Da Roma_Daily_News
Il rapporto rilasciato da Amnesty International nel 2008, segnala l'intolleranza e la discriminazione verso le minoranze sessuali e l'etnia Rom. Il presidente Basescu ed il ministro degli esteri Cioroianu sono stati ricordati per le loro dichiarazioni razziste.
Le minoranze etniche, i Rom in particolare, continuano a confrontarsi con serie discriminazioni, anche nel lavoro, la casa, la salute e la scolarizzazione. L'UNICEF ha riportato a marzo che oltre il 70% delle famiglie Rom non hanno accesso all'acqua corrente e che la segregazione dei bambini rom nelle scuole differenziali e le classi "soli Rom" continuano ad essere preoccupanti. Continuano i discorsi di odio ed intolleranti dei media e di alcune autorità pubbliche.
Maggio scorso, il presidente Traian Basescu chiamò "sporco zingaro" un giornalista, ma poi si scusò. Il Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione chiese spiegazioni al presidente.
C'è stata tensione con l'Italia dopo che questa ha dichiarato l'intenzione di espellere i Rom di nazionalità rumena. A novembre, il ministro degli esteri Adrian Cioroianu disse in un dibattito televisivo di considerare di "comprare un pezzo di terra nel deserto egiziano e di popolarlo con quanti appannavano l'immagine del paese." Adrian Cioroianu più tardi si scusò, ma rifiutò di ritrattare. Il primo ministro "deplorò" i commenti del ministro ma non prese nessuna azione ulteriore. Diverse organizzazioni dei diritti umani susseguentemente scrissero una lettera aperta chiedendo le dimissioni di Adrian Cioroianu, e l'OnG Romani-CRISS inviò una protesta al Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione (Consiliul National pentru Combaterea Discriminarii, CNCD).
A luglio, la Corte Europea per i Diritti Umani ha espresso il proprio giudizio sul caso di Belmondo Cobzaru, un Rom picchiato mentre era sottola custodia degli agenti di polizia a Mangalia nel 1997. La Corte ha stabilito che la Romania ha violato la proibizione di trattamenti inumani e degradanti, il diritto ad un rimedio effettivo e la proibizione della discriminazione.
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