di Grazia Naletto • 15-Dic-10
Tempi di crisi, si taglia su tutto. Ma non si bada a spese per i
respingimenti e rimpatri: che costano almeno 178 milioni all'anno
In virtù della crisi si invocano tagli alla spesa pubblica. Si risparmia su
tutto, ma le risorse per il "contrasto dell'immigrazione illegale" non mancano
mai. Per chi pensa che la garanzia dei diritti umani non sia un "costo", ma un
principio inderogabile, scriverne è a dir poco imbarazzante. Ma in tempi in cui
tutto viene monetizzato, è forse utile ricordare che la politica del rifiuto (i
respingimenti, i trattenimenti nei Cie, le espulsioni, la "cooperazione" con i
paesi di origine), non è una necessità, ma una scelta costosa e "inefficiente"
se rapportata agli scopi che si propone di raggiungere. Le informazioni e i dati
ufficiali non brillano per trasparenza, ne proponiamo alcuni senza pretendere di
fare un bilancio complessivo.
Il sistema dei Cie
In molti (in primo luogo la Corte dei Conti, poi Msf il Comitato per i Diritti
Umani, Sbilanciamoci! nonché la Commissione De Mistura) hanno denunciato non
solo le condizioni disumane e degradanti che caratterizzano la detenzione nei
Centri di Identificazione e Espulsione (ex Cpta), ma anche la loro inefficacia
in rapporto all'obiettivo che dovrebbero consentire di raggiungere: il rimpatrio
delle persone straniere colpite da un provvedimento di espulsione.
Nel periodo 1999-2006 gli ex Cpta hanno accolto complessivamente 110.302 persone
straniere (in media 13.787 l'anno), una piccola parte (15%) del complesso dei
cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio italiano
nello stesso periodo (704.712). Le persone che sono state effettivamente
rimpatriate dai centri sono 50.998 pari al 46,2%, meno della metà del totale
delle persone detenute (cfr. ministero degli interni, Rapporto sulla criminalità
in Italia, 2007).
Gli stanziamenti complessivi per la costruzione e la gestione dei Cpta per
questo periodo, desumibili dai cap. 2356 e 7352 delle leggi finanziarie, sono
stati pari a 651,4 milioni. Difficile fare una stima del costo giornaliero medio
dei trattenimenti. Sicuramente sino al 2004 i costi medi di gestione sono stati
molto differenziati tra un centro e l'altro a seconda delle convenzioni
stipulate con i diversi enti gestori privi di scrupoli quando si tratta di fare
affari sulla pelle dei migranti: dai 26,70 euro al giorno del Cpt di Brindisi ai
99,70 euro del Cpta di Modena. Oggi il costo medio di gestione è stimato dal
ministero degli interni in circa 55 euro al giorno ed è destinato ad aggravare
ulteriormente le casse dello stato: la legge 94/2009 ha infatti prolungato il
periodo massimo di trattenimento nei centri a 180 giorni.
Mettendo insieme tutti i dati disponibili sugli stanziamenti destinati al
sistema dal 1999 al 2011 raggiungiamo un importo complessivo di 985,4 milioni di
euro (in media circa 75 milioni l'anno). Intensa l'iniziativa dell'attuale
governo: gli stanziamenti previsti dal decreto legge 151/2008 (101 milioni e
45mila euro per gli anni 2008-2011) e dalla L. 94/2009 (139milioni e 50mila euro
per gli anni 2009-2011) hanno destinato ai Cie un totale di 239 milioni e
250mila euro. Quest'ultima legge ha stanziato complessivamente per la lotta
all'immigrazione illegale (introduzione del reato di ingresso soggiorno
illegale, Cie e esecuzione delle espulsioni) 287milioni e 618mila euro. Gli
allegati alla finanziaria 2011 evidenziano uno stanziamento di 111 milioni di
euro per il 2011, di 169 milioni per il 2012 e di 211 milioni di euro per il
2013.
Alle risorse sinora considerate vanno aggiunte quelle necessarie per garantire
la vigilanza nei centri. Nel 2004 la Corte dei Conti ha calcolato che per il
mantenimento di 800 addetti alla vigilanza appartenenti alle forze dell'ordine
sono stati spesi 26,3 milioni di euro (32.875 euro l'anno per operatore). Il
costo è sicuramente salito negli anni successivi: nel 2009 gli operatori
assegnati a questa funzione sono stati 1000.
I costi dei rimpatri
Un costo che sembra destinato a crescere è quello sostenuto per l'esecuzione dei
rimpatri (noleggio vettori e personale di polizia che esegue l'accompagnamento).
I dati ufficiali più completi sono contenuti nel programma pluriennale di
gestione del Fondo europeo per i rimpatri che supporta gli stati membri al fine
di "migliorare e rendere più coordinata la gestione dei rimpatri" (sia "volontari" che forzati). Per gli anni 2008-2013 sono stati assegnati all'Italia
complessivamente 71 milioni e 63mila euro. Il cofinanziamento dichiarato dallo
stato italiano è pari a 40milioni e 318mila euro: ma dai 4milioni e 589mila euro
del 2008, sono messi in preventivo 9milioni e 950mila per il 2013. L'insieme
delle risorse comunitarie e statali per il periodo considerato raggiunge la
cifra di 111milioni e 331mila euro, circa 18,5 milioni l'anno.
Il controllo dei mari e delle frontiere
Poi ci sono le risorse destinate al controllo e alla sorveglianza delle
frontiere esterne. Anche in questo caso interviene l'Europa con il Fondo europeo
per le frontiere esterne. Il contributo previsto per l'Italia per gli anni
2007-2013 ammonta a 211 milioni e 556mila euro; l'Italia cofinanzia il programma
pluriennale con 194 milioni e 809mila euro. Si tratta nel complesso di
406milioni e 365mila euro destinati a rendere sempre più difficile la vita dei
migranti che tenteranno di raggiungere il nostro paese per mare o via terra, in
media circa 58 milioni l'anno, ma il budget a disposizione per il 2013 è più che
doppio di quello previsto per il 2007.
Risorse a cui devono aggiungersi quelle gestite dall'agenzia europea Frontex:
tra il 2006 e il 2009 219 milioni e 828mila euro, con una crescita esponenziale
che ha portato i 19,1 milioni del 2006 agli 88,2 del 2009. Nel biennio 2008-2009
le "operazioni congiunte" di controllo dei mari e delle coste coordinate da Frontex sono state 47, 2423 i rimpatri effettuati. L'Italia ha partecipato a 10
delle 15 "operazioni" svolte nel 2009.
Non siamo in grado di quantificare le risorse destinate alla cooperazione con i
paesi terzi finalizzata al contrasto dell'immigrazione illegale, ambito per il
quale parlare di mancanza di trasparenza è un eufemismo. Di sicuro gli
stanziamenti, in particolare a favore della Libia, sono ingenti.
Troppe le informazioni mancanti per poter fare un bilancio preciso dei costi
delle politiche di espulsione e respingimento dei migranti dal nostro paese. Ma
considerando solo le risorse qui ricordate, la "cattiveria" del nostro ministero
degli Interni oltre a ledere diritti umani fondamentali ci costa molto, in media
almeno 178 milioni l'anno. Libia esclusa.
* Quest'articolo è stato pubblicato sull'inserto "Spaesati", uscito con il
quotidiano "il manifesto" il 23 novembre 2010
http://www.sbilanciamoci.info 06/12/2010