Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:45:44, in Europa, visitato 1566 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Rebecca Covaciu a Latcho Divano, il Festival Internazionale della Cultura
Rom
Rebecca Covaciu (vedi
ndr), la giovanissima artista Rom la cui storia ha commosso il mondo (a
parte l'Italia, che continua a negarle i diritti di bambina e di essere umano),
sarà al centro di un importante Festival internazionale di cultura Rom: Latcho
Divano, a Marsiglia dal 1° all'11 aprile 2009. "Caro Roberto Malini," scrive
Laurène Blanc di Latcho Divano a Roberto Malini, fondatore del Gruppo Watching
The Sky di cui Rebecca fa parte, "stiamo lavorando alla mostra I TOPI E LE
STELLE di Rebecca, che abbiamo fortemente voluto per il nostro Festival. La
vernice avrà luogo lunedì 6 aprile alle 16.30 presso il Badaboum Théâtre. La
compagnia del Badaboum Théâtre, che conta su un pubblico giovane è ben
conosciuta nella regione di Marsiglia ed è all'origine del progetto Latcho
Divano. Avremo un pubblico di ragazzi, famiglie e amanti della cultura Rom". Il
Festival rappresenta, come il Giorno Internazionale del Popolo Rom, l'8 aprile,
un momento di orgoglio e di celebrazione di un'origine comune, contro ogni forma
di discriminazione e razzismo. L'arte di Rebecca è il simbolo indimenticabile di
una gente che manifesta ogni giorno coraggio e fiducia nel futuro, nonostante i
tempi bui in cui vive, tempi in cui persino l'infanzia - se appartiene all'etnia
Rom - è violata ogni giorno dal razzismo e dalla barbarie di autorità che hanno
abbandonato il diritto e i valori civili. I disegni della geniale ragazzina
nascono dalla povertà della baracche e prendono ispirazione dalla persecuzione
sistematica che le Istituzioni e i media italiani conducono contro i Rom, ma
anche dalla straordinaria capacità del suo popolo di sopportare il martirio e
restare unito, senza perdere la fede in un mondo senza più intolleranza. Fra i
partner del Festival, anche il Gruppo EveryOne e il Gruppo Watching The Sky.
Latcho Divano
http://latchodivano.free.fr/
contact@latcho-divano.com
Gruppo EveryOne
info@everyonegroup.com
tel. 331 3585406
Gruppo Watching The Sky (anche per contatti riguardo a Rebecca)
info@watchingtheky.org
tel. 331 3585406
Di Fabrizio (del 13/03/2009 @ 08:51:24, in Europa, visitato 1808 volte)
Da
Roma_Francais
FEDELE MENDICINO 05.03.2009 - L’associazione Mesemrom chiede conto alla
polizia ginevrina. Secondo Dina Bazarbachi, presidente del movimento d'appoggio
ai mendicanti rumeni di Ginevra, le forze dell'ordine hanno esagerato la notte
tra il 17 e il 18 febbraio scorso nel corso di un intervento a Vernier. "Due
poliziotti hanno lanciato due lacrimogeni in un edificio abbandonato verso
Renfile, per sloggiare dei Rom che lì dormivano. Tra loro, due ragazzi di 11 e
12 anni". Interpellata dall'avvocato di Mesemrom, il capo della polizia, Monica
Bonfanti, ha fin d'ora affidato un'indagine all'Ispettorato Generale dei Servizi
(IGS) al fine di fare luce su questo caso.
"Queste accuse non stanno in piedi"
L'accusa indirizzata alla polizia è particolarmente precisa. Luogo, ora, nome
dei poliziotti, numero di targa dei veicoli intervenuti.
Secondo Bazarbachi, "Due persone spaventate sono saltate fuori dall'edificio
dal primo piano e si sono ferite. Questi fatti si sono svolti sotto lo sguardo
divertito dei due poliziotti."
Contattato ieri, Jean-Philippe Brandt, portavoce della polizia, stima che "Se
è vero, è molto grave, se è falso pure..." Fatto curioso [...] non si ritrova
traccia dell'intervento in quel giorno. Si trattava d'una operazione della
polizia giudiziaria? Di falsi poliziotti? Un'invenzione dei Rom, che si sentono
perseguitati dalle forze dell'ordine? Sia quel che sia, l'IGS mette le mani nel
piatto: "Queste accuse non stanno in piedi," ritiene un poliziotto coperto
dall'anonimato. "Non si lanciano mai dei lacrimogeni in un edificio chiuso.
All'interno, se è il caso, si utilizza uno spray al pepe."
Unica certezza, gi interventi dei poliziotti si moltiplicano nei luoghi
abbandonati occupati dai Rom o dai sans-papiers.
"Prima, i mendicanti dormivano sotto i ponti," prosegue Jean-Philippe Brandt.
"Gli agenti della sicurezza municipale ce li segnalano ed i Rom si sono
allontanati in questi luoghi. Risultato: cercano rifugio in siti come quello di
Vernier, dove si trovano depositi vuoti destinati a scomparire. E' lì che l'Ikea
conta d'installarsi nel cantone."
Di Fabrizio (del 12/03/2009 @ 09:39:11, in Europa, visitato 1556 volte)
Da
Bulgarian_Roma
05.03.2009 - Olga Yoncheva
La municipalità di Lom è stata premiata col 3° premio della campagna
DOSTA del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio
d'Europa. Citata da BNR, l'ha annunciato l'amministrazione municipale di Lom.
Il premio è elargito per gli sforzi della municipalità per integrare il
popolo rom e per la tolleranza etnica. Il premio è stato consegnato a Penka
Penkova, sindaco di Lom, in una cerimonia al Congresso per le autorità regionali
a Strasburgo.
Il premio DOSTA (che significa "basta" in romanes) è stato stabilito nel
2007. Viene passato ai comuni europei che conducono politiche di successo
nell'integrazione del popolo rom.
Il primo premio della campagna ha premiato le municipalità di Mostar e
Pridjedor in Bosnia Erzegovina, il secondo - il comune greco di Valos, ed il
terzo al comune di Lom.
Il comitato, presieduto da Yavuz Mildon, presidente del Congresso per le
autorità regionali, ha esaminato 26 nomination di comuni dell'Europa centrale ed
orientale.
In una dichiarazione ai media, il sindaco Penka Penkova ha sostenuto che
accetta il premio come riconoscimento per gli sforzi del governo locale e delle
OnG a Lom per migliorare la vita dei Rom nella più povera regione della UE.
Nel comune di Lom, Bulgari e Rom, abbiamo capito che su questa terra c'è pane
per tutti, e non abbiamo qualcosa che ci divide, ha detto Penka Penkova dopo
aver ricevuto il premio. Da anni viviamo in pace e armonia, ci rispettiamo e
abbiamo fiducia l'un l'altro, ha anche sostenuto il sindaco di Lom.
Di Fabrizio (del 10/03/2009 @ 09:33:58, in Europa, visitato 1150 volte)
Ricevo da Biancamaria Del Conte
L'università di Bucarest che sta portando avanti un progetto sull'inserimento
al lavoro dei rom e i sui mestieri tradizionali, mi ha chiesto se la mettevo in
contatto con una ong o una onlus italiana come partner di ricerca.
Chi fosse interessato rivolgersi a
Biancamaria Del Conte
presso I girasoli dell'est onlus
delconteb@libero.it
Fatevi vivi!
Di Fabrizio (del 09/03/2009 @ 09:03:32, in Europa, visitato 2028 volte)
Da
Romanian_Roma
by
Barbara Frye - 2 marzo 2009
Un ambizioso progetto offre alle Romnià e ad altre donne una possibilità
di uscire dai parti a ripetizione
HOLOD, Romania | Lenuta Gruia ha appena dato alla luce il suo settimo figlio.
Lei aveva 28 anni e, per un certo periodo, ha avuto un figlio all'anno. Suo
marito era un violento alcolista che non contribuiva per niente alle attività di
casa.
Mentre era un'altra volta in ospedale, disperata ed esausta, ha chiesto ad un
dottore se ci fosse niente che potesse prendere per non avere bambini. Gruia era
contraria all'idea della sterilizzazione, così accolse il suggerimento di usare
il Depo-Provera, un contraccettivo iniettabile.
Lenuta Gruia
"Era pazzesco" ha detto in un pomeriggio di metà dicembre. "Sette bambini e
tutti piccoli. Non potevo farci fronte e con un marito ubriaco."
Ogni tre mesi per il seguente paio d'anni, Gruia fece il viaggio di circa 15
miglia sino al villaggio vicino per avere un'altra iniezione. Ogni volta, pagava
circa $ 100. Fu una fortuna che qualcuno appoggiasse quella famiglia di nove
persone con lavori occasionali che lei dice fruttavano circa € 150 al mese.
E' un quadro fosco, ma Gruia, una Romnì, è davvero l'eroina di una storia di
successo. Quando il dottore locale - l'unico per una municipalità di otto
villaggi e 3.000 abitanti - introdusse la pianificazione familiare gratuita, fu
la prima ad aderire ed è diventata la più abile nel far proseliti.
"La gente dice sempre che i Rom sono pigri," dice Gruia che era solita
raccontare alle donne riluttanti del villaggio. "Ma guardate me. Sette anni fa,
io andavo a Beius per non avere figli e pagavole medicine. Ora le avete gratis e
non siete disposte a farlo?"
Benché sembri che le donne non abbiano bisogno di grandi convincimenti. A
Dumbrava, un insediamento di circa 600 Rom, ha detto Relu Andor, il dottore, che
quando partì il programma nel 2003, 10 donne vi presero parte. Nel 2005, vi
partecipavano in 105. Il numero è sceso poi rapidamente a 30, soprattutto come
risultato della migrazione in altri paesi dopo l'entrata della Romania
nell'Unione Europea - e molte di quelle donne optarono per la sterilizzazione
dopo la partenza - o perché, continua Andor, alcune donne scelsero di volere
nuovamente dei bambini.
Ci fu una piccola riluttanza inizialmente tra gli uomini più religiosi, che
sono Pentecostali e ritengono che usare il controllo delle nascite sia uccidere
lo sperma. "Questo non è vero," ha detto loro il dottore. "Vogliamo solo dare
loro un po' di tranquillità."
UNO E' PIU' FACILE DI TRE
Ogni giovedì, Andor monta sul suo SUV nero e supera le rattoppate strade per
Dumbrava, dove fa i suoi giri, distribuendo iniezioni e pillole.
Sua moglie ed assistente, Aurelia, compila uno spesso registro, pagina dopo
pagina riempite a mano: nome, prescrizione e data. In questo modo, il dottore sa
a chi è dovuto un certo trattamento.
Se non trova una donna a casa sua, di solito può contare sul vederla nella
clinica, a diverse miglia da Dumbrava. "Loro sono qui," dice. "Se c'è neve in
inverno, caldo in estate, il giorno stabilito per l'iniezione sono qui. Arrivano
la mattina col bus o più tardi in bicicletta."
Il tasso di fertilità è cresciuto ancora. Nel 2003, nell'insediamento c'era
una nascita ogni 19 donne in età fertile. L'anno scorso, il tasso era di una su
17. Questo supera parecchie volte la media rumena, ma Andor dice che la maggior
parte delle gravidanze sono state programmate. Altrimenti, il numero sarebbe
stato ancora superiore, aggiunge.
L'urgenza del programma è ovvia. Un freddo giorno di dicembre, adulti e
bambini stanno fuori dalle loro case o sulla strada fangosa che taglia
attraverso Dumbrava. Le donne portavano secchi di plastica verso un pozzo
comunale. La maggior parte degli uomini era andata nella foresta per guadagnare
circa 10 euro al giorno tagliando legna. Andor racconta che la scuola più
vicina, distante diversi km., non avrebbe accettato i bambini rom.
E' giorno di scuola, ma questi ragazzi rom non sono i
benvenuti nella scuola più vicina
Qui le case sono solide, fatte di legno coperto d'intonaco, ed alcune sono
dipinte di uno strano blu cielo. La maggior parte ha due stanze. Dumbrava è
molto lontana dai terrificanti insediamenti rom in alcune parti d'Europa,
accanto a discariche e depositi tossici. Nondimeno, qui la gente vive alla
giornata, e le donne accolgono le domande del giornalista sull'importanza di un
programma di pianificazione familiare con educata incredulità.
"E' logico che è più facile con un bambino invece che con tre," dice Maria
Gruia, 23 anni e nessuna parentela con Lenuta, cullando in grembo sua figlia
Marina di 7 anni.
Le statistiche sui tassi di nascita suddivise per etnia non sono disponibili
in Romania, ma setacciando le statistiche UE e quelle governative, un gruppo di
appoggio ha estrapolato che circa il 23% dei bambini in Romania sono Rom. Dato
che i Rom rappresentano circa l'11% della popolazione, ciò rende il loro tasso
di nascita significativamente più alto della media nazionale.
"Mediante aneddoti, quando nei gruppi di discussione chiediamo alle Romnià
qual'è il numero ideale di bambini in una famiglia, la grande maggioranza dice
due," ha scritto in unae-mail Leslie Hawke, co-fondatrice di Asociatia Ovidiu Rom,
il cui scopo è che ogni bambino rumeno vada a scuola. "La ragione per cui il
loro tasso di nascita è così alto NON è perché vogliano così tanti bambini! (e
neanche perché lo domandino i loro mariti) E' perché la principale forma di
controllo delle nascite è l'aborto - che significa diverse volte all'anno, una
donna altamente fertile deve decidere se tenere o no un bambino. E allora deve
attivamente cercare il termine ed agire con dottori che frequentemente sono
sprezzanti verso di lei."
Anche i tassi di aborto non sono disponibili, e le donne di Dumbrava
intervistate per questo articolo hanno detto di non averne avuti. Ma i tassi
d'aborto in Romania sono storicamente alti, dove un divieto sul controllo delle
nascite sotto il regime comunista portò molte donne a terminare illegalmente le
gravidanze indesiderate.
JSI Research and Training, un gruppo di ricerca sulla sanità pubblica
di Boston, Massachusetts, ha formato i dottori, incluso Andor, per il programma,
che è durato dal 2001 al 2006. Nel rapporto finale si certifica che il tasso
d'aborto è sceso da 1.157 a 685 aborti ogni 1.000 nati, durante i cinque anni
del programma. Sono scese anche la mortalità materna ed infantile.
JSI ha varato il programma con l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale
ed il Ministero Rumeno della Sanità Pubblica allo scopo di migliorare
l'assistenza sanitaria primaria per i gruppi vulnerabili in Romania. Nel 2004, è
stato allargato da otto a tutte le 42 contee del paese, e dal 2001 al 2006, la
spesa del Ministero della Sanità per "acquisizione e gestione" dei metodi
contraccettivi è cresciuta di 18 volte, da $ 100.000 a $ 1,8 milioni.
Sin dall'inizio del programma, il governo si è mosso per rendere gratuito a
tutti i rumeni i servizi di pianificazione familiare, senza curarsi dello status
assicurativo e ora fornisce contraccettivi gratuitamente a chi ne ha i
requisiti. Dal dicembre 2006, l'80% dei villaggi rurali ha almeno un assistente
sanitario formato alla pianificazione familiare.
Aurelia Andor ha detto che alcune Romnià con cui lei e suo marito hanno avuto
a che fare, hanno partorito due volte in un anno prima del lancio del programma,
e suo marito ha detto di aver deciso di partecipare al programma dopo aver visto
troppe ragazzine incinte. Quel problema non è stato superato: una dodicenne e
una quindicenne sono incinte e un'altra ragazza di 15 anni ha recentemente
partorito.
Ma Relu Andor ha aggiunto che molte delle madri hanno iniziato a portare le
loro figlie nella clinica per le pillole per il controllo delle nascite o
iniezioni di Depo-Provera quando raggiungono la pubertà.
Lenuta Gruia ha aspettato un poco più a lungo. Ha detto che quando la sua
figlia maggiore, 19 anni, ha avuto il primo figlio: "Le ho detto 'Ragazza, vuoi
avere sette figli come me?' L'ho presa per mano e portata dal dottore.
Barbara Frye è redattrice di TOL. Robert Matei, studente di
giornalismo all'Università Babes-Bolyai di Cluj, ha contribuito all'articolo.
Foto di Barbara Frye.
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 09:31:09, in Europa, visitato 1796 volte)
Da
Roma_Daily_News (seconda lunga intervista tradotta in tre giorni! Sono contento
quando esempi positivi parlano in prima persona)
divers.ro 02/03/2009
Daniel Ganga è il primo diacono Rom ufficialmente ordinato dalla chiesa
ortodossa rumena e che si incaricherà dei Rom di Bucarest e Ilfov. Dopo 153 anni
dall'abolizione della schiavitù rom, il giovane prete dichiara che [...] non
incriminerà più e va verso una cultura ortodossa senza colore etnico.
Chiesa di tutti
Cosa le ha fatto dichiarare chiaramente e con fermezza la sua etnia entro
la chiesa ortodossa rumena?
Vengo da una famiglia dove la Chiesa e gli ordini ecclesiali sono sempre
stati presenti. Venendo verso la Chiesa non è stato difficile comprendere che
nelle nostre i Rom non sono molto presenti e non sono per niente apprezzati.
Pochissimo apprezzati! La maggior parte delle volte sono visti come
"credenti di seconda mano".
Perché?
Perché di solito gi altri ritengono che la Chiesa per i Rom è solo un posto
per mendicare. Inoltre, gli altri, a maggioranza, credono che i Rom non siano
ben iniziati, non fanno le regole. Non conoscono niente! E, nel migliore dei
casi, sono ignorati. Questo significa, se un Rom entra in chiesa, lo lasciamo
pregare se "si comporta come si deve". Viceversa, quando arriva alla
partecipazione alla vita ecclesiale, in ogni modo, gli altri sono riluttanti. Io
vengo da una famiglia dove andare in chiesa era una cosa normale e ho pensato di
fare qualcosa. Ho considerato che fosse mio dovere creare, se vogliamo chiamarlo
così, un "ponte" tra il popolo della Chiesa, dato che Dio ha creato la
possibilità di stare vicini e di conoscersi. Per puntare la loro attenzione sul
fatto che non è normale per i Rom essere messi in disparte e che la Chiesa
dovrebbe essere per tutti. Fortunatamente, succede che da qualche anno Sua Eminenza Padre Varsanufie, Vescovo vicario dell'Arcivescovado di Bucarest, ha
iniziato azioni che mi hanno sorpreso. Non mi aspettavo tanta buona volontà!
Che azioni sono?
Sto parlando del libro di preghiere tradotto in romanes. Ha appoggiato i
bambini rom che volevano andare in seminario. Ed ha anche tradotto la Santa
liturgia in romanes. Questo è assolutamente straordinario. Senza nessun
precedente nella storia della chiesa ortodossa rumena e nella nostra comunità,
che è una cosa fondamentale, in cui difficilmente avrei sperato. Pensavo che
sarebbe stato bello se qualcuno avesse tradotto la Santa liturgia della Romania
a questa gente, messa da parte, perché potesse ascoltarla nella sua lingua, la
sua lingua blasfema. Per molta gente, la lingua zingara suona male. Così, eccoci
qui, venerdì (si riferisce al 20 febbraio 2009, quando al Monastero Radu Vola di
Bucarest venne ordinato diacono con Liturgia bilingue rumena/romanes), ho
sentito le preghiere e le canzoni avevano una magnifica melodia e suonavano
davvero bene.
Nella parrocchia "Santi Romani della Domenica" di Ferentari, dove lei è
stato investito diacono, celebrerà in romanes?
[...] Dopo che spolvererò il mio romanes, dato che al momento non conosco
molto bene la lingua, la cerimonia sarà solo in romanes. Non esclusivamente! Ma
anche in lingua romanes.
Ha familiarità con la situazione dei Rom della parrocchia di Ferentari?
E' difficile dirlo perché non conosco il posto. Sono stato nominato lì solo
qualche settimana fa. Non conosco la situazione. Conosco qualcuno di Ferentari.
Ho lavorato anche con RomaniCriss e quando sono stato ripreso alla TV ho visto
come la gente vive lì. Zabrauti è un posto rappresentativo. Lì la gente vive in
case coniche di 4 metri o anche più piccoli. Vivono in sette, otto o anche dieci
persone assieme ai bambini. E' difficile capire che ci sia gente che vive così
da tanto tempo. E' un fatto che sono lì ed hanno bisogno di me per portare
attenzione sulla loro situazione, credo. Ho bisogno di motivarli a chiedersi
cosa succede con le loro vite e dopo queste domande, se vogliono qualcuno che
dica loro qualcosa sul Signore, sarò lì. Perché, secondo me, è normale che
qualcuno si chieda "chi sono?", "cosa mi succede?" e "dove vado?". E per me la
risposta è stata: sono un essere intelligente creato da Dio a sua immagine e
somiglianza, a cui sono state donate alcune qualità e fatto, come senso e scopo
dell'esistenza, per assomigliare a Dio. Per assomigliare intendo agire bene. Un
effetto della pratica delle buone cose, se possiamo chiamarle così, è vedere
l'altro, che può essere anche un Rom, ad immagine e somiglianza di Dio ed essere
contento della sua presenza. E dovrebbe essere contento anche della vostra
presenza.
Nella Chiesa siamo uguali
Non pensa che riconoscendola come il primo diacono rom per la sua
comunità, il patriarcato ortodosso rumeno abbia fatto un passo verso
l'integrazione dei Rom?
Possiamo chiamarlo un passo. Ma non verso l'integrazione. Non mi piace questo
termine. Integrarsi in cosa? Le persone sono esseri intelligenti, con la loro
volontà e personalità e integrandole si raggiungerà uno standard. Questo è come
la vedo. Il passo fatto dalla Chiesa è in qualche modo una riparazione. Poco più
di 100 anni fa i Rom erano schiavi nei monasteri. A quei tempi, la cosa era
naturale per la Chiesa. Ora le cose sono differenti e la Chiesa, intendo le
istituzioni tramite i suoi rappresentanti, è andata incontro ai Rom confermando
che non sono un gruppo separato di credenti, si pensa di considerarli che
possano camminare assieme verso Dio. Una chiesa senza Rom e una chiesa dove
siano lasciati in disparte, è espressamente una chiesa incompleta. La chiesa è
completa solo includendo tutti i membri che la comunità conta tra i suoi figli.
Solo così la Chiesa è completa e può andare di fronte a Dio come estensione del
lavoro del Salvatore. Perché LUI disse "andate ed insegnate a tutta la
popolazione!" Non ha specificato a chi! "Battezzato nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo!" Questo è il significato della Chiesa. E' così!
Nella chiesa siamo tutti uguali.
E questa è la ragione per cui lei è stato ordinato lo stesso giorno che si
commemorava l'abolizione della schiavitù rom in Romania, e non a gennaio, come
inizialmente deciso?
Sì. Sua Eminenza pensava fosse molto meglio organizzare questo momento
esattamente lo stesso giorno in cui celebriamo i 153 anni dall'abolizione della
schiavitù dei nostri antenati. Ecco qui! Posso considerare il gesto come un
ritorno della Chiesa, di buona volontà, di vicinanza. Dirò che nessuno può più
rimproverare la Chiesa di discriminare i Rom. Forse ci sono casi isolati, ma
fuori dalle regole della Chiesa.
Sono stato sorpresa di sentire che i Rom che vivono accanto a noi non
sanno niente dell'abolizione della schiavitù dei loro antenati (vedi
ndr). Cercherà di far
conoscere quei fatti storici a quelli con cui lavorerà assieme?
Naturalmente, è ciò che voglio. Ci proverò per quanto posso, con l'aiuto di
intellettuali, di chi vuole essere coinvolto in azioni simili, per raccontare ai
membri della comunità qualcosa sulla nostra storia. Sono in uno stato di
ignoranza verso la propria storia, perché non hanno mai studiato cose simili e
mai sono stati incoraggiati a farlo. Nei fatti, manca la volontà di studiare la
storia recente o antica dei Rom.
Vuole fare questa proposta all'ufficio catechistico della comunità rom
dell'Arcivescovado di Bucarest?
Sì, l'ufficio catechistico ha più obiettivi da raggiungere: costruire chiese
dove vivono i Rom, sviluppare programmi sociali per gli adulti, programmi
educativi e culturali per giovani e bambini. In quei programmi verranno
disseminati informazioni sulla storia dei Rom, in volantini, opuscoli, forse in
programmi radio e TV. Quanto a me, intendo andare nella comunità, sedermi tra
loro, parlare e fare cerimonie, atti liturgici e ricordare alla gente le nostre
attività come comunità. Voglio credere che sia un inizio per i Rom e a partire
da adesso sapranno che sono ortodossi e perché lo sono, specialmente cosa
significa essere ortodossi. Voglio chiamarli ad unirsi alle preghiere, cambiare
insieme le cose e se Dio, nella sua misericordia, ci permette, creare una
cultura ortodossa senza alcun colore etnico, una vita normale e Cristiana.
Daniel Ganga (29 anni) è stato ordinato Diacono il 20 febbraio, in
occasione della celebrazione dei 153 anni dall'abolizione della schiavitù
rom in Romania. Attualmente è redattore presso la stazione radio Trinitas
del Patriarcato Rumeno e coordina i progetti socio-caritativi e
socio-educativi dell'Arcivescovato progettati per le famiglie Rom. Ma,
attraverso una nuova nomina, coordinerà le attività per le comunità rom
dell'ufficio catechistico nella stessa istituzione. Nel contempo, servirà
come Diacono nella parrocchia "Santi Romani della Domenica" di Ferentari.
Mihaela Dumitrascu – DIVERS
Di Fabrizio (del 06/03/2009 @ 09:01:55, in Europa, visitato 2210 volte)
Da
Bulgarian_Roma
sofiaecho.com Photo: Georgi Kozhouharov - 2 marzo 2009
In Bulgaria, dall'inizio del 2009 200 bambini più giovani di tre anni sono
stati abbandonati. Lo riporta l'agenzia bulgara BGNES citando Elka Nalbantova
della fondazione Za
Nashite Detsa (Per i Nostri Bambini).
Ogni anno circa 1.500 neonati entrano nelle case sociali in Bulgaria, con una
permanenza media tra gli uno e i tre anni, ha detto la fondazione in una
conferenza stampa.
Ci sono circa 3.000 bambini sopra i tre anni di età nelle case sociali
bulgare. E' evidente che il numero dei bambini abbandonati stia aumentando.
Nalbantova ha detto che il 70% dei bambini nelle istituzioni sociali
sarebbero Rom. Ha detto che il 95% delle madri che hanno abbandonato i loro
bambini hanno cambiato la loro opinione dopo essere state contattate da un
assistente sociale. Ma questo non ha cambiato il fatto che la Bulgaria, tra
tutti i paesi UE, ha il più grande numero di bambini abbandonati sotto i tre
anni.
Nel 2007, il numero dei bambini abbandonati sotto i tre anni è stato
superiore a 2.000. Di questi, 1.787 erano figli di genitori singoli e 1.516 di
genitori senza lavoro. Nel 2007, solo 13 bambini sono stati dati in affido.
il 70% dei genitori non ha visitato i propri figli nelle case sociali, mentre
il 20% l'ha visitato una volta a settimana.
by Petar Kostadinov
Di Fabrizio (del 05/03/2009 @ 09:00:22, in Europa, visitato 1414 volte)
Da
Romanian_Roma
Divers.ro 02/03/2009
153 anni dopo l'abolizione della schiavitù Rom, questo evento non ha eco
nella mente della gente comune. Il soggetto è importante specialmente per i
leader rom che considerano che l'inclusione sociale di questa minoranza non si
attuerà se i Rom verranno per sempre lasciati nell'ignoranza del loro passato e
futuro.
Sabato 20 febbraio, per curiosità sono passata da un negozio di fiori in
Iuliu Maniu Boulevards, a Bucarest. Volevo sapere se i Rom, quelli a cui vivo
accanto, sanno dell'abolizione. Un'anziana signora, vestita con abiti spessi
ed un foulard, stava vendendo fiori. Le ho chiesto: "Lei è Rom?" e mi ha
risposto positivamente. Allora ho continuato: "Lei sai cosa significa il 20
febbraio per i Rom di Romania?"
"Non sappiamo, ragazza, non lo sappiamo! Ma se lo sapessimo, ci darebbero
qualcosa?" mi ha risposto la donna mentre fumava una sigaretta. Ho provato
un'altra volta con due bambini rom. Una andava alla scuola primaria ed il
secondo a quella secondaria. Lo stesso risultato "Non sappiamo!"
"Il 20 febbraio ha un significato speciale per la comunità rom" ha detto sua
Eminenza Varsanufie Prahoveanu, Vescovo Vicario dell'Episcopato di Bucarest,
presente all'ordinamento del primo Rom diacono, nominato per occuparsi dei Rom
di Bucarest e Ilfov. "In questo giorno, 153 anni fa, a schiavitù Rom venne
abolita dal governo, terre borghesi o monasteri," ha ricordato sua Eminenza.
Quanto può essere importante un documento diplomatico firmato nel 1856 per
cui una popolazione condannata alla schiavitù diventa libera, se i suoi
discendenti non ne sono a conoscenza? E nel caso lo fossero, quanto sarebbe
rilevante oggi per il resto della società, se i loro diritti e bisogni non
vengono rispettati?
Mihaela Dumitrascu – DIVERS
Di Fabrizio (del 04/03/2009 @ 09:01:34, in Europa, visitato 1379 volte)
Da
Roma_und_Sinti
Taz.de 28.02.2009
Povertà crescente ed esclusione, tradizioni patriarcali. Secondo la politica
Lívia Járóka, la difficile situazione dei Rom nell'Europa dell'Est riguarda
l'intera UE.
Lívia Járóka siede nel Parlamento Europeo eletta nel partito ungherese di
destra Fidesz. Con l'espansione ad est, i Rom sono la più vasta minoranza entro
la UE. Molti dei circa 10 milioni di Rom soffrono di povere condizioni di vita e
di discriminazione sociale. In molti paesi dell'Europa orientale ci sono classi
speciali per i bambini rom, ghetti con alta disoccupazione e povera assistenza
medica.
Signora Járóka, l'Unione Europea ha spesso avuto a che fare con la
situazione dei Rom in Europa. Ciò nonostante, la situazione della più grande
minoranza etnica in un'Europa unita continua a rimanere precaria: in alcune
parti come recentemente in Ungheria ci sono sempre più attacchi contro i Rom.
Questo non ha portato niente?
Prima che i nuovi stati membri si unissero alla UE, la Commissione
poteva, tramite i suoi rapporti a questi paesi, fare una certa pressione sui
loro governi per diventare attivi su questi temi. Ma come gli est europei si
sono trovati nella UE, molti hanno pensato che non dovevano più sforzarsi su
ciò. Ma ora la Commissione UE vede che non tutto può essere delegato agli Stati
Membri.
A Bruxelles c'è stato, l'anno scorso, un "Summit Rom" ed il Parlamento UE
ha adottato una risoluzione sulla situazione dei Rom in Europa. Cosa si è
ottenuto?
Il Parlamento UE vuole mostrare la focalizzazione sociale nella mappa
europea. Ma presto ci si rende conto che non riguarda problemi specifici dei
Rom, ma problemi sociali nei differenti paesi. In termini di condizioni di vita,
casa, lavoro, sanità ed istruzione, i Rom in Europa sono ad un livello simile
della gente nell'Africa subsahariana. Ma in questo non differiscono da altri
gruppi sociali sotto-privilegiati. Perciò, non voglio un Commissario speciale a
Bruxelles per gli affari rom. E' un tema che va affrontato a diversi livelli,
con i commissari delegati ai temi della sanità, istruzione, condizioni di lavoro
e assistenza sociale.
Cosa può fare la UE?
C'è bisogno che Bruxelles promuova più progetti regionali ed appoggi i Rom
locali. E gli Stati Membri dovrebbero concordare nell'intraprendere specifici
piani d'azione. Se non realizzano in un dato periodo, la Commissione deve
imporre sanzioni. Inoltre, l'integrazione sociale dev'essere vista come una
questione incrociata e considerata in ogni offerta UE.
Sinora ci sono stati solo progetti riservati specificamente ai Rom. Alcuni
vedono ciò come una ragione per cui così tanti soldi sono stati spesi in maniera
inefficace. Concorda?
Questa è una delle ragioni. Qual'è l'utilità, per esempio, di un progetto
sull'istruzione dei bambini rom, se affondano nel fango per andare a scuola,
dato che non c'è una strada per il loro villaggio? Ci sono fondi europei per
l'istruzione, l'assistenza sanitaria o gli alloggi - ma non per tutti assieme.
Invece si perde il proprio tempo in mini progetti caritativi, lo stato dovrebbe
coinvolgersi maggiormente.
Come la vede?
Perché lo stato non può operare nell'industrializzazione in regioni con alta
disoccupazione? Questa è una cosa che non posso capire! Un secondo fattore di
debolezza è che ci sono pochissimi studi sui Rom - e i dati esistenti non sono
presi in considerazione.
Durante il Summit Rom di settembre, si è avuta l'impressione che le
organizzazioni rom siano nemiche tra loro e non lottino per lo stesso scopo.
Ci sono molte ragioni per questo. Primo, molte organizzazioni versano in
difficili situazioni finanziarie. D'altra parte, i partiti giocano politicamente
con loro. Prima delle elezioni, sono corteggiate e sfruttate, dopo, tornano
nell'anonimato. E' tempo di un cambio generazionale al vertice -invece che
funzionari politici, dovrebbero essere formati giovani specialisti ben formati.
Occorre un cambio di valori tra le organizzazioni rom.
Lei insiste che anche nelle famiglie rom qualcosa deve cambiare. Cos'è?
Nel mio rapporto sulla situazione delle donne rom, elaborato due anni fa per
il Parlamento Europeo, ho scritto che le strutture paternalistiche nelle
famiglie rom sono ancora troppo forti . come in altri gruppi sociali in Europa.
Ma sotto c'è molto di più di quanto si percepisca dall'esterno. Un problema è lo
sfruttamento dei bambini, forzati a mendicare. Di questo ne parlo apertamente.
Per questo, qualcuno la accusa di sputare nel proprio piatto. Cosa dice di
queste critiche?
Vengono da funzionari rom che proteggono i propri interessi. Molta gente, al
contrario, vede il mio lavoro come una grande opportunità per loro. Ed, al
contrario, importante che le critiche arrivano da chi appartiene lui stesso al
gruppo dei Rom. Lo sa, che ce ne sono di veramente disperati? Recentemente ho
visto un documentario sulla BBC, dove una donna incinta chiedeva al reporter se
non volesse prendersi il suo bambino, sarebbe stato meglio così. Può
immaginarlo? Una madre che vuol dar via suo figlio perché non ha futuro?
Perché è così?
Le famiglie vivono alla giornata - e poi cadono nelle mani di usurai che si
prendono il 600% di interesse. Alcune diventano completamente dipendenti dal
denaro di questi piccoli re che prestano soldi. I paesi membri potrebbero
chiedere microcrediti al Fondo Sociale. Ma non ne fanno uso.
Il parlamento UE ha anche chiesto progetti separati per i Rom mobili e
sedentari. Ha senso questa distinzione?
Naturalmente. Ma il problema del nomadismo non andrebbe sovrastimato. C'è
soltanto il 5% dei Rom che sono ancora itineranti. Mi chiedo sempre perché ci
siano così ottime soluzioni per i figli dei diplomatici [che sono] nomadi - e
per i Rom non si muove niente. I diplomatici troveranno una scuola
internazionale in ogni angolo del mondo, possono studiare tanto a Shangai che a
Bruxelles.
Da cinque anni, anche lei appartiene ai diplomatici nomadi. Nella sua
homepage, la si vede mentre saluta marito e figli il lunedì mattina sulla strada
dell'aeroporto. Il lavoro di deputato vale lo sforzo?
Ho lavorato per dieci anni in una OnG. In tutto quel tempo, non ho ottenuto
quanto in un anno come parlamentare europea. Naturalmente, è doloroso quando hai
due bambini piccoli. Il più giovane ha solo due anni. Ma i nonni ci stanno
aiutando e mio marito vive coi bambini. Per lavorare efficacemente nella
politica alta e a livello regionale nel mio paese, devo essere estremamente
organizzata. Questo l'ho imparato.
Intende concorrere per un secondo turno a giugno?
Non posso fermarmi adesso. Dal primo giorno del mio lavoro, ho avuto un
appoggio eccezionale dal mio partito, il conservatore Fidesz. Mi hanno messo al
settimo posto in lista per le elezioni europee a giugno. Ora sono uno dei volti
del più grande partito ungherese ed appaio nei loro video elettorali.
INTERVISTA: Daniela Weingärtner
Di Fabrizio (del 03/03/2009 @ 09:15:56, in Europa, visitato 1830 volte)
Da
Bulgarian_Roma
25/02/2009 [...]
Minoranze Nazionali/Razziali/Etniche
La discriminazione societaria contro i Rom ed altri gruppi minoritari rimane
un problema, che a volte sfocia in violenti incidenti tra i membri di differenti
gruppi etnici.
Anche se le stime ufficiali indicano i Rom al 4,6% della popolazione, la loro
reale percentuale è stimata tra il 6 e il 7%, Secondo un rapporto del 2002 del
2002, c'erano nel paese tra i 600.000 e gli 800.000 Rom. Secondo il censimento
del 2001, l'etnia turca contava il 9% della popolazione. I musulmani di etnia
bulgara, spesso chiamati Pomaks, sono un altro gruppo di discendenza slava, i
cui antenati si convertirono dal cristianesimo ortodosso all'islam, costituivano
dal 2 al 3% della popolazione.
La discriminazione sul posto di lavoro contro le minoranze, particolarmente i
Rom, continua ad essere un problema. Il tasso di disoccupazione tra i Rom era
vicino al 65%, raggiungendo l'80% in alcune regioni. In un caso del 2006, il
tribunale cittadino di Sofia trovò responsabile una compagnia quando uno dei
suoi impiegati raccomandò ad Angel Assenov di non fare domanda d'assunzione, in
quanto era Rom e non sarebbe stato assunto.
L'attitudine generalmente sfavorevole ai Rom, sposata col loro basso livello
d'istruzione, rende i Rom meno capaci di accedere al mercato del lavoro. Molti
osservatori hanno notato che la qualità dell'istruzione offerta ai bambini rom
era inferiore di quella permessa alla maggioranza degli altri studenti.
I pregiudizi contro i Rom hanno continuato a giocare un ruolo significativo
nella società e spesso è stata condivisa da chi deve far rispettare la legge. Ci
sono stati continui rapporti sulla polizia che minaccia, arresta arbitrariamente
ed usa violenza contro i Rom; comunque, le OnG hanno riportato che l'anno scorso
la polizia è stata generalmente più cauta nell'uso della forza. I gruppi dei
diritti umani asseriscono che talvolta i magistrati non perseguono i crimini
commessi contro le minoranze.
Nell'agosto 2007, circa 200 Rom si sono rivoltati nel quartiere Krasna
Poliana di Sofia, dopo che erano circolate voci che sarebbero stati attaccati da
un gruppo di skinhead. Secondo alcuni testimoni i disordini erano una
rappresaglia agli avvenimenti della sera prima, quando un gruppo di giovani
descritti come skinhead attaccarono tre coetanei rom, uno dei quali fu malmenato
severamente. Dopo l'incidente quattro bulgari vennero accusati di hooliganismo
dopo l'incidente, la polizia ne arrestò tre e ne rilasciò uno su cauzione. La
polizia detenne anche quattro Rom accusandoli di hooliganismo.
Nell'agosto2007 un gruppo di quattro giovani percosse a morte Asparuh
Atanasov, Rom diciassettenne, perché erano arrabbiati che lui fosse nel centro
della città. La polizia detenne quattro sospetti ed il processo contro di loro è
continuato alla fine dell'anno.
Molti Rom vivono in case sotto gli standard e mancano di registrazione legale
per i loro posti di residenza. Le autorità locali hanno incontrato difficoltà
nell'allocare risorse e trovare siti dove costruire nuove case.
Le OnG hanno riportato che i Rom incontrano difficoltà nel richiedere i
benefici sociali e soffrono di accesso inadeguato all'assistenza sanitaria. Il 2
giugno, il tribunale cittadino di Sofia ha trovato che la clinica di maternità
Sveta Sofia aveva rifiutato il trattamento medico ad una donna rom a causa della
sua etnia. La corte aveva riconosciuto alla querelante 50 leva (circa $ 38) per
danni.
Durante l'anno le organizzazioni dei diritti umani hanno continuato a
compilare reclami riguardo le legge anti-discriminazioni. Ad aprile il tribunale
distrettuale di Blagoevgrad ha confermato il giudizio per danni di un tribunale
minore contro un ristorante che nel 2004 rifiutò di servire clienti Rom,
facendolo invece per i non-Rom.
Incitare all'inimicizia, odio o discriminazione razziale è un crimine
punibile con sino a tre anni di galera, ed i querelanti possono appellarsi
direttamente al tribunale per i danni inflitti da dichiarazioni discriminatorie.
A maggio la corte d'appello di Sofia ha confermato il giudizio contro Volen
Siderov, leader del partito Ataka, per dichiarazioni discriminatorie contro le
etnie turche, rom, ebrea ed altri gruppi. Sei degli otto casi di querela contro
Siderov sono rimasti al vaglio del tribunale regionale di Sofia. La denuncia è
partita da una coalizione di 60 OnG, che hanno accusato Siderov di minacce e
discriminazioni contro persone a causa della loro appartenenza etnica, religiosa
o sessuale. Nei due casi in cui s'è pronunciata, entrambe nel 2006, la corte ha
deciso una volta che Siderov aveva incitato alla discriminazione etnica, ma
nell'altro che non aveva discriminato in base all'orientamento sessuale. A
seguito di un appello, il tribunale di Sofia ha mantenuto a maggio il giudizio
sulla discriminazione etnica.
Nel 2007, BHC e l'UNHCR hanno espresso la propria preoccupazione sui rapporti
di incidenti violenti e motivati razzialmente contro minoranze visibili. Nel
gennaio e nel maggio 2007, quattro persone, due dalla Nigeria e due dal Sudan,
sono stati attaccati con coltelli. Il 31 ottobre, il tribunale cittadino di
Sofia ha inflitto ad Alexander Ginchev cinque anni di carcere per aver assalito
nel gennaio 2007 un calciatore nigeriano.
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