioni di altri diritti umani, come
conseguenza dello sgombero. Questo include l'assistenza legale e la
compensazione in caso di distruzione di alloggi, proprietà e perdita di reddito.
Scrivete immediatamente in inglese o italiano, per far pressione
sulle autorità:
- impedire l'imminente sgombero forzato delle famiglie rom che
vivono a Babrru;
- fornire, senza ulteriori ritardi, l'accesso immediato ad una
sistemazione adeguata per queste famiglie;
- identificare, di comune accordo con tutte le famiglie
coinvolte, le possibili alternative allo sgombero, mettere in
atto le garanzie procedurali e legali e, se lo sgombero fosse
inevitabile, predisporre un trasferimento globale ed un piano di
compensazione per tutte le comunità interessate, conforme agli
standard internazionali sui diritti umani;
- fornire le necessarie risorse finanziarie ed altre
risorse, per la ristrutturazione delle caserme o altri alloggi
permanenti, controllando da vicino i progressi affinché questi
edifici siano in linea con gli standard internazionali in
materia di sistemazione adeguata, mantenendo nel contempo le
famiglie pienamente aggiornate sui progressi compiuti.
GLI APPELLI DEVONO ESSERE INVIATI PRIMA DEL 14 MARZO 2012, A:
Deputy Minister of Labour, Social Affairs and Equal Opportunities
Filloreta Kodra
Ministër i Punës, Cështjeve Sociale dhe Shanseve te Barabarta
Rruga e Kavajës
Tirana, Albania
Email: kodraf@yahoo.com
Salutation: Dear Deputy Minister
Mayor of Tirana
Z.Lulzim Basha
Blvd. Dëshmorët e Kombit, Tirana, Albania
Email: kabineti@tirana.gov.al
Salutation: Dear Mr Basha
Copia a:
Prime Minister
Prof. Dr. Sali Berisha
Kryetari i Këshillit të Ministrave
Bulevardi “Dëshmorët e Kombit” Nr. 1 1000 Tirana, Albania Email:
kryeministri@km.gov.al
[...]
Informazioni aggiuntive
Gli sgomberi forzati, quando le persone siano sfrattate senza la loro volontà
dalle loro abitazioni senza protezione legale o l'assicurazione di una
sistemazione alternativa, sono una grave violazione di diversi diritti umani.
Come stato parte del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e
Culturali (ICESCR), il governo albanese è legalmente obbligato a rispettare,
proteggere e progressivamente soddisfare il diritto ad un alloggio adeguato,
come garantito nell'art. 11(1) dell'ICESCR, Questo include il dovere ad
assicurare "sicurezza della conduzione che garantisca protezione legale contro
sgomberi forzati, molestie ed altre minacce." Il governo ha l'obbligo legale di
proteggere i propri cittadini dagli sgomberi forzati, specialmente quando questi
li renderebbero senzatetto.
Inoltre, l'Albania si è impegnata a realizzare gli obiettivi del "Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa di 12 paesi europei nel migliorare
le condizioni socio-economiche delle comunità romanì, ed ha adottato la propria
strategia nazionale "Per il miglioramento delle condizioni di vita della
minoranza rom".
[...]
Di Fabrizio (del 07/02/2012 @ 09:33:33, in Italia, visitato 1782 volte)
Da dove partire:
L'inverno, sino a gennaio scorso, per fortuna era stato mite. Ma il fantasma
di De Corato (chissà se i milanesi se lo ricordano: si guardava fuori dalla
finestra e se nevicava o pioveva c'era la quasi certezza che ci sarebbe stato
uno sgombero) aspettava la neve per rifarsi vivo...
Sono le notti più fredde di questo inverno. Gli amici che da
anni si occupano degli insediamenti in zona Forlanini sono in preallarme. Leggo
su un profilo Facebook:
Dalle mie parti il vento ha ripreso a soffiare strane melodie. E' un
vento che conosciamo. L'abbiamo sentito già 17 volte. Chissà se si placherà!?
Anche il Groppo Sostegno Forlanini conferma le segnalazioni che arrivano dai
campi:
[...]
In regime di preallerta, vi chiedo di tenere pronti o raccogliere:
- tende
- coperte
- vestiario pesante.
Cerco di capire qualcosa dal Comune (sempre che si possa riuscirci).
L'aggravante del maltempo è micidiale, spero che si possa far qualcosa.
Vi terrò al corrente, anche per convocazioni d'emergenza n caso di sgombero.
Sempre da Facebook, 6 febbraio: Sabato 4 alle h.22 ca. ai campi Forlanini abitati da famiglie rom con bimbi e
da giovani extracomunitari, comandati dalla dr.ssa Moretti, 12 agenti in
borghese della polizia identificavano gli abitanti e comunicavano lo sgombero
che potrebbe avvenire nell' attuale settimana, massimo tra 10 giorni. Ogni
commento è superfluo, visto anche il gelo polare di questi giorni.
Pubblicato su
Internazionale:
I rom dei campi abusivi rischiano di morire di
freddo -
6 febbraio 2012 17.30 Redattore sociale
Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi: "Chiediamo l'intervento della
protezione civile a Milano". Sant'Egidio: "Siamo preoccupati soprattutto per i
bambini e le donne".
MILANO – "Mercoledì scorso eravamo nel campo irregolare di via Bonfadini e
c'erano bambini piccoli senza vestiti di lana": Pierluigi Oreste è uno dei
medici volontari dell'associazione Naga che visita periodicamente le baraccopoli
di Milano. Il gelo di questi giorni sta mettendo in pericolo anche la vita dei
rom che abitano negli insediamenti abusivi. "Chiediamo l'intervento della
protezione civile", aggiunge Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi.
"Dobbiamo scongiurare una nuova tragedia, che può derivare sia dal freddo sia
dalle stufe che i rom accendono nelle baracche nel tentativo di scaldarsi.
Purtroppo è già capitato che qualcuna andasse a fuoco".
E c'è sempre la paura di sgomberi. "I rom ci hanno raccontano che in via Forlanini, via Novara e al ponte Bacula siano passati uomini in borghese per
intimare loro di andarsene", sostiene il medico del Naga. "Non so se fossero
vigili urbani, parlavano però a nome del Comune di Milano".
Il Naga nei giorni scorsi ha lanciato un appello per raccogliere coperte e
vestiti da portare nei campi. "Purtroppo alcune famiglie con bambini piccoli
vivono in una situazione molto precaria", aggiunge Pierluigi Oreste, "con rifugi
di fortuna, che vanno dalla solita baracca alla tenda".
La situazione critica è confermata dalla Comunità di Sant'Egidio: "Siamo
preoccupati soprattutto per i bambini e le donne", afferma Elisa Giunipero. "A
Milano non ci sono più grandi campi e le famiglie sono sparpagliate in piccoli
insediamenti, a volte difficili da raggiungere e trovare". In alcune baracche i
volontari di Sant'Egidio hanno visto famiglie che si scaldavano con pentole
riempite di alcol. "Purtroppo molte non vanno a chiedere aiuto alle strutture
comunali", aggiunge Elisa Giunipero, "anche perché l'accoglienza nei dormitori è
divisa tra uomini e donne e le famiglie rom non vogliono separarsi".
Il freddo di questi giorni, in realtà, mette in luce una situazione di povertà
che esiste da tempo. "Il problema dei campi va affrontato al di là delle
emergenze", sottolinea Elisa Giunipero. "Penso che Milano abbia le risorse per
dare una risposta".
Nel frattempo, si rischia il LASCIA O RADDOPPIA: ROM in
Via Cavriana ang. Via Gatto
Inviato [....] il 06-02-2012
Vorrei segnalare un'altra situazione di degrado nell'area all'angolo tra via
Cavriana e via Gatto ove un tempo vi era un'attività non so ora se di
autodemolizioni o carrozzeria..
Comunque da mesi all'interno si sono insediati dei ROM. Volevo segnalare più che
altro il degrado in quanto dall'esterno si vedono delle balle di rifiuti, oltre
ad altri cumuli di sporcizia, e se si passa, specialmente alla sera, si sente un
odore nauseabondo che esce da lì.
Saluti
O si sta tornando
al punto di partenza?
da
U Velto
La
Federazione Rom e Sinti Insieme lancia un allarme alle
Istituzioni nazionali e locali per la grave situazione vissuta, in questo
momento, da migliaia di Sinti e Rom. L'abbassamento repentino delle temperature
e la caduta di continue precipitazioni nevose su tutta l'Italia rendono
estremamente pericolose le condizioni di vita di intere famiglie e in
particolare dei bambini e degli anziani.
Sono a grave rischio soprattutto le famiglie Rom immigrati che vivono in
insediamenti improvvisati, ad esempio con baracche o tende, e che non hanno la
possibilità di utilizzare l'energia elettrica o il gas metano per scaldarsi.
Sono altrettanto a grave rischio tutte quelle famiglie, in particolare Sinti
italiani, a cui viene negato dagli Enti Locali la possibilità di stipulare un
regolare contratto per l'allaccio all'energia elettrica.
Siamo estremamente preoccupati per la situazione a Milano, Bologna, Roma,
Firenze e Torino ma non solo e chiediamo agli Enti locali, Comuni e Province, di
attivarsi monitorando la situazione e di assicurare a queste persone condizioni
che scongiurino la possibilità di tragedie, come quella dell'anno scorso a Roma
dove sono morti in un rogo quattro bambini rom immigrati.
In ultimo ci preme stigmatizzare le gravi dichiarazioni razziste
dell'Eurodeputato Francesco Speroni (Lega Nord) e del Consigliere comunale di
Busto Arsizio (Va), Adriano Unfer (Lega Nord),
pubblicate pochi giorni fa dalla stampa locale.
Il Presidente, Radames Gabrielli
Di Fabrizio (del 08/02/2012 @ 09:41:17, in casa, visitato 1384 volte)
di Bruna Iacopino
"Preferisco tornarmene nella baracca, la stiamo sistemando per la notte". Maria
(nome di fantasia) ha trascorso solo una notte al rifugio anti-freddo messo a
disposizione dal Comune di Roma presso l'ex fiera. "Fa troppo freddo là dentro è
come stare fuori" dice. E fuori infatti è tornata insieme alla sua famiglia e a
qualche altro nucleo famigliare. Dentro sono rimasti invece i senzatetto e una
famiglia che ha un bambino troppo piccolo per poter stare dentro una baracca con
l'abbassamento delle temperature previsto per questa notte. Le condizioni che
descrive non sono delle migliori. "L'edificio è enorme e non si scalda, poi le
porte e le finestre sono rotte e piove dal tetto."
Ma non ci sono riscaldamenti? Le chiedo. "Ci sono tre stufe, ma non bastano e
quando ho chiesto se potevamo accenderle e magari metterci vicino per scaldarci
mi hanno risposto che bisognava tenerle spente altrimenti la bombola non sarebbe
bastata per la notte." Lo stesso Maria si è sentita rispondere quando ha chiesto
se poteva avere un'altra coperta perché quella che le era stata data non era
sufficiente. " Non ce ne sono più" le hanno detto. Ieri all'ex fiera di Roma
erano circa 125 persone, racconta fra cui la maggioranza senzatetto, "barboni
ubriachi" dice lei. E in mezzo famiglie con bambini piccoli. Allora meglio
andarsene, lo ha fatto lei, lo hanno fatto anche altri ritornati ad una baracca.
"Se non mi credi puoi venire a vedere con i tuoi occhi".
Nel frattempo l'allerta rimane alta e per lunedì è prevista la chiusura dei
pubblici uffici nella capitale, mentre cominciano inevitabili a fioccare le
polemiche, e se in molti puntano il dito sul sindaco Alemanno, lui a sua volta
si rifà sulla Protezione civile che non avrebbe fornito adeguate previsioni
meteo.
Sarà. Fatto sta che dopo la neve arriverà il giaccio e la città volente o
nolente lunedì dovrà ripartire.
Di Fabrizio (del 09/02/2012 @ 09:19:39, in Regole, visitato 1378 volte)
Il giornale di Brescia Le roulottes in via Orzinuovi, a ridosso del macello comunale, dove
vivono diciotto famiglie di Sinti italiani - ORE: 13:22 | VENERDĚ, 3
FEBBRAIO 2012
Iscritti e cancellati dall'anagrafe, a discrezione. Accade agli italiani
della minoranza Sinti che vivono dal 2003 in via Orzinuovi. Sono loro a
raccontarlo, in una lettera in cui denunciano un "presunto abuso di potere". Il
documento è stato indirizzato ai ministri dell'Interno Annamaria Cancellieri,
del Lavoro Elsa Fornero, della Cooperazione ed integrazione Andrea Riccardi, al
prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace, all'Ufficio nazionale
anti-discriminazioni razziali che ha sede alla presidenza del Consiglio dei
ministri e al Difensore regionale della Lombardia.
Le diciotto famiglie Sinti - per un totale di 61 persone - chiedono "una
verifica delle procedure e delle modalità utilizzate dai Servizi demografici del
Comune in materia di iscrizione e cancellazione anagrafica di cittadini italiani
della minoranza Sinti residenti in via Orzinuovi e che venga rimosso ogni
atteggiamento o procedura che possa rivestire un carattere discriminatorio nei
confronti della minoranza ivi residente".
"Dal 2008, ogni volta che ci rechiamo agli sportelli dell'anagrafe del Comune,
sorgono problemi per ottenere sia la residenza anagrafica di nostri congiunti di
primo e secondo grado sia le certificazioni conseguenti - scrivono -. Inoltre,
si ripetono episodi per cui le certificazioni vengono rilasciate solo su
richiesta protocollata e, dopo il rilascio, la certificazione viene di nuovo
bloccata".
Cosa significa "bloccata"? Significa che, se dopo alcuni controlli, la persona
non viene trovata nel luogo di residenza, l'anagrafe blocca la certificazione
per un anno. Poi, ne cancella il nome. E, con esso, la possibilità di avere una
tessera sanitaria e l'assistenza pediatrica per i bambini. Ancora:
"L'Amministrazione comunale ha stabilito che il 28 febbraio la struttura
comunale autorizzata in cui sono residenti le famiglie Sinti verrà, senza se e
senza ma, sgomberata senza dare alternative alle famiglie ivi residenti.
Riteniamo - si legge nella lettera sottoscritta dalle famiglie Sinti - che il
Comune ponga in essere prassi discriminatorie nei nostro confronti e che vi
possono essere gli elementi per ravvedere un reato di abuso di potere da parte
dell'organo amministrativo e di abuso d'ufficio da parte dei Servizi
demografici".
Una lunga vicenda, quella dei Sinti di via Orzinuovi che, pur essendo residenti
al civico 108, non possono abitare le casette costruite per loro con fondi
regionali perché le strutture sono state destinate ad altro uso. Così, da tempo,
vivono nel campo provvisorio poco distante, dove erano stati trasferiti durante
i lavori. Con la spada di Damocle che continua a pendere sulla loro testa e che,
entro la fine di febbraio, potrebbe "colpirli" in modo definitivo, dato
l'annunciato smantellamento del campo da parte dell'Amministrazione comunale.
Che ha, come obiettivo, quello di trasferire alcuni nuclei nel campo di via
Borgosatollo, dove risiedono ancora alcune famiglie Rom. Alle altre - come
testimoniano in via Orzinuovi - "sono stati offerti 4500 euro per andarsene. Ma
noi non ci stiamo: le nostre famiglie risiedono permanentemente nel Comune di
Brescia a partire dagli Anni Settanta".
Poi, per "andare dove?". La domanda si alza forte, nei corridoi innevati e
ghiacciati che separano una roulotte dall'altra. "Vogliamo vivere insieme, nella
nostra piccola comunità e non dispersi in condomini, divisi ed isolati" dicono
le donne Sinti che hanno incontrato alcune aderenti all'Associazione "Se non
ora, quando?". La sistemazione potrebbe essere il campo di via Borgosatollo,
dove nel primo dei tre lotti di case prefabbricate, peraltro, vivono già alcune
famiglie Sinti. "Se si liberasse anche il secondo lotto, il problema potrebbe
trovare una definitiva soluzione".
Anna Della Moretta
Da
Czech_Roma (con una chiusa personale)
Romea.cz PHOTO: Repro Česká televize
La bambina rom bruciata ha subito oltre 100 anestesie, in seguito ci
sarà un intervento chirurgico - Budišov nad Budišovkou (Opava district),
4.2.2012 21:00
Natálie Siváková (5 anni) si sta gradualmente riprendendo dalle ferite patite
nell'aprile 2009, quando fu vittima di un assalto di neonazisti, poi conosciuti
come i piromani di Vitkov. Lo scorso ottobre, i medici hanno effettuato la
ricostruzione delle dita e dell'avambraccio destro, che erano inutilizzabili a
causa del tessuto cicatrizzato dalle ustioni. La televisione ceca riporta che
ora è in attesa di un'operazione al collo ed alle ascelle.
Alla bambina non è permesso di uscire, a causa del gelo intenso nella regione.
"Il tessuto cicatriziale è più sensibile della pelle sana, si asciuga più
velocemente e può rompersi," ha detto alla televisione Iva Zámečníková, vice
direttrice del Centro Ustionati dell'ospedale di Ostrava.
L'intervento a cui sarà sottoposta presso il centro ustionati sarà il ventesimo
in sequenza. "Non riesce a reggere la testa in maniera corretta, quindi [i
dottori] la opereranno al collo e alle ascelle. Ho molta paura," ha detto alla
televisione sua madre Anna
Siváková. La bambina è già stata sotto anestesia un centinaio di volte.
Durante l'ultima operazione ad ottobre 2011, i dottori avevano fissato la
cicatrice sul collo della bambina. Allora, una specialista in chirurgia alle
mani, Alena Schmoranzová,
l'aveva operata al dito indice ed all'avambraccio, che a causa delle cicatrici
la bambina non era in grado di muovere. "Prima non li usava per niente,"
conferma Anna Siváková. "Ora ha scoperto che va meglio e lo usa tutto il tempo,"
ha detto alla televisione, aggiungendo che la figlia deve ancora indossare
plantari speciali.
Natálie venne ferita alle prime ore del mattino del 19 aprile 2009, durante un
assalto incendiario a sfondo razziale, commesso da quattro neonazisti contro la
casa della famiglia. Il tribunale ha condannato David Vaculík e Jaromír Lukeš a 22
anni di carcere, e Václav Cojocaru e Ivo Müller a 20 anni per tentato omicidio a
sfondo razziale ed atti vandalici.
ryz, Czech Television, translated by Gwendolyn Albert
E' dal 2009 che seguo passo passo la storia di
Natálka.
All'inizio mi era rimasta impressa l'efferatezza del gesto: in una casa come
tante, abita una famiglia come tante. Ma è una famiglia rom, e così una notte 3-4
teste rasate buttarono una molotov attraverso la finestra. Natálka,
di neanche tre anni, rimase ustionata sull'80% del corpo. Dichiarata quasi
morta, cominciò invece un lento recupero, che vide coinvolti in una gara
solidale non solo i suoi genitori, ma i medici, le autorità dello stato, tanti
cittadini anonimi di quella stessa Repubblica Ceca che invece è nelle cronache
europee per gli atti di violenza quotidiana contro la minoranza rom.
Da una parte facevo il tifo per i piccoli miglioramenti di Natálka,
dall'altro seguivo le cronache del processo ai piromani, interrogandomi su cosa
avesse portato dei ragazzi a un gesto simile, e se mai sarebbero stati in grado
di capirlo, e cosa avrebbero pensato quando anche loro avessero generato una
prole. Ed assieme tentavo di capire cosa significasse sopravvivere, ricostruirsi
pezzo a pezzo, per una bambina di quell'età, per i suoi genitori ed i fratelli e
sorelle.
Quel fuoco, non arde solo nella remota Repubblica Ceca. Sentiamo il
crepitare delle fiamme anche a Opera, a Ponticelli, a Torino.
E' passata da poco (e già mi sembra vecchia) la
memoria del Porrajmos, tra il ricordo di 500.000 morti e le risate di
scherno dei negazionisti.
Per me non è il Porrajmos il marchio di questo popolo, con tutto il
rispetto per la tragedia di quegli anni. Il marchio sono le storie di violenze
grandi e piccole di OGGI, del tempo dove NOI viviamo. A costo di essere retorico, è
la piccola storia di una bimba bruciata, che NON E' MORTA, che attraverso le sue
ustioni riflette la nostra immagine allo
specchio.
Lo scorso 11 ottobre, così
Nicolae Gheorghe chiudeva il convegno per i 40 anni dell'AIZO:
"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non
siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi
nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei
discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu
di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita
fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere
una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale: IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA
LA SOPRAVVIVENZA."
Di Sucar Drom (del 10/02/2012 @ 09:21:30, in blog, visitato 1684 volte)
Milano, comunicato stampa delle comunità rom e sinte sulla morte del vigile
Niccolò Savarino
La tragedia che ha colpito la nostra città con la morte di Niccolò Savarino,
vigile di quartiere che stava facendo il suo dovere, ha colpito profondamente
anche la comunità dei rom e dei sinti di Milano. Siamo molto addolorati e vic...
Venezia, il Porrajmos nella storiografia
In occasione del Giorno della Memoria 2012, il Centro Pace del Comune di Venezia
in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana, organizza l'incontro
pubblico Porrajmos: la persecuzione nazista degli "zingari", che si terrà
giovedì 26...
Milano, NAGA: come vivono i rom
Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla
rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e
sanitari raccolti a Milano negli interventi effettuati sul territorio dal
gennaio 2009 al dicembre 2010...
Mantova, il Porrajmos ne Il Giorno della Memoria 2012
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria 2012 organizzate nella
Provincia di Mantova, ma quest'anno la commemorazione ufficiale nella seduta
congiunta del Consiglio Comunale e del Consiglio Provinciale sarà dedicata al
Porrajmos con l'intervento dello storico Luca Bravi...
Il Giorno della Memoria 2012: Porrajmos
Cielo rosso di sangue, di tutto il sangue dei Sinti che a testa china e senza
Patria, stracciati affamati scalzi, venivano deportati, perché amanti della pace
e della libertà, nei famigerati campi di sterminio...
Bolzano, Porrajmos - Divoramento
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun
riconoscimento ufficiale per le persecuzioni, su base razziale, subite durante
la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il
Giorno della Memoria non ricorda le persecuzioni subite dalle popolazioni sinte
e rom...
L'Italia sono anch'io, campagna per i diritti di cittadinanza
La campagna intende riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del
dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità per
chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui
fa parte. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia sono anch’io ha lanciato una
raccolta di firme per due leggi di iniziativa popolare, una di riforma
dell’attuale...
Mantova, Il Giorno della Memoria 2012
Pubblichiamo la prolusione tenuta a Mantova dallo storico Luca Bravi (Università
di Chieti), in occasione del Consiglio Provinciale e del Consiglio Comunale
aperti del 27 gennaio 2012 al Teatro Bibiena. Durante la seduta dei Consigli
aperti sono intervenuti anche il Presidente del Consiglio Comunale di Mantova,
il Presidente del Consiglio Provinciale di Mantova, il Presidente della
Provincia Mantova e il Sindaco Mantova...
Il Giorno della Memoria 2012, un Sinto al Quirinale parla del Porrajmos
Il Giorno della Memoria, 27 gennaio 2012, una delegazione della Federazione Rom
e Sinti Insieme è stata invitata dal Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, alla commemorazione in Quirinale. E' il terzo anno consecutivo che
il Presidente invita la Federazione a presenziare a questo important...
Di Fabrizio (del 10/02/2012 @ 09:43:51, in Europa, visitato 1667 volte)
Da
British_Roma
Romabuzzmonitor Ustiben report by Grattan Puxon
DALE FARM: IL CONSIGLIO SALTA L'ASTA ED IL LEADER TORY VERSO UN PREMIO
06/02/2012 - Quasi un onore per i nostri avversari, il riconoscimento che
chiameremo il Pulitore-Etnico dell'anno. Tony Ball, leader Tory del consiglio di
Basildon è stato nominato e sarà a Westminster per la cerimonia.
Ufficialmente ciò che avrà luogo a fine mese a Westminster Palace sarà una
cerimonia per esporre i risultati dei consiglieri locali e le loro azioni. I
premi vengono dall'Unità informativa Governo Locale (LGiU).
La candidature potranno arrivare da chiunque; membri del pubblico,
consiglieri e loro personale. Le informazioni che LGiU ha ricevuto su Tony Ball
è che ha fatto un lavoro eccezionale sfrattando i Traveller da Dale Farm.
Altrettanto eccezionale la brutalità e, secondo noi, la stupidità.
Come va vantandosi lo stesso Ball, con l'aiuto della polizia antisommossa è
riuscito a realizzare la distruzione di metà delle residenze di Dale Farm, con
poca spesa. Difatti di fronte ad un budget governativo di 18 milioni di
sterline, ne è stato speso solo un terzo.
Il consiglio ha abbandonato circa novanta famiglie per strada, accanto alle
loro proprietà distrutte, o temporaneamente alloggiate da parenti nella parte
legale del sito. In pochi hanno trovato rifugio in altri paesi.
Dietro di sé una scia di distruzione che non è solo una ferita nel paesaggio,
ma anche un'offesa alla stessa legge che Ball ha detto di voler difendere. Dove
una volta c'erano casette, ora sono aperte buche che si sono riempite di acqua
lurida e neve disciolta, ognuna circondata da terrapieni di detriti.
Tuttavia, prima di raccogliere il suo premio per lo stupro della green-belt,
Ball è ancora al palo. I residenti di Dale Farm da lungo in sofferenza stanno
per prendere ulteriori azioni legali. Una questione è la loro preoccupazione per
l'erezione di una fila di pali per l'elettricità. Chiaramente interromperebbero
l'apertura della green-belt ed aggiungerebbero danno ai danni ambientali già
così evidenti.
"Hanno scavato una fossa davanti al cancello della mia proprietà," si lamenta
un residente. "Stanno facendo dei lavori ed intendono tornare."
Da tre mesi i residenti stanno chiedendo il ripristino della fornitura
elettrica, tagliata illegalmente. I loro avvocati hanno perso la pazienza e
questa settimana hanno minacciato di chiedere l'intervento del tribunale, per il
rifiuto del consiglio di agire rapidamente nel riparare i danni alle
infrastrutture.
La
Dale Farm Residents Association chiede all'appena formato Traveller Solidarity
Network e agli altri gruppi di appoggiare la protesta a Westminster il 27
febbraio, quando Tony Ball spera di ricevere il premio Leader di Consiglio
dell'anno.
Una coppia di giocatori di pelota di etnia rom, membri del club Laguna Artea,
disputerà sabato la finale del torneo Enkarterriak. SILVIA OSORIO - SESTAO.
08/02/2012
Lo sport intreccia legami e unisce le culture. A Sestao, qualcosa di così locale
come la pelota è riuscito a unire gagé e rom. Una coppia di giocatori di pelota,
di etnia rom è riuscita a classificarsi per potere disputare la finale della
categoria cadetti del Torneo Enkarterrik, uno dei campionati più importanti a
livello territoriale, per le categorie inferiori. L'appuntamento storico,
organizzato dalla Federazione Vizcaina di Pelota, avrà luogo questo sabato, a
partire dalle 16.30, nel campo Txikito di Gallarta, dove misureranno le loro
forze nella squadra di Bilbao e dovranno essere all'altezza dei loro berretti da
campioni.
Dani e Mariano sono i protagonisti di questa lotta, che è servita a buttare
all'aria gli stereotipi ai quali è sottoposta la comunità rom alla quale loro
appartengono. Permetterà di fare un passo avanti riguardo all'integrazione di
questa collettività, perché non ci sia nessun rifiuto da parte di chicchessia
verso chicchessia. "Siamo molto soddisfatti" ha dichiarato a questo
periodico Xabier Sainz de la Maza, presidente del club Lagun Artea, al quale
appartengono i due giocatori.
Ambedue giovani, residenti nella zona industriale, fecero i loro primi passi in
questa disciplina nel campo del Parco del Sole. Lì è frequente vedere squadre di
giovani di etnia rom, che giocano a pelota per ammazzare il tempo. L'estate
scorsa, durante la celebrazione delle gare sportive organizzate ogni anno dalla
municipalità di Sestao proprio in questo campo, un allenatore del club Lagun
Artean notò l'abilità dei due, e li esortò ad avvicinarsi al
campo di Las Llanas, per guardare gli allenamenti degli altri membri della
squadra.
Cinque mese di sforzi
Così fecero, e da allora, non hanno più lasciato la pelota. Nel mese di
settembre, iniziarono a prepararsi, sottoposti alla disciplina della squadra.
Dani e Mariano frequentavano la scuola la mattina, e due sere alla settimana si
dedicavano a perfezionare la tecnica sul campo. Passano cinque mesi durante i
quali combinano lo studio con duri allenamenti e competizioni. Però lo sforzo ne
è valso la pena, e gli ha portati a ritrovarsi nella finale del Torneo Enkarterriak.
"Si vede che sono molto impegnati e che desiderano vivere una vita
come qualsiasi giovane della loro età" spiega il massimo rappresentante del club
di Sestao.
Ma la loro integrazione nel gruppo non è stato un lavoro facile. I responsabili
del Lagun Artea ammettono che l'arrivo dei due giocatori rom al club, destò
all'inizio "un po' di sospetto in mezzo agli altri giocatori." Però con il
passare del tempo, vedendo l'impegno e la predisposizione dimostrati da ambedue,
i pregiudizi iniziali sono svaniti e la loro integrazione nel gruppo è avvenuta in
modo ottimale.
Di Fabrizio (del 12/02/2012 @ 09:46:28, in Italia, visitato 1489 volte)
PaeseSera
Gli operatori del terzo settore hanno fatto irruzione nell'aula Giulio Cesare
durante il consiglio per manifestare contro il piano proposto dal vice sindaco
Sveva Belviso, che prevede una riduzione delle risorse per i servizi sociali
all'interno dei campi nomadi. Ozzimo (Pd): "Da mesi chiediamo chiarezza e ad
oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta" DI S. IANNŇ
Nessuna sostanziale novità dalla sala del Carroccio dove si è tenuto l'incontro
tra i membri del Roma social pride e Tredicine presidente della commissione
Servizi sociali. La discussione è stata rimandata a martedì. Obiettivo
dell'incontro era quello di spiegare le ragioni del disagio degli operatori del
terzo settore, rispetto all'ipotesi di riduzione del 50% delle risorse per i
servizi all'interno dei campi rom. Un decremento che si traduce "in uno schiaffo
ai lavoratori del soggetto", dicono le associazioni. I membri di associazioni e
cooperative chiedono che i 30 milioni stanziati per l'emergenza rom, mai
utilizzati dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il piano
nomadi., siano utilizzati per garantire i servizi. A cui segue la disattenzione
dell'amministrazione che non ha avviato processi di fuoriuscita dai campi,
continuando nella politica degli sgomberi, che hanno portato un aumento dei
microcampi abusivi e dei residenti nei villaggi attrezzati.
Tredicine si dichiara pronto ad avviare un processo di dialogo all'interno della
commissione politiche sociali. "Intanto - afferma - restiamo in attesa
dell'incontro con il vice sindaco Belviso per capire come risolvere il problema
dei finanziamenti". "Dovete capire - conclude - che anche noi non vogliamo
perdere un servizio sociale".
LE REAZIONI - "Bisognerebbe chiedere le dimissioni dell'assessore alle Politiche
sociali che propone di tagliare le risorse per i servizi, con l'obiettivo di
lasciare nel caos i cittadini nei campi". Lo dichiara Andrea Alzetta,
consigliere di Action. "La mancanza di fondi - aggiunge Alzetta - e' una bufala
perche' nei giorni scorsi avete rinunciato a 200milioni di euro di oneri
concessori dei costruttori, votando il Piano casa". "Il paradosso e' che si
tagliano 1,8 milioni di euro per il sociale e poi si buttano i soldi per la
vigilanza armata, che costa oltre due milioni". Lo dichiara Daniele Ozzimo, vice
presidente della commissione Politiche sociali, nel corso dell'incontro con il
Roma social pride, nella sala del Carroccio del Campidoglio. "Come presidente
della Commissione - afferma Ozzimo rivolgendosi al suo collega Tredicine - devi
avere il coraggio di non appiattirti sulle posizioni dell'assessorato, in modo
che martedì possiamo difendere l'intervento nel sociale". "Qualcosa nel piano
nomadi non ha funzionato, e' compito della politica intervenire per correggere
gli errori". Lo afferma il presidente della commissione Politiche sociali,
Tredicine, nel corso dell'incontro con il Roma social pride nella sala del
Carroccio del Campidoglio. "Dopo l'incontro con la Belviso - aggiunge Tredicine
- bisognera' approfondire la questione con la ragioneria per capire come
intervenire. Perche' le vostre preoccupazioni sono le nostre". I membri delle
cooperative sottolineano pero' che le risorse si possono recuperare da quei
servizi pagati anche 20 volte in più, come accade per il campo sulla Salaria e
rivelato dallo stesso vice sindaco. Senza dimenticare che per ogni famiglia rom
il Comune di Roma spende mille euro, mentre si potrebbe pensare un percorso di
fuoriuscita dai campi per avviare una politica di stabilizzazione abitativa.
LA PROTESTA - "Vergogna, dove sono i 30 milioni di euro stanziati per
l'emergenza rom?". Lo chiedono a gran voce gli operatori del terzo settore che
pochi minuti fa hanno fatto irruzione nell'aula Giulio Cesare, per protestare
contro il piano proposto dal vice sindaco Sveva Belviso, che prevede una
riduzione delle risorse per i servizi sociali all'interno dei campi nomadi.
Per gli operatori, che sono stati immediatamente allontanati dal Campidoglio, i
politici sono dei "buffoni" e più volte hanno gridato il nome della Belviso,
considerata con il primo cittadino Alemanno, "ladra di servizi sociali". Sullo
striscione che i membri di associazioni e cooperative hanno esposto c'era
scritto che ci sono "30,8 milioni di buone ragioni per finanziare i servizi nei
campi".
I membri del Roma social pride, dopo essere stati allontanati dall'aula Giulio
Cesare, si sono riuniti nella sala del Carroccio in attesa di un incontro con i
capigruppo capitolini, per spiegare che con la riduzione del 50 per cento delle
risorse si rischia di non garantire più i servizi sociali.
Sulla questione interviene anche Daniele Ozzimo (Pd): "Che fine hanno fatto i
30,8 milioni di euro a disposizione del Piano Nomadi? Da mesi chiediamo
chiarezza e ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Il Piano è fermo al
palo, nessun nuovo insediamento di quelli promessi dalla Giunta Alemanno è stato
costruito ed è aumentato in questi quattro anni in modo esponenziale il numero
dei microcampi abusivi. Del fallimento di Alemanno in tema di comunità Rom i
numeri sono chiari 30,8 milioni di euro scomparsi nel nulla e più di 200
microcampi abusivi, e su questi risultati il Sindaco non può di certo dare la
responsabilità alla Protezione Civile. Chiediamo quindi immediata chiarezza
dall'amministrazione".
di Santo Iannò - Giovedì, 09 Febbraio 2012
Domanda di un non-romano:
Fatti salvi tutti i "se" possibili: quindi SE Alemanno ed il suo contorno
siano persone di cui fidarsi, SE questi tagli al bilancio siano scelte politiche
e non obbligate, come siano stati spesi i fondi precedenti...
... la domanda ANTIPATICA è: cosa si
voglia fare di 30,8 milioni di euro, quanti di questi soldi vadano ai collettori e
quanti ai Rom e Sinti, chi verifica i risultati ottenuti ANCHE
dall'associazionismo nei campi (ad esempio) dell'integrazione scolastica,
abitativa, sanitaria, lavorativa.
Erano questioni già sollevate
2 anni e mezzo fa (NdR)
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