Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/08/2010 @ 09:22:11, in Italia, visitato 1954 volte)

Da Giancarlo Ranaldi, con richiesta di pubblicazione

Qualche tempo fa (settembre 2009), grazie all'ospitalità di "U Velto", presi l'iniziativa di scrivere una "lettera aperta" alle principali organizzazioni che fanno proprie le istanze delle Popolazioni Rom, per raccontare la storia di "Ladra di Profumi", una giovane Romnì al nono mese di gravidanza, sorpresa a rubare in un negozio di profumi.
Arrestata, due giorni dopo dava alla luce il suo bambino, nato probabilmente all'interno della stessa struttura carceraria. Quasi contemporaneamente, un Giudice le negava qualsiasi misura alternativa alla prigione.
Questa lettera che, come potrete leggere, non apriva nessuna polemica se non quella di una carcerazione ai limiti del legittimo, si limitava soltanto ad auspicare la possibilità di andare a trovare mamma e figlio per sincerarsi delle loro condizioni di salute, per poi vedere, tutti insieme, se era possibile "immaginare" per loro un futuro diverso.

http://sucardrom.blogspot.com/2009/09/ladra-di-profumi-lettera-aperta-ai.html

Nella discussione che ne seguì (che pure potete leggere), quasi nessuno intervenne.
Ma quello che veramente mi colpì fu l'intervento del Presidente dell'Opera Nomadi, Massimo Converso, che pur di non assumere un impegno pubblico, in tutti i modi disattese la mia semplice richiesta: rifiutandosi d'intervenire direttamente nella discussione, tacciando di "provincialismo" la Redazione di "U Velto", contestando, in maniera del tutto superficiale, l'indagine svolta dal Partito Radicale sulla presenza di donne e bambini di etnia Rom all'interno delle carceri, rivendicando lo "spirito di volontariato" che da 43 anni aveva sempre contraddistinto l'Ente Morale da lui presieduto, al contrario di tutte le altre organizzazioni, legate a diverse Chiese e Partiti, che a suo dire si realizzavano soltanto sulla base di "contratti e convenzioni economiche". Poi, ingenuamente, ricordai la "Convenzione" che Converso aveva appena "chiuso" con la Regione Puglia (agosto 2009), per 480.000 euro, e qui si concluse la discussione.

… e così nessuno andò a Monza: di "Ladra di Profumi" e del suo bambino, nato carcerato, non se ne è saputo più nulla.

Questa storia ritrova la sua attualità, per via di due notizie di questi giorni che riguardano la Regione Lazio:

Il Garante dei detenuti e l'Opera Nomadi firmano protocollo di intesa per detenuti Rom http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2058%3Alazio-il-garante-dei-detenuti-e-lopera-nomadi-firmano-protocollo-di-intesa-per-detenuti-rom&catid=16%3Anotizie-2010&Itemid=1

Il Garante per l'Infanzia e l'Associazione "21 luglio" firmano protocollo d'intesa per l'Osservatorio permanente sui diritti dei minori Rom
http://www.vita.it/news/view/106037

Per quanto riguarda l'Opera Nomadi se dovessimo pensare alla sensibilità dimostrata dal suo Presidente, ogni commento appare superfluo. Dobbiamo, invece, congratularci con l'Associazione 21 luglio, "New Entry" assoluta, costituitasi a Roma il 6 aprile 2010, con "pratica" in via di definizione per l'acquisizione della "personalità giuridica"ed il "riconoscimento" di Ente Morale, ma da subito chiamata a confrontarsi con la realtà difficile dei bambini Rom che, per Statuto, sono oggetto della propria attività.

Sembra quasi che in Italia, oggi più di ieri, nessuna seria politica di sostegno al "disagio" sia possibile se non attraverso il coinvolgimento di "partner" occasionali, scelti chissà come e perché.
Eppure le attuali contraddizioni della nostra società, le infinite emergenze, la precarietà delle condizioni di vita di tante Famiglie, dovrebbero far riflettere e suggerire strade diverse da quelle fin qui percorse, che non possono trovare risposte nel "volontariato" più o meno assistito.

Noi aspettiamo con ansia che la "Politica", fuori da ogni logica assistenziale ed abbandonando le tentazioni securitarie, ritrovi i suoi giusti spazi, senza più subappaltare ad altri i problemi delle persone ma, semplicemente, riscoprendo "percorsi istituzionali" certi che con "azioni amministrative" concrete, consentano il graduale superamento delle "precarietà" che, non necessariamente, sono rappresentate solo dalle "emergenze" dei Rom per i quali, invece, si concretizzano sempre più, vere e proprie politiche di "apartheid".

... ed anche perché, come direbbe "Ladra di Profumi", nel momento del bisogno tutti spariscono.


Per completezza d'informazione, riporto questa precisazione di Carlo Stasolla:

Caro Giancarlo, grazie per la nota che condivido.
Consentimi però due precisazioni che riguardano l'associazione 21 luglio che rappresento. Essa è composta da soggetti gagè e rom che da 25 anni, in maniera volutamente nascosta e discreta, vivono nei campi della periferia romana e conoscono l'ambiente e che dopo tanti anni di silenzio hanno sentito la necessità di "uscire allo scoperto" partendo dai diritti dei minori rom, quelli che incarnano il futuro della popolazione romanì. La "new entry" di cui parli riguarda l'associazione come soggetto giuridico, non certo i suoi associati che a Roma sono conosciuti da lungo tempo per impegno e dedizione.
La 21 luglio, inoltre, è probabilmente l'unica associazione che si interessa di rom e che ha nel suo statuto la norma che le vieta l'accesso a pubblici finanziamenti per restare equidistante nei giudizi ed imparziale nelle scelte. E' quest'ultimo un tratto caratteristico della 21 luglio che ritengo fondamentale per comprendere professionalità e motivazioni dei suoi volontari che tali e sono e tali vanno considerati.
La scelta del Garante è stata probabilmente suggerita da questi due aspetti che sopra ho segnalato.
[...]
Grazie per lo spazio. Carlo

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Di Marylise Veillon (del 08/08/2010 @ 09:10:51, in Europa, visitato 1811 volte)

Da Roma_Benelux

E' responsabilità di tutti noi, esigere dall'autorità pubblica che rispetti i suoi obblighi nei confronti dei popoli viaggianti: è una questione di libertà, di uguaglianza, di solidarietà. Un'opinione di Veronique Van der Plancke, vicepresidente della Lega dei Diritti dell'Uomo.

Da alcuni giorni, una piccola comunità di circa ventimila individui in Belgio, solitamente chiamati "Gens du voyage", attira l'attenzione come non mai. Visti talvolta come un solo uomo, comprendiamo gradualmente che la loro realtà è multipla, e di conseguenza, che le risposte da dare alle domande attuali, dovranno essere diversificate.

E' così che questi discendenti degli Tzigani (chiamati anche Rom, Zingari, Sinti a secondo della loro provenienza geografica), arrivati in Belgio nel XV o alla fine del XIX secolo, hanno generalmente mantenuto la tradizione dell'abitazione mobile, benché non per questo tutti svolgono una vita itinerante. Alcuni di loro viaggiano per un periodo più o meno lungo dell'anno, fermandosi per alcune settimane in luoghi che si susseguono.

Numerosi di loro sono diventati sedentari, ma preferiscono tuttavia risiedere in una roulotte, installata stabilmente su un terreno, in modo da perpetrare un modo di vita aperto verso l'esterno, al quale sono abituati dall'infanzia, modo che permette loro di mantenere un legame (anche solo simbolico)con il viaggio. A questi si aggiungono i Viaggianti residenti nei paesi vicini, in Francia e nei Paesi Bassi soprattutto, i quali attraversano il Belgio durante il periodo estivo.

Nello stesso modo in cui la rivendicazione relativa all'indossare il velo ci interpella riguardo al posto che prende la religione nelle nostre vite, i Viaggianti ci ricordano, tramite il loro modo di vivere, che non c'è nessuna ragione per cui la vita sedentaria generalizzata debba essere il solo modo di esistere. Turbano così, con la loro diversità culturale, una società tentata dall'omogeneizzazione delle pratiche. Incarnano un'idea di libertà e di distacco in un mondo ossessionato dalla sicurezza, il confort e la capitalizzazione. Si potrebbe anche asserire che sono precursori in materia di alloggi alternativi, nel momento in cui ci si interroga sull'abitazione raggruppata, o intergenerazionale.

Vettori di una diversità culturale da preservare, fanno ugualmente luce, loro malgrado, su un tipo di abitazione incline a moltiplicarsi in un contesto di disuguaglianze sociali: un certo numero di persone, senza alcuna origine tzigana, s'installano in roulotte per motivi economici, non potendo provvedere alle spese di un appartamento. Che siano "ricchi o miserabili", i Viaggianti suscitano numerose reazioni negative. La loro fortuna sarebbe frutto della loro disonestà, e la loro povertà del loro ozio.

Questi pregiudizi violenti circolano come una scia di polvere esplosiva, in Francia come qui, ed è la storia deplorevole di un appuntamento mancato. Piuttosto che focalizzarsi in modo maldestro sul comportamento reprensibile di alcuni, è verso un rovesciamento di prospettiva che diventa urgente porsi: puntando sulla responsabilità del potere pubblico il quale, a causa della sua relativa inerzia, non rispetta il diritto fondamentale dei Viaggianti di conservare un'identità tzigana e di svolgere una vita conforme alle tradizioni di questa minoranza.

E' così che, a proposito di un fatto riguardante la Grecia, il Comitato Europeo dei Diritti Sociali – organo quasi giurisdizionale scaturito dal Consiglio Europeo – ha consacrato in dicembre 2004, un obbligo per gli stati, di organizzare siti di stazionamento adeguati, a beneficio dei viaggianti, onde "evitare l'esclusione sociale, rispettare la diversità e impedire ogni discriminazione".

In ottobre 2009, è la Francia che viene condannata dal Comitato, malgrado la sua legge di luglio 2000, imponendo a tutti i comuni di più di cinquemila abitanti, di dotarsi di un'area di accoglienza. Il Comitato constata in realtà una messa in opera insufficiente di codesta legislazione, avendo per conseguenza di esporre il Viaggianti all'occupazione illegale di siti, quindi a successive espulsioni. Ad oggi, meno della metà dei comuni francesi rispettano i loro obblighi: dei quarantaduemila posti giudicati necessari, soltanto ventimila sono state attrezzati, tra cui alcuni in prossimità di discariche, altri tra binari delle ferrovie e autostrade.

E' sulla base del metro di paragone di questa constatazione di manchevolezza, che bisogna valutare le dichiarazioni chiassose e sfrontate del Ministro dell'Interno francese.

E in Belgio? Tramite un effetto combinato di politiche pensate in funzione delle persone, (le quali abitano o aspirano ad abitare in alloggi classici), e della cattiva volontà dei comuni, poco desiderosi di accogliere sul loro suolo popolazioni fortemente stigmatizzate, le famiglie dei Viaggianti sono da una decina di anni a questa parte, in preda a delle difficoltà crescenti, nella ricerca di un luogo in cui sia loro concesso abitare serenamente, e nel rispetto delle loro tradizioni.

Coloro i quali desiderano stabilirsi in modo permanente in una roulotte piazzata su una proprietà da loro stessi acquistata o affittata, si scontrano spesso con un rifiuto delle autorità di rilasciare le necessarie autorizzazioni a costruire. Coloro i quali si spostano, faticano a trovare siti dove sono autorizzati a fermarsi temporaneamente, perfino a pagamento: il regime francese di obbligo di creare "aree d'accoglienza" non esiste da noi.

Nella capitale, le possibilità per le persone d'installare le loro roulotte sono molto limitate (Haren Anderlecht). La regione vallone conta soltanto un terreno di transito pubblico (Bastogne), benché i comuni valloni che deciderebbero di creare "terreni di accampamento in favore dei nomadi" possono ottenere, dal 1982, un sussidio presso la comunità francese del 60% del costo globale. Ma le autorità comunali non sono propense a richiedere un aiuto finanziario per un progetto così poco influente ai fini elettorali, quale è l'accoglienza dei Viaggianti in degne condizioni.

Le famiglie coinvolte sono quindi ridotte a tentare d'ottenere autorizzazioni specifiche, e accordate in modo discrezionale, a soggiornare su terreni inutilizzati e non attrezzati. In queste condizioni, visto la mancanza evidente di piazzali autorizzati in Vallonia, la maggioranza dei Viaggianti, poiché non si conformano alla normativa dominante in materia di abitazione, sono costretti a vivere nella precarietà e l'instabilità, soggetti a frequenti espulsioni, talvolta negoziate, talvolta inopinate e speditive (non beneficiando delle garanzie inquadranti l'espulsione di un locatario in difetto).

Senza contare altre vessazioni: per esempio, alcuni comuni rifiutano, in piena illegalità, di iscrivere nei registri della popolazione le persone residenti in roulotte, il che può intralciare drammaticamente il loro accesso all'impiego e alle cure sanitarie. La Regione Fiamminga si distingue con un bilancio migliore – riconoscimento della roulotte come "alloggio", cinque terreni di transito, trenta terreni residenziali pubblici (destinati ad accogliere una occupazione permanente) e 90% delle spese a carico delle autorità regionali – benché sia considerato che solo il 60% delle "esigenze residenziali" sarebbero oggigiorno coperte.

Constatiamo peraltro che, ben preparata, la coesistenza temporanea o prolungata dei viaggianti con il restante della popolazione è generalmente positiva – i cittadini sono rassicurati, le paure sfumano – e logisticamente poco costosa. E' responsabilità di tutti noi esigere dall'autorità pubblica, che gli obblighi verso i viaggianti vengano rispettati: è una questione di libertà, di uguaglianza e di solidarietà.

Marie Charles
Conseillère juridique
Ligue des droits de l’Homme

22 rue du Boulet
1000 Bruxelles
Tél : 02/209.62.83
Fax : 02/209.63.80

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Di Fabrizio (del 07/08/2010 @ 09:37:50, in scuola, visitato 1842 volte)

Da Czech_Roma

ČTK | 3 agosto 2010
Berlino, 2 agosto (CTK) - L'attivista Georg Armbruester ha detto lunedì a CTK che le organizzazioni romanì della Germania centrale premieranno un gruppo di 18 giovani rom di Ostrava, Moravia settentrionale, per aver vinto nel 2007 presso la Corte Europea dei Diritti Umani un ricorso legale contro lo stato ceco per discriminazione nell'istruzione (vedi QUI ndr.)

I Rom cechi riceveranno il riconoscimento il 16 dicembre a Berlino, ha detto Armbruester, del Centro Culturale di Documentazione dei Sinti e Rom Tedeschi ad Heidelberg.

"Saranno premiati per il loro coraggioso impegno," ha detto Armbruester.

Il tribunale aveva stabilito che la Repubblica Ceca aveva violato il divieto di discriminazione contenuto nella Convenzione Europea sui Diritti Umani, quando mandò 18 bambini di origine romanì in scuole speciali per bambini con difficoltà d'apprendimento.

I Rom di Ostrava, di età tra i 16 e i 22 anni, hanno fatto ricorso a Strasburgo per essere stati messi in scuole speciali nel periodo 1996-1999, in circostanze che violavano la Convenzione Europea sui Diritti Umani.

Il tribunale assegnò 4.000 euro a titolo di risarcimento per i danni morali subiti a ciascuno dei 18 ricorrenti ed un totale di 10.000 euro a tutti loro come risarcimento per le spese processuali.

Armbruester ha aggiunto che i giovani erano tra i candidati al primo premio, il Premio Europeo dei Sinti e Rom per i Diritti Umani, che è poi andato all'ex presidente del Parlamento Europeo, la francese Simone Veil.

"La giuria aveva un problema nel concordare su un premio unico. Come risultato, Manfred Lautenschlager, fondatore del premio, ha detto che in apprezzamento allo sforzo dei giovani, verrà loro conferito un riconoscimento speciale," ha detto Armbruester.

Assieme a loro, lo riceverà anche Agnes Daroczi, attivista ungherese per i diritti dei Rom.

Il premio viene assegnato ogni due anni. E' sponsorizzato con 15.000 euro. La prima volta venne assegnato nel 2008 all'ex ministro degli esteri polacco, Wladyslaw Bartoszewski.

[...]

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Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:44:19, in Regole, visitato 1882 volte)

Segnalazione di Elisabetta Vivaldi



"Per cittadini comunitari valgano le regole europee. Valutare caso per caso"

Roma – 2 agosto 2010 - I rom pericolosi o senza mezzi di sostentamento possono essere rimandati da un Paese dell’Ue nel loro Paese d’origine, ma solo valutandone la condizione caso per caso, senza espulsioni di massa. Diversamente, si infrangerebbero le regole europee sulla libera circolazione dei cittadini comunitari.

È la linea ricordata oggi dal portavoce della Commissione europea Michele Cercone, a proposito del giro di vite contro i campi rom annunciato dal governo francese.

"Tutti i cittadini europei sono liberi di circolare nell'Ue secondo quanto stabilisce la direttiva sul libero movimento, che fissa però anche una serie di condizioni in proposito, tra cui la capacità di provvedere a se stessi e il non costituire una minaccia per la sicurezza del paese", ha detto Cercone.

"Le autorità nazionali responsabili in materia devono però seguire una procedura di valutazione caso per caso", quindi "non esiste la possibilità di un'espulsione di gruppo, ma questa e' personale e deve essere valutata individualmente anche nei casi di situazioni simili", ha sottolineato il portavoce. Il "semplice fatto di essere iscritti alle liste di disoccupazione, per esempio, non è un motivo sufficiente" per essere allontanati da un paese secondo quanto stabilisce la direttiva, ha aggiunto.

Allo stesso tempo, ha ricordato il portavoce, un cittadino Ue può fare appello ai giudici del paese in questione contro la decisione di espulsione se la ritiene immotivata, e i magistrati dovranno quindi valutare se l'espulsione decisa dalle autorità "rispetta il principio di proporzionalità". "Tutti i cittadini hanno le stesse libertà e gli stessi diritti" ha concluso Cercone.

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Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:07:47, in Italia, visitato 1864 volte)

Segnalazione di Stefano Romboli: MARTEDI' 10 AGOSTO ALLE ORE 18,00 COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA A PIAN DI ROTA DOVE MORIRONO I QUATTRO BAMBINI ROM. PER NON DIMENTICARE!

Radiocage.it

Per arrivare nel luogo dove la notte del 10 agosto 2007 sono morti in un incendio Eva, Danciu, Menji e Lenuca, bisogna raggiungere il ponte che scavalca la Variante dalla zona industriale del Picchianti in direzione del Cisternino e di Collesalvetti. E’ l’ultimo cavalcavia sulla Variante in direzione Stagno, prima che la Variante stessa si concluda. Salendo sul ponte, arrivando dal Picchianti in direzione Cisternino, ai bordi della strada ma nell’altro senso di marcia, c’è un sentiero in terra battuta che si inoltra tra i cespugli. Da lì bisogna percorrere a piedi una cinquantina di metri, e prendere la prima deviazione a destra, che porta sotto il ponte, a ridosso di un pilone di sostegno. Lì, tra i rovi e i cespugli, vi sono i resti anneriti delle povere cose bruciate dall’incendio: una rete metallica, un passeggino, oggetti sparsi. C’è anche una piccola croce di legno, con i nomi dei quattro bambini: Eva, Danciu, Menji, Lenuca.

Andateci.

Ogni anno, in pieno agosto, la nostra ferita cittadina torna a sanguinare.

Eva (11 anni), Danciu (8), Menji (4), Lenuca (6) venivano dalla Romania ed erano bambini come tutti gli altri, ma hanno avuto meno tutele, meno diritti e meno fortuna di tutti gli altri.

Meno di tutto.

Sono passati già tre anni da quella notte, e il ricordo di questi bambini è sempre più sbiadito nella memoria della nostra comunità cittadina, che sin dall’inizio non volle o non seppe assumere pienamente il senso e la portata di questa tragedia e di questo lutto.

Eppure non ci era richiesto niente.

Solo di sentire che erano anche figli nostri.

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Di Fabrizio (del 05/08/2010 @ 09:08:44, in lavoro, visitato 1913 volte)

Da Roma_Daily_News

SEVİM SONGÜN - ISTANBUL - Hürriyet Daily News

27/07/2010 - La recente introduzione di nuovi chioschi per venditori di fiori sta agitando i venditori di fiori per le vie di Istanbul, un gruppo dove sono predominanti i membri della comunità rom cittadina. I venditori si lamentano di essere stati allontanati dalle loro bancarelle ed esprimono preoccupazione sui prezzi regolamentati e sulle ore di lavoro nei nuovi chioschi.

I rom costituiscono una parte sostanziale dei venditori di strada di Istanbul che vendono fiori. DAILY NEWS foto, Mehveş KONUK

Un'iniziativa municipale di introdurre nuovi chioschi perla vendita di fiori, preoccupa i venditori di strada di Istanbul, la maggior parte membri della comunità rom cittadina, per la perdita delle loro bancarelle o per la paura di essere obbligati ad adottare pratiche nuove ed inaccettabili.

Il comune ha detto che i venditori di strada sono liberi di affittare i nuovi chioschi o continuare a lavorare nei vecchi, ma i venditori lamentano che la compagnia che sta installando questi chioschi obbliga chi li affitta ad indossare abiti "adeguati" e anche "intende scoraggiare i venditori di strada".

I venditori lamentano di essere obbligati a lasciare le loro bancarelle nelle strade, per le misure indirette prese dagli incaricati della ditta di consulenza Birikim, che sta costruendo i chioschi di fiori dopo avere vinto la gara indetta da Kültür A.Ş., una corporazione commerciale fondata nel 1989 all'interno della Municipalità Metropolitana di Istanbul o İBB.

I funzionari della compagnia hanno rifiutato di commentare o fornire qualsiasi informazione sulla questione.

Emine Çetinbaşlar, che vende fiori di fronte all'università Bahçeşehir, ha detto ad Hürriyet Daily News & Economic Review che gli incaricati della ditta hanno installato un chiosco proprio accanto al suo, dopo che lei aveva detto di non volerne affittare uno dalla compagnia. Çetinbaşlar ha aggiunto che l'università le aveva precedentemente rinnovato il permesso, cosicché non aveva bisogno di affittare un chiosco.

Metin Salih Şentürk, a capo dell'Associazione Fioristi di Kuştepe dell'omonimo quartiere di Istanbul, dice che sebbene i funzionari di İBB avessero assicurato il gruppo che i chioschi sarebbero stati costruiti lontani dalle bancarelle dei venditori di strada, circa 15 chioschi sono stati recentemente installati vicino a dove i Rom vendono fiori.

I venditori dicono di essere riluttanti ad affittare questi chioschi, dato che dovrebbero vendere fiori a prezzi regolamentati e non sarebbero in grado di trattare con i compratori, una cosa che Çetinbaşlar dice far parte del suo lavoro.

Dice: "Vendo fiori agli studenti. A volte non hanno abbastanza denaro, ed io posso preparare fiori per due lire turche. A volte non hanno proprio soldi, ed io do lo stesso dei fiori, che mi pagheranno quando avranno i soldi."

I venditori che affittassero i chioschi, dovrebbero anche prevedere ore di lavoro obbligatorio, cosa che molti venditori di strada hanno contestato. Şentürk ha detto al Daily News che nei chioschi costruiti da Birikim i venditori devono lavorare dalle 7 del mattino sino a mezzanotte.

Secondo Şentürk, alcuni funzionari della ditta hanno invitato i venditori rom di fiori e detto loro che le venditrici avrebbero dovuto indossare minigonne e truccarsi, se volevano lavorare nei nuovi chioschi. "Siamo estremamente disturbati da queste regole presentate ai fioristi," dice Şentürk. "Una settantenne che ha detto ai funzionari di non poter accettare regole simili, è stata allontanata dalla sala della riunione."

Il comune di Istanbul ha detto al Daily News con una dichiarazione scritta che i venditori di strada sono stati informati sulle prassi dei nuovi chioschi, incluso un codice di abbigliamento che prevede pantaloni neri, T-shirt bianca ed un grembiule per le venditrici. "Essere truccate non è obbligatorio, ma ai venditori è stato detto che sarebbe più opportuno un aspetto pulito, elegante e ben curato," recita la dichiarazione, aggiungendo che gli affittuari dovrebbero prestare attenzione anche alla pulizia dei chioschi.

Dice Şentürk che ci sono circa 400 banchi di fiori in tutta Istanbul, ed i venditori pagano prezzi differenti per il posto su strada ai vari comuni locali.

Il comune di Istanbul ha pianificato un'installazione iniziale di 56 chioschi, 40 dei quali sono pronti. Quanti hanno lavorato come venditori di fiori nella stessa area per almeno cinque anni avranno la priorità nell'affittare i nuovi chioschi, dichiara İBB, aggiungendo che gli affitti per i chioschi saranno minori a quelli degli spazi alternativi.

Şentürk ha detto che i venditori di fiori non erano ancora stati informati sugli affitti, ma che non erano a conoscenza delle altre condizioni.

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Di Marylise Veillon (del 04/08/2010 @ 09:13:56, in Europa, visitato 1916 volte)

Da Roma_Francais, con la traduzione di questo brano, Marylise Veillon inizia a collaborare con la Mahalla: benvenuta!

Signore, Signori,
Cari/e Amici(he),

Due delle più antiche organizzazioni antirazziste di Francia e Belgio, Mrap e Mrax, si sono unite per una dichiarazione comune riguardo la situazione attuale della Gens du voyage.

[...]

Mrax (Movimento contro il Razzismo, l'Antisemitismo e la Xenofobia)
Mrap (Movimento conto il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli)

Dichiarazione MRAP – MRAX
Gens du voyage, gens de chez nous, gens de partout (Rom gente di casa nostra, gente di ogni provenienza)

L'intera Europa stigmatizza sempre maggiormente e di giorno in giorno, coloro chiamati nei paesi francofoni "Gens du voyage" ovvero i Rom e Sinti, oggi cittadini dei loro paesi di residenza come la Francia, il Belgio, l'Italia.

Coloro i quali, durante la seconda guerra mondiale, erano definiti "Tzigani" e subirono il genocidio nazi (Samudaripen), il quale non è stato ancora riconosciuto fino a oggi, né dall'Europa né dagli stati membri dell'Unione Europea.

Popolo Europeo per eccellenza, i Rom e Sinti o "Gens du voyage" di Belgio e di Francia – sia che continuano a viaggiare (in particolare per l'esercizio di attività economiche), sia che abbiano deciso di installarsi più a lungo in certi luoghi – continuano a subire frontalmente il rifiuto della diversità. Eppure, meno di un secolo fa, questo stile di vita faceva parte integrante della nostra società: i venditori porta a porta di ieri rendevano agli abitanti dei nostri paesi gli stessi servizi degli ambulanti di oggi.

In ogni luogo, sono oggetto di amalgami (ovvero infelici associazioni e generalizzazioni) e di evidenti politiche sempre più repressive. L'atteggiamento irresponsabile del potere pubblico, ben lungi dal cercare di riconoscere la loro piena cittadinanza, incoraggia nelle opinioni pubbliche e nella popolazione, atteggiamenti di paura e di rigetto razzista.

In Belgio, espulsioni da terreni decise dai comuni nelle Fiandre, hanno causato incidenti con una parte degli abitanti, provocati dall'inerzia e il rifiuto di prendersi la responsabilità da parte delle autorità pubbliche. Centocinquanta famiglie sono state espulse da differenti luoghi e si ritrovano prese dal panico e dal terrore, non sapendo più verso chi orientarsi.

In Francia, il Governo ha scelto per motivi di sicurezza questa stessa via, annunciando la sua volontà di attaccarsi ai "problemi che pone il comportamento dei Rom e Gens du Voyage" coltivando volontariamente l'amalgama per giustificare una comune repressione.

Davanti a una situazione di una tale gravità nei due paesi vicini, il MRAX e il MRAP dichiarano solennemente che il momento è giunto, affinché finalmente le necessità dei "Gens du voyage" siano prese in considerazione dalle autorità.

E' urgente in Belgio:
- instaurare tramite legge, l'obbligo di organizzare in tutti i comuni il soggiorno dei "Gens du voyage" in funzione dei criteri fissati in accordo con le autorità regionali, le organizzazioni rappresentative dei "Gens du voyage" e l'insieme delle associazioni;
- permettere loro di esercitare il loro diritto fondamentale di vivere in un'abitazione mobile riconosciuta come alloggio;
- nominare delle persone che possoano fungere da contatto sia a livello regionale che comunale.

In Francia, la situazione dei "Gens du voyage" chiama delle risposte pubbliche concertate e volontariste. Ricordiamo che i "Gens du voyage" sono cittadini francesi, ma sempre sottomessi a una legislazione di eccezione, giudicata discriminatoria dalla "Halde" (alta autorità di lotta contro le discriminazioni e per l'uguaglianza), facendone un popolo controllato come nessun'altro.
E' urgente permettere alle famiglie dei "Gens du Voyage" di scegliere il loro stile di vita, sia esso itinerante o sedentario:

- riconoscere l'abitazione mobile come un alloggio, con accesso ai diritti sociali;
- fare rispettare la legge Besson del 2000 – la quale instaurava l'obbligo per tutti i comuni di più di 5000 abitanti, di costruire delle aree d'accoglienza per i "Gens du voyage". E' di competenza prefettizia ovviare all'inerzia dei comuni i quali si sono sottratti a questo dovere;
- in attesa della messa in opera di tutto ciò, permettere loro di accedere a reali luoghi dove potere vivere, ai servizi pubblici, al diritto all'acqua, all'elettricità;
- sviluppare proposte di abitazioni sociali adatte, di terreni familiari in affitto o annessi alla proprietà, corrispondenti alle aspirazioni delle famiglie in cerca di legami territoriali.


Parigi-Bruxelles 30 luglio 2010

Contacts pour le Mrax :
Radouane BOUHLAL, Président, +32 (0) 475.75.14.89. , radouane.bouhlal@gmail.com
Elisabeth COHEN, Administratrice, +32 (0) 473.90.01.91. , lizabeth.cohen@gmail.com

Contacts pour le Mrap :
Martine Platel, membre du Conseil d'administration en charge du secteur roms, tsiganes, et gens du voyage, +33 (0)6.81.03.46. 93

Mouvement contre le racisme et pour l'amitié entre les peuples
43 bd Magenta - 75010 Paris - Tél. : 01 53 38 99 99
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Di Sucar Drom (del 04/08/2010 @ 08:57:07, in blog, visitato 1813 volte)

MIlano, Opera Nomadi: chiudere il Tavolo Rom
Ci sono delle buone ragioni, a parere degli scriventi, per concludere un’esperienza nata inizialmente dall’esigenza di trovare uno spazio di confronto tra le associazioni e gli enti che si oc...

Roma, il progetto di Alemanno inizia a mostrare tutti i suoi limiti
Mentre a Milano la situazione è drammatica a Roma si iniziano ad intravedere i problemi che saranno sempre più evidenti nei prossimi mesi. Alemanno ha seguito con due varianti positive la strada indicata da Rutelli e Veltroni. I...

Bruxelles, + Respect: seminario sui media per la partecipazione dei Sinti e dei Rom
Si è tenuto il 5 luglio a Bruxelles, presso la sede di rappresentanza della Regione Puglia, il primo seminario tecnico per sensibilizzare Media e opinione pubblica sul tema della partecipazione e diritti delle popolazioni rom e sinte. L’incontro è stato organizzato da Cittalia (centro studi...

Schio (VI), "messaggio" al Sindaco con quattro molotov nel parco
Quattro, forse cinque molotov hanno distrutto panchine, recinzioni, alberi e cespugli di una grande aiuola di via Dei Boldù, proprio davanti all'abitazione del sindaco Luigi Dalla Via...

Schio (VI), il Sindaco Dalla Via replica: "Episodi terribili e preoccupanti"
Dopo le proteste contro i sinti. Il sindaco Luigi Dalla Via ha esordito ieri sera in consiglio comunale esortando la cittadinanza ad essere unità e a non seminare odio. "Le frasi apparse sul blog sa...

Nasce il registro delle persone senza fissa dimora
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora. Un decreto previsto dalla legge sulla sicurezza pubblica ne affida la tenuta e conservazione al Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione centrale per i servizi demografici. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale...

Roma, Najo Adzovic è il delegato del Sindaco di Roma
Ieri 27 luglio 2010 è una data da ricordare, affermerei senza paura di essere smentito: una data storica. Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha un nominato Najo Adzovic (in foto) quale suo delegato per i rapporti con le comunità rom capitoline. La nomina è stata ufficializzata ieri mattina nella s...

Auschwitz-Birkenau, 2 Agosto 1944
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare. Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse: “Siamo tedeschi del...

Jazzit dedica la cover story e il cd a Django Reinhardt
Da qualche giorno potete trovare nelle edicole JAZZIT con la cover story dedicata a Django Reinhardt con all’allegato discografico edito dalla Jazzit Records (in collaborazione con il Museo del Jazz di Genova)...

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Di Fabrizio (del 03/08/2010 @ 09:22:14, in Europa, visitato 4024 volte)

by Paul Polansky

[continua]

Joachim Ruecker (immagine da daylife.com)

IL PREMIO PINOCCHIO: al funzionario ONU che cercò di raccontare la più grande bugia sul campo "libero dal piombo" di Osterode, accanto ai campi rom/askali di Mitrovica.

Joachim Ruecker, nato il 30 maggio 1950 a Schwäbisch Hall in Germania, è un impiegato civile internazionale. Venne nominato Rappresentante Speciale del Segretario Generale per il Kosovo delle Nazioni Unite e capo dell'UNMIK dal 1 settembre 2006 al 20 giugno 2008. Prima, era stato Vice Rappresentante Speciale e Capo della componente Ricostruzione Economica nell'amministrazione UNMIK.

Prima di lavorare per l'UNMIK, Ruecker aveva servito come Commissario alle Finanze e Capo della Divisione Budget e Finanze all'Ufficio Federale degli Esteri a Berlino e ricoperto diversi posti nell'Ufficio Federale degli Esteri a Bonn e in ambasciate tedesche all'estero, incluso Dar es Salaam, Detroit (Consolato Generale) e Vienna. E' stato anche ambasciatore e Vice Alto Rappresentante per l'Amministrazione e Finanza nell'Ufficio dell'Alto Rappresentante a Sarajevo e sindaco della città di Sindelfingen in Germania.

Ruecker ha una laurea dottorale in economia internazionale ed in precedenza è stato consigliere di politica estera del gruppo parlamentare socialdemocratico al Bundestag.

Durante la sua prima conferenza stampa dopo essere stato nominato capo dell'UNMIK, Ruecker annunciò che stava evacuando gli zingari dai campi intossicati dal piombo verso siti "liberi da piombo" e provveduto al trattamento medico dei bambini con i più alti livelli di piombo nel sangue. Disgraziatamente, il sito scelto da Ruecker e dai suoi risultò essere l'ex base francese della KFOR, Osterode, che diversi mesi prima l'esercito francese aveva abbandonato perché molti soldati mostravano alti livelli di inquinamento da piombo. Infatti, ogni soldato francese che aveva servito ad Osterode era stato avvisato di non dare bambini alla nascita per nove mesi dopo aver lasciato il campo, a causa dei loro alti livelli di piombo. Il campo di Osterode era a soli 50 metri dai più infestati campi di Cesmin Lug e Kablare. Dopo diversi mesi di "cure dal piombo" i dottori locali si sono arresi, dicendo che stavano facendo più danni che bene, dato che i bambini tuttora vivevano su di un sito tossico. Più avanti l'OMS dichiarò che non esisteva un livello accettabile di piombo per i bambini. Nessun livello accettabile.

Nonostante l'evidente prossimità ai 100 milioni di tonnellate di cumuli di scorie tossiche aleggianti sui campi zingari, il governo tedesco donò 500.000 euro per ristrutturare Osterode ed immediatamente dopo deportò una famiglia di Rom kosovari (che aveva vissuto in Germania per 15 anni) ad Osterode. In pochi mesi, i bambini di questa famiglia ebbero alcuni dei più alti livelli di piombo nel campo. Un governatore tedesco di un protettorato, soldi tedeschi per un mortale campo zingaro a est. La storia ha un modo sventurato di ripetersi.


Lamberto Zannier

(immagine da Time.com) Machiavelli o Zannier? Non solo si assomigliano, hanno entrambi la stessa filosofia quando si tratta di"questioni morali"

PREMIO IL PRINCIPE: disonora la persona che sta con i principi di Niccolo Machiavelli pubblicati nel suo libro Il Principe nel 1532. Anche se è più una satira che una guida per politici senza scrupoli, molti diplomatici veterani come Zannier che non sanno leggerlo bene, hanno usato questo classico per essere guidati attraverso la loro carriera.

Diplomatico italiano veterano, Lamberto Zannier prese la carica di nuovo Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon e capo dell'UNMIK il 20giugno 2008. Successe al tedesco Joachim Ruecker, diventando il settimo capo dell'UNMIK da quando venne stabilita la missione nel 1999.

Nato il 15 giugno 1954 nel comune di Fagagna nell'Italia nord-orientale, Zannier ha un dottorato di ricerca in legge dall'università di Trieste. Come studente nell'Italia settentrionale, Zannier è stato educato agli ideali umanisti del Rinascimento. Ma più tardi ha messo da parte quegli ideali all'inseguimento di una carriera col governo italiano, dove prima fu avvocato e poi ambasciatore, ed infine nel consiglio responsabile dei negoziati diplomatici e delle questioni militari.

Dal 2000 al 2002 è stato rappresentante permanente dell'Italia all'Aia nel Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. Nel 2002, Zannier entrò nell'OSCE a Vienna come direttore del Centro per la Prevenzione dei Conflitti. Dal 2006 le sue responsabilità includevano la supervisione delle operazioni OSCE di sette missioni in campo civile nei Balcani e una dozzina d'altre nell'Europa Orientale, nella regione Caucasica e nell'Asia Centrale. Prima del suo incarico come capo dell'UNMIK, Zannier aveva lavorato per il Ministero degli Esteri italiano, occupandosi di politica e degli aspetti operativi della partecipazione del paese alla Sicurezza Europea e alla Politica di Difesa.

Zannnier divenne capo dell'UNMIK cinque giorni dopo che il Kosovo aveva adottato la propria costituzione il 15 giugno 2008. Alla sua prima conferenza stampa a Pristina, Zannier dichiarò: "Ci sono un certo numero di cose da riaggiustare." La prima cosa che "riaggiustò" fu obbligare il governo del Kosovo a sostituire l'amministrazione dei campi tossici, dove durante l'amministrazione ONU oltre 80 Rom erano morti per complicazioni dovute ad avvelenamento da piombo. Da allora, a qualsiasi giornalista che chiedeva informazioni su questi campi, veniva detto dall'ufficio di Zannier che i campi non erano più una questione ONU.

Come capo dell'UNMIK, Zannier avrebbe potuto ordinare l'immediata evacuazione di questi campi tossici, come richiesto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma probabilmente aveva paura che questi ladri di polli del XXI secolo avrebbero trovato la via verso la sua amata Italia e contaminato là i suoi cittadini. Fedele ai suoi principi machiavellici, la specialità di Zannier è di prendere decisioni in assenza di qualsiasi moralità.

Fine settima puntata

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Di Fabrizio (del 02/08/2010 @ 09:17:59, in casa, visitato 2176 volte)

Da British_Roma (cronologia della vertenza di DALE FARM)

I Viaggianti di Dale Farm: "Non ci arrenderemo e non ce ne andremo" by Rachel Stevenson

A Dale Farm nell'Essex, il più grande sito in GB di Zingari e Viaggianti, le famiglie si oppongono ad uno dei più grandi sgomberi della storia britannica

27/07/2010 - Per il momento, regna la pace nei pomeriggi di Dale Farm, che ospita circa 1.000 persone ai margini di Basildon, nell'Essex. I cani dormono nei vicoli, le donne vanno avanti e indietro, stendono il bucato, riordinano casa. Quando finisce la scuola, il ronzio della vicina A127 viene soffocato dai giochi dei bambini, che corrono attorno in bici. Nei caldi giorni estivi, ci sono le grida e le delizie delle lotte con l'acqua. Potrebbe sembrare qualsiasi sistemazione estiva in Gran Bretagna.

Ma tutto ciò è lontano da un idillio suburbano. Qui vengono disegnate le trincee di uno dei più grandi sgomberi della storia britannica. Dale Farm è il più grande sito in GB di Romanì e Viaggianti Irlandesi, e una parte di esso sta per essere demolita.

Un certo numero di Zingari e Viaggianti ha vissuto a Dale Farm del tutto legalmente dagli anni '60. Negli anni, si sono aggiunte più famiglie dopo che i consigli iniziarono a chiudere i siti pubblici ed i Viaggianti furono obbligati a cercare posti permanenti dove insediarsi. Ma il terreno che i nuovi arrivati comprarono a Dale Farm è cintura verde protetta, rendendovi lo sviluppo illegale. Dopo una quinquennale battaglia legale col consiglio, sono stati nominati gli ufficiali giudiziari per sgomberare circa 90 famiglie dai lotti non autorizzati.

"Non ce ne andremo," proclama uno striscione appeso all'ingresso. Oltre il filo spinato avvolto attorno alle impalcature, fervono i preparativi per resistere agli ufficiali giudiziari. Recentemente, il consiglio ha demolito dei lotti di un sito più piccolo e non autorizzato lì vicino, cosa che ha messo tutti in allerta. Si profila un brutto confronto.

"I nostri ragazzi sono pronti a quando arriveranno gli ufficiali giudiziari. Non intendiamo alzarci ed andarcene - ci sarà una lotta terribile e non vogliamo che succeda," dice Mary Ann McCarthy, nonna di 69 anni che con la sua famiglia ha vissuto a Dale Farm per otto anni. "Sono passata attraverso gli sgomberi e ho visto cose - gente che urlava e donne che si strappavano i capelli. Questo non dovrebbe succedere mai."

Alcuni dei residenti dei villaggi vicini, d'altronde, applaudiranno ai bulldozer. Ci sono denunce di reati e per comportamento antisociale ed intimidatorio da parte dei Viaggianti. Un uomo del posto, che non vuol essere nominato, ha detto. " Dobbiamo rispettare le leggi sulla pianificazione - non possiamo costruire dove ci piace, perché dovrebbero farla franca?"

I Viaggianti dicono che le leggi sulla pianificazione sono discriminatorie nei loro confronti, e che non hanno altro posto dove andare. "Qui ci sono persone davvero malate, che non possono tornare sulla strada," dice McCarthy. "Senza un indirizzo, non puoi avere dottori, i nostri bambini non possono andare a scuola. I nostri campi sono stati chiusi e barriccati. La vita del nomade è finita per i Viaggianti."

Anche se rimangono come un gruppo etnicamente definito, con le loro pratiche culturali e lingua, circa i due terzi della popolazione zingara e viaggiante britannica ora vive nelle case. Il problema dei siti non autorizzati è minoritario, e la gran maggioranza di quanti vivono in roulotte lo fanno in terreni di loro proprietà o affittati da privati.

Basterebbe un miglio quadrato di terreno a fornire a tutte le famiglie zingare e Viaggianti in GB un posto dove stare, secondo una relazione della Commissione sull'Eguaglianza ed i Diritti Umani, ma c'è carenza di piazzole autorizzate. Tuttavia, il governo ha tagliato 30 milioni di sterline per il finanziamento di nuovi siti.

Il consiglio di Basildon sta facendo tutto il possibile per evitare uno sgombero a Dale Farm. Ha offerto ad alcuni residenti una sistemazione alternativa e sta incoraggiando la gente ad andarsene volontariamente. Ma i Viaggianti dicono che questa non è una soluzione realistica.

"L'unica cosa che ottengono è di spostarci da un'altra parte, cosa sperano di ottenere mandandoci fuori da qui?" chiede McCarthy. "Tutti devono avere un posto dove vivere, un posto dove andare. Perché non ci lasciano restare in pace e tranquilli sulla terra che abbiamo comprato e pagato?"

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