Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/01/2011 @ 09:53:32, in Italia, visitato 1736 volte)
Wikirom
Nell'ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria 2011 sono in
programma quattro incontri sui temi della cultura e dell'attualità Rom in
Italia, con uno sguardo sulle politiche di maggior successo per un'integrazione
nel rispetto delle differenze.
L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Anci Ideali (Fondazione Europea delle
Città) ed è realizzata dall'associazione RomSinti@Politica in collaborazione
con le più importanti federazioni delle associazioni Rom, enti locali ed altre
organizzazioni italiane ed europee (in Spagna, Belgio e Romania). Capofila
dell'intero progetto è Cittalia (Fondazione Anci Ricerche).
A Torino l'organizzazione dell'iniziativa è curata da IDEA ROM ONLUS in
collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza e con il patrocinio del
Comune e della Provincia di Torino.
Il corso è rivolto ad amministratori e funzionari pubblici, ONG che lavorano con
i Rom, rappresentanze ed associazioni di Rom, scuole (dirigenti, docenti,
studenti interessati), giornalisti e professionisti dei media. Beneficiari
diretti dell’azione sono i Rom che vivono nei territori coinvolti mentre quelli
indiretti sono i cittadini nella loro generalità.
Il modulo formativo è gratuito e prevede i seguenti incontri:
Venerdì 28 gennaio 2011 ore 15/18 - Sala Colonne Palazzo Civico, p. Palazzo di
Città 1 - Torino
Risoluzione dei conflitti, stereotipo e pregiudizio: il ruolo degli schemi
cognitivi e dei processi di categorizzazione.
Conducono il dott. Gabriele Guazzo (coordinatore del progetto – Cittalia) e
il dott. Dimitris Argiropoulos (Università di Bologna). Presenta l'incontro e
modera gli interventi il prof. Nanni Salio (Presidente del Centro Studi
"Domenico Sereno Regis" di Torino).
Venerdì 11 febbraio 2011 ore 15/18 - Museo Diffuso della Resistenza, c.
Valdocco 4/A - Torino
Legislazione locale, regionale, nazionale ed europea su discriminazione e
razzismo.
Conduce il dott. Marco Brazzoduro (Università di Roma). Presenta l'incontro
e modera gli interventi il dott. Lorenzo Trucco (Presidente nazionale dell'ASGI
- Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione).
Venerdì 25 febbraio 2011 ore 15/18 - Museo Diffuso della Resistenza, c.
Valdocco 4/A - Torino
Identità: storia, politica e cultura.
Conduce il dott. Nazzareno Guarnieri (presidente Federazione Romanì).
Presenta l'incontro e modera gli interventi don Fredo Olivero (Responsabile del
Servizio Migranti della Caritas Diocesana di Torino).
Venerdì 11 marzo 2011 ore 15/18 - Sala Colonne Palazzo Civico, p. Palazzo di
Città 1 - Torino
Mediazione culturale e partecipazione attiva: metodologia e progettualità.
Conducono il dott. Nazzareno Guarnieri (presidente Federazione Romanì) e il
dott. Dimitris Argiropoulos (Università di Bologna). Presenta l'incontro e
modera gli interventi il dott. Filippo Furioso (Dirigente Scolastico
dell'Istituto Comprensivo "Leonardo da Vinci" di Torino).
Per maggiori informazioni:
http://www.morespect.eu/en2/
Per partecipare al corso è necessario l'accredito con la scheda d’iscrizione (www.idearom.it)
IDEA ROM ONLUS – via Garibaldi 13, 10122 Torino – fax 011.82731123
www.idearom.it -
idea.rom@gmail.com
Di Fabrizio (del 08/01/2011 @ 09:15:17, in Italia, visitato 2300 volte)
Buccinasco.net
Occuparmi della Lega Nord di Buccinasco mi risulta sempre imbarazzante. La
loro inconsistenza politica farebbe quasi tenerezza se non fosse pericolosa per
la civile convivenza e la serenità del nostro Comune. Ne parlo oggi perché ho
letto l'ennesimo articolo sul quotidiano Il Giorno. Ma cosa dice la
Lega Nord di Buccinasco per bocca del suo portavoce Nando Uggeri (nella foto)?
Parla del nuovo piano regolatore? Parla della crisi economica e delle centinaia
di famiglie di Buccinasco in difficoltà? Del lavoro? Della disoccupazione?
Dell'ambiente a rischio? Della viabilità? Del federalismo?
Macché! Indovinate un po'?!
Sì avete indovinato, Nando Uggeri ci parla - come sempre - del nostro campo
Sinti (clicca
QUI +
QUI +
QUI link interni) al
Q.re Terradeo esprimendo le sue
deliranti preoccupazioni.
E di cosa è preoccupato? Si preoccupa del successo delle politiche di
integrazione e di una delle pochissime iniziative positive della Giunta Cereda (PDL
+ Comunione & Liberazione), cioè della realizzazione di una "ciclofficina"
(clicca
QUI 250 Kb pdf) con i soldi stanziati dal Ministro
leghista Roberto
Maroni a cura della Prefettura di Milano (clicca
QUI 130 Kb pdf).
Un progetto unico ed esemplare, qualcosa di cui essere orgogliosi, qualcosa che
sta funzionando da decenni, indipendentemente dal colore politico delle
Amministrazioni che si sono succedute, anzi, tutto è cominciato negli anni '90
con la prima Giunta Lanati (Forza Italia) con la Lega Nord in maggioranza.
Caspita ragazzi ! Figuriamoci se ci fossero stati dei veri problemi cosa
avrebbero detto e scritto!
Probabilmente il sogno dei leghisti locali sarebbe quello di avere, anche a Buccinasco, un bel campo
Rom, delle fatiscenti baracche, illegalità, sporcizia e
malattie.
Magari un posto da sgomberare con tanto di telecamere e scontri con la Polizia
(vedi il caso di Opera), con delle belle roulotte in giro per la città e
postulanti bambini sporchi e scalzi davanti alle nostre Parrocchie ...
Risolvere i problemi? I "padani" romanamente se ne fregano! Per ottenere che
cosa? Facile: un pugno di voti in più alle prossime elezioni.
Speriamo e lavoriamo seriamente in modo che i loro sogni non si realizzino mai a
Buccinasco Italia, speriamo che voi elettori sappiate tenerli lontani dai posti
di comando... altrimenti sapete già cosa vi aspetta.
Niente di personale.
Rino Pruiti
Consigliere comunale di opposizione (seria)
Buccinasco MI
www.rinopruiti.it
Di Fabrizio (del 05/01/2011 @ 09:23:52, in Italia, visitato 2042 volte)
Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi
QUI e
QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi
Egregio sindaco Gianassi,
Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi
QUI
ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che
non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come
una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia
missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla
quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.
Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le
nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la
sua segreteria sarò franco e spero conciso.
Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto
che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo
e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia
di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel
destinare le risorse.
A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua
affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed
immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione
possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e
malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed
italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori
che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che
hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e
le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere
affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici
e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad
affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema,
penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga
esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De
Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu
il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo
conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della
costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.
Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti
locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i
governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti
ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i
cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di
razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono
cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e
venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei
oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi
problemi.
Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le
soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una
soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo
di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro
frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro
sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile,
e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità.
Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover
scegliere fra creare o tagliare.
Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche
come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare
un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del
Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra,
una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni
fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali,
organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo
l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare
un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti
che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel
centrodestra fanno.
La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.
franco marchi
Di Fabrizio (del 04/01/2011 @ 09:16:36, in Italia, visitato 1722 volte)
Suggerimento di Vojislav Stojanovic; sbaglio, o di una rappresentanza di Sinti e Rom non ve n'è
traccia in questa consulta? Nel caso, fatemi sapere.
l'Adige.it 03/01/2011 11:53
TRENTO - La Consulta provinciale per la promozione dell'integrazione dei
gruppi sinti e rom è stata costituita dalla Giunta del Trentino nell'ultima
seduta del 2010, su proposta dell'assessore Ugo Rossi, sulla base della
legge provinciale del 2009 in materia di "Misure per favorire l'integrazione dei
gruppi sinti e rom residenti in provincia di Trento". Rimarrà in carica per la
durata dell'attuale legislatura. La Consulta è composta dall'assessore
provinciale alla salute e alle politiche sociali, o da un suo delegato, che ha
funzioni di presidente. Vi fanno inoltre parte Claudio Civettini e Piergiorgio
Reggio, in rappresentanza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento,
Fabrizio Gerola, in rappresentanza del Comune di Rovereto, Violetta Plotegher,
in rappresentanza del Comune di Trento e del Consiglio delle autonomie locali,
Attilio Caldera, in rappresentanza del Consiglio delle autonomie locali, e una
serie di rappresentanti di cooperative, associazioni e servizi pubblici. La
funzione di segretario della Consulta viene affidata al servizio Politiche
sociali e abitative della Provincia autonoma di Trento.
Di Fabrizio (del 02/01/2011 @ 09:13:50, in Italia, visitato 1797 volte)
COMUNICATO STAMPA Firenze, 1 gennaio 2011
ROM, SESTO FIORENTINO: INCENDIO DOLOSO DISTRUGGE CAPANNONE. EVERYONE E OPERA
NOMADI CHIEDONO ALLA PROCURA DI INDAGARE PER TENTATA STRAGE
Opera Nomadi e il Gruppo EveryOne chiedono alla Procura di Firenze di aprire un
fascicolo e accertare le dinamiche e le testimonianze relative all'incendio
sviluppatosi ieri sera, 31 dicembre 2010, a Sesto Fiorentino, in via del Ponte
di Quaracchi n°72, e, nell'eventualità in cui la stessa ravvisi reati, di
procedere contro ignoti per i reati di incendio doloso e tentata strage ai danni
della locale comunità Rom.
Il capannone oggetto dell'incendio della notte di San Silvestro era
utilizzato come rifugio da una comunità Rom romena formata da 100 persone, fra
cui bambini, donne e portatori di patologie e disabilità anche gravi, più volte
sgomberata dalle autorità locali e già oggetto di episodi di discriminazione.
"Le fiamme si sono sviluppate con violenza e rapidità tra le 21 e le 22. Non ci
sono state vittime solo grazie al fatto che gli occupanti della struttura erano
ancora svegli. Quando le fiamme hanno avvolto il capannone," spiegano Roberto
Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne, e Marcello
Zuinisi di Opera Nomadi Toscana, "metà degli occupanti si sono dati alla fuga in
preda al panico, ritenendo l'origine del rogo come un'aggressione. Polizia
locale e vigili del fuoco sono sopraggiunti in breve tempo e questi ultimi hanno
domato le fiamme".
Questa mattina la natura dolosa del rogo è stata ipotizzata con forte
probabilità, anche grazie alla testimonianza di una donna, già raccolta da Opera
Nomadi Firenze e dalle forze dell'ordine locali. La donna avrebbe notato alcuni
malintenzionati appiccare fuoco al capannone. Lo scorso anno la stessa comunità
subì l'aggressione da parte di un piromane che diede fuoco a una baracca, ma la
famiglia vittima dell'episodio non fu creduta, nonostante le contro-indagini del
Gruppo EveryOne rivelassero la buona fede e l'attendibilità dei testimoni.
"Si ricorda che la comunità Rom di Sesto Fiorentino è stata oggetto
recentemente di uno sgombero, operazione che le autorità comunali hanno definito
'di bonifica', negando la presenza di Rom nelle baracche distrutte," continuano
gli attivisti, "mentre le famiglie oggetto del provvedimento si sono trovate in
una condizione di precarietà gravissima, esposte al rischio di attacchi da parte
di intolleranti e alla durezza del gelo invernale, della fame, del peggioramento
delle patologie di cui soffrono molti componenti. Un gruppo di 16 Rom, con
bambini febbricitanti e portatori di patologie importanti è stato costretto a
peregrinare due notti consecutive per Firenze in cerca di un rifugio, ottenendo
tuttavia solo rifiuti, anche da parte di strutture socio-sanitarie pubbliche,
tanto che le stesse ONG Opera Nomadi ed EveryOne provvedevano a proprie spese a
sistemarli in albergo.
"Dal Comune di Sesto Fiorentino" spiegano ancora EveryOne e Opera Nomadi,
"continuano a ribadire di non avere alcun dovere di assistenza nei confronti
delle famiglie Rom romene rifugiatesi nel territorio di competenza, affermando
che si tratta di cittadini stranieri senza mezzi di sostentamento e dunque senza
diritti di permanenza o di assistenza sociale. In realtà le famiglie Rom
costrette a lasciare la Romania per condizioni di indigenza e abbandono sono
protette sia dalle leggi italiane che da quelle comunitarie, a partire dal
diritto all'abitare (sancito dall'articolo 34 dellaCarta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea), del diritto all'istruzione dei minori
(articolo 14), del diritto del bambino alla protezione e alle cure necessarie
per il suo benessere (articolo 24), del diritto alla salute (articolo 35), che
non è esclusiva del cittadino italiano. Le affermazioni rese contro i Rom di
Sesto Fiorentino, inoltre," denunciano le due ONG, "violano il divieto di
discriminazione etnica e razziale, sancito dall'art. 21 della succitata Carta ,
dall'articolo 19 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE),
nonché la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che condannano
la mancata adozione di "interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle
prestazioni sociali e sanitarie".
"Oltre alla necessità impellente che la comunità Rom venga protetta e non
combattuta dalle forze dell'ordine né dai servizi sociali, che sono chiamati
istituzionalmente proprio a combattere la povertà e l'esclusione, non a vessare
i poveri e gli esclusi, per risolvere, in futuro, questa delicata emergenza
umanitaria, abbiamo formulato" concludono Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi,
"un progetto che è sostenuto dalla Croce Rossa e può ottenere nell'immediato un
finanziamento europeo per la creazione di una struttura di accoglienza per
famiglie senza fissa dimora in stato di emergenza e per la pianificazione di un
progetto di integrazione - sempre finanziato con fondi Ue - che prevede la
creazione di un'impresa professionale adibita a lavori pubblici e privati,
giardinaggio, manutenzione spazi verdi con annesse abitazioni che
consentirebbero alla comunità Rom, che è molto unita, di non separarsi, mettendo
a frutto le proprie capacità professionali, provvedendo alla cura dei malati e
dei portatori di disabilità e alla scolarizzazione dei minori".
EveryOne Group
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Firenze, 1 gennaio 2010
Alla cortese attenzione de
Prefetto della città di Firenze
Dott. Paolo Padoin
Sindaco del comune di Firenze
Dott. Matteo Renzi
Sindaco del comune di Sesto Fiorentino
Dott. Gianni Gianassi
Assessorato al welfare e politiche per la casa
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott. Salvatore Allocca
Assessorato al diritto alla salute
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott.ssa Daniela Scaramuccia
Oggetto: lettera aperta alle Istituzioni dell'area fiorentina in merito alle
minacce di sgombero e ai fatti accaduti all'insediamento Rom di Quaracchi -
Sesto Fiorentino
Medici per i Diritti Umani (MEDU) Onlus, associazione di solidarietà
internazionale che si pone come obiettivo la tutela dei diritti umani e del
diritto alla salute in particolare, è presente a Firenze dove porta avanti il
progetto 'Un camper per i diritti', unità mobile di assistenza
psico-socio-sanitaria per i senza fissa dimora presenti sul territorio.
Negli ultimi 5 anni MEDU ha prestato la propria assistenza, tra le altre,
anche alle comunità Rom preseti sul territorio del comune di Sesto Fiorentino,
in particolare negli insediamenti dell'ex-Osmatex in via Lucchese (sgomberato
nel gennaio 2010) e di Quaracchi.
E' in merito alla situazione della comunità Rom di Quaracchi, dello sgombero
annunciato per il giorno 3 gennaio 2011, della demolizione di una delle baracche
del campo già avvenuta in data 29 dicembre 2010 e dell'incendio divampato nella
notte del 31 dicembre 2010 distruggendo uno dei 2 capannoni abitati dalla
comunità Rom che Vi scriviamo questa lettera per sottolineare quanto segue.
Alla vigilia del capodanno 2011 sono presenti nel campo circa 80 persone
divise in nuclei familiari; sono presenti 7 minori (quelli con più di 6 anni di
età sono già scolarizzati) e 2 neonati, alcuni dei quali sono seguiti dalle
strutture ospedaliere e del territorio per motivi di salute. Sono altresì
presenti alcuni pazienti tra i 60 e i 70 anni (circa 10) con patologie croniche
che necessitano di terapie farmacologiche continuative.
Fermo restando che le condizioni abitative e igienico-sanitarie in cui la
comunità attualmente vive non sono accettabili, MEDU sottolinea che togliere
questa comunità alla propria dimora abituale senza provvedere a una sistemazione
alternativa rappresenta una grave lesione dei diritti fondamentali degli
abitanti e un grave rischio per la salute della comunità stessa. Per quanto
precarie, le dimore abituali della comunità rappresentano un minimo riparo alle
intemperie dell'inverno e la permanenza della comunità nel campo di Quaracchi è
auspicabile proprio a tutela della salute della comunità stessa fin quando non
venga identificata una sistemazione alternativa.
MEDU si augura che l'allarme risulti infondato e che la minaccia di sgombero
possa rientrare tra le minacce che periodicamente vengono lanciate allo scopo di
intimorire la comunità Rom e spingerla a un allontanamento. Le operazioni di
sgombero forzato, secondo quanto disposto dal diritto internazionale e dalla
normativa nazionale, devono essere preventivamente discusse con la comunità
destinataria, devono prevedere soluzioni alternative a breve e lungo termine e
devono avvenire con modalità che garantiscano il rispetto dei diritti umani
fondamentali quali il diritto alla salute e il diritto alla protezione dei
minori. La garanzia di tali diritti non può essere lasciata alla discrezionalità
delle Istituzioni che anzi la devono rappresentare e che non può essere in alcun
modo subordinata all'interesse privato.
Inoltre, il grave incendio divampato nella notte del 31 dicembre 2010 aggrava
in maniera preoccupante la condizione della comunità Rom di Quaracchi, una parte
della quale ha visto interamente distrutte le proprie dimore e i propri effetti
personali (documentazione sanitaria e farmaci di automedicazione compresi). Tale
incendio, a causa del contesto e del frangente temporale in cui è occorso,
suscita inevitabilmente forti dubbi e perplessità che potranno essere fugati
soltanto con l'avvio di una indagine effettiva al riguardo.
Rilevando con preoccupazione che si stanno purtroppo ripetendo gli effetti
seguenti lo sgombero dell'area ex-Osmatex di via Lucchese del gennaio 2010,
quando la comunità fu dispersa per strada senza alcuna sistemazione alternativa,
MEDU chiede l'apertura di un tavolo di emergenza che veda coinvolti soggetti
istituzionali e del privato sociale.
MEDU si appella a Voi per chiedere una proroga delle procedure di sgombero
utile alla ricerca di soluzioni alternative immediate, un intervento urgente per
soccorrere le famiglie scampate all'incendio del 31 dicembre 2010, un'accurata
indagine al fine di stabilire le reali cause dell'incendio del 31 dicembre e una
Vostra rinnovata attenzione all'emergenza abitativa della comunità Rom di
Quaracchi.
Medici per i Diritti Umani Onlus
La salute è un diritto di tutti. Nessuno escluso.
www.mediciperidirittiumani.org
Uffici:
Via Dei Zeno 10, 00176 Roma
Tel. +390697844892/+393343929765 Fax. +390697844892
Via Bronzino 117, 50142 Firenze
Tel. +39335185336
Di Fabrizio (del 31/12/2010 @ 09:11:39, in Italia, visitato 2371 volte)
ROM: EMERGENZA UMANITARIA A FIRENZE, PRIMI 16 SGOMBERATI ALL'OSPEDALE DI
CAREGGI. APPELLO AL PROCURATORE QUATTROCCHI: "SI INDIVIDUINO EVENTUALI
RESPONSABILITA'"
16 romeni di etnia Rom, tra cui donne, bambini e malati, sgomberati ieri
pomeriggio da via del Ponte di Quaracchi, al confine tra Sesto Fiorentino e
Firenze, si stanno recando in questi minuti, con le rappresentanze di alcune
associazioni umanitarie locali, all'ospedale fiorentino di Careggi per
usufruire di assistenza sanitaria e di un luogo caldo dove passare la notte.
"Purtroppo" spiegano i co-presidenti dell'organizzazione umanitaria EveryOne
Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau e il presidente di Opera Nomadi
Toscana Marcello Zaunisi, "ogni tentativo di inserimento degli stessi in
strutture di emergenza nei comuni di Firenze o Sesto Fiorentino sono naufragati,
a causa della totale mancanza di collaborazione e disponibilità ad accoglierli
da parte dei due Comuni. Ci siamo mobilitati con la Regione Toscana per
richiedere un intervento della Protezione Civile," continuano gli attivisti, "ma
anche in questo caso nulla si è mosso, nonostante l'iniziale interessamento del
governatore Enrico Rossi e dell'assessore Salvatore Accolla. A questo punto,
l'unica alternativa è la struttura sanitaria pubblica. L'ospedale sembra essere
infatti l'unico luogo per preservare malati con problemi respiratori e
cardiopatici, donne, bambini, anziani e altri soggetti vulnerabili della
comunità, e per evitare di farli dormire al freddo senza alcun riparo; lì gli
sgomberati possono essere ospitati temporaneamente, assistiti da medici e
operatori sanitari, e la loro minima sopravvivenza può essere garantita.
Marco Squicciarini, responsabile nazionale della Croce Rossa Italiana per le
attività di accoglienza, assistenza e organizzazione umanitaria alle popolazioni
Rom e ai soggetti senza fissa dimora, si sta impegnando in queste ore per
rompere il muro di indifferenza e dare una soluzione umana per l'emergenza.
"Ci aspettiamo dalle autorità" continuano Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi,
"una fattiva collaborazione riguardo alla permanenza di tutti i soggetti
vulnerabili all'interno dell'ospedale fin tanto che non sarà individuata
un'altra idonea sistemazione dal punto di vista igienico-sanitario. Ci
appelliamo infine al Procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, affinché
individui le eventuali responsabilità relative alla mancata assistenza di tanti
soggetti deboli ed emarginati e vengano presi i rispettivi provvedimenti atti a
scongiurare il perpetrarsi di eventuali abusi nei loro confronti".
Gruppo EveryOne
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Aggiunge Marcello Zuinisi
Rischio Morte da Assideramento a Firenze per Rom e Senza Niente
Chiediamo attivazione Urgente ed Immediata Protezione Civile a salvaguardia
della Vita Umana
Tempestate di mail il comune di firenze e sesto chiedendo attivazione protezione
civile per i Rom ed i Senza Niente:
Matteo Renzi - sindaco@comune.fi.it
Gianni Gianassi -
segreteria.sindaco@comune.sesto-fiorentino.fi.it
E ancora:
Toscana TV A Sesto protesta rom contro lo sgombero, Gianassi: 'Nessuna
ordinanza'
30/12/2010 - A Sesto va in scena la protesta di un gruppo di rom contro lo
sgombero della baraccopoli dell'Osmannoro, ma il sindaco Gianassi: 'Nessuna
ordinanza'.
"Non ho ordinato nessuno sgombero''. Cosi' il sindaco di Sesto Fiorentino,
Gianni Gianassi, mette la parola fine alla protesta andata in scena questa
mattina davanti alla Asl di Sesto dove un gruppo di rom ha manifestato contro
l'ipotesi di sgombero della baraccopoli dell'Osmannoro, in cui abitano un
centinaio di persone. I rom accusano infatti l'amministrazione di avere avviato
lo smantellamento delle baracche.E mentre Marcello Zuinisi, di Opera Nomadi
Toscana, chiede a comune e regione di trovare una soluzione per la sistemazione
dei rom e per finanziare un progetto di inclusione sociale per queste persone,
il sindaco Gianassi non fa giri di parole e chiarisce: "Non ho ordinato nessuno
sgombero ne' ho il potere di comandare la forza pubblica". Secondo i
manifestanti nel campo rom sarebbero state gia' abbattute due delle quaranta
baracche presenti nell'accampamento. Peccato pero' che alle telecamere di
Toscana Tv sia stato impedito l'accesso al campo, ma le immagini riprese
dimostrano chiaramente che la baraccopoli e' ancora abitata. Fa poi stupore che
tra gli occupanti del campo si sia creata una spaccatura. Insomma, questa
mattina, a protestare davanti all'Asl di Sesto c'era solo una minoranza di rom.
Per terminare:
La Nazione Sedici rom chiederanno ospitalità a Careggi per la notte
Lo rendono noto le organizzazioni EveryOne e Opera Nomadi Toscana. "Ci siamo
mobilitati con la Regione Toscana per richiedere un intervento della Protezione
Civile", affermano gli attivisti.
Firenze, 30 dicembre 2010 - L'associazione Gruppo EveryOne ha reso noto che 16
romeni di etnia Rom, tra cui donne, bambini e malati, sgomberati ieri pomeriggio
da via del Ponte di Quaracchi, al confine tra Sesto Fiorentino e Firenze si
recheranno, con le rappresentanze di alcune associazioni umanitarie locali,
all'ospedale di Careggi per usufruire di assistenza sanitaria e di un luogo
caldo dove passare la notte.
"Purtroppo"- spiegano i co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne
Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau e il presidente di Opera Nomadi
Toscana Marcello Zaunisi- "ogni tentativo di inserimento degli stessi in
strutture di emergenza nei comuni di Firenze o Sesto Fiorentino sono naufragati,
a causa della totale mancanza di collaborazione e disponibilità ad accoglierli
da parte dei due Comuni. Ci siamo mobilitati con la Regione Toscana per
richiedere un intervento della Protezione Civile," continuano gli attivisti, "ma
anche in questo caso nulla si è mosso, nonostante l’iniziale interessamento del
governatore Enrico Rossi e dell’assessore Salvatore Accolla. A questo punto,
l’unica alternativa è la struttura sanitaria pubblica. L’ospedale sembra essere
infatti l’unico luogo per preservare malati con problemi respiratori e
cardiopatici, donne, bambini, anziani e altri soggetti vulnerabili della
comunità, e per evitare di farli dormire al freddo senza alcun riparo; lì gli
sgomberati possono essere ospitati temporaneamente, assistiti da medici e
operatori sanitari, e la loro minima sopravvivenza può essere garantita*".
"Ci aspettiamo dalle autorità" continuano Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi,
"una fattiva collaborazione riguardo alla permanenza di tutti i soggetti
vulnerabili all’interno dell’ospedale fin tanto che non sarà individuata
un’altra idonea sistemazione dal punto di vista igienico-sanitario. Ci
appelliamo infine al Procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, affinché
individui le eventuali responsabilità relative alla mancata assistenza di tanti
soggetti deboli ed emarginati e vengano presi i rispettivi provvedimenti atti a
scongiurare il perpetrarsi di eventuali abusi nei loro confronti".
* Purtroppo, nonostante le condizioni sanitarie preoccupanti
dei bambini e dei malati rifugiatisi all'ospedale fiorentino, la direzione
sanitaria ha deciso di allontanarli, senza neppure sottoporli a visita medica.
Gli operatori umanitari hanno invocato il giuramento di Ippocrate prestato da
ogni medico e la Costituzione italiana, che obbliga i medici a curare i pazienti
in cattive condizioni di salute. Tutto inutile. Così i 16 Rom messi sulla strada
dai medici dell'istituto sanitario si sono ritrovati a peregrinare per una città
ostile, guidati dal coraggioso presidente di Opera Nomadi Toscana Marcello
Zuinisi, mentre i difensori dei diritti umani di EveryOne cercavano
disperatamente una soluzione di ricovero per la notte: una lotta contro il tempo
(alcuni bimbi sono febbricitanti) che non si è ancora conclusa nel momento della
pubblicazione di questo pezzo nel sito di EveryOne.
Di Fabrizio (del 23/12/2010 @ 08:58:49, in Italia, visitato 2091 volte)
di Grazia Naletto • 15-Dic-10
Tempi di crisi, si taglia su tutto. Ma non si bada a spese per i
respingimenti e rimpatri: che costano almeno 178 milioni all'anno
In virtù della crisi si invocano tagli alla spesa pubblica. Si risparmia su
tutto, ma le risorse per il "contrasto dell'immigrazione illegale" non mancano
mai. Per chi pensa che la garanzia dei diritti umani non sia un "costo", ma un
principio inderogabile, scriverne è a dir poco imbarazzante. Ma in tempi in cui
tutto viene monetizzato, è forse utile ricordare che la politica del rifiuto (i
respingimenti, i trattenimenti nei Cie, le espulsioni, la "cooperazione" con i
paesi di origine), non è una necessità, ma una scelta costosa e "inefficiente"
se rapportata agli scopi che si propone di raggiungere. Le informazioni e i dati
ufficiali non brillano per trasparenza, ne proponiamo alcuni senza pretendere di
fare un bilancio complessivo.
Il sistema dei Cie
In molti (in primo luogo la Corte dei Conti, poi Msf il Comitato per i Diritti
Umani, Sbilanciamoci! nonché la Commissione De Mistura) hanno denunciato non
solo le condizioni disumane e degradanti che caratterizzano la detenzione nei
Centri di Identificazione e Espulsione (ex Cpta), ma anche la loro inefficacia
in rapporto all'obiettivo che dovrebbero consentire di raggiungere: il rimpatrio
delle persone straniere colpite da un provvedimento di espulsione.
Nel periodo 1999-2006 gli ex Cpta hanno accolto complessivamente 110.302 persone
straniere (in media 13.787 l'anno), una piccola parte (15%) del complesso dei
cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio italiano
nello stesso periodo (704.712). Le persone che sono state effettivamente
rimpatriate dai centri sono 50.998 pari al 46,2%, meno della metà del totale
delle persone detenute (cfr. ministero degli interni, Rapporto sulla criminalità
in Italia, 2007).
Gli stanziamenti complessivi per la costruzione e la gestione dei Cpta per
questo periodo, desumibili dai cap. 2356 e 7352 delle leggi finanziarie, sono
stati pari a 651,4 milioni. Difficile fare una stima del costo giornaliero medio
dei trattenimenti. Sicuramente sino al 2004 i costi medi di gestione sono stati
molto differenziati tra un centro e l'altro a seconda delle convenzioni
stipulate con i diversi enti gestori privi di scrupoli quando si tratta di fare
affari sulla pelle dei migranti: dai 26,70 euro al giorno del Cpt di Brindisi ai
99,70 euro del Cpta di Modena. Oggi il costo medio di gestione è stimato dal
ministero degli interni in circa 55 euro al giorno ed è destinato ad aggravare
ulteriormente le casse dello stato: la legge 94/2009 ha infatti prolungato il
periodo massimo di trattenimento nei centri a 180 giorni.
Mettendo insieme tutti i dati disponibili sugli stanziamenti destinati al
sistema dal 1999 al 2011 raggiungiamo un importo complessivo di 985,4 milioni di
euro (in media circa 75 milioni l'anno). Intensa l'iniziativa dell'attuale
governo: gli stanziamenti previsti dal decreto legge 151/2008 (101 milioni e
45mila euro per gli anni 2008-2011) e dalla L. 94/2009 (139milioni e 50mila euro
per gli anni 2009-2011) hanno destinato ai Cie un totale di 239 milioni e
250mila euro. Quest'ultima legge ha stanziato complessivamente per la lotta
all'immigrazione illegale (introduzione del reato di ingresso soggiorno
illegale, Cie e esecuzione delle espulsioni) 287milioni e 618mila euro. Gli
allegati alla finanziaria 2011 evidenziano uno stanziamento di 111 milioni di
euro per il 2011, di 169 milioni per il 2012 e di 211 milioni di euro per il
2013.
Alle risorse sinora considerate vanno aggiunte quelle necessarie per garantire
la vigilanza nei centri. Nel 2004 la Corte dei Conti ha calcolato che per il
mantenimento di 800 addetti alla vigilanza appartenenti alle forze dell'ordine
sono stati spesi 26,3 milioni di euro (32.875 euro l'anno per operatore). Il
costo è sicuramente salito negli anni successivi: nel 2009 gli operatori
assegnati a questa funzione sono stati 1000.
I costi dei rimpatri
Un costo che sembra destinato a crescere è quello sostenuto per l'esecuzione dei
rimpatri (noleggio vettori e personale di polizia che esegue l'accompagnamento).
I dati ufficiali più completi sono contenuti nel programma pluriennale di
gestione del Fondo europeo per i rimpatri che supporta gli stati membri al fine
di "migliorare e rendere più coordinata la gestione dei rimpatri" (sia "volontari" che forzati). Per gli anni 2008-2013 sono stati assegnati all'Italia
complessivamente 71 milioni e 63mila euro. Il cofinanziamento dichiarato dallo
stato italiano è pari a 40milioni e 318mila euro: ma dai 4milioni e 589mila euro
del 2008, sono messi in preventivo 9milioni e 950mila per il 2013. L'insieme
delle risorse comunitarie e statali per il periodo considerato raggiunge la
cifra di 111milioni e 331mila euro, circa 18,5 milioni l'anno.
Il controllo dei mari e delle frontiere
Poi ci sono le risorse destinate al controllo e alla sorveglianza delle
frontiere esterne. Anche in questo caso interviene l'Europa con il Fondo europeo
per le frontiere esterne. Il contributo previsto per l'Italia per gli anni
2007-2013 ammonta a 211 milioni e 556mila euro; l'Italia cofinanzia il programma
pluriennale con 194 milioni e 809mila euro. Si tratta nel complesso di
406milioni e 365mila euro destinati a rendere sempre più difficile la vita dei
migranti che tenteranno di raggiungere il nostro paese per mare o via terra, in
media circa 58 milioni l'anno, ma il budget a disposizione per il 2013 è più che
doppio di quello previsto per il 2007.
Risorse a cui devono aggiungersi quelle gestite dall'agenzia europea Frontex:
tra il 2006 e il 2009 219 milioni e 828mila euro, con una crescita esponenziale
che ha portato i 19,1 milioni del 2006 agli 88,2 del 2009. Nel biennio 2008-2009
le "operazioni congiunte" di controllo dei mari e delle coste coordinate da Frontex sono state 47, 2423 i rimpatri effettuati. L'Italia ha partecipato a 10
delle 15 "operazioni" svolte nel 2009.
Non siamo in grado di quantificare le risorse destinate alla cooperazione con i
paesi terzi finalizzata al contrasto dell'immigrazione illegale, ambito per il
quale parlare di mancanza di trasparenza è un eufemismo. Di sicuro gli
stanziamenti, in particolare a favore della Libia, sono ingenti.
Troppe le informazioni mancanti per poter fare un bilancio preciso dei costi
delle politiche di espulsione e respingimento dei migranti dal nostro paese. Ma
considerando solo le risorse qui ricordate, la "cattiveria" del nostro ministero
degli Interni oltre a ledere diritti umani fondamentali ci costa molto, in media
almeno 178 milioni l'anno. Libia esclusa.
* Quest'articolo è stato pubblicato sull'inserto "Spaesati", uscito con il
quotidiano "il manifesto" il 23 novembre 2010
http://www.sbilanciamoci.info 06/12/2010
Di Fabrizio (del 19/12/2010 @ 09:17:37, in Italia, visitato 2315 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir,
QUI i fatti a cui si riferisce
9 Febbraio – 16 Febbraio 2010
1^ visita dei genitori del promesso sposo in Kosovo a Ferizaj per conoscere
i genitori della futura sposa del loro figlio: entrambi si erano conosciuti e
parlati per diversi mesi via internet, attraverso la Web Cam.
11 Maggio – 16 Maggio
2^ visita della mamma del giovane Rom in aereo, accompagnata da Hery e Violza
(zii del ragazzo) che raggiungono Ferizaj in macchina, lo scopo è arrivare a
definire l'accordo con la famiglia della giovane sposa in vista del matrimonio
dei due ragazzi Rom. Accordo che viene raggiunto secondo le usanze Rom,
suggellato dalla festa celebrata in casa della famiglia con il coinvolgimento
del vicinato e dei parenti. La futura sposa circola su una Limousine in segno di
festa per le vie della cittadina e per mostrare pubblicamente l'intesa raggiunta
dalle due famiglie. Tutto documentato da un video che verrà poi visto a più
riprese dai Rom di Coltano.
I genitori della ragazza salutano e affidano la loro figlia a Hery e Violza.
Partono per l'Italia il 18 Maggio con la macchina di Hery.
20 Maggio 2010
Arrivo a Coltano della ragazza Rom. Si celebra una festa, accompagnata anche
da una band musicale Rom. Vi partecipano tantissimi Rom di Coltano, La sposa
veste gli abiti di festa della tradizione Rom, balla è serena ed è presentata ai
famigliari del futuro sposo, salutata anche da tanti altri Rom di Coltano e
conosce di persona il suo futuro marito. Ci sono fotografie che testimoniano il
suo arrivo a Coltano e quelle delle feste celebrate il giorno dopo e anche il 31
Maggio.
La festa si protrae per tante ore, fino a notte.
Anche il giorno seguente avviene un'altra festa, sempre al campo di Coltano.
1 Giugno 2010
A Gello, vicino a Pontedera alle 18.00 si celebra la festa vera e propria
del matrimonio, con la partecipazione di centinaia di Rom, provenienti anche da
fuori dell'Italia: Francia, Croazia, Germania. I giovani sposi Rom fanno il loro
ingresso su una macchina scoperta, affittata per l'occasione. Vengono scattate
centinaia di fotografie.
1 Settembre 2010
Un gruppo di Rom, per alcune ore occupa simbolicamente il nuovo villaggio
Rom (ancora vuoto), esasperato dall'infinita attesa e dall'atteggiamento
omissivo dei responsabili del progetto Città Sottili del Comune di Pisa,
chiedono un incontro con l'Assessore Politiche Sociali per avere delle risposte
sull'assegnazione degli alloggi e sulle prospettive future per chi rimarrà
escluso.
2 Settembre 2010
La risposta del comune è l'occupazione "militare" (carabinieri, vigili
urbani e polizia) del villaggio: paura e rabbia si alternano tra Rom di Coltano.. nel trambusto di
quelle ore la "sposa
bambina" avvicina un agente e comunica la sua volontà di tornare a casa. Vengono
assegnati in
questo clima di paura gli alloggi. Quattro famiglie rimangono fuori
dall'assegnazione.
8 Settembre 2010
La giovane sposa Rom viene portata via dal campo dalle Forze dell'Ordine e
affidata ad una
comunità protetta.
26 Ottobre 2010
Vengono arrestati 6 Rom: lo sposo della minorenne, i suoi genitori, la nonna e i
due zii che
hanno portato la futura sposa minorenne in Italia con gravi accuse su di loro:
rapimento,
violenza sessuale di gruppo anche da parte dei Rom del campo, riduzione stato di
schiavitù
e maltrattamenti. Viene portata via anche un'altra giovane sposa del campo,
senza alcuna
spiegazione e affidata segretamente ad una struttura protetta. Le indagini sono
coordinate
dall'Anti-Mafia di Firenze. Tra il materiale sequestrato dalla Polizia ci sono
le centinaia
di foto delle feste in una cornice digitale e il video girato a Ferizaj durante
la festa del
fidanzamento... che fine hanno fatto?
Ha inizio una intensa campagna giornalistica di diffamazione sulla comunità Rom,
capeggiata
dalla redazione locale de Il Tirreno e avvallata dal comune di Pisa. Il
quotidiano locale La
Nazione manterrà invece, un atteggiamento più prudente.
D'ora in poi gli operatori del comune che visitano il campo, sosterranno la
versione della
ragazza, mantenendo un atteggiamento di sospetto sui famigliari coinvolti
rimasti al campo:
un finto interessamento per acquisire ulteriori dati contro i Rom coinvolti.
Dice un saggio:
"Non mi preoccupa chi dice che vuole fare del male, ma chi pensa di fare il
bene!"
Intanto in città monta la rabbia nei confronti dei Rom. In diverse occasioni
sono presi di mira
dalla gente, derisi ed insultati. Il fatto più grave presso il Distretto
Sanitario al CEP, dove
la mamma del giovane marito che usufruisce degli arresti domiciliari perché
incinta, si reca
il 2 Dicembre per una visita di controllo, scortata da agenti penitenziari ma
viene insultata
dalla stessa dottoressa, la invita a farsi visitare altrove, in un primo momento
rifiuta la visita
medica che le spetta, ma poi ci ripensa solo per rispetto delle guardie
penitenziarie che
l'hanno scortata.
Intanto, durante il periodo di detenzione presso il carcere minorile di Firenze
il giovane
marito verrà picchiato diverse volte dagli stessi detenuti.
15 Novembre 2010
Conferenza stampa dei Rom al campo di Coltano, indetta per far sentire per la
prima volta la
voce dei Rom sulla vicenda, visto che nessuno ha sentito il bisogno di ascoltare
la loro voce e le
loro testimonianze. I quotidiani locali de Il Tirreno e La Nazione non
intervengono!
10 Dicembre 2010
Viene arrestato anche il nonno del giovane marito, con l'accusa di essere l'organizzatore
materiale della "compravendita di minorenni".
11 Dicembre 2011
A Firenze nell'aula bunker anti mafia, si celebra l'incidente probatorio, dove
finalmente
la difesa degli imputati per la prima volta, ha la possibilità di interrogare
la ragazza e far
emergere le contraddizioni nelle versioni fornite dalla giovane sposa Rom.
La nonna viene scarcerata, mentre per gli altri imputati il Pubblico Ministero
si oppone
caparbiamente a misure di scarcerazioni.
IO SO CHE..
in tutta questa vicenda ci sono degli aspetti ancora poco chiari, perché sono
stati taciuti e nascosti
fin dall'inizio, aspetti non secondari su questa "verità zingara".
Io so che la voce dei Rom non ha lo stesso peso di quella di un italiano, a
patto che non sia della
parte dei Rom.
Lo so che i testimoni Rom contano poco, mentre le dichiarazioni di un operatore
del Comune,
anche se assente durante i fatti in questione, valgono di più, soprattutto se
dimostra diffidenza
verso i Rom.
Io so che è più facile e comodo seguire le sirene urlanti dei pregiudizi e della
superficialità, che
mantenere una seria obiettività, ormai compromessa e condizionata dalle bugie
gridate da una
stampa compiacente e collaudata a gettare fango sui Rom.
Lo so che tra il progetto "Città sottili" del comune di Pisa e questa vicenda ci
sono strette relazioni
che spesso soffocano e condizionano la vita Rom.
Io so che anche quando un Rom è vittima, spesso gli capita di sedere sul banco
degli imputati...
Lo so che il giudice di Bergamo, che ha rilasciato in pochi giorni il Marocchino
accusato di avere
ucciso la piccola Yara di Brembate, non è lo stesso di Firenze..
Lo so che il razzismo che colpisce i Rom non è questione di integrazione, ma si
alimenta anche
dalla crisi economica in atto.
Io so quanto sia facile condizionare il pensiero dei minorenni..ma chi controlla
il controllore?
Lo so che la mia testimonianza è poco credibile perché "sono in buoni rapporti
con i Rom", mentre
quella che dimostra sospetto verso i Rom è più "obiettiva" , quindi merita di
essere presa in
considerazione, anche quando è superficiale e ambigua.
Lo so che in questa vicenda i Rom hanno le loro colpe.. la più grande è quella
di essere Rom.
Semplicemente lo so, perché credo di saper distinguere una bugia, dalla realtà
dei fatti, senza
essere dell'Anti-Mafia.
Invece, quello che non so più con certezza è se il rispetto dei diritti, oggi
vale ancora per tutti o
può essere sospeso in base a categorie di appartenenza etnica?
Don Agostino Rota Martir
Coltano - Campo nomadi – 16 Dicembre 2010
Di Fabrizio (del 17/12/2010 @ 09:48:15, in Italia, visitato 1512 volte)
(ASCA)
- Roma, 16 dic - Roma e' probabilmente la citta' in cui vive il piu' alto numero
di rom e sinti, eppure questi sono 6-8mila o poco piu', e non l'invasione
paventata dall'immaginario collettivo. Questa presenza e' diffusa in quasi tutti
i Municipi e si caratterizza per la varieta' di gruppi etnico-linguistici. E'
quanto emerge dal VII Rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni
promosso da Caritas diocesana di Roma, Camera di Commercio di Roma e dalla
Provincia di Roma. Non e' affatto noto, ad esempio, che molti di essi sono
cittadini italiani. E' il caso dei rom abruzzesi, dei sinti e camminanti
siciliani, dei rom campani e dei rom kalderasha, originari della citta' di Fiume
e giunti in Italia dopo la seconda guerra mondiale. I rom stranieri sono per lo
piu' di origine slava e arrivati alla fine degli anni Sessanta per motivi
economici, oppure di origini bosniache, macedoni, serbe e croate giunti negli
anni Novanta a seguito dei conflitti nell'ex Jugoslavia.
Questi gruppi risiedono a Roma da un certo numero di anni e, generalmente,
abitano negli insediamenti attrezzati e nei campi semi-attrezzati del Comune.
Dalla meta' degli anni Novanta si sono aggiunti i rom romeni, divenuti piu'
numerosi a partire dal 1° gennaio 2002, con l'abolizione del visto di ingresso
per l'Italia. Rispetto agli ultimi flussi, le soluzioni abitative e
l'inserimento risultano piu' problematici, con conseguenze particolarmente
negative sui minori, nei confronti dei quali anche gli interventi sociali
finiscono spesso per enfatizzare, piuttosto che ridurre, la diversita' rispetto
ai coetanei italiani.
Spesso, ad esempio, e' proprio il campo a impedire che i minori colpevoli di
reato (per lo piu' furti e borseggi) possano usufruire delle misure domiciliari
alternative al carcere. E cosi', nonostante i percorsi di inserimento scolastico
dei minori, nonostante gli esempi positivi di inserimento al lavoro, nonostante
la volonta' manifesta di radicarsi sul territorio, i campi restano il fulcro
dell'azione amministrativa, agendo di fatto come zone definitivamente
temporanee.
bet/sam/rob
(Asca)
Di Fabrizio (del 16/12/2010 @ 09:32:49, in Italia, visitato 1796 volte)
Grande Club
Via Raimondo Montecuccoli, 8 - Roma
17 dicembre 2010, dalle ore 20 in poi, la Romà Onlus
presenta "Giovani Rom in Azione".
La serata costituisce l’evento di presentazione del progetto "Youth in Action
For Roma Participation".
L’iniziativa si svolgerà presso il "Grande Club" (Via Raimondo Monteccuccoli, 8
– zona Pigneto) e includerà videoproiezioni, musica dal vivo, dance music e
performance di danza tradizionale.
"Youth in Action For Roma Participation" (finanziato dalla Commissione Europa
nell’ambito del programma "Youth in Action") è un progetto promosso dalle
associazioni prevalentemente costituite da rom e sinti Romà Onlus (Roma) e Amaro
Drom (Berlino).
Il progetto vede, per la prima volta in Italia, la partecipazione di un gruppo
misto di giovani rom e non rom e avrà una durata di 14 mesi.
Attraverso una serie di attività intende creare uno spazio per il gruppo di
giovani coinvolto perché essi possano mettere in comune idee, esperienze e buone
pratiche per incrementare la partecipazione attiva dei giovani e stabilire nuovi
contatti.
"Youth in Action for Roma Participation" vuole sperimentare la possibilità di
mettere in rete giovani rom e non rom a livello nazionale e internazionale e
dare ad essi la possibilità di confrontarsi con giornalisti, parlamentari ed
esponenti della società civile.
L’obiettivo è quello di formare una nuova generazione di Rom in grado di far
valere le proprie idee, di costruire una campagna informativa, di presentare
un’interrogazione parlamentare o semplicemente sviluppare idee per migliorare la
situazione dei giovani rom nella propria città.
Il progetto aderisce alla rete europea dei giovani rom e non rom Ternype –
International Roma Youth Network.
Il programma comunitario Youth in Action sostiene la partecipazione attiva dei
giovani alla vita democratica.
Per ulteriori informazioni e per seguire gli sviluppi futuri del progetto: Sito
Internet: www.romaonlus.it
Facebook:
Romà Onlus
Contatti:
info@romaonlus.it
Phone: +39 06 648 29 795 / 348 39 15 709
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