Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/06/2011 @ 09:33:07, in Italia, visitato 1320 volte)

Di Luigi Filipetto

Un lungo applauso al gitano con la fisarmonica. In questo sabato piovigginoso del 4 giugno la Comunità di Sant'Egidio ha organizzato al Polo Ferrara, zona Corvetto, un Living Together, a cui ha partecipato anche il sindaco Giuliano Pisapia. Sono accorsi in centinaia, bambini, giovani e adulti, italiani e immigrati delle più disparate nazionalità.

Sono passati appena cinque giorni dalla nomina del nuovo sindaco e l'impressione che se ne ricava è che ci vuole davvero poco per riportare una comunità cittadina a una dimensione di convivenza nella sua normalità. Libera dalle paure dell'altro create artificialmente. Non è che per un tocco magico una metropoli con tutte le sue problematiche viene trasformata nell'eden paradisiaco. E' solo che l'altro, l'immigrato, Giuliano Pisapia l'ha incontrato, gli ha stretto la mano, si è fatto fotografare insieme, si è seduto in mezzo a loro. Infatti, dopo un brevissimo saluto dal palco, ha detto: “ora mi fermo qui con voi, non sopra di voi, scendo giù in mezzo a voi”. E si è seduto in mezzo alla gente ad ascoltare la fisarmonica, il tamburo fare festa e osservare la gente che ballava felice. La persona Pisapia ha incontrato altre persone.

Quando il bravissimo gitano con la fisarmonica ha preso il microfono, si è fatto silenzio e lui era emozionato. "Ho girato il mondo - ha detto – Amsterdam, Londra, Parigi, grandi città dove vai a cercare da vivere, dove si vive. Qui, in questa città non potevi neanche sorridere, eri come segnato a dito, ora però possiamo sorridere insieme".

Diciamolo chiaro: non è questione di stile, qui si tratta di una visione totalmente diversa di come si amministra una città. Di fronte a una amministrazione che ha fatto ben cinquecento sgomberi di rom in tre anni senza risolvere nessun problema e sprecando solo decine di migliaia di euro, che parla di zingaropoli, di no al voto agli immigrati, abbiamo ora un'amministrazione che si impegna responsabilmente per ridare a Milano il suo volto umano, ospitale, tollerante, dignitoso.

 
Di Fabrizio (del 05/06/2011 @ 09:51:36, in Italia, visitato 1836 volte)

Segnalazione di Franco Marchi

di Sandra Amurri - 27 maggio 2011

Cio' che e' santo a Messina diventa il diavolo a Milano. Perche'? Perche' lo propone Pisapia. Il candidato che al primo turno ha sbaragliato la sindachessa uscente del Pdl e marcia con il vento in poppa verso il ballottaggio viene accusato da Berlusconi di voler trasformare la citta' meneghina in una Zingaropoli solo perche' uno dei punti del suo programma recita (pag. 27): "Anche nei confronti dei Rom come mostrano una serie di esempi positivi e' possibile fare passi avanti innanzitutto perche' nella maggioranza dei casi si tratta di cittadini italiani o comunitari. E' del tutto evidente che vanno contrastate le forme di sfruttamento dei minori e le attivita' illegali: e' possibile affrontare il problema casa guardando alle esperienze di autocostruzione, facilitare attivita' legali di artigianato e intrattenimento musicale per la frequenza a scuola e preparare l’uscita comunque negativa dei campi". Esattamente quello che ha deliberato il Comune di Messina, sindaco del Pdl quel Buzzanca condannato in Cassazione per peculato costretto dalla Corte d’Appello entro fine mese a scegliere tra la carica di sindaco e quella di deputato regionale. Entro pochi giorni, parola del ministro Sacconi, arriveranno 150 mila euro e 40 mila usciranno dalla casse del comune come da delibera approvata il 15 dicembre 2010. Totale 190 mila euro "per la realizzazione di case per famiglie Rom presenti sul territorio attraverso il sistema dell’autocostruzione supportata da tecnici comunali e da professionisti". Insomma a Milano dare una casa a 1361 Rom – fonte Sole 24 Ore – basta per aleggiare lo spettro di una citta' trasformata in una Zingaropoli. Non osiamo immaginare come sarebbe stato apostrofato Pisapia se avesse riportato nel suo programma l’analisi di Amnesty 2010, come si legge nella delibera della giunta messinese che descrive "la comunita' Rom come vittima di pregiudizio e stigmatizzazione territoriale e discriminazione istituzionale. I Rom continuano a vedersi negati i diritti di accesso all’istruzione e all’alloggio alle cure sanitarie e all’occupazione". Pensate solo come avrebbero apostrofato Pisapia se solo avesse ripreso una sola di queste civili parole. "E' davvero incredibile un governo che da' soldi alla sua parte politica e a Milano criminalizza Pisapia" afferma Elio Veltri, ex deputato Idv fuoriuscito in polemica con Di Pietro.

 
Di Fabrizio (del 04/06/2011 @ 09:34:56, in Italia, visitato 1400 volte)

"Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza... informatevi sugli interessi immobiliari!" Considerazione amara, scrivevo così nel 2004. Una conferma:

La Nazione I cittadini sul piede di guerra per la realizzazione di una stazione ecologica di raccolta differenziata

Pisa, 2 giugno 2011 - La cosa più singolare è il nome: si chiama «Stazione ecologica centro di raccolta differenziata Oratoio», ma verrà realizzata a Putignano. Il nome è sbagliato — è ancora quello del primo progetto, quando si pensava appunto di realizzare la struttura a Oratoio, idea poi bocciata a furor di popolo — eppure compare nella delibera ufficiale approvata in giunta a metà maggio, con la quale poi si precisa che la stazione ecologica verrà invece fatta a Putignano, sotto il ponte delle Bocchette, nell'area che fino a poche settimane fa era occupata da un accampamento rom abusivo.

«Ci sono voluti anni per mandare via gli zingari e adesso arrivano i rifiuti. Un vero affare» sbottano i residenti del locale Comitato che cerca di opporsi all'arrivo dei cassoni dei rifiuti. «Forse siamo cittadini diversi da quelli di Oratoio? O forse non abbiamo alzato abbastanza la voce. Di sicuro siamo stati fregati da palazzo Gambacorti» dicono altri residenti (quasi tutti di via Benozzo Gozzoli, via delle Bocchette, via Fagiana, via Putignano, via Fiorentina) che hanno animato la protesta e il sit-in in sala delle Baleari, durante il consiglio comunale di martedì, agitando dei volantini con scritto «Vergogna». «Di sicuro siamo stati fregati due volte: la prima perché nessuno ci ha avvertito né detto niente, neppure il Consiglio territoriale di partecipazione che ha approvato all'unanimità dei presenti (14) la proposta di realizzare la stazione ecologica, senza nemmeno convocare un'assemblea pubblica. Un voto, quello del Ctp, del quale ha subito approfittato la giunta comunale che infatti nella delibera con la quale 'condanna' Putignano, parla appunto di scelta determinata dalle indicazioni favorevoli e unanimi del Ctp. E poi è stata tradita un'altra promessa: l'area sotto il ponte delle Bocchette era stata espropriata molti anni fa, ancora quando fu costruito il ponte, per realizzarvi un polmone verde in maniera da attutire l'impatto delle nuove infrastrutture (e questa è la destinazione del terreno). Vennero anche piantati decine di alberi. Ci sono voluti tutti questi anni per veder crescere le piante, ma i residenti non hanno mai potuto beneficiare di quel parco perché l'area è stata a lungo occupata dai rom. E adesso cosa succede? Quasi tutti gli alberi sono stati abbattuti, in fretta e furia senza dare tempo agli abitanti di fiatare. Un vero scempio. Giù gli alberi, avanti i rifiuti. No, non ci stiamo, va trovata un'altra soluzione».

Ma anche la politica ci ha messo lo zampino per cancellare ogni residua capacità di sopportazione dei residenti. In apertura del consiglio comunale, martedì, il capogruppo del Pdl, Giovanni Garzella, ha presentato un question time per chiedere spiegazioni e subito dopo ha proposto una mozione urgente con la quale si impegna il sindaco e la giunta a trovare un altro sito. Testo sul quale si sarebbe poi dovuto sviluppare il dibattito e il voto. Ma così non è stato. Ebbene, il consiglio ha infatti votato e riconosciuto l'urgenza della mozione, ma poi non c'è stato il tempo per la discussione. Tutto rinviato al 9 giugno nella speranza che, nel frattempo, i cassoni dei rifiuti non siano già arrivati.

Guglielmo Vezzosi

 
Di Fabrizio (del 02/06/2011 @ 09:27:50, in Italia, visitato 1395 volte)

Da circa tre settimane è affissa all'esterno dell'insediamento rom di Ponte a Quaracchi un'ordinanza del Comune di Sesto Fiorentino; si dice che il 30 maggio alle ore 9.00 l’area deve essere abbandonata dagli "occupanti abusivi".

Non sarebbe la prima volta che le forze dell'ordine e l’azienda incaricata della raccolta rifiuti intervengono per queste operazioni; l'ultima è stata nel gennaio 2010 nell'area ex Osmatex: un intervento violento con le ruspe che distruggono ogni cosa incontrino (baracche, vestiti, giocattoli, medicinali o pentole). E la presenza di esseri umani è sempre vista più che altro come impedimento alla bonifica e al riutilizzo dei terreni. Questo recita anche l'attuale ordinanza: con le persone non è possibile rimuovere i rifiuti ed effettuare gli interventi di messa in sicurezza (vista la presenza di eternit bruciato durante l'incendio del 31 dicembre scorso); il "pericolo per la sicurezza e l'incolumità pubblica", si dice, non è limitato ai soli occupanti, ma esiste anche per coloro che vivono o lavorano nell’area.

Oggi come allora le Istituzioni, prima di disporre lo sgombero, non si sono preoccupate di conoscere le persone che hanno trovato rifugio in quella "discarica a cielo aperto", né di capire perché insistano così ostinatamente a rimanere nelle nostre città, anche se periodicamente cacciati da un luogo all'altro in condizioni sempre peggiori. Non è sempre stato così, le Istituzioni locali hanno affrontato in passato altre migrazioni (ad esempio con i rom dal Kosovo e dalla Macedonia) con atteggiamenti diversi e buoni risultati.

L'ordinanza indica la presenza di 30 persone, delle quali, si dice, non è possibile "una puntuale identificazione". La documentazione clinica di MEDU dice che la maggior parte delle famiglie sono stanziali e vivevano negli insediamenti oggetto di sgombero negli anni passati.

La Regione Toscana ha avviato a inizio anno un tavolo con i Comuni limitrofi: si è giunti a poco, se non a disporre risorse economiche per il rimpatrio dei rom in condizioni più difficili, ma a oggi non si ha notizia di contatto con gli occupanti.

La situazione attuale non è sostenibile e si sarebbe dovuto trovare una soluzione alternativa e allontanare gli occupanti fin dal 31 dicembre scorso ma, a cinque mesi di distanza, pare che lo sgombero sia l’unica soluzione, ancora una volta violando i diritti dei rom: la normativa internazionale indica come lo sgombero debba seguire un dialogo con gli occupanti e prevedere proposte alternative a breve e lungo termine. Se così non fosse la sfida sarà persa e un’esistenza dignitosa, l'istruzione per i bambini, la salute per le persone più vulnerabili resteranno parole. Ma si tratta di diritti fondamentali e, nell'interesse di tutti, non devono ammettere deroghe alla loro attuazione. Per loro stessa definizione.

Medici per i Diritti Umani Onlus - Firenze - 30 maggio 2011

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Di Fabrizio (del 01/06/2011 @ 09:15:17, in Italia, visitato 1789 volte)

Ho aspettato qualche giorno a riportare la notizia qui sotto. Volevo vedere che reazione avrebbe suscitato, ma a parte questo link non ho trovato altro. Provate ad immaginare se le parti fossero state invertite: la campagna stampa (bipartisan) che si sarebbe sollevata, campi rom dati alle fiamme (come a Ponticelli), tanti Rom e Sinti onesti costretti a nascondere la loro appartenenza per continuare a lavorare (e vivere).

C'è una fievole speranza, col cambiamento di vento di questi giorni, che i miei diventino solo ricordi. A Milano, per esempio: la Moratti nella sua caccia al voto aveva calendarizzato lo sgombero (senza alternative) di alcuni campi regolari; col risultato che molti Rom per la prima volta hanno ritirato il certificato elettorale (e votato Pisapia). Una gran bella festa che ha visto mischiati Rom e cittadini della zona (se avete un account Facebook, QUI). Il lavoro di tanti per arrivare a questi risultati. Cittadini come tutti, finalmente...

Credo fortemente (Rom e Sinti a parte) che una delle letture chiave di queste amministrative sia proprio nel concetto di "cittadinanza". Chi ha perso, politiche precedenti a parte, ha continuato a ripetere in campagna elettorale il tema della divisione tra un NOI e un LORO (cioè: zingari, gay, musulmani ecc.) alla ricerca del voto moderato. Non riuscendo e non volendo capire che i moderati, fiaccati da anni di promesse non mantenute, non si ritrovavano più in questa DISCRIMINAZIONE, primo perché ingiusta e poi perché in questi anni non ha risolto nessuno dei problemi posti.

Ora dovrà arrivare il momento di uscire da questa continua campagna elettorale, governare ed affrontare i problemi. Che sono tanti e (non illudiamoci di bastare a noi stessi), dovranno essere affrontati da tutti, superando questo clima da "guerra civile a bassa intensità" che ci avvelena da anni. Il centrosinistra ha dimostrato che se supera le divisioni interne, può essere un'alternativa credibile. La destra si trova di fronte ad una svolta: lasciarsi alle spalle le parole d'ordine dello scontro di civiltà (che non compatta più i moderati, ma solo le frange estreme) ed evolvere in una destra che sia anche INCLUSIVA (come lo sono anche molti loro parenti europei).

Insisto: per cambiare c'è bisogno di TUTTI. L'editoriale di ieri di Sallusti è ancora fermo al "...io resto dell’idea che prima li mandiamo via dalle nostre città meglio è per tutti". Non capisce, non vuole capire, che di questo passo si prepara un'altra sconfitta.


Un vicino di casa italiano lo aveva rinchiuso in garage

Firenze, 29 mag. (TMNews) - Un tentativo di stupro su di un bambino rom di cinque anni e' stato sventato ieri sera per un soffio: le urla del piccolo hanno attirato l'attenzione dei vicini di casa, che sono intervenuti all'ultimo momento utile. Il reato stava per compiersi nella cantina di un'abitazione di Sesto Fiorentino, in via Signorini. Terribile protagonista, un fiorentino di 37 anni, che è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona, lesioni e violenza sessuale su un minore.

Il piccolo stava giocando sotto casa, quando l'uomo l'ha adescato per portarlo in garage, dove l'ha denudato e immobilizzato, per praticargli un'iniezione di una sostanza non ancora precisata, ma sicuramente allo scopo di stordirlo. Le urla del bambino sono state udite dai vicini, italiani, che sono accorsi. L'uomo nel frattempo si e' rifugiato in casa, ma poco dopo è stato prelevato dai carabinieri. Il minore invece è stato trasportato al Meyer per essere sottoposto a controlli.

 
Di Fabrizio (del 26/05/2011 @ 09:33:12, in Italia, visitato 1937 volte)

foto di padre Agostino Rota Martir

5^ FESTA DEI SINTI
QUARTIERE TERRADEO, VIA DEI LAVORATORI 2

*Sabato 28 maggio 2011

Ore 10.30 Messa al campo, con accompagnamento musicale di Antonio Gravina
Ore 11.30 Incontro con le Autorita' e i Visitatori, presentazione e visita del Quartiere Terradeo e della Mostra dei fotografi Mirko Bozzato e Giuseppe Cafagna
Ore 12.00 Rinfresco
Ore 14.30 Giochi per i bambini e merenda

*Domenica 29 maggio 2011

Apertamente alla Festa delle Associazioni in Cascina Fagnana.


Care amiche e amici,

per la 5^ volta ci proviamo, da quando è nata la nostra associazione di volontariato, “ApertaMente di Buccinasco”, a dare vita alla Festa dei Sinti del QuartiereTerradeo. Questa volta nelle condizioni più avventurose e ristrette che le cronache recenti ci hanno dato: senza Sindaco, senza un’amministrazione in carica, ma con una Gentile Signora per Commissario.

Questo significa che il 2011 è per noi l’anno dell’autogestione: niente patrocinio, niente volantini e locandine sponsorizzati, niente sala del Consiglio per l’incontro di presentazione. Niente presenza dell’Autorità comunale.

Siamo un’associazione di volontariato, quello più estremo, per il quale le risorse dell’associazione stanno nelle tasche dei volontari di Apertamente, se si eccettuano alcuni piccoli ma preziosi contributi, ottenuti finora saltuariamente dal Comune di Buccinasco.

Dunque facciamo da noi, ma siamo ricchi di amicizie e volontà generose di collaborazione e di sostegno, che ci permettono di guardare con serenità a tutti i problemi che abbiamo di fronte.

Ringraziamo dunque tutti e tutte, persone, parrocchie, associazioni per la costante amicizia e per l’appoggio morale e materiale e ci auguriamo di vedervi al Terradeo, quartiere sinto della città di Buccinasco.

Buccinasco, 23 maggio 2011 il Presidente Ernesto Rossi


Sede legale e operativa: Quartiere Terradeo, via dei Lavoratori, 2 – 20094 Buccinasco MI
Domicilio fiscale: Ernesto Rossi, via Manzoni 15 B – 20090 Trezzano sul Naviglio MI (Italia) tel.+39.(02).48409114
Costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l’8 marzo 2007, n.1753, serie 3. Codice fiscale 97459790156

 
Di Fabrizio (del 24/05/2011 @ 09:41:11, in Italia, visitato 1922 volte)

Famiglia Cristiana 21/05/2011 Altro che Zingaropoli, nel capoluogo lombardo si cacciano sempre gli stessi rom da un campo all'altro, senza mai alternative. E a rimetterci sono i bambini

Il disegno di una bambina rom cacciata da scuola in conseguenza di uno sgombero.

"A gennaio si è aggiunto alla mia classe Romeo. È un bambino rom di sei anni, arrivato nella nostra scuola dopo essere stato allontanato dal campo di via Rubattino e aver già dovuto abbandonare la sua classe alle elementari di via Feltre. Per due settimane ha frequentato la scuola, arrivando sempre puntuale e motivato. In pochi giorni ha conquistato tutti noi con la sua allegria e il suo affetto, anche la famiglia è sempre stata disponibile e rispettosa. Un giovedì mattina, appena entrata in aula, sono stata letteralmente trascinata in corridoio da Romeo che, parecchio preoccupato, continuava a ripetermi "polizia, sgombero". Il lunedì successivo la sua famiglia è stata sgomberata dal capannone in cui vivevano, Romeo non è più potuto venire a scuola."

Silvia Borsani, maestra all'elementare di via Guicciardi, racconta così l'emergenza rom a Milano. Storie simili a quella di Nicu, 11 anni, costretto a cambiare sei scuole in due anni, o di Raluca, 8 anni, che ha subito 18 sgomberi in dieci mesi. I rom in Italia sono un popolo di bambini: il 45-50 per cento è in età scolare. L'integrazione passa soprattutto dalla scuola. Ma i continui sgomberi rendono ardua quest'opera. Il Comune di Milano ha da tempo annunciato di aver superato i 500 sgomberi di baraccopoli rom dal 2007. Un "successo" che il vicesindaco De Corato rivendica con orgoglio: la città, anche per il ballottaggio, è tappezzata di manifesti elettorali con il numero degli sgomberi effettuati. Si tratta, in realtà, degli stessi rom continuamente sgomberati, sempre dagli stessi posti. Emblematico è il cavalcavia Bacula: un'area sgomberata 32 volte in tre anni. Milioni di euro spesi per spostare un problema senza risolverlo.

Ha recentemente detto la Comunità di Sant'Egidio, che a Milano e in molte città difende il diritto allo studio dei bambini rom: "Malgrado la disponibilità di risorse messe in campo dalla UE per l'integrazione, proseguono in Europa politiche basate sulla sola emergenza che alimentano paura e pregiudizi. Anche in Italia raramente si realizzano politiche di inclusione e ci si limita spesso a inutili operazioni di "sgombero senza alternative", che non risolvono i problemi, aggravando la condizioni di vita dei rom e aumentando l'allarme sociale." Al termine dello scorso anno scolastico, le mamme e le maestre delle scuole frequentate dai rom della baraccopoli di via Rubattino hanno raccontato di alcuni bambini bocciati a causa delle troppe assenze, conseguenza della catena di sgomberi che hanno subito. In una lettera aperta hanno scritto: "Ora ci troviamo davanti a un paradosso: le istituzioni con gli sgomberi rendono impossibile la frequenza, e sono sempre le istituzioni a bocciare perché le assenze sono troppe."

Flaviana Robbiati, una delle maestre di Rubattino, dice: "L'interruzione del percorso scolastico significa analfabetismo; non saper leggere nè scrivere impedisce di conoscere diritti e doveri, rende impossibile difendersi, blocca l'accesso al lavoro. Da analfabeti diventano impossibili anche azioni semplicissime quali orientarsi in un ospedale, compilare un modulo, sapere in che via si è, capire quale medicina si ha in mano. A quel punto, la miseria è inevitabile, l'emarginazione anche. Qui è il punto: dobbiamo scegliere se lottare contro la povertà o contro i poveri." Lo sgombero è un insieme di violenze psicologiche. I bambini si ritrovano in poche ore, spesso senza preavviso, a perdere un mondo di affetti e di persone importanti: i compagni, le maestre, le famiglie degli amici italiani che spesso non rivedranno più. Cosa rimane della loro "vita precedente" dopo che una ruspa ha raso al suolo la baracchina con tutto il mondo di oggetti e di affetti che contiene? Cosa succede nella testa di un bambino che vede ridotti a immondizia i giocattoli e la cartella che è stata sua compagna di impegno e di di sogni sul futuro?

Restano alcuni sacchetti di plastica con pochissime cose indispensabili: una coperta, un paio di golfini, dei pantaloni, il pane avanzato il giorno prima, un telo di cellophane che da quel momento diventa l'unico riparo per la notte. E negli occhi di questi bambini cosa rimane? L'immagine dei lampeggianti blu che quando è ancora notte ti svegliano e ti fanno uscire dalla baracchina. Resta l'immagine di una ruspa enorme che disprezza e distrugge tutto quello che hai. Aggiunge Flaviana: "Restano i denti dei cani della polizia. Meg, la mia alunna, raccontava che erano "denti grossi", alla stessa altezza della sua faccina." Politica degli sgomberi e tolleranza zero hanno spesso il volto di questi bambini. Come Adrian, rom del campo di via Cave di Pietralata di Roma, minacciato di sgombero. Nel periodo di Pasqua, la Via Crucis del venerdì santo, organizzata dalla Parrocchia della zona e dalla Comunità di Sant'Egidio, aveva fatto una sosta nei pressi dell'insediamento. Adrian ha fatto la sua preghiera: "Preghiamo Dio e tutti l'italiani affinché la nostra casa resti almeno 3 o 4 settimane fino alla fine della scuola e ringraziamo Dio e tutti l'italiani, scusateci il disturbo e buona Pasqua."

Stefano Pasta

 
Di Fabrizio (del 24/05/2011 @ 09:34:22, in Italia, visitato 1789 volte)

VIRGILIO notizie Il campo Triboniano è stato creato dalla giunta Moratti

"Il tentativo di spaventare i milanesi parlando di 'zingaropoli' dimostra ancora una volta quanto siano in difficoltà gli esponenti del centrodestra. Ma soprattutto quanto poco conoscano non solo il mio programma elettorale, ma anche i provvedimenti da loro stessi varati". Lo ha affermato il candidato sindaco del centrosinistra, Giuliano Pisapia, sottolineando che "è importante ricordare che situazioni come quelle del campo del Triboniano sono state create dall'amministrazione del centrodestra. Situazioni indecenti per chi le vive e intollerabili per tutti i cittadini milanesi". Giuliano Pisapia sostiene di voler "superare i campi Rom. Quando si parla di autocostruzione di case - ha detto - intendiamo quei progetti già avviati con successo in altre città italiane ed europee, che vanno dalla ristrutturazione di cascine diroccate alla costruzione di palazzine, ma sempre nel rispetto delle regole urbanistiche e dell'esigenze dei cittadini residenti in zona". Soluzioni che secondo il candidato del centrosinistra per la poltrona da sindaco di Milano, "favoriscono la chiusura dei campi nomadi e garantiscono maggiore sicurezza per tutti. Che siano utili - prosegue - lo dimostra il fatto che sono state cofinanziate dal governo attraverso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, come avviene in alcune città italiane tra cui Verona, guidata dal sindaco leghista Tosi". Il Piano per l'integrazione nella sicurezza approvato nel luglio del 2010 dal Consiglio dei Ministri, prevede, ricorda Pisapia, "il sostegno a progetti sperimentali per l'acquisizione di alloggi attraverso forme di 'social housing' (autorecupero e autocostruzione) di unità immobiliari da destinare ad uso abitativo".

 
Di Fabrizio (del 23/05/2011 @ 09:06:32, in Italia, visitato 1491 volte)

Caro direttore,
non credo che l'uscita di Bossi su "zingaropoli" convinca ancora molti elettori a cambiare voto. Non perché gli zingari non suscitino avversione o peggio odio in una bella fetta di popolazione. Ma perché di questi "al lupo! al lupo!" se ne sono ormai sentiti troppi e da gente che ormai di credibilità ne ha ben poca.

Resta il fatto sgradevole che ancora una volta la destra non esita a solleticare le corde del razzismo e della xenofobia per attrarre consenso che non riesce a ottenere con proposte positive.

Resta la tristezza di vedere chi si pretende interprete della "milanesità" ricorrere a messaggi che sono l'opposto della vera cultura milanese. Cultura tollerante, umanista e illuminista, da Beccaria a Manzoni, da Verdi a Strehler, a Vecchioni.

Nel 1968 il grande milanese-non-milanese Jannacci Vincenzo (detto Enzo) andava a Canzonissima portando la bellissima "Quando gli zingari arrivarono al mare".

Oggi un Ministro della Repubblica vorrebbe spaventare i milanesi con la parola 'zingari'.

A furia di cercare radici tanto lontane, fino ai celti, che non hanno proprio nulla da dirci, ci si dimentica delle nostre migliori che hanno ancora molto da dirci.

Saluti cordiali

20/05/2011
Roberto Caielli

 
Di Fabrizio (del 17/05/2011 @ 09:55:33, in Italia, visitato 1484 volte)

di Bruna Iacopino, Articolo 21 -14 maggio 2011

"Siamo persone e non bestie". Parlano i rom "sgomberati" della capitale " Chi governa ha deciso che adesso gli zingari (testuale) devono andare tutti via e gli italiani sono d'accordo... e se domani qualcuno si sveglia e dice che bisogna ammazzarci tutti, voi che fate?" Parla con voce bassa e pacata, M. (la chiameremo così), mentre lentamente, in quell'angolo nascosto di Roma, si fa buio e sale l'umidità dal terreno. Zingari dice, e non rom, perché così vengono apostrofati durante uno sgombero, così continua a chiamarli la gente.
M. avrà sui quarant'anni, ma ne dimostra molti di più, siede composta sul bordo di un materasso, trovato chissà dove, mentre i suoi due nipotini piccolissimi dormono beatamente coperti solo da un tetto spiovente ricavato con due pannelli di legno leggero e un involucro di plastica in caso di pioggia. Intorno erba alta, rovi, topi e spazzatura.
Prima dello sgombero, avvenuto intorno alla metà di aprile, lei insieme alla sua famiglia, i figli, la nuora, giovanissima e i nipoti di un anno e mezzo e sei mesi, stavano tutti nel campo abusivo di via del Flauto, ora, come tanti altri, centinaia, vive per strada o dove capita, nel primo posto utile, dove è possibile montare una tenda improvvisata e trovare così riparo per la notte. "Ci trattano come se fossimo animali, ci fanno stare come animali... ma io so bene che qualsiasi persona ha bisogno di lavarsi tutti i giorni, ha bisogno di dormire in un letto con lenzuola pulite, di avere un tetto sopra la testa, di mangiare bene e non come facciamo noi adesso, roba presa dai cassonetti. La vera bestia è chi ci costringe a vivere così".

Parla un italiano stentato, ma i concetti, nella sua testa e per noi che stiamo lì ad ascoltarla, sono fin troppo chiari.
Racconta di una burocrazia lenta e ingarbugliata, di tribunali e servizi sociali, del terrore più grande: che le venissero sottratti i figli per la mancanza dei documenti... " Esistono dei diritti internazionali che valgono per tutti, anche per noi che siamo Rom, e allora perché tutto questo, perché cacciarci come bestie? Che cosa abbiamo fatto di male? Io... io ho la fedina penale pulita non ho mai fatto nulla di male, però quando vengono a prenderti e ti portano via per identificarti ti mettono insieme ai criminali (gente che ha rubato, ucciso) come se anche tu fossi un criminale..."
E' come se riflettesse a voce alta, un flusso continuo e ininterrotto di pensieri da scacciare, da buttar fuori, il volto stanco di chi è stato in giro tutto il giorno, a rovistare nell'immondizia. La sola alternativa che ha adesso è prendere con se la sua famiglia e tornarsene in Romania da dove è venuta, però prima c'è da risolvere il problema dei documenti della nuora, sepolti durante le operazioni di sgombero, sotto i resti delle baracche insieme a tutto quello che avevano.

Le ruspe, accompagnate dai servizi sociali e le forze dell'ordine in genere arrivano la mattina piuttosto presto, senza un preavviso, danno giusto il tempo di uscire di casa e buttano giù: i documenti li perdono in molti. La stessa sorte è toccata anche ad A., che invece stava nel campo di via Severini, sgomberato nello stesso periodo, anche il suo documento è rimasto sepolto sotto i resti della baracca, da un paio di anni la sua casa, e insieme ai documenti sono rimasti i vestiti della sua bambina di 5 anni. "Non mi hanno dato il tempo di prenderli e la bambina dal 18 aprile non può più andare all'asilo, come faccio a portarla così..." Dove stanno "accampati" adesso non c'è un posto dove potersi lavare, per attingere acqua c'è una fontana pubblica, che usano per bere e cucinare qualcosa.

A. mi racconta che qualche giorno fa l'hanno fermata e portata in questura per l'identificazione, ora ha con se anche un foglio di via.
Anche a via Severini era stata proposta l'accoglienza a Castel Nuovo di Porto, ma solo per donne e bambini, gli uomini si sarebbero dovuti arrangiare, la maggior parte di loro ha rifiutato e si sono sparpagliati per la città. " Io ho cercato di spiegarglielo, anche alla polizia, che è inutile che ci sgombrano in continuazione, tanto noi ritorniamo." Sorride A., è poco più di una bambina. Anche qui, dove stanno adesso, le forze dell'ordine sono già arrivate per mandarli via: "Hanno buttato giù tutto e poi hanno anche dato fuoco" mi dicono, facendomi vedere i resti bruciacchiati di legno e cartone.

E loro lì ci sono tornati, alternative non ne hanno. Tornare in Romania?
" E per fare cosa, senza soldi?" Mi risponde. Suo marito lavora a giornata dove capita, in genere va al mercato a scaricare la merce che arriva la mattina molto presto, così riescono a tirare avanti. " Dalla Romania siamo venuti via perché non c'era più lavoro per noi, prima lavoravamo in campagna, con la terra, allevavamo gli animali, adesso non c'è più niente e tutto costa il doppio che in Italia..."
Il buio scende sempre più fitto nel fossato in cui ci troviamo, rischiarato appena da un piccolo fuoco che dovrà servire a cuocere la cena. E domani sveglia presto, appuntamento alle 8.30 per andare in via Assisi a richiedere il biglietto per la Romania: "rimpatrio assistito", lo chiamano.

Ad accompagnarli però non ci sarà qualcuno dei servizi sociali, ma I. una "signora di cuore" come dicono loro, che li conosce e li segue con profonda umanità dall'inizio di tutta questa assurda vicenda, è grazie a lei se sto lì. I. si dibatte tra lo stupore e l'indignazione, animatamente mi racconta della "disavventura" capitata ad una delle famiglie sgomberate: " ...la mattina dello sgombero a via Severini hanno anche sequestrato un furgone senza neanche accertarsi chi fossero i proprietari e se i documenti stavano posto e senza rilasciare un verbale... ma i documenti erano in regola! E invece no, hanno costretto persone oneste a pagare un avvocato andando a raccogliere ferraglia per la strada solo per farsi restituire il furgone e poter ripartire per la Romania. Mi hanno mandato un messaggio, sono arrivati stamattina..." mi dice, tirando quasi un sospiro di sollievo. Almeno loro sono lontani da qui.
Li salutiamo che ormai è buio. "Vengo domattina a portare un po' di latte caldo, va bene?" Strilla I. allontanandosi.
"Speriamo che stanotte non viene la polizia a sgombrarci..." si sente rispondere dall'altra parte.

I fatti
Dopo lo stop decretato per la Pasqua, in concomitanza con l'occupazione della Basilica di San Paolo, gli sgomberi nella capitale sono ripresi di gran lena, facendone registrare ben 4 nella sola mattinata del 9 maggio, nella zona della Magliana. Le modalità sempre le stesse per tutti, con un aggravante, come denunciano le associazioni e come documentato anche dai mezzi di informazione, lo "sgombero selettivo": le famiglie con bambini scolarizzati possono continuare a rimanere nel campo fino alla fine dell'anno scolastico, tutti gli altri anche se con bambini, ma non scolarizzati, debbono andar via; l'offerta di accoglienza è sempre vincolata allo smembramento famigliare. Succede allora che i campi si moltiplichino in maniera esponenziale, al momento sarebbero 279, denuncia l'associazione 21 luglio, triplicati, dall'annuncio del Piano nomadi. Una follia propagandistica tutta giocata sulla pelle di uomini, donne e bambini rom.
"E questa sarebbe sicurezza? Costringere la gente a vivere in maniera disumana? E spingendoli a fare cose che non vorrebbero e dovrebbero fare?" La domanda rimbalza di bocca in bocca ma rimane sospesa in un limbo. Noi la risposta la conosciamo già.

 

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