Di Fabrizio (del 15/08/2011 @ 09:46:20, in Italia, visitato 1827 volte)
Una segnalazione di Agostino Rota Martir da
PisaNotizie, un
video
suggerito da Antonio Cannoletta, un articolo (di segno opposto rispetto a
PisaNotizie, che descrive la situazione vista "dall'altra parte della barricata") della
Nazione e nota finale sempre di Agostino Rota Martir
11/08/11 07:41 | autore: Serena Fondelli Campo rom di Cisanello,
sgomberate 88 persone di cui 30 minori
Ieri mattina un'imponente operazione guidata dalla Polizia Municipale,
sulla base di un'ordinanza del Comune di Pisa. Demolite le abitazioni dove
vivevano 27 famiglie, alcune delle quali avevano già dato la disponibilità per
il rimpatrio in Romania. La disperazione degli sgomberati che questa notte hanno
dormito nei campi: "Ora dove andremo? Lavoriamo ma non ci affittano le case". La
denuncia: "La Polizia Municipale ci ha ripetuto più volte di andare a San
Giuliano. Ma fanno i miracoli lì?"
Dopo l'emanazione lo scorso 4 agosto della
direttiva del Sindaco per la
"garanzia delle regole di convivenza e della sicurezza urbana", dalla giornata
di ieri (mercoledì 10 agosto) si sono iniziati a vedere gli effetti concreti e
il significato di quel documento.
Alle 8.30 è stato il peggiore dei risvegli possibili quello delle 26 famiglie
rom, per la gran parte provenienti da Lipovu, piccola cittadina della Romania,
che da vario tempo abitano lungo le rive dell'Arno a Cisanello.
Con un imponente operazione a cui hanno partecipato Carabinieri, Polizia e
Polizia Municipale, tutti in grande dispiegamento di forze, le 88 persone di cui
30 minori (15 sotto i 10 anni) sono state sgomberate dal luogo dove vivono e le
loro abitazioni abbattute. Presenti all'operazione anche un assistente sociale,
e un'ambulanza della Croce Rossa.
Il primo Agosto a queste stesse famiglie era stata notificata l'ordinanza di
sgombero, con riferimento a un'altra simile notificata risalente a circa un anno
fa; ma non avendo alternative abitative, le famiglie non hanno potuto che
rimanere dove oramai abitavano da anni.
Dopo questa notifica, alcune famiglie hanno accettato la proposta del rimpatrio
in Romania, ma solo in 17 hanno i requisiti per ricevere i 1000 euro per il
viaggio di rientro, che comunque arriveranno non prima di 2-3 settimane; ma nel
frattempo si è deciso lo stesso di procedere al loro sgombero .
All'arrivo delle forze dell'ordine non è stato facile per i genitori
tranquillizzare i propri bambini, mentre cercavano al contempo di mettere al
sicuro le poche cose che possedevano, togliendole alla morsa delle ruspe che
incombevano a tirar giù le baracche, e a schiacciare roulotte come lattine.
Padri e madri di famiglia hanno così accatastato alla meglio, nei campi
antistanti, i loro arredi, la spesa dei frigoriferi, i panni che fino a due
minuti erano stesi ai fili, sedendosi poi sui materassi in mezzo ai campi come
se di nuovo fossero in casa: "Cosa faremo ora, dove andremo?".
Domande che hanno posto più volte allo stesso assistente sociale e alla Polizia
Municipale senza ottenere alcuna risposta, se non: "Ci dovevate pensare prima,
siamo venuti a dirvi dieci giorni fa che qui non potevate più stare".
Alina, donna incinta del terzo bambino, con il marito che ha adesso un contratto
di lavoro a tempo indeterminato, è in Italia da 10 anni. Le sue bambine di 6 e 9
anni sono nate in Italia e frequentano scuole italiane. Ha assistito con le sue
piccole per mano alla ruspa che distruggeva tutto, poi ha iniziato a camminare
tra i mobili accatastati e a controllare di aver preso tutto. Lei con suo marito
non ha chiesto il rimpatrio, ritiene di avere il diritto di stare in Italia,
dove il marito ha un lavoro garantito e dove le figlie possono istruirsi. "Ho
cercato più volte case - spiega - ma nessuno ce l'affitta, pur avendo uno
stipendio. E anche per le case popolari abbiamo ricevuto solo risposte
negative".
Florian, quarantenne, con moglie e un figlio di 10 anni, era presente al campo
perché in ferie. Fa il muratore in una ditta edile, parla ben l'italiano perché
sono anni che abita nel nostro territorio. Ha guardato composto, ma con le
lacrime agli occhi, distruggere la fatica impiegata per rendere una baracca
vivibile tanto da poterla chiamare casa. "Voglio avere una casa, una piccola
casa, pagare l'affitto e le tasse - dichiara Florian - non è possibile che il
Comune di Pisa non ci spieghi come fare per avere le case popolari, io sono un
lavoratore e lavoro sodo".
Mentre le ruspe sono al lavoro, un'altra donna, Teresa, cerca di portare fuori
dalla propria abitazione il minimo indispensabile mentre il marito si carica
sulle spalle il frigorifero e cerca di metterlo al sicuro. Si siede sul letto
con i suoi bambini di uno e 3 anni e aspetta, anche se non sa bene cosa non
sapendo dove andare. Fino alla fine ha cercato di difendere il forno a legna che
aveva costruito dicendo ai Vigili che stavano intervenendo "ma sapete che pane
buono fa quel forno?".
Un altro ragazzo, che non ci rileva il suo nome perché teme ripercussioni dove
lavora, anche lui con un contratto a tempo indeterminato ottenuto dopo anni di
sacrifici, afferma: "Dove dobbiamo andare? Spostarci poco più avanti su questo
stesso argine o forse, come ci hanno detto, andare San Giuliano. Ma cosa c'è a
San Giuliano? E' un Comune che fa i miracoli?".
Molte delle famiglie sgomberate hanno ripetuto, infatti, più volte anche agli
agenti della Polizia Municipale la stessa domanda: "Ci dite sempre di andare lì,
ma cosa c'è a San Giuliano, l'oro?".
Questa non sembra quindi essere la prima volta in cui esponenti della Polizia
municipale fanno simili affermazioni in quanto lo stesso capo della Polizia
Municipale, Massimo Bortoluzzi, fu protagonista di un simile episodio, che gli
costò numerose critiche e prese di distanze, in occasione della notifica di
sgombero di questo stesso campo rom nell'Ottobre del 2010.
Le operazioni di demolizione delle abitazioni di queste numerose famiglie è
durato per diverse ore e nessuna alternativa è stata data a queste persone. Solo
coloro che hanno accettato il rimpatrio sono stati trasportati alla Società
della Salute per firmare i fogli necessari alla procedura.
Donne, uomini e bambini sono così rimasti tutto il giorno a cercare di salvare
il salvabile tra le macerie, mentre materassi, coperte e molti altri oggetti
sono stati portati via e buttati per "scongiurare" che potessero riaccamparsi
nello stesso posto.
E così non avendo nessuna alternativa donne, uomini e bambini hanno dormito
all'aperto, sull'erba, poco distante da dove fino a ieri si trovavano le loro
abitazioni, mentre da ieri notte è stato attivato un presidio permanente della
Polizia Municipale per impedire nuovi insediamenti in quella stessa area.
Si è svolta così l'ennesima operazione di sgombero da parte del comune, senza
che però a queste famiglie sia stata data alcuna prospettiva concreta.
A quattro anni dal rogo di Livorno, il cui anniversario era proprio ieri, in cui
persero la vita quattro bambini rom, Lenuca (6 anni), Eva (12 anni), Danciu (8
anni) e Menji (4 anni), questa operazione appare altrettanto definitiva e senza
speranza per queste famiglie che adesso non hanno un luogo dove stare.
Lungo il confine con le famiglie rom - di Vittorio Gualtieri
I rom 'sfrattati' traslocano a Colignola E il paese si rivolta Dopo l'intervento dei vigili a Cisanello, hanno occupato un'area privata nel
territorio di San Giuliano. Raccolta di firme
Pisa, 13 agosto 2011 - UN NUOVO accampamento rom abusivo sta nascendo a Colignola: circa sessanta nomadi si sono trasferiti in un terreno di proprietà
privata tra via di Cisanello e via dell'Argine, in un'area compresa tra l'argine
e il fiume. L'arrivo non è passato inosservato ai residenti della zona che hanno
raccontato di aver visto una vera e propria carovana con auto cariche di
suppellettili e materassi. Tutto è successo la sera di giovedì e i rom quasi
certamente, come ha confermato anche il sindaco di San Giuliano Terme Paolo
Panattoni, fanno parte dell'accampamento sgomberato nei giorni scorsi dal Comune
di Pisa.
I campi abusivi pisani erano sorti negli ultimi mesi lungo la golena d'Arno di
Cisanello e contavano 85 persone, 45 delle quali avrebbero richiesto di aderire
al programma di rimpatri volontari assistiti. Gli altri con tutta probabilità
hanno semplicemente cercato un altro posto dove accamparsi, e quel terreno non
coltivato nascosto dietro a un canneto dev'essere sembrato perfetto. C'è anche
però chi riferisce che i nomadi non sono arrivati lì da soli e racconta di aver
visto «due persone non rom» accompagnarli e poi andarsene. E la posizione
decentrata del terreno, raggiungibile solo con una strada privata sterrata
sembrerebbe copnfermare l'ipotesi che a guidarli sia stato qualcuno che conosce
bene la zona, come suggerisce anche Panattoni.
«STIAMO concludendo — ha fatto sapere il sindaco sangiulianese — tutti gli
accertamenti rispetto alla migrazione di questo gruppo di persone da Pisa a San
Giuliano. Per quanto ci riguarda, in ruolo e responsabilità, faremo anche noi
tutto quello previsto dalla legge per liberare nel più breve tempo possibile la
zona occupata. Quella — ha concluso Panattoni — non è comunque una zona né
concordata né individuata per questo tipo di utilizzo e non sussistono, tra
l'altro, le minime condizioni igienico sanitarie previste dalle vigenti leggi».
Il proprietario del terreno, l'ingegner Carlo Centurione Scotto, ha
immediatamente sporto denuncia alla polizia municipale, che si occuperà di
inviarla alla Procura con allegata la relazione su quanto visto nei sopralluoghi
di giovedì sera e ieri mattina.
L'ARRIVO dei rom non è passato inosservato neanche in paese: ieri mattina alcuni
di loro hanno approfittato della fontanina in centro a Colignola per fare scorta
d'acqua. E già gli abitanti preparano le barricate, tanto che già ieri
pomeriggio c'era chi parlava di appendere degli striscioni per chiedere lo
sgombero dell'accampamento. «C'è parecchia agitazione in paese — riferisce un
residente —. La gente e i commercianti della zona parlano di promuovere una
raccolta firme e una fiaccolata se entro lunedì il terreno non sarà liberato.
Oltretutto poprio dietro l'argine dove stanno allestendo le prime baracche si
trova la piscina dell'albergo Eden Park: sono separati solo dalla pista
ciclabile». «Nel nostro paese — scrive un rappresentante dei residenti di
Mezzana e Colignola — molto spesso siamo protagonisti di spaccio e furti: circa
1 mese una famiglia è stata narcotizzata e derubata nella notte e stessa
dinamica qualche settimana.
Non ci sentiamo sicuri e per questo abbiamo scritto al Sindaco di San Giuliano e
a quello di Pisa, al Comandante dei Carabinieri e al Prefetto di Pisa affinché
questo campo sia smantellato in pochissimi giorni. Tutto ciò non significa
essere razzisti; si tratta anche di dare dignità a delle persone che non possono
vivere lungo una golena d'Arno piena di ratti e sporcizia. Invitiamo anche i
Carabinieri a rafforzare i controlli nel nostro territorio ormai da tempo
bersaglio di malcapitati». Panattoni e il vicesindaco Juri Sbrana assicurano
tempi brevi per liberare il terreno, ma, come si può immaginare, non è così
semplice. «Lo abbiamo saputo giovedì sera intorno all'ora di cena — dice Sbrana
—.
Il sindaco ha firmato l'ordinanza ma ovviamente da soli non possiamo muoverci:
non abbiamo abbastanza vigili e, oltretutto, molti di loro sono in ferie. E' un
problema generale e come tale sarà affrontato. In quella zona tra l'altro non
possono stare anche per motivi di sicurezza: a settembre cominciano le piogge
più abbondanti e il terreno si allaga, diventando molto pericoloso». Il prossimo
passo sarà quindi tentare un dialogo con i rom che hanno occupato abusivamente
il terreno di proprietà privata. Se non dovessero essere disposti a liberarlo a
quel punto dovrà essere effettuato lo sgombero forzato.
di CECILIA MORELLO
Appello obiezione di coscienza ai Vigili urbani di Pisa Sgomberare campi Rom non è una scampagnata estiva
Così sembra dai giornali (Il Tirreno in primis), leggendo la cronaca dell'ultimo
sgombero fatto a Cisanello, anche con l'intento di "truccare" la realtà dei
fatti e di occultare il dramma che stanno vivendo intere famiglie Rom della
città. I campi "abusivi" sono abitati da persone in carne ed ossa, con un loro
vissuto, fatto di sentimenti, di storie.. come qualsiasi essere umano. E' bene
ricordarlo agli amministratori della Società della "Salute" (??) e al sindaco,
convinto che montare o spostare delle video camere nei punti della città, sia la
stessa cosa di sgomberare Rom da un posto all'altro. No, non sono la stessa
cosa..
Ricuperiamo la forza di indignarci prima che sia troppo tardi, perché Pisa sta
raggiungendo il primato degli sgomberi a danno delle comunità Rom. So che gli
appelli che invitano codesta amministrazione alla tolleranza e al rispetto dei
più deboli servono a ben poco, anzi sembra gettino benzina sul fuoco: si
preferisce far mostra con disinvoltura di una politica del disprezzo verso i Rom
in particolare, che non ha precedenti nella storia cittadina.
Proprie due sere fa a Livorno, abbiamo fatto memoria della tragedia di Pian di
Rota dove morirono 4 bambini Rom, bruciati nelle loro povere baracche. Chi
guidava la preghiera ha ricordato che questo dramma è stato alimentato anche da
una serie di sgomberi, che quelle famiglie Rom Rumene hanno subito, prima a Pisa
e poi a Livorno! Essere costretti a sloggiare da un posto all'altro, dover
ricominciare sempre d'accapo, abbandonati da chi invece li doveva tutelare, per
poi finire a rifugiarsi in posti sempre meno sicuri.
Questi drammi hanno varie responsabilità, ma portano anche le firme delle
ordinanze di sindaci ed assessori, che poi recitano falsi teatrini di ipocrisia
e smielata compassione verso quelle vittime, che a volte loro stessi hanno
contribuito a provocare..
Faccio un appello rivolto al corpo dei vigili urbani di Pisa, riconoscendo il
loro prezioso contributo alla cittadinanza e che spesso non sempre è compreso a
sufficienza, un lavoro difficile e delicato, proprio perché sono spesso a
contatto con situazioni di disagio sociale e di differenti povertà umane, per
questo mi permetto di chiedervi di fare la scelta della obiezione di coscienza,
di fronte all'ordine di attuare quelle ordinanze di sgomberi di accampamenti Rom
che comporterebbero per quest'ultimi un peggioramento delle loro condizioni di
vita. Abbiate il coraggio di rifiutare ad eseguire quegli ordini, fate prevalere
il senso di umanità, fatelo anche in memoria di quelle non poche piccole vittime
Rom che abbiamo pianto in questi anni, a Livorno, a Milano, a Roma e in altre
città Italiane.
Sarebbe un segnale forte di umanità e di democrazia, non solo per la città
intera ma in particolar modo un messaggio di civiltà a chi ci governa.
Don Agostino Rota Martir - Campo Rom Coltano (PI) – 13 Agosto 2011