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Gli operatori del terzo settore hanno fatto irruzione nell'aula Giulio Cesare
durante il consiglio per manifestare contro il piano proposto dal vice sindaco
Sveva Belviso, che prevede una riduzione delle risorse per i servizi sociali
all'interno dei campi nomadi. Ozzimo (Pd): "Da mesi chiediamo chiarezza e ad
oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta" DI S. IANNÒ
Nessuna sostanziale novità dalla sala del Carroccio dove si è tenuto l'incontro
tra i membri del Roma social pride e Tredicine presidente della commissione
Servizi sociali. La discussione è stata rimandata a martedì. Obiettivo
dell'incontro era quello di spiegare le ragioni del disagio degli operatori del
terzo settore, rispetto all'ipotesi di riduzione del 50% delle risorse per i
servizi all'interno dei campi rom. Un decremento che si traduce "in uno schiaffo
ai lavoratori del soggetto", dicono le associazioni. I membri di associazioni e
cooperative chiedono che i 30 milioni stanziati per l'emergenza rom, mai
utilizzati dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il piano
nomadi., siano utilizzati per garantire i servizi. A cui segue la disattenzione
dell'amministrazione che non ha avviato processi di fuoriuscita dai campi,
continuando nella politica degli sgomberi, che hanno portato un aumento dei
microcampi abusivi e dei residenti nei villaggi attrezzati.
Tredicine si dichiara pronto ad avviare un processo di dialogo all'interno della
commissione politiche sociali. "Intanto - afferma - restiamo in attesa
dell'incontro con il vice sindaco Belviso per capire come risolvere il problema
dei finanziamenti". "Dovete capire - conclude - che anche noi non vogliamo
perdere un servizio sociale".
LE REAZIONI - "Bisognerebbe chiedere le dimissioni dell'assessore alle Politiche
sociali che propone di tagliare le risorse per i servizi, con l'obiettivo di
lasciare nel caos i cittadini nei campi". Lo dichiara Andrea Alzetta,
consigliere di Action. "La mancanza di fondi - aggiunge Alzetta - e' una bufala
perche' nei giorni scorsi avete rinunciato a 200milioni di euro di oneri
concessori dei costruttori, votando il Piano casa". "Il paradosso e' che si
tagliano 1,8 milioni di euro per il sociale e poi si buttano i soldi per la
vigilanza armata, che costa oltre due milioni". Lo dichiara Daniele Ozzimo, vice
presidente della commissione Politiche sociali, nel corso dell'incontro con il
Roma social pride, nella sala del Carroccio del Campidoglio. "Come presidente
della Commissione - afferma Ozzimo rivolgendosi al suo collega Tredicine - devi
avere il coraggio di non appiattirti sulle posizioni dell'assessorato, in modo
che martedì possiamo difendere l'intervento nel sociale". "Qualcosa nel piano
nomadi non ha funzionato, e' compito della politica intervenire per correggere
gli errori". Lo afferma il presidente della commissione Politiche sociali,
Tredicine, nel corso dell'incontro con il Roma social pride nella sala del
Carroccio del Campidoglio. "Dopo l'incontro con la Belviso - aggiunge Tredicine
- bisognera' approfondire la questione con la ragioneria per capire come
intervenire. Perche' le vostre preoccupazioni sono le nostre". I membri delle
cooperative sottolineano pero' che le risorse si possono recuperare da quei
servizi pagati anche 20 volte in più, come accade per il campo sulla Salaria e
rivelato dallo stesso vice sindaco. Senza dimenticare che per ogni famiglia rom
il Comune di Roma spende mille euro, mentre si potrebbe pensare un percorso di
fuoriuscita dai campi per avviare una politica di stabilizzazione abitativa.
LA PROTESTA - "Vergogna, dove sono i 30 milioni di euro stanziati per
l'emergenza rom?". Lo chiedono a gran voce gli operatori del terzo settore che
pochi minuti fa hanno fatto irruzione nell'aula Giulio Cesare, per protestare
contro il piano proposto dal vice sindaco Sveva Belviso, che prevede una
riduzione delle risorse per i servizi sociali all'interno dei campi nomadi.
Per gli operatori, che sono stati immediatamente allontanati dal Campidoglio, i
politici sono dei "buffoni" e più volte hanno gridato il nome della Belviso,
considerata con il primo cittadino Alemanno, "ladra di servizi sociali". Sullo
striscione che i membri di associazioni e cooperative hanno esposto c'era
scritto che ci sono "30,8 milioni di buone ragioni per finanziare i servizi nei
campi".
I membri del Roma social pride, dopo essere stati allontanati dall'aula Giulio
Cesare, si sono riuniti nella sala del Carroccio in attesa di un incontro con i
capigruppo capitolini, per spiegare che con la riduzione del 50 per cento delle
risorse si rischia di non garantire più i servizi sociali.
Sulla questione interviene anche Daniele Ozzimo (Pd): "Che fine hanno fatto i
30,8 milioni di euro a disposizione del Piano Nomadi? Da mesi chiediamo
chiarezza e ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Il Piano è fermo al
palo, nessun nuovo insediamento di quelli promessi dalla Giunta Alemanno è stato
costruito ed è aumentato in questi quattro anni in modo esponenziale il numero
dei microcampi abusivi. Del fallimento di Alemanno in tema di comunità Rom i
numeri sono chiari 30,8 milioni di euro scomparsi nel nulla e più di 200
microcampi abusivi, e su questi risultati il Sindaco non può di certo dare la
responsabilità alla Protezione Civile. Chiediamo quindi immediata chiarezza
dall'amministrazione".
di Santo Iannò - Giovedì, 09 Febbraio 2012
Domanda di un non-romano:
Fatti salvi tutti i "se" possibili: quindi SE Alemanno ed il suo contorno
siano persone di cui fidarsi, SE questi tagli al bilancio siano scelte politiche
e non obbligate, come siano stati spesi i fondi precedenti...
... la domanda ANTIPATICA è: cosa si
voglia fare di 30,8 milioni di euro, quanti di questi soldi vadano ai collettori e
quanti ai Rom e Sinti, chi verifica i risultati ottenuti ANCHE
dall'associazionismo nei campi (ad esempio) dell'integrazione scolastica,
abitativa, sanitaria, lavorativa.
Erano questioni già sollevate
2 anni e mezzo fa (NdR)