Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Conoscere le comunità rom, avvicinarsi alla loro cultura, prendere in considerazione e studiare i modelli abitativi.

Questo è quello che si propone il seminario internazionale itinerante promosso dal dipartimento di studi urbani di Roma Tre e da Stalker osservatorio nomade.

Il progetto Plans & Slums, intende affrontare la questione dei Rom in Europa, le loro culture abitative e i modelli insediativi loro proposti in Italia.

«Il progetto è nato da una rete interdisciplinare di esperti ed artisti che lavorano sui territori in trasformazione», spiega Francesco Careri docente di Progettazione architettonica a Roma Tre.

Da oggi a lunedì 18 febbraio studenti, ricercatori e docenti di Architettura italiane e stranieri con 9 camper visiteranno alcuni campi di Roma, per fare attività di studio. Quattro gli aspetti principali della ricerca:

i legami affettivi e giuridici che collegano i rom al loro paese, una mappatura delle relazioni che i nomadi sono riusciti a costruire con la città, una mappatura degli insediamenti e dei dispositivi che controllano il campo, una rilevazione delle case o dei container nei quali vivono con le trasformazioni che sono state da loro stessi apportate.

«Noi riteniamo importante analizzare le alternative che i Rom sono riusciti a realizzare autonomamente - dice Careri - Molti di loro vorrebbero continuare a vivere in famiglie allargate, come accadeva in Italia 50 anni fa e riescono a costruire con i loro mezzi anche abitazioni di 100 mq». La tappa romana del seminario si concluderà lunedì18 febbraio con le “buone Pratiche” di altre città come Firenze, Pisa e Bolzano dove le micro aree sono state realizzate.

La presentazione sarà a cura della Fondazione Michelucci.

Una mostra con i risultati del progetto Plans & Slums sarà esposta a Milano il 15 maggio in occasione de La Triennale di Milano.

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Di Fabrizio (del 13/02/2008 @ 18:35:30, in Europa, visitato 2144 volte)

Ricevo da Dijana Pavlovic

Oggetto: urgente

replay to viktoria.mohacsi@europarl.europa.eu

Viktória Mohácsi MEP-ALDE e le seguenti organizzazioni non governative elencate in calce, si sentono insultate dall´affermazione di Silvio Berlusconi e richiedono perentorie scuse da parte sua. Silvio Berlusconi, durante un´intervista telefonica riguardante il suo programma elettorale per i primi 100 giorni di governo, ha dichiarato: "Tolleranza zero per Rom, clandestini e criminali".
Stiamo provvedendo ad includere una lista di organizzazioni rom e non rom che appoggiano l´iniziativa. Abbiamo ancora 40 minuti prima della scadenza dei termini per la consegna della richiesta. Nel caso vogliate essere aggiunti per favore includete alla risposta il nome della Vostra organizzazione, il paese ed il contatto. Ringraziando anticipatamente.Elisabetta Vivaldi

Mohácsi Viktória - MEP
European Roma and Travellers Forum, Roma Education Fund, Open Society Institute, Movement for Desegregation Foundation - Hungary, Chance for Children Foundation - Hungary, Jászság Roma Civil Rights Association - Hungary, Roma Civil Rights Foundation - Hungary, Phralipe Association - Hungary, European Roma Youth Association - Hungary, Hunagrian Roma Forum - Hungary, Romedia Foundation - Hungary, Regional Roma Association Dombóvár - Hungary, National Associaton of Romologists - Hungary, Network for Integration Foundation – Hungary, U.N.I.R.S.I – Italy, Them Romano - ONLUS Association – Italy, Romano Drom - Onlus Association, Milano - Italy, Amalipe Romano Associaton - Italy, Rasim Sejdic Association - Italy, Opera Nomadi Association Milano – Italy, Opera Nomadi Association Mantova – Italy, Opera Nomadi Association Napoli – Italy, Opera Nomadi Nazionale Ente Morale – Italy, Romani Criss - Romania, Parudimos Associaiton- Romania, Assosiation of Romani Women for the Children - Romania, Amare Romenta Association - Romania, Romanian Civic Roma Alliance - Romania, Association for Roma Initiative Development - Romania, European Roma Information Office - Belgium, Center for Interethnic Dialogue and Tolerance "Amalipe" - Bulgaria, Integro Association - Bulgaria, Federation nationale des associations solidaires d'action avec les Tsiganes et Gens du voyage – France, Youth Association Perpetuum – Macedonia, Youth Association ‘Luludi’ – Skopje Macedonia, Romani Kultur Yardimlasma ve Dayanisma Dernegi – Aydin, Turkey, Kirklareli Roman Kulturunu Koruma, Kalkindirma ve Dayanisma Dernegi – Turkey, Luleburgaz Bati Trakya Romanlari Kultur, Yardimlasma ve Dayanisma Dernegi – Turkey, Alliance Unit of Roma – Chisinau Moldova, Rubin Romany Organisation – Durleshti Moldova, National Roma Centrum – Kumanovo Macedonia, Roma SOS Association - Prilep Macedonia, Prijatelska Raka Association –Skopje Macedonia, Jekipe Association – Veles Macedonia, Darhija Association – Skopje Macedonia, Anglunipe Association – Tetovo Macedonia, Pralipe Association - Kr.Palanka Macedonia, Sucar Drom Association - Italy, Nevo Drom Association - Italy, RomSinti@Politica Association - Italy, Institute of Sinta Culture – Italy, OsservAzione Association - Italy, U Gipen Association – Brescia Italy, Nevo Mero Association – Rimini Italy, Sucar Drom VI Association – Vicenza Italy, Nevo Drom TN Association – Trento Italy...

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Di Fabrizio (del 13/02/2008 @ 09:02:26, in Italia, visitato 1402 volte)

Ricevo da Roberto Malini

da www.annesdoor.com

Gloria, un'utente di Anne's Door è sorpresa da quanti reati siano attribuiti ai Rrom e ci scrive: "Dopo il caso Mailat, i bambini di Milano torturati e costretti a mendicare, ecco la rivelazione (di Roberta Angelilli, Alleanza Nazionale n.d.r.) secondo cui in Italia ben 50 mila bambini Rrom sarebbero schiavi di un racket composto da nomadi; ecco la vicenda dei Sinti che truffano gli anziani e chesi rivelano proprietari di ville e montagne d'oro (l'ho visto in un servizio televisivo)! Ecco la notizia, diffusa dai media, dei Rrom del campo Casilino 900, a Roma, che hanno commesso un'infinità di reati e che le autorità romane hanno presentato come una banda organizzata, contro cui hanno mobilitato un esercito composto da più di cento carabinieri, pattuglie in uniforme, militari a cavallo e unità cinofile. Siamo di fronte a un popolo di criminali, geneticamente portati a commettere reati e azioni orribili o viviamo in un Paese impazzito?"

Risponde Roberto Malini. Hai colto nel segno del problema e hai messo in rilievo il castello di pregiudizi su sui si basa una persecuzione efferata, che si giustifica agli occhi dell'opinione pubblica come "operazione di sicurezza" e non "purga razziale". Cara Gloria, i nomadi che rapiscono bambini e li costringono con torture, segregazione e minacce a rubare o prostituirsi; i Sinti che si arricchiscono truffando gli anziani e posseggono ville e macchinoni; il "linguaggio segreto" degli zingari scritto con il gesso davanti alle abitazioni a scopo di rapina sono i soliti luoghi comuni usati dalla propaganda razzista. Il partito nazista e la stampa di regime presentarono i Rrom proprio come un popolo geneticamente degenerato e caratterizzato da un'indole immorale: ladri, truffatori, schiavisti, padri e madri indegni, assassini senza scrupoli. La realtà, Storia e Memoria ce lo insegnano, è ben diversa e i veri criminali non furono i Rrom, ma i tedeschi e i loro complici. Criminali spietati, capaci di azioni indescrivibili e omicidi orrendi contro uomini, donne e bambini innocenti. Tieni presente, però, che quando i nazisti erano al potere e i media lavoravano per presentare in modo umano la loro immagine, il popolo tedesco la pensava come gli italiani di oggi e identificava negli zingari e nelle altre minoranze che furono soggette a persecuzione la sorgente del male. Nessuno avrebbe detto che Hitler, Goebbels, Eichmann o Himmler fossero mostri. I nemici della sicurezza erano considerati, anche allora, i mendicanti, i poveri, le famiglie Rrom dalle pelli scure e le usanze così diverse da quelle europee. Ma torniamo al presente: Rrom e Sinti, purtroppo, sono poverissimi e non posseggono ville né oro o diamanti; amano i loro bambini ("tanti bambini, tanta gioia", è il loro motto) e non rapiscono quelli degli altri; hanno un livello di moralità elevatissimo e condannano la violenza come il più grave dei mali; sono religiosi e considerano la carità e la solidarietà come i massimi valori umani e sociali. Non ho visto il servizio televisivo a
cui ti riferisci, ma ne ho lette e sentite tante, da molti anni. Se vuoi combattere il pregiudizio devi tener sempre presente che i razzisti seguono una strategia mediatica precisa, che è quella di giustificare la repressione presentandola come un'azione necessaria per tutelare o ripristinare la "legalità". Quello che gli uomini e i gruppi che si occupano di Diritti Umani combattono è un atteggiamento persecutorio, che ha portato i Rrom in condizioni tragiche di povertà. E' ovvio che le autorità giustificano sgomberi ed espulsioni adducendo ai Rrom reati di ogni genere, ma quello che le Nazioni Unite e l'Unione Europea chiedono - finalmente - ai Paesi civili è l'attuazione di politiche volte a integrare i Rrom e a combattere la povertà che li annienta, attraverso un sostegno pianificato (che l'Ue agevola con ingenti fondi, cui l'Italia ha scelto di non accedere proprio per non favorire l'integrazione) e comprendente alloggi, aiuti economici, assistenza sanitaria, strutture per l'igiene, progetti di collocamento professionale, inserimento scolastico, tutela dell'identità etnica di un popolo, attivazione di programmi mirati a far conoscere la Storia, la cultura e la condizione dei Rrom ecc. In tutti i casi cui ti riferisci, eccettuato quello di Mailat, che non è un Rrom, ma un romeno di etnia Bunjas (anche quello, comunque, è un evento giudiziario tutt'altro che chiaro), le autorità contestano reati diversi ai Rrom e i media presentano le loro comunità come bande malavitose. Il caso recentissimo del campo Casilino 900 è emblematico della persecuzione in atto. Le forze dell'ordine sono entrate in un luogo di emarginazione simile a un campo di concentramento, dove sopravvivono nelle più spaventose condizioni di indigenza cento uomini, cento donne e duecentocinquanta bambini. La violazione commessa nei loro confronti è stata totale: anziché ricevere aiuti e supporto (come prevedono le leggi internazionali a tutela delle minoranze etniche e le convenzioni internazionali per i Diritti Umani), sono stati perquisiti, espulsi quando possibile, denunciati per reati assurdi, come la "violazione del diritto d'autore", terrorizzati e umiliati sia individualmente che come popolo. Quando abbiamo dubbi sulla persecuzione, Gloria, perché i media ci presentano i "buoni" e i "cattivi" secondo una logica di regime, dobbiamo entrare in un campo Rrom e tutto diventa chiaro: troveremo povertà, fame, malattie, morte, dolore, abbandono, emarginazione. E nessuno che si prodighi per combattere i veri nemici della società, che sono il razzismo, la crudeltà, l'abuso, la calunnia, la miseria. Entriamo in un campo Rrom, finché è possibile, perché i pogrom hanno decimato persino quei luoghi disperati di sopravvivenza e, al di là delle odiose bugie della propaganda, sarà facile rispondere alla tua domanda: chi sono i criminali, gli zingari o i loro persecutori?

info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
www.annesdoor.com

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Di Fabrizio (del 12/02/2008 @ 09:22:09, in Italia, visitato 1757 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

«Il presidente di Unicef Italia, Antonio Sclavi, e l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Raffaela Milano, hanno siglato oggi un protocollo di intesa per la definizione di iniziative congiunte finalizzate alla promozione di buone pratiche, da parte delle amministrazioni locali italiane, a favore dei diritti dei bambini rom, sinti e camminanti». Lo comunica, in una nota, l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma. «In particolare - si legge - l'accordo prende atto dal riconoscimento del Comitato Onu per i diritti dell'infanzia il quale, nelle sue Osservazioni conclusive sul Protocollo opzionale per la convenzione sui diritti dell'infanzia, ha raccomandato che il »Centro per il contrasto alla mendicità infantile« promosso dal Comune di Roma, sia condiviso, come buona prassi, dalle altre città italiane. Il Centro per la mendicità infantile del Comune è nato nel 2003 con l'obiettivo di contrastare il fenomeno della mendicità infantile, accogliendo, in un ambiente familiare e sereno, i bambini sottratti alla strada, assistendoli e tentando di intervenire efficacemente sul loro contesto di vita. Il progetto è condiviso e con il Tribunale dei Minorenni e con la Procura Minorile, oltre che con la Prefettura di Roma. Un altro punto particolarmente innovativo del protocollo riguarda l'impegno a collaborare per raccogliere e inserire il punto di vista dei bambini e degli adolescenti rom nel futuro Rapporto al Comitato ONU sui diritti dell'infanzia, in modo da poter ascoltare direttamente la voce, le aspettative e i problemi vissuti dai minori.

Con il coinvolgimento di altri uffici Unicef europei, si favorirà lo scambio di informazioni tra i diversi paesi, mentre per gli amministratori locali italiani verrà redatto un vademecum sulle buone pratiche su questo tema».

«Il riconoscimento del lavoro avviato a Roma con il Centro di contrasto alla mendicità infantile, da parte del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia - ha dichiarato l'assessore Raffaela Milano - rappresenta per noi una importante conferma della validità di un servizio innovativo che in questi anni ha consentito di garantire a tanti minori sfruttati i propri diritti e, allo stesso tempo, di combattere efficacemente e di assicurare alla giustizia chi specula sulla sofferenza dei bambini, sia per l'accattonaggio che per lo sfruttamento sessuale, come è avvenuto tra l'altro per le due indagini »fiori nel fango« con l'arresto e la condanna di una rete di pedofili. Sono sicura che questo protocollo siglato con Unicef servirà a rafforzare in tutti i comuni italiani questa rete di impegno a tutela dei più piccoli, una assoluta priorità per il nostro paese».

«Il Comitato Onu sui diritti dell'infanzia - sottolinea Antonio Sclavi, presidente dell'Unicef Italia - ha raccomandato al nostro paese di non discriminare i bambini e gli adolescenti rom, sinti e camminanti, assicurando loro il diritto all'istruzione, alla salute, all'inclusione sociale, al gioco e al tempo libero. I bambini e gli adolescenti rom, sinti e camminanti hanno diritto a quanto sancito dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia.

Partire dalla diffusione su tutto il territorio delle buone prassi realizzate da singoli Comuni, come quella del Centro contro la mendicità infantile, utilizzare un metodo fondato sull'ascolto dei bambini e degli adolescenti stessi, assicurare il coinvolgimento dell'associazionismo questi i principali aspetti di questa nuova collaborazione tra l'assessorato alla Politiche sociali del Comune di Roma e l'Unicef».

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Di Sucar Drom (del 11/02/2008 @ 09:16:12, in blog, visitato 1667 volte)

Eu, i Rom e i Sinti sono discriminati
Viste le discriminazioni subite dai circa dieci milioni di Rom e Sinti nell'UE, il Parlamento chiede una strategia europea e finanziamenti per promuovere la loro inclusione sociale. Occorre porre fine alla loro segregazione nell'istruzione, sostenerne l'integrazione nel...

Angela Celentano, basta con le favole su Rom e Sinti!
Ci risiamo, di nuovo le Forze dell’Ordine accreditano la pista fantasiosa degli “zingari” per il rapimento di Angela Celentano. È la quarta volt...

L'Unicef pensa che i bambini sinti e rom siano disabili?
L'Unicef ha colto l'occasione del convegno alla "Cattolica" per presentare la campagna "Il diritto alla partecipazione dei bambini e degli adolescenti con disabilità". Trasferendo nel nostro Paese la "griglia" di pr...

Firenze, i Rom chiedono "casa, lavoro e scuola per i bambini"
"Casa, lavoro e scuola per i bambini" sono le richieste di una sessantina di Rom che stamane hanno manifestato davanti al...

MEZ Italia, nasce un nuovo spazio web sinto in Italia
La MEZ entra in rete con uno strumento per dialogare con tutti sul tema religioso e sui temi sociali. Alcuni anni fa era già stato messo in rete un sito sulla Missione da Sergio Franzese, curatore di O Vurdòn (storic...

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Di Fabrizio (del 10/02/2008 @ 09:49:24, in scuola, visitato 2362 volte)

New Kosova Report

Mentre la maggioranza della popolazione albanese si lamenta della qualità dell'istruzione in Kosovo, i gruppi minoritari lottano contro ulteriori difficoltà, dalla mancanza di programmi e di libri di testo, senza accesso all'istruzione nella loro lingua.

Sehadin Shok della Missione OCSE in Kosovo dice che questo è il caso della comunità Gorani. Dice: "Negli ultimi quattro anni, hanno affrontato seri problemi nell'iscrivere i loro bambini all'istruzione primaria." Ci sono circa 8.000 Gorani in Kosovo.

Cadendo tra le crepe

Nel 2003 l'Assemblea del Kosovo ha adottato una legge sulla scuola primaria e secondaria per le minoranze linguistiche. La legge, d'altronde, non prevedeva programmi per gli studenti Serbi o i non-Serbi.

Dice Mursel Halili, insegnante gorani e rappresentante della comunità: "Sino al2003, i nostri bambini venivano istruiti in serbo e seguivano i programmi serbi."

Le Istituzioni Provvisorie di Auto Governo (PISG), il Ministero dell'Istruzione, Scienza e Tecnologia in particolare, vuole che la comunità gorani frequenti i programmi maggioritari, quindi non sono stati creati libri e programmi in serbo.

"Noi abbiamo continuato ad insegnare secondo i programmi serbi," dice Halili, "così i bambini non perderanno anni di scuola e potranno continuare verso l'istruzione superiore qui nella regione."

D'altra parte, il ministero è stato riluttante nel permettere l'uso dei programmi serbi, e negli ultimi quattro anni, gli studenti gorani non hanno potuto iniziare puntualmente l'anno scolastico. Le loro scuole sono state minacciate di chiusura nel 2007.

L'Alto Commissario OCSE per le Minoranze Nazionali, Knut Vollebaek, ha riconosciuto il problema durante la sua visita in Kosovo tra il 10 e il 15 gennaio. "Il mancato sviluppo di programmi in serbo da parte delle istituzioni kosovare, sta avendo un impatto negativo sui bambini gorani," dice.

Trovando una soluzione

Nel tentativo di disinnescare le tensioni, nel novembre 2007 la Missione OCSE ha organizzato tavole rotonde per raggiungere la consapevolezza tra i partners, il ministero in particolare, sui bisogni e problemi delle minoranze.

"Il nostro scopo era di identificare i suggerimenti e assistere il PISG nello sviluppare misure per integrare le minoranze e preservare la loro identità," dice Shok. Il testo sarà presto disponibile.

Halili dice che la tavola rotonda con i Gorani è stata molto positiva. "Abbiamo discusso apertamente il problema coi rappresentanti del ministero - abbiamo fatto le nostre proposte e discusso le soluzioni possibili," dice, aggiungendo: "Il fatto che le scuole primarie stiano già funzionando è un successo."

Mancano i libri di testo

Anche altri gruppi di minoranza affrontano problemi simile. Bosniaci e Turchi, per esempio, sono senza libri di testo nella loro lingua.

"Non sono disponibili libri di testo per il quinto grado, mentre sono in preparazioni quelli per il terzo, quarto e ottavo grado," dice Shok. "Per l'istruzione secondaria non ci sono libri di testo disponibili."

Anche quando i libri sono disponibili, la qualità spesso è povera. La traduzione dall'albanese è stata fatta da chi parla la lingua ma non conosce la materia, la fisica, ad esempio," aggiunge. "Così, la terminologia è spesso sbagliata." Per aiutare a colmare il gap, nel 2007 la Missione ha donato 2.800 libri alla Biblioteca Cittadina di Prizren per i 2.500 Bosniaci del Kosovo.

La Missione ha anche aiutato le comunità più marginalizzate - Rom, Askali ed Egizi -a migliorare la loro istruzione. Grazie alla Missione, 1.800 bambini e ragazzi sono stati in grado di raggiungere il livello scolare richiesto dalla scuola maggioritaria primaria e secondaria.

Scolarizzazione parallela per i Serbi

Mentre queste comunità combattono per migliori condizioni di istruzione, gli studenti serbi frequentano un sistema scolastico parallelo sotto l'autorità del Ministero Serbo della Scienza ed Educazione.. La Missione ha sviluppato un numero di progetti per aiutare anche queste scuole.

Per esempio, aiutando a modernizzare il laboratorio di ingegneria della Scuola Tecnica di Mitrovica Nord, installando nuovi computers, stampanti, scanners ed altri equipaggiamenti. Ha fornito autobus scolastici agli studenti serbi delle scuole nella regione di Peje/Pec, assicurando loro libertà di movimento.

Il nuovo Governo ha di fronte un gran numero di vecchi problemi. "La Missione OCSE ha però fiducia che la leadership porrà più attenzione ai bisogni delle minoranze e alla loro istruzione," dice Shok.

"Questo tema sarà al culmine della nostra agenda nel 2008."

Written by Mevlyde Salihu and Nikola Gaon

Source: OSCE

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Di Fabrizio (del 09/02/2008 @ 09:15:00, in Italia, visitato 1683 volte)

di Dijana Pavlovic

Il 27 gennaio in occasione di una giornata dal grande valore civile: la Giornata della memoria, si svolgerà una manifestazione. Ma questa giornata rischia di testimoniare una memoria selettiva. Infatti, in questa occasione così significativa, nessun Rom potrà parlare e portare la testimonianza della deportazione e del massacro del nostro popolo, nonostante ne sia stata fatta richiesta al comitato organizzatore e nonostante il valore fondamentale di parlarne in un momento che vede in questo Paese i rom indicati come il nemico pubblico numero uno.
Nell’Italia democratica e civile i nostri figli muoiono di freddo e nei roghi e nessuno si scandalizza. Gruppi di neonazisti entrano nei nostri campi, minacciano, sparano e bruciano e nessuno si scandalizza. Ci rifiutano l’assistenza sanitaria costringendoci a partorire per strada e nei campi. A Milano fa freddo e più di cinquecento persone, uomini donne bambini e anziani, dormono nel fango sotto le tende, spesso rotte e tagliate dalle forze dell’ordine durante gli sgomberi. Ci distruggono le case, le uniche che abbiamo, separano le nostre famiglie. Per noi varano leggi speciali. Con patti di legalità ci proibiscono di ospitare nostri parenti anche solo per una notte, ci danno un pass e ci controllano i documenti per lasciarci entrare in casa nostra. I mass media ci criminalizzano e ci fanno apparire come un popolo di assassini ladri e asociali, la politica ci considera un danno elettorale.
Ma per noi, questa è una vecchia storia. Dal 1400 ci hanno braccato come animali, hanno fatto leggi e decreti per stabilire che la nostra vita non valeva niente e che chiunque ci poteva uccidere senza nessuna conseguenza. Nei campi di concentramento nazisti ci hanno portato nelle camere a gas, i nostri figli erano le cavie preferite di Mengele e altri scienziati, in tutta Europa ci hanno misurato crani e altre parti del corpo per provare che non siamo esseri umani come gli altri.
Violenze, umiliazione, morte… Questa è la storia del mio popolo. Ed è sempre trascorsa nel silenzio. Nonostante ci siano prove scritte, testimonianze, fotografie, che confermano senza dubbi che siamo stati deportati non come individui, ma come appartenenti a una razza inferiore, un popolo criminale e asociale, per anni ci hanno negato questo riconoscimento. Il nostro orrore, che chiamiamo Porrajmos, cioè distruzione, divoramento, non ha mai avuto voce.
Sarebbe inquietante dover pensare ancora oggi nella civile Milano che oltre 500 000 Rom morti nei campi di concentramento, anche italiani, non valgano, non meritino memoria né riconoscimento. Forse è troppo scomodo e impopolare in questo momento dar voce a chi rappresenta questo popolo, anche per chi porta nella propria storia i valori fondamentali come antifascismo e antirazzismo? Questi valori sono importanti anche per noi Rom, perché la loro affermazione ci ha restituito la dignità e ci ha salvato dagli stermini, dalle umiliazioni e dalla schiavitù in tutta Europa. Chi condivide questi valori e ne fa la propria bandiera non può dimenticare che non conoscono compromessi, non possono convivere con piccoli giochi politici per raccattare o non perdere qualche voto. Dai Rom, un popolo sena terra e senza guerra, tutti possono imparare che ci sono cose che non sono in vendita, mai e a nessuna condizione: la libertà e l’identità culturale.
Il mio è un grido di dolore, non solo di chi appartiene a un popolo da sempre discriminato e rifiutato, ma anche di una cittadina che crede nei principi di uguaglianza e di libertà, che crede che il silenzio sul passato danneggia gravemente le generazioni future e il futuro di una nazione, che la memoria è importante solo se non è selettiva e se non ci sono censure sui fatti storici perchè.
Per questo, noi parteciperemo lo stesso alle manifestazioni di questa giornata per testimoniare lo sterminio dei nostri nonni e dei nostri padri ieri,e la discriminazione e l’ingiustizia nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli oggi.

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Di Fabrizio (del 08/02/2008 @ 09:11:25, in Regole, visitato 2026 volte)

Da La voix des Rroms

Ieri, la mattina presto, più di 150 gendarmi hanno circondato il terreno del Hanul a Saint-Denis, terreno che è oggetto di una convenzione d'occupazione con il municipio. Secondo il rappresentante della polizia nazionale sul posto, agivano nel quadro di una commissione rogatoria di un giudice d'istruzione di Meaux. Tuttavia, la presa di fotografie individuali da parte dei gendarmi lascia perplessi quanto alle motivazioni di questa operazione, che si è conclusa con quattro arresti.

Ieri verso le 8 di mattina, un membro dell'associazione "La voix des Rroms" che risiede sul terreno di Hanul a Saint-Denis ha constatato uno spiegamento importante di forze della polizia, di un'ampiezza tale che poteva suggerire un'espulsione. Arrivato sui luoghi poco tempo dopo, il portavoce dell'associazione si è visto proibire l'accesso alla località da parte dei gendarmi in questi termini : "l'accesso è vietato ad ogni persona esterna". I gendarmi non hanno saputo rispondere alla domanda "come sapete che non vi abito?", "ma si può immaginare - non sono scuro di pelle, sono vestito all'occidentale, bluetooth all'orecchio e portafoglio alla mano..." tutto quello che è lontano dallo stereotipo "romanichel del malvivente"

Un padre di famiglia passa con ciò alcuni minuti più tardi. Ha appena portato i suoi figli a scuola. E' potuto uscire, dopo che i gendarmi lo hanno fotografato e rilevato la sua identità. Interrogato, dice che tutti hanno dovuto presentare i  propri documenti prima di essere fotografati.

Non sappiamo ciò che avviene dentro. Dell'altro lato, un certo numero di giornalisti, messi in allarme dalle nostre cure, anche a loro è vietato l'accesso, ma possono porre domande al responsabile dell'operazione, che nel nome del magistrato di Meaux ha consegnato la commissione rogatoria per quest'operazione.

Per quest'operazione... Quale operazione esattamente?

È nel potere della polizia e della gendarmeria, nel quadro definito dai giudici, di procedere a ricerche di persone sospettate d'infrazione. Ma, non è la prima volta che ci sono operazioni spettacolari senza nulla alla fine. Appena un anno fa, su questo stesso terreno, uno scenario simile è stato messo in scena, tranne che invece dei controlli, ci sono state della brutalità. Tutto ciò per cercare un giovane che aveva rapito una ragazza, senza trovarlo. Alla fine, è il giovane stesso che ha trovato i poliziotti nel loro commissariato per spiegare loro una vertenza familiare, ben lontano da qualsiasi idea di rapimento (Le monde, 12 gennaio 2007).

Oggi, i circa 150 gendarmi non sono ripartiti da soli. Verso le 10.30, hanno portato vie quattro persone, fra cui una donna. Non sappiamo che sono sospettati.

In compenso, una cosa sembra molto più sospetta : la registrazione di ogni persona sul posto, escluso poche eccezioni. Tale misura ha potuto essere ordinata dal giudice d'istruzione nel quadro della commissione rogatoria? Ciò sembra difficilmente possibile da un punto di vista giuridico.

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Di Fabrizio (del 07/02/2008 @ 08:56:29, in Europa, visitato 2234 volte)

E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2008 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
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Il Parlamento europeo ,

– visti gli articoli 3, 6, 7, 29 e 149 del trattato CE, che impegnano gli Stati membri a garantire uguali opportunità a tutti i cittadini,

– visto l'articolo 13 del trattato CE, in base al quale la Comunità europea può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica,

– viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei rom nell'Unione europea, del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne rom nell'Unione europea e del 15 novembre 2007 sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri,

– viste la direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, e la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro, come anche la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia,

– vista la relazione per il 2007 su Razzismo e xenofobia negli Stati membri dell'Unione europea, pubblicata dall'Agenzia per i diritti fondamentali,

– visti il Decennio per l'integrazione dei rom e il Fondo per l'istruzione dei rom, istituiti nel 2005 da numerosi Stati membri dell'Unione europea, paesi candidati e altri paesi in cui le istituzioni dell'Unione europea sono presenti in modo significativo,

– visti l'articolo 4 della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

– visto il Piano d'azione globale adottato dagli Stati che partecipano all'OSCE, compresi gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi candidati, incentrato sul miglioramento della situazione dei rom e dei sinti nella zona OSCE, nel quadro del quale gli Stati si impegnano, tra l'altro, a potenziare i loro sforzi volti a garantire che le popolazioni rom e sinti possano svolgere un ruolo pieno ed equo nelle nostre società, e a debellare la discriminazione nei loro confronti,

– visti la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e lo Statuto dell'Agenzia per i diritti fondamentali,

– vista la relazione del gruppo consultivo di esperti di alto livello sull'integrazione sociale delle minoranze etniche e sulla loro piena partecipazione al mercato del lavoro, intitolata "Minoranze etniche sul mercato del lavoro – Un urgente appello per una migliore inclusione sociale" e pubblicata dalla Commissione nel 2007,

– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,

A. considerando che i 12-15 milioni di rom che vivono in Europa – di cui circa 10 milioni nell'Unione europea – sono vittime di discriminazioni razziali e soggetti in molti casi a gravi discriminazioni strutturali e a condizioni di povertà e di esclusione sociale, come anche a discriminazioni molteplici in base al sesso, all'età, all'handicap o all'orientamento sessuale; considerando che gran parte dei rom europei sono diventati cittadini dell'Unione europea a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, beneficiando del diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri,

B. considerando che la situazione dei rom europei – che storicamente sono stati parte della società in numerosi paesi europei e hanno contribuito ad essa – è diversa da quella delle minoranze nazionali europee, cosa che giustifica l'adozione di misure specifiche a livello europeo,

C. considerando che i cittadini rom dell'Unione europea sono spesso vittime di discriminazioni razziali nell'esercizio del loro diritto fondamentale, in quanto cittadini dell'Unione europea, alla libertà di circolazione e di stabilimento,

D. considerando che numerosi rom e numerose comunità rom che hanno deciso di stabilirsi in uno Stato membro diverso da quello di cui sono cittadini si trovano in una posizione particolarmente vulnerabile,

E. considerando che sia negli Stati membri sia nei paesi candidati non si sono compiuti progressi nella lotta alla discriminazione razziale nei confronti dei rom e nella difesa del loro diritto all'istruzione, all'occupazione, alla salute e all'alloggio,

F. considerando che la segregazione nell'istruzione continua ad essere tollerata negli Stati membri dell'Unione europea; considerando che tale discriminazione nell'accesso ad un'istruzione di qualità condiziona in modo permanente la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo,

G. considerando che l'istruzione è uno strumento fondamentale per combattere l'esclusione sociale, lo sfruttamento e la criminalità,

H. considerando che condizioni di vita deplorevoli e insalubri e una ghettizzazione evidente sono fenomeni ampiamente diffusi e che, regolarmente, i rom sono vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare le aree in cui vivono,

I. considerando che le comunità rom presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione, il che richiede interventi specifici volti ad agevolare l'accesso al lavoro; sottolineando che il mercato europeo del lavoro, così come la società europea nel suo complesso, trarrebbero enorme beneficio dall'integrazione dei rom,

J. considerando che l'Unione europea offre una varietà di meccanismi e strumenti che possono essere utilizzati per migliorare l'accesso dei rom ad un'istruzione di qualità, all'occupazione, all'alloggio e all'assistenza sanitaria, in particolare politiche in materia di inclusione sociale, sviluppo regionale e occupazione,

K. considerando che l'inclusione sociale delle comunità rom continua ad essere un obiettivo da raggiungere e che occorre utilizzare gli strumenti dell'Unione europea per realizzare cambiamenti efficaci e visibili in questo settore,

L. considerando la necessità di garantire un'effettiva partecipazione dei rom alla vita politica, in particolare alle decisioni che incidono sulla loro vita e sul loro benessere,

M. considerando che l''antizingarismo" o fobia dei rom è ancora diffuso in Europa, che è promosso e utilizzato dagli estremisti, cosa che può culminare in attacchi razzisti, discorsi improntati all'odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia,

N. considerando che la maggior parte delle donne rom subiscono una doppia discriminazione, in quanto rom e in quanto donne,

O. considerando che l'Olocausto dei rom (Porajmos) merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d'Europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati;

1. condanna senza eccezioni e senza ambiguità possibili tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate "zingari";

2. accoglie favorevolmente le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 il quale, "conscio della situazione molto particolare in cui versa la comunità rom in tutta l'Unione, invita gli Stati membri e l'Unione stessa ad utilizzare tutti i mezzi per migliorarne l'inclusione" e "invita a tal fine la Commissione ad esaminare le politiche e gli strumenti vigenti e a riferire al Consiglio, entro la fine del giugno 2008, in merito ai progressi registrati";

3. ritiene che l'Unione europea e gli Stati membri condividano la responsabilità di promuovere l'inserimento dei rom e di appoggiare i loro diritti fondamentali in quanto cittadini europei, e che debbano intensificare prontamente i loro sforzi per conseguire risultati visibili in tale settore; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione europea ad avallare le misure necessarie per creare un clima sociale e politico adeguato, che consenta di porre in atto l'inserimento dei rom;

4. sollecita la nuova Agenzia per i diritti fondamentali a porre l''antizingarismo" tra le massime priorità del suo programma di lavoro;

5. riafferma l'importante ruolo dell'Unione europea nella lotta contro la discriminazione nei confronti dei rom, che spesso è strutturale e che per questo richiede un'impostazione globale a livello dell'Unione europea, in particolare con riguardo allo sviluppo di politiche comuni, ma riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse da destinare alla protezione, all'attuazione di politiche, alla promozione e alla responsabilizzazion e dei rom devono essere a carico degli Stati membri;

6. sollecita la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l'inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell'Unione europea in materia di inclusione sociale dei rom e, nel contempo, sollecita tale Istituzione ad elaborare un piano d'azione comunitario dettagliato per l'inclusione dei rom volto a fornire un sostegno finanziario per la realizzazione dell'obiettivo della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom;

7. Esorta la Commissione ad elaborare un esauriente piano d'azione comunitario sull'inclusione dei Rom; rileva che il piano deve essere elaborato ed implementato dal gruppo di Commissari responsabili per l'inclusione sociale dei cittadini dell'UE attraverso i loro portafogli dell'occupazione, degli affari sociali, delle pari opportunità, della giustizia, della libertà, dell'istruzione, della cultura e della politica regionale;

8. chiede alla Commissione di attribuire a uno dei Commissari la competenza per il coordinamento di una politica per i rom;

9. esorta la Commissione ad applicare la metodologia di lavoro "da Rom-a-Rom" quale strumento efficace per gestire le problematiche legate ai Rom e la invita a promuovere la presenza di personale Rom all'interno della sua struttura;

10. invita la Commissione ad istituire un'unità rom per coordinare la messa in atto della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom, facilitare la cooperazione tra gli Stati membri e coordinare loro azioni comuni, nonché assicurare che tutti gli organi competenti siano sensibilizzati sulle questioni relative ai rom;

11. Invita la Commissione a considerare l'impatto degli investimenti privati sulle pari opportunità un fattore pertinente e determinante ai fini della mobilizzazione delle risorse dell'UE, imponendo alle persone fisiche e/o giuridiche che presentano un'offerta per progetti finanziati dall'UE l'obbligo di elaborare e implementare un'analisi e un piano d'azione sulle pari opportunità;

12. accoglie con favore le iniziative rese note dalla Commissione, tra cui una comunicazione sulla strategia rivista per la lotta contro la discriminazione, il prossimo libro verde concernente l'istruzione di bambini immigrati o appartenenti a minoranze svantaggiate, e l'intenzione di prendere misure addizionali per assicurare l'applicazione della direttiva 2000/43/CE; si compiace, in particolare, della proposta di istituire un forum di alto livello sui rom, quale struttura per lo sviluppo di politiche efficaci intese ad affrontare le questioni che interessano i rom;

13. Esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell'UE le cui comunità Rom risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall'esclusione sociale;

14. sollecita la Commissione ad esaminare le possibilità di un rafforzamento della legislazione antidiscriminazione nel settore dell'istruzione, in particolare per quanto riguarda la desegregazione, e a riferire al Parlamento sulle risultanze dei suoi lavori entro un anno dall'approvazione della presente risoluzione; ribadisce che l'accesso a pari condizioni ad un'istruzione di qualità dovrebbe essere una priorità nell'ambito di una strategia europea per i rom; sollecita la Commissione ad intensificare i suoi sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari; esorta la Commissione a sostenere programmi che promuovano azioni positive a favore dei rom nei settori dell'istruzione secondaria e superiore, includendo la formazione professionale, l'istruzione degli adulti, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'istruzione universitaria; esorta altresì la Commissione a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di desegregazione;

15. invita gli Stati membri e la Commissione a combattere lo sfruttamento dei bambini rom, l'accattonaggio che sono costretti a praticare e il loro assenteismo scolastico, nonché i maltrattamenti delle donne rom;

16. sollecita la Commissione a sostenere l'integrazione dei rom nel mercato del lavoro mediante misure che comprendano un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, misure intese a promuovere azioni positive sul mercato del lavoro, un'applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell'occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese;

17. invita la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito quale suggerito nella relazione summenzionata del gruppo consultivo di esperti di alto livello, per promuovere l'avvio di piccole imprese e sostituire la prassi dell'usura, che obera molte delle comunità svantaggiate;

18. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi nazionali volti a migliorare la situazione sanitaria delle comunità rom; in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini; sollecita tutti gli Stati membri a porre fine e a rimediare in modo adeguato e senza indugio all'esclusione sistematica di talune comunità rom dall'assistenza sanitaria, comprese, tra l'altro, le comunità che si trovano in aree geografiche isolate, come anche a violazioni estreme dei diritti dell'uomo nell'ambito del sistema sanitario, laddove esse abbiano avuto o stiano avendo luogo, comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom;

19. sollecita la Commissione a basarsi sui modelli positivi esistenti per sostenere programmi volti a porre fine, negli Stati membri in cui esiste, al fenomeno delle baraccopoli rom – che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari – e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom, inclusi i rom migranti;

20. sollecita gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate;

21. sollecita la Commissione e il Consiglio ad allineare la politica dell'Unione europea relativa ai rom sul "Decennio per l'integrazione dei rom" e a fare uso delle iniziative esistenti, quali il Fondo per l'istruzione dei rom, il Piano d'azione dell'OSCE e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, al fine di accrescere l'efficacia degli sforzi compiuti in tale settore;

22. sottolinea l'importanza che riveste il fatto di coinvolgere le autorità locali per garantire un'esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l'inserimento dei rom e a combattere la discriminazione;

23. invita gli Stati membri a coinvolgere la comunità rom al livello di base nel tentativo di mettere il popolo rom in condizioni di beneficiare pienamente degli incentivi forniti dall'Unione europea volti a promuovere i loro diritti e l'inserimento delle loro comunità, nei settori dell'istruzione, dell'occupazione e della partecipazione civica, dal momento che un'integrazione riuscita comporta un approccio che va dal basso verso l'alto e responsabilità comuni; sottolinea l'importanza di sviluppare le risorse umane e le capacità professionali dei rom, al fine di promuovere la loro presenza a tutti i livelli dell'amministrazion e pubblica, ivi comprese le istituzioni della UE;

24. ricorda che tutti paesi candidati si sono impegnati, nel quadro del processo di negoziazione e di adesione, a migliorare l'inserimento delle comunità rom e a promuovere il loro diritto all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio; chiede alla Commissione di effettuare una valutazione del rispetto di tali impegni e della situazione attuale dei rom in tutti gli Stati membri dell'Unione europea;

25. invita la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell'ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni;

26. ritiene di dover dovrebbe esaminare più nel dettaglio i diversi aspetti delle sfide strategiche europee riguardanti l'inserimento dei rom;

27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi candidati, al Consiglio d'Europa e all'OSCE.
(1) GU C 45 E del 23.2.2006, pag. 129.
(2) GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 283.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0534.




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