Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 09/08/2010 @ 09:22:11, in Italia, visitato 1954 volte)
Da Giancarlo Ranaldi, con richiesta di pubblicazione
Qualche tempo fa (settembre 2009), grazie all'ospitalità di "U Velto", presi
l'iniziativa di scrivere una "lettera aperta" alle principali organizzazioni che
fanno proprie le istanze delle Popolazioni Rom, per raccontare la storia di
"Ladra di Profumi", una giovane Romnì al nono mese di gravidanza, sorpresa a
rubare in un negozio di profumi.
Arrestata, due giorni dopo dava alla luce il suo bambino, nato probabilmente
all'interno della stessa struttura carceraria. Quasi contemporaneamente, un
Giudice le negava qualsiasi misura alternativa alla prigione.
Questa lettera che, come potrete leggere, non apriva nessuna polemica se non
quella di una carcerazione ai limiti del legittimo, si limitava soltanto ad
auspicare la possibilità di andare a trovare mamma e figlio per sincerarsi delle
loro condizioni di salute, per poi vedere, tutti insieme, se era possibile
"immaginare" per loro un futuro diverso.
http://sucardrom.blogspot.com/2009/09/ladra-di-profumi-lettera-aperta-ai.html
Nella discussione che ne seguì (che pure potete leggere), quasi nessuno
intervenne.
Ma quello che veramente mi colpì fu l'intervento del Presidente dell'Opera
Nomadi, Massimo Converso, che pur di non assumere un impegno pubblico, in tutti
i modi disattese la mia semplice richiesta: rifiutandosi d'intervenire
direttamente nella discussione, tacciando di "provincialismo" la Redazione di "U
Velto", contestando, in maniera del tutto superficiale, l'indagine svolta dal
Partito Radicale sulla presenza di donne e bambini di etnia Rom all'interno
delle carceri, rivendicando lo "spirito di volontariato" che da 43 anni aveva
sempre contraddistinto l'Ente Morale da lui presieduto, al contrario di tutte le
altre organizzazioni, legate a diverse Chiese e Partiti, che a suo dire si
realizzavano soltanto sulla base di "contratti e convenzioni economiche". Poi,
ingenuamente, ricordai la "Convenzione" che Converso aveva appena "chiuso" con
la Regione Puglia (agosto 2009), per 480.000 euro, e qui si concluse la
discussione.
… e così nessuno andò a Monza: di "Ladra di Profumi" e del suo bambino, nato
carcerato, non se ne è saputo più nulla.
Questa storia ritrova la sua attualità, per via di due notizie di questi giorni
che riguardano la Regione Lazio:
Il Garante dei detenuti e l'Opera Nomadi firmano protocollo di intesa per
detenuti Rom
http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2058%3Alazio-il-garante-dei-detenuti-e-lopera-nomadi-firmano-protocollo-di-intesa-per-detenuti-rom&catid=16%3Anotizie-2010&Itemid=1
Il Garante per l'Infanzia e l'Associazione "21 luglio" firmano protocollo
d'intesa per l'Osservatorio permanente sui diritti dei minori Rom
http://www.vita.it/news/view/106037
Per quanto riguarda l'Opera Nomadi se dovessimo pensare alla sensibilità
dimostrata dal suo Presidente, ogni commento appare superfluo. Dobbiamo, invece,
congratularci con l'Associazione 21 luglio, "New Entry" assoluta, costituitasi a
Roma il 6 aprile 2010, con "pratica" in via di definizione per l'acquisizione
della "personalità giuridica"ed il "riconoscimento" di Ente Morale, ma da subito
chiamata a confrontarsi con la realtà difficile dei bambini Rom che, per
Statuto, sono oggetto della propria attività.
Sembra quasi che in Italia, oggi più di ieri, nessuna seria politica di sostegno
al "disagio" sia possibile se non attraverso il coinvolgimento di "partner"
occasionali, scelti chissà come e perché.
Eppure le attuali contraddizioni della nostra società, le infinite emergenze, la
precarietà delle condizioni di vita di tante Famiglie, dovrebbero far riflettere
e suggerire strade diverse da quelle fin qui percorse, che non possono trovare
risposte nel "volontariato" più o meno assistito.
Noi aspettiamo con ansia che la "Politica", fuori da ogni logica assistenziale
ed abbandonando le tentazioni securitarie, ritrovi i suoi giusti spazi, senza
più subappaltare ad altri i problemi delle persone ma, semplicemente,
riscoprendo "percorsi istituzionali" certi che con "azioni amministrative"
concrete, consentano il graduale superamento delle "precarietà" che, non
necessariamente, sono rappresentate solo dalle "emergenze" dei Rom per i quali,
invece, si concretizzano sempre più, vere e proprie politiche di "apartheid".
... ed anche perché, come direbbe "Ladra di Profumi", nel momento del bisogno
tutti spariscono.
Per completezza d'informazione, riporto questa precisazione
di Carlo Stasolla:
Caro Giancarlo, grazie per la nota che condivido.
Consentimi però due precisazioni che riguardano l'associazione 21 luglio che
rappresento. Essa è composta da soggetti gagè e rom che da 25 anni, in
maniera volutamente nascosta e discreta, vivono nei campi della periferia
romana e conoscono l'ambiente e che dopo tanti anni di silenzio hanno
sentito la necessità di "uscire allo scoperto" partendo dai diritti dei
minori rom, quelli che incarnano il futuro della popolazione romanì. La "new
entry" di cui parli riguarda l'associazione come soggetto giuridico, non
certo i suoi associati che a Roma sono conosciuti da lungo tempo per impegno
e dedizione.
La 21 luglio, inoltre, è probabilmente l'unica associazione che si interessa
di rom e che ha nel suo statuto la norma che le vieta l'accesso a pubblici
finanziamenti per restare equidistante nei giudizi ed imparziale nelle
scelte. E' quest'ultimo un tratto caratteristico della 21 luglio che ritengo
fondamentale per comprendere professionalità e motivazioni dei suoi
volontari che tali e sono e tali vanno considerati.
La scelta del Garante è stata probabilmente suggerita da questi due aspetti
che sopra ho segnalato.
[...]
Grazie per lo spazio. Carlo
Da
Roma_Benelux
E' responsabilità di tutti noi, esigere dall'autorità pubblica che
rispetti i suoi obblighi nei confronti dei popoli viaggianti: è una questione di
libertà, di uguaglianza, di solidarietà. Un'opinione di Veronique Van der
Plancke, vicepresidente della Lega dei Diritti dell'Uomo.
Da alcuni giorni, una piccola comunità di circa ventimila individui in
Belgio, solitamente chiamati "Gens du voyage", attira l'attenzione come non mai.
Visti talvolta come un solo uomo, comprendiamo gradualmente che la loro realtà è
multipla, e di conseguenza, che le risposte da dare alle domande attuali,
dovranno essere diversificate.
E' così che questi discendenti degli Tzigani (chiamati anche Rom, Zingari,
Sinti a secondo della loro provenienza geografica), arrivati in Belgio nel XV o
alla fine del XIX secolo, hanno generalmente mantenuto la tradizione
dell'abitazione mobile, benché non per questo tutti svolgono una vita
itinerante. Alcuni di loro viaggiano per un periodo più o meno lungo dell'anno,
fermandosi per alcune settimane in luoghi che si susseguono.
Numerosi di loro sono diventati sedentari, ma preferiscono tuttavia risiedere in
una roulotte, installata stabilmente su un terreno, in modo da perpetrare un
modo di vita aperto verso l'esterno, al quale sono abituati dall'infanzia, modo
che permette loro di mantenere un legame (anche solo simbolico)con il viaggio. A
questi si aggiungono i Viaggianti residenti nei paesi vicini, in Francia e nei
Paesi Bassi soprattutto, i quali attraversano il Belgio durante il periodo
estivo.
Nello stesso modo in cui la rivendicazione relativa all'indossare il velo ci
interpella riguardo al posto che prende la religione nelle nostre vite, i
Viaggianti ci ricordano, tramite il loro modo di vivere, che non c'è nessuna
ragione per cui la vita sedentaria generalizzata debba essere il solo modo di
esistere. Turbano così, con la loro diversità culturale, una società tentata
dall'omogeneizzazione delle pratiche. Incarnano un'idea di libertà e di distacco
in un mondo ossessionato dalla sicurezza, il confort e la capitalizzazione. Si
potrebbe anche asserire che sono precursori in materia di alloggi alternativi,
nel momento in cui ci si interroga sull'abitazione raggruppata, o
intergenerazionale.
Vettori di una diversità culturale da preservare, fanno ugualmente luce, loro
malgrado, su un tipo di abitazione incline a moltiplicarsi in un contesto di
disuguaglianze sociali: un certo numero di persone, senza alcuna origine
tzigana, s'installano in roulotte per motivi economici, non potendo provvedere
alle spese di un appartamento. Che siano "ricchi o miserabili", i Viaggianti
suscitano numerose reazioni negative. La loro fortuna sarebbe frutto della loro
disonestà, e la loro povertà del loro ozio.
Questi pregiudizi violenti circolano come una scia di polvere esplosiva, in
Francia come qui, ed è la storia deplorevole di un appuntamento mancato.
Piuttosto che focalizzarsi in modo maldestro sul comportamento reprensibile di
alcuni, è verso un rovesciamento di prospettiva che diventa urgente porsi:
puntando sulla responsabilità del potere pubblico il quale, a causa della sua
relativa inerzia, non rispetta il diritto fondamentale dei Viaggianti di
conservare un'identità tzigana e di svolgere una vita conforme alle tradizioni
di questa minoranza.
E' così che, a proposito di un fatto riguardante la Grecia, il Comitato Europeo
dei Diritti Sociali – organo quasi giurisdizionale scaturito dal Consiglio
Europeo – ha consacrato in dicembre 2004, un obbligo per gli stati, di
organizzare siti di stazionamento adeguati, a beneficio dei viaggianti, onde "evitare l'esclusione sociale, rispettare la diversità e impedire ogni
discriminazione".
In ottobre 2009, è la Francia che viene condannata dal Comitato, malgrado la sua
legge di luglio 2000, imponendo a tutti i comuni di più di cinquemila abitanti,
di dotarsi di un'area di accoglienza. Il Comitato constata in realtà una messa
in opera insufficiente di codesta legislazione, avendo per conseguenza di
esporre il Viaggianti all'occupazione illegale di siti, quindi a successive
espulsioni. Ad oggi, meno della metà dei comuni francesi rispettano i loro
obblighi: dei quarantaduemila posti giudicati necessari, soltanto ventimila sono
state attrezzati, tra cui alcuni in prossimità di discariche, altri tra binari
delle ferrovie e autostrade.
E' sulla base del metro di paragone di questa constatazione di manchevolezza,
che bisogna valutare le dichiarazioni chiassose e sfrontate del Ministro
dell'Interno francese.
E in Belgio? Tramite un effetto combinato di politiche pensate in funzione delle
persone, (le quali abitano o aspirano ad abitare in alloggi classici), e della
cattiva volontà dei comuni, poco desiderosi di accogliere sul loro suolo
popolazioni fortemente stigmatizzate, le famiglie dei Viaggianti sono da una
decina di anni a questa parte, in preda a delle difficoltà crescenti, nella
ricerca di un luogo in cui sia loro concesso abitare serenamente, e nel rispetto
delle loro tradizioni.
Coloro i quali desiderano stabilirsi in modo permanente in una roulotte piazzata
su una proprietà da loro stessi acquistata o affittata, si scontrano spesso con
un rifiuto delle autorità di rilasciare le necessarie autorizzazioni a
costruire. Coloro i quali si spostano, faticano a trovare siti dove sono
autorizzati a fermarsi temporaneamente, perfino a pagamento: il regime francese
di obbligo di creare "aree d'accoglienza" non esiste da noi.
Nella capitale, le possibilità per le persone d'installare le loro roulotte sono
molto limitate (Haren Anderlecht). La regione vallone conta soltanto un terreno
di transito pubblico (Bastogne), benché i comuni valloni che deciderebbero di
creare "terreni di accampamento in favore dei nomadi" possono ottenere, dal
1982, un sussidio presso la comunità francese del 60% del costo globale. Ma le
autorità comunali non sono propense a richiedere un aiuto finanziario per un
progetto così poco influente ai fini elettorali, quale è l'accoglienza dei
Viaggianti in degne condizioni.
Le famiglie coinvolte sono quindi ridotte a tentare d'ottenere autorizzazioni
specifiche, e accordate in modo discrezionale, a soggiornare su terreni
inutilizzati e non attrezzati. In queste condizioni, visto la mancanza evidente
di piazzali autorizzati in Vallonia, la maggioranza dei Viaggianti, poiché non
si conformano alla normativa dominante in materia di abitazione, sono costretti
a vivere nella precarietà e l'instabilità, soggetti a frequenti espulsioni,
talvolta negoziate, talvolta inopinate e speditive (non beneficiando delle
garanzie inquadranti l'espulsione di un locatario in difetto).
Senza contare altre vessazioni: per esempio, alcuni comuni rifiutano, in piena
illegalità, di iscrivere nei registri della popolazione le persone residenti in
roulotte, il che può intralciare drammaticamente il loro accesso all'impiego e
alle cure sanitarie. La Regione Fiamminga si distingue con un bilancio migliore
– riconoscimento della roulotte come "alloggio", cinque terreni di transito,
trenta terreni residenziali pubblici (destinati ad accogliere una occupazione
permanente) e 90% delle spese a carico delle autorità regionali – benché sia
considerato che solo il 60% delle "esigenze residenziali" sarebbero oggigiorno
coperte.
Constatiamo peraltro che, ben preparata, la coesistenza temporanea o prolungata
dei viaggianti con il restante della popolazione è generalmente positiva – i
cittadini sono rassicurati, le paure sfumano – e logisticamente poco costosa. E'
responsabilità di tutti noi esigere dall'autorità pubblica, che gli obblighi
verso i viaggianti vengano rispettati: è una questione di libertà, di
uguaglianza e di solidarietà.
Marie Charles
Conseillère juridique
Ligue des droits de l’Homme
22 rue du Boulet
1000 Bruxelles
Tél : 02/209.62.83
Fax : 02/209.63.80
Di Fabrizio (del 07/08/2010 @ 09:37:50, in scuola, visitato 1842 volte)
Da
Czech_Roma
ČTK | 3 agosto 2010
Berlino, 2 agosto (CTK) - L'attivista Georg Armbruester ha detto lunedì a CTK
che le organizzazioni romanì della Germania centrale premieranno un gruppo di 18
giovani rom di Ostrava, Moravia settentrionale, per aver vinto nel 2007 presso
la Corte Europea dei Diritti Umani un ricorso legale contro lo stato ceco per
discriminazione nell'istruzione (vedi
QUI ndr.)
I Rom cechi riceveranno il riconoscimento il 16 dicembre a Berlino, ha detto
Armbruester, del Centro Culturale di Documentazione dei Sinti e Rom Tedeschi ad
Heidelberg.
"Saranno premiati per il loro coraggioso impegno," ha detto Armbruester.
Il tribunale aveva stabilito che la Repubblica Ceca aveva violato il divieto
di discriminazione contenuto nella Convenzione Europea sui Diritti Umani, quando
mandò 18 bambini di origine romanì in scuole speciali per bambini con difficoltà
d'apprendimento.
I Rom di Ostrava, di età tra i 16 e i 22 anni, hanno fatto ricorso a
Strasburgo per essere stati messi in scuole speciali nel periodo 1996-1999, in
circostanze che violavano la Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Il tribunale assegnò 4.000 euro a titolo di risarcimento per i danni morali
subiti a ciascuno dei 18 ricorrenti ed un totale di 10.000 euro a tutti
loro come risarcimento per le spese processuali.
Armbruester ha aggiunto che i giovani erano tra i candidati al primo premio,
il Premio Europeo dei Sinti e Rom per i Diritti Umani, che è poi andato all'ex
presidente del Parlamento Europeo, la francese Simone Veil.
"La giuria aveva un problema nel concordare su un premio unico. Come
risultato, Manfred
Lautenschlager, fondatore del premio, ha detto che in apprezzamento allo sforzo
dei giovani, verrà loro conferito un riconoscimento speciale," ha detto Armbruester.
Assieme a loro, lo riceverà anche Agnes
Daroczi, attivista ungherese per i diritti dei Rom.
Il premio viene assegnato ogni due anni. E' sponsorizzato con 15.000 euro. La
prima volta venne assegnato nel 2008 all'ex ministro degli esteri polacco, Wladyslaw
Bartoszewski.
[...]
Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:44:19, in Regole, visitato 1882 volte)
Segnalazione di Elisabetta Vivaldi
"Per cittadini comunitari valgano le regole europee. Valutare caso per caso"
Roma – 2 agosto 2010 - I rom pericolosi o senza mezzi di sostentamento possono
essere rimandati da un Paese dell’Ue nel loro Paese d’origine, ma solo
valutandone la condizione caso per caso, senza espulsioni di massa.
Diversamente, si infrangerebbero le regole europee sulla libera circolazione dei
cittadini comunitari.
È la linea ricordata oggi dal portavoce della Commissione europea Michele
Cercone, a proposito del giro di vite contro i campi rom annunciato dal governo
francese.
"Tutti i cittadini europei sono liberi di circolare nell'Ue secondo quanto
stabilisce la direttiva sul libero movimento, che fissa però anche una serie di
condizioni in proposito, tra cui la capacità di provvedere a se stessi e il non
costituire una minaccia per la sicurezza del paese", ha detto Cercone.
"Le autorità nazionali responsabili in materia devono però seguire una procedura
di valutazione caso per caso", quindi "non esiste la possibilità di
un'espulsione di gruppo, ma questa e' personale e deve essere valutata
individualmente anche nei casi di situazioni simili", ha sottolineato il
portavoce. Il "semplice fatto di essere iscritti alle liste di disoccupazione,
per esempio, non è un motivo sufficiente" per essere allontanati da un paese
secondo quanto stabilisce la direttiva, ha aggiunto.
Allo stesso tempo, ha ricordato il portavoce, un cittadino Ue può fare appello
ai giudici del paese in questione contro la decisione di espulsione se la
ritiene immotivata, e i magistrati dovranno quindi valutare se l'espulsione
decisa dalle autorità "rispetta il principio di proporzionalità". "Tutti i
cittadini hanno le stesse libertà e gli stessi diritti" ha concluso Cercone.
Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:07:47, in Italia, visitato 1864 volte)
Segnalazione di Stefano Romboli: MARTEDI' 10 AGOSTO ALLE ORE
18,00 COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA A PIAN DI ROTA DOVE MORIRONO I QUATTRO
BAMBINI ROM. PER NON DIMENTICARE!
Radiocage.it
Per arrivare nel luogo dove la notte del 10 agosto 2007 sono morti in un
incendio Eva, Danciu, Menji e Lenuca, bisogna raggiungere il ponte che scavalca
la Variante dalla zona industriale del Picchianti in direzione del Cisternino e
di Collesalvetti. E’ l’ultimo cavalcavia sulla Variante in direzione Stagno,
prima che la Variante stessa si concluda. Salendo sul ponte, arrivando dal
Picchianti in direzione Cisternino, ai bordi della strada ma nell’altro senso di
marcia, c’è un sentiero in terra battuta che si inoltra tra i cespugli. Da lì
bisogna percorrere a piedi una cinquantina di metri, e prendere la prima
deviazione a destra, che porta sotto il ponte, a ridosso di un pilone di
sostegno. Lì, tra i rovi e i cespugli, vi sono i resti anneriti delle povere
cose bruciate dall’incendio: una rete metallica, un passeggino, oggetti sparsi.
C’è anche una piccola croce di legno, con i nomi dei quattro bambini: Eva, Danciu, Menji, Lenuca.
Andateci.
Ogni anno, in pieno agosto, la nostra ferita cittadina torna a sanguinare.
Eva (11 anni), Danciu (8), Menji (4), Lenuca (6) venivano dalla Romania ed erano
bambini come tutti gli altri, ma hanno avuto meno tutele, meno diritti e meno
fortuna di tutti gli altri.
Meno di tutto.
Sono passati già tre anni da quella notte, e il ricordo di questi bambini è
sempre più sbiadito nella memoria della nostra comunità cittadina, che sin
dall’inizio non volle o non seppe assumere pienamente il senso e la portata di
questa tragedia e di questo lutto.
Eppure non ci era richiesto niente.
Solo di sentire che erano anche figli nostri.
Di Fabrizio (del 05/08/2010 @ 09:08:44, in lavoro, visitato 1913 volte)
Da
Roma_Daily_News
SEVİM SONGÜN - ISTANBUL -
Hürriyet Daily News
27/07/2010 - La recente introduzione di nuovi chioschi per venditori di fiori
sta agitando i venditori di fiori per le vie di Istanbul, un gruppo dove sono
predominanti i membri della comunità rom cittadina. I venditori si lamentano di
essere stati allontanati dalle loro bancarelle ed esprimono preoccupazione sui
prezzi regolamentati e sulle ore di lavoro nei nuovi chioschi.
I rom costituiscono una parte sostanziale dei venditori di strada di Istanbul
che vendono fiori. DAILY NEWS foto, Mehveş KONUK
Un'iniziativa municipale di introdurre nuovi chioschi perla vendita di
fiori, preoccupa i venditori di strada di Istanbul, la maggior parte membri
della comunità rom cittadina, per la perdita delle loro bancarelle o per la
paura di essere obbligati ad adottare pratiche nuove ed inaccettabili.
Il comune ha detto che i venditori di strada sono liberi di affittare i nuovi
chioschi o continuare a lavorare nei vecchi, ma i venditori lamentano che la
compagnia che sta installando questi chioschi obbliga chi li affitta ad
indossare abiti "adeguati" e anche "intende scoraggiare i venditori di strada".
I venditori lamentano di essere obbligati a lasciare le loro bancarelle nelle
strade, per le misure indirette prese dagli incaricati della ditta di consulenza
Birikim, che sta costruendo i chioschi di fiori dopo avere vinto la gara indetta
da Kültür A.Ş., una corporazione commerciale fondata nel 1989 all'interno della
Municipalità Metropolitana di Istanbul o İBB.
I funzionari della compagnia hanno rifiutato di commentare o fornire
qualsiasi informazione sulla questione.
Emine Çetinbaşlar, che vende fiori di fronte all'università Bahçeşehir,
ha detto ad Hürriyet Daily News & Economic Review che gli incaricati della
ditta hanno installato un chiosco proprio accanto al suo, dopo che lei aveva
detto di non volerne affittare uno dalla compagnia. Çetinbaşlar ha aggiunto
che l'università le aveva precedentemente rinnovato il permesso, cosicché non
aveva bisogno di affittare un chiosco.
Metin Salih Şentürk, a capo dell'Associazione Fioristi di Kuştepe
dell'omonimo quartiere di Istanbul, dice che sebbene i funzionari di İBB
avessero assicurato il gruppo che i chioschi sarebbero stati costruiti lontani
dalle bancarelle dei venditori di strada, circa 15 chioschi sono stati
recentemente installati vicino a dove i Rom vendono fiori.
I venditori dicono di essere riluttanti ad affittare questi chioschi, dato
che dovrebbero vendere fiori a prezzi regolamentati e non sarebbero in grado di
trattare con i compratori, una cosa che Çetinbaşlar dice far parte del suo
lavoro.
Dice: "Vendo fiori agli studenti. A volte non hanno abbastanza denaro, ed io
posso preparare fiori per due lire turche. A volte non hanno proprio soldi, ed
io do lo stesso dei fiori, che mi pagheranno quando avranno i soldi."
I venditori che affittassero i chioschi, dovrebbero anche prevedere ore di
lavoro obbligatorio, cosa che molti venditori di strada hanno contestato. Şentürk
ha detto al Daily News che nei chioschi costruiti da Birikim i venditori devono
lavorare dalle 7 del mattino sino a mezzanotte.
Secondo Şentürk, alcuni funzionari della ditta hanno invitato i
venditori rom di fiori e detto loro che le venditrici avrebbero dovuto indossare
minigonne e truccarsi, se volevano lavorare nei nuovi chioschi. "Siamo
estremamente disturbati da queste regole presentate ai fioristi," dice Şentürk.
"Una settantenne che ha detto ai funzionari di non poter accettare regole
simili, è stata allontanata dalla sala della riunione."
Il comune di Istanbul ha detto al Daily News con una dichiarazione scritta
che i venditori di strada sono stati informati sulle prassi dei nuovi chioschi,
incluso un codice di abbigliamento che prevede pantaloni neri, T-shirt bianca ed
un grembiule per le venditrici. "Essere truccate non è obbligatorio, ma ai
venditori è stato detto che sarebbe più opportuno un aspetto pulito, elegante e
ben curato," recita la dichiarazione, aggiungendo che gli affittuari dovrebbero
prestare attenzione anche alla pulizia dei chioschi.
Dice Şentürk che ci sono circa 400 banchi di fiori in tutta Istanbul, ed
i venditori pagano prezzi differenti per il posto su strada ai vari comuni
locali.
Il comune di Istanbul ha pianificato un'installazione iniziale di 56
chioschi, 40 dei quali sono pronti. Quanti hanno lavorato come venditori di
fiori nella stessa area per almeno cinque anni avranno la priorità
nell'affittare i nuovi chioschi, dichiara İBB, aggiungendo che gli affitti
per i chioschi saranno minori a quelli degli spazi alternativi.
Şentürk ha detto che i venditori di fiori non erano ancora stati
informati sugli affitti, ma che non erano a conoscenza delle altre condizioni.
Da
Roma_Francais, con la traduzione di questo brano, Marylise Veillon inizia a
collaborare con la Mahalla: benvenuta!
Signore, Signori,
Cari/e Amici(he),
Due delle più antiche organizzazioni antirazziste di Francia e Belgio,
Mrap e Mrax, si sono unite per una dichiarazione comune riguardo la situazione
attuale della Gens du voyage.
[...]
Mrax (Movimento contro il Razzismo, l'Antisemitismo e la Xenofobia)
Mrap (Movimento conto il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli)
Dichiarazione MRAP – MRAX
Gens du voyage, gens de chez nous, gens de partout (Rom gente di casa
nostra, gente di ogni provenienza)
L'intera Europa stigmatizza sempre maggiormente e di giorno in giorno, coloro
chiamati nei paesi francofoni "Gens du voyage" ovvero i Rom e Sinti, oggi
cittadini dei loro paesi di residenza come la Francia, il Belgio, l'Italia.
Coloro i quali, durante la seconda guerra mondiale, erano definiti "Tzigani"
e subirono il genocidio nazi (Samudaripen), il quale non è stato ancora
riconosciuto fino a oggi, né dall'Europa né dagli stati membri dell'Unione
Europea.
Popolo Europeo per eccellenza, i Rom e Sinti o "Gens du voyage" di Belgio e
di Francia – sia che continuano a viaggiare (in particolare per l'esercizio di
attività economiche), sia che abbiano deciso di installarsi più a lungo in certi
luoghi – continuano a subire frontalmente il rifiuto della diversità. Eppure,
meno di un secolo fa, questo stile di vita faceva parte integrante della nostra
società: i venditori porta a porta di ieri rendevano agli abitanti dei nostri
paesi gli stessi servizi degli ambulanti di oggi.
In ogni luogo, sono oggetto di amalgami (ovvero infelici associazioni e
generalizzazioni) e di evidenti politiche sempre più repressive. L'atteggiamento
irresponsabile del potere pubblico, ben lungi dal cercare di riconoscere la loro
piena cittadinanza, incoraggia nelle opinioni pubbliche e nella popolazione,
atteggiamenti di paura e di rigetto razzista.
In Belgio, espulsioni da terreni decise dai comuni nelle Fiandre, hanno
causato incidenti con una parte degli abitanti, provocati dall'inerzia e il
rifiuto di prendersi la responsabilità da parte delle autorità pubbliche.
Centocinquanta famiglie sono state espulse da differenti luoghi e si ritrovano
prese dal panico e dal terrore, non sapendo più verso chi orientarsi.
In Francia, il Governo ha scelto per motivi di sicurezza questa stessa via,
annunciando la sua volontà di attaccarsi ai "problemi che pone il comportamento
dei Rom e Gens du Voyage" coltivando volontariamente l'amalgama per giustificare
una comune repressione.
Davanti a una situazione di una tale gravità nei due paesi vicini, il MRAX e
il MRAP dichiarano solennemente che il momento è giunto, affinché finalmente le
necessità dei "Gens du voyage" siano prese in considerazione dalle autorità.
E' urgente in Belgio:
- instaurare tramite legge, l'obbligo di organizzare in tutti i comuni il
soggiorno dei "Gens du voyage" in funzione dei criteri fissati in accordo con le
autorità regionali, le organizzazioni rappresentative dei "Gens du voyage" e
l'insieme delle associazioni;
- permettere loro di esercitare il loro diritto fondamentale di vivere in
un'abitazione mobile riconosciuta come alloggio;
- nominare delle persone che possoano fungere da contatto sia a livello
regionale che comunale.
In Francia, la situazione dei "Gens du voyage" chiama delle risposte
pubbliche concertate e volontariste. Ricordiamo che i "Gens du voyage" sono
cittadini francesi, ma sempre sottomessi a una legislazione di eccezione,
giudicata discriminatoria dalla "Halde" (alta autorità di lotta contro le
discriminazioni e per l'uguaglianza), facendone un popolo controllato come
nessun'altro.
E' urgente permettere alle famiglie dei "Gens du Voyage" di scegliere il loro
stile di vita, sia esso itinerante o sedentario:
- riconoscere l'abitazione mobile come un alloggio, con accesso ai diritti
sociali;
- fare rispettare la legge Besson del 2000 – la quale instaurava l'obbligo per
tutti i comuni di più di 5000 abitanti, di costruire delle aree d'accoglienza
per i "Gens du voyage". E' di competenza prefettizia ovviare all'inerzia dei
comuni i quali si sono sottratti a questo dovere;
- in attesa della messa in opera di tutto ciò, permettere loro di accedere a
reali luoghi dove potere vivere, ai servizi pubblici, al diritto all'acqua,
all'elettricità;
- sviluppare proposte di abitazioni sociali adatte, di terreni familiari in
affitto o annessi alla proprietà, corrispondenti alle aspirazioni delle famiglie
in cerca di legami territoriali.
Parigi-Bruxelles 30 luglio 2010
Contacts pour le Mrax :
Radouane BOUHLAL, Président, +32 (0) 475.75.14.89. ,
radouane.bouhlal@gmail.com
Elisabeth COHEN, Administratrice, +32 (0) 473.90.01.91. ,
lizabeth.cohen@gmail.com
Contacts pour le Mrap :
Martine Platel, membre du Conseil d'administration en charge du secteur roms,
tsiganes, et gens du voyage, +33 (0)6.81.03.46. 93
Mouvement contre le racisme et pour l'amitié entre les peuples
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Di Sucar Drom (del 04/08/2010 @ 08:57:07, in blog, visitato 1813 volte)
MIlano, Opera Nomadi: chiudere il Tavolo Rom
Ci sono delle buone ragioni, a parere degli scriventi, per concludere
un’esperienza nata inizialmente dall’esigenza di trovare uno spazio di confronto
tra le associazioni e gli enti che si oc...
Roma, il progetto di Alemanno inizia a mostrare tutti i suoi limiti
Mentre a Milano la situazione è drammatica a Roma si iniziano ad intravedere i
problemi che saranno sempre più evidenti nei prossimi mesi. Alemanno ha seguito
con due varianti positive la strada indicata da Rutelli e Veltroni. I...
Bruxelles, + Respect: seminario sui media per la partecipazione dei Sinti e dei
Rom
Si è tenuto il 5 luglio a Bruxelles, presso la sede di rappresentanza della
Regione Puglia, il primo seminario tecnico per sensibilizzare Media e
opinione pubblica sul tema della partecipazione e diritti delle popolazioni rom
e sinte. L’incontro è stato organizzato da Cittalia (centro studi...
Schio (VI), "messaggio" al Sindaco con quattro molotov nel parco
Quattro, forse cinque molotov hanno distrutto panchine, recinzioni, alberi e
cespugli di una grande aiuola di via Dei Boldù, proprio davanti all'abitazione
del sindaco Luigi Dalla Via...
Schio (VI), il Sindaco Dalla Via replica: "Episodi terribili e preoccupanti"
Dopo le proteste contro i sinti. Il sindaco Luigi Dalla Via ha esordito ieri
sera in consiglio comunale esortando la cittadinanza ad essere unità e a non
seminare odio. "Le frasi apparse sul blog sa...
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora. Un decreto previsto dalla
legge sulla sicurezza pubblica ne affida la tenuta e conservazione al
Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione centrale per i
servizi demografici. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale...
Roma, Najo Adzovic è il delegato del Sindaco di Roma
Ieri 27 luglio 2010 è una data da ricordare, affermerei senza paura di essere
smentito: una data storica. Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha un nominato
Najo Adzovic (in foto) quale suo delegato per i rapporti con le comunità rom
capitoline. La nomina è stata ufficializzata ieri mattina nella s...
Auschwitz-Birkenau, 2 Agosto 1944
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di
minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare.
Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse:
“Siamo tedeschi del...
Jazzit dedica la cover story e il cd a Django Reinhardt
Da qualche giorno potete trovare nelle edicole JAZZIT con la cover story
dedicata a Django Reinhardt con all’allegato discografico edito dalla Jazzit
Records (in collaborazione con il Museo del Jazz di Genova)...
Di Fabrizio (del 03/08/2010 @ 09:22:14, in Europa, visitato 4024 volte)
by Paul Polansky
[continua]
Joachim Ruecker
(immagine da
daylife.com)
IL PREMIO PINOCCHIO: al funzionario ONU che cercò di raccontare la più
grande bugia sul campo "libero dal piombo" di Osterode, accanto ai campi rom/askali
di Mitrovica.
Joachim Ruecker, nato il 30 maggio 1950 a Schwäbisch Hall in Germania, è un
impiegato civile internazionale. Venne nominato Rappresentante Speciale del
Segretario Generale per il Kosovo delle Nazioni Unite e capo dell'UNMIK dal
1 settembre 2006 al 20 giugno 2008. Prima, era stato Vice Rappresentante
Speciale e Capo della componente Ricostruzione Economica nell'amministrazione
UNMIK.
Prima di lavorare per l'UNMIK, Ruecker aveva servito come Commissario alle
Finanze e Capo della Divisione Budget e Finanze all'Ufficio Federale degli
Esteri a Berlino e ricoperto diversi posti nell'Ufficio Federale degli Esteri a
Bonn e in ambasciate tedesche all'estero, incluso Dar es Salaam, Detroit
(Consolato Generale) e Vienna. E' stato anche ambasciatore e Vice Alto
Rappresentante per l'Amministrazione e Finanza nell'Ufficio dell'Alto
Rappresentante a Sarajevo e sindaco della città di Sindelfingen in Germania.
Ruecker ha una laurea dottorale in economia internazionale ed in precedenza è
stato consigliere di politica estera del gruppo parlamentare socialdemocratico
al Bundestag.
Durante la sua prima conferenza stampa dopo essere stato nominato capo dell'UNMIK,
Ruecker annunciò che stava evacuando gli zingari dai campi intossicati dal
piombo verso siti "liberi da piombo" e provveduto al trattamento medico dei
bambini con i più alti livelli di piombo nel sangue. Disgraziatamente, il sito
scelto da Ruecker e dai suoi risultò essere l'ex base francese della KFOR,
Osterode, che diversi mesi prima l'esercito francese aveva abbandonato perché
molti soldati mostravano alti livelli di inquinamento da piombo. Infatti, ogni
soldato francese che aveva servito ad Osterode era stato avvisato di non dare
bambini alla nascita per nove mesi dopo aver lasciato il campo, a causa dei loro
alti livelli di piombo. Il campo di Osterode era a soli 50 metri dai più
infestati campi di Cesmin Lug e Kablare. Dopo diversi mesi di "cure dal piombo"
i dottori locali si sono arresi, dicendo che stavano facendo più danni che bene,
dato che i bambini tuttora vivevano su di un sito tossico. Più avanti l'OMS
dichiarò che non esisteva un livello accettabile di piombo per i bambini. Nessun
livello accettabile.
Nonostante l'evidente prossimità ai 100 milioni di tonnellate di cumuli di
scorie tossiche aleggianti sui campi zingari, il governo tedesco donò 500.000
euro per ristrutturare Osterode ed immediatamente dopo deportò una famiglia di
Rom kosovari (che aveva vissuto in Germania per 15 anni) ad Osterode. In pochi
mesi, i bambini di questa famiglia ebbero alcuni dei più alti livelli di piombo
nel campo. Un governatore tedesco di un protettorato, soldi tedeschi per un
mortale campo zingaro a est. La storia ha un modo sventurato di ripetersi.
Lamberto Zannier
(immagine da
Time.com) Machiavelli o Zannier? Non solo si assomigliano,
hanno entrambi la stessa filosofia quando si tratta di"questioni morali"
PREMIO IL PRINCIPE: disonora la persona che sta con i principi di Niccolo
Machiavelli pubblicati nel suo libro Il Principe nel 1532. Anche se è più una
satira che una guida per politici senza scrupoli, molti diplomatici veterani
come Zannier che non sanno leggerlo bene, hanno usato questo classico per essere
guidati attraverso la loro carriera.
Diplomatico italiano veterano, Lamberto Zannier prese la carica di nuovo
Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon e capo
dell'UNMIK il 20giugno 2008. Successe al tedesco Joachim Ruecker, diventando il
settimo capo dell'UNMIK da quando venne stabilita la missione nel 1999.
Nato il 15 giugno 1954 nel comune di Fagagna nell'Italia nord-orientale,
Zannier ha un dottorato di ricerca in legge dall'università di Trieste. Come
studente nell'Italia settentrionale, Zannier è stato educato agli ideali
umanisti del Rinascimento. Ma più tardi ha messo da parte quegli ideali
all'inseguimento di una carriera col governo italiano, dove prima fu avvocato e
poi ambasciatore, ed infine nel consiglio responsabile dei negoziati diplomatici
e delle questioni militari.
Dal 2000 al 2002 è stato rappresentante permanente dell'Italia all'Aia nel
Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche.
Nel 2002, Zannier entrò nell'OSCE a Vienna come direttore del Centro per la
Prevenzione dei Conflitti. Dal 2006 le sue responsabilità includevano la
supervisione delle operazioni OSCE di sette missioni in campo civile nei Balcani
e una dozzina d'altre nell'Europa Orientale, nella regione Caucasica e nell'Asia
Centrale. Prima del suo incarico come capo dell'UNMIK, Zannier aveva lavorato
per il Ministero degli Esteri italiano, occupandosi di politica e degli aspetti
operativi della partecipazione del paese alla Sicurezza Europea e alla Politica
di Difesa.
Zannnier divenne capo dell'UNMIK cinque giorni dopo che il Kosovo aveva
adottato la propria costituzione il 15 giugno 2008. Alla sua prima conferenza
stampa a Pristina, Zannier dichiarò: "Ci sono un certo numero di cose da
riaggiustare." La prima cosa che "riaggiustò" fu obbligare il governo del Kosovo
a sostituire l'amministrazione dei campi tossici, dove durante l'amministrazione
ONU oltre 80 Rom erano morti per complicazioni dovute ad avvelenamento da
piombo. Da allora, a qualsiasi giornalista che chiedeva informazioni su questi
campi, veniva detto dall'ufficio di Zannier che i campi non erano più una
questione ONU.
Come capo dell'UNMIK, Zannier avrebbe potuto ordinare l'immediata evacuazione
di questi campi tossici, come richiesto dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità. Ma probabilmente aveva paura che questi ladri di polli del XXI secolo
avrebbero trovato la via verso la sua amata Italia e contaminato là i suoi
cittadini. Fedele ai suoi principi machiavellici, la specialità di Zannier è di
prendere decisioni in assenza di qualsiasi moralità.
Fine settima puntata
Di Fabrizio (del 02/08/2010 @ 09:17:59, in casa, visitato 2176 volte)
Da
British_Roma (cronologia della vertenza di
DALE FARM)
I Viaggianti di Dale Farm: "Non ci arrenderemo e non ce ne andremo" by
Rachel Stevenson
A Dale Farm nell'Essex, il più grande sito in GB di Zingari e Viaggianti,
le famiglie si oppongono ad uno dei più grandi sgomberi della storia britannica
27/07/2010 - Per il momento, regna la pace nei pomeriggi di Dale Farm, che
ospita circa 1.000 persone ai margini di Basildon, nell'Essex. I cani dormono
nei vicoli, le donne vanno avanti e indietro, stendono il bucato, riordinano
casa. Quando finisce la scuola, il ronzio della vicina A127 viene soffocato dai
giochi dei bambini, che corrono attorno in bici. Nei caldi giorni estivi, ci
sono le grida e le delizie delle lotte con l'acqua. Potrebbe sembrare
qualsiasi sistemazione estiva in Gran Bretagna.
Ma tutto ciò è lontano da un idillio suburbano. Qui vengono disegnate le
trincee di uno dei più grandi sgomberi della storia britannica. Dale Farm è il
più grande sito in GB di Romanì e Viaggianti Irlandesi, e una parte di esso sta
per essere demolita.
Un certo numero di Zingari e Viaggianti ha vissuto a Dale Farm del tutto
legalmente dagli anni '60. Negli anni, si sono aggiunte più famiglie dopo che i
consigli iniziarono a chiudere i siti pubblici ed i Viaggianti furono obbligati
a cercare posti permanenti dove insediarsi. Ma il terreno che i nuovi arrivati
comprarono a Dale Farm è cintura verde protetta, rendendovi lo sviluppo
illegale. Dopo una quinquennale battaglia legale col consiglio, sono stati
nominati gli ufficiali giudiziari per sgomberare circa 90 famiglie dai lotti non
autorizzati.
"Non ce ne andremo," proclama uno striscione appeso all'ingresso. Oltre il
filo spinato avvolto attorno alle impalcature, fervono i preparativi per
resistere agli ufficiali giudiziari. Recentemente, il consiglio ha demolito dei
lotti di un sito più piccolo e non autorizzato lì vicino, cosa che ha messo
tutti in allerta. Si profila un brutto confronto.
"I nostri ragazzi sono pronti a quando arriveranno gli ufficiali giudiziari.
Non intendiamo alzarci ed andarcene - ci sarà una lotta terribile e non vogliamo
che succeda," dice Mary Ann McCarthy, nonna di 69 anni che con la sua famiglia
ha vissuto a Dale Farm per otto anni. "Sono passata attraverso gli sgomberi e ho
visto cose - gente che urlava e donne che si strappavano i capelli. Questo non
dovrebbe succedere mai."
Alcuni dei residenti dei villaggi vicini, d'altronde, applaudiranno ai
bulldozer. Ci sono denunce di reati e per comportamento antisociale ed
intimidatorio da parte dei Viaggianti. Un uomo del posto, che non vuol essere
nominato, ha detto. " Dobbiamo rispettare le leggi sulla pianificazione - non
possiamo costruire dove ci piace, perché dovrebbero farla franca?"
I Viaggianti dicono che le leggi sulla pianificazione sono discriminatorie
nei loro confronti, e che non hanno altro posto dove andare. "Qui ci sono
persone davvero malate, che non possono tornare sulla strada," dice McCarthy.
"Senza un indirizzo, non puoi avere dottori, i nostri bambini non possono andare
a scuola. I nostri campi sono stati chiusi e barriccati. La vita del nomade è
finita per i Viaggianti."
Anche se rimangono come un gruppo etnicamente definito, con le loro pratiche
culturali e lingua, circa i due terzi della popolazione zingara e viaggiante
britannica ora vive nelle case. Il problema dei siti non autorizzati è
minoritario, e la gran maggioranza di quanti vivono in roulotte lo fanno in
terreni di loro proprietà o affittati da privati.
Basterebbe un miglio quadrato di terreno a fornire a tutte le famiglie
zingare e Viaggianti in GB un posto dove stare, secondo una relazione della
Commissione sull'Eguaglianza ed i Diritti Umani, ma c'è carenza di piazzole
autorizzate. Tuttavia, il governo ha tagliato 30 milioni di sterline per il
finanziamento di nuovi siti.
Il consiglio di Basildon sta facendo tutto il possibile per evitare uno
sgombero a Dale Farm. Ha offerto ad alcuni residenti una sistemazione
alternativa e sta incoraggiando la gente ad andarsene volontariamente. Ma i
Viaggianti dicono che questa non è una soluzione realistica.
"L'unica cosa che ottengono è di spostarci da un'altra parte, cosa sperano di
ottenere mandandoci fuori da qui?" chiede McCarthy. "Tutti devono avere un posto
dove vivere, un posto dove andare. Perché non ci lasciano restare in pace e
tranquilli sulla terra che abbiamo comprato e pagato?"
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