Da
Czech_Roma
Mikulov, 29.12.2009, 12:12
La famiglia di Ilona Vajdíková a Mikulov è costantemente terrorizzata da
iscritti alla sezione locale del Partito dei Lavoratori. Gli attacchi sono
iniziati questo settembre e tuttora non diminuiscono. Il sindaco di Mikulov, Rostislav Koštial,
dice che la famiglia di Ilona Vajdíková non ha mai causato problemi a nessuno.
La signora Vajdíková ha la sfortuna di vivere vicino al ristorante Zanzibar,
dove gli iscritti alla sezione locale del Partito dei Lavoratori tengono
regolarmente le loro riunioni. Il 19 settembre, hanno tirato un boccale di birra
contro la sua finestra, rompendola, mentre gridavano insulti razzisti come, "Tu,
puttana nera, che il gas sia con te!" Il più esaltato era Josef
Kordiovský, che urlava, "Guarda cosa faccio a questi zingari" mentre tirava il
bicchiere. Più tardi fu udito vantarsi al ristorante U Fajka di aver "rotto la
finestra agli zingari". I razzisti poi dopo l'incidente ritornarono allo
Zanzibar.
Un vicino che aveva udito l'incidente, era corso fuori di casa per proteggere
la signora Vajdíková. "La sua testimonianza è costantemente chiamata in
questione. Non è un Rom - perché dovrebbe mentire?" si chiede Marcela Krištofová,
sorella di Ilona Vajdíková. "Ilona corse nel bar ed iniziò a gridare -Chi è
stato?- Kordiovský si alzò e le urlò -Puttana nera-. Lei è uscita, perché
c'erano molti giovani, ed ha chiamato la polizia cittadina." Krištofová dice che
il quartiere era tranquillo sino ad un anno fa, quando lo Zanzibar è stato
comprato dall'attuale proprietario.
Vajdíková ha riconosciuto Josef Kordiovský e Petr Peřina tra gli
assalitori - Peřina gridava slogan razzisti e partecipava agli sviluppi
successivi - come del resto Roman Pohludka, Jan Krejčí, e altri due dal
cognome Tužinčin e Dalajka. Tutti, membri o promotori del Partito dei
Lavoratori. Per esempio, tanto Petr Peřina che Roman Pohludka sono
registrati nel gruppo del Partito dei Lavoratori di Mikulov su Facebook, e Krištofová
dice che
Peřina ha confessato alla polizia di essere iscritto al Partito dei
Lavoratori di Brno. Josef Kordiovský ha contribuito attivamente alla pagina
Facebook del Partito dei Lavoratori di Znojmo, incluse informazioni e fotografie
di diversi eventi e riunioni del Partito dei Lavoratori, come la dimostrazione
del 1 maggio 2009 a Brno. Anche Petr Peřina ha confermato la sua iscrizione
al Partito, direttamente a Marcela Krištofová. "Il giorno dopo ci siamo
rincontrati e mi ha salutato, dicendo -Ciao, zietta,- lo conosco da quando era
un bambino," dice. "Gli ho detto: Credi di cavartela così? Ieri sera eravate qui
a fare il saluto nazista ed ora mi dici -Ciao, zietta,-?"
Una settimana dopo un altro attacco, quando un gruppo uscì dal ristorante
dirigendosi verso la piccola casa dove vive la famiglia Vajdíková, lanciando
bottiglie e bicchieri e ripetendo epiteti razzisti, come "Uscite di lì fighe
nere." Tutto l'evento è stato accompagnato dalla canzone "Bílá liga, bílá síla"
(Lega Bianca, Potere Bianco) di Daniel Landa e della banda Orlík, trasmessa dal
jukebox del bar. Una settimana dopo, aderenti al Partito dei Lavoratori
provenienti dalle città vicine si sono incontrati al ristorante, con il saluto
nazista, ed indicando l'appartamento della famiglia hanno gridato "dovete
andarvene." "Non c'erano giovani, avevano circa 30, 40 anni," dice la Krištofová.
Da allora, sono continuate diverse provocazioni dello stesso spirito in uno
sforzo di bullismo verso quella famiglia. "Gridano insulti razzisti, lanciano
bicchieri, le loro macchine sgasano verso le nostre finestre per oltre mezz'ora.
Settimana scorsa hanno rovesciato un contenitore dell'immondizia e hanno
sparpagliato tutto per strada," dice Marcela Krištofová.
La polizia ed il procuratore di stato sono stati impassibilmente servizievoli
verso gli assalitori. La polizia si rifiuta di rilasciare informazioni sul caso,
al momento l'unico accusato per aver costantemente terrorizzato la famiglia è Kordiovský,
e solo con l'accusa di disordine (per aver gettato il bicchiere contro la
finestra). Persecuzioni motivate razzialmente, epiteti ed insulti razzisti,
sembra che queste azioni del Partito dei Lavoratori non significhino niente per
la polizia ed il procuratore di stato. Quando gli agenti hanno informato la
signora Vajdíková che Kordiovský era accusato per il crimine di disordine, lei
fu molto sorpresa, perché non le era stata richiesta nessuna deposizione, né
come testimone né come vittima.
Con l'assistenza dell'associazione In Iustitia, che collabora con Romea su un
progetto per fornire aiuto legale alle vittime di discriminazione, la famiglia
ha formulato le proprie accuse. "I discorsi sono stati chiaramente registrati su
video che la querelante ha fornito alla polizia, per i procedimenti criminali, e
le registrazioni mostrano che aveva motivo di ritenersi in pericolo, senza
menzionare il danno psicologico causato dal trauma continuo e la paura dei
ripetuti incidenti... Dato che alcuni dei sospetti appoggiano apertamente le
attività di gruppi razzisti che operano nella Repubblica Ceca, questi...
attacchi non possono essere valutati fuori da quel contesto, dato che queste
circostanze... sono la testimonianza della conclusione che questo comportamento
non è solo infantilismo o disordine generale, ma riguarda un atto di
intimidazione intenzionale e minacce motivate dall'odio verso l'appartenenza
della vittima all'etnia rom," recita l'accusa. Le vittime chiedono che sia
indagata la motivazione di odio per questi attacchi e che il comportamento di
Kordiovský venga classificato come crimine di vandalismo.
Da allora
Josef Kordiovský ha chiesto scusa alla signora Vajdíková, ma gli attacchi alla
famiglia continuano da parte di altri aderenti al Partito dei Lavoratori. Nella
sua lettera alla signora Vajdíková, scrive Kordiovský:
"Vorrei scusarmi con lei per quanto ho fatto, non era intenzionale e per
niente razzista. Pagherò i danni causati. Sono dispiaciuto. Spero che accetterà
le mie scuse per la mia azione sconsiderata..."
Ilona Vajdíková e sua figlia vivono nella paura e ne sono state colpite
psicologicamente. La signora Vajdíková è soprattutto preoccupata per la salute
di sua figlia Sandra, che ha perso 10 kg. a causa dei danni psicologici causati
dagli attacchi, come pure per sua nipote (figlia di Sandra). Dice "Non sono mai
sicura se l'attacco verrà ripetuto o con quale intensità."
Rostislav Koštial, sindaco di Mikulov, che nella sua vineria impiega dei Rom
del posto, capisce la sua situazione. "La famiglia Vajdíková è come qualsiasi
altra di Mikulov, non ci sono mai stati problemi con loro," dice. Rifiuta una
delle possibili soluzioni - installare una telecamera CCTV di fronte allo
Zanzibar - perché troppo costosa. Però, ha promesso di riservare alla famiglia
un appartamento in un'altra parte della città. "Sposteremo qualcuno che non è
Rom nella piccola casa accanto allo Zanzibar," dice.
Krištofová non ha avuto buone esperienze con i media e dubita della loro
obiettività. Per esempio, dice che la stazione TV Nova non ha voluto mandare in
onda una trasmissione sul primo attacco, perché non c'erano stati feriti.
"Quello stesso giorno hanno fatto una trasmissione su uno -zingaro- che aveva
rubato qualcosa da qualche parte, ma neanche lì nessuno si era ferito." dice Marcela Krištofová,
aggiumgendo, "Chiediamo che la legge sia applicata a tutti nello stesso modo.
Non abbiamo mai danneggiato nessuno. Lavoro da quando avevo 15 anni, mia sorella lavora, mia figlia ha lavorato finché non è andata in maternità. I nostri genitori hanno lavorato
per tutta la vita. Siamo Cechi, non hanno nessun diritto di vederci come
stranieri."
František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert