Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi
QUI e
QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi
Egregio sindaco Gianassi,
Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi
QUI
ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che
non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come
una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia
missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla
quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.
Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le
nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la
sua segreteria sarò franco e spero conciso.
Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto
che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo
e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia
di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel
destinare le risorse.
A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua
affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed
immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione
possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e
malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed
italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori
che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che
hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e
le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere
affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici
e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad
affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema,
penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga
esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De
Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu
il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo
conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della
costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.
Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti
locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i
governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti
ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i
cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di
razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono
cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e
venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei
oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi
problemi.
Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le
soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una
soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo
di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro
frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro
sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile,
e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità.
Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover
scegliere fra creare o tagliare.
Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche
come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare
un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del
Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra,
una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni
fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali,
organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo
l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare
un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti
che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel
centrodestra fanno.
La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.
franco marchi