Rom e Sinti da tutto il mondo

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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/01/2010 @ 09:13:20, in Europa, visitato 1837 volte)

Da British_Roma

2 gennaio 2010

Un NUOVO rapporto chiama ad una campagna per combattere il razzismo contro la comunità di Rom che vivono in Irlanda, stimata in 3.000 membri.

Il gruppo nomade e semi-nomade, i cui antenati vennero dall'India del Nord, sono stati descritti come la più vasta e discriminata minoranza in Europa.

Il Comitato Joint Oireachtas in Affari Europei ha citato una recente indagine UE che trova che un quarto degli Europei non si troverebbe bene con un Rom come vicino.

Viene detto  che c'è bisogno di una campagna focalizzata sulla crescita di testimonianze, per confrontare il razzismo contro i Rom - senza stigmatizzare il gruppo.

Il senatore Terry Leyden del Fianna Fail sta lavorando chiaramente per migliorare il livello di integrazione e comprensione della comunità entro la società irlandese.

Giudice

"Il nostro rapporto identifica alcune misure pratiche che riteniamo aiuterebbero a migliorare la presenza dei Rom in Irlanda e contribuirebbero a far giocare loro un ruolo più attivo nella vita irlandese," ha detto.

Il rapporto si riferisce ai commenti fatti l'anno scorso sulla comunità rom dal giudice Aingeal Ni Chonduin nel Tribunale per l'Infanzia. Accusava i genitori rom di "crescere i bambini al furto" e di essere responsabili dei "furti nei nostri negozi". La giudice commentava il fatto che una madre sedicenne aveva ammesso di aver rubato delle scarpe ed indossava vestiti rubati. Leyden ha preso le distanze dai rilievi della giudice. "Sono d'accordo che il furto non si accorda al nostro modo di vita. Non concordo che sia inerente alle comunità etnicamente minoritarie. Il crimine è un problema universale e non riguarda soltanto i migranti," ha detto.

Il rapporto chiede che i Rom vengano menzionati nei programmi UE ed irlandesi anti-discriminazione e di inclusione sociale, che già contengono riferimenti a gruppi a rischio come i Viaggianti ed i disabili. Chiede la raccolta di dati certi sui Rom che vivono qui ed una ulteriore ricerca per stabilire se siano stati vittime di attacchi razzisti.

Michael Brennan Political Correspondent Irish Independent

 
Di Fabrizio (del 03/01/2010 @ 09:16:50, in Europa, visitato 1780 volte)

Da Nordic_Roma

La situazione dei giovani rom - istruzione, lavoro e futuro

E' importante che i giovani rom in Svezia siano capaci di parlare di loro stessi, e la società deve coordinare i suoi sforzi nell'appoggiare questo gruppo. E' quanto mostra uno studio del Tavolo Nazionale Svedese per gli Affari Giovanili.

Lo scopo dello studio è condividere la conoscenza, analizzare e spargere luce sulla situazione dei giovani rom, sulla base in parte dell'autorappresentazione dei giovani e dei problemi che trovano, ed in parte del lavoro delle autorità municipali con i giovani rom. Lo studio consiste in interviste approfondite con i giovani rom, su come vedono la loro situazione in termini di istruzione, impiego e prospettive future, ed un'indagine dei rappresentanti municipali.

Segue un sommario dei risultati più importanti dello studio, assieme alle conclusioni e alle raccomandazioni basate sulla conoscenza combinata del Tavolo e l'esperienza in quest'area.

Una minoranza in una società maggioritaria

La natura mutevole e le strategie delle esperienze giovanili pongono una sfida ad ogni pregressa nozione dei giovani rom come gruppo omogeneo. Vediamo dai risultati dello studio che i giovani rom si trovano presi tra le aspettative dei loro genitori e quelle della società maggioritaria. I giovani mostrano un forte interesse nello sviluppare identità che forniscono lo scopo tanto nel preservare la cultura rom che nel partecipare nella società su termini paritetici.

Ci sono molte differenti strategie che i giovani rom possono seguire nel gestire le loro vite. Alcuni evitano di dire che sono Rom, altri entrano ed escono dall'identità rom - entrambe le strategie sollevano forti sentimenti.

La famiglia ed i parenti sono descritti come un'importante rete di sicurezza, soprattutto nelle situazioni di crisi, nel contempo, i giovani rom non hanno confidenza con le autorità.

L'importanza di parlare di sé

E' importante che ai Rom sia data l'opportunità di parlare per se stessi. E' anche importante dare attenzione alle differenze di genere all'interno del gruppo e promuovere al massimo le differenze delle esperienze, desideri e possibilità di vita a cui questi giovani danno vita.

Di particolare importanza in questo contesto è la capacità di organizzare la cultura, la lingua, l'identità ed i diritti del gruppo. Il 1 gennaio 2010 [è entrata] in vigore una nuova legge sulle minoranze svedesi,  che rafforza i diritti e lo status dei Rom come gruppo minoritario. Nel lavoro del Tavolo nel distribuire contributi statali alle minoranze nazionali, notiamo un interesse crescente della minoranza rom nel formare organizzazioni di interesse. Dove sono coinvolti i giovani rom, vediamo il bisogno di misure di supporto.

Istruzione, formazione e vita lavorativa

I giovani che hanno preso parte allo studio hanno mostrato una chiara comprensione del bisogno di istruzione e formazione nella ricerca di un impiego e nella realizzazione di ambizioni future. Sappiamo che la transizione tra scuola e vita lavorativa è particolarmente problematica per i giovani che mancano di modelli, guide e reti. Sulla base di questo studio e della combinata competenza del Tavolo, consideriamo che i seguenti fattori siano essenziali nel migliorare la situazione dei giovani rom:

  • C'è bisogno di percorsi alternativi nella formazione ed integrazione nella vita lavorativa, come il riconoscimento dell'esperienza negli ambienti dell'apprendimento alternativo.
  • Dev'essere fornito supporto nel fare i compiti a scuola o in altre situazioni, dopo l'orario scolastico.
  • A scuola dev'essere intensificato l'insegnamento madre-lingua, perché la competenza nella madre-lingua è importante nell'autostima e negli sviluppi scolastici.
  • Si deve combattere il bullismo scolastico, dato che il bullismo può ritardare di molti anni l'integrazione dell'individuo nella società, in particolare quando riguarda l'autostima in un giovane che si trova già in situazione vulnerabile.
  • La consulenza sulla carriera dovrebbe essere sviluppata, partendo dalle circostanze e dai bisogni dei giovani rom.
  • Agli insegnanti dev'essere data una conoscenza di base sullo status legislativo e sui diritti delle cinque minoranze nazionali svedesi.
  • I diritti umani e le tematiche minoritarie dovrebbero essere affrontati in maggior misura nel programma degli studi scolastici.
  • Devono essere offerte maggiori opportunità nel discutere di politiche e società, perché questo porterà ad un maggior impegno nella società fuori dalla scuola.
  • I genitori giovani hanno bisogno di appoggio nell'istruzione primaria e secondaria, per permettere loro di completare gli studi. Troppo spesso, i genitori giovani lasciano gli studi durante la scuola secondaria. C'è perciò bisogno di linee guide chiare per le scuole dove sono presenti giovani genitori.

I giovani rom affrontano difficoltà simili agli altri giovani riguardo l'impiego, alle aspirazioni per l'auto-realizzazione ed il bisogno abitativo. Nel contempo, è importante non chiudere gli occhi sulle discriminazioni che spesso affrontano i giovani rom. Una condizione chiave per migliorare la loro situazione è la preparazione di misure attive per combattere la discriminazione, secondo la legislazione relativa.

Responsabilità comunali

Un tratto comune nelle risposte degli incaricati comunali alla ricerca e nelle interviste telefoniche è che vedono nel loro incontrare i giovani rom, di trattarli nello stesso modo degli altri giovani.

Gli incaricati che hanno preso parte alla ricerca hanno espresso l'intenzione di non trattarli differentemente, perché questo rafforzerebbe la stigmatizzazione e l'esclusione. Anche se i funzionari erano stati informati sulla legislazione sulle minoranze, pochi sono stati in grado di descrivere quale impatto questa legislazione ha avuto nel loro lavoro. Principi ed attitudini sulla non-discriminazione sembrano avere radici profonde, con una conoscenza relativamente piccola sulla posizione speciale ed i diritti delle minoranze.

Un'osservazione importante è che i comuni, tranne rare eccezioni, mancano di strategie e di piani d'azione per migliorare le condizioni di vita dei giovani rom. Il Tavolo considera che lo scopo sostanziale esista per lo sviluppo dell'appoggio ai giovani rom attraverso sforzi coordinati del servizio per l'impiego, scuole e comuni.

Per concludere, il Tavolo nota che l'attuale livello di conoscenza e ricerca sulla situazione del popolo rom in generale, e dei suoi giovani in particolare, è limitato. C'è bisogno di ulteriori studi per fornire un quadro approfondito sulla situazione in cui vivono i Rom, e di conoscenza che può servire a sostenere nuove iniziative per e con i Rom.

 
Di Fabrizio (del 02/01/2010 @ 09:13:04, in Europa, visitato 1735 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

ReliefWeb.int I Dispersi Interni ancora cercano una soluzione per casa e documenti ed avere accesso ai loro diritti - Fonte: Internal Displacement Monitoring Centre - 29 Dicembre 2009

NOTA: Nel 2008 il Kosovo ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia. L'Assemblea Generale dell'ONU ha in seguito votato perché in riferimento alla dichiarazione d'indipendenza ci fosse parere consultivo della Corte di Giustizia Internazionale. Sinora, 64 nazioni hanno riconosciuto il Kosovo. Ai fini dei riferimenti descritti alla situazione in Serbia dal 2008 non è incluso il Kosovo.

Nel 1999, oltre 245.000 membri delle minoranze locali sono scappati dal Kosovo per paura delle rivincite della maggioranza albanese, dopo che i bombardamenti NATO avevano obbligato alla ritirata le truppe jugoslave e terminato anni di oppressione dell'etnia albanese. La dichiarazione di indipendenza del Kosovo nel febbraio 2008 ha creato nuova incertezza per quanti ancora erano dispersi, ma non ci sono stati grossi incidenti verso le comunità minoritarie e nessun ulteriore dislocamento. La Serbia non ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo, continuando a guardare all'entità governata dall'ONU come suo territorio sovrano.

All'agosto 2009, si stimavano in 230.000 le Persone Internamente Disperse (IDPs) dal Kosovo alla Serbia, inclusi una stima di 20.000 Rom dispersi che non sono mai stati registrati come tali. Altri 19.000 sono dispersi in Kosovo. Pochi dei dispersi del 1999 hanno trovato soluzioni durevoli. Il tasso dei ritorni è scemato significativamente nel 2008 da un livello già basso, visto che molti degli IDPs aspettavano di valutare l'approccio delle autorità kosovare verso i Serbi e le altre comunità non-Albanesi del Kosovo.

Le prospettive di una situazione durevole in Kosovo sono limitate, la situazione sicuritaria ed economica non induce al ritorno e molti IDPs affrontano difficoltà nel rimpossessarsi delle loro proprietà e nell'ottenere documenti legale. Quanti sono ritornati in Kosovo hanno lottato per trovare lavoro, a causa dell'ampia discriminazione contro i Serbi ed i Rom. Come risultato, gli sforzi del governo serbo per appoggiare il ritorno hanno avuto un successo limitato, e le associazioni dei Serbi dispersi stimano in solo 5.000 IDPs delle minoranze quanti hanno fatto ritorno, rispetto ai 15.000 che ne avevano diritto.

E' migliorata la posizione del governo serbo sull'integrazione locale. Negli anni recenti ha realizzato progetti di supporto allo sviluppo dell'alloggio sociale per gli IDPs, soprattutto per i 4.200 dispersi già sistemati nei centri collettivi. Ma questi sforzi non rappresentano una strategia globale.

Gli IDPs più vulnerabili sono i Rom che hanno specifici bisogni di protezione in quanto così marginalizzati. La loro mancanza di documenti e di qualsiasi residenza ufficiale, combinata alla complessità delle procedure ed all'inflessibilità dei pubblici ufficiale, li previene dal registrarsi come IDPs e limita il loro accesso all'assistenza alloggiativa, sanità ed altre prestazioni sociali. Come risultato, molti resistono alla povertà estrema ed alla scarsa sanità negli insediamenti informali senza elettricità, acqua o fognature.

Full_Report (in inglese pdf* format - 330,5 Kbytes)

 
Di Fabrizio (del 31/12/2009 @ 09:24:52, in Europa, visitato 2211 volte)

Da Czech_Roma

Mikulov, 29.12.2009, 12:12

La famiglia di Ilona Vajdíková a Mikulov è costantemente terrorizzata da iscritti alla sezione locale del Partito dei Lavoratori. Gli attacchi sono iniziati questo settembre e tuttora non diminuiscono. Il sindaco di Mikulov, Rostislav Koštial, dice che la famiglia di Ilona Vajdíková non ha mai causato problemi a nessuno.

La signora Vajdíková ha la sfortuna di vivere vicino al ristorante Zanzibar, dove gli iscritti alla sezione locale del Partito dei Lavoratori tengono regolarmente le loro riunioni. Il 19 settembre, hanno tirato un boccale di birra contro la sua finestra, rompendola, mentre gridavano insulti razzisti come, "Tu, puttana nera, che il gas sia con te!" Il più esaltato era Josef Kordiovský, che urlava, "Guarda cosa faccio a questi zingari" mentre tirava il bicchiere. Più tardi fu udito vantarsi al ristorante U Fajka di aver "rotto la finestra agli zingari". I razzisti poi dopo l'incidente ritornarono allo Zanzibar.

Un vicino che aveva udito l'incidente, era corso fuori di casa per proteggere la signora Vajdíková. "La sua testimonianza è costantemente chiamata in questione. Non è un Rom - perché dovrebbe mentire?" si chiede Marcela Krištofová, sorella di Ilona Vajdíková. "Ilona corse nel bar ed iniziò a gridare -Chi è stato?- Kordiovský si alzò e le urlò -Puttana nera-. Lei è uscita, perché c'erano molti giovani, ed ha chiamato la polizia cittadina." Krištofová dice che il quartiere era tranquillo sino ad un anno fa, quando lo Zanzibar è stato comprato dall'attuale proprietario.

Vajdíková ha riconosciuto Josef Kordiovský e Petr Peřina tra gli assalitori - Peřina gridava slogan razzisti e partecipava agli sviluppi successivi - come del resto Roman Pohludka, Jan Krejčí, e altri due dal cognome Tužinčin e Dalajka. Tutti, membri o promotori del Partito dei Lavoratori. Per esempio, tanto Petr Peřina che Roman Pohludka sono registrati nel gruppo del Partito dei Lavoratori di Mikulov su Facebook, e Krištofová dice che Peřina ha confessato alla polizia di essere iscritto al Partito dei Lavoratori di Brno. Josef Kordiovský ha contribuito attivamente alla pagina Facebook del Partito dei Lavoratori di Znojmo, incluse informazioni e fotografie di diversi eventi e riunioni del Partito dei Lavoratori, come la dimostrazione del 1 maggio 2009 a Brno. Anche Petr Peřina ha confermato la sua iscrizione al Partito, direttamente a Marcela Krištofová. "Il giorno dopo ci siamo rincontrati e mi ha salutato, dicendo -Ciao, zietta,- lo conosco da quando era un bambino," dice. "Gli ho detto: Credi di cavartela così? Ieri sera eravate qui a fare il saluto nazista ed ora mi dici -Ciao, zietta,-?"

Una settimana dopo un altro attacco, quando un gruppo uscì dal ristorante dirigendosi verso la piccola casa dove vive la famiglia Vajdíková, lanciando bottiglie e bicchieri e ripetendo epiteti razzisti, come "Uscite di lì fighe nere." Tutto l'evento è stato accompagnato dalla canzone "Bílá liga, bílá síla" (Lega Bianca, Potere Bianco) di Daniel Landa e della banda Orlík, trasmessa dal jukebox del bar. Una settimana dopo, aderenti al Partito dei Lavoratori provenienti dalle città vicine si sono incontrati al ristorante, con il saluto nazista, ed indicando l'appartamento della famiglia hanno gridato "dovete andarvene." "Non c'erano giovani, avevano circa 30, 40 anni," dice la Krištofová.

Da allora, sono continuate diverse provocazioni dello stesso spirito in uno sforzo di bullismo verso quella famiglia. "Gridano insulti razzisti, lanciano bicchieri, le loro macchine sgasano verso le nostre finestre per oltre mezz'ora. Settimana scorsa hanno rovesciato un contenitore dell'immondizia e hanno sparpagliato tutto per strada," dice Marcela Krištofová.

La polizia ed il procuratore di stato sono stati impassibilmente servizievoli verso gli assalitori. La polizia si rifiuta di rilasciare informazioni sul caso, al momento l'unico accusato per aver costantemente terrorizzato la famiglia è Kordiovský, e solo con l'accusa di disordine (per aver gettato il bicchiere contro la finestra). Persecuzioni motivate razzialmente, epiteti ed insulti razzisti, sembra che queste azioni del Partito dei Lavoratori non significhino niente per la polizia ed il procuratore di stato. Quando gli agenti hanno informato la signora Vajdíková che Kordiovský era accusato per il crimine di disordine, lei fu molto sorpresa, perché non le era stata richiesta nessuna deposizione, né come testimone né come vittima.

Con l'assistenza dell'associazione In Iustitia, che collabora con Romea su un progetto per fornire aiuto legale alle vittime di discriminazione, la famiglia ha formulato le proprie accuse. "I discorsi sono stati chiaramente registrati su video che la querelante ha fornito alla polizia, per i procedimenti criminali, e le registrazioni mostrano che aveva motivo di ritenersi in pericolo, senza menzionare il danno psicologico causato dal trauma continuo e la paura dei ripetuti incidenti... Dato che alcuni dei sospetti appoggiano apertamente le attività di gruppi razzisti che operano nella Repubblica Ceca, questi... attacchi non possono essere valutati fuori da quel contesto, dato che queste circostanze... sono la testimonianza della conclusione che questo comportamento non è solo infantilismo o disordine generale, ma riguarda un atto di intimidazione intenzionale e minacce motivate dall'odio verso l'appartenenza della vittima all'etnia rom," recita l'accusa. Le vittime chiedono che sia indagata la motivazione di odio per questi attacchi e che il comportamento di Kordiovský venga classificato come crimine di vandalismo.

Da allora Josef Kordiovský ha chiesto scusa alla signora Vajdíková, ma gli attacchi alla famiglia continuano da parte di altri aderenti al Partito dei Lavoratori. Nella sua lettera alla signora Vajdíková, scrive Kordiovský:

"Vorrei scusarmi con lei per quanto ho fatto, non era intenzionale e per niente razzista. Pagherò i danni causati. Sono dispiaciuto. Spero che accetterà le mie scuse per la mia azione sconsiderata..."

Ilona Vajdíková e sua figlia vivono nella paura e ne sono state colpite psicologicamente. La signora Vajdíková è soprattutto preoccupata per la salute di sua figlia Sandra, che ha perso 10 kg. a causa dei danni psicologici causati dagli attacchi, come pure per sua nipote (figlia di Sandra). Dice "Non sono mai sicura se l'attacco verrà ripetuto o con quale intensità."

Rostislav Koštial, sindaco di Mikulov, che nella sua vineria impiega dei Rom del posto, capisce la sua situazione. "La famiglia Vajdíková è come qualsiasi altra di Mikulov, non ci sono mai stati problemi con loro," dice. Rifiuta una delle possibili soluzioni - installare una telecamera CCTV di fronte allo Zanzibar - perché troppo costosa. Però, ha promesso di riservare alla famiglia un appartamento in un'altra parte della città. "Sposteremo qualcuno che non è Rom nella piccola casa accanto allo Zanzibar," dice.

Krištofová non ha avuto buone esperienze con i media e dubita della loro obiettività. Per esempio, dice che la stazione TV Nova non ha voluto mandare in onda una trasmissione sul primo attacco, perché non c'erano stati feriti. "Quello stesso giorno hanno fatto una trasmissione su uno -zingaro- che aveva rubato qualcosa da qualche parte, ma neanche lì nessuno si era ferito." dice Marcela Krištofová, aggiumgendo, "Chiediamo che la legge sia applicata a tutti nello stesso modo. Non abbiamo mai danneggiato nessuno. Lavoro da quando avevo 15 anni, mia sorella lavora, mia figlia ha lavorato finché non è andata in maternità. I nostri genitori hanno lavorato per tutta la vita. Siamo Cechi, non hanno nessun diritto di vederci come stranieri."

František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert

 
Di Fabrizio (del 29/12/2009 @ 09:48:24, in Europa, visitato 3315 volte)

Da Nordic_Roma

Globalpost.com By Brigid Grauman

L'attivista rom finnica Miranda Volasrata e la scrittrice rumena Luminita Cioaba, che lottò contro la sua famiglia rom per andare a scuola, all'inaugurazione del Tour Culturale Rom all'insediamento Kamenci vicino a Lendava, in Slovenia, nel novembre 2009. (Brigid Grauman/GlobalPost)

Lendava, Slovenia, 27/12/2009 - La parola "zingaro" è spesso usata in senso peggiorativo. Ma il Consiglio d'Europa sta cercando il cambiamento con un nuovo tour turistico focalizzato sulla storia e cultura rom.

"La gente vede gli zingari in una squallida discarica al bordo della strada" dice Jake Bower, viaggiante militante britannico e giornalista, "ma realmente non ci conosce. Mi piacerebbe una situazione dove fossimo riconosciuti come una nazione europea transnazionale, con una rappresentanza alle Nazioni Uniti."

Bowers parlava il mese scorso all'inaugurazione del Tour Culturale Rom, sponsorizzato dal Consiglio di Strasburgo, che non ha relazioni con l'Unione Europea e lavora per l'integrazione europea attraverso la cultura ed i diritti umani. Il tour collegherà le disperse comunità rom attraverso l'Europa per rafforzare i legami esistenti ed incoraggiare l'incontro tra Rom e non-Rom. Vi prendono già parte nove paesi con musei, spettacoli e centri documentazione. L'inaugurazione avrà luogo in Slovenia presso l'insediamento Kamenci vicino alla città termale di Lendava.

Con i suoi capelli rossi a spazzola e la carnagione chiara, Bowers non assomiglia ad un tipico Rom, che hanno solitamente caratteristiche più scure, ed in parte è proprio questo il punto. Dopo diverse ricerche storiche, incluso testi DNA, sembra incontrovertibile che i Rom originari arrivarono dall'India attraverso la Grecia oltre 1.000 anni fa, dividendosi in gruppi secondo le rotte commerciali e talvolta mischiandosi con altre popolazioni. I Rom di oggi sono divisi in diversi clan e tribù, inclusi i Viaggianti della Gran Bretagna e gli stagnai dell'Irlanda, che sono nativi delle isole ma condividono i medesimi problemi di esclusione sociale.

"Sì, ci sono problemi, problemi grossi in alcune parti," ha detto Bowers, "ma noi apparteniamo alla società europea." Ritiene che è tempo di rimpiazzare gli stereotipi negativi con immagini più positive che abbiano una forte risonanza in un mondo globalizzato. "Noi trascendiamo le nozioni di confini nazionali," ha detto, "ed offriamo una sfida permanente agli Europei nel vivere con la diversità."

L'insediamento Kamenci è un progetto pilota di questo tour culturale. Qui, un villaggio rom ha aperto le sue porte ai visitatori con un museo e attività creative e laboratori per Rom e no. Nel campo dietro l'insediamento di case rudimentali in legno e mattoni, le ragazzine indossano lunghi e colorati abiti roteano le loro anche al suono di musica registrata davanti ad un pubblico composto da OnG rom, slovene ed europee. Suonatori ospiti, musicisti e ballerini sono arrivati da altri paesi per celebrare il lancio ufficiale.

Tra le personalità c'è Miranda Volasranta, Rom finlandese che guida il forum per i diritti civili dei Rom ad Helsinki. Indossa il vestito tradizionale di velluto nero di 22 libbre.

Volasranta puntualizza il contributo che i Rom hanno portato alla cultura europea, a partire dal racconto di Miguel de Cervantes "La piccola zingara", per passare alla collezione di poemi di Alexander Puskin "Gli Zingari", sino a Victor Hugo che inventò la bella Esmeralda ne "Il gobbo di Notre Dame". C'è stato Prosper Merimee e la sua libera ed energica Carmen, senza menzionare i tanti compositori che hanno usato temi musicali rom nel loro lavoro, inclusi Sergei Rachmaninov, Johannes Brahms, Igor Stravinsky, Joseph Haydn, Peter Ilyich Chaikovsky, Maurice Ravel e Bela Bartok.

"La nostra ricchezza culturale è stata soprattutto trasmessa da non-Rom", ha detto Volasranta, "in una maniera fortemente romantica. Nel contempo, rimaniamo invisibili ai nostri vicini. Spero che questo tour porti a sempre più centri culturali e musei in appoggio agli artisti e agli artigiani rom."

Ci sono circa 12 milioni di Rom in Europa, la più vasta minoranza etnica del continente. La loro situazione varia grandemente, dalla confortevole integrazione nei paesi scandinavi al virtuale apartheid in Ungheria, Romania e Slovacchia. Ora sono perlopiù stanziali invece di inseguire stili di vita nomadici, anche se i Rom in Gran Bretagna, Irlanda e Francia girano ancora da un posto all'altro. Troppo spesso, invece, i bambini rom sono spediti in scuole sotto-gli-standard, e molti non sanno leggere o scrivere. Le condizioni permanenti di vita delle loro famiglie sono grigie.

La maggior parte dei Rom nell'incontro in Slovenia hanno convenuto che l'istruzione è la sola maniera per uscire dalla povertà e dalla esclusione sociale. Ma nel contempo, vogliono mantenere i loro valori culturali come la vita collettiva ed il rispetto degli anziani. "Non c'è niente di più triste di un Rom che abbia perso il suo senso di identità culturale, perché è rimasto letteralmente con niente," ha detto la scrittrice rumena Luminita Cioaba, che ha lottato con la sua famiglia e la comunità per finire le scuole e frequentare l'università, e che scrive libri sulla storia rom.

Il Parlamento Europeo si è anche focalizzato sui diritti dei Rom. La "Piattaforma per l'Inclusione dei Rom" dell'anno scorso ha presentato una lista di 10 principi basici, incluso il pari accesso alla scolarizzazione. Ma l'attivista rom Rudko Kawczynski, di cittadinanza polacca, ha accusato la creazione di OnG che hanno poca comprensione dei problemi. Come ha tristemente puntualizzato Bowers, "la nostra storia è una litania di albe false."

Ma se non è esattamente ottimista, Bowers crede che il tour rom possa combattere il pregiudizio. "L'unica maniera per vincere il razzismo è il contatto diretto tra le persone. Se qualcuno che pensasse che tutti gli zingari sono ladri e degenerati potesse camminare in questo posto," ha detto, riferendosi a Kamenci, "capirebbe che sono una comunità come qualsiasi altra, anche se con una cultura differente."

 
Di Fabrizio (del 25/12/2009 @ 09:36:28, in Europa, visitato 2042 volte)

Visto la giornata, auguri a tutti i lettori, mentre riprendo questo appello da Roma_Francais

Che il 2010 sia un anno pieno di salute, di felicità e di prosperità per tutti, Rrom et Gadjé assieme!

Babbo Natale, se esisti, manifestati!

  • donando forza e coraggio a tutti quanti si battono ogni giorno per un avvenire migliore;
  • donando forza e coraggio a tutti i Rrom e tutti i Gadjé, a cui si rende dura la vita tramite un arsenale di leggi, decreti, circolari, pratiche amministrative e poliziesche;
  • donando forza e coraggio soprattutto a chi non ha documenti e diritti, come i Rrom accampati nei "villaggi d'inserimento" o nelle "aree di accoglienza";
  • donando forza e coraggio ai politici perché facciano vera politica e non populismo a buon mercato;
  • bloccando gli sforzi di tutti quanti cercano di mantenere in uno stato d'oggetto e di materia prima degli esseri umani, che si tratti di dittatori, di cacicchi, di trafficanti di persone, o di "anime buone" in male di conversazione dopo la decolonizzazione formale.

Ecco un rapido giro di regali che tutti hanno diritto a ricevere da Babbo Natale!

Association "La voix des Rroms"
50, rue des Tournelles
75003 PARIS
tél. & fax: 01.80.60.06. 58
http://www.lavoixdesrroms.org

 
Di Fabrizio (del 24/12/2009 @ 09:19:54, in Europa, visitato 2134 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

 By AIDA CERKEZ-ROBINSON (ASSOCIATED PRESS WRITER)

Sarajevo, 22/12/2009 - Martedì la Corte Europea per i Diritti Umani dice che la costituzione della Bosnia discrimina gli Ebrei e i Rom, perché non permette loro di essere eletti in parlamento o come presidente.

Il tribunale ha detto che la Bosnia ha discriminato due persone, dato che permette solo a Bosniaci, Serbi e Croati di concorrere per quelle cariche.

La decisione vincolante è stata emessa dalla corte a Strasburgo, Francia, dopo che l'attivista ebreo Jakob Finci e Dervo Sejdic, che è di etnia rom, avevano fatto ricorso a giugno. La corte ha detto che Finci ha presentato una lettera della commissione elettorale bosniaca, che asseriva che lui era ineleggibile alla presidenza o al parlamento perché era Ebreo.

La costituzione della Bosnia è stata scritta dai negoziatori di pace a Dayton, Ohio, in fretta e furia per terminare la guerra del 1992-95 e contiene molte irregolarità come questa.

Sono in corso trattative mediate internazionalmente per cambiare la costituzione e dare al paese una possibilità di unirsi all'Unione Europea, ma i progressi si sono fermati.

Ad ottobre, i funzionari USA ed UE avevano proposto una nuova bozza ai leader bosniaci, che affrontava questo tema assieme ad altri, ma i cambi proposti sono stati visti come troppo drastici dai Serbi Bosniaci e di minore importanza dai Bosniaci musulmani e dai Croati cattolici.

Il Partito per la Bosnia-Erzegovina, uno dei principali partiti che perora l'abolizione della divisione etnica nel paese e l'adozione di parametri UE, ha bene accolto il pronunciamento. "Finalmente è stata confermata la natura discriminatoria delle soluzioni di Dayton," dice, richiedendo il cambio della Costituzione.

Finci ha detto di essere "lieto che la Corte Europea ha riconosciuto il torto compiuto nella Costituzione 14 anni fa," e preme anche i politici "perché raddrizzino rapidamente i torti nella Costituzione."

Una dichiarazione dei due co-consiglieri sul caso dichiara che la decisione rappresenta un passo avanti della lotta europea contro la discriminazione ed i conflitti etnici.

"Questa decisione afferma che la dominazione etnica non ha nessun ruolo in una democrazia," ha detto il co-consigliere Sheri P. Rosenberg.

Clive Baldwin, assistente legale anziano presso Human Rights Watch ed anche co-consigliere, ha detto "USA, UE e gli altri stati che tuttora giocano un ruolo importante nella Bosnia, devono assicurare che la decisione abbia effetto immediato con un cambio nella costituzione."

 
Di Fabrizio (del 21/12/2009 @ 08:58:05, in Europa, visitato 1786 volte)

Da Hungarian_Roma

JTA.org

Budapest, 16/12/2009 - Il Tribunale Supremo ha preso la decisione di smantellare la Guardia Ungherese (Magyar Garda), l'esercito privato dello Jobbik, partito di estrema destra.

La decisione di mercoledì è stato il terzo pronunciamento giudiziario in un anno che rende illegale l'organizzazione paramilitare apertamente razzista, e chiudendo ogni strada ad ulteriori ricorsi in appello.

Il segretario di Jobbik, Gabor Vona, ha detto che comunque la Magyar Garda continuerà le sue attività, in seguito ad un appello presentato alla Corte Europea dei Diritti Umani.

La decisione di smantellamento si applica tanto alla Guardia Ungherese che alla Società Guardia a cui formalmente appartiene. Il Tribunale Supremo ha detto che le due organizzazioni hanno fatto abuso del loro regolamento, come pure del diritto democratico di riunirsi, bersagliando e generando deliberatamente paura nei cosiddetti gruppi razziali minoritari ungheresi.

La Guardia è stata modellata sulle bande delle Croci Frecciate Ungheresi che uccisero migliaia di Ebrei durante l'Olocausto. Le sue uniformi ricordano quelle della "Gendarmeria" che assisteva i nazisti tedeschi nella deportazione di centinaia di migliaia di Ebrei, e di Rom, verso Auschwitz.

Jobbik ha ottenuto i più grandi successi elettorali durante l'attuale recessione, e ci si aspetta che diventi una delle principali forze parlamentari nelle prossime elezioni nazionali del 2010.

 
Di Fabrizio (del 18/12/2009 @ 09:33:13, in Europa, visitato 2052 volte)

Da British_Roma

La più nota compagnia di sicurezza antizigana, responsabile di innumerevoli sgomberi brutali, comunica che sta per partire una delle più vaste operazioni di "pulizia" mai intrapresa contro la comunità viaggiante in Bretagna.

Constant & Co., che ha ottenuto decine di milioni di euro nello sgombero degli Zingari dalla loro stessa terra, in maniera dura e quasi illegale, ha vinto la gara d'appalto per demolire Dale Farm (QUI il dossier, ndr), che ospita 500 Viaggianti nei pressi di Crays Hill, Essex.

Il lavoro, di tre milioni di euro, dovrebbe comprendere la rimozione, ed in alcuni casi la demolizione, di chalet e case mobili, e la cacciata fisica di 100 famiglie, bambini, anziani ed infermi inclusi, che dovranno lasciare il distretto, impoveriti e senza un posto dove andare a vivere legalmente.

Il dieci dicembre oltre venticinque persone, tra cui componenti dei gruppi antifascisti e della chiesa cattolica, hanno manifestato davanti al Basildon Centre, dove si era riunita la giunta comunale per decidere sull'evento.

Portavano dei cartelli, su cui era scritto: CONSTANT & CO SONO DELINQUENTI RAZZISTI, FERMATE LE VIOLENZE DEGLI UFFICIALI GIUDIZIARI e BASTA ALLA PULIZIA ETNICA.

Una seconda ditta, Shergroup, si è vista rifiutata, anche se un consigliere aveva detto che la compagnia era maggiormente pronta a rispettare gli standard riguardo i bambini e le persone vulnerabili, come pure le conformità UE su salute e norme di sicurezza.

Un portavoce per Dale Farm ha detto in seguito che assieme alle loro case ed alla frequenza scolastica dei bambini, le famiglie stanno per perdere il loro club giovanile unico nel genere e la cappella di San Cristoforo.

"Questa è pulizia etnica," ha detto una madre. "Ma il consiglio comunale sta tentando di camuffare questo fatto con un sacco di discorsi politicamente corretti."

A causa dell'alto costo del lavoro, Basildon è stata costretta a ricorrere al Giornale ufficiale dell'Unione Europea. Nel suo annuncio il consiglio municipale dichiarava che l'offerta vincente doveva "dimostrare un impegno nel sostenere i principi di eguaglianza e di differenza nella legislazione ed essere sensibili e responsabile ai bisogni delle persone."

Però, Basildon si era espressa in favore al reingaggio di Constant, una società che il consiglio comunale aveva già impiegato per numerosi piccoli sgomberi. I critici dicono che sono stati condotti in spregio alle norme UE sulla salute e la sicurezza, e hanno portato alla distruzione di una gran quantità di proprietà private.

Il suolo superficiale è stato distrutto ed il terreno circondato da alti valli di terra. La maggior parte del suolo è ora inondato da acqua contaminata degli scarichi distrutti, costituendo una fonte di inquinamento per bambini e adulti che continuano a vivere nei paraggi, in attesa di ulteriori incursioni di Costant.

Carovane in fiamme

Un film prodotto per la Dale Farm Housing Association mostra carovane in fiamme ed ufficiali giudiziari che minacciano bambini terrorizzati. Una compagnia che noleggia attrezzature ha interrotto il suo contratto con Constant, a causa del suo approccio brutale. Riferendosi allo sgombero di Twin Oaks, Justice Collins ha detto presso l'Alta Corte che dopo aver visto il video che mostra Constant all'opera, considera inaccettabile la condotta dei suoi dipendenti, che porterebbe inevitabilmente a traumi e lesioni.

"Il consiglio deve riconsiderare l'uso di questa compagnia," ha dichiarato Justice Collins. Ha anche notato che la polizia ha mancato di frenare gli eccessi dei dipendenti di Constant. Collins ha aggiunto che nel caso di malati gravi e delle esigenze dei bambini, lo sgombero sarebbe sproporzionato.

Anche se il diritto di sgombero è stato sostenuto sinora, le condizioni che ha ricordato sono state adottate in una complessa decisione della Corte d'Appello all'inizio dell'anno.

Come richiesto dall'Atto di Libertà d'Informazione di fornire copie della Valutazione obbligatoria del Rischio, riguardo gli sgomberi di Hovefields e Dale Farm, Basildon ha ammesso che tale valutazione non è stata preparata.

Jean Sheridan, madre di Dale Farm di tre gemelli, è piena di paura dei traumi che gli ufficiali giudiziari potrebbero causare ai suoi bambini. Spera che prima che Constant inizi ad operare, lei possa portare il caso al Tribunale Europeo dei Diritti Umani.

"Non abbiamo nessun altro posto dove andare ed i miei figli hanno bisogno di cure mediche," dice Jean. "Sono nati prematuramente e sono stati fortunati. Come potranno sopravvivere al terrore che porterà Constant?"

La Commissione GB sull'Infanzia ha chiesto a Basildon cosa intende fare per salvaguardare i bambini come quei gemelli, durante la demolizione e quale sistemazione alternativa verrà offerta loro. Non è stata ricevuta nessuna risposta soddisfacente.

 
Di Fabrizio (del 17/12/2009 @ 09:39:53, in Europa, visitato 1641 volte)

Comunicato Stampa Venerdì 18 dicembre, prima Marcia della Pace della Vrancea

Ferrara (Italia) – Panciu (Vrancea, Romania), 16/12/2009. Venerdì 18 dicembre, in un freddo inverno romeno, sarà una data decisamente importante per tante realtà sociali: alle 12.30, infatti, a Focsani, prenderà il via la Prima Marcia della Pace della Vrancea, regione della Moldavia romena a nord di Bucarest.

La Marcia rientra nel quadro della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Non essendo riusciti nell’intento di organizzare un vero e proprio braccio romeno della marcia, transitata un mese e mezzo fa non molto lontano (Budapest e Praga), si è deciso di costruire dal basso la Prima Marcia della Pace della Vrancea, una delle zone meno ricche del paese. Grazie all’impegno dell’Associazione Rom pentru Rom di Panciu, quindi, si riuscirà a compiere un piccolo tragitto a Focsani, la città più grande e importante della zona. Nella marcia sono coinvolte anche alcune istituzioni locali: Prefettura, Regione, Comune di Focsani, Provveditorato agli Studi, tutti hanno aderito a questo evento che rappresenta una assoluta novità per una regione normalmente non molto attenta a certe tematiche

La giornata inizierà al Teatro Municipale di Focsani, dove in occasione della Giornata Internazionale delle Minoranze è stato organizzato uno spettacolo cui parteciperanno delegazioni di quasi tutte le scuole della regione. Fra gli invitati anche un gruppo di bambine e ragazzi del Centro “Pinochio” di Panciu, struttura gestita da Rom pentru Rom con il sostegno di IBO Italia, che si esibirà con un numero di giocoleria. Al termine della manifestazione, la Marcia partirà in direzione del Provveditorato agli Studi. Un tragitto di circa due chilometri, simbolico, che coinvolgerà alcune centinaia di persone e darà modo di aprire un confronto pubblico su tematiche come diritti umani, inclusione sociale, discriminazione, non violenza cercando di aggregare tutti coloro che incontrerà nel proprio percorso.

Non sarà certo una manifestazione come quelle cui siamo abituati nelle grandi città europee, con serpentoni di persone che cantano, ballano e urlano slogan, ma un timido inizio di presa di coscienza da parte di un microcosmo associativo, scolastico e istituzionale. Diverse sono, infatti, le associazioni presenti sul territorio romeno, spesso piccole realtà di paese o di provincia che singolarmente portano avanti i propri validi progetti con serietà e convinzione. La Marcia vuole essere un inizio di percorso comune, unità di intenti, collaborazione fra realtà che operano nel sociale, aperto anche a quelle istituzioni, ancora poche purtroppo, più sensibili a certe tematiche.

L’Associazione Rom pentru Rom ed i volontari di IBO Italia, hanno svolto un ruolo fondamentale nell’accensione di questa prima scintilla: la speranza è che altri raccolgano il messaggio e che in futuro si possano moltiplicare le occasioni di confronto e collaborazione, facendo diventare la marcia un appuntamento fisso nel calendario del paese.

Nel gruppo di chi attende con impazienza venerdì vanno sicuramente citati i bambini e i ragazzi della Rom pentru Rom: insieme a una delegazione del Liceo Ioan Slavici di Panciu e allo staff delle ONG parteciperanno alla marcia.. Adita, Ionut, Andreea e Oana sventoleranno con allegria le bandierine della marcia che hanno pitturato per l’occasione. Per molti di loro sarà la prima volta fuori da Panciu, dato che Focsani si trova a circa 20 km. Uno spostamento che forse nella nostra società in continuo movimento non sarebbe nemmeno considerato “viaggio”, un’occasione irripetibile invece per questi ragazzini che sono cittadini di un’Europa da rincorrere ancora per parecchio tempo.
 
Giacomo Locci - IBO Italia
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione
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