Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/06/2008 @ 12:07:45, in Italia, visitato 1967 volte)
COMUNICATO STAMPA
12 GIUGNO ORE 12. LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA
STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI
VERSO ROM E STRANIERI
L’avvio, nei giorni scorsi, della schedatura su base etnica della
popolazione rom e sinta insediata nei campi nomadi comunali e nelle aree private
di Milano e Provincia da parte della Prefettura, e non di un normale e utile
censimento conoscitivo, è stato accompagnato dall’indignazione e dalla
protesta di numerosissimi concittadini che hanno fatto pervenire e continuano ad
inviare centinaia di lettere e attestati di solidarietà e condanna.
In questo momento di grande incertezza ed apprensione per l’operato delle
Istituzioni, su moltissimi cittadini si stanno infatti scaricando anche gli
effetti di una profonda crisi sociale ed economica che ha allargato il divario
tra ricchezza, povertà e disuguaglianze, dirottando le paure irrazionali e i
problemi reali verso quei soggetti socialmente più deboli, in primis zingari e
immigrati, che vengono avvertiti anche come potenziali competitori nella
spartizione delle poche risorse ancora disponibili.
Eppure, il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro le abitazioni dei
Sinti di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le
sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una
bambina sinte di Brescia, l’aggressione a Rimini di una donna incinta al settimo
mese, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le
città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono alcune delle tante
e diverse punte dello stesso violento iceberg che avvelena il nostro Paese:
l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i
connotati espliciti della xenofobia e della discriminazione razziale.
Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della
violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano
i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo
decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del
suo futuro.
Il silenzio verso le ingiustizie però, può facilmente rendersi complice di chi
inneggia quotidianamente, anche all’interno delle sedi istituzionali, all’odio
etnico o persegue il fine di considerare e trattare con strumenti e regole
eccezionali e umilianti particolari “categorie” di cittadini.
Contro tutto questo vi è stata una pronta e composta reazione civile che
comprende persone di ogni età e condizione sociale, forse inaspettata,
certamente non scontata.
L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario ci riporta, come tante
delle persone che ci hanno scritto, alla memoria del passato, ma soprattutto ci
pesa vedere il volto vile di un paese profondamente malato.
Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde
minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro
borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto più vile
di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta
di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi
dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, la'ndrangheta
che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città
come Milano.
Noi riteniamo indispensabile che nel territorio milanese e della provincia, che
con il rogo delle tende di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua
contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa
degenerazione.
Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali,
cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare
il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi,
confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e
i valori di una cittadinanza per tutti che considera la legge uguale per tutti e
protegge chi cerca accoglienza e dignità.
Opera Nomadi, OsservAzione, Comitato rom e Sinti insieme, Romanodrom
Per adesioni:
operanomadimilano@tiscali.it ,
dijana.pavlovic@fastwebnet.it
,
Di Fabrizio (del 10/06/2008 @ 09:00:25, in Regole, visitato 1750 volte)
Bogotá, 2 giugno, (EFE) La Procura questo lunedì ha sollecitato che vengano
riconosciuti agli afrodiscendenti ed ai gitani il diritto alla sicurezza
sociale, stabilito in una legge per le minoranze etniche, adottata nel 2001 e
che riguarda i popoli indigeni.
L'esclusione di entrambe le minoranze "vulnera il diritto alla salute ed
all'esistenza dei suoi componenti", così ha considerato il procuratore
generale, Edgardo Maya, che ha inviato la petizione alla Corte
Costituzionale, per revisionare la legalità della norma a favori dei popoli
minoritari.
Maya ha difeso in un comunicato gli afrodiscendenti ed i gitani: "Pure loro
hanno diritto all'applicazione dei procedimenti medici secondo le particolarità
etniche e culturali."
La partecipazione attiva di questi gruppi minoritari nel Sistema Generale
della Sicurezza Sociale è necessaria anche per "mantenere e proteggere le
proprie conoscenze e pratiche medicinali tradizionali," ha aggiunto l'alto
incaricato statale.
Il Procuratore ha osservato che, in virtù di diritti come quello
dell'uguaglianza, il pluralismo e la partecipazione previsti nella Costituzione,
i benefici legali devono raggiungere tutte le minoranze etniche.
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 10:11:45, in Italia, visitato 2010 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati -
RomSinti@Politica
DOCUMENTO Napoli, 8 giugno 2008:
Il "Comitato Campano con i rom", nato tre anni fa, riunisce
associazioni laiche e religiose, gruppi italiani e rom e rappresentanti della
societa' civile. Il comitato e' nato da un profondo senso di indignazione per
l'assenza di politiche accoglienti e soluzioni concrete ai diritti dei popoli
rom. I comitato si pone come luogo di aggregazione e di riflessione sui problemi
che i rom in mezzo a noi devono affrontare, svolgendo al contempo una forte
azione di pressione sociale e culturale nei confronti delle istituzioni e della societa' civile. Purtroppo in questi ultimi vent'anni, in Italia e in Campania,
non si e' andato oltre soluzioni emergenziali e ghettizzanti per le comunita' rom,
togliendo cosi' a loro la possibilita' di costruire percorsi di cittadinanza.
Alla luce degli atroci avvenimenti di Ponticelli e del
decreto-sicurezza del ministro Maroni:
il Comitato condanna:
- Quanto avvenuto a Ponticelli e chiede che sia fatta piena
luce sui rapporti tra il piano di riqualifica dell'aria di Ponticelli, gli
interessi della camorra e della politica. Inoltre l'episodio del tentato
rapimento della bambina napoletana da parte della ragazza rom deve essere
chiarito in ogni dettaglio, visto che tutti i casi di rapimento da parte dei
rom emersi sui giornali in questi anni si sono sempre rivelati delle
menzogne. Mai nella storia della repubblica un rom e' stato condannato per
sequestro di minore. Questo, se fosse vero, sarebbe il primo caso.
- Ogni atteggiamento razzista e xenofobo e coloro i quali
(giornali, politici e cittadini), per propri interessi, soffiano sul fuoco
dell'intolleranza.
- La scelta di voler affrontare le problematiche sociali
con il ricorso a soluzioni di commissariamento.
- La scelta del governo di inserire nel nostro ordinamento
giuridico il reato di immigrazione clandestina. Questo reato, come gia' il
Vaticano e l'ONU hanno dichiarato, e' inaccettabile in quanto discrimina le
persone in base al luogo di nascita in evidente contrasto con la
Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e i
trattati internazionali. La legge deve essere uguale per tutti
indipendentemente dalla nascita e provenienza.
- Gli sgomberi dei campi rom, senza l'individuazione di
soluzioni alternative, in violazione del diritto alla casa e
conseguentemente alla salute, allo studio, alla vita familiare ecc., come
previsto dalla convenzione europea dei diritti umani e dalle altre norme di
diritto interno e internazionale.
- Le politiche emergenziali e ghettizzanti che non
risolvono il problema dell'integrazione.
il Comitato chiede:
- La regolarizzazione per tutti i rom che da anni vivono
con noi sul nostro territorio.
- La cancellazione dal decreto del ministro Maroni del
reato di immigrazione clandestina e delle aggravanti per chi non e' regolare.
- L'adozione di politiche non ghettizzanti o discriminanti
per i popoli rom.
- Il coinvolgimento dei rom nei tavoli in cui si decide dei
loro futuro in un processo di partecipazione dal basso.
- Un tavolo di lavoro tra commissario per l'emergenza
sicurezza e le associazioni, i comitati e i rom per progettare insieme una
strategia verso una reale soluzione dei problemi che noi riteniamo essere un
problema, non di sicurezza, ma di rispetto dei diritti umani.
- Il riconoscimento e la tutela da parte dell'Italia e
della UE del romanesh coma lingua antichissima da considerarsi
patrimonio dell'umanita'.
- Il risarcimento ai rom per le persecuzioni millenarie
culminate nello sterminio nazista.
Il Comitato campano con i rom
- Rete Lilliput:
Romanen Asunen, Sassi Fiore, Le donne in nero, Chi rom e chi no, Missionarie
comboniane (Torre Annunziata), Marco Nieli-Opera nomadi, Mani Tese-Napoli,
Felicetta Parisi, Annamaria di Stefano, Padri Alex Zanotelli, Domenico Pizzuti,
Giovanni Fantola, Acli (Arenella), Consiglia Gianniello, Raffaella La Cava.
Aderiscono:
- G.I.M. (Giovani Impegno Missionario)-Napoli
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 09:27:33, in Europa, visitato 1840 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Spalato, 4 giugno 2008 - Dice un funzionario Rom, che oltre 40.000 Rom vivono
in Croazia, anche se le stime ufficiali dall'ultimo censimento ne indicano di
meno.
Le stime suggeriscono un numero tra i 30.000 ed i 40.000 Rom, comparate alle
registrazioni che ne contano soltanto 9.000, nota l'unico rappresentante
parlamentare della comunità rom.
Nazif Memedi dice che molti Rom si registrano come Macedoni o Albanesi,
dipende da quale parte della ex Yugoslavia arrivino.
"E' per questo che lavoriamo perché i Rom si dichiarino e credo che entro il
2012 potremo registrarne ufficialmente oltre 20.000" dice.
Memedi aggiunge che nel 2003, c'erano circa 11.000 Rom dichiarati.
Dice che un nuovo censimento non dovrebbe pesare sullo stato croato, dato che
"I Rom dichiarati o no usano già i benefici sociali."
"Ricevono 370 kune (€ 50) per membro familiare al mese e tanto più le
famiglie sono numerose, tanto più alta è la somma," dice Memedi.
Aggiunge che i Rom Croati hanno abbandonato da tempo il loro stile di vita
tradizionalmente nomadico, e si sono assimilati al modo di vita occidentale.
Nel frattempo il gruppo croato, Minoranze a Rischio, ha recentemente notato
che "Entro gli ultimi due anni, ci sono stati rapporti di discriminazione
ufficiale ed attività anti-Rom da parte dell'etnia croata."
Il gruppo ha anche aggiunto che "Mentre gli stereotipi anti-Rom sono durevoli
nella società croata, i prospetti degli sviluppi nella posizione dei Rom Croati
non sono completamente visibili. A casa dell'orientamento pro-occidentale
assunto dal paese dopo la morte del presidente (Franjo) Tudjman (1999), la
Croazia è attualmente molto interessata nello sviluppo dei diritti umani e la
posizione delle sue minoranze."
Minoranze a Rischio aggiunge che "Dal 1999, ci sono state una serie di
iniziative politiche, designate per migliorare la posizione dei Rom ma, come nel
2003, lo sviluppo non è ancora iniziato. Molti Rom rimangono senza carte
d'identità o cittadinanza."
BalkanInsight
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 09:16:25, in media, visitato 1471 volte)
Da
Roma_Francais
Viktoria Mohacsi, Rom, Ungherese, deputata dell'Alleanza dei democratici e
liberali europei (ADLE) al Parlamento Europeo.
L'Europa, sola speranza dei Rom - LE MONDE | 07.06.08
Lo chiedono le OnG che reclamano una commissione d'ispezione europea in
Italia, lei ha visitato dei campi rom a Napoli e Roma, il 17 e il 18 maggio.
Cosa le hanno raccontato i Rom?
La prima reazione è stata: "Siete la nostra ultima possibilità. L'ultima che
possa aiutarci. Perché tutti quelli che ci hanno fatto visita, personalità
politiche, del governo, delle organizzazioni civili, ci hanno abbandonato di
fronte al pericolo. Rom come loro, ero l'ultima in cui potevano avere fiducia.
Quanto avviene in Italia è semplicemente spaventoso Ma non sono io quella che
può cambiare il sistema italiano.
Su 200.000 Rom che vivono in Italia, 80.000 sono cittadini italiani, 120.000
ex Yugoslavi e Rumeni. La maggioranza tra loro è in una situazione molto
particolare: possiedono un passaporto yugoslavo, che non corrisponde più ad
alcun paese esistente, abitano in Italia da oltre venti, trenta o cinquant'anni.
I figli nati in Italia hanno quasi totalmente dimenticato il romanì (lingua
largamente condivisa tra i Rom in Europa).
Lei è, con Livia Jaroka, una delle due sole deputate rom del Parlamento
Europeo, dove è entrata a 29 anni. Come è arrivata sino a lì?
Nei tre piccoli villaggi ungheresi dove ho passato la mia infanzia, alla
frontiera con la Romania, vivevamo come una grande famiglia. Un terzo ungherese,
un terzo rumeno, un terzo rom, ci si conosceva tutti. Tuttavia, sembrava
completamente naturale, malgrado i risultati eccellenti, che fossi relegata in
fondo alla classe. Era la discriminazione, ma non eravamo in pericolo, come è il
caso odierno dei Rom in diversi paesi dell'Unione Europea.
Quando avevo 14-15 anni, cercavo sempre di aiutare i miei a migliorare la
loro situazione. Organizzammo un club con i miei compagni di classe e con dei
componenti della mia famiglia per studiare assieme, per essere piazzati meglio
nella scuola e poi, più tardi, sul mercato del lavoro. Al liceo, volevo
preparare una scuola di giornalismo: volevo lottare contro i problemi della
discriminazione che constatavo tutti i giorni per strada e nelle istituzioni. Ho
capito allora che il mezzo più efficace era di parlare a tutti. L'opinione
pubblica, ne ero persuasa, non poteva che giudicare inaccettabile tutto quello
che subivano le minoranze: difficoltà sociali, segregazione nella scolarità,
ghettizzazione, rifiuto d'accesso al sistema sanitario.
I Rom hanno rivendicazioni in termini di identità?
In Italia, assolutamente no. Il discorso non è rivolto alle rivendicazioni
identitarie, perché sono in una situazione d'urgenza. Viceversa, nel resto
d'Europa, numerose organizzazioni civili lavorano per ottenere che il romanes
diventi una lingua ufficiale della UE. Le conferenze sui Rom riuniscono
differenti stati membri e si tengono in romanes. In Ungheria, uno dei primi
risultati del movimento rom è stato l'ufficializzazione del romanes: possiamo
studiare ed ottenere diplomi alla scuola ed all'università in romanes (o in
beash, altra lingua parlata dai Rom). L'università possiede un dipartimento di
romologia. Ma la medaglia ha il suo contrario: essere bilingue romani ed
ungherese spesso è percepito male.
I Rom hanno una reale volontà d'integrazione?
Se non desiderassero ottenere la cittadinanza italiana, i 100.000
ex-Yugoslavi ritornerebbero in Serbia, in Montenegro, in Bosnia, in Kosovo... La
questione della volontà d'integrazione non si pone per una popolazione che non
ha più una terra nel paese dove è nata. Quando la Yugoslavia s'è divisa su base
etnica, i Rom non ebbero più il loro posto. Sono fuggiti nei paesi più vicini.
Poco importava che si trattasse dell'Italia, della Gran Bretagna o del Belgio.
Io non so chi ha cominciato a dire che era nel loro sangue il vivere da
nomadi. I Rom non sono nomadi. Non si muovono. Si stabilizzano, anche se nelle
baraccopoli. La maggior parte dei Rom d'Italia vogliono essere regolarizzati.
Non considerano la Serbia o la Croazia come i loro paesi. In questo momento, con
molte OnG internazionali, stiamo mobilitando degli avvocati per raccogliere
tutte le carte dei Rom per permettere loro di ottenere la nazionalità italiana.
Occorre trattare individualmente ogni singolo caso.
Di fronte alla delinquenza, in Italia come in Bulgaria, i cittadini si
mobilitano in milizie per garantire la sicurezza dei quartieri. I Rom rispettano
il diritto comunitario (Romani Criss) ma non altrettanto il diritto nazionale?
La Romani Criss è l'eredità storica dell'arrivo dei Rom dall'India in Europa
nel XIV secolo. Allora erano illegali, cacciati da un paese all'altro. Ed in
questo contesto specifico, si sono dotati di un mezzo per risolvere i problemi
della comunità. Hanno fondato la Romani Criss, una sorte di corte di giustizia
composta dagli uomini più anziani che potevano condannare un Rom al bando o ad
avere il cranio rasato. Questo funzionamento era legato al nomadismo, al quale
erano allora forzati. La comunità non dipendeva da alcun cuore nazionale. Ma la
Romani Criss non è una legislazione, è un'etica comunitaria. E le regole della
Romani Criss non sono in opposizione alle legislazioni nazionali.
Illegali, i Rom in Italia non beneficiano ai sostegni sociali a cui hanno
diritto i cittadini italiani poveri. IO non dico che non pratichino alcuna sorte
di criminalità, ed il bisogno non è una scusa. I crimini devono essere puniti.
La risposta dev'essere la stessa per ogni individuo.
Qual'è, a suo avviso, l'approccio migliore per far evolvere la situazione
dei Rom: nazionale od europea?
Tutte e due. Penso da qualche anno che la questione dell'integrazione debba
essere di responsabilità nazionale, perché ciascuno dei 27 Stati membri ha una
situazione differente: problemi sociali, cittadinanza in Italia, segregazione
scolastica altrove. Ma adesso, dopo la mia esperienza al governo in Ungheria
(come ministro delegata all'istruzione), so che la responsabilità dev'essere
doppia. Ho potuto fare adottare leggi contro la segregazione che hanno permesso
di sviluppare un programma per l'istruzione, largamente finanziata dall'Europa.
L'Ungheria ha ricevuto 215 milioni di euro per la lotta alla segregazione:
cinque scuole ghetto sono state chiuse, ma ne esistono sempre 400. La legge non
sempre basta, occorre una pressione dei politici nazionali ed europei. I
sindaci, compresi quelli che hanno votato la politica d'integrazione e i
deputati, non la applicano per timore di mettersi contro gli elettori. Ecco
perché c'è bisogno di fondi specifici della UE per l'integrazione dei Rom:
alloggio, lavoro, sanità, istruzione. Occorre ugualmente una giustizia molto
severa contro la discriminazione.
La questione della rappresentazione dei Rom per i Rom è sempre più
attuale. E' diventata interlocutrice di differenti comunità rom in Italia,
Spagna, Francia?
Se i Rom si rivolgono a me, nei campi in Italia o nel mio paese, è
sicuramente perché rappresento la nostra comunità. Ma io sottolineo sempre che
sono un'eletta liberale che lavora per i Rom. Il partito liberale (SzDSz) mi ha
chiesto di essere messa in lista per difendere le minoranze e i Rom in
particolare, dato che in Ungheria la situazione diviene sempre più pericolosa
con la crescita dell'estrema destra. Ma non mi penso come rappresentante di
tutti i Rom. Anche se è il mio sogno.
La rappresentazione dei Rom è una questione molto complessa. Quando lavoravo
per il Centro europeo dei diritti dei Rom, prima di entrare in politica,
giocavamo un ruolo molto efficace d'informazione presso la UE sulle
discriminazioni. In molti mi chiamano ancora oggi quando arriva loro qualche
cosa. Ma rendere un servizio ai discriminati di ogni sorte è più facile come
semplice militante che come membro del governo o come eletta nella UE.
I rappresentanti politici rom sono la speranza dei Rom, ma non sono mai stati
molto efficaci. Si sentono investiti di una missione e fanno del loro meglio. Ma
quando uno di loro prende la parola, davanti al Parlamento ungherese, numerosi
eletti escono dalla sala. Anch'io, quando ho suggerito al mio gruppo politico
che prima dell'adesione della Bulgaria e della Romania, dovevamo cambiare la
politica dell'immigrazione in seno alla UE, sono stata derisa da tutti. Si sono
presi gioco di me, dicendo che la questione era già stata trattata nel processo
di adesione.
La Commissione pubblicherà entro luglio un rapporto sulle politiche, gli
strumenti esistenti ed i progressi realizzati da ciascuno stato membro per
l'integrazione dei Rom. A settembre si terrà una conferenza a Bruxelles. Cosa
possono sperare i Rom e gli stati?
L'integrazione! Che il governo dia una risposta immediata alle
discriminazioni! I Rom in Italia attendono una risposta. Io non so cosa possa
proporre Bruxelles. C'è urgenza. E' per questo che abbiamo iniziato a lavorare
con le OnG. Ed in attesa di ottenere dei fondi di Bruxelles specificatamente per
i Rom, l'Italia e la Romania dovranno regolare il problema. Per quanti sono in
Italia, il meglio sarebbe una regolarizzazione caso per caso degli ex-Yugoslavi.
E, per i Rom rumeni, cominciare seriamente ad integrarli in Romania.
Propos recueillis par Anne Rodier
Apprendiamo tramite un
articolo del sito della tv macedone a1 che oggi, per un attacco di cuore, ci
lascia Šaban Bajramović
uno dei più grandi artisti della musica rom del nostro tempo.
Šaban è stato la colonna sonora dei nostri post e noi lo abbiamo amato
molto.
Vi lasciamo una delle sue più belle e famose interpretazioni,
Djelem
Djelem, che ha a che fare con la vita di un intero popolo e che ci ricorda
che quella stessa vita così come la vita di tutti noi è un viaggio.
Per ascoltare:
QUI
Di Sucar Drom (del 08/06/2008 @ 11:50:33, in blog, visitato 1711 volte)
Berlusconi: "la clandestinità non è reato"
Berlusconi lo pensava da tempo. Introdurre il reato di immigrazione clandestina
potrebbe creare seri problemi all'Italia. Il pericolo sarebbe infatti quello di
riempire ancora di più le carceri, che già adesso sono ai livelli di guardia.
“Personalmente - ha sp...
Venezia, sfrattata la Lega Nord
Un gruppo di aderenti ai Centri sociali ha occupato per un paio d'ore stamani la
sede della Lega Nord a Mestre. L'iniziativa - ha spiegato Michele Valentini,
portavoce dei No Global veneziani - è la risposta alla m...
Venezia, Cacciari: chiederò l'intervento delle forze ordine
"Non vogliamo drammatizzare la situazione, ma è certo che, se le proteste
continueranno, chiederò alle forze dell'ordine di intervenire per sgomberare i
manifestanti e permettere l'inizio dei lavori, deciso fin dal 1997". Lo ha
dichiarato in un'intervista a Radio R101...
Madrid, manifestazione davanti all'Ambasciata italiana
Dopo Bucarest, Madrid e Londra, oggi 50 manifestanti hanno dimostrato la loro
preoccupazione sotto la rappresentanza italiana all'UE. Tra loro 4
europarlamentari che hanno con...
Roma, Alemanno ha incontrato i Sinti e i Rom capitolini
Ieri, 4 giugno, nel tardo pomeriggio il Sindaco Alemanno e l'Assessore Sveva
Belvisio hanno incontrato alcuni rappresentanti delle comunità sinte e rom
capitoline, insieme con alcuni rappresentanti delle associazioni. L’incontro è
stato costruttivo anche se in alc...
Le politiche razziali contro i Sinti e i Rom
Poteri straordinari ai Prefetti di Napoli, Roma e Milano per l'emergenza rom
nelle tre grandi città. Lo prevede l'ordinanza del presidente del Consiglio
dello scorso 30 maggio che ha conferito ai tre prefetti, Alessandro Pansa
(Napoli), Carlo Mosca (Roma) e Gian Valerio L...
L’Europa si farà trasportare ancora una volta dall’Italia nel baratro della
barbarie?
Nel dicembre 2006 a Opera, piccolo comune dell’Interland milanese, la Lega Nord
e Alleanza Nazionale formano un presidio all’ingresso di un insediamento di Rom
rumeni, allestito dalla Protezione Civile. Queste forz...
Catania, li cacciano e poi bruciano il "campo"
Grave episodio di intolleranza a Catania nel campo rom del quartiere di Zia Lisa
nei pressi del cimitero. Ignoti hanno appiccato il fuoco ad alcune baracche sino
a qualche giorno fa occupate da appartene...
Torino, razzismo di stato
Vogliamo denunciare un grave episodio, accaduto questa mattina, di cui è stata
testimone una Mediatrice interculturale di Moncalieri. Alle 08:30 circa, sul bus
67 (capolinea di Moncalieri), pieno di gente che a quell’ora è diretta a scuola
o a lavoro, è sa...
Milano, De Corato parla come Mussolini
“Milano non perde tempo e dà subito attuazione all'ordinanza della Presidenza
del Consiglio dei Ministri che prescrive, tra l'altro, il monitoraggio dei campi
e l'identificazione degli ospiti. Si è svolto, infatti, questa mattina il primo
censimento disposto dal comm...
Milano, 300 lettere di solidarietà ai Rom schedati
L'operazione di controllo di un insediamento rom, che ha preso il via questa
mattina verso le ore 5,00 in Via Impastato 7 a Milano e che ha riguardato circa
35 persone, cittadini italiani residenti a Milano da oltre quarant'anni, ha dato
il via a quella che e...
Genova, prove tecniche di integrazione (versione mite di razzismo culturale)
Sono passati tre mesi. Ora uno lavora al mercato. Quattro hanno creato un gruppo
musicale. Un altro ha conseguito la patente C e lavora come padroncino. Una
donna ha seguito un corso da parrucchiera. Alcuni hanno trovato casa a Genova,
altri in val Trebbia e in val Fontanabuona. I bambini vanno a scuola e chi n...
Venezia, appello alle donne e agli uomini di buona volontà
Il progetto Sinti: la città cresce e migliora. Siamo donne e uomini impegnati in
ambiti diversi, convinti che la nostra città possa crescere in integrazione e
sicurezza, ricca delle proprie diversità e unita dalla condivisione di un
destino comune, senza paura del futuro...
Venezia, città aperta e solidale
Carissimi, dopo i fatti di via Vallenari, Emergency, il Gruppo Mani Tese di
Mestre ed il Villaggio ti invitano a sottoscrivere questo appello ed incontrarci
per discutere, costruire e promuovere iniziative sul territorio per una VENEZIA
CITTA' APERTA E SOLIDALE...
L'ANM dice no al reato di clandestinità
Con il reato di clandestinità inserito nel pacchetto sicurezza si rischiano
«gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario». Il
presidente dell’Anm, Luca Palamara, nella sua relazione di introduzione al
congresso del sindacato delle toghe attacca il disegno del governo, Palmara
esprime «condivi...
Anche io sono "zingaro"
Da oggi in poi il mio documento di cittadinanza italiana attesterà anche la mia
condizione di “zingaro”…
Roma, Alemanno dice bugie e sgombera i Rom italiani
Ieri si è consumato il novantacinquesimo (95) sgombero di famiglie sinte e rom a
Roma in un anno. Il primo dell’era Alemanno. Un fatto che ha provocato polemiche
tra maggioranza e opposizione, tanto da ritardare l'operazione della polizia per
oltre dodici ore. Lo ...
Cacciari: «se si continua così è a rischio la democrazia»
«Siamo al delirio». Non usa mezzi termini Massimo Cacciari quando gli chiediamo
che cosa pensa della schedatura nel "campo nomadi" di Milano-Rogoredo che ha
coinvolto la famiglia Bezzecchi, sinti con medaglia d’oro al valore civile.
Abbiamo chiamato il primo cittadino della città lagunare per fare il punto della
situazione del "campo nomadi" di Mestre...
Di Fabrizio (del 08/06/2008 @ 09:44:20, in blog, visitato 1757 volte)
Da
Balkan Travellers
2 giugno 2008 - I media hanno riportato oggi che i carri trainati da cavalli
pongono problemi al traffico di Skopje e di altre grandi città della Macedonia,
similarmente ad altre capitali balcaniche.
Secondo la televisione A1, i cittadini di Skopje hanno problemi con i carri
che non seguono le regole del traffico, causano inquinamento e rappresentano una
minaccia agli altri partecipanti al traffico.
Alcune delle soluzioni proposte dalla trasmissione includono targhe di
immatricolazione per i carri e ritenere responsabili chi guida del rispetto
delle regole stradali.
A Skopje, come in altre città dei Balcani, i carri trainati da cavalli sono
usati predominatamente da gente di etnia Rom, la maggior parte dei quali
raccoglie scarti e carta che poi riciclano. Come puntualizza A1, proibire o
confiscare i carri depriverebbe questa gente della loro fonte di guadagno.
Le altre capitali balcaniche, che hanno di fronte problemi simili, stanno
tentando di agire in differenti maniere. In Romania, per esempio, i carri
trainati da cavalli sono banditi dalle strade e dai viali della capitale e dalle
autostrade nazionali.
A Sofia i carri - che gli esperti contano in un numero tra 3.000 e 4.000,
furono inizialmente banditi dal centro città e da molti dei suoi grandi viali.
D'altra parte, l'estate scorsa, l'OnG Romani Baht si lamento del fatto che ciò
impediva ai residenti dei quartieri di Fakulteta, Hristo Botev e Filipovtsi -
tre quartieri abitati interamente da Rom, di lasciare queste aree. Il bando,
quindi, era determinato ad essere base di segregazione razziale ed oggi include
soltanto la parte centrale di Sofia.
Recenti articoli nei media bulgari hanno evidenziato che ora i carri sono
meglio regolati, con oltre 300 carri controllati e circa 30 multe elevate per
aver infranto il bando dall'inizio dell'anno. I legislatori, però, reclamano che
c'è bisogno di una legge più dettagliata riguardo la partecipazione dei carri
nel traffico di Sofia.
La trasmissione di A1 porta come esempio positivo il modo con cui Belgrado ha
affrontato il problema. Come parte di un programma sociale, tutti i carri nella
città sono stati rimpiazzati da un altro tipo di trasporto economico che i
proprietari potrebbero usare.
Rimangono da vedere i pieni effetti dei divieti e di come le capitali
balcaniche hanno deciso di affrontare il problema. Ma per ora, non siate
sorpresi di vedere un carro trainato da cavalli di fronte al palazzo
dell'Assemblea Nazionale di Sofia ed siate estremamente attenti se guidate di
notte.
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 16:28:55, in Italia, visitato 1943 volte)
La
schedatura della famiglia Bezzecchi ci sembra segnare un salto di qualità
nell'azione contro i cittadini rom che, dopo i tanti episodi di intolleranza e
xenofobia, ora riguarda l'azione istituzionale, in questo caso del "commissario
speciale per la questione rom".
Per rompere il silenzio e dare un senso ai molti appelli circolati, dopo uno
scambio di opinioni con Corrado Mandreoli, Laura di Martino e Tommaso Vitale in
occasione dell'iniziativa dell'ARCI di ieri, vi facciamo una proposta concreta
di iniziative che aggreghi senza pregiudiziali se non quelle della tutela del
diritto e dell'accoglienza solidale.
Una proposta che tenga anche conto del danno che procurerà l'iniziativa
"antirazzista" del 13-14 in concomitanza con il raduno fascista in Triboniano. Proponiamo
di indire un presidio per il 12 alle ore 12 davanti alla prefettura con
conferenza stampa nella quale si denunciano il clima xenofobo prodotto di una
campagna di intolleranza nei confronti dei migranti e dei rom,
l'anticostituzionalità e la violazione dei diritti umani delle pratiche di
schedature dei cittadini italiani di etnia rom, si chiede il divieto del raduno
nazifascista e insieme si lancia la giornata del 21, proposta dall'ARCI come una
pacifica occasione di confronto sulla questione della legalità e dei diritti dei
rom e dei migranti e una festa partecipata. La conferenza stampa del 12,
anticipando sulla stampa la manifestazione del 14, ci aiuta a far vedere che c'è
chi lavora a fianco dei rom e dei loro diritti in modo pacifico e aggregante e a
promuovere la partecipazione alla giornata del 21. Nell'uno e nell'altro caso
fondamentale è la partecipazione dei rom e, anche, un lavoro di attenzione -
noi, per quello che possiamo lo faremo nei prossimi giorni - tra i rom di
Triboniano stando loro vicini per evitare gli effetti nefasti per loro
dell'iniziative del 13-14.
Giorgio Bezzecchi, Dijana Pavlovic, Paolo Cagna Ninchi
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 09:18:08, in Europa, visitato 1501 volte)
Da Roma_Daily_News
Il rapporto rilasciato da Amnesty International nel 2008, segnala l'intolleranza e la discriminazione verso le minoranze sessuali e l'etnia Rom. Il presidente Basescu ed il ministro degli esteri Cioroianu sono stati ricordati per le loro dichiarazioni razziste.
Le minoranze etniche, i Rom in particolare, continuano a confrontarsi con serie discriminazioni, anche nel lavoro, la casa, la salute e la scolarizzazione. L'UNICEF ha riportato a marzo che oltre il 70% delle famiglie Rom non hanno accesso all'acqua corrente e che la segregazione dei bambini rom nelle scuole differenziali e le classi "soli Rom" continuano ad essere preoccupanti. Continuano i discorsi di odio ed intolleranti dei media e di alcune autorità pubbliche.
Maggio scorso, il presidente Traian Basescu chiamò "sporco zingaro" un giornalista, ma poi si scusò. Il Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione chiese spiegazioni al presidente.
C'è stata tensione con l'Italia dopo che questa ha dichiarato l'intenzione di espellere i Rom di nazionalità rumena. A novembre, il ministro degli esteri Adrian Cioroianu disse in un dibattito televisivo di considerare di "comprare un pezzo di terra nel deserto egiziano e di popolarlo con quanti appannavano l'immagine del paese." Adrian Cioroianu più tardi si scusò, ma rifiutò di ritrattare. Il primo ministro "deplorò" i commenti del ministro ma non prese nessuna azione ulteriore. Diverse organizzazioni dei diritti umani susseguentemente scrissero una lettera aperta chiedendo le dimissioni di Adrian Cioroianu, e l'OnG Romani-CRISS inviò una protesta al Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione (Consiliul National pentru Combaterea Discriminarii, CNCD).
A luglio, la Corte Europea per i Diritti Umani ha espresso il proprio giudizio sul caso di Belmondo Cobzaru, un Rom picchiato mentre era sottola custodia degli agenti di polizia a Mangalia nel 1997. La Corte ha stabilito che la Romania ha violato la proibizione di trattamenti inumani e degradanti, il diritto ad un rimedio effettivo e la proibizione della discriminazione.
DIVERS – www.divers.ro
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