Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 23/03/2009 @ 09:02:34, in Europa, visitato 1272 volte)
Da
Czech_Roma
©
The Prague Daily Monitor
I residenti di Janov osservano da un balcone, mentre gli estremisti
marciano per le strade. (ČTK)
15/3/2009- Domenica circa 60 supporter e rappresentanti del Partito dei
Lavoratori (DS) di estrema destra hanno marciato nell'insediamento di Janov,
abitato soprattutto da Rom, ma non è stato riportato nessun incidente. L'azione
era controllata dalla polizia che ha trattenuto due persone. Uno di loro prima
dell'evento stava attaccando illegalmente dei manifesti. Gli estremisti hanno
anche presentato il loro sindaco ombra della città. Dice il partito che la sua
carica è un'espressione del disaccordo del DS su come il comune di Litvinov ha
affrontato la situazione a Janov. Il sindaco ombra è Vladan Renak, 33 anni,
insegnante di scuola secondaria, che non è un membro del DS. Afferma di ritenere
che niente cambierà nella città senza il DS. La città è malata, ha detto, la
cura sarà lunga, ma radicale ed effettiva.
Il sindaco di Litvinov, Milan Stovicek, ha detto che il DS cancella problema
dell'insediamento che il municipio sta già risolvendo da tempo. La leadership
del partito ha annunciato di avere fondato l'associazione civica Gioventù dei
Lavoratori, tra i 15 e i 35 anni di età, come reazione alla presunta grave
risposta alle sue azioni. Secondo la loro pagina web, il raggruppamento sposa il
nazional socialismo e rigetta il capitalismo e il comunismo. Dopo una delle
azione del DS a Litvinov l'anno scorso, i suoi partecipanti avevano marciato
verso Janov. L'evento era terminato in duri scontri tra centinaia di radicali di
destra ed i poliziotti, lasciandosi dietro diversi feriti da ambo le parti.
Circa 6.000 persone vivono a Janov, dove persone socialmente deboli sono state
spostate da varie parti del paese. Molti sono disoccupati e indebitati. Il
governo voleva che il DS fosse bandito, ma il Tribunale Amministrativo Supremo
ha deciso all'inizio del mese che le prove presentate dal governo erano
inconcludenti ed ha rigettato la proposta.
Di Fabrizio (del 23/03/2009 @ 09:26:25, in Italia, visitato 1859 volte)
di Domenico Pizzuti
Le "politiche"- in senso anglosassone – in generale ed in particolare quelle di
integrazione ed inclusione sociale dipendono dalla definizione delle situazioni
da parte degli attori istituzionali e sociali. Non significa la stessa cosa
definire una popolazione "minoranze senza territorio", portatori di diritti e
doveri riconosciuti da norme internazionali, "nomadi" stereotipo da verificare o
"Rom", non riconosciuti in Italia come minoranza linguistica, "etnonimo" che
nella lingua "romanes" significa "uomo" e comunque portatori di diritti
universali. Il sito del Ministero dell'Interno li usa in maniera
interscambiabile, ma non l'ordinanza n. 3678 del presidente del Consiglio dei
ministri 30 maggio 2008 che conteneva "Disposizioni urgenti di protezione civile
per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di
comunità rom nel territorio" delle regioni Lombardia, Lazio e Campania, che in
seguito al censimento effettuato nelle tre regioni per lo meno numericamente non
si è rivelato tale. (Il totale "nomadi" censiti dalla Prefettura di Napoli è
pari a 2.784).
Insieme ad altre categorie sociologiche che definiscono la condizione di
queste comunità rom sul territorio (marginalizzazione, ghettizzazione,
segregazione, esclusione, stigmatizzazione), si rivela utile anche ai fini di
valutazioni di progetti e proposte di ricollocazione delle comunità rom nello
spazio sociale la categoria sociologica di "distanza sociale" ripresa in alcune
recenti ricerche sociologiche, che ha un ruolo fondamentale nella produzione e
organizzazione dello spazio sociale. La costruzione dei gruppi sociali – e di
conseguenza le relazioni che tra questi si instaurano - è il risultato di
processi di distanziamento, che aprono o chiudono possibilità di relazione tra i
soggetti, e producono o meno un certo livello di distanza tra questi. "Per
distanza sociale si intende l' indisponibilità e la chiusura relazionale – di
intensità variabili – di un soggetto nei confronti di altri percepiti e
riconosciuti come differenti sulla base della loro riconducibilità a categorie
sociali. Essa è la risultante dell'intreccio dinamico di fattori dislocati su
tre differenti dimensioni dello spazio: fisico, simbolico e geometrico" (V.
Cesareo, La distanza sociale. Una ricerca nelle aree urbane italiane,
FrancoAngeli, Milano 2007, 11). I fattori fisici sono relativi alla concreta
collocazione dei soggetti sul territorio ed ai luoghi dove si svolge la loro
vita quotidiana. Nel caso dei Rom e romeni periferie di periferia come per i
campi di Scampia e Secondigliano, o adiacenze del cimitero di Poggioreale (S.
Maria del Pianto), o fabbriche dismesse come in via Maddalena o sotto i ponti
nell'entroterra napoletano. I fattori simbolici sono costituiti dalle categorie
che il soggetto, insieme a quelle già cristallizzate all'interno della cultura in
cui è inserito, costruisce e utilizza nella conoscenza della realtà sociale e
nella identificazione riconoscimento dell'altro, nel nostro caso nomade, rom,
extracomunitario, neocomunitario e così via. I fattori geometrici (ad esempio la
distinzione tra centro e periferia), sono i punti di contatto tra spazio fisico
e spazio simbolico. La diversa collocazione nello spazio urbano dei cosiddetti
"campi nomadi", anche a breve distanza quelli di Scampia e Secondigliano, può
essere conseguenza di una persistente segregazione sociale che gioca un ruolo
non secondario nella stessa organizzazione fisica della città. .
E' chiara la valenza di questa categoria di "distanza sociale" anche per la
valutazione di progetti e proposte riguardante la ricollocazione delle comunità
rom nello spazio sociale dell' area napoletana, in riferimento al contributo o
meno al superamento della distanza sociale tra abitanti indigeni ed allogeni. E
nel contempo serve a svelare non solo interessi di istituzioni ed
organizzazioni, ma i fattori simbolico-culturali soggiacenti a tali proposte ed
alla politiche si vogliono adottare per la "protezione civile" in senso pieno
delle comunità Rom sul nostro territorio.
Perciò ben vengano proposte che mirano a diminuire la distanza sociale con
idonee progettazioni di riqualificazione urbanistica, come "Linee guida e
progettualità integrata per il superamento dei campi rom a Scampia, e la
riqualifica dell'area indicata all'art. 132 norme di attuazione Dpgr 323/04
Variante Prg e zone limitrofe", presentato dall'Associazione di promozione
sociale "Chi rom e…chi no" Onlus nel convegno di ieri "I rom tra stato di
diritto e stato di eccezione. Proposte di trasformazione urbana". Prevede che
l'area in questione, come da piano regolatore, sia destinata al vantaggio del
quartiere e dell'intera città e dotata di servizi e strutture necessarie per la
crescita ed il miglioramento delle condizioni di vita di tutte le persone, in
primo luogo di quelle che vivono nel quartiere, realizzando la convivenza di
italiani e rom.
La cultura anche politica napoletana, al di là di consuete prassi e politiche
emergenziali e per di più senza partecipazione democratica di attori coinvolti o
interessati nell'ambito delle stesse politiche sociali, ha bisogno di nuove idee
cioè di innovazioni culturali che si traducono in proposte e progetti di
fattibilità con la volontà politica di attuarli. Ne acquista la nostra civiltà
ed umanità!
del 19-03-2009 num. 053
Naviglio Piccolo Associazione culturale senza fini di lucro
Viale Monza 140 I Piano - MILANO
(M1 Gorla - Turro)
Giovedì 26 Marzo - ore 21.00
Conversazioni sul jazz e il suo futuro
Django Reinhardt
e lo stile manouche
Jean Baptiste "Django" Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 – 16 maggio 1953)
chitarrista belga, di etnia
sinti. Dopo un lungo girovagare in varie nazioni europee e nordafricane, la sua
carovana si fermò alla periferia di
Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera. Quando
aveva solo diciotto anni,
Reinhardt, il quale aveva già iniziato una carriera da apprezzato banjoista,
subì un grave incidente: un incendio
divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e
del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della
chitarra jazz. Infatti, a causa della
menomazione alla mano sinistra, Reinhardt dovette abbandonare il banjo e
cominciò a suonare una chitarra che
gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita
atrofizzate, o forse proprio grazie a tale
limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto
particolare che ancora oggi lascia di
stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e
l'originalità espressiva. In breve tempo era
già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia. A metà degli anni
Trenta, Reinhardt e il violinista
Stéphane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne
presto famoso, grazie anche
all'appoggio dell'Hot Club de France, una delle prime associazioni di promozione
del jazz in Europa. Sull'onda di
questo successo Reinhardt si rivelò come uno dei musicisti europei più
talentuosi nel jazz tradizionale. Subito
dopo la Seconda Guerra Mondiale, venne invitato negli Stati Uniti da Duke
Ellington, che lo presentò come ospite
in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York. Con
l'avvento del bebop, Reinhardt diede
ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani
memorabili con la chitarra elettrica: la poesia
Manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle
pagine più originali del jazz
dell'epoca. Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi
ultimi anni, forse anche per le cattive
condizioni di salute; la sua decisione di non consultare medici, per paura delle
iniezioni, gli costò la vita. Reinhardt
è ricordato sia come un eccezionale virtuoso del proprio strumento, sia come
compositore fertilissimo. Inoltre,
numerose leggende nell'ambiente jazzistico ne descrivevano la particolarissima
forma mentis, in parte derivata
dalle sue origini zingaresche.
Fa da guida alla serata, Peppo Delconte con la collaborazione di Franco Baglietti.
Peppo Delconte, socio di Naviglio Piccolo, giornalista specializzato nel settore
musica e spettacolo, autore di
alcune pubblicazioni sul jazz e direttore responsabile della rivista culturale
Nostos. Inoltre è tra i fondatori del
Jumpin' Jazz Club di viale Monza 140.
Quote di partecipazione ad ogni incontro:
- Normale
€ 2,00.
- Soci di Naviglio Piccolo
€ 1,00.
- Per chi si associa al momento
gratuita
- Quota associativa a Naviglio Piccolo
€ 15,00
Informazioni: www.navigliopiccolo.it
- email naviglio.piccolo@navigliopiccolo.it
Da
Roma_Francais
"Il Collettivo della Giornata Mondiale dei Rrom" organizza una Settimana
della cultura rromanì attorno alla giornata dell'8 aprile, giorno che simbolizza
l'emancipazione del popolo rrom. Quattro associazioni rrom hanno iniziato nel
2005 la celebrazione dell'8 aprile in Francia. Non solo, circondate ad ogni
edizione da nuovi partner, continuano a fare di ogni 8 aprile un'occasione
privilegiata di riconoscimento e di dichiarazione dell'identità rromanì come
parte essenziale dell'eredità culturale europea e mondiale.
Per questa quinta edizione, il Collettivo organizza una Settimana della
cultura rromanì dal 3 al 10 aprile (www.rromaniday.info),
con iniziative a Parigi, Saint-Denis, La Courneuve et Montreuil. [...]
La voix des Rroms , Rromani Baxt, Ternikano Berno, Centre Aver contre le
racisme
Di Fabrizio (del 24/03/2009 @ 09:44:05, in Europa, visitato 2047 volte)
Ricevo da RomNews Network
http://spring96.org/en/news/27114/
Il 5 gennaio il dipartimento di polizia distrettuale Partyzanski di Minsk ha
trattenuto oltre 80 rappresentanti della minoranza zingara nel sobborgo di
Stsiapianka, prendendo loro le impronte.
Tutti i trattenuti sono stati fotografati per gli archivi della polizia. I
trattenuti accusano la polizia di ostinatezza ed illegalità. Una di loro ha
detto che alle 8.30 di mattina ha fatto irruzione nella casa dove vive la sua
famiglia. "Non hanno bussato. Correvano e buttavano giù tutto gridando: -A
terra, puttane!- Abbiamo dovuto stare sdraiate sul pavimento per circa 40' quasi
nude, visto che molte di noi stavano dormendo quando tutto è iniziato."
"Poi hanno iniziato a cercare senza mostrare alcun mandato. Non ci hanno
nemmeno detto che erano della polizia. Hanno chiesto ad una anziana dove tenesse
l'oro. Poi ci hanno fatto mettere in fila e ci hanno messo sul loro
furgone..." ha detto una delle vittime.
"Tutti i vicini ci guardavano... Ci hanno portato alla polizia dove c'erano
già circa 70-80 zingari. Ci hanno detto che volevano prenderci le impronte e poi
ci avrebbero lasciati. Siamo tornati a casa soltanto alle 16. Ci hanno detto:
-Avete sentito dell'azione terroristica?- Ora stanno facendo di noi dei
terroristi", ha aggiunto.
Alcuni sono stati trattenuti mentre erano fuori casa. "Mentre stavo portando
la macchina fuori dal cortile, tre persone mascherate hanno bloccato la strada.
Mi hanno tirato fuori, sbattuto nella neve e hanno iniziato a picchiarmi. Ho un
occhio nero e mi hanno fratturato la gamba", ha detto un altro trattenuto.
"Abbiamo detto alla polizia che che avremmo protestato contro di loro. Ci
hanno risposto che allora la prossima volta avrebbero trovato della droga al
nostro posto e che avrebbero tenuto raid simili ogni mese", ha detto.
Kalinin Nicolas
Delegate in European Roma Travelers Forum
+375296575463
Da
Roma_ex_Yugoslavia
17 marzo 2009
Il Ministro del Lavoro e del Welfare serbo intende ricollocare 62 famiglie
rom che attualmente vivono in un insediamento illegale sotto il ponte di Gazela
a Belgrado, nel paese di Vranje nella Serbia meridionale, nonostante le proteste
delle autorità locali.
La nota del ministero diretta al sindaco di Vranje, e che Balkan Insight ha
avuto l'occasione di leggere, dice che "il ricollocamento di queste famiglie è
una priorità" e che "dev'essere eseguito in conformità alle disposizioni in
materia di sfratti" stabilite dalla Banca di Investimento Europea e dalla Banca
Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, che hanno finanziato un prestito per
la ricostruzione del ponte di Gazela.
"Le autorità locali non concordano con quest'ordine del ministero, tuttavia
stiamo subendo forti pressioni affinché ci adeguiamo", ha dichiarato a Balkan
Insight Branimir Stojancic, ministro delle Politiche per il Welfare a livello
locale a Vranje.
"Ci viene chiesto di organizzare il trasporto dei Rom a Vranje da soli, ma al
ministero non interessa dove queste persone vivranno o di che cosa" ha aggiunto.
Secondo Stojancic, la decisione rappresenta una discriminazione ad opera di chi
vive nella capitale, e la ricollocazione dei Rom metterà in pericolo il loro
fondamentale diritto umano di poter scegliere autonomamente dove vivere.
"Il luogo di residenza di questi rom è Vranje, ma essi hanno il diritto di
scegliere da sé dove vogliono vivere. Sono arrivati a Belgrado molto tempo fa,
sperando di riuscire a farsi una vita migliore", dice Stojancic.
Il ministero ha stabilito che delle 175 famiglie che vivono sotto al ponte, 113
possiedono i requisiti per ricominciare la propria vita in un luogo diverso di
Belgrado. La nota che il ministero ha inviato alle autorità di Vranje stabilisce
che le restanti famiglie non possono invece restare, poiché ciò "incoraggerebbe
ulteriori migrazioni verso Belgrado, esercitando una pressione inaccettabile sul
Welfare della città e sulle sue politiche residenziali".
Ma Stojancic sostiene che il ministero non abbia un piano per aiutare le
autorità locali che dovrebbero accogliere le famiglie ricollocate.
"Il paese di Vranje ha un budget annuale per il Welfare che ammonta a 800.000
Euro, ricavati da un budget totale di 18 milioni di Euro, ed i Rom rappresentano
il 70% degli utenti del Welfare. Semplicemente, non possiamo farci carico di
queste 62 famiglie", dice Stojancic.
Mile Bajramovic, presidente dell'Associazione Civile
Rom, ha dichiarato che questo è il classico caso di discriminazione verso i Rom.
"La decisione presa dal ministero va contro il suo stesso fondamentale ruolo di
regolatore del Welfare e del Lavoro. Di cosa vivrebbero quelle persone, una
volta tornate a Vranje?" si chiede.
"Vengono cacciati da Belgrado, nonostante siano gli stessi rom a provvedere alla
pulizia della città. Temo che qualcuno possa arrivare a decidere di espellerci
dalla stessa Serbia", dice Bajramovic.
I Rom in Serbia sono circa 150.000, ed hanno ricevuto lo status di minoranza nel
2002. Gran parte degli osservatori ritiene che i Rom siano il gruppo etnico
economicamente e socialmente più vulnerabile in Serbia.
La popolazione di Vranje, paese a 350 kilometri a sud di Belgrado vicino al
confine col Kosovo e la Macedonia, è di 88.000, il 10% dei quali è Rom. La
Serbia meridionale è considerata una regione impoverita, con parametri economici
inferiori alla media della repubblica.
"Il ministero vuole portarci nuovi casi da Welfare di cui noi non possiamo
occuparci. Se insistono nel portare avanti tale politica, perché non ordinano
anche a tutti i nostri scienziati, professori, uomini d'affari e agli altri
cittadini di Vranje che vivono a Belgrado di tornare in paese?", si chiede
Stojancic.
Contattato da Balkan Insight, il Ministero del Lavoro e del Welfare ha
dichiarato che il progetto è solo alla sua fase iniziale e che gli incontri coi
rappresentanti delle autorità locali in merito all'argomento devono ancora
cominciare.
Di Fabrizio (del 24/03/2009 @ 11:52:15, in lavoro, visitato 3171 volte)
Se vuoi sostenere questo appello rispondi al mittente
sostienipijatsromano@tiscali.it
con nome e cognome, domicilio e attività. Grazie.
SOSteniamo Pijats Romanò
Al Sindaco di Roma Gianni Alemanno
Al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo
Al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti
Ai Presidenti dei 19 Municipi del Comune Roma
CHIEDIAMO:
· CHE IL PATRIMONIO RAPPRESENTATO DAI PIJATS ROMANO’ NON VADA PERDUTO
· CHE VENGANO AUTORIZZATI I PIJATS ROMANO’ DEI VARI MUNICIPI
· CHE SI SVILUPPI UN PERCORSO CHE PORTI ALLA COSTRUZIONE DI UN UNICO GRANDE
(BARO’) PIJATS ROMANO’ CITTADINO CHE RIUNIFICHI PERIODICAMENTE IN OCCASIONI
SIGNIFICATIVE LE VARIE MANIFESTAZIONI MUNICIPALI
CHE COS’E’ PIJATS ROMANO’
Pijats Romanò è una manifestazione culturale con esposizione di produzioni
artigianali tipiche della cultura Rom/Sinta e di usato riciclato.
L’attività mercatale, svolta in modo non professionistico, con vendita di
manufatti frutto dell’ingegno e delle abilità tradizionali viene svolta da
sempre dai Rom/Sinti anche se in modo non normato, spontaneo.
Sicuramente questa abilità dei Rom/Sinti nel commerciare è stata favorita
storicamente dal nomadismo e dalla necessità di costruire uno sbocco sul mercato
ai tipici manufatti artigianali unitamente al commercio dei cavalli, una
attività praticata da sempre.
E’ dalla conoscenza e consapevolezza di questa secolare competenza e
professionalità nell’arte del commercio che a Roma le Comunità Rom e Sinti
insieme all’Opera Nomadi ed alle cooperative Phralipè e Romano Pijats
hanno dato vita ai Pijats Romanò. Nella lingua romanì Pijats
significa appunto mercato, ma anche piazza a ricordarci che il
mercato Rom/Sinti non è un mercato come tutti gli altri ma, potremmo dire, un
vetrina di una molteplicità di prodotti, frutto delle abilità artigianali nella
lavorazione dei metalli e dei tessuti, ma anche riutilizzo, riciclo e riuso di
tutta una serie di beni che l’attuale società consumista presume, troppo
velocemente e a torto, vecchi e inutili.
ALCUNI CENNI STORICI
Se i Rom/Sinti da sempre commerciano, a Roma troviamo i primi mercati Rom
AUTORIZZATI negli anni ‘90 a Spinaceto (XII Municipio) e a Casilino 700 (VII
Municipio). Successivamente una ulteriore esperienza è stata sviluppata sempre
in VII Municipio a Piazza San Felice da Cantalice.
Ma sicuramente è con l’edizione del mercatino Rom in V Municipio dapprima di Via
di Casal Tidei e successivamente a Via di Cervara 200 (un progetto sostenuto
anche dalla Provincia di Roma) che questa manifestazione trova una sua stabilità
sul territorio romano e diventa un vero lavoro regolare per decine e
decine di capifamiglia Rom/Sinti.
Un lavoro vero che sfata il pregiudizio che vorrebbe queste comunità inoperose,
che produce un reddito onesto e che da la possibilità di risiedere legalmente
sul nostro territorio attraverso il rinnovo del permesso di soggiorno altrimenti
impossibile con le normative in materia di immigrazione via via affermatisi.
Nel frattempo altri mercatini sono stati sviluppati come quelli del XII
Municipio in Piazzale militari caduti nei lager ma soprattutto con i Pijats
Romanò del VII e dell’XI Municipio rispettivamente nell’area parcheggio di
Via Collatina (di fronte a Via Zanibelli poi spostato in Via Longoni) e
nell’area di Via Lungotevere Dante (traversa Viale Marconi). Questi due ultimi
nati dal recupero di due aree estremamente degradate che l’Assessorato alle
Politiche Sociali e il V Dipartimento del Comune di Roma hanno risanato.
Successivamente sono stati attivati quelli del V Municipio a Via Mirtillo, dell’VIII
Municipio in Viale Tor Bella Monaca (e successivamente Grotte Celoni), del XV
Municipio a Corviale e, infine del IV Municipio a Piazzale Flaiano (una edizione
definita IntegraROMa).
Da segnalare inoltre che espositori Rom e i Sinti partecipano ai mercati di
Porta Portese e di Porta Portese 2 e quelli nati spontaneamente a ridosso di
alcune comunità (come a Via Boccea e a Via Cesare Lombroso).
Purtroppo negli ultimi periodi molte di queste iniziative sono state sospese (a
tutt’oggi sono attivi solo i mercatini Rom del IV e del VII Municipio) e il
problema della ricerca di ulteriori aree dove poter svolgere tale attività non
significa tanto allargamento di questa attività ma presupposto indispensabile
per l’esistenza della stessa. Questo perché, per poter funzionare, l’attività
mercatale dei Rom/Sinti ha bisogno di un numero determinato di posti che
impediscano che, una massa sproporzionata di venditori si riversino sui
pochissimi mercati funzionanti, facendoli così collassare data l’esiguità
dei posti disponibili rispetto all’alto numero di Rom e Sinti che vogliono
svolgere questa attività in modo regolare.
Bisogna poi comprendere che un popolo che non concepisce separazioni, barriere e
confini nazionali è difficile che si adegui spontaneamente ai confini municipali
con cui attualmente si svolgono i mercatini Rom.
La costruzione dei Pijats Romanò a livello municipale è stata una scelta
importante perché ha permesso un radicamento di queste attività sul territorio
ed ha sollevato i singoli municipi dalla complessità cittadina dei mercatini rom
(ad esempio ai tempi di Casal Tidei tutte le Comunità Rom/Sinte di Roma
premevano per partecipare a questo unico mercato esistente con le conseguenze
negative che tutti possiamo ricordare e immaginare).
Crediamo però pure che dopo questo tirocinio municipale si possa immaginare
anche la costruzione di un Romano Pijats cittadino con caratteristiche e basi
nuove e l’inserimento di singoli venditori/espositori Rom e Sinti nei mercati
rionali e domenicali esistenti.
PIJATS ROMANO’: UN MERCATO MA ANCHE UNA PIAZZA
Come abbiamo già detto il mercatino Rom ha molteplici caratteri e funzionalità:
Carattere economico
I Rom ed i Sinti da sempre praticano la compravendita riciclano materiali usati
e sviluppano attività artigianali (rame, ferro, vestiario tradizionale,
bottiglie decorate e bonsai).
Tali attività possono avere impulso e sbocco solo con i mercati. Nello stesso
tempo l’attività mercatale è importante perché:
- permette loro di preservare le loro caratteristiche di famiglia allargata;
- è in sintonia con la loro concezione del tempo e dello spazio,
- valorizza le loro attitudini artigianali ed autoimprenditoriali.
I Rom e i Sinti naturalmente si sentono artigiani e commercianti e
praticano questa attività perlopiù in modo spontaneo (abusivo).
Carattere sociale.
Per abbattere il muro dei pregiudizi e degli stereotipi legati all’immagine
negativa dei Rom, Sinti e Camminanti che vivono di espedienti, che rifiutano il
lavoro soprattutto inteso come valore, e distaccati da un inserimento sociale,
occorre riconoscere la profonda modificazione che sta avvenendo all’interno
della cultura di questo popolo. Modificazione culturale presente in tutte le
comunità Rom/Sinti, ma evidentissima nei Rom, Sinti e Camminanti italiani:
soprattutto per l’attuale scolarizzazione dei minori, la ricerca di istruzione
anche tra fasce di età adulta, l’avvicinamento ad una possibile formazione
professionale congeniale alla loro potenzialità.
L’istruzione e la formazione con qualifiche professionali definite, diventano il
primo strumento utile per abbattere il muro di pregiudizi che porta a vere
discriminazioni etniche.. Esse aprono prospettive per nuove possibilità
occupazionali, legate alle peculiarità originarie di ogni gruppo, sia esso
costituito da Rom, Sinti o Camminanti.
Alla luce della crisi che in questi ultimi decenni ha investito la possibilità
dell’indipendenza economica dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti, in seguito a
vari fenomeni (primo fra i quali il venir meno della civiltà contadina) appare
opportuno formulare concrete proposte che possano contribuire a conseguire un
inserimento significativo nell’assetto produttivo.
Proposte che mirano a valorizzare le potenzialità presenti in queste comunità
rispettando i loro valori. Tutto ciò, sia promuovendo e ridefinendo i saperi
artigianali e comunque tradizionali, sia individuando nuove prospettive
occupazionali e produttive compatibili con le trasformazioni in atto nel mondo
dei Rom, Sinti e Camminanti.
La necessità e l’urgenza nell’affrontare con questo spirito il problema del
lavoro, non risponde solo alla logica di una politica occupazionale; essa assume
invece, nel caso specifico, una grande importanza, anche perché costituisce una
grande occasione di riscatto dall’emarginazione, di prevenzione e superamento
della devianza, di sviluppo e autopromozione economica non assistenzialistica,
di progettualità produttiva compatibile con le istanze della cultura e
dell’assetto sociale del popolo dei Rom, Sinti e Camminanti.
E’ infine la questione legata al permesso di soggiorno per i Rom di origine
balcanica fuggiti dalle guerre civili che li vedevano soccombere di fronte alle
comunità maggioritarie dei nuovi Stati nazionali nati dopo la caduta del
cosiddetto “muro”.
Senza un regolare lavoro per queste persone la possibilità di legalizzazione del
loro soggiorno in Italia è impossibile e i mercati Romanò sono una delle
poche e di massa risposte a tale necessità in questo preciso momento
storico.
Ugualmente anche i cittadini neocomunitari rumeni devono, dopo tre mesi,
regolarizzare la loro posizione in Italia attraverso la iscrizione anagrafica.
Quest’ultima è possibile solo in presenza di un domicilio e di un lavoro (o
iscrizione a corsi scolastici o professionali e certificando un reddito e
un’assicurazione sanitaria).
Carattere culturale
La presenza nel mercato di saperi e culture di questo popolo è
stato anche un momento di crescita culturale e di approccio interculturale della
cittadinanza romana che ha visitato queste manifestazioni.
In particolare nei pijats romanò si sono svolte le seguenti attività
culturali:
- La musica,
- le danze,
- la dimostrazione da parte dei maestri artigiani rom delle loro attività,
- la predizione del futuro praticata da esperte rumrià (donne rom) abruzzesi,
- la mostra storico – documentaria sui Rom Sinti e Camminanti
- la mostra sullo sterminio dimenticato di questo popolo (porrajmos),
- i “giornali parlati” effettuati al mercato sulle caratteristiche e presenza
delle Comunità dei Rom, Sinti e Camminanti
- il materiale informativo sui Rom, Sinti e Camminanti distribuito gratuitamente
- i questionari somministrati
hanno fatto conoscere ai visitatori una parte della vita di queste comunità che
non è quasi mai portata alla luce dai mezzi di comunicazione ed è per lo più è
sconosciuta.
Primi firmatari
- Sejdovic Dzevad socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Seferovic Fadil socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Seferovic Pemba socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sejdovic Samir socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Jovanovic Najdan socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Dameta 57/E;
- Hadzovic Melca socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/A;
- Sejdovic Nedzib socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Ramovic Radmila socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Jovanovic Julijana, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma via della Martora 12/A;
- Seferovic Zagorka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Sakib socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Ahmetovic Ekrem socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Ahmetovic Zumra, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Sakib socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Halilovic socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Sulejmanovic Almasa, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Adzovic Jasmina socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Hrustic Antonio socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Adzovic Grana socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Djordjevic Nebojsa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Dameta 57/E;
- Jovanovic Dusanka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Dameta 57/E;
- Adzovic Ekrem socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilino 900;
- Ahmetovic Gordana socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Gigovic Muhamed socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdic Fuad socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Pontina 601;
- Hrustic Fatima socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Tajkunovic Zivomir socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via di Salone 323;
- Hidanovic Mira, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
via della Martora n. 12/A;
- Piscevic Lidia socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom Roma di
Via Salviati n. 70;
- Husovic Murat socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casina 900;
- Djordjevic Gordana socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 70;
- Adzovic Naho socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Hamidovic Osman socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdovic Camil socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Sulejmanovic Necko socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Djordjevic Natasa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Dameta 57/E;
- Omerovic Fuad, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Bacalanovic Nadica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Dameta 47/E;
- Osmanovic Cazim socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Cizmic Mahmut, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Ahmetovic Hanka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilino 900;
- Hadzovic Nedelijko socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via della Martora 12/a
- Salkanovic Suzana, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Casilino 900;
- Jovanovic Radisa, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Dameta 57/e;
- Jovanovic Marija, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Da meta 47/e;
- Halilovic Elizabeta socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Stojik Nadzija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via del Baiardo, 50;
- Omerovic Delija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Stevic Biljana, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Da meta 57/E;
- Salkanovic Mamut socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilino 900;
- Halilovic Mauzer socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Halilovic Humica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Gigovic Senada socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Salkanovic Romeo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Abaz Ismet socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Pontina 601
- Sulejmanovic Mirabela socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Hadzovic Serif socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Osmanovic Ismet socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hamidovic Cazim socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Salkanovic Selvija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Casilina 900;
- Abaz Minire socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Pontina 601;
- Jovanovic Cica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Adzovic Helma socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Cizmic Odisey, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Besic Hajrudin socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/a;
- Nikolic Ljubisa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Bagaladi, 99;
- Ahmetovic Sevko, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Ardea;
- Ademi Lebibe socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Ahmetovic Delija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Zorel Dumitru socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Luigi Candoni;
- Ibrahimovic Brener socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Ramovic Dragica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Maric Jelica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
L. Candoni 91;
- Sejdic Fazlija, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Ostiense;
- Hadzovic Esad, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/a;
- Mitic Slavoljub socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/A
- Sejdovic Lepa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviti 72;
- Sejdovic Malena socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina, 900;
- Petrovic Siba socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
della Martora 12/A;
- Halilovic Luca socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Monte Artemisio n. 10;
- Halilovic Rambo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Monte Artemisio n. 10;
- Hamidovic Kasim socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Ramovic Danilo, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Adzovic Andriano socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sejdovic Almira, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Tajkunovic Mihailo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via di Salone 323;
- Tajkunovic Cica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Adzovic Danica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Sulejmanovic Sonita socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Jasminka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Hrustic Sefika socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Cesarina, 11;
- Halilovic Enes socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Tajkunovic Maradona socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via di salone 323;
- Sejdovic Esad socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Ahmetovic Barabba socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Hadzovic Mirsada socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Sulejmanovic Borzo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Halilovic Behara socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Husovic Hajrija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Bogdanovic Stojadinka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salone n. 323;
- Adzovic Sajma socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Halilovic Jasmin socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sejdic Azim, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hrustic Hasnija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Dandolo ;
- Hrustic Ferida, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Vuckovic Ljiubisa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 70;
- Sulejmanovic Abi socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Rambo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Hrustic Alessandro socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Pontina 601;
- Sejdovic Emela socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Miftar Azra, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Salkanovic Camil socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Ahmetovic Branko socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Salkanovic Sulta socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Sima Velizar socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 70;
- Cizmic Mirza, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Tajkunovic Jovica socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323
- Sejdovic Mirsad socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Delic Sacir, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Seferovic Dzevad socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Hadzovic Mejra socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Besic Hajrija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Cizmic Muhamed, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Halilovic Sefko socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Husovic Kleo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Osmanovic Sead socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Osmanovic Esma, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdic Zlatan socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Adzovic Sida socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Ramovic Samir socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Ramovic Sevko socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Casilina 900;
- Osmanovic Amir socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hrustic Massimo socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdovic Suvadin socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Sejdovic Bajram socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Husovic Pemba socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
di Salone 323;
- Esadovic Jasminka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hadzovic Zehra socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Aisa, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati 72;
- Sulejmanovic Renato socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Sulejmanovic Romson socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Hamidovic Bisera, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdic Kasim socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hamidovic Zema, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Cizmic Hasnija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Osmanovic Abid socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Hamidovic Sacir, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Ibrahimovic Nusret socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Adzovic Samanta socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Osmanovic Zuhdija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdic Mersad, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Djordjevic Katica, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Dameta n. 57/E;
- Barbu Gabriela socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Luigi Candoni, 91;
- Suljic Semsa socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati, 72;
- Omerovic Mevludin socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina, 601;
- Zorel Dumitru socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Luigi Candoni 91;
- Sulejmanovic Izeta socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Salviati, 72;
- Mitic Dragoslav socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/a;
- Trajkovic Violeta socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via dei Gordiani 365;
- Hadzovic Manuel socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/a;
- Sejdovic Amir socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Pontina 601;
- Hamidovic Vehbija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Sejdic Jasmin, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Bajramovic Romana socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Cizmic Fadil, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Bacalanovic Vera socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Omerovic Mustafa, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Sejdovic Sultijana, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Casilina 900;
- Salkanovic Giuseppe socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di
Roma Via Casilina 900;
- Stojkov Vanjia, socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via della Martora 12/a;
- Tajkunovic Vera socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Halilovic Sabrija socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Biberovic Halid socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Pontina 601;
- Osmanovic socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Castel
Romano;
- Stankovic Milivoj socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Salviati, 72;
- Stankovic Ana socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati, 72;
- Hadzovic Habiba socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Husovic Jadranka socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via Casilina 900;
- Ahmetovic Safet socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Via di Salone 323;
- Besic Zubejda socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Katic Milos socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma Via
Salviati 72;
- Sejdic Bisera socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
- Osmanovic Zarif socio Cooperativa Romano Pijats - Comunità Rom di Roma
Castel Romano;
Di Fabrizio (del 24/03/2009 @ 11:52:57, in Italia, visitato 1541 volte)
Segnalazione di Elisa Rigoni
di Gioia Salvatori
"Chiudere le fontanelle pubbliche, per favore, altrimenti ci vanno i rom.
Sono tanti, si accalcano per riempire le taniche e danno fastidio ai residenti
del quartiere e ai commercianti. E' sconveniente, soprattutto vicino al mercato
rionale". Per questo motivo il presidente di An del IV municipio di Roma, a
ottobre, aveva chiuso alcune fontanelle pubbliche nei quartieri Talenti e Prati
Fiscali: Roma Nord-est, quartieri di lavoratori dipendenti a un passo dal
centro. Una di queste, in via Prati Fiscali vecchia, è ancora chiusa.
Una decina di cittadini di sinistra del IV municipio, pensionati, liberi
professionisti, docenti ha letto la denuncia de l'Unità e lanciato un appello e
una raccolta di firme per la riapertura delle fontanelle. "L'acqua è vita, è un
bene di tutti. Non si può togliere a chi vive in strada, a quei rom che non
hanno neanche un posto nei campi nomadi della città" - scrivono i dieci.
E spiegano: "La motivazione del nostro incontro viene dall'osservazione
quotidiana della disgregazione del tessuto sociale dei nostri quartieri, dal
venir meno di segni di accoglienza e di solidarietà, il tutto nella progressiva
scomparsa di luoghi di incontro e confronto. Ciò viene accentuato dalle attuali
difficoltà economiche. In questo quadro, sempre di più, vengono strumentalmente
indicate e fatte percepire come un pericolo le persone provenienti da altri
paesi che qui vivono e lavorano. Il nostro obiettivo è costruire un luogo di
aggregazione e di riflessione e di intessere al nostro territorio, una rete di
relazioni tra i cittadini italiani e quelli di provenienze diverse". Il loro
appello si può sottoscrivere qui o all'indirizzo
ilmondoiniv@gmail.com .
23 marzo 2009
Di Fabrizio (del 25/03/2009 @ 08:53:36, in Italia, visitato 2000 volte)
Ricevo da
Demir Mustafa
FIRENZE -
Teatro Puccini
mercoledì 8 aprile
h. 17-21 Foyer del Teatro Puccini
Mostre Fotografiche sul popolo Rom - Progetto Rom Toscana e Ko
Phiripè Vaktesa In Cammino Nel Tempo
h. 17 Ridotto Teatro Puccini
Presentazione GIORNATA INTERNAZIONALE
- Demir Mustafa - Coordinatore Ass.ne Amalipe Romano
- Lucia De Siervo - Assessore all'Accoglienza del Comune di Firenze
- Martin Demirovski - Political advisor to Member of European
Parliament Previously working for the OSCE mission to Bosnia and Herzegovina,
ODIHR and European Roma Rights Center
- Nazzareno Guarnieri - Presidente Federazione Rom e Sinti
- Vincenzo Striano - Presidente Arci Regionale Toscana
- Laura Grazzini - Responsabile Immigrazione Arci Firenze
- Daniele Lamuraglia - Compagnia teatrale Teatro del Legame
- Piero Colacicchi - Ass.ne OsserVazione
h. 19 Foyer del Teatro Puccini
Aperitivi rom e sinti
h. 21.15 Sala Teatrale
Prima dello Spettacolo del Teatro del Legame
LE DANZE DI BILLY E DIJANA
Testo e regia di Daniele Lamuraglia con Dijana Pavlovic e Arben Mustafà
(Billy)
giovedì 9 aprile
ore 21.15 Sala Teatrale
Replica dello spettacolo
LE DANZE DI BILLY E DIJANA
Testo e regia di Daniele Lamuraglia con Dijana Pavlovic e Arben Mustafà
(Billy)
38° giornata internazionale del Popolo Rom e Sinti: 8 - 9 aprile 2009
Da quanti anni dura la persecuzione e la segregazione dei rom e dei Sinti?
Se torniamo a ritroso nel tempo, anche non molto lontano, vedremmo che la paura
dello sterminio (porraimos, divoramento, eliminazione nazista) non è stata
cancellata, i continui sgomberi, le cacciate da una città all’altra che si
susseguano, hanno lasciato tracce indelebili nel profondo dell’anima.
La creazione di leggi discriminatorie specifiche contro il nostro popolo, sulla
base di percezioni distorte e di un diverso modo di essere e di vivere, di
pensare, di agire, fanno si che oggi questa paura cresca lentamente sulla base
di preconcetti, cattiva informazione (nel silenzio di verità o indifferenza),
che negli ultimi anni, ha creato un clima di panico morale nei confronti di Rom
e Sinti.
Il Popolo romanò è antico, è vero che la nostra presenza nei territori alcune
volte è diminuita, mentre altre volte è cresciuta, ma è sempre stata una
presenza costante.
Siamo un popolo di pace e di libertà!
Romano Dives (Giornata Internazionale del Popolo Rom e Sinti)
Oggi 8 aprile è il Romano Dives, la Giornata Internazionale delle popolazioni
rom, sinte, kalé ("gitani" della penisola iberica), manouche (sinti francesi) e
Romanichals (inglesi). L'8 aprile 1971 a Londra si riunì il primo Congresso
dell'International Romani Union, riconosciuta dall'ONU nel 1979 come
associazione mondiale non governativa. Promotori di tale incontro furono Grattan
Puxon e Donald Kenrick dall'Inghilterra, Jarko Jovanovič dalla Jugoslavia, Matéo
Maximoff dalla Francia, e molti altri. Durante il Congresso si scelse l'inno, il
"djelem djelem" scritto nel 1969 da Žarko Jovanovič e la bandiera a due colori
Verde e blu (in foto). In quel giorno Rishi, noto studioso indiano di cultura
Rom, disse: "i Rom si riconoscono come nazione". Nel 2002, a Varsavia, nel corso
del quarto congresso internazionale, l'8 aprile è diventato Romano Dives, dove
Rom, Sinti, Kalò, Manouche e Romanichals portano fiori e candele (lumini) lungo
le rive dei fiumi del mondo: dalle sorgenti del fiume Indo, sull'altipiano del
Sindh, al Mississippi e al Rio delle Amazzoni, passando per il Danubio, il Po,
l'Arno, la Senna e il Tamigi. La tradizione vuole che ogni famiglia rom, sinta,
kalé, manouche e romanichals al tramonto si incammini lungo il fiume più vicino
alla propria abitazione che rappresenta la via percorsa durante le lunghe
migrazioni. Ogni membro della famiglia porgerà al fiume fiori e petali di fiore
che rappresentano le anime dei defunti e candele (lumini) che rappresentano la
luce che viaggia con loro. In foto la bandiera presentata a Londra nel 1971 ma
sarebbe stata usata per la prima volta nel 1959 con i colori invertiti, basata
su una precedente, senza ruota, alzata a Bucarest nell'ottobre del 1933. La
ruota di carro e i colori del cielo e della terra, azzurro e verde, sono simboli
evidenti della dispersione delle popolazioni rom, sinte, kalé, manouche e
romanichals sulla terra. I sedici raggi della ruota alludono alle molteplici
diversità, presenti in queste popolazioni…
Di Fabrizio (del 25/03/2009 @ 09:46:58, in Regole, visitato 1283 volte)
Da
Roma_Francais
19 marzo 2009;
Lettera aperta a Monsieur Moutinot (consigliere di stato ginevrino ndr)
Egregio Presidente,
Come temeva la nostra associazione, i poteri sempre più ampi consentiti
ai funzionari di polizia nel nostro cantone, in attesa di reprimere la
mendicità, portano quest'ultimi ad approfittare dei loro poteri contro i Rom
originari della Romania, di passaggio a Ginevra.
E' così che oltre a malmenarli psichicamente e fisicamente (trattenuti per
ore nei commissariati senza alcuna accusa nei loro confronti, ispezioni
corporali ingiustificate, spesso per strada, aggressioni fisiche come tirare
loro i capelli per obbligarli a spostarli, sequestro dei loro soldi, obbligati a
pagare presunte ammende -non notificate- riguardo alle persone con cui si
trovano ecc...), i poliziotti ginevrini si permettono in maniera sempre più
ripetuta di scrivere a mano sui passaporti che sono loro sottoposti dalle
persone controllate.
In appoggio alle nostre dichiarazioni vi rimettiamo, in allegato, copia delle
note scritte a mano su due passaporti rumeni che ce li hanno sottoposti.
In media, quasi un Rom su due interpellati ci hanno indicato di essere stato
vittima di questa pratica non solo inammissibile, ma costitutiva di infrazione
penale.
Da notare che i poliziotti autori di queste estorsioni non possono pretendere
seriamente di essere nell'ignoranza che una tale procedura sia illegale, dato
che è precisato, nell'ultima pagina dei passaporti svizzeri: "Sul presente
passaporto è vietata qualsiasi modifica non ufficiale, qualsiasi aggiunta o nota
personale".
Una volta di più, vi comunichiamo la nostra grave preoccupazione sui rapporti
inaccettabili di cui i Rom sono vittime nella nostra città e vi invitiamo a dare
istruzioni chiare ai funzionari di polizia, perché cessino di utilizzare questa
popolazione come capro espiatorio.
Vi ringraziamo sin da ora per dare seguito senza indugio alla presente, vi
preghiamo di credere, signor Presidente, all'assicurazione della nostra alta
considerazione.
Doris LEUENBERGER, Membro del Comitato
Dina BAZARBACHI, Presidente
[...]
Cc : Ufficio Federale della Giustizia; Madame Monica Bonfanti; Monsieur Daniel
Zappelli; Commissione dei Diritti dell'Uomo del Gran Consiglio; Comitato europeo
per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti
(CPT); Alto Commissariato ai Diritti dell'Uomo; Consiglio dei Diritti dell'Uomo
dell'ONU; LSDH, sezione di Ginevra.
Una copia della lettera, in home page di
http://www.mesemrom.org
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