Di Fabrizio (del 11/08/2011 @ 09:32:17, in casa, visitato 1883 volte)
Morale da
Libero: (se non ho capito male) le famiglie rom non hanno difficoltà.
Cito sempre dall'articolo:
Secondo Boni, "le stesse cascine, che sono patrimonio della nostra
cultura e della nostra identita', non possono diventare il rifugio di
disperati, ma vanno recuperate e fatte rivivere in maniera dignitosa.
L'unica soluzione ragionevole e' quella che vede i nomadi compiere un
percorso di integrazione serio, senza godere di corsie preferenziali. Chi
vuole restare sul nostro territorio deve trovare un lavoro e una casa,
compiendo gli stessi sacrifici che in tutti questi anni hanno accomunato
migliaia di famiglie milanesi e lombarde''.
Quindi, sempre se non ho capito male, per integrarsi devono fare un
percorso di integrazione, trovarsi un lavoro e una casa, che tanto NOI
gli risponderemo picche.
"[...] Sono così maledettamente fuori luogo, in questo mondo. Scandalosi.
"Sai cosa vorrei io come casa?" mi chiede, all'improvviso. "Sai queste
cascine abbandonate che mettono all'asta? Va bene i campi rom, va bene i
villaggi, ma questa non è vita. I nostri bambini sono abituati a stare
all'aria aperta, una bella cascina, con gli animali... i bambini italiani
nelle case sono carcerati, io li vedo quando vado a scuola, mi fanno pena."
Mi indica Laura: "Se la lasci qui vedi come cambia, prende colore... è come
avere una villa, ma non per essere ricchi, ma per stare fuori, all'aria".
Questo è quello che vuole Franca. Il suo sogno irrealizzabile. Un sogno
così passatista, così fuori tempo massimo. Cambia all'improvviso argomento:
"I miei sono di Foggia" mi dice. "I meridionali sono come gli zingari. Ce lo
siamo dimenticati ma quando sono venuti i qui venivano trattati come gli
zingari." Lei non dimentica. Io neppure.
Forse neanche Biondillo sa com'è continuata la storia: Franca lavora, suo marito pure, e così anche altri parenti. Allora due anni fa
aprirono un mutuo per acquistare una cascina nel pavese. Si cominciava a
parlare del "Piano Maroni", che stanziava allora circa 13 milioni di euro per le
"soluzioni di uscita dai campi". Franca ed i suoi chiesero una parte di quei
soldi perché, prima di andare ad abitarci, dovevano ristrutturare la cascina
(precisazione: i contributi non erano a fondo perso, andavano restituiti col
tempo). I soldi vennero concessi, ma ancora nessuno li ha visti. Franca abita
ancora al campo, ora c'è anche il mutuo da rimborsare.
Di Fabrizio (del 11/08/2011 @ 09:57:51, in Kumpanija, visitato 4767 volte)
Segnalazione di Esméralda Romanez
Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un
giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento - rispose Socrate. - Prima che me lo racconti, vorrei farti un
test, quello dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Ma sì, - continuò Socrate. - Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è
bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test
dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi
dirai è vero?
- No... ne ho solo sentito parlare...
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo
setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di
buono?
- Ah no! Al contrario
- Dunque, - continuò Socrate, - vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non
sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il
terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia cosa mi avrebbe
fatto questo amico?
- No, davvero.
- Allora, - concluse Socrate, - quello che volevi raccontarmi non è né vero,
né buono, né utile; perché volevi dirmelo?
Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo
test... forse il mondo sarebbe migliore.
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IL COSTO DEL SEMINARIO è DI EURO 100 a persona.
I CORSI SARANNO ATTIVI NEI GIORNI 26, 27 e 28 AGOSTO IN MODALITà FULL-IMMERSION.
RILASCIO DI DIPLOMA DALL'ACCADEMIA d'ARTE ROMANì del PROF. SANTINO SPINELLI.
A FINE CORSO DELLA DURATA DEI TRE GIORNI CI SARà IL CONCERTO DEI DOCENTI CON LA
STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DEL PROF. SANTINO SPINELLI.
(http://www.alexian.it/intro_italiano.htm)
.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTATEMI : MANUEL VIRTù 329\7326532 -
Manuelvirtu@libero.it
Le Nazioni Unite, tramite Patricia O’Brien, sottosegretaria agli affari legali,
hanno respinto un reclamo di 155 Rom IDP (Persone Internamente Disperse, ndr)
in Kosovo, dove furono rilocate su un terreno contaminato dal piombo, dalle
agenzie ONU, UNMIK compresa, in base all'errato ragionamento che il reclamo è
piuttosto un attacco all'amministrazione UNMIK del Kosovo, e non una pretesa di
diritto privato. Per cinque anni e cinque mesi sino al 25 luglio2011, l'ufficio
affari legali dell'ONU non ha intrapreso nessuna azione.
La comunità Rom compilò il reclamo il 6 febbraio 2006, in base alla
risoluzione dell'assemblea 52-247, che diceva chiaramente:
9. Decide anche, nel rispetto dei reclami di terze parti contro
l'Organizzazione per lesioni personali, malattia o morte da operazioni di peacekeeping,
che:
(a) Tipologie risarcibili di danni o perdite saranno limitate alla
perdita economica, come spese mediche o riabilitative, mancati guadagni,
perdita di sostegno finanziario, spese di trasporto associate al danno,
malattia o assistenza medica, spese legali o di sepoltura...
Il reclamo presentato dai Rom riguardava chiaramente lesioni personali,
malattia e morte, causate dall'avvelenamento da piombo a cui i bambini e le
famiglie furono soggetti causa la sistemazione su terreno contaminato. La
richiesta era di affermare le responsabilità UNMIK in quanto in quel periodo era
gestore dell'amministrazione ad interim del Kosovo. Mentre l'UNMIK ha fatto, a
detta di diverse agenzie ed autori, sicuramente agito male come amministrazione
ad interim, la risposta richiesta in base alla risoluzione 52-247 era
chiaramente riferita ai danni e perdite subite dai Rom, quindi una pretesa di
diritto privato come previsto dalla risoluzione stessa.
L'ONU ha giustificato il proprio comportamento affermando che l'intera area
di Mitrovica è contaminata dal piombo, e difatti è così. Tuttavia, i Rom hanno
dimostrato come fossero stati costretti ad abbandonare un sito a bassa
contaminazione, per essere rilocati in un altro ad alta contaminazione,
dopodiché i livelli di piombo nel loro sangue erano diventati molto più alti di
quelli della popolazione circostante, inoltre l'OMS aveva richiesto
ripetutamente l'immediata evacuazione a causa dei gravi rischi per la salute. L'UNMIK
non ha mai intrapreso nessuna azione. Ora, in base a false argomentazioni,
declinano ogni responsabilità.
E' un giorno vergognoso quando la principale organizzazione dei diritti umani
nega persino l'apparenza della giustizia ad una delle minoranze più abusate del
mondo.
Per ulteriori informazioni, contattare: Dianne Post, Attorney -
postdlpost@aol.com
602-271-9019 (USA)
Per scaricare la risposta ONU (testo in inglese e formato .pdf)
QUI
FESTIVAL ITALIANO di DANZE e CULTURE NOMADI Milano 29/30 Ottobre 2011
presso SUPERSTUDIO PIU' Via Tortona
Nomad Dance Fest ® è il primo Festival Italiano di Danze e Culture Nomadi della
“GIPSY ROUTE”La via dei gitani che è stata percorsa dai nomadi più di 600
anni fa partendo dall'India e attraversando la Persia, la Turchia, l'Egitto, il
Marocco fino ai Balcani ed il Mediterraneo e giungendo in Andalusia intorno al
1400.
L'intento del FESTIVAL è quello di riscoprire tradizioni e culture dei popoli
nomadi dove affondano le radici di tutte le danze folk che sono arrivate fino a
noi.
Un festival che avrà un appuntamento fisso a Milano ogni anno e che potrà essere
itinerante in tutta Italia o varcare il confine dell'Europa e toccando tutte le
nazioni incluse nella via dei gitani.
Crediamo che questo sia il tempo di recuperare tradizioni antiche che ci fanno
ritornare alle nostre origini, alle nostre radici, solo così potremmo ritornare
ad amare la Madre Terra. E' il tempo di UNIRE e tornare alla terra.
Il festival infatti sarà attento ad essere eco sostenibile e proporre eventi ed
aziende che rispettino il nostro pianeta.
Il festival si strutturerà in un weekend ricco di Danze, workshops,spettacoli,
eventi, talent show, conferenze a tema, mostre d'Arte e pittura, artigianato,
Nomad bazaar con la partecipazione di artisti italiani e internazionali che
promuoveranno le danze della Gipsy route.
Inoltre sarà data la possibilità a scuole di danza di promuovere le proprie
attività affittando uno stand o postazione e alle attività commerciali legate al
mondo etnico di pubblicizzare i loro prodotti.
Il progetto Nomad Dance Fest ® è ideato e curato da Maya Devi: Direttrice
Artistica, Danzatrice e insegnante di Danze Nomadi e Indiane, Maestra di Yoga e
Tantrismo, ricercatrice spirituale e fondatrice della scuola di danza e yoga
MUDRARTE di Milano.Maya è membro dell'International Dance Council CID UNESCO,
organizzazione mondiale della danza.Il progetto sarà sviluppato in
collaborazione con scuole italiane ed internazionali di danze e culture nomadi.
L'anno scorso l'emissione da parte di Chanel 4 della serie "Il mio grosso
grasso matrimonio zingaro", causò un vivace dibattito tra gli attivisti rom ed i
membri delle comunità rom e viaggiante, tanto in Gran Bretagna che in
Europa. La serie, che segue la preparazione di differenti famiglie di
Traveller irlandesi nei loro preparativi per la cerimonia di matrimonio, ha
sollevato grandi controversie ed è stata accusata di rafforzare gli stereotipi e
confondere la comunità rom con quella dei Traveller irlandesi. Tuttavia, la
serie ha ottenuto un grande successo mediatico, raggiungendo oltre 8 milioni di
spettatori, e nel 2011 è iniziata la seconda stagione dello spettacolo. Sulla
base delle informazioni ricevute dai nostri amici delle organizzazioni rom
britanniche, sono già iniziate le riprese della terza stagione, ed i produttori
non hanno alcuna intenzione di cambiare titolo o contenuto dello spettacolo.
Martedì 2 agosto 2011, il canale televisivo spagnolo Antena 3 ha iniziato a
trasmetterlo in versione spagnola, col titolo "Mi gran boda gitana". Il
primo episodio ha causato grande indignazione tra i membri della comunità
spagnola, che si è impegnata in numerose attività di protesta. La mobilitazione
dei Rom spagnoli contro la programmazione è stata impressionante in tutto il
paese. E' significativo, ad esempio, che il
gruppo Facebook creato come protesta contro lo show abbia raccolto oltre 800
iscritti in soli due giorni.
La Federazione delle Associazioni Rom di Catalogna (FAGIC) ha iniziato a
denunciare lo spettacolo davanti agli enti pubblici (come la Commissione
Audiovisivi e l'ufficio del Difensore Civico), considerandolo dannoso
all'immagine della comunità rom, tanto in Europa che in Spagna. Abbiamo anche
emesso una lettera di protesta ad Antena 3, perché rinunci all'emissione dello
spettacolo.
Stiamo pertanto lanciando un appello a tutte le organizzazioni rom, sinte e
viaggianti, perché si uniscano nella lotta contro la stereotipizzazione e la
stigmatizzazione delle nostre comunità. Stiamo incoraggiando le organizzazioni
ad unirsi alla nostra protesta ed ispirare un'azione pan-europea contro la
serie. Scriveteci, per domande, commenti o
per ricevere copia della lettera inviata all'ufficio del Difensore Civico
spagnolo, e per unirvi alla nostra protesta. Vorremmo sapere quali
organizzazioni sono interessate ad unirsi a noi nel scrivere una lettera
congiunta di protesta ai produttori dello spettacolo (Firecracker Films).
Opre Roma!
Cristóbal Laso
Vice president FAGIC
Annabel Carballo
Coordinadora Tècnica de Projectes
Federació d'Associacions Gitanes de Catalunya
C/Concilio de Trento, 313 9.9
08020 Barcelona
Tlf. 93 305 10 71/Fax. 93 305 42 05
Un film che ho visto parecchie volte, sempre con piacere: Gatto nero
gatto bianco, di Kusturica.
Una volta mi è toccato pure di
doverlo presentare ad un cineforum. Mi ricordo che nell'occasione dissi che
l'allora vice-sindaco milanese, il De Corato degli sgomberi senza fine e senza
soluzioni, avrebbe dovuto vederlo. Avrebbe imparato perché in quella sua lotta
contro una delle comunità più sgarruppate della terra, era destinato a perdere
(e le successive elezioni hanno dimostrato che, almeno stavolta, avevo ragione
io e non lui).
Perché, ed il film lo mostra chiaramente tra una risata e l'altra, i Rom
si possono cacciare, picchiare, fargli di tutto... e dopo ogni batosta si
rialzano per ricominciare a far casino come se non fosse successo niente.
Ma allora dimenticai un particolare...
Vi chiedo, se conoscete il film, di far mente locale sulle scene girate
nell'ospedale, quando il nonno viene dimesso; che sono divertenti e ricche di
musica...
Apro una parentesi: qualche anno fa, passavo le notti a chattare con alcuni Rom in
Nord America. Molto più "integrati" dei loro cugini europei; cioè, il
razzismo, si sa, c'è anche lì (e la serie televisiva di cui
si parlava mesi fa è
solo uno dei tanti esempi), ma per loro è più facile passare inosservati.
Discorrevo spesso con una coppia di questi Rom: vivevano in Florida, lei
infermiera, lui capocantiere; per loro (come per molti americani) vivere in un
motorhome, magari grande come casa mia, non è una cosa scandalosa come in
Italia. Una sola volta mi sono preoccupato veramente: quando sulla Florida s'è
scatenato un uragano, e mi immaginavo il loro camper come un fuscello in balia
della natura.
Fine della parentesi. Lei una volta mi raccontava di un episodio trasmesso
in un canale televisivo: era ambientato in un ospedale (ricordatevi che è
un'infermiera) e narrava dell'amante di un capo zingaro lì ricoverata. Questa
mia amica mi descriveva scandalizzata le scene dove si vedevano moltitudini di
gente malmessa che correva su e giù per i corridoi dove "naturalmente" sparivano
borsette e portafogli, il parcheggio dell'ospedale trasformato in un campo sosta
"all'europea" con i fuochi accesi, i balli, il bere, i panni stesi... E poi la
mia amica sbottava: "Ma cosa credono, che viviamo come in un film di Kusturica?!?!"
A me quei film continuano a piacere ma, se permettete, volevo mettervi
in guardia: attenzione che il razzismo e i pregiudizi non sempre viaggiano sulle
tinte forti e becere. A volte possono far capolino anche dietro le migliori
intenzioni o le menti più brillanti.
Di Fabrizio (del 15/08/2011 @ 09:46:20, in Italia, visitato 1827 volte)
Una segnalazione di Agostino Rota Martir da
PisaNotizie, un
video
suggerito da Antonio Cannoletta, un articolo (di segno opposto rispetto a
PisaNotizie, che descrive la situazione vista "dall'altra parte della barricata") della
Nazione e nota finale sempre di Agostino Rota Martir
11/08/11 07:41 | autore: Serena Fondelli Campo rom di Cisanello,
sgomberate 88 persone di cui 30 minori
Ieri mattina un'imponente operazione guidata dalla Polizia Municipale,
sulla base di un'ordinanza del Comune di Pisa. Demolite le abitazioni dove
vivevano 27 famiglie, alcune delle quali avevano già dato la disponibilità per
il rimpatrio in Romania. La disperazione degli sgomberati che questa notte hanno
dormito nei campi: "Ora dove andremo? Lavoriamo ma non ci affittano le case". La
denuncia: "La Polizia Municipale ci ha ripetuto più volte di andare a San
Giuliano. Ma fanno i miracoli lì?"
Dopo l'emanazione lo scorso 4 agosto della
direttiva del Sindaco per la
"garanzia delle regole di convivenza e della sicurezza urbana", dalla giornata
di ieri (mercoledì 10 agosto) si sono iniziati a vedere gli effetti concreti e
il significato di quel documento.
Alle 8.30 è stato il peggiore dei risvegli possibili quello delle 26 famiglie
rom, per la gran parte provenienti da Lipovu, piccola cittadina della Romania,
che da vario tempo abitano lungo le rive dell'Arno a Cisanello.
Con un imponente operazione a cui hanno partecipato Carabinieri, Polizia e
Polizia Municipale, tutti in grande dispiegamento di forze, le 88 persone di cui
30 minori (15 sotto i 10 anni) sono state sgomberate dal luogo dove vivono e le
loro abitazioni abbattute. Presenti all'operazione anche un assistente sociale,
e un'ambulanza della Croce Rossa.
Il primo Agosto a queste stesse famiglie era stata notificata l'ordinanza di
sgombero, con riferimento a un'altra simile notificata risalente a circa un anno
fa; ma non avendo alternative abitative, le famiglie non hanno potuto che
rimanere dove oramai abitavano da anni.
Dopo questa notifica, alcune famiglie hanno accettato la proposta del rimpatrio
in Romania, ma solo in 17 hanno i requisiti per ricevere i 1000 euro per il
viaggio di rientro, che comunque arriveranno non prima di 2-3 settimane; ma nel
frattempo si è deciso lo stesso di procedere al loro sgombero .
All'arrivo delle forze dell'ordine non è stato facile per i genitori
tranquillizzare i propri bambini, mentre cercavano al contempo di mettere al
sicuro le poche cose che possedevano, togliendole alla morsa delle ruspe che
incombevano a tirar giù le baracche, e a schiacciare roulotte come lattine.
Padri e madri di famiglia hanno così accatastato alla meglio, nei campi
antistanti, i loro arredi, la spesa dei frigoriferi, i panni che fino a due
minuti erano stesi ai fili, sedendosi poi sui materassi in mezzo ai campi come
se di nuovo fossero in casa: "Cosa faremo ora, dove andremo?".
Domande che hanno posto più volte allo stesso assistente sociale e alla Polizia
Municipale senza ottenere alcuna risposta, se non: "Ci dovevate pensare prima,
siamo venuti a dirvi dieci giorni fa che qui non potevate più stare".
Alina, donna incinta del terzo bambino, con il marito che ha adesso un contratto
di lavoro a tempo indeterminato, è in Italia da 10 anni. Le sue bambine di 6 e 9
anni sono nate in Italia e frequentano scuole italiane. Ha assistito con le sue
piccole per mano alla ruspa che distruggeva tutto, poi ha iniziato a camminare
tra i mobili accatastati e a controllare di aver preso tutto. Lei con suo marito
non ha chiesto il rimpatrio, ritiene di avere il diritto di stare in Italia,
dove il marito ha un lavoro garantito e dove le figlie possono istruirsi. "Ho
cercato più volte case - spiega - ma nessuno ce l'affitta, pur avendo uno
stipendio. E anche per le case popolari abbiamo ricevuto solo risposte
negative".
Florian, quarantenne, con moglie e un figlio di 10 anni, era presente al campo
perché in ferie. Fa il muratore in una ditta edile, parla ben l'italiano perché
sono anni che abita nel nostro territorio. Ha guardato composto, ma con le
lacrime agli occhi, distruggere la fatica impiegata per rendere una baracca
vivibile tanto da poterla chiamare casa. "Voglio avere una casa, una piccola
casa, pagare l'affitto e le tasse - dichiara Florian - non è possibile che il
Comune di Pisa non ci spieghi come fare per avere le case popolari, io sono un
lavoratore e lavoro sodo".
Mentre le ruspe sono al lavoro, un'altra donna, Teresa, cerca di portare fuori
dalla propria abitazione il minimo indispensabile mentre il marito si carica
sulle spalle il frigorifero e cerca di metterlo al sicuro. Si siede sul letto
con i suoi bambini di uno e 3 anni e aspetta, anche se non sa bene cosa non
sapendo dove andare. Fino alla fine ha cercato di difendere il forno a legna che
aveva costruito dicendo ai Vigili che stavano intervenendo "ma sapete che pane
buono fa quel forno?".
Un altro ragazzo, che non ci rileva il suo nome perché teme ripercussioni dove
lavora, anche lui con un contratto a tempo indeterminato ottenuto dopo anni di
sacrifici, afferma: "Dove dobbiamo andare? Spostarci poco più avanti su questo
stesso argine o forse, come ci hanno detto, andare San Giuliano. Ma cosa c'è a
San Giuliano? E' un Comune che fa i miracoli?".
Molte delle famiglie sgomberate hanno ripetuto, infatti, più volte anche agli
agenti della Polizia Municipale la stessa domanda: "Ci dite sempre di andare lì,
ma cosa c'è a San Giuliano, l'oro?".
Questa non sembra quindi essere la prima volta in cui esponenti della Polizia
municipale fanno simili affermazioni in quanto lo stesso capo della Polizia
Municipale, Massimo Bortoluzzi, fu protagonista di un simile episodio, che gli
costò numerose critiche e prese di distanze, in occasione della notifica di
sgombero di questo stesso campo rom nell'Ottobre del 2010.
Le operazioni di demolizione delle abitazioni di queste numerose famiglie è
durato per diverse ore e nessuna alternativa è stata data a queste persone. Solo
coloro che hanno accettato il rimpatrio sono stati trasportati alla Società
della Salute per firmare i fogli necessari alla procedura.
Donne, uomini e bambini sono così rimasti tutto il giorno a cercare di salvare
il salvabile tra le macerie, mentre materassi, coperte e molti altri oggetti
sono stati portati via e buttati per "scongiurare" che potessero riaccamparsi
nello stesso posto.
E così non avendo nessuna alternativa donne, uomini e bambini hanno dormito
all'aperto, sull'erba, poco distante da dove fino a ieri si trovavano le loro
abitazioni, mentre da ieri notte è stato attivato un presidio permanente della
Polizia Municipale per impedire nuovi insediamenti in quella stessa area.
Si è svolta così l'ennesima operazione di sgombero da parte del comune, senza
che però a queste famiglie sia stata data alcuna prospettiva concreta.
A quattro anni dal rogo di Livorno, il cui anniversario era proprio ieri, in cui
persero la vita quattro bambini rom, Lenuca (6 anni), Eva (12 anni), Danciu (8
anni) e Menji (4 anni), questa operazione appare altrettanto definitiva e senza
speranza per queste famiglie che adesso non hanno un luogo dove stare.
Lungo il confine con le famiglie rom - di Vittorio Gualtieri
I rom 'sfrattati' traslocano a Colignola E il paese si rivolta Dopo l'intervento dei vigili a Cisanello, hanno occupato un'area privata nel
territorio di San Giuliano. Raccolta di firme
Pisa, 13 agosto 2011 - UN NUOVO accampamento rom abusivo sta nascendo a Colignola: circa sessanta nomadi si sono trasferiti in un terreno di proprietà
privata tra via di Cisanello e via dell'Argine, in un'area compresa tra l'argine
e il fiume. L'arrivo non è passato inosservato ai residenti della zona che hanno
raccontato di aver visto una vera e propria carovana con auto cariche di
suppellettili e materassi. Tutto è successo la sera di giovedì e i rom quasi
certamente, come ha confermato anche il sindaco di San Giuliano Terme Paolo
Panattoni, fanno parte dell'accampamento sgomberato nei giorni scorsi dal Comune
di Pisa.
I campi abusivi pisani erano sorti negli ultimi mesi lungo la golena d'Arno di
Cisanello e contavano 85 persone, 45 delle quali avrebbero richiesto di aderire
al programma di rimpatri volontari assistiti. Gli altri con tutta probabilità
hanno semplicemente cercato un altro posto dove accamparsi, e quel terreno non
coltivato nascosto dietro a un canneto dev'essere sembrato perfetto. C'è anche
però chi riferisce che i nomadi non sono arrivati lì da soli e racconta di aver
visto «due persone non rom» accompagnarli e poi andarsene. E la posizione
decentrata del terreno, raggiungibile solo con una strada privata sterrata
sembrerebbe copnfermare l'ipotesi che a guidarli sia stato qualcuno che conosce
bene la zona, come suggerisce anche Panattoni.
«STIAMO concludendo — ha fatto sapere il sindaco sangiulianese — tutti gli
accertamenti rispetto alla migrazione di questo gruppo di persone da Pisa a San
Giuliano. Per quanto ci riguarda, in ruolo e responsabilità, faremo anche noi
tutto quello previsto dalla legge per liberare nel più breve tempo possibile la
zona occupata. Quella — ha concluso Panattoni — non è comunque una zona né
concordata né individuata per questo tipo di utilizzo e non sussistono, tra
l'altro, le minime condizioni igienico sanitarie previste dalle vigenti leggi».
Il proprietario del terreno, l'ingegner Carlo Centurione Scotto, ha
immediatamente sporto denuncia alla polizia municipale, che si occuperà di
inviarla alla Procura con allegata la relazione su quanto visto nei sopralluoghi
di giovedì sera e ieri mattina.
L'ARRIVO dei rom non è passato inosservato neanche in paese: ieri mattina alcuni
di loro hanno approfittato della fontanina in centro a Colignola per fare scorta
d'acqua. E già gli abitanti preparano le barricate, tanto che già ieri
pomeriggio c'era chi parlava di appendere degli striscioni per chiedere lo
sgombero dell'accampamento. «C'è parecchia agitazione in paese — riferisce un
residente —. La gente e i commercianti della zona parlano di promuovere una
raccolta firme e una fiaccolata se entro lunedì il terreno non sarà liberato.
Oltretutto poprio dietro l'argine dove stanno allestendo le prime baracche si
trova la piscina dell'albergo Eden Park: sono separati solo dalla pista
ciclabile». «Nel nostro paese — scrive un rappresentante dei residenti di
Mezzana e Colignola — molto spesso siamo protagonisti di spaccio e furti: circa
1 mese una famiglia è stata narcotizzata e derubata nella notte e stessa
dinamica qualche settimana.
Non ci sentiamo sicuri e per questo abbiamo scritto al Sindaco di San Giuliano e
a quello di Pisa, al Comandante dei Carabinieri e al Prefetto di Pisa affinché
questo campo sia smantellato in pochissimi giorni. Tutto ciò non significa
essere razzisti; si tratta anche di dare dignità a delle persone che non possono
vivere lungo una golena d'Arno piena di ratti e sporcizia. Invitiamo anche i
Carabinieri a rafforzare i controlli nel nostro territorio ormai da tempo
bersaglio di malcapitati». Panattoni e il vicesindaco Juri Sbrana assicurano
tempi brevi per liberare il terreno, ma, come si può immaginare, non è così
semplice. «Lo abbiamo saputo giovedì sera intorno all'ora di cena — dice Sbrana
—.
Il sindaco ha firmato l'ordinanza ma ovviamente da soli non possiamo muoverci:
non abbiamo abbastanza vigili e, oltretutto, molti di loro sono in ferie. E' un
problema generale e come tale sarà affrontato. In quella zona tra l'altro non
possono stare anche per motivi di sicurezza: a settembre cominciano le piogge
più abbondanti e il terreno si allaga, diventando molto pericoloso». Il prossimo
passo sarà quindi tentare un dialogo con i rom che hanno occupato abusivamente
il terreno di proprietà privata. Se non dovessero essere disposti a liberarlo a
quel punto dovrà essere effettuato lo sgombero forzato.
di CECILIA MORELLO
Appello obiezione di coscienza ai Vigili urbani di Pisa Sgomberare campi Rom non è una scampagnata estiva
Così sembra dai giornali (Il Tirreno in primis), leggendo la cronaca dell'ultimo
sgombero fatto a Cisanello, anche con l'intento di "truccare" la realtà dei
fatti e di occultare il dramma che stanno vivendo intere famiglie Rom della
città. I campi "abusivi" sono abitati da persone in carne ed ossa, con un loro
vissuto, fatto di sentimenti, di storie.. come qualsiasi essere umano. E' bene
ricordarlo agli amministratori della Società della "Salute" (??) e al sindaco,
convinto che montare o spostare delle video camere nei punti della città, sia la
stessa cosa di sgomberare Rom da un posto all'altro. No, non sono la stessa
cosa..
Ricuperiamo la forza di indignarci prima che sia troppo tardi, perché Pisa sta
raggiungendo il primato degli sgomberi a danno delle comunità Rom. So che gli
appelli che invitano codesta amministrazione alla tolleranza e al rispetto dei
più deboli servono a ben poco, anzi sembra gettino benzina sul fuoco: si
preferisce far mostra con disinvoltura di una politica del disprezzo verso i Rom
in particolare, che non ha precedenti nella storia cittadina.
Proprie due sere fa a Livorno, abbiamo fatto memoria della tragedia di Pian di
Rota dove morirono 4 bambini Rom, bruciati nelle loro povere baracche. Chi
guidava la preghiera ha ricordato che questo dramma è stato alimentato anche da
una serie di sgomberi, che quelle famiglie Rom Rumene hanno subito, prima a Pisa
e poi a Livorno! Essere costretti a sloggiare da un posto all'altro, dover
ricominciare sempre d'accapo, abbandonati da chi invece li doveva tutelare, per
poi finire a rifugiarsi in posti sempre meno sicuri.
Questi drammi hanno varie responsabilità, ma portano anche le firme delle
ordinanze di sindaci ed assessori, che poi recitano falsi teatrini di ipocrisia
e smielata compassione verso quelle vittime, che a volte loro stessi hanno
contribuito a provocare..
Faccio un appello rivolto al corpo dei vigili urbani di Pisa, riconoscendo il
loro prezioso contributo alla cittadinanza e che spesso non sempre è compreso a
sufficienza, un lavoro difficile e delicato, proprio perché sono spesso a
contatto con situazioni di disagio sociale e di differenti povertà umane, per
questo mi permetto di chiedervi di fare la scelta della obiezione di coscienza,
di fronte all'ordine di attuare quelle ordinanze di sgomberi di accampamenti Rom
che comporterebbero per quest'ultimi un peggioramento delle loro condizioni di
vita. Abbiate il coraggio di rifiutare ad eseguire quegli ordini, fate prevalere
il senso di umanità, fatelo anche in memoria di quelle non poche piccole vittime
Rom che abbiamo pianto in questi anni, a Livorno, a Milano, a Roma e in altre
città Italiane.
Sarebbe un segnale forte di umanità e di democrazia, non solo per la città
intera ma in particolar modo un messaggio di civiltà a chi ci governa.
Don Agostino Rota Martir - Campo Rom Coltano (PI) – 13 Agosto 2011
Spoleto 1 Aprile 2011 - Sono un giovane Rom Rumeno di 16 anni.
Nella mia vita non ho potuto andare a scuola perché la mia famiglia era molto
povera.
Mio padre era molto malato ed ho dovuto andare a lavorare da quando avevo 11
anni.
Mi dispiaceva non andare a scuola, anche i miei 6 fratelli non hanno potuto
frequentare dei regolari corsi di studio per lavorare, aiutare la nostra
famiglia per mangiare e curare nostro padre.
In Romania negli ospedali bisogna pagare tutto: medicine, mangiare, analisi,
interventi.
Quando ho compiuto 16 anni mi sono trasferito a Firenze. Tutta la mia
famiglia si è trasferita.
Abitavo al Campo Rom all’Osmannoro Ex-Osmatex insieme a 185 miei concittadini
Rumeni.
Dormivo in una baracchina senza luce, acqua e servizi igienici.
Ho iniziato a frequentare la scuola che Suor Julia Bolton Halloway ha
organizzato per noi Rom dentro al Cimitero degli Inglesi in Piazza Donatello a
Firenze.
Per la prima volta potevo studiare ed ho imparato a scrivere il mio nome e
cognome.
Il 16 gennaio 2010 il Sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi ed il
Prefetto di Firenze hanno deciso di sgomberare le nostre baracche. La mattina
all’alba hanno distrutto tutto quello che avevamo senza dare a nessuno una
soluzione alternativa di alloggio o casa.
Era molto freddo, c’era la neve e con la famiglia siamo andati a dormire
sulla strada.
Viviamo da 1 anno e mezzo in Piazza Santissima Annunziata a Firenze e con noi
solo delle coperte.
Una notte, a mezzanotte, la Polizia Municipale, ci strappa le coperte, ci
butta l’acqua fredda addosso e ci dice che dobbiamo andare via. Noi però
resistiamo e continuiamo a cercare di vivere.
La notte senza dormire a prendere il freddo. Alcuni italiani però non sono
razzisti e ci aiutano in ogni modo e ci portano nuove coperte. La Polizia
nuovamente sequestra le nostre coperte.
Io continuo ad andare alla Scuola di Suor Julia. Lei mi insegna a leggere e
scrivere. Anche un altro Professore della Scuola Giorgio La Pira mi insegna. Io
in cambio pulisco l’aula dove altri studenti vanno a Scuola durante la mattina.
Tutto quello che imparo lo insegno ai bambini Rom che frequentano la Scuola al
Cimitero degli Inglesi. Ho 37 piccoli bambini Rom a cui insegno le lettere
dell’alfabeto. Per questo lavoro mi aiuta anche mio fratello Vasile ed un mio
amico Marius.
La mia famiglia lavora con Suor Julia per ristrutturare il Cimitero.
Abbiamo ripulito tutte le tombe grazie agli insegnamenti del Maestro Alberto
Casciani – Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Alberto è molto bravo ed ha
restaurato anche il David di Michelangelo in Piazza della Signoria. Con lui
siamo riusciti a sbiancare i marmi. Abbiamo ricostruito i muri a secco, fatto il
giardinaggio, ricostruito i cancelli e messo le nuove scritte sulle tombe.
Con i soldi guadagnati vorremmo ricostruire le nostre case in Romania ma
purtroppo la Polizia a volte ci ruba il denaro che noi guadagniamo onestamente.
Io vorrei continuare a frequentare la scuola: imparare ed insegnare.
Per scrivere questo articolo mi ha aiutato un gagio, Marcello, perché ancora
non so scrivere bene.
Spero che riuscirò a scrivere da solo un articolo e per questo voglio
imparare ancora tante cose.
Vorrei che la Polizia smettesse di rubarci i soldi e sequestrare le nostre
coperte.
Vorrei che ci rispettassero. Io sono un Rom, tutta la mia famiglia è Rom,
siamo esseri umani.
Forum con Laurent El-Ghozi, président de la Fnasat (Fédération
nationale des associations solidaires d'action avec les Tsiganes) - Mis à
jour le 29.07.11 | 19h28
"PER METTERE FINE ALLA QUESTIONE ROM, BISOGNA APRIRE LORO L'ACCESSO AL
MERCATO DEL LAVORO"
Eric: quali sono le differenze tra viaggianti e Rom? Laurent El-Ghozi: si intende, con il nome Rom, il quale significa "uomo adulto"
in lingua romanì, una popolazione tra i 10 e i 12 milioni di abitanti, presenti
in tutti i paesi europei e uniti da un'origine storica, una cultura, una lingua
e dovunque vittime di discriminazioni.
Sono gli zingari, i sinti, i gitani. In Francia non c'è una minorità etnica, ma
la designazione di una categoria amministrativa: les gens du voyage (i
viaggianti) definiti dal loro modo di vivere itinerante. Tutti i "viaggianti"
sono francesi, la maggior parte di loro sono zingari, o rom.
Coloro che chiamiamo "viaggianti" si riconoscono, per la maggior parte di loro,
sotto il termine "rom" ma sono definiti dal loro modo di vita itinerante e una
categoria amministrativa. Sono tra i 400.000 e i 600.000 in Francia, e subiscono
anche loro numerose discriminazioni: diritto di voto, titolo di circolazione da
fare timbrare dalla polizia ogni tre mesi, difficoltà di stazionamento e di
accesso agli alloggi... Sono rappresentati da diverse associazioni nazionali:
UFAT,
ANGVC, ASNIT. La
FNASAT riunisce un centinaio di associazioni, le quali
lavorano con e per i "viaggianti" su tutto il territorio francese.
Anais: come giudicate l'influenza dell'Unione Europea sulla situazione dei rom
in Francia? L.El-G: l'Unione Europea aveva deciso sei anni fa, che entravamo nel decennio
degli rom, 2005-2015, avendo come priorità il miglioramento della loro
situazione dovunque in Europa. Per 10-12 milioni con come priorità il
miglioramento della loro situazione dovunque in Francia e in Europa per 10 a 12
milioni di rom. Sei anni dopo, in tutti i paesi Europei, compresa la Francia, la
situazione si è aggravata.
Le dichiarazioni del presidente Sarkozy un anno fa, stigmatizzando i rom,
"viaggianti" supposti essere delinquenti, vanno nel senso di questa
stigmatizzazione in aumento. La posizione della S.ra Reding è perfettamente
legittima. Punta al lato deliberatamente razzista di una politica che designa
una popolazione su basi etno-razziali, reali o presunte.
Oggi, tutte le istituzioni europee e internazionali si aspettano dalla Francia e
da tutti i paesi europei, un piano per migliorare la situazione di rom e
"viaggianti".
Anais: secondo Lei, quindi, l'Unione Europea, per via della sua (in)attività,
avrebbe dunque un'influenza piuttosto dannosa sulla sorte dei rom in Europa, e
il decennio dei rom non avrebbe avuto altro effetto che quello di
stigmatizzarli? L.El-G: La politica europea, da anni, è inefficace. C'è attualmente una volontà
riaffermata di migliorare la situazione dei rom in tutti i paesi europei: in
Ungheria, in Romania, nel Kosovo, in Italia, in Francia. Finanziamenti sono
sbloccati, ma mancano operatori di fiducia, in particolare nei paesi d'origine,
e una volontà politica di questi stati.
Bisogna ricordare che, fino al 1856, i rom erano schiavi in Romania. Da qui
nasce l'idea che ne ha la popolazione.
David: La disfatta di Sarkozy in 2012 sarà un sollievo per la vostra comunità?
Il programma del PS è migliore? L.El-G: Non sono rom, ma gadjo. I gadjè sono tutti coloro i quali non sono né
rom, né zingari, né gitani. Sono ugualmente un eletto socialista da vent'anni.
Sono convinto che un governo socialista avrà la volontà, dal 2012, di mettere
fine alle misure transitorie, permettendo così ai rom rumeni di essere
considerati come cittadini europei, e di accedere normalmente al mercato del
lavoro. Non ci sarà quindi più la "questione rom".
Bruno: Dall'estate scorsa, il governo non parla più di rom, ma di cittadini
rumeni. E' una risposta positiva alle critiche delle associazioni? L.El-G: Certo. Ricordo di una conferenza stampa nella quale il ministro
dell'interno parlava di rom mentre il questore parlava solo di rumeni. In un
caso, propositi razzisti; nell'altro, semplicemente propositi xenofobi. Il fatto
sta che, parlando di rumeni migranti, il governo attuale fa riferimento soltanto
ai rom.
Julien: Si percepisce sempre la stessa ipocrisia, da parte degli eletti del PS,
i quali insorgono davanti ai propositi del presidente, ma i quali una settimana
prima inviavano delle circolari chiedendo l'evacuazione dei campi rom? L.El.G: Da una parte, la richiesta di evacuazione dei campi dei rom migranti,
risponde a degli imperativi d'igiene e di sicurezza, i quali non si possono
spazzare via con un manrovescio. D'altra parte, la questione dell'immigrazione
dei rom rumeni è evidentemente una questione di responsabilità nazionale, la
gestione della quale però, ricade inevitabilmente sulle collettività locali,
quali siano i loro colori.
Sempre più città di sinistra tentano di mettere in opera dispositivi
d'accoglienza meno disumani. Questo resta come un cauterio su una gamba di
legno, in quanto l'unica soluzione, è l'abolizione delle misure transitorie, le
quali vietano ai rom e ai bulgari di lavorare legalmente in Francia.
Thomas: Alcuni vengono per trovare aiuto, altri sono organizzati per truffare i
turisti. Quando vediamo questi ogni mattina, capisco la voglia di alcuni di
cacciarli nei loro paesi. Ma quale sarebbe la soluzione migliore? L.El.G: Le cose sono due: quando la gente viene in Francia sia per motivi
economici, sia per reali persecuzioni subite nei loro paesi, e che non possono
lavorare legalmente nel paese che li accoglie, da una parte sono costretti a
provare a guadagnarsi da vivere come possono, per esempio vendendo giornali,
mendicando, svolgendo lavoretti al nero, e d'altra parte sono come tutti i
poveri indigenti, vittime di banditi che sfruttano la loro miseria.
David: Appunto, perché non hanno diritto di lavorare? L.El.G: Le misure transitorie che la Francia ha instaurato al momento
dell'ingresso della Romania e della Bulgaria nell'Unione Europea, fatte per
proteggere il mercato del lavoro, vietano in realtà ogni accesso al lavoro
salariato normale per i rumeni e i bulgari. Queste misure ricorrono fino a fine
2011.
Il governo ha già annunciato che le avrebbe prolungate fino a fine 2013, data
limite. In realtà, ci sono 15.000 rom migranti in Francia, ovvero da tremila
a quattromila persone suscettibili di cercare un impiego. Sono 20 anni che tutti
i rom che hanno avuto un titolo di lavoro, permettendo loro di lavorare
legalmente, hanno trovato lavoro, pagano le tasse, si sono accasati, hanno
scolarizzato i loro figli e non sono più un peso per la Francia.
Bisogna aggiungere che sono considerati come delinquenti dalla polizia, tutti i
rom che non si trovano più in situazione regolare sul territorio.
Thomas: In Francia, è loro vietato lavorare normalmente? L.El.G: Le misure transitorie, rimaste attive soltanto in dieci paesi europei,
impongono per avere un permesso di soggiorno, di ottenere un contratto di
lavoro. Questo è sottomesso a tre condizioni: rientrare nel quadro dei mestieri
cosiddetti "sotto tensione", per i quali si manca di manodopera; trovare un
datore di lavoro disposto a pagare tasse tra i 800 e i 1600 euro; ottenere
l'accordo della direzione del lavoro, il che richiede tra i due e i sei mesi di
tempo.
E' quindi alquanto eccezionale trovare un datore di lavoro che sia disposto ad
accettare queste condizioni, al di fuori dei datori di lavoro militanti o
facenti parte di associazioni.
Voisine: cosa permetterebbe l'eliminazione delle misure transitorie? Anche
perché altri migranti anno delle condizioni di accesso ancora più dure, e
trovano ugualmente lavoro. Per esempio i migranti dell'Africa sub-sahariana.
Possono esserci altri motivi che spiegano le difficoltà di accesso al lavoro,
come per esempio una mancanza di reti? L.El.G: Da una parte, rom rumeni e bulgari sono europei e beneficiano del
diritto di libera circolazione e di libera installazione, garantiti dalle
convenzioni europee. Dovrebbero quindi potere, come i polacchi, gli spagnoli o
gli inglesi, accedere al mercato del lavoro e vivere decentemente.
Effettivamente, hanno poche reti a disposizione, sono poco numerosi e
soprattutto soffrono di un rigetto da parte dei loro concittadini non rom. Del
resto, anche i migranti africani, vivono in condizioni altrettanto pietose, e
lavorano al nero, senza copertura sanitaria, e senza alcun diritto sociale.
Pierre: Dite che queste misure transitorie sono applicate in dieci paesi. Com'è
la situazione dei rom negli altri paesi? L.El.G: Prendiamo ad esempio la Spagna, la quale ha tolto le misure transitorie
l'anno scorso, e non ha registrato nessun flusso massivo di rumeni o bulgari. I
rom rumeni presenti in Spagna, molto più numerosi che in Francia, trovano lavoro
altrettanto difficilmente come gli altri migranti europei, ma non di più. Non
c'è quindi nessuna questione specifica rom, ma è il divieto fatto loro, ancora
una volta, di guadagnarsi da vivere legalmente.
Voisine: La Spagna, la quale vuole ora ristabilire le misure transitorie... L.El.G: Non per quanto mi risulta, ma tutto è possibile. Sarebbe spiacevole e
contrario alle raccomandazioni europee.
David: Vi è un "interesse" per lo stato francese, nel
mantenerli nella marginalità? L.El.G: Le misure transitorie permettono di avere una popolazione di alcune
migliaia di persone, capri espiatori ideali, per focalizzare le paure, l'odio, e
giustificare leggi sempre più securitarie. Così la "Loppsi 2" inizialmente fatta
per lottare contro le installazioni illecite dei rom, autorizza oggi i prefetti
ad espellere senza misure giudiziarie, tutte le occupazioni, comprese quelle su
terreni privati o municipali.
La creazione, tramite le misure transitorie, di questo gruppo di capri
espiatori, giustifica i discorsi xenofobi e razzisti e libera questa parola da
parte della destra dell'UMP. La sua funzione politica è quindi evidente.
David: I rom hanno ancora voglia di venire in Francia, nonostante questi
discorsi xenofobi e le misure adottate dalle forze dell'ordine? L.El.G: Il fatto è che l'immigrazione dei rom rumeni prosegue allo stesso ritmo,
malgrado le espulsioni – più di diecimila nel 2010 – e le condizioni di vita
riservate loro. Come dicono: "c'è più da mangiare nella vostra spazzatura che da
noi".
Ciò non toglie che il numero di rom rumeni presenti sul territorio, è
stazionario intorno ai quindicimila, da diversi anni.
Thomas: Ma cosa fare? Ogni giorno al Palazzo Reale a Parigi, ci sono decine
di minori
di 16 anni. Non è vero che per i rom esiste una cultura della mendicità? L.El.G: Esiste una cultura della povertà e quando si è poveri, tutti i mezzi
sono buoni, soprattutto quando vi si vieta di lavorare normalmente. In Romania,
i rom non chiedono l'elemosina e non vivono né in roulotte né in campi nomadi.
Eppure sono molto discriminati, in particolare nell'ambito del mercato del
lavoro.
Pierre: I veri responsabili della situazione difficile dei rom in Europa non
sono quindi i governanti romeni, ai quali incombe a priori di accettare ed
integrare questa fascia della sua popolazione? Perché l'UE, la quale versa
importanti aiuti per lo sviluppo alla Romania, non impone ai dirigenti rumeni di
fare uno sforzo? L.El.G: Certo, la responsabilità della Romania è intera. Ma è un paese ancora
disorganizzato, povero, con molteplici priorità, che considera – a torto per
quanto mi riguarda – come superiori alla situazione dei rom. Costoro sono circa
due milioni in Romania. Perciò la Francia, quinta potenza economica mondiale,
dovrebbe potere accogliere quindicimila rom originari di Romania senza
difficoltà, se vuole farlo. Non è altro quindi, ancora una volta, che una
questione politica.
David: Cosa pensate del rapporto sanitario drammatico, pubblicato questa
settimana da Médecins du monde? L.El.G: Dal 1993, Médecins du monde, grazie alla sua missione "Banlieue", tenta
di facilitare l'accesso alle cure per i rom migranti. La situazione descritta
oggi mostra un aggravio in confronto agli anni precedenti, legato in particolare
alla moltiplicazione degli sgomberi di campi.
Impossibile infatti assicurare la continuità delle cure, della prevenzione,
della vaccinazione, quando le persone vengono spostate ogni tre o sei settimane.
Questo ha ugualmente conseguenze negative per l'insieme della popolazione
presente sul territorio.
Pierre: Il modo di vita itinerante non è un freno all'accesso a un'attività
professionale stabile? L.El.G: I rom della Romania non sono nomadi. Non vivono in roulotte, ma in case
da decenni. Se si sono installati in roulotte marce in Francia, in mancanza di
un altro riparo. Non c'è quindi nessun motivo di considerare che il fatto di
essere rom, implichi una qualsiasi difficoltà per accedere a un impiego stabile.
David: Gli avvenimenti di Nimes tra comunità gitane e del Magreb (violenze,
vendette) non favoriscono i "cliché" riguardo agli zingari, perfino sedentari.
Come lottate contro questo? L.El.G: Gli avvenimenti di Nimes non hanno nulla da vedere con i rom, ma
riguardano gitani francesi. Che ci siano frizioni tra le diverse comunità non
concerne soltanto i gitani, ma anche degli africani, dei magrebini... Quindi non
credo che bisogna fare di questa storia una generalità.
La questione della pessima immagine dei gitani è essenzialmente legata ad una
cultura del diverso, e in particolare in periodo di crisi, tutto ciò che è
diverso viene facilmente rigettato.
Pierre: Siete a favore dell'occupazione illegale dei terreni da parte dei rom, o
per delle proposte di alloggi legali alternativi? Cosa proponete? L.El.G: E' evidente che i rom, come tutti i cittadini europei, devono potere
accedere al mercato del lavoro da una parte, e a quello dell'alloggio da
un'altra, senza particolari discriminazioni.
L'occupazione illegale di terreni, che sia autorizzata o meno dai comuni, è
evidentemente un peggioramento indegno.
Voisine: I francesi vi sembrano maggiormente informati sulla situazione dei rom? L.El.G: L'unico effetto positivo del discorso di Grenoble, è stato una
mobilizzazione di un numero importante di cittadini militanti, collettivi di
sostegno, associazioni dei diritti dell'uomo o antirazziste. A livello francese
come a livello europeo.
Il fatto che oggi ancora, un forum de le Monde.fr obbliga a rispondere a delle
domande delle quali le risposte sono state date da circa un anno, mostra che il
lavoro sulle rappresentazioni negative e le discriminazioni non è mai concluso.
Informazione: il primo ottobre 2011 avrà luogo in un certo numero di capitali
europee, la prima "Roma Pride", manifestazione della fierezza del popolo rom.
Amaury: I re autoproclamati dei rom hanno fatto qualcosa per la loro comunità? L.El.G: I re autoproclamati sono dei capi di comunità più o meno estese, ma non
rappresentano molto agli occhi dei rom stessi, e soprattutto nei confronti delle
istituzioni.
Altri responsabili rom s'impongono progressivamente nelle istituzioni nazionali
ed europee, in particolare il Forum Europeo dei Rom, il quale riunisce da un
anno i rappresentanti rom di tutti i paesi europei, e tenta di fare peso sulle
politiche europee.
Roma, 12 agosto 2011. Il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i
diritti umani, chiede alle autorità della Romania di avviare una ricerca di Ipat
Ciuraru, nato in Romania il 17 giugno 1990, alto 1.70, carnagione olivastra,
fisico molto robusto, occhi e capelli neri. Ipat Ciuraru, che appartiene al
popolo Rom, vive da alcuni anni in Italia, con la famiglia, a Pesaro. L'ultimo
giorno in cui la famiglia l'ha visto, il 23 luglio 2011, il ragazzo vestiva una
maglia nera e pantaloni bianchi con disegni verdi. La sorella di Ipat ha sporto
oggi denuncia di scomparsa in Italia (...), ma è
possibile che Ipat si trovi in Romania, dove la sua famiglia ha acquistato un
terreno a Costanta.
Pe data de 23 iulie a dispărut din localitatea Pesaro un tânăr român de
origine romă, Ipat Ciuraru, de 21 de ani.
Tânărul (foto) era cunoscut drept unul din cei mai activi reprezentanţi ai
comunităţii de romi din care făcea parte, colaborând cu diferite organizaţii
umanitare, printre care şi EveryOne.
EveryOne a lansat un apel către autorităţile româneşti, pentru a deschide o
anchetă cu scopul de a-l găsi pe Ipat, după ce familia a semnalat poliţiei
italiene dispariţia tânărului.
"Ipat este un tânăr extraordinar, nu s-a
indepărtat niciodată de acasă fara sa
anunte familia, dispariţia sa a surprins pe toată lumea. Noi suntem foarte
ingrijoraţi cu privire la soarta lui. Ar putea fi in Romania, unde familia sa a
cumparat un teren langa Constanta"- ne-a spus Roberto Malini, unul din
responsabilii ONG-ului italian.
Prin intermediul Gazetei, EveryOne a lansat un apel catre toti cei care ar putea
informatii cu privire la tanarul Ipat: "s-a născut în România pe 17 iunie 1990.
Are 1.70m , ten măsliniu, fizic foarte robust, ochii negri. Ultima oara a fost
văzut pe data de 23 iulie 2011. Băiatul purta un tricou negru şi pantaloni albi
cu modele verzi."
INOLTRE:segnalazione di Marcello Zuinisi
16 agosto, 16:22 - Ragazza di 17 anni scomparsa da campo rom in Versilia.
Stava giovando con i fratelli. Ricerche da ieri sera
(ANSA)
- TORRE DEL LAGO (LUCCA), 16 AGO - Una ragazza di 17 anni, Vandana Orban, di
origine rom, e' sparita da ieri sera dal campo comunale di Torre del Lago
(Lucca). I genitori hanno presentato denuncia ai carabinieri. Prima di
scomparire, la ragazzina stava giocando insieme ai fratelli e alle sorelle. I
genitori si sono accorti che non c'era piu' intorno alle 21. La ragazzina era
vestita con pantaloncini e maglia verde. Chi l'avesse vista chiami i
carabinieri.
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