pubblicata il 27 gennaio su LA NAZIONE
QUARTIERE 4 |
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Prevenzione malattie nei villaggi Rom |
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L'iniziativa, che prevede una serie di azioni per prevenire le malattie infettive e parassitarie nei villaggi Rom, è promossa dal Quartiere 4, dall'ASL 10 (nell'ambito del macro-progetto "Umanizzazione e Accoglienza"), dall'Università degli Studi di Firenze e dalla Cooperativa Cat |
FIRENZE, 27 GENNAIO 2006 - "La recente realizzazione dei due villaggi residenziali nella zona del
Poderaccio ha sancito una svolta nella politica di accoglienza della gente Rom, con la definitiva fuoruscita dalla logica emergenzialista dei campi nomadi e l'inizio di un autentico percorso di integrazione e di cittadinanza. Alla novità urbanistica occorre ora affiancare anche un salto di qualità nell'accesso ai servizi e nel
rapporto di comunicazione con gli operatori sociali". Così il presidente del Quartiere 4, Giuseppe D'Eugenio, commenta il progett
o "Educazione alla Salute nella cultura Rom. L'arte di assistere nella malattia infettiva, attraverso la cultura Rom" che è stato presentato nel corso di una giornata di studio a Villa Vogel.
L'iniziativa, che prevede una serie di
azioni per prevenire le malattie infettive e parassitarie nei villaggi Rom, è promossa dal Quartiere 4, dall'ASL 10 (nell'ambito del macro-progetto "Umanizzazione e Accoglienza"), dall'Università degli Studi di Firenze e dalla Cooperativa Cat.
"L'obiettivo del progetto - ha spiegato il presidente D'Eugenio - è di
creare le basi per una piena assunzione di responsabilità della comunità locale rispetto alle problematiche della salute, rafforzando il senso di cittadinanza e favorendo la crescita di una pratica di pieno accesso al complesso dei servizi socio-sanitari. L'articolazione delle azioni di prevenzione fornirà inoltre preziose indicazioni etno-antropologiche sulla qualità della vita nei nuovi insediamenti residenziali, mostrando se e quanto cambierà la prassi socio-culturale delle comunità coinvolte".
Il progetto prevede una
forte caratterizzazione nella formazione degli operatori, che dovranno confrontarsi con gli eventuali pregiudizi e le difficoltà specifiche che possono essere determinate dal contatto con persone che hanno una
percezione della salute e dei suoi standard molto diversa dalla nostra. La
diffusione dei principi della prevenzione sarà effettuata dagli stessi Rom, attraverso l'attivazione dei gruppi sociali più sensibili ai valori della famiglia e della salute (le donne) e più aperti alle novità (i giovani).
Verrà creato uno
stretto coordinamento interdisciplinare fra le diverse realtà, istituzionali e non, che agiscono all'interno e all'esterno dei villaggi, in modo da assicurare una continua trasversalità delle competenze e un monitoraggio costante dell'evoluzione del progetto.
Alla giornata di studio hanno partecipato anche l'assessore regionale alle politiche sociali, Gianni Salvadori, e l'assessore comunale alle politiche di accoglienza, Lucia De Siervo, operatori del settore provenienti anche da altre regioni.