sabato 24 ottobre 2009 alle ore 22.00 Circolo Culturale "Di Noi Tre"
Via Plana, 15
Alessandria (vedi
MAPPA)
Telefono:
347-89.40.943 -
E-mail: circoloculturaledinotre@libero.it
"Sono rimasto affascinato dalla musica balcanica fin da quando, da ragazzo,
accompagnavo mio padre nei locali praghesi e di Bratislava. Ora ho realizzato il
sogno di suonare le sue canzoni accompagnato da musicisti tzigani che con
talento istintivo e virtuosismi, creano un’atmosfera gioiosa e danzante".
Roberto Durkovic (origine pavese con radici mitteleuropee) si segnala all'
attenzione della critica come un cantautore tra i piu' apprezzati per la sua
originale ricerca musicale venata da sonorita' dell'est e per l'interessante
progetto etnoautoriale nato per caso in una grigia giornata milanese quando, su
un vagone della metropolitana milanese, vede tre tzigani che si guadagnano da
vivere intonando canzoni con i loro strumenti.
Affascinato dalla loro bravura li segue per tutta la giornata e alla fine riesce
a conoscerli.
Una mossa assolutamente azzeccata, perchè da quel fortuito incontro è nato un
ensemble che ha portato alla creazione di musiche e brani intensi e divertenti
che oscillano giocosamente tra influenze tzigane, flamenche, cantautorato
italiano, canzone jazzata e riferimenti buscaglioneschi.
Con all'attivo già quattro dischi, un premio della critica "Sanremo Nuovi
Talenti", un concerto tenutosi il 1° aprile 2004 davanti a Papa Giovanni Paolo
II in occasione dell'incontro con i giovani voluto per il terzo anno di
Vicariato di Roma e trasmesso in diretta da Rai Uno, saranno in concerto il 24
ottobre ad Alessandria per presentare la loro "favola tzigana"!!!
Sul palco: Roberto Durkovic - voce e chitarra
Edward Dumitru – violino
Massimiliano Alloisio – chitarra
Bosnea Ion - clarinetto
Adrian Dumitru – chitarra
AGGIORNAMENTO 13 OTTOBRE 2009 - E' SCADUTA LA DATA DELLA CLEMENZA PER
YUZEPCHUK
Il Presidente Aleksander Lukashenko ha permesso che passasse la scadenza per
Vasily Yuzepchuk. Il 12 ottobre, il Comitato ONU per i Diritti Umani aveva
registrato il caso di Vasily Yuzepchuk e chiesto al governo bielorusso di non
procedere all'esecuzione, finché il caso fosse al vaglio del Comitato.
Il Presidente Lukashenko ha ignorato le richieste di clemenza dalla comunità
internazionale, incluso il Consiglio d'Europa. A seguito del rigetto
dell'appello di Vasily Yuzepchuk da parte della Corte Suprema il 2 ottobre,
il Presidente Lukashenko aveva 10 giorni di tempo per garantire la clemenza. L'8
ottobre i locali attivisti per i diritti umani avevano spedito una petizione sul
caso al Comitato ONU per i Diritti Umani. [...]
Vasily Yuzepchuk è stato condannato a morte il 29 giugno, per l'uccisione di
sei donne anziane, a seguito di un'indagine e un processo che il suo avvocato
descrive come fondamentalmente difettoso: dice che Vasily Yuzepchuk è stato
picchiato durante la detenzione per forzarlo a confessare.
Vasily Yuzepchuk appartiene al marginalizzato gruppo etnico dei Rom;
originario dell'Ucraina, non ha passaporto interno, che è richiesto per tutti i
cittadini della Bielorussia. Potrebbe avere una disabilità intellettuale e
secondo il suo avvocato è illetterato e non conosce i mesi dell'anno.
Ulteriori informazioni:
In Bielorussia, ai prigionieri condannati non viene dato preavviso di
quando l'esecuzione avrà luogo, esecuzione che di solito avviene pochi minuti
dopo che il loro appello per la clemenza viene rigettato.
Prima sono portati in una stanza dove, alla presenza del Direttore del
carcere, del Procuratore e di un altro impiegato del Ministro degli Interni,
viene detto loro che l'appello per la clemenza è stato rifiutato e che la
sentenza sarà eseguita. Vengono poi portati in una stanza vicina dove sono
obbligati ad inginocchiarsi e vengono giustiziati con un colpo alla nuca.
Le loro famiglie vengono informate giorni, talvolta settimane dopo, che il
loro parente è stato giustiziato.
Fate pressione con urgenza alle autorità bielorusse perché venga concessa
la grazia a Vasily Yuzepchuk!
sabato 24 ottobre 2009 dalle
20.00 alla 23.55
Casa dei Popoli - AIASP - Viale Irpinia 50 Prenestina ROMA
La compagnia THEATRE ROM presenta
MANDRO DROM (IL MIO VIAGGIO)
Spettacolo teatrale scritto ed interpretato da Antun Blazevic (Toni zingaro)
con la collaborazione di Federica Lobar
Musiche e danza dei Gipsy Balkan e FlorNegra
Ingresso € 10,00
Aperitivo all'entrata e assaggio di specialità tipiche e vino dopo lo spettacolo
Il proprietario di un bar a Lucenec chiede scusa ad un Rom per
discriminazione
Košice, Slovacchia: Il 5 ottobre 2009 un altro caso di discriminazione
riguardo l'origine etnica è stato portato in discussione in Slovacchia. Il caso
si è concluso con un accordo amichevole.
Il fatto è successo il 14 luglio 2008, quando Jan Danco visitò il bar "Piccollo"
di Lucenec (una cittadina della Slovacchia meridionale) con sua nipote. Entrato
nel bar di cui era un cliente abituale, gli è stato improvvisamente rifiutato di
servirlo da un cameriere, con la spiegazione che il padrone del locale non
avrebbe più servito i Rom. Il caso apparve anche sulla TV privata Markiza.
L'uomo discriminato decise, con la cooperazione di un'OnG di Kosice, il
Centro per i Diritti Civili ed Umani, di rivolgersi al tribunale civile
appellandosi alla Legge Antidiscriminazione Slovacca.
"Il comportamento del cameriere è stato per me offensivo ed umiliante. Io
stesso alcuni anni fa ho lavorato come cameriere, e non mi sono mai permesso di
discriminare un mio cliente per il colore della sua pelle. Ho fatto causa per
mostrare chiaramente che questo tipo di trattamento è dannoso ed illegale, e che
è possibile resistervi. Sono lieto che il padrone del bar si sia scusato..."
ha dichiarato Danco alla decisione della corte.
Il proprietario del bar ha espresso il proprio rammarico per l'incidente,
espresso pubbliche scuse per la discriminazione e pagato un risarcimento a Danco,
oltre alle spese processuali.
Chi volesse più informazioni sul caso, può contattare:
Poradňa pre občianske a ľudské práva
(Centro per i Diritti Civili ed Umani)
Krivá 23, Slovakia.
Tel./fax.: +421 55 68 06 180
E-mail: poradna@poradna-prava.sk
INTERVENTI Ore 15,00 presentazione conferenza/ Saluto dei rappresentanti del Parlamento
Italiano ed Europeo, delle istituzioni, del Governo, degli enti locali.
Ore 15,30 Programma politico della Federazione romanì (prima parte)
• Demir Mustafà (vice Presidente Fed. Rom.) La politiche unitarie della
Federazione romanì
• Bruno Morelli (coordinatore Fed. Rom.) Un popolo al bivio: dalla
dimensione tribale alla dimensione politica
• Sergio Suffer (vice Presidente Fed. Rom.) Emancipazione abitativa e
culturale di Rom e Sinti
• Graziano Halilovic (Segretario Fed. Rom.) Verso una società globale.
Istruzione e formazione quale opportunità di rinnovamento e profonda
integrazione
• Loris Levak (Delegato lavoro) Dal nomadismo alla sedenterizazione: come
Rom e Sinti devono cambiare lavoro?
Ore 16.45 Rappresentanti rom di alcune organizzazioni Europee
Ore 16.45 Rappresentanti rom di alcune organizzazioni Europee
Ore 17,30 Saluto dei rappresentanti del Parlamento Italiano ed Europeo, delle
istituzioni, del Governo, degli enti locali.
Ore 17,45 Programma politico della Federazione romanì (seconda parte)
• Dimitris Argiropoulos (Aderente Federazione romanì - Docente Università
di Bologna) Letture, Strumenti e Mediatori in una realtà culturale estrema,
cercando futuri
• Santino Spinelli Alexian (Aderente Federazione Romanì - docente
Università di Chieti) Da ziganopoli all’autodeterminazione culturale
• Roberto Ermanni (aderente alla Federazione romanì – ARCI Respons.
Nazionale Rom e Sinti) Progettualità e progettazione della Federazione romanì
• Najo Adzovic (Consigliere Federazione romanì con delega alle
cooperative) La programmazione politica locale e la rete rom locale
• Nihad Smajovic (Consigliere Federazione romanì con delega
all’immigrazione) Diritti & rovesci. Sicurezza, democrazia e cittadinanza
Ore 18,45 Conclusioni di Nazzareno Guarnieri (Presidente Federazione
romanì)
"Il fallimento in passato di gran parte degli interventi a favore dei rom/sinti
in Italia è da attribuire al mancato coinvolgimento attivo dei "soggetti" in un
processo di autodeterminazione.
La strategia della Federazione romanì mira a riconoscere e valorizzare le
professionalità rom/sinte per "strappare" le redini dalle mani di una politica
"sociale" di assistenzialismo culturale emarginante e segregante, e riportarla
alla legittimità di una politica culturale "attiva" di autodeterminazione della
popolazione rom e sinta.
Il programma politico della Federazione romanì è finalizzato a costruire una
RAPPRESENTATIVITA’caratterizzata da qualità progettuale per passare dalla
mediazione alla partecipazione attiva e per promuovere una politica per la
cultura romanì."
Verrà distribuito ai partecipanti il volume realizzato dalla Federazione
Romani in collaborazione con CSV del Lazio con gli atti della Conferenza
[...] I presunti assassini di Petru Birladeanu (vedi
QUI ndr), il musicista rom rumeno che suonava la fisarmonica nella
stazione Cumana di Montesanto, assassinato la notte del 26 maggio, sono stati
arrestati a Torremolinos, vicino a Malaga, dagli agenti della brigata mobile di
Napoli, con la collaborazione della polizia spagnola
Si tratta di Maurizio e Salvatore Forte, presunti appartenenti alla
Camorra, secondo fonti informative della polizia napoletana.
I due arrestati, rispettivamente di 29 e 31 anni, erano assieme e la cattura
da parte della giustizia italiana accade dopo alcuni mesi che furono accusati
di omicidio aggravato.
Petru Birladeanu, il musicista rom assassinato dalla Camorra.
L'arresto è avvenuto ieri notte (26 settembre ndr). I due delinquenti
vivevano in un appartamento e si erano anche segnalati per lo stile di vita che
conducevano e per i contatti con altri delinquenti. Uno dei due, Maurizio Forte,
è stato fatto uscire grazie ad uno stratagemma e catturato di fronte alla porta
stessa di casa. La cattura è accaduta in queste circostanze perché la
legislazione spagnola non permette alla polizia di entrare nei domicili privati
senza un ordine giudiziale. Il fratello di Maurizio, Salvatore Forte, è stato
catturato poco dopo, mentre faceva ritorno a casa.
Le autorità italiane ritengono che entrambe parteciparono allo scontro
armato tra clan rivali nei quartieri spagnoli di Napoli dello scorso 26
maggio, in cui venne ucciso un musicista di strada di nazionalità rumena e
risultò ferito un adolescente di 14 anni.
Per questo omicidio era già stato arrestato lo scorso luglio Mario Ricci, 27
anni, considerato uno dei più importanti membri del clan Ricci della
camorra.
Secondo gli investigatori, i fratelli Forte possono aver collegamenti con
altri due clan, quello di Mariano-Ricci e quello D’Elia, entrambi
localizzati nei quartieri spagnoli di Napoli.
La vedova di Petru ed i suoi figli abbandonarono l'Italia dopo il tragico
assassinio
LA CAMORRA NAPOLETANA UCCIDE UN MUSICISTA ROM
La vedova di Birladeanu, che è rientrata in Romania assieme ai suoi
due figli, ha denunciato il trattamento ricevuto dal pronto intervento. "Se
fossimo stati italiani non avrebbero atteso tanto", dice affermando che si è
prestata attenzione solo al minore italiano ferito.
COSI' UCCIDE LA CAMORRA
Nei quartieri spagnoli di Napoli, il 26 maggio del 2009, i
componenti di due bande malavitose della camorra napoletana entrano
in scena a bordo di varie motociclette con l'obiettivo di segnare il loro
territorio, si tratta di un regolamento di conti tra due famiglie.
Petru Birladeanu, musicista rom che per vivere suona la fisarmonica
sui treni, si dirige assieme a sua moglie verso la stazione della
metropolitana della Cumana, con una borsa in una mano ed il suo mezzo di
sussistenza nell'altra.
La vittima riceve due colpi mortali alla gamba ed al torace,
mentre tenta di rifugiarsi nella vicina stazione della metropolitana. Cade
al suolo prima di raggiungere i tornelli.
Solo sua moglie tenta di aiutarlo, davanti all'indifferenza del resto
dei passanti. I viaggiatori fuggono dalla stazione e lei rimane
completamente sola col marito agonizzante.
Muore poco dopo, davanti all'impotenza di sua moglie. Rimane
ferito anche un giovane italiano, minore di età, raggiunto alla spalla
però con una sorte migliore del musicista.
Durante il tempo che aspettava i servizi di emergenza, una mezz'ora,
Petru è morto. L'ospedale più vicino stava a soli 100 metri.
Tre videocamere di sicurezza installate sul luogo dei fatti hanno
registrato quanto accaduto. Le immagini che ora si diffondono in diversi
media italiani sono a disposizione della Direzione Antimafia del Distretto,
che investiga sul caso.
FONTE: Estratto da diversi periodici che se ne fecero eco
Di Fabrizio (del 12/10/2009 @ 09:44:40, in Italia, visitato 1807 volte)
Il Giornale di Vicenza11/10/2009 CAMPI NOMADI. Rifondazione comunista e Davide Casadio
dell'associazione Sinti rispondono a Pecori e Sandoli
Il campo nomadi di viale Cricoli
«Leggiamo sui quotidiani l'assurda polemica sulle microaree per Sinti e Rom.
Vogliamo far presente che i "campi storici" - si legge in una nota firmata da
Irene Rui, responsabile del dipartimento per le politiche migratorie ed etniche
di Rifondazione comunista e da Davide Casadio, presidente dell'associazione "Sinti
italiani in viaggio per il diritto e la cultura" - vivono una situazione
insostenibile sia sotto il profilo della sicurezza, che igienico sanitario,
essendo i sottoservizi vecchi. Le microaree rappresentano una soluzione per dare
finalmente a queste famiglie una vita dignitosa e serena».
Inoltre, continuano i due rappresentanti, «facciamo presente a Massimo Pecori
capogruppo Udc che non parliamo di extraterrestri, ma di cittadini vicentini.
Altresì rispondiamo ad Alessio Sandoli, segretario cittadino della Lega Nord che
questi cittadini, pur con difficoltà pagano tasse, servizi e vivono del loro
lavoro: un'occupazione onesta e non illegale come qualcuno può pensare. Le
microaree e gli eventuali alloggi non sono un regalo a cittadini facinorosi, ma
un atto dovuto a famiglie che sono disposte a contribuire economicamente. Infine
- concludono - vogliamo rispondere a Valerio Sorrentino attuale consigliere del
Pdl, che il degrado è frutto di dieci anni della loro amministrazione che non ha
voluto affrontare i problemi dei cittadini Sinti e Rom, ed ha preferito lasciare
i campi al degrado e non ha dato la possibilità ai Rom, proprietari del campo di
via Nicolosi, di adeguarlo con i sottoservizi e con le opere indispensabili. Con
la costruzione delle microaree, non ci saranno né degrado, né microcriminalità».
OpenOption il nuovo progetto di Teatrino Clandestino nato nell’unica municipalità
Rom del mondo, Šuto Orizari in Macedonia sarà in scena al Teatro Comunale di Carpi il 16 e 17 ottobre 2009 per VIE
Scena Contemporanea Festival
Šuto Orizari si trova a Skopje, in Macedonia, ed è l’unica Municipalità Rom
esistente al mondo. Si tratta di un vera propria “città nella città” in cui
l’etnia Rom si autogoverna costituendo un fenomeno molto studiato e osservato a
livello internazionale. Teatrino Clandestino ha incontrato questa realtà
nel febbraio 2007 decidendo subito di avviare un’esperienza di residenza in
questo “mondo” da scoprire e con cui dialogare.
Nasce così un lungo percorso di incontri e di residenze in cui un gruppo
di attori della compagnia viene accolto dalla comunità Rom e, come etnografi,
gli artisti cercano di immergersi nella vita quotidiana di Šuto Orizari. Con
numerosi artisti e intellettuali della comunità Rom Teatrino Clandestino apre un
dialogo e una condivisione di esperienze intorno ai grandi temi dell’uomo: il
desiderio di libertà e di uguaglianza, l’aspirazione ad una vita migliore e
felice, la possibilità di seguire un proprio progetto di vita fino alla libertà
di muoversi senza confini e al senso del rispetto verso una legge stabilita da
uno Stato.
A Šuto Orizari Teatrino Clandestino incontra anche Theatre Roma e lavora con i
suoi membri su opere legate all’immaginario sui Rom e sui pregiudizi e sugli
stereotipi più diffusi.
Da queste tappe di lavoro nasce lo spettacolo OpenOption, fatto di
domande offerte al pubblico, di musiche e di suoni che narrano storie ed
emozioni, di racconti in cui i protagonisti sono “come dei saggi caduti in
confusione per le troppe possibilità espressive a loro concesse”.
Il disegno drammaturgico e lo sviluppo narrativo dello spettacolo sono stati
creati partendo dal diario che gli “attori etnografi” hanno curato durante le
residenze a Skopje. Di questo stesso diario sarà fatta una pubblicazione dal
titolo “Confini Diamanti” sostenuta e promossa dal Progetto Movin’Up 2008
del Circuito GAI (Giovani Artisti Italiani) per la sezione Letteratura.
Precisazione del vicesindaco su una nota ANSA diffusa ieri sera
[08/10] Una nota diffusa dall' Ansa ha fatto strabuzzare gli occhi a più di
qualcuno ieri. Nel contenuto si poteva leggere che il nuovo villaggio Sinti in
costruzione in Via Vallenari sarebbe costato 20 milioni di euro. Oggettivamente
un'enormità che non può essere giustificata diversamente da un refuso di stampa.
Per questo motivo il vice sindaco di Venezia e assessore comunale al Bilancio,
Michele Mognato, ha tenuto a precisare:
"Leggo in un lancio dell’Agenzia Ansa, a margine dell’incontro del ministro
Maroni con il prefetto di Venezia, che il Villaggio Sinti a Mestre avrebbe un
costo stimato di 20 milioni di euro. Spero si tratti di un semplice refuso e mi
auguro quindi una immediata rettifica: il Villaggio Sinti costa infatti due
milioni di euro!"
"In un altro lancio dell’Agenzia Ansa - continua Mognato - si riferisce che il
ministro Maroni si è detto favorevole al superamento del patto di stabilità a
Venezia a fronte della crisi del polo chimico a Marghera: sono certo che alle
parole il ministro farà seguire al più presto un atto concreto in sede di
Consiglio dei ministri, augurandomi che egli possa anche recepire le richieste
in merito avanzate dall’Anci per tutti i Comuni italiani".
Oggi, 8 ottobre 2009, Telepaviaweb manda in onda il secondo servizio dedicato
all’intervista a Claudio Stan (qui).
Claudio Stan vive tra Pavia e il circondario dal 2003. E’ romeno di origine Rom,
in parte i visitatori del blog conoscono la sua storia. Ha nella personale
quotidianità sperimentato tutte le varianti dell'avversione legale,
istituzionale e antropologica racchiuse nel termine "antiromanismo". Ciò non
esclude un carattere particolare, irascibile e ribelle che Claudio Stan
indubbiamente possiede. Lo ritengo però uno degli individui più sfortunati della
terra. Nato nella più povera delle terre (Slatina) tra le terre d’Europa (la
Romania di Ceausescu), senza istruzione, educazione e alfabetizzazione degna di
questo nome; una di quelle vite chiamate proprio dalla vita ad arrabattarsi fin
da bambini. Quel tipo di vita che porta con una naturalezza che sgomenta a
sperimentare il carcere, i giacigli di fortuna, la carità compassionevole e
quella di facciata, l’elemosina davanti ai supermercati e nei parcheggi, i
pestaggi che riducono su di una sedia a rotelle. Avrebbe potuto diventare un
delinquente coi baffi; disposto a tutto poiché nulla ha da perdere. Ma non lo è
diventato e i reati che gli sono stati contestati, e in parte ammessi, sono un
piccolo furto e un materasso bruciato dalla rabbia in carcere. Ora ha un decreto
di allontanamento (molto diverso da un decreto di espulsione) emesso da una
autorità di pubblica sicurezza italiana. Nel fine settimana scorso, è stato
fermato a Casalpusterlengo dove faceva la questua. Le forze dell’ordine, durante
il controllo, hanno saputo del decreto di allontanamento. Lo hanno quindi
accompagnato all’aereoporto di Malpensa. Ma la carrozzina era rotta (davanti al
Comune di Casalpusterlengo – mentre "occupava suolo pubblico" - chiedeva aiuto
per farsela aggiustare), e l’aereo lo avrebbe portato solo fino a Bucarest che
dista da Slatina, suo luogo natale, 300 chilometri che, con una carrozzina
rotta, non poteva percorrere. Molto umanamente e rispettando le direttive
europee che impongono un trattamento umanitario per persone in stato di handicap
fisico o di disagio e quelle che hanno intimato più volte all'Italia di non
comportarsi in modo discriminatorio nei confronti dei Rom, è stato accompagnato
a Pavia dove c’era un cittadino che si era offerto di ospitarlo. Tanto di
cappello quindi ai funzionari della Questura di Lodi, e al Questore che ha agito
secondo le leggi vigenti e secondo le priorità contingenti previste in questi
casi. Ma non poteva andare bene a coloro che hanno fatto di persone come Claudio
Stan un capro espiatorio e una valvola di sfogo per le proprie fissazioni
etnocentriche. Il Sindaco di Casalpusterlengo, non pago che Claudio Stan fosse
stato comunque allontanato dal suo Comune, ha avvertito il vicesindaco di Pavia
che un pericolosissimo delinquente si sarebbe aggirato in paraggi sotto la sua
giurisdizione. Il vicesindaco, invece di informarsi su dove fosse Claudio Stan e
alzare il telefono per ringraziare il cittadino pavese che lo ha ospitato,
chiama un giornale per dichiarare furibondo: "Pavia non lo vuole", chiamando a
sostegno anche un assessore provinciale del suo stesso partito, entrambi andando
al di là delle rispettive funzioni di rappresentanza e del ruolo. Ne abbiamo
ormai di esperienza, quanto basta per sostenere, con indicibile chiarezza, che
l’immagine dell’Italia in Europa – così compromessa sui temi dell'accoglienza -
sarà salvata e protetta da quelle poche persone che avranno saputo valutare con
le giuste proporzioni e risposto in cuor loro ad un imperativo categorico di
ordine morale accompagnato dal rispetto della legalità, e non avranno avuto
vergogna o timore di farlo. E noi informeremo il Consiglio d’Europa su quanto è
accaduto tra Lodi e Pavia in un fine settimana di inizio autunno.
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