Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 08/03/2009 @ 09:39:16, in Italia, visitato 2033 volte)
Rom e Sinti: un libro da leggere, una cena da gustare, una festa da
provare
sabato 14 marzo
Auditorium San Fedele via Hoepli 3 a b MILANO (mappa)
h. 18.00
Presentazione del libro a cura di Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso
Vitale, I rom e l’azione pubblica. Pagine: 288. ISBN: 978-88-7039-0377. Milano,
Teti Editore
Fra gli autori saranno presenti:
Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi di Milano),
Alberto Giasanti (Università di Milano Bicocca),
Maurizio Pagani (Opera Nomadi di Milano)
Antonio Tosi (Politecnico di Milano)
Amun Sleem (Presidente della Domari Society di Gerusalemme).
Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca)
Discutono:
Giacomo Costa s.J.
Moni Ovadia
h. 20.00
Buffet a cura della Cooperativa Romano Drom.
h. 21.00 (Cine Teatro San Fedele)
Overture: Breve esibizione del maestro di fisarmonica Jovica Jovic e
presentazione del suo ultimo album Impronte nomadi (edizioni musicali Opera
Nomadi di Milano/SIAE).
Monologo: Dijana Pavlovic
Concerto: Roberto Durkovic e musicisti rom (special guest: Enrico Nascimbeni)
Nel corso della serata saranno raccolti fondi a sostegno della Domari Society,
associazione di Dom (i gruppi zigani del Medio Oriente) per solidarietà con le
famiglie zigane nella Striscia di Gaza.
Organizzato da: Opera Nomadi, Fondazione Culturale San Fedele,
Aggiornamenti sociali, Popoli, Consorzio SiR (Solidarietà in Rete)
Aiuto!!!
Cerchiamo un aiuto per pubblicizzare l'evento.
Cerchiamo persone che durante la serata ci aiutino a raccogliere i fondi in
solidarietà
INFO:
segreteria@operanomadimilano.org
Da
Mundo_Gitano
Messaggio di PROROM presentato nella sessione plenaria del secondo
Congresso Nazionale del POLO DEMOCRATICO ALTERNATIVO [Bogotá, D.C., 26, 27 E 28
febbraio 2009]
da ANA DALILA GÓMEZ BAOS, Rappresentante del popolo Rom nel Comitato Esecutivo
Nazionale del PDA
Ricevano tutti i delegati e delegate presenti in questo Secondo Congresso
Nazionale del Polo Democratico Alternativo (PDA) un saluto fraterno e libertario
a nome del popolo Rrom, meglio conosciuto come Gitano.
Con la nostra parola millenaria, forgiata lungo secoli di resistenze e lotte
contro la discriminazione, il razzismo, la xenofobia e la schiavitù, vi salutano
gli invisibili di queste terre, che nonostante vivano in questo paese dall'epoca
della dominazione ispanica, seguono ad essere sconosciuti e negati nei loro
diritti collettivi.
Tramite me, qui e ora, parlano le voci variopinte di un popolo che spinto
alla marginalizzazione e all'esclusione, si è visto obbligato a rimanere in
silenzio per lungo tempo. Quindi la mia voce in questo scenario, sono migliaia
di voci che vogliono farsi sentire per dire qui anche noi siamo presenti,
apportando alla costruzione di questo progetto di speranza in cui partecipano
altri popoli, altre lingue, altre culture, altri colori, altri modi di
pensare, infine, altri che son distinti dal nostro popolo però con i quali ci
siamo incontrati in questa proposta di costruire un paese dove entriamo tutti.
Quindi voglio che comprendiate che dietro il mio viso ci sono molti altri
visi, alcune volte tristi, a volte caricati di frustrazione e rabbia, però oggi
specialmente allegri di poter parlare davanti a questo nutrito auditorio dove
convergono le diversità di questo paese.
Il Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) di Colombia (PRORROM)
è sorto il 6 agosto 1998 col proposito centrale di rendere i Rrom visibili
davanti alla società nazionale e allo Stato colombiano e poter così richiedere
il riconoscimento pieno ed integrale dei nostri diritti collettivi, tra cui si
stacca, come uno dei più significativi, il nostro diritto alla libera
determinazione.
Il nostro collegamento al PDA si spiega perché qui stiamo incontrando scenari
adeguati per farci conoscere come siamo, nella nostra grandezza ma anche nelle
nostre debolezze, e per tessere alleanze con i popoli indigeni e afrodiscendenti,
con i movimenti sociali che si sono mutati in alleati della nostra causa. Non è
per caso, quindi, che il mio popolo sta partecipando al PDA.
Nella nostra instancabile ricerca di riconoscimento qui abbiamo incontrato
altri popoli e settori sociali che han fatto eco alle nostre domande, ragione
per cui possiamo dire senza dubbio che in molti dei visi di chi sta ascoltando
queste modeste e disordinate parole, possiamo davvero vedere visi conosciuti,
visi di altri Rrom. E' incontrandoci con voi che il nostro popolo può smettere
di essere una minoranza etnica, definita quantitativamente, per passare ad
essere un popolo soggetto di diritti a cui si riconosce, tra gli altri aspetti,
i suoi contributi al processo di configurazione di quella che oggi si chiama
Colombia.
Abbiamo visto che molti dei nostri princìpi che danno ordine e armonia alla
nostra vita quotidiana, si installano nei lineamenti che han dato forma e
contenuto a questo progetto politico e sociale che è il PDA. Il nostro popolo,
non occorre ricordarlo, si regge sulla solidarietà, la reciprocità, il mutuo
appoggio, la complementarietà degli opposti, la dispersione e l'orizzontalità
delle sue autorità, per un enorme attaccamento alla libertà ed all'autonomia...
tutti valori che pensiamo possano servire a questo progetto in costruzione
permanente com'è il PDA a misura dei nostri sogni e alla portata di tutti.
Rispetto al nostro popolo, sinora il PDA ha dimostrato di essere abbastanza
inclusivo, come richiesto ha garantito l'accesso e la partecipazione alle
principali istanze di direzione a rappresentanti del nostro popolo e della
nostra organizzazione. Senza dubbio, occorre dirlo, manca tuttora molto perché
all'interno del PDA si dia una vera democrazia di popoli e culture, cosicché si
rompa questo etnocentrismo di radice occidentale, sempre favorito in questo tipo
di organizzazioni e che finisce per imporre la sua logica ai popoli e culture
portatori di altre tradizioni della conoscenza.
I tre delegati di PRORROM presenti in questo Secondo Congresso Nazionale del PDA
- un donna, un giovane e un uomo - in questi due giorni hanno partecipato con
entusiasmo e convinzione, pensando quanto sia necessario preservare l'unità e
allontanare le minacce di divisione che a volte si sommano. In questo senso
abbiamo dispiegato tutte le nostre capacità magiche, eroiche ed inventive per
fare che questo sogno di speranza e futuro continui ad avanzare con fermezza,
trascendendo sempre le tensioni ed i conflitti che vengono presentandosi.
Contate sempre sui Rrom per aggiungere, mai per dividere. Contate su di noi per
rafforzare una proposta amplia ed inclusiva, però senza che questo significhi
cambiare sino al punto di smettere di essere quello che il PDA è stato sino a
oggi. Quindi, contate sul nostro popolo per continuare a costruire un progetto
politico e sociale che necessariamente dev'essere alternativo, progressista, di
sinistra... che renda possibile l'uso del socialismo magico in queste terre.
Per finire, un appello fraterno ai Senatori e Rappresentanti alla Camera del PDA:
Chi di voi vuole accettare la sfida storica di presentare, col nostro concorso,
un progetto di legge che dia al nostro popolo il posto che si merita nel paese e
che ci permetta di lasciare indietro questa atavica invisibilità?
Saluti e libertà!
Bogotá, D.C., 28 febbraio 2009.
PRORROM
Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) de Colombia
Correo-e: prorrom@gmail.com
"Yo no se qué tristeza o qué alegría me producen estas aves errantes a quienes
amparan el sol y la luna y el cielo y las estrellas y los árboles. Tristeza de
irse a todas horas. Alegría de renovar el horizonte a cada que los pájaros
cantan al alba. Alegría de no pesar sobre la tierra más de lo que pesa una yerba.
Tristeza de no tener Patria, ni raza, ni alero nativo" / (Tic Tac: 1913)
Di Fabrizio (del 07/03/2009 @ 09:35:09, in Italia, visitato 2216 volte)
Cronaca 06/03/2009
MAXI OPERAZIONE. Coordinata da Roma e Venezia ha coinvolto tutte le
province del Veneto
La questura: "Un semplice monitoraggio di routine" La comunità: "Censimento di
massa mai visto prima"
Sono arrivati all'alba. Almeno sei automobili della polizia, tra i dieci e i
venti poliziotti, armati di telecamere e macchine fotografiche, che hanno
iniziato a individuare e identificare tutti i presenti nel campo nomadi di
strada La Rizza 65, di Forte Azzano.
"Una normale attività di monitoraggio e di controllo", la definisce il capo
della Squadra mobile della questura, Marco Odorisio.
"Una schedatura di massa mai vista prima", controbatte don Francesco Cipriani,
il sacerdote che per conto della diocesi assiste spiritualmente nomadi, cura la
pastorale tra i Rom e i Sinti e da 39 anni vive in mezzo a loro, con una piccola
comunità di cui fa parte anche una delle maggiori teologhe italiane, Cristina
Simonelli, che ieri mattina era partita poco prima dell'arrivo degli agenti.
"Hanno fotografato tutti, compresi tre minorenni, di fronte e di profilo, con un
cartello in mano coi dati anagrafici".
"Le fotografie sono state fatte solo a chi ha rifiutato di fornire
documenti", sostiene invece Odorisio, "ai sedicenti". Ossia, a chi ha fornito
solo a voce le proprie generalità".
"Niente affatto", replica don Cipriani, "molti sono stati fotografati con le
carte di identità in mano".
Al di là delle versioni contrapposte, che non sia comunque una operazione
"normale" lo conferma indirettamente proprio il comunicato della questura, che
parla di "oltre 150 uomini della polizia, appartenenti a tutte le questure del
Veneto, alla polizia scientifica, ai reparti prevenzione crimine Veneto,
Liguria, Piemonte e Lombardia" e di "un controllo in 15 campi di nomadi giostrai
nelle province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso". Un'operazione
pianificata dalla Squadra mobile di Venezia e coordinata dal Servizio centrale
operativo della polizia, ossia da Roma, che, recita il comunicato, "ha
consentito di censire centinaia di giostrai, molti dei quali ritenuti dediti
alla commissione dei cosiddetti reati predatori".
Una mobilitazione massiccia che ha partorito un topolino dal punto di vista
della sicurezza, se è vero che c'è stato un solo arresto, quello di una
quarantacinquenne trovata a Cerea, P. C., che deve scontare una pena di "mesi
cinque e giorni ventotto di reclusione".
Colpisce, invece, nella comunicazione ufficiale la presenza del termine
"censire", che era evidentemente il vero scopo dell'operazione, e la
contemporanea assenza dei termini "rom" e "sinti", minoranze etniche alle quale
appartenevano tutti i cittadini italiani "censiti", quasi a voler
preventivamente nascondere un qualsiasi obiettivo di tipo razziale.
"Questa è invece un'operazione di polizia etnica", diceva in serata, in una
piccola manifestazione di protesta che, nonostante la pioggia, ha radunato una
ventina di persone davanti alla prefettura, Daniele Todesco, vicino a Migrantes,
l'organismo della Chiesa cattolica che si occupa di immigrazione. "E in una
struttura creata dal Comune nel 1989. Un domani che faranno? Verranno nelle
nostre case?"
"Se poi si parla di “giostrai”", precisa Elisabetta Adami, della comunità del
campo, "si dice una falsità. Perché qui nessuno lavora con le giostre e se lo
fece in passato non lo fa più da decenni".
Giancarlo Beltrame
Di Fabrizio (del 07/03/2009 @ 09:26:59, in Regole, visitato 1531 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Da
Futuroinsieme - 10 Gennaio 2009
Qualche mese fa, prima delle elezioni politiche in Romania, sono venuta a
conoscenza di una interpellanza sottoscritta da alcuni deputati PD (Soro,
Bernardini, Touadi, Minniti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Mecacci,
Zamparutti, Beltrandi, Burtone, Marrocu, Melis, Duilio) e presentata al Governo
italiano dalla deputata radicale Rita Bernardini (11 novembre scorso), affinché
sia garantito il diritto di voto ai cittadini comunitari.
Ero molto contenta che finalmente la questione del voto per i comunitari fosse
arrivata in Parlamento e che politici italiani si fossero decisi a darci una
mano…anche perché, in questo modo, pensavo tra me e me, avrei potuto
dare meglio il mio contributo alla causa…dell’integrazione dei miei connazionali
che vogliono vivere in Italia.
Il 17 dicembre 2008, presso la sede dei Radicali di Roma, dove ero presente
accanto ad altri miei connazionali, tra cui il sig. Decebal Tanase (in
rappresentanza della comunità zingara di nazionalità romena a Roma) e
rappresentanti della comunità polacca, ad una tavola rotonda organizzata ad
hoc , si è discusso insieme a giornalisti, docenti universitari, politici,
rappresentanti di associazioni, della messa a punto di una campagna di
comunicazione per i cittadini comunitari aventi diritto di voto in Italia:
“625.278 romeni, 90.218 polacchi, 40.163 tedeschi, 33.477 bulgari, 30.803
francesi, 26.448 britannici, 17.354 spagnoli…”.
Dal dibattito è emerso che manca totalmente l’informazione…, nemmeno i politici,
la maggior parte, non sono a conoscenza del grande numero di cittadini
comunitari aventi diritto di voto (circa un milione). Per parlare di
integrazione è importante fare la campagna d’immagine (Romania, piacere di
conoscerti), ma è più importante il diritto di voto e la partecipazione, sia
attiva che passiva, nonché la corretta informazione.
La soluzione, condivisa da tutti, è di far partire subito una campagna
comunicativa per informare i comunitari, compresi i rom, che hanno il diritto di
votare e che le amministrazioni devono agevolarli con tutti i mezzi. A tale
proposito, si è convenuto organizzare un convegno a Roma, previsto per il 23
c.m.
Molti zingari, alcuni provenienti dalla Romania, hanno la residenza nei campi.
Ma sono iscritti all’anagrafe? Sì! Bene, allora devono sapere che possono
chiedere la tessera elettorale e votare! E noi faremo di tutto per coinvolgerli
e portare loro le informazioni corrette su questo diritto, sancito dalla
legge, ma impossibile da esercitare.
E, a proposito degli zingari romeni, Sergio Bontempelli ha pubblicato una
spettacolare sintesi, che merita essere letta e diffusa per una migliore
conoscenza dell’altro… ma anche di se stessi.
Chi sono i Rom di Romania? “La stampa quotidiana e le televisioni ci hanno
abituati a parlare comunemente di questo fenomeno migratorio, ma non ci aiutano
a capirlo: così, quando si discute di «rom rumeni», a molti verranno in mente
ladruncoli, spacciatori, scippatori, violentatori di donne o rapitori di
bambini, e poco altro. [...] Nella campagna elettorale del 1946, il Blocul
Partidelor Democratice (alleanza elettorale guidata dal PC) indirizza agli
zingari uno speciale appello, «Fraţi romi şi surori romniţe» (fratelli Rom e
sorelle romnì), che invita a votare per il Blocul, e si impegna a
contrastare discriminazioni ed esclusioni contro le minoranze”.
Simona C. Farcas
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 16:01:53, in Italia, visitato 1793 volte)
Stasera a Milano alle 18.00 presso il cavalcavia Bacula (Ponte della
Ghisolfa) si terrà una
ronda sponsorizzata dalla Lega Nord contro i Rom che lì sotto vi sono
rifugiati, già minacciati di sgombero.
La Comunità di S. Egidio, i padri Somaschi e l'associazione Segnavia, Todo
Cambia, la Federazione Rom e Sinti insieme, il Naga con anche il loro camper,
l'Opera Nomadi, hanno organizzato in fretta e furia (causa i tempi strettissimi)
un presidio, silenzioso e nonviolento a protezione e difesa delle persone che li
vivono, perché a nessuno vengano strane idee e ci siano gesti inconsulti (dopo
l'incendio di mercoledì al campo di via Sarca).
Di seguito riporto il volantino che verrà distribuito stasera al presidio:
CHI NON CONOSCE LA VERITA’ E’ UNO SCIOCCO, MA CHI CONOSCENDOLA LA CHIAMA
BUGIA, E’ UN DELINQUENTE (Bertolt Brecht)
Supponiamo che ci sia qualcuno interessato a farti pensare che i rom
rubino, siano vandali e aggressori.. a costruire un problema e ingigantirlo
cosi tanto da farti credere che sia il problema fondamentale della tua vita,
per poi poterti dare una risposta non risolutiva ma che tu percepisci come
tale. Non daresti il tuo voto a chi ti risolve la vita? Ma questa ovviamente
è solo una supposizione...
De Corato ha annunciato lo sgombero di Bacula entro metà marzo, e la Lega ha
indetto una fiaccolata per essere sicuri che questa volta sarà fatto davvero.
“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Siamo a fianco dei cittadini”, dichiara
Salvini.
Anche noi siamo a fianco dei cittadini, anche dei rom.
Siamo il gruppo di Medicina di Strada del
Naga una unità mobile che si
occupa di salute e diritti. Da anni conosciamo queste persone e ne seguiamo il
peregrinare.
Nessuna vera possibilità di cambiamento, nessuna possibilità di
miglioramento delle condizioni di vita per chi in Italia ci abita da anni. Solo
slogan e azioni di forza, senza alternative, che mirano a far credere alla gente
di risolvere i problemi, per accaparrarsi voti creando paura e tensione.
Esasperazione diffusa e trasversale, quello che si ottiene.
Questi sono i fatti: a Bacula vivono 200 persone, tra cui 60 bambini.
Sono in Italia in media da 5 anni, alcune persone da oltre 10. Ci sono persone
che lavorano e bambini che vanno a scuola. Per loro nessuna possibilità di
accedere ad una casa, pochissime di avere un lavoro in regola, l’assistenza
sanitaria, l’accesso ai servizi.
Lo sgombero non è una soluzione. E non sarà un muro in più a cambiare le
cose.
Nel 2008 a Milano ci sono stati 22 interventi di sgombero cui si aggiungono le
60 operazioni del 2007 e i 350 allontanamenti dalle strade effettuati tra 2007 e
2008.
04.09.07: Da via San Donigi vengono sgomberati 159 rom romeni.
12.07: Cavalcavia Bacula. Le famiglie si trasferiscono a Via Bovisasca.
29.01.08 Sgombero in via Rubattino: 45 rom romeni.
02.04.08: Via Bovisasca. 750 persone di cui 280 bambini e 200 donne.
08.05.08: “Allontanamento volontario” di una centinaia di Rom Romeni.
04.07.08: Una settantina di rom romeni sgomberati da Bacula.
08.08.08: Circa 40 rom romeni sgomberati da Via Console Marcello: numerosi
bambini e alcuni uomini e donne con gravi malattie oncologiche e cardiache. Si
trasferiscono a Bacula.
Cosa significa uno sgombero?
- Per noi, solo un dispendio inutile di risorse ed energie: le condizioni
dei cittadini che vivono nel quartiere non cambiano e le zone sgomberate non
vengono “rivalutate” (Bovisa aspetta ancora che si inizi la bonifica!)
- Per i bambini: abbandonare la scuola dove lentamente avevano iniziato
un percorso di inserimento
- Per gli uomini: perdere il lavoro nella ricerca di un nuovo posto per
la famiglia
- Per tutti gli abitanti di Bacula: condizioni di vita sempre peggiori.
NON SGOMBERI INUTILI MA ALTERNATIVE CONCRETE
Sgomberare senza offrire alternative è una violazione dei diritti umani, è
un’azione inutile e controproducente.
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 09:31:09, in Europa, visitato 1837 volte)
Da
Roma_Daily_News (seconda lunga intervista tradotta in tre giorni! Sono contento
quando esempi positivi parlano in prima persona)
divers.ro 02/03/2009
Daniel Ganga è il primo diacono Rom ufficialmente ordinato dalla chiesa
ortodossa rumena e che si incaricherà dei Rom di Bucarest e Ilfov. Dopo 153 anni
dall'abolizione della schiavitù rom, il giovane prete dichiara che [...] non
incriminerà più e va verso una cultura ortodossa senza colore etnico.
Chiesa di tutti
Cosa le ha fatto dichiarare chiaramente e con fermezza la sua etnia entro
la chiesa ortodossa rumena?
Vengo da una famiglia dove la Chiesa e gli ordini ecclesiali sono sempre
stati presenti. Venendo verso la Chiesa non è stato difficile comprendere che
nelle nostre i Rom non sono molto presenti e non sono per niente apprezzati.
Pochissimo apprezzati! La maggior parte delle volte sono visti come
"credenti di seconda mano".
Perché?
Perché di solito gi altri ritengono che la Chiesa per i Rom è solo un posto
per mendicare. Inoltre, gli altri, a maggioranza, credono che i Rom non siano
ben iniziati, non fanno le regole. Non conoscono niente! E, nel migliore dei
casi, sono ignorati. Questo significa, se un Rom entra in chiesa, lo lasciamo
pregare se "si comporta come si deve". Viceversa, quando arriva alla
partecipazione alla vita ecclesiale, in ogni modo, gli altri sono riluttanti. Io
vengo da una famiglia dove andare in chiesa era una cosa normale e ho pensato di
fare qualcosa. Ho considerato che fosse mio dovere creare, se vogliamo chiamarlo
così, un "ponte" tra il popolo della Chiesa, dato che Dio ha creato la
possibilità di stare vicini e di conoscersi. Per puntare la loro attenzione sul
fatto che non è normale per i Rom essere messi in disparte e che la Chiesa
dovrebbe essere per tutti. Fortunatamente, succede che da qualche anno Sua Eminenza Padre Varsanufie, Vescovo vicario dell'Arcivescovado di Bucarest, ha
iniziato azioni che mi hanno sorpreso. Non mi aspettavo tanta buona volontà!
Che azioni sono?
Sto parlando del libro di preghiere tradotto in romanes. Ha appoggiato i
bambini rom che volevano andare in seminario. Ed ha anche tradotto la Santa
liturgia in romanes. Questo è assolutamente straordinario. Senza nessun
precedente nella storia della chiesa ortodossa rumena e nella nostra comunità,
che è una cosa fondamentale, in cui difficilmente avrei sperato. Pensavo che
sarebbe stato bello se qualcuno avesse tradotto la Santa liturgia della Romania
a questa gente, messa da parte, perché potesse ascoltarla nella sua lingua, la
sua lingua blasfema. Per molta gente, la lingua zingara suona male. Così, eccoci
qui, venerdì (si riferisce al 20 febbraio 2009, quando al Monastero Radu Vola di
Bucarest venne ordinato diacono con Liturgia bilingue rumena/romanes), ho
sentito le preghiere e le canzoni avevano una magnifica melodia e suonavano
davvero bene.
Nella parrocchia "Santi Romani della Domenica" di Ferentari, dove lei è
stato investito diacono, celebrerà in romanes?
[...] Dopo che spolvererò il mio romanes, dato che al momento non conosco
molto bene la lingua, la cerimonia sarà solo in romanes. Non esclusivamente! Ma
anche in lingua romanes.
Ha familiarità con la situazione dei Rom della parrocchia di Ferentari?
E' difficile dirlo perché non conosco il posto. Sono stato nominato lì solo
qualche settimana fa. Non conosco la situazione. Conosco qualcuno di Ferentari.
Ho lavorato anche con RomaniCriss e quando sono stato ripreso alla TV ho visto
come la gente vive lì. Zabrauti è un posto rappresentativo. Lì la gente vive in
case coniche di 4 metri o anche più piccoli. Vivono in sette, otto o anche dieci
persone assieme ai bambini. E' difficile capire che ci sia gente che vive così
da tanto tempo. E' un fatto che sono lì ed hanno bisogno di me per portare
attenzione sulla loro situazione, credo. Ho bisogno di motivarli a chiedersi
cosa succede con le loro vite e dopo queste domande, se vogliono qualcuno che
dica loro qualcosa sul Signore, sarò lì. Perché, secondo me, è normale che
qualcuno si chieda "chi sono?", "cosa mi succede?" e "dove vado?". E per me la
risposta è stata: sono un essere intelligente creato da Dio a sua immagine e
somiglianza, a cui sono state donate alcune qualità e fatto, come senso e scopo
dell'esistenza, per assomigliare a Dio. Per assomigliare intendo agire bene. Un
effetto della pratica delle buone cose, se possiamo chiamarle così, è vedere
l'altro, che può essere anche un Rom, ad immagine e somiglianza di Dio ed essere
contento della sua presenza. E dovrebbe essere contento anche della vostra
presenza.
Nella Chiesa siamo uguali
Non pensa che riconoscendola come il primo diacono rom per la sua
comunità, il patriarcato ortodosso rumeno abbia fatto un passo verso
l'integrazione dei Rom?
Possiamo chiamarlo un passo. Ma non verso l'integrazione. Non mi piace questo
termine. Integrarsi in cosa? Le persone sono esseri intelligenti, con la loro
volontà e personalità e integrandole si raggiungerà uno standard. Questo è come
la vedo. Il passo fatto dalla Chiesa è in qualche modo una riparazione. Poco più
di 100 anni fa i Rom erano schiavi nei monasteri. A quei tempi, la cosa era
naturale per la Chiesa. Ora le cose sono differenti e la Chiesa, intendo le
istituzioni tramite i suoi rappresentanti, è andata incontro ai Rom confermando
che non sono un gruppo separato di credenti, si pensa di considerarli che
possano camminare assieme verso Dio. Una chiesa senza Rom e una chiesa dove
siano lasciati in disparte, è espressamente una chiesa incompleta. La chiesa è
completa solo includendo tutti i membri che la comunità conta tra i suoi figli.
Solo così la Chiesa è completa e può andare di fronte a Dio come estensione del
lavoro del Salvatore. Perché LUI disse "andate ed insegnate a tutta la
popolazione!" Non ha specificato a chi! "Battezzato nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo!" Questo è il significato della Chiesa. E' così!
Nella chiesa siamo tutti uguali.
E questa è la ragione per cui lei è stato ordinato lo stesso giorno che si
commemorava l'abolizione della schiavitù rom in Romania, e non a gennaio, come
inizialmente deciso?
Sì. Sua Eminenza pensava fosse molto meglio organizzare questo momento
esattamente lo stesso giorno in cui celebriamo i 153 anni dall'abolizione della
schiavitù dei nostri antenati. Ecco qui! Posso considerare il gesto come un
ritorno della Chiesa, di buona volontà, di vicinanza. Dirò che nessuno può più
rimproverare la Chiesa di discriminare i Rom. Forse ci sono casi isolati, ma
fuori dalle regole della Chiesa.
Sono stato sorpresa di sentire che i Rom che vivono accanto a noi non
sanno niente dell'abolizione della schiavitù dei loro antenati (vedi
ndr). Cercherà di far
conoscere quei fatti storici a quelli con cui lavorerà assieme?
Naturalmente, è ciò che voglio. Ci proverò per quanto posso, con l'aiuto di
intellettuali, di chi vuole essere coinvolto in azioni simili, per raccontare ai
membri della comunità qualcosa sulla nostra storia. Sono in uno stato di
ignoranza verso la propria storia, perché non hanno mai studiato cose simili e
mai sono stati incoraggiati a farlo. Nei fatti, manca la volontà di studiare la
storia recente o antica dei Rom.
Vuole fare questa proposta all'ufficio catechistico della comunità rom
dell'Arcivescovado di Bucarest?
Sì, l'ufficio catechistico ha più obiettivi da raggiungere: costruire chiese
dove vivono i Rom, sviluppare programmi sociali per gli adulti, programmi
educativi e culturali per giovani e bambini. In quei programmi verranno
disseminati informazioni sulla storia dei Rom, in volantini, opuscoli, forse in
programmi radio e TV. Quanto a me, intendo andare nella comunità, sedermi tra
loro, parlare e fare cerimonie, atti liturgici e ricordare alla gente le nostre
attività come comunità. Voglio credere che sia un inizio per i Rom e a partire
da adesso sapranno che sono ortodossi e perché lo sono, specialmente cosa
significa essere ortodossi. Voglio chiamarli ad unirsi alle preghiere, cambiare
insieme le cose e se Dio, nella sua misericordia, ci permette, creare una
cultura ortodossa senza alcun colore etnico, una vita normale e Cristiana.
Daniel Ganga (29 anni) è stato ordinato Diacono il 20 febbraio, in
occasione della celebrazione dei 153 anni dall'abolizione della schiavitù
rom in Romania. Attualmente è redattore presso la stazione radio Trinitas
del Patriarcato Rumeno e coordina i progetti socio-caritativi e
socio-educativi dell'Arcivescovato progettati per le famiglie Rom. Ma,
attraverso una nuova nomina, coordinerà le attività per le comunità rom
dell'ufficio catechistico nella stessa istituzione. Nel contempo, servirà
come Diacono nella parrocchia "Santi Romani della Domenica" di Ferentari.
Mihaela Dumitrascu – DIVERS
Ricevo da
Marta Pistocchi
...al Cicco si replica, anzi si triplica!
Presa coscienza dell'affinità elettiva nata tra il Cicco e la muzika dei
Muzikanti, una miscela esplosiva che combina serate magiche ed ottima compagnia,
siamo lieti di invitarvi al concerto che si terrà SABATO SERA, dalle 22 circa,
al circolo arci Cicco Simonetta (via cicco simonetta 16 -
mappa)
Muzikanti di Balval in trio
Jovica Balval Jovic -fisarmonica
Marta Pistocchi -violino
Alessio Russo -batteria
(assente e non rimpianta, la "macchina del tempo")
per chi ancora non è venuto ottima è l'occasione di venirci a trovare, ed invece
chi ci è già stato, sa già perchè tornare!
vi aspettiamo rumorosi
marta
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 09:01:55, in Europa, visitato 2253 volte)
Da
Bulgarian_Roma
sofiaecho.com Photo: Georgi Kozhouharov - 2 marzo 2009
In Bulgaria, dall'inizio del 2009 200 bambini più giovani di tre anni sono
stati abbandonati. Lo riporta l'agenzia bulgara BGNES citando Elka Nalbantova
della fondazione Za
Nashite Detsa (Per i Nostri Bambini).
Ogni anno circa 1.500 neonati entrano nelle case sociali in Bulgaria, con una
permanenza media tra gli uno e i tre anni, ha detto la fondazione in una
conferenza stampa.
Ci sono circa 3.000 bambini sopra i tre anni di età nelle case sociali
bulgare. E' evidente che il numero dei bambini abbandonati stia aumentando.
Nalbantova ha detto che il 70% dei bambini nelle istituzioni sociali
sarebbero Rom. Ha detto che il 95% delle madri che hanno abbandonato i loro
bambini hanno cambiato la loro opinione dopo essere state contattate da un
assistente sociale. Ma questo non ha cambiato il fatto che la Bulgaria, tra
tutti i paesi UE, ha il più grande numero di bambini abbandonati sotto i tre
anni.
Nel 2007, il numero dei bambini abbandonati sotto i tre anni è stato
superiore a 2.000. Di questi, 1.787 erano figli di genitori singoli e 1.516 di
genitori senza lavoro. Nel 2007, solo 13 bambini sono stati dati in affido.
il 70% dei genitori non ha visitato i propri figli nelle case sociali, mentre
il 20% l'ha visitato una volta a settimana.
by Petar Kostadinov
Di Fabrizio (del 05/03/2009 @ 09:16:21, in media, visitato 1372 volte)
Scrive il blog
Gopk:
Ieri ho avuto un'interessante conversazione con due persone appena
incontrate, con cui è stato un vero piacere rimanere e parlare. Tra i diversi
argomenti che abbiamo discusso, siamo finiti sui Rom, e mi è successo di
comprendere che la mia conoscenza generale sugli Zingari è scarsa. O conosco
determinate tematiche, localizzate nel tempo e nello spazio sulla vita romanì, o
conosco davvero poco sul panorama generale, tanto che posso a malapena parlarne.
E' per questo che oggi sono rimasto impressionato da
questo video (categoria:
Marton), che illustra uno sguardo generale sui Sinti e Rom in Italia,
immigrati o no. Secondo me fornisce una buona sintesi su cosa stanno passando i
Rom in quel paese. Almeno qualcosa che possa compensare la mia mancanza di
capacità di descrivere le immagini complessive.
Di Fabrizio (del 05/03/2009 @ 09:00:22, in Europa, visitato 1466 volte)
Da
Romanian_Roma
Divers.ro 02/03/2009
153 anni dopo l'abolizione della schiavitù Rom, questo evento non ha eco
nella mente della gente comune. Il soggetto è importante specialmente per i
leader rom che considerano che l'inclusione sociale di questa minoranza non si
attuerà se i Rom verranno per sempre lasciati nell'ignoranza del loro passato e
futuro.
Sabato 20 febbraio, per curiosità sono passata da un negozio di fiori in
Iuliu Maniu Boulevards, a Bucarest. Volevo sapere se i Rom, quelli a cui vivo
accanto, sanno dell'abolizione. Un'anziana signora, vestita con abiti spessi
ed un foulard, stava vendendo fiori. Le ho chiesto: "Lei è Rom?" e mi ha
risposto positivamente. Allora ho continuato: "Lei sai cosa significa il 20
febbraio per i Rom di Romania?"
"Non sappiamo, ragazza, non lo sappiamo! Ma se lo sapessimo, ci darebbero
qualcosa?" mi ha risposto la donna mentre fumava una sigaretta. Ho provato
un'altra volta con due bambini rom. Una andava alla scuola primaria ed il
secondo a quella secondaria. Lo stesso risultato "Non sappiamo!"
"Il 20 febbraio ha un significato speciale per la comunità rom" ha detto sua
Eminenza Varsanufie Prahoveanu, Vescovo Vicario dell'Episcopato di Bucarest,
presente all'ordinamento del primo Rom diacono, nominato per occuparsi dei Rom
di Bucarest e Ilfov. "In questo giorno, 153 anni fa, a schiavitù Rom venne
abolita dal governo, terre borghesi o monasteri," ha ricordato sua Eminenza.
Quanto può essere importante un documento diplomatico firmato nel 1856 per
cui una popolazione condannata alla schiavitù diventa libera, se i suoi
discendenti non ne sono a conoscenza? E nel caso lo fossero, quanto sarebbe
rilevante oggi per il resto della società, se i loro diritti e bisogni non
vengono rispettati?
Mihaela Dumitrascu – DIVERS
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