Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/02/2006 @ 19:05:11, in Italia, visitato 2732 volte)
Segnalo questo COMUNICATO STAMPA, anche se ignoro tutto dei fatti descritti (purtroppo, non farò mai il callo a queste polemiche ricorrenti)
La vicenda a cui si riferisce è QUESTA, mentre chi ha firmato il comunicato scrive ha un blog e (presumo) possa essere contattata via mail.

URGENTE COMUNICATO STAMPA

“Roma Reale, Roma Plurale”: la grande farsa!

Venerdì dieci febbraio, presso la Discoteca di Stato, vi è stata l’assegnazione del premio “Amico Rom”. Grande esclusa: Valeria Brigida, vincitrice del 2° premio, nonché video reporter e paladina dei diritti dei Rom. Si perpetrano i soprusi verso i veri giornalisti?

Oggi, alle 10:00, sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, nell’ambito dell’evento capitolino “Roma Reale, Roma Plurale”, organizzato dal Comune in collaborazione con L’Ufficio delle politiche della Multietnicità, si è consumata l’ennesima violazione dei diritti del cittadino, forse ad opera dei diretti responsabili dell'evento. Vittima inconsapevole, fino a poche ore prima della premiazione, Valeria Brigida, giornalista emergente che, nonostante la sua giovane età, è stata già protagonista di varie battaglie “ideologiche”, per la tutela dei diritti dei più deboli. Tra le sue inchieste “Cronaca di Roma, 14/15 Settembre 2005”, che narra la vera storia dello spostamento del più grande campo Rom del nord del mondo, ha destato particolare scalpore nell’ambito istituzionale.
Un video scomodo, come la sua autrice, che per mesi ha “urlato” la violazione dei diritti di un’intera Comunità Rom, di più di mille persone, tra cui ben 200 bambini (secondo i dati ufficiali…).
Forse per questo gli organizzatori della premiazione, che della Brigida sono amici, hanno dimenticato, o forse evitato volontariamente, di invitarla a ricevere il premio che già le era stato consegnato, mesi prima a Lanciano, dall’ Associazione “Thèm Romanò”.
E’ vergognoso che, in Italia, il prezzo da pagare per chi non si piega alla censura e vuole raccontare la sua verità sia quello di subire continui soprusi ed umiliazioni ed è vergognoso che la Presidenza della Repubblica sia stata inconsapevolmente coinvolta nella consegna di un premio che porta il nome di “Amico Rom”, escludendo ingiustamente la persona che forse, attualmente, meglio incarna questo concetto. Noi di Donnelibertadistampa, molti cittadini e giornalisti della “Free Lance International Press” siamo indignati di fronte a questi fatti ma, certi che a questo spiacevole episodio potrà porsi rimedio, attendiamo chiarimenti e speriamo vivamente che si sia trattato di un terribile malinteso.

Giulia Zanfino
 
Di Fabrizio (del 08/02/2006 @ 12:52:07, in Italia, visitato 2736 volte)
Sucar Drom riporta un articolo uscito ieri sulla Padania.
Son contento che sia toccato a loro rispondere al prode giornale del Nord, provo anche a spiegare perché:
Quell'articolo chiede l'abrogazione di tutti gli INTERVENTI A TUTELA DELLA CULTURA DEI ROM E DEI SINTI nel Veneto. Nel merito si contestano alla regione gli ingenti finanziamenti (ben 395.000 Euro!) e la presenza dei campi-sosta. ...La presenza di comunità Rom e Sinti nelle nostre città è un qualcosa che non va tutelato, ma, tuttalpiù, tollerato nel doveroso rispetto dei differenti modi di vita...
Ora (pausa di riflessione)... : - )
qualsiasi persona con un po' di buonsenso, sarebbe d'accordo con un leghista: una legge che in 4 anni vuole affrontare la presenza dei Rom e dei Sinti e investe quella cifra, non funzionerà mai! Di chi la colpa se non si è investito di più?
Mi permetto anche di suggerire: una cosa è la tutela della cultura, un'altra il campo-sosta, che con questa cultura, poco ci azzecca.
Assisto divertito a uno strano gioco delle parti: la Lega non vuole i campi-sosta, l'Opera Nomadi nemmeno, un luminare come Santino Spinelli non li vuole, la Commissione Europea rimprovera all'Italia che i suoi campi-sosta sono dei ghetti....
Se qualcuno li vuole, si faccia avanti per favore!
Aggiungo (con spirito bipartisan) che non si dice cosa fare DOPO: non occorre una grande testa per capire che chi sta nei campi-sPosta non è biodegradabile. Da qualche parte finirà, portandosi dietro i problemi irrisolti.
A meno che, i problemi irrisolti non siano della Lega stessa: una volta gridava: via i terroni, poi ha capito che era meglio tenerseli, e ultimamente è un po' a corto di qualcuno a chi dire di andarsene.
In questo balletto (mooolto italiano, per niente padano) nessuno sa indicare come superare la politica dei campi-sosta. Gli unici che l'hanno fatto, sono proprio i Sinti di Sucar Drom. Per questo sono contento che siano stati loro a rispondere.

PS: penso alla tragedia inglese di Dale Farm (qui ne ho scritto parecchio). Sicuri, amici della Lega, che la vostra politica dello sgombero e del taglio dei fondi, alla fine non venga a costare di più alle nostre tasche?

Rif:
 
Di Fabrizio (del 01/02/2006 @ 09:33:19, in Italia, visitato 2194 volte)
pubblicata il 27 gennaio su LA NAZIONE

QUARTIERE 4
Prevenzione malattie nei villaggi Rom
L'iniziativa, che prevede una serie di azioni per prevenire le malattie infettive e parassitarie nei villaggi Rom, è promossa dal Quartiere 4, dall'ASL 10 (nell'ambito del macro-progetto "Umanizzazione e Accoglienza"), dall'Università degli Studi di Firenze e dalla Cooperativa Cat

FIRENZE, 27 GENNAIO 2006 - "La recente realizzazione dei due villaggi residenziali nella zona del Poderaccio ha sancito una svolta nella politica di accoglienza della gente Rom, con la definitiva fuoruscita dalla logica emergenzialista dei campi nomadi e l'inizio di un autentico percorso di integrazione e di cittadinanza. Alla novità urbanistica occorre ora affiancare anche un salto di qualità nell'accesso ai servizi e nel rapporto di comunicazione con gli operatori sociali".

Così il presidente del Quartiere 4, Giuseppe D'Eugenio, commenta il progetto "Educazione alla Salute nella cultura Rom. L'arte di assistere nella malattia infettiva, attraverso la cultura Rom" che è stato presentato nel corso di una giornata di studio a Villa Vogel.

L'iniziativa, che prevede una serie di azioni per prevenire le malattie infettive e parassitarie nei villaggi Rom, è promossa dal Quartiere 4, dall'ASL 10 (nell'ambito del macro-progetto "Umanizzazione e Accoglienza"), dall'Università degli Studi di Firenze e dalla Cooperativa Cat.

"L'obiettivo del progetto - ha spiegato il presidente D'Eugenio - è di creare le basi per una piena assunzione di responsabilità della comunità locale rispetto alle problematiche della salute, rafforzando il senso di cittadinanza e favorendo la crescita di una pratica di pieno accesso al complesso dei servizi socio-sanitari. L'articolazione delle azioni di prevenzione fornirà inoltre preziose indicazioni etno-antropologiche sulla qualità della vita nei nuovi insediamenti residenziali, mostrando se e quanto cambierà la prassi socio-culturale delle comunità coinvolte".

Il progetto prevede una forte caratterizzazione nella formazione degli operatori, che dovranno confrontarsi con gli eventuali pregiudizi e le difficoltà specifiche che possono essere determinate dal contatto con persone che hanno una percezione della salute e dei suoi standard molto diversa dalla nostra.

La diffusione dei principi della prevenzione sarà effettuata dagli stessi Rom, attraverso l'attivazione dei gruppi sociali più sensibili ai valori della famiglia e della salute (le donne) e più aperti alle novità (i giovani).

Verrà creato uno stretto coordinamento interdisciplinare fra le diverse realtà, istituzionali e non, che agiscono all'interno e all'esterno dei villaggi, in modo da assicurare una continua trasversalità delle competenze e un monitoraggio costante dell'evoluzione del progetto.

Alla giornata di studio hanno partecipato anche l'assessore regionale alle politiche sociali, Gianni Salvadori, e l'assessore comunale alle politiche di accoglienza, Lucia De Siervo, operatori del settore provenienti anche da altre regioni.
 
Di Fabrizio (del 31/01/2006 @ 09:11:58, in Italia, visitato 2600 volte)
Dopo l'indigestione dei giorni scorsi, m'ero ripromesso di non tornare sulla Settimana della Memoria. Proposito non mantenuto, per una lettera che mi è arrivata domenica. Ho il permesso di ripubblicarla:

Ciao come va? Vorrei raccontarti della mia esperienza all'Holocaust Memorial Museum di Washington DC. se hai tempo/spazio magari... mi farebbe piacere dividere con te quanto accaduto.
Sono ormai anni che continuo ad affannarmi nel ricercare informazioni riguardo la deportazione di alcuni membri della mia famiglia al campo di Jasenovac.
Ho appena compiuto 29 anni, per ironia della sorte il 27 Gennaio.
Ogni compleanno lo passo pensando alla storia della mia famiglia e tutti i misteri di chi non ha voluto ricordare, condividere il dolore e le memorie con noi, ultimi arrivati.
Doveva essere stato davvero brutto venire dalla Jugoslavija negli anni della guerra... sfuggire a due pulizie etniche: alle Foibe e ai Partigiani...
La mia nonna aveva sposato un italiano, che rabbia a casa sua... lei e la sorella erano venute in Italia per cercare una vita migliore disonorando la famiglia con una tale scelta. Dopo la deportazione del padre e di altri parenti la mia nonna decise di riattraversare le linee e i campi di battaglia per andare a casa a cercare i suoi cari... aveva due bambini con sè e uno nella pancia...
Mio zio, infatti, è nato in Istrija a Pola Jugoslavija (come scritto buffamente sulla sua carta di identità!).
La nonna è tornata su un dragamine americano con i sui tre bambini... perchè i Partigiani titini avevano deciso di espellere gli italiani... e di nuovo in viaggio...
Mio padre è nato in Italia... mia nonna non ha mai voluto insegnare ai figli la sua lingua e nessuno l'ha conservata... La nonna è morta con un cognome diverso dal suo...una cosa che a me fa male.
Io ho studiato Filologia e Storia dell'Europa Orientale, sono tornata nella ex-Jugoslavia tante volte. Sarajevo è nel mio cuore tanto quanto Belgrado... la Croazia un po' di meno però quando posso tornare nella terra della mia famiglia il mio cuore si riempie di gioia e vorrei che anche gli altri miei parenti potessero capire quanto mi importa che non si dimentichi. Per motivi di ricerca ho contattato alcuni tra i più eminenti professori e su consiglio di uno in particolare sono andata a Washington DC al Museo dell'Olocausto ed ho chiesto agli illustrissimi ricercatori perchè per il campo di Jasenovac c'era solo una misera candelina...
Ho domandato perchè di un museo di 4 enormi piani non ci fosse che una parete e poco più dedicata agli Zingari. Mi hanno risposto che erano dispiaciuti ma... è una questione anche di finanziamenti e che le borse di studio vanno solo ai dottorandi e che il materiale c'è ma in Serbo-Croato ed Italiano chi lo leggerebbe? MI è sembrato quasi che qualcuno non ritenesse il "Porrajmos" e la "Shoa" come la stessa cosa...
Mi sconvolgeva il fatto che lì c'erano kilometri di libri e documenti, le pagine che avevo cercato per anni... ma non mi potevo fermare perchè non avevo abbastanza soldi ovviamente per sedermi a studiare.
Mi sono mangiata le mani... mi sarei seduta lì per settimane ma come avrei fatto?
Impossibile... devi provare di essere Rom per avere una borsa di studio... quanti ragazzi e ragazze non possono farlo! E non parlo solamente per me ma anche per i miei amici/che di Bosnia ed Erzegovina ad esempio. Molti non sanno infatti che nel paese chi si dichiara Rom può incorrere in una serie di problemi. Chi vorrà essere disciminato a norma di legge? Ma l'avete letta la Nuova Costituzione post-Dayton di BiH? Ma la vogliamo smettere?
Ho lavorato alla mia tesi "Conflitti Etnici e Migrazioni nella ex-Jugoslavia: il caso dei Rom di Bosnia ed Erzegovina" e ho "buttato il sangue" come si dice qui da noi a Napoli, nel vedere in che condizioni sono le Organizzazioni Rom in Bosnia ed Erzegovina e non c'è verso di aiutare nessuno perchè i finanziamenti non arrivano e se arrivano sono su base etnica, ancora ora distribuiti ai gruppi rom col contagocce.
Questa è solo una mia riflessione, se non si finanziano gli studi e la ricerca cosa mai si saprà di ciò che accade. La mia personale esperienza è che ogni volta che contatto un'università per chiedere di poter continuare a studiare storia e diritti delle minoranze riferendomi specificamente agli Zingari... non ci sono fondi... poi ci si meraviglia che i Rom sono oggi la comunità più discriminata d'Europa (e non solo). La disciminazione, l'ignoranza e il pregiudizio si infrangono con l'istruzione e la conoscenza dei fatti storici. L'omertà resta una cortina difficile da forzare...una barricata quasi invalicabile. Come già detto riguardo al documetario sul Porrajmos mi sembra che il comportamento istituzionale e dei media sia ben chiaro e definito e, purtroppo, maggiore è la competenza e la conoscenza del problema e minori sono le possibilità di arrivare a dare informazioni corrette perchè non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Sono davvero sconfortata.

Elisabetta (kcerka_vjetra)
 
Di Sucar Drom (del 30/01/2006 @ 21:08:31, in Italia, visitato 3359 volte)
BOLOGNA – Un accordo di cooperazione per gestire una presenza non sempre facile. E’ il protocollo d’intenti tra il Comune di Bologna e quello di Craiova, in Romania, da dove arriva la maggior parte dei rumeni – di etnia rom – che oggi vivono nel capoluogo emiliano-romagnolo. E’ stato siglato stamani dai due sindaci, Sergio Cofferati e Antoie Solomon, alla presenza della delegazione di Craiova, di rappresentanti dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), dell’Anci e del Comune di Nantes. "Questo è un protocollo importante, ci abbiamo lavorato a lungo, la vicesindaco Scaramuzzino si è impegnata nella costruzione di una griglia di intenti con questa città – ha esordito Cofferati – . Credo che i processi migratori, in tutt'Europa, abbiano bisogno del ruolo attivo delle amministrazioni: vanno gestiti insieme, dal momento della partenza all'arrivo, fino a un eventuale ritorno in patria". Dal canto proprio Salomon ha detto di essere a Bologna "per vedere la situazione dei nostri immigrati. La Romania è un paese in transizione, ha molti problemi, sociali ed economici, che non ci saremmo aspettati". Due, ha aggiunto il sindaco rumeno, "sono le Romanie: una dove la gente è estremamente ricca, l'altra dove la gente è estremamente povera. Da qui, nasce il fenomeno dell'immigrazione".

Solomon ha detto di essere al corrente delle difficoltà incontrate dall'amministrazione comunale bolognese nel "gestire" la presenza rumena (dal Ferrohotel di via Casarini a Villa Salus, fino all'attuale sistemazione di circa un centinaio di persone in container a Santa Caterina di Quarto, ndr), "e a questo proposito invito il sindaco Cofferati a Craiova, che è una città molto bella, dove cent'anni fa sono arrivati tanti italiani, che hanno formato una comunità. Noi non staremo con le mani in mano, sappiamo che c'è il problema della criminalità organizzata, vedremo cosa fare". La maggior parte dei rumeni immigrati a Bologna, dunque, sono di etnia rom; a margine della firma ufficiale del protocollo, avvenuta nella Sala Rossa di Palazzo d'Accursio, il sindaco Solomon ha spiegato che i rom a Craiova e dintorni sono circa 40.000, che i più "non posseggono la carta d'identità, non mandano i figli a scuola e si vantano di essere i peggiori dei peggiori". Numerosi gli obiettivi del protocollo: dallo scambio di esperienze in materia di servizi alla persona a relazioni tra le Università delle due città, a scambi formativi e investimenti per favorire l'occupazione degli abitanti di Craiova. "Per noi è fondamentale – ha ricordato la vicesindaco Adriana Scaramuzzino – che chi decide di lasciare la Romania alla volta dell'Italia conosca bene la normativa in tema d'immigrazione del nostro paese, e sia informato sulle reali possibilità che ci sono dal punto di vista dell'inserimento e dell'integrazione". (cor)


© Copyright Redattore Sociale

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Di Fabrizio (del 30/01/2006 @ 13:19:18, in Italia, visitato 2710 volte)
da RomanoLil:

Documento inedito, 1943.
“Già la 3^ internazionale comunista, tra i nuovi sistemi escogitati per intensificare l’attività comunista … provvide ad affidare a carovane di zingari speciali incarichi per la propaganda di partito. La vita nomade degli zingari e la loro facilità di spostamento… consente contatti con gli ambienti operai e dei contadini e permette d’assolvere gli incarichi sovvertitori”.

REGIA QUESTURA DI ROVIGO

Rovigo 28-5-1943
OGGETTO: Carovane di zingari

Ai Podestà e Commissari Prefettizi della Provincia
Ai Comandi Compagnia CC. RR.
Ai Comandi tenenza CC. RR.
Al Comando Reparto Agenti di P.S.

Viene segnalato a questo Ufficio che, in questi ultimi giorni, delle carovane di zingari, più o meno numerose, sostano e transitano indisturbate nel Polesine, malgrado le disposizioni da tempo impartite e, da ultimo, con circolare 12-8-1942, circa il loro rastrellamento, l’assegnazione ai campi di concentramento, e la corresponsione dei sussidi.
Occorre subito e nella maniera più energica che sia ripresa l’attività di tutti gli Organi di Polizia della Provincia, diretta a combattere tale fenomeno.
Come è noto, gli zingari sono sempre stati pericolosi alla sicurezza pubblica quali autori di reati comuni, ed alla pubblica sanità quali apportatori di malattie contagiose ma, nell’attuale momento, in cui la nostra nazione è impegnata in un conflitto di vita o di morte, occorre considerare il fenomeno anche e specialmente dal punto di vista politico.
Già la 3^ internazionale comunista, tra i nuovi sistemi escogitati per intensificare l’attività comunista nei paesi dove il comunismo vive ed opera in forma clandestina, provvide ad affidare a carovane di zingari speciali incarichi per la propaganda di partito.
La vita nomade degli zingari e la loro facilità di spostamento da un centro all’altro, consente, se vengono tollerati tali spostamenti, contatti con gli ambienti operai e dei contadini e permette d’assolvere gli incarichi sovvertitori di cui sopra.
Pertanto si rivolge viva raccomandazione agli Uffici ed ai comandi d’indirizzo, perché provvedano senza indugio ai fermi di tali zingari, alla loro identificazione, al loro interrogatorio, trasmettendo a questo ufficio, con le generalità complete e gli estremi dei documenti di identificazione, gli atti assunti, per i provvedimenti da adottare a loro carico, secondo risultanze.

Resto in attesa d’un cenno di ricevuta e di assicurazione.

30 maggio 1943 (Anno XXI)
Il Commissario Pref.zio Bruno Nedella
Il Questore A. Lazio
 
Di Fabrizio (del 29/01/2006 @ 17:53:34, in Italia, visitato 2881 volte)

Pubblicato mercoledì 25 gennaio sul quotidiano La Prealpina. Per gentile concessione dell'autore:

In queste fredde e ostili città, dove muore un rom al giorno
 
Un’altra notte di questo rigido inverno polare è trascorsa portandosi via l’ennesima vita, quella di una bambina rom di 29 giorni morta per il freddo.
La terza vittima in quattro giorni.
In tutta la Provincia, in tutte le aree metropolitane di questo nostro distratto e ostile Paese, quella “Rom” non è più solo una delle irrisolte questioni morali e civili che imbrigliano le deboli e incerte volontà di politici e amministratori pubblici, ma uno strazio colpevole e continuo che si consuma nell’indifferenza istituzionale e della gente comune.
Mai prima d’ora la mancanza di un progetto generale di accoglienza e di politiche sociali di integrazione aveva colpito così a fondo i tanti volti e persone della “diaspora” rom.
Ai pregiudizi atavici e alle connotazioni negative che da sempre accompagnano questo popolo, si aggiungono i drammi quotidiani e le violenze nascoste consumate negli slum delle grigie periferie cittadine, dove migliaia di persone vivono in quartieri di baracche senza strade, né elettricità, né acqua corrente, vittime di una massiccia disoccupazione e discriminati nell’accesso all'assistenza sociale e sanitaria.
Se è vero che in altri luoghi, distanti solo qualche decina di chilometri più a nord di dove si è consumata l’ultima tragedia, forse complice il peso degli ingenti interessi economici che circondano le Olimpiadi invernali, il Comune di Torino ha allestito strutture di emergenza per migranti e rom senza casa aiutandoli almeno a sopravvivere, da noi le tragedie stesse diventano occasione per infierire sulle vittime e per annunciare l’inizio di nuovi violenti e inutili sgomberi degli indesiderati.
Ormai non ci sono più aggettivi per descrivere la vergogna e la denuncia delle responsabilità oggettive di chi dimentica troppo spesso la natura del proprio ruolo di amministratore della Regione Lombardia o di un Ente Locale qualsivoglia, ignorando colpevolmente i bisogni primari dei cittadini più deboli, come i rom, o calpestando le leggi che ci siamo dati per vivere insieme a loro, o infine sbeffeggiando i richiami della comunità europea di cui facciamo parte tutti quanti.
Occorre però saper guardare anche oltre all’emergenza, costruendo un nuovo orizzonte culturale e politico che ponga fine alla costruzione dei campi nomadi, veri e propri spazi di negazione che amplificano le condizioni di emarginazione, discriminazione e disperazione, ma che ancora oggi sono l’unica risposta pubblica al diritto di luogo di vita per le genti rom.
 
Opera Nomadi di Milano
Il Vicepresidente
Maurizio Pagani
 
Di Marco Nieli (del 27/01/2006 @ 01:19:16, in Italia, visitato 1657 volte)

Cari amici,

vorrei segnalarvi l'iniziativa del Comune di Pomigliano, oggi 27 gennaio alle 17 e 30 alla Biblioteca Comunale di Pomigliano, consistente in un incontro con scolaresche e cittadinanza sul tema degli stermini dimenticati. Presenti:

-Assessore alla Cultura di Pomigliano S. Salvati;

-Vicepresid. Opera Nomadi di NApoli, Prof. Marco Nieli;

-Avvocato delle MInoranze C. Valle;

-Prof. F. Severina, UNiversità di Napoli;

-UN rappresentante dei Testimoni di Geova;

-UN rappresentante di Amnesty International.

Dopo gli interventi, si prevede un ampio spazio per il dibattito con gli studenti e gli insegnanti.

Partecipate in massa,

Marco Nieli

 
Di Sucar Drom (del 26/01/2006 @ 16:24:47, in Italia, visitato 2975 volte)
Dalle prime indiscrezioni pubblicate sul quotidiano Liberazione (organo di stampa di Rifondazione Comunista) sembra che il partito di Bertinotti non intenda ricandidare Livio Togni al Senato della Repubblica.
Siamo molto dispiaciuti di quello che sta succedendo e speriamo che Rifondazione Comunista ripensi a questa scelta.
Livio Togni, come molti di voi sanno, appartiene ad una delle più antiche famiglie circensi di origine sinta.

AL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PRC
ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC

Conveniamo che la formazione di una lista da presentare al corpo elettorale sia un momento delicato e complesso.
A maggior ragione con la presente assurda legge elettorale che i componenti delle nuove camere,deputati e senatori vengono scelti dal vertice delle segreterie dei partiti e non dal popolo. Gli elettori vengono chiamati a ratificare quanto deciso dai vari vertici dei partiti. Questa è senza dubbio una democrazia improbabile.
Premesso che il PRC è formato da diverse anime, è decisamente autolesionista ignorare una componente essenziale,sebbene attigua,che ha contribuito contribuisce alla crescita della forza della sinistra antagonista.
Fatta questa premessa, riteniamo che sia un errore clamoroso eliminare dalla lista l'unico Senatore della Repubblica più votato d'Italia per il PRC.
Nel Collegio n. 12 il PRC aveva circa 6.900 voti con la presenza di Togni il partito ha fatto un grosso balzo in avanti con 12.326 voti. Un incremento di 5.426 voti.
Riteniamo, pertanto, un errore clamoroso eliminare dalla lista un personaggio appartenente alla storica dinastia del circo italiano, che da oltre sei generazioni vive nelle strade del mondo, figlio del leggendario Darix Togni, nato nel circo, nato in viaggio e così cresciuto.
La madre di Livio è SINTA e non va trascurato minimamente che nelle liste del nostro Partito nella scorsa tornata elettorale sia stato eletto Consigliere Comunale effettivo a Mantova il SINTO italiano YURI DEL BAR. Anche a Bolzano un Sinto si è presentato nelle liste PRC e numerosi sono i nostri militanti iscritti all’Opera Nomadi. Come potrebbe spiegare Yuri del Bar alle migliaia di Sinti che il Sinto Livio Togni sia stato escluso dalle liste comuniste? In quale imbarazzo si troverebbero i nostri Compagni dell’Opera Nomadi?
Infatti Livio Togni ha intrapreso, di concerto con l’Opera Nomadi, in questi anni numerose iniziative in sostegno a due delle rivendicazioni più importanti che riguardano il popolo dei Rom/Sinti soprattutto nel Centro-Nord :

• la questione della legalizzazione (e promozione istituzionale di nuove) delle microaree residenziali autocostruite dai Rom/sinti

• l’integrazione della Legge 211 (Giornata della Memoria) da cui il Parlamento Italiano escluse (oltre ai diversamente abili e gli omosessuali) incredibilmente i Rom/sinti come già aveva fatto con la Legge sulle Minoranze Linguistiche, sempre , purtoppo, durante le legislature dell’ULIVO.

Ancora più grave è che una parte consistente degli artisti, delle artiste e dei lavoratori dello spettacolo viaggiante, nonché i 30.000 SINTI Giostrai (fra cui molti non più Giostrai per la mancata diffusa applicazione della Legge 337/1968) sarebbe privato di un portavoce diretto che conosce la loro vita talvolta piena di stenti, difficoltà economiche, sofferenze e insicurezza per il futuro, sottoposti di frequente alla negazione dei loro diritti da parte delle burocrazie di turno che cercano spesso di sviare e non risolvere.
E’ bene ricordare e sottolineare che qualsiasi lavoratore ha la stessa dignità, sia che trattasi di un metalmeccanico, di lavoratore che lavora in un cantiere edile, in agricoltura, in un centro commerciale.... nonché nello spettacolo viaggiante.

Tale scelta intrapresa da una parte del vertice del partito è in contraddizione con la svolta di Salerno operata da Palmiro Togliatti nel 1944, apertura alla società civile e non solo ai professionisti della politica per la costruzione di un partito di massa; nonché con la linea intrapresa sempre da Togliatti nel 1956, dopo il XX congresso del PCUS, diede l'avvio alla “destalinizzazione” del partito, impegnandosi per lo sviluppo di una via Italiana al socialismo.
In ultimo, vogliamo riportare un estratto della testimonianza di Angelo Carenzio riportato sul quotidiano la Provincia di Como del 11/01/2006: Pier Amato Peretta, magistrato cui la piazza e poi stata intitolata, in piazza Duomo, esortò i comaschi ad armarsi per difendersi dai nazisti, subito dopo la caduta di Mussolini e l'armistizio.
Era il 09/09/1943,12 nazisti entravano in città e Peretta, con molti altri,raggiunse le montagne dalle due sponde del lago di Como. I fucili erano nascosti proprio nella piazza che gli sarebbe stata intitolata, in una gabbia per leoni del Circo Togni.

primi firmatari

Rosanna Masini, Stefano Livero, Antonio Livero, Danilo Cavazzo, Marco Celli, Geny Voto, Ida Napoli, Nadia La Ventura, Valentina Balice, Domenico Cerone, Elisabeth Hiller, Massimo Converso, Kasim Cizmic

Inviatiamo tutti i lettori a firmare la lettera di seguito riportata e di inviarla al numero di fax 06 44182647
o ai seguenti indirizzi e-mail:
fausto.bertinotti@rifondazione.it (segretario nazionale)
salvatore.alfieri@rifondazione.it (direzione nazionale)
FIRMA E INVIA L'APPELLO (al termine dovete solo aggiungere il vostro nome e cognome)

 
Di Fabrizio (del 26/01/2006 @ 11:40:03, in Italia, visitato 1949 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:

Comunicato Stampa: Rosa nel Pugno, giorno della memoria: una targa anche per i Rom, per ricordare i genocidi dimenticati

Milano, giovedì 26 gennaio 2006

La Rosa nel pugno milanese ha richiesto al Comune di Milano, con un appello sottoscritto da importanti personalità del mondo della cultura, del giornalismo e dello spettacolo, di impegnarsi a porre una targa commemorativa del genocidio che i nazifascisti perpetrarono a danno dei Rom e dei Sinti, chiamati impropriamente “zingari”.

I Rom sono ancora oggi una minoranza molto debole ed è importante che le istituzioni si facciano carico di ricordarne lo sterminio in modo da conservare in futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nazionale ed europea, affinché simili eventi non si ripetano mai più e le situazioni di discriminazione verso Rom e Sinti, tuttora esistenti, trovino una chiara e definitiva condanna.

L’appello è stato recepito da alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione che lo presenteranno oggi in Consiglio comunale sotto forma di mozione.

Firmatari dell’appello:

Daria Bignardi, Marco Carapezza (Istituto filosofia del linguaggio - Università di Palermo), Leonardo Donofrio (segretario UIL Scuola-Milano), Mister Forest, Xavier Jacobelli, Gad Lerner, Luciana Litizzetto, Giovanni Morandi (direttore de Il Giorno), Moni Ovadia, Alessandro Cecchi Paone, Ottavia Piccolo, Platinette, Roberto Ponticelli (Segretario UIL Milano), Luca Sofri, Santino Spinelli (Prof. di Lingua e cultura romanì all’Università di Trieste), Rocco Tanica (Tastierista del gruppo Elio e le Storie Tese), Ivano Tajetti (Presidente Sez. ANPI Barona),

Per informazioni: Manlio Mele 3336342123

APPELLO AI SINDACI ITALIANI

I sottoscritti cittadini italiani,

Premesso che

  • durante la seconda guerra mondiale, per motivi razziali, furono uccisi circa 500.000 Rom e Sinti nei Lager nazisti dopo essere stati deportati, torturati e sottoposti ad esperimenti come cavie umane; numerosi altri gruppi di Rom e Sinti furono oggetto di aggressioni e vennero uccisi in esecuzioni di massa nei paesi dell’est europeo occupati dall’esercito nazista, mentre altri perirono per fame, freddo, epidemie, bastonate, torture e lavoro forzato;

  • fin dal 1938 il regime fascista intraprese politiche discriminatorie verso i cittadini italiani di etnia rom e sinta, arrivando alla deportazione di massa dalla zona della Venezia Giulia verso il meridione e la Sardegna;

  • dalla fine del 1940 a tutto il 1944 più di 6.000 Rom e Sinti, che abitavano nel nostro territorio nazionale, furono internati in campi di concentramento italiani e non, dove le dure condizioni di vita portarono alla morte di molti prigionieri;

Considerato che

  • nonostante sia ormai appurato che i Rom e i Sinti furono vittime della persecuzione e dello sterminio razziali praticati dai nazifascisti, l’opinione pubblica è per lo più all’oscuro di questa verità storica e nessun luogo pubblico reca una targa commemorativa di questo genocidio;

  • la legge n. 211 del 20 febbraio 2000 «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti» non menziona il Porrajmos (sterminio dei Rom e dei Sinti);

Considerato inoltre che

l’European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, nel suo resoconto annuale relativo al 2005, indica i Rom come il gruppo etnico che in Europa deve affrontare maggiori discriminazioni nel lavoro, nell’alloggio e nell’istruzione;

Invitano i Sindaci dei Comuni italiani a

  • individuare un’area del territorio comunale dove porre una targa in italiano e romanès (lingua dei Rom e dei Sinti) che commemori le vittime rom e sinte causate dalla persecuzione razziale nazifascista;

  • inaugurare entro due mesi, con una pubblica cerimonia, tale targa commemorativa;

  • stabilire una data per ricordare ogni anno il genocidio dei Rom e dei Sinti;

  • promuovere e patrocinare l’organizzazione di cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto ai Rom e ai Sinti, in modo da conservare in futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nazionale ed europea, perché simili eventi non si ripetano mai più e le situazioni di discriminazione verso Rom e Sinti tuttora esistenti trovino una chiara e definitiva condanna.

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