Deutsche WelleLa deportazione in Kosovo significa una vita di
miseria
La deportazione in Kosovo dalla Germania spesso minaccia la salute fisica
e mentale dei giovani, recita un nuovo rapporto UNICEF. Ardian Canaj è stato
rimpatriato contro la sua volontà e, dice, ora vive in miseria.
17/04/2012 - Peja nel Kosovo occidentale è una miserabile baraccopoli che
affoga nell'immondizia, cumuli di spazzatura vengono bruciati senza cura per
le strade. Qui è dove
Ardian Canaj dovrebbe sentirsi a casa. Il ventenne è nato e cresciuto in
Germania, ma sette mesi fa è stato deportato nel paese natale dei suoi genitori.
"Sono andato a scuola in Germania, ma ora è finita. Devo lavorare per pagare
l'affitto," spiega Canaj. Guadagna appena 100 euro al mese - un affitto ne costa
120. "Qui mi sento terribilmente. Non ho una famiglia, nessuno vicino. Non vedo
un futuro per me," dice.
Un adolescente su quattro vorrebbe uccidersi
Nel 2009 la Germania ha ottenuto il permesso di deportare i Kosovari. Il
Kosovo era considerato sicuro a sufficienza per il ritorno. Così, nel 2010, il
ministro tedesco degli interni
Thomas de Maizière firmò un accordo di rimpatrio con la repubblica del Kosovo,
che prevedeva il ritorno di circa 12.000 membri di gruppi di minoranza nei
Balcani - tra cui 6.000 bambini e ragazzi. L'UNICEF, l'organizzazione dell'ONU
per la protezione dell'infanzia, afferma che la deportazione dei giovani va
fermata se si minaccia la loro salute fisica e mentale.
E' quasi sempre questo il caso, secondo il rapporto UNICEF "Male silenzioso",
uscito a Berlino a marzo di quest'anno. "Molti adolescenti soffrono di
depressione," dice Verena Knaus, sociologa dell'UNICEF. "Ci sono bambini che
sono in stati d'ansia e che addirittura contemplano il suicidio. Un adolescente
su quattro vorrebbe uccidersi."
I problemi sono visibili
Shkëlzen Rama si chiede cosa può offrire il Kosovo a quanti sono stati
rimpatriati
Shkëlzen Rama, 52 anni, proviene dalla zona dove ora vive Canaj ed è stato
spesso testimone delle sofferenze dei bambini deportati. "Difficilmente possono
integrarsi nella società. Se sei nato e cresciuto in Germania, semplicemente non
parli albanese." E poi ci sono le differenze degli standard di vita, dice. "I
nostri figli non chiedono che una fetta di pane e peperoni dolci, ma cosa
possiamo offrire ai giovani cresciuti in occidente, abituati a pizza e gelato?"
Povertà e discriminazione
Il Kosovo è il paese più povero d'Europa, con un tasso di disoccupazione del
40%. Ma non è soltanto la povertà a rendere difficile la vita di Canaj - la sua
situazione è resa più grave dal fatto di essere un Egizio kosovaro. Serbi ed
Albanesi li chiamano zingari - un termine adoperato anche per le comunità Rom e
Askali. Gli Egizi kosovari ritengono di essere originari dell'Egitto, mentre gli
Askali dicono di essere venuti dalla Persia. Poco dopo la guerra tra Serbia e
Kosovo, i membri di tutti e tre i gruppi furono espulsi dagli Albanesi, che li
accusavano di aver collaborato con i Serbi. Oggi, Rom, Askali ed Egizi kosovari
sono ancora oggetto di discriminazioni nella loro vita quotidiana.
La deportazione distrugge le famiglie
Faruk Kelmendi ora vive senza la sua famiglia
Si aggiunga che molti di quanti sono stati deporatti, come il ventottenne Faruk Kelmendi,
trovano difficile affrontare la separazione dalle loro famiglie. Arrivò nin
Germania che aveva otto anni, assieme ai suoi genitori.
"Da quando sono dovuto tornare in Kosovo, semplicemente non ho potuto fare
niente. Non avevo lavoro o un tetto e ho dovuto dormire ogni volta nei posti più
strani," dice. "All'inizio, mia moglie mi ha aiutato finanziariamente, ma alla
fine ci siamo lasciati. Lei è ancora in Germania con nostra figlia e io sono qui
- la distanza era semplicemente troppa per mantenere il nostro rapporto." Ora
Kelmendi è completamente solo.
Povertà e solitudine - questi sentimenti dominano le vite di molti che sono
stati deportati dalla Germania. Anche Canaj le conosce bene. "Darei qualsiasi
cosa per poter tornare in Germania," dice. "Là ho lasciato dietro tutta la mia
vita."
Author: Ajete Beqiraj / nh Editor: Andreas Illmer / mll
Andrea Mochi Sismondi Confini diamanti Viaggio ai margini d'Europa, ospiti dei rom
pp. 254
€ 20,00
isbn 978-88-97522-21-8
il libro
Sutka, in Macedonia, è l'unica Municipalità al mondo in cui i rom sono in
maggioranza. Hanno un loro Sindaco e un loro canale televisivo. Una coppia di
italiani si imbatte nella comunità, si trovano a camminare per i suoi vicoli
dissestati con il fiato sospeso, si sentono ridicoli e fuori luogo spingendo a
fatica il loro passeggino Chicco con gli occhi sgranati. Eppure decidono di
tornare. Per viverci. Insieme al loro bimbo ribaltano il rapporto: come migranti
al contrario si fanno stranieri tra chi ovunque è straniero. Questa inversione
permette loro di partecipare alle lunghe discussioni tra i membri della
comunità, seguirne i rituali, confrontare i paradigmi, cercare di capire, fino a
essere sostanzialmente adottati da una famiglia rom. L'autore racconta in prima
persona l'evolversi di questo percorso, il progressivo svelarsi davanti ai suoi
occhi di quella human network che da Sutka si dirama in tutta Europa lungo le
strade dei familiari partiti. Incontro dopo incontro, i preconcetti portati
inconsapevolmente dall'Italia - buonisti o razzisti che siano - sbattono contro
la realtà, dimostrandosi insufficienti a comprendere la complessità di ciò che
si mostra. Ciò che traspare è un'opzione aperta: la possibilità di concepire
l'esistenza individuale, la pratica politica e la stessa Storia in un altro
modo. Un modo diverso, che non nasconde le sue contraddizioni e le sue miserie,
ma evoca potenzialità spesso inespresse o in molti modi tarpate.
l'autore
Andrea Mochi Sismondi (1977) lavora come attore e drammaturgo. Parallelamente
collabora allo sviluppo di forme innovative di comunicazione pubblica con il
Forum della Pubblica Amministrazione di Roma. Ha trattato il tema dei rom e
dell'identità europea negli spettacoli - scritti con Fiorenza Menni - Comune
Spazio Problematico e Hello Austria. Europa 2011.
Analisi: l'estrema destra ceca odia gli immigrati - tranne quando può
usarli contro i Rom - Praga, 21.4.2012 21:16, (ROMEA)
L'organizzatore della manifestazione [...] a Břeclav, Erik Lamprecht (...),
qui con Jiří Dudák e altri neonazisti moravi. Il saluto nazista è prassi comune. Photo: Antifa.cz
- František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert
Non ci sono dubbi che il Partito della Giustizia Sociale dei Lavoratori (Dělnická strana
sociální spravedlnosti - DSSS) e relativi affiliati, la Gioventù Lavoratrice (Dělnická
mládež - DM), siano nella Repubblica Ceca una forza politica contro
immigrati, migranti e rifugiati. Anche se il partito ha condotto per anni una
campagna d'odio contro i migranti, ora ha deciso di fare un uso propagandistico
di una famiglia ucraina a Břeclav, sfruttando le loro recenti disgrazie per
fomentare l'odio contro i Rom nel loro complesso. Domani DM ha intenzione di
manifestare a Břeclav, assieme al DSSS.
Negli ultimi anni, DM e DSSS hanno fatto innumerevoli dichiarazioni d'odio su
immigrati e richiedenti asilo. Diamo uno sguardo a qualcuno degli esempi più
estremi.
"La nostra bellissima terra ceca è stata sommersa da un'onda distruttiva di
immigrazione che sta distruggendo quanto qui c'è di bello. Non intendiamo
tollerare questo schifo," ha detto Vandas in uno dei suoi comizi. La
registrazione della dichiarazione è stata ripresa da TV Nova nel suo notiziario
del 18 aprile.
Settimana scorsa Vandas ha telefonato a Oxana Živačovská, , madre del
quindicenne Piter (la forma ucraina del ceco Petr), assalito e ferito a Břeclav
domenica scorsa. Vandas le ha assicurato che il DSSS avrebbe dato appoggio alla
sua famiglia.
Živačovská - che non ha idea di cosa sia il DSSS - e suo figlio sono Ucraini.
Lei lavora come interprete e traduttrice, in tribunale e altrove.
Il programma politico del DSSS non è favorevole ai migranti, ed afferma: "Non
vogliamo un paese pieno di immigrati, migranti dagli stati dell'ex Unione
Sovietica, dai Balcani, dall'Asia, dall'Estremo Oriente, ecc. L'asilo
politico o i permessi di soggiorno dovrebbero essere garantiti solo a quanti
incontrano criteri di qualità morali e conoscenze professionali, persone che si
presume possano adattarsi agli usi e tradizioni nazionali dei cittadini della
Repubblica Ceca, persone per cui ci sia garanzia che si assimileranno totalmente
nella società maggioritaria."
Robin Siener, del partito neonazista tedesco NPD, con cui Vandas coopera
strettamente,riguardo ai migranti l'anno scorso a Brno durante la manifestazione
del DSSS del 1 maggio, ha detto: "Guardiamo alle grandi città europee, dove le
donne sono violentate nel centro delle piazze... dove questa spazzatura umana
può commettere crimini senza che la popolazione locale intervenga... Quando
finalmente la nazione riceverà i suoi diritti?... Mandiamo il nostro sangue in
Libano, Iraq o Afghanistan, ed in cambio riceviamo spazzatura umana a cui
nessuno è interessato... Chiedo ad ognuno di voi, sino a quando durerà tutto ciò
prima che prenderemo torce e bastoni ed inseguiremo chi ci opprime, per
rispedire la loro spazzatura umana fuori dalla fortezza europea, da dove
vengono? Sarebbe meglio se li rimandassimo subito in Israele o negli USA con un
biglietto di sola andata... Ci sono solo due cose che ci separano, il confine e
la lingua, nient'altro..."
Vandas ed i suoi compagni di viaggio vennero condannati a novembre 20101 dal
tribunale cittadino di Brno, per i loro discorsi razzisti e xenofobi contro i
migranti. Quando Vandas era presidente del recentemente disciolto Partito dei
Lavoratori (Dělnická strana - DS),
durante il corteo del 1 maggio a Brno parlò di "onda distruttiva di immigrati,
uno tsunami che sta inondando la nostra bella terra ceca e distruggendo tutto
ciò che abbiamo di caro." Venne condannato, sentenza poi sospesa, per aver
diffamato una nazione, incitando all'odio e sostenendo il neonazismo.
Nella stessa manifestazione, il vice presidente DS Jiří Štěpánek disse: "In
molte professioni gli stranieri hanno rovinato gli stipendi, dato che oggi un
Ceco viene assunto col medesimo salario di uno appena arrivato dalle trincee...
Chi sta lavorando oggi nelle grosse fabbriche? I Cechi? No, soltanto stranieri
che continuano ad aumentare la somma dei crimini commessi. Non dimentichiamo le
malattie che queste orde dalle steppe portano con loro... Possiamo vederlo con
l'esempio dei Vietnamiti come sarà il paese quando comanderanno loro. Quella
comunità, cercando di evitare di pagare le tasse, si è data allo spaccio di
droga. Stanno iniziando a coltivare marijuana su larga scala ed a venderla qui,
ma non ai loro figli, che vengono mandati all'università, ma ai bambini cechi.
Stanno creando qui una sorta di ghetto vietnamita e non sono lontani i tempi in
cui i Vietnamiti cacceranno dal lavoro la nostra gente... la nostra gente è da
sola... Hanno la sfortuna di essere bianchi qui."
DM sta organizzando una manifestazione a Břeclav "contro la violenza". Questo
violento gruppo militante di giovani del DSSS è attualmente presieduto da Erik Lamprecht,
che ha già un notevole curriculum come ex presidente dell'organizzazione Zbelo
(Ultra Bianchi). Come riportato dal sito Anti-Fascist Action, Lamprecht iniziò
la sua carriera come hooligan di calcio, ed ora è attivista della neonazista
Resistenza Nazionale (Národní odpor - NO) a Brno. Inoltre ha recentemente
organizzato la manifestazione neonazista di Jihlava.
Il sito Antifa.cz riferisce per la prima volta di Lamprecht a maggio 2010, come
compagno di viaggio di un altro significativo neonazista moravo, Jiří Dudák. Nel
profilo di Dudák pubblicato sul sito, ci sono fotografie di lui assieme a
Lamprecht, ed anche foto di Dudák col veterano della divisione SS Liebstandarte Adolf Hitler, Herbert Schweiger. Lamprecht
è in contatto attivo con la scena neonazista tedesca, soprattutto con la
struttura del NPD in Sassonia. (Dettagli e foto in
questo articolo, solo in ceco).
Vandas ha presieduto tanto il DSSS che il suo predecessore, il DS, che nel 2007
fondò uno "Squadrone Protezione". Questo squadrone, oltre a convocare
ufficialmente gli eventi di partito, monitorava i "problemi con gli immigrati".
"Di sicuro non intendono provocare paura per le strade, sono solo dei giovani
che vogliono contribuire a risolvere la triste situazione in alcune delle aree
di crisi, come pure l'afflusso degli immigrati", disse allora Vandas ai media.
"Squadrone Protezione" è la traduzione dal tedesco Schutzstaffel, o SS, il nome
dato dai tedeschi alle loro forze armate più sadiche.
La Corte Amministrativa Suprema sciolse il Partito dei Lavoratori nel febbraio
2010. Il tribunale trovò che l'ideologia, il programma ed i simboli del partito
includevano elementi sciovinisti e xenofobi, ed anche tracce di razzismo. La
sentenza diceva che il partito incitava all'odio e lottava per una
trasformazione radicale dell'ordine democratico. Secondo il verdetto, il partito
intendeva creare artificialmente la sensazione che stranieri e immigrati
rappresentassero una minaccia per gli altri. La decisione del tribunale
assegnava al partito il suo vero nome: "Il nazionalsocialismo del Partito dei
Lavoratori sta portando avanti l'eredità del nazionalsocialismo di Hitler, vale
a dire, il neonazismo."
Miroslav Mareš, un esperto di estremismo che in precedenza aveva lavorato in
questo settore come perito in tribunale, scrive quanto segue nel suo studio
"Movimenti neonazisti Cechi" (2011): "La retorica anti-stranieri e
anti-immigrati viene di fatto mantenuta dal partito successore del DS, il
Partito della Giustizia Sociale dei Lavoratori (DSSS). I rappresentanti del DSSS
non hanno mai preso le distanze dalle dichiarazioni precedenti - anzi, hanno
fatto l'opposto. Nel 2010, per esempio, il DSSS si è profilato come un partito
di resistenza alla comunità vietnamita nel quartiere praghese di Libuše,
arrivando ad installare una milizia in loco. Tale cruda retorica anti-immigrati
era in grado di mobilitare membri e simpatizzanti del partito a commettere
eccessi."
Si può essere d'accordo con questa sintesi. Naturalmente, vale sin quando gli
immigrati e i migranti non possano essere usati per incitare ad una campagna
d'odio contro i Rom. Vandas ed i suoi camerati non saranno mai soddisfatti per
la pura condanna di un crimine specifico. Sfrutteranno ogni situazione simile,
per sposare la colpevolizzazione collettiva dei Rom, e per spargere
disinformazione, generalizzazioni e menzogne.
Břeclav, 25.4.2012 18:30, (ROMEA)
- Il discorso di
Tomáš Skyba alla manifestazione a Břeclav, 22 aprile 2012 -
ryz, translated by Gwendolyn Albert
Nella riunione di domenica scorsa a Břeclav, ufficialmente come manifestazione
"contro la violenza" ed in solidarietà ad un quindicenne brutalmente aggredito
da tre uomini, uno degli oratori era Tomáš Skyba, violento razzista già
condannato in passato e vicepresidente della Gioventù Lavoratrice (Dělnická
mládež - DM). Alla riunione hanno preso parte circa 2.000 persone. Gli autori
dell'aggressione sono stati identificati dalla stampa come Rom, ma non ci sono
stati ancora arresti.
La maggior parte dei manifestanti ha finito per tenere una discussione piuttosto
burrascosa col sindaco Oldřich Ryšavý (Socialdemocratici - ČSSD) sui gradini
d'ingresso del municipio. Una pafrte più piccola della folla ha ascoltato i
discorsi degli estremisti di destra del DM e del Partito della Giustizia Sociale
dei Lavoratori (Dělnická strana
sociální spravedlnosti - DSSS), che hanno parlato da un podio organizzato dagli
amici del quindicenne. Si può vedere
QUI (solo in ceco) mezzora di registrazione della manifestazione, che si è
trasformata presto in una protesta anti-Rom.
Skyba ha fatto un discorso ai manifestanti di DM. Un anno fa, il tribunale
regionale di Zlín lo condannò a cinque anni di libertà vigilante, dopo che aveva
preso a calci in testa e senza ragione una persona di 62 anni, fuggendo poi e
lasciando la vittima svenuta in una pozza di sangue. All'inizio del processo, Skyba
me3ntì in tribunale dicendo di non aver commesso il crimine, confessando solo
dopo un'ora di interrogatorio.
L'aggressione ebbe diversi testimoni. "Stavamo scegliendo da mangiare, quando
vidi qualcuno spingere l'uomo a terra e poi prenderlo a calci in testa, gli
saltò addosso diverse volte e lo picchio con un ombrello," disse un testimone.
Anche se Skyba avrebbe potuto finire in prigione per 12 anni, gli venne
garantita la libertà vigilata. Al momento del verdetto, il giudice disse che la
sospensione condizionale della pena era un ultimo avvertimento: "Se andrà ancora
in contrasto con la legge, la corte non concederà più compromessi." Skyda aveva
già avuto diversi problemi legali in precedenza. A 17 anni gli venne data la
sospensione condizionale della pena, dopo aver aggredito uno studente dello Sri
Lanka. Era già stato arrestato diverse volte - una volta durante una
manifestazione del Partito Operaio, una volta per guido in stato di ubriachezza
ed un'altra quando la polizia lo trovò ubriaco mentre spaccava i finestrini
delle macchine parcheggiate. Allora il tribunale gli impose di sottoporsi a cure
contro l'alcolismo.
Gli amici del ragazzo aggredito probabilmente hanno condiviso il podio con
Skyba per pura ingenuità. In una discussione in Facebook sulla piccola Natálie,
la bimba rom quasi bruciata a morte con tutta la famiglia in un assalto
incendiario a Vitkov nel 2009 (vedi
QUI ndr), Skyba scriveva: "Le regalerei una lattina di Zyklon B per
Natale."
Non ci sono dubbi che il DSSS e la sua propaggine, il DM, sina una forza
politica volta contro immigrati, migranti e rifugiati. Anche se il partito ha
condotto per anni una campagna d'odio contro i migranti, la famiglia ucraina di Břeclav
il cui figlio è stato ferito, serve ora i suoi interessi, per sfruttare le loro
disgrazie nel fomentare sentimenti anti rom.
Paradossalmente gli estremisti del DM ed i neonazisti hanno chiaramente
espresso la loro opinione sugli stranieri durante la manifestazione di Břeclav.
Nel corteo tornando dalla piazza alla stazione, sono risuonati più volte gli
slogan "La Boemia ai Cechi" e "Nient'altro che la nazione".
Antropologo, poeta e scrittore, già intermediario in Kossovo per le Nazioni
Unite, Paul Polansky è noto per il suo impegno nella difesa dei diritti umani
del popolo Rom.
A vent'anni circa scappa dagli Stati Uniti, dove è nato, per evitare il
reclutamento nella guerra del Vietnam. Approda così in Europa, dove avrà i primi
contatti con la cultura Rom.
Ha vissuto per anni nei campi, raccogliendo storie, narrazioni orali, disegni
e musiche della cultura Rom. «Questo popolo è custode di tradizioni antiche 5
mila anni, che sono alla base della nostra cultura. Eppure noi riusciamo a
chiamare i Rom "ignoranti" e "incivili". Loro, a cui invece dovremmo essere
estremamente grati».
MilanoInMovimento, con la collaborazione di Mahalla, vi regala un viaggio nella
cultura Rom attraverso lo sguardo di Paul Polansky. Senza risparmiare critiche
alla comunità internazionale nella gestione del cosiddetto "gipsy problem".
"I heard Italians Used to be called Parasites, thieves,
Mafia, uneducated With no culture When they escaped From Italy to NY
A hundred years ago.
Why can't Italians see
The Balkan Roma today
Are off the same boat?" P.P.
Di Fabrizio (del 12/04/2012 @ 09:21:21, in Europa, visitato 1548 volte)
TicinonlineDenunce penali contro Weltowoche per presunto razzismo anti-rom Il settimanale uscito giovedì, titola: "Arrivano i rom: razzie in Svizzera"
BERNA - La fotografia sulla copertina dell'ultima edizione della Weltwoche di un
bimbo di etnia rom che punta una pistola in direzione del lettore sta suscitando
aspre reazioni. A livello penale sono state inoltrate denunce in Svizzera,
Austria e, stando a informazioni diffuse su Twitter, anche Germania.
Sotto la fotografia, il settimanale uscito giovedì, titola: "Arrivano i rom:
razzie in Svizzera". Giovedì pomeriggio una donna domiciliata nel cantone di
Basilea Campagna ha inoltrato denuncia perché a suo avviso immagine e titolo
ledono la norma antirazzista (articolo 261 del Codice penale), ha spiegato oggi
all'ats.
Dal canto suo il giornalista austriaco Klaus Kamolz ha sporto querela per
istigazione al razzismo nel suo paese, dove la Weltwoche è pure distribuita. La
denuncia va intesa come un "atto simbolico", ha detto all'ats facendo
riferimento all'informazione pubblicata oggi da Bund e Tages-Anzeiger. Il
settimanale diffonde "l'idea che l'intero popolo rom sia costituito di
criminali".
Kamholz auspica che le autorità del suo paese prendano finalmente l'iniziativa
dato che l'istigazione al razzismo ("Verhetzung" nel codice penale austriaco)
per Vienna è un reato perseguito d'ufficio, ha detto. Il giornalista spera però
che anche le autorità penali elvetiche si decidano a perseguire il settimanale.
Stando ad un'informazione pubblicata oggi sulla rete sociale Twitter una
denuncia in relazione all'ultima edizione della Weltwoche sarebbe stata
inoltrata anche in Germania.
L'immagine incriminata è stata realizzata dal fotografo italiano Livio Mancini,
che sul suo sito internet spiega di averla scattata nel 2008 ai margini di una
discarica non lontano dalla città di Gjakova, in Kosovo. Sul sito vivono varie
famiglie rom e i bambini giocano tra i rifiuti.
L'illustrazione ha scioccato anche i giovani del Partito ecologista, che in una
lettera aperta hanno manifestato la loro indignazione a Roger Köppel, redattore
capo della Weltwochwe.
La fotografia indispone anche l'esperto di media Peter Studer, che sulle onde
dell'emittente zurighese Radio 1 ne ha denunciato il carattere razzista. Studer
precisa però che la pubblicazione è "molto ben documentata".
Philipp Gut, vice del caporedattore e coautore dell'articolo, fatica a capire il
malumore sollevato dalla foto, ha indicato per iscritto all'ats. L'immagine
simbolizza il fatto che "bande rom abusano dei loro bambini per scopi
criminali".
Non è la prima volta che la Weltwoche è oggetto di denuncia. Nel 2009 la
Gioventù socialista svizzera (GISO) aveva sporto una querela contro Köppel per
violazione della norma antirazzismo. La GISO aveva giudicato illegali le
affermazioni che il caporedattore aveva fatto attorno a islam e iniziativa
"Contro l'edificazione di minareti". Il ministero pubblico zurighese ha
archiviato il dossier poche settimane fa.
Di Fabrizio (del 29/03/2012 @ 09:42:21, in Europa, visitato 1923 volte)
Segnalazione e traduzione di Silvia Gobbo
25 marzo - 8 aprile
Apertura 25 marzo ore 18.00 L'Ambasciata Rom Norvegese con mostra "Dall'album di
famiglia della gente rom", è uno spazio culturale temporaneo messo in scena a
Tullinlřkka ad Oslo. L'ambasciata funzionerà come allestimento culturale aperto
nel periodo dal 25 marzo fino alla giornata internazionale dei rom dell'8
aprile. L'ambasciata rom norvegese punta i riflettori sul fatto che la gente rom
non ha un luogo d'incontro ufficiale ad Oslo e in Norvegia. Il progetto è stato
sviluppato dal gruppo di architetti del Progetto di Comunità Rendere Compatta la
Città in collaborazione con Cultura Romanì, Associazione Norvegese dei Rom,
Popolazione Rom Novegese, Sjuvlliano Kerr, rappresentante dell'unione
internazionale dei rom in Norvegia, Misure per i rom, Anne-Stine Johnsbrĺten,
Lowri Rees e radiOrakel. Il progetto è supportato da: Fondazione Parola Libera,
Consiglio per gli Affari Culturali Norvegese e Museo di Storia della Cultura.
Domenica 25.03 h.18.00
Apertura dell'Ambasciata dei Rom Norvegese con la mostra "Dall'album di famiglia
della gente rom". (Anne-Stine Johnsbrĺten). Semplice rinfresco tradizionale,
interventi, appelli e intrattenimento culturale.
Lunedì 25.03 h.13.00
Prima trasmissione della radioRomano (trasmissioni quotidiane tutti i giorni
feriali) - prodotto da radiOrakel (FM: 99,3)
Mercoledì 28.03 h.20.00
Serata cinematografica: "Korkoro" di Tony Gatlif, con introduzione di Raya
Bielenberg.
Venerdì 30.03 h.17.00
Incontro aperto da Sjuvlliano Kerr - Donne rom unite
Sabato 31.03 h.14.00
Storia dei rom norvegesi - Seminario aperto. Proiezione del video di Natalia
Lund, intervento di Chalak Kaveh. Conduce: Maria Rosvoll (HL-senteret)
Domenica 01.04 h.16.00
Uno spazio per i rom - seminario aperto. Interventi di: Jan Jansen (Cultura
Romanì), Andreas Müller (Associazione Rom Norvegesi), Lars Demetri (Centro di
Cultura Rom Stoccolma), Erland Kaldaras (Centro di Cultura Rom Malmř). Conduce:
Harald Nissen (Consigliere Comunale).
Lunedì 02.04 h.19.00
Romanes - simposio della lingua. Linda Gabrielsen e Hanne Ramsdal ( Dizionario
fraseologico Norvegese - Romanes), Stefan Palison (dizionario Svedese - Romanes),
Jamanda Zedra Jansen.
Corso di scrittura in romanes 4-5-6-7 aprile 14.00-15.30.
Martedì 03.04 h.18.00
Foto di Rom - serata di presentazione
Progetti fotografici: Harald Medbře e Anne-Stine Johnsbrĺten
Proiezione dei film: "Samson pĺ reise" (Sansone in viaggio) di Lowri Rees, "Arven"
(L'eredità) di Svein Ove Hansli.
Giovedì 05.04 h.18.00
Serata grigliata rom. Grigliata di maiale intero e agnello, assaggi di diversi
cibi tradizionali rom.
Domenica 08.04 h. 14.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE PRIMA
Festeggiamenti con discorsi, rinfreschi e dolci al Museo di Storia.
h.15.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE SECONDA
Musica, canzoni e ballo nell'Ambasciata Rom Norvegese a Tullinlřkka.
h.16.30
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE TERZA + Pasqua rom.
Festa al Nordi Black Theatre con servizio e musica dal vivo.
Indirizzo: Hollendergata 8 (Grřnland, di fronte alla caserma della polizia).
fk, Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert -
Berlin, 23.3.2012 20:53, (ROMEA)
Nel suo discorso inaugurale [...], il presidente entrante della Repubblica
Federale, Joachim Gauck, ha condannato in toto il neonazismo e le altre
manifestazioni di estremismo e fanatismo in Germania. L'11° presidente è stato
eletto [...] dalla stragrande maggioranza dei membri delcollegio elettorale
composto da parlamentari e rappresentanti dei vari stati federali.
Rivolgendosi al Parlamento, Gauck ha invitato i tedeschi ad avere confidenza
tanto in loro stessi che in quanti li stanno governando. Ha anche sottolineato
l'importanza della libertà e della giustizia sociale.
"Il vostro odio è la nostra motivazione. Non lasceremo il nostro paese allo
sbando. Appartenete al passato, la nostra democrazia vivrà," ha detto Gauck agli
aderenti al neonazismo. In Germania è ripreso il dibattito, dopo che l'anno
scorso si scoprì che membri dell'ultra destra avevano commesso una serie di
delitti contro gli immigrati.
Gauck ha respinto altre manifestazioni di estremismo e fanatismo nella società
democratica. "Potrete rallentare questo treno, ma non lo fermerete," ha detto
Gauck dell'estremismo in generale.
Ha anche accennato al suo argomento tradizionale, la libertà, e sottolineato che
la Germania dovrebbe essere uno stato socialmente giusto. "Uguaglianza e libertà
sono le basi dell'autorealizzazione," ha detto. Ha anche ripreso l'idea di
Europa e ricordato agli astanti l'eredità della storia tedesca, chiamando la
Germania il "paese del miracolo democratico."
A lanciare l'allarme un report commissionato dal Ministro dell'Interno
della Repubblica Ceca
Calano i numeri in Est Europa, ma i movimenti neo-fascisti europei hanno
trovato un leader: Casapound. Secondo quanto emerso da un recente
report commissionato dal Ministro dell'Interno della Repubblica Ceca, i
movimenti neo-nazisti e ispirati al fascismo rimangono marginali, ma si ispirano
sempre più all'italianissima Casapound, oggi diventato movimento
nazionale con duemila tesserati, 25 redazioni in Italia e 10 all'estero, come
recita il loro sito. E proprio di ramificazioni all'estero si parla.
Miroslav Mares, sociologo dell'università di Masaryk e capo progetto
dello studio sul neo-nazismo, racconta che «la scena neo-nazi sta cercando in
tutti i modi di trovare un nuovo appeal e un nuovo modo per approcciare i
giovani. Il movimento che si ispira ai russi sta riscuotendo molto successo,
specialmente negli ultimi mesi, ma Casapound gioca un ruolo fondamentale
nell'unificazione di queste realtà. Quello italiano è soprattutto un modello
ideologico, capace di dare una forma più accettabile a partiti e movimenti di
estrema destra».
L'esigenza dello studio in Repubblica Ceca è nata dopo una serie di
attacchi ai danni delle comunità Rom, target continuo di violenze da
parte dei gruppi neo-nazisti. Secondo il report, questi attacchi sono destinati
ad aumentare nei prossimi cinque anni, «sulla scia di movimenti nati in Russia:
molto giovani, molto violenti ed estremi» spiega Mares. In Russia infatti i
magistrati che hanno "osato" condannare le violenze neo-nazi sono stati
minacciati, alcuni uccisi.
Come se non bastasse, il report lancia anche un allarme inquietante:
l'infiltrazione di movimenti di estrema destra nelle forze dell'ordine. «Ma non
solo,» aggiunge Mares. «Il tema vero è la capacità di mimetizzarsi nel sociale e
nella politica. Al momento Casapound non è pericolosa quanto gli ungheresi, i
russi o alcune frange tedesche. Si tratta più che altro di un fenomeno da tenere
sotto controllo. Però devo aggiungere che Casapound ha al suo interno personaggi
violenti che in caso di scontri etnici o sociali possono essere pericolosi. Al
momento il fenomeno più probabile è che questi movimenti siano in grado di
mobilitare giovani violenti durante manifestazioni o scontri di piazza».
L'obiettivo però è far dimenticare al grande pubblico le teste rasate degli
skinheads, e proporsi invece come forza politica alternativa. «Casapound gioca
un ruolo fondamentale perché è in grado di unificare e moderare i sentimenti
nazionalisti e neo-nazisti, sicuramente ragione fondamentale per cui è diventata
un modello in tutto l'Est Europa, dove è molto popolare, e in Germania» spiega
Mares.
Incontri, convegni, concerti, tutto diventa occasione di incontro e
coordinamento tra Casapound e i neo-nazisti cechi, ungheresi, tedeschi. Incontri
alimentati anche attraverso il web con forum e siti internazionali che
permettono di confrontarsi senza limiti sui temi cari a tutti i movimenti
europei: la difesa dalla "invasione islamica", il respingimento degli stranieri
e la creazione di un'Europa forte e coesa.
Casapound mantiene inoltre contatti diretti con i neo-nazisti tedeschi, in
particolare in Nord Westfalia, «dove vi sono frange molto violente,» afferma
Mares. E infatti l'allarme in Germania continua ad essere molto alto. Dopo la
scoperta di una cellula di estrema destra colpevole di numerosi omicidi tra il
2000 e il 2006, la polizia tedesca ha compiuto numerosi raid, in particolare
sequestrando bombe gas, machete e pistole al gruppo "Die Unsterblichen"
(gli Illuminati). Questi sono l'ultima espressione dell'estrema destra
tedesca, usciti allo scoperto alla fine del 2011, quando hanno sfilato in tutta
la Germania in una manifestazione notturna, indossando maschere bianche, torce e
urlando slogan contro gli stranieri (in allegato
un video della
manifestazione).
06/03/12 - Conferenza di presentazione delle risultanze del Progetto
"Sviluppo dei diritti umani in Albania in favore delle popolazioni Rom nel
distretto di Fier, formazione professionale nel settore dello smaltimento dei
Residui solidi urbani"
L'Assessorato regionale al Mediterraneo presenterà i risultati del Progetto
"Sviluppo dei diritti umani in Albania in favore delle popolazioni Rom nel
distretto di Fier, formazione professionale nel settore dello smaltimento dei
Residui solidi urbani" il 9 marzo, alle ore 10, presso la Mediateca regionale,
via Zanardelli.
All'incontro interverranno: l'Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli,
l'Assessore regionale alle Politiche giovanili e Cittadinanza sociale Nicola
Fratoianni,, l'Assessore al Mezzogiorno e Politiche comunitarie del Comune di
Bari Gianluca Paparesta, il Direttore UTL MAE di Tirana Aldo Sicignano, il
Presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo, il Presidente dell'AMIU Bari
Gianfranco Grandalliano, il Direttore dell'AMIU di Bari Antonio Di Biase, il
Sindaco della Municipalità di Topoja (Fier Albania), Orben Voja, Padre Rosario
Avino in rappresentanza Centro Sociale Murialdo dei Padri Giuseppini in Albania,
il coordinatore del progetto.Vladimir Malo, il responsabile della progettazione
Xhevahir Ngeqari, e un gruppo di giovani Rom allievi del corso.
Il progetto è stato proposto e realizzato dalla Lega Regionale delle Cooperative
e Mutue della Puglia - Legacoop Puglia, in collaborazione con AMIU Bari, la
Municipalità di Topoja nel distretto di Fier in Albania, il Centro Sociale
Murialdo dei Padri Giuseppini, con il diretto coinvolgimento della locale
Comunità Rom, e ha avuto come destinatari un gruppo di giovani cittadini Rom,
impegnati in un percorso di formazione e di avvio al lavoro nel settore della
raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, mediante il ricorso a tecniche
avanzate; esso ha conseguito anche l'ambizioso traguardo di arrivare alla
costituzione di un'associazione composta da cittadini Rom e Albanesi per la
gestione del servizio.
"Questa iniziativa, sottolinea l'Assessore Silvia Godelli, si
inserisce in una più ampia politica di intervento adottata dalla Regione Puglia
a sostegno dei diritti umani, in difesa delle minoranze e contro tutte le forme
di discriminazioni, che ha visto tra l'altro l'adesione ufficiale della Regione
nel 2010 alla Campagna DOSTA, promossa dal Consiglio d'Europa di Strasburgo per
combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei rom e per favorire
politiche di integrazione attraverso la conoscenza della realtà storica, sociale
e culturale della comunità rom."
Nell'ambito di tale Campagna, si sono già svolte iniziative con i rappresentanti
del Consiglio d'Europa a Bari e a Lecce. Tra le attività programmate e sostenute
dall'Assessorato al Mediterraneo, vi è la realizzazione di un abbecedario
romanes-italiano, di una antologia di scrittori rom dell'area balcanica, di un
seminario dedicato ai media per un corretto approccio alle problematiche della
comunità rom, di un corso per mediatori rom.
Partendo per la Romania, ho avuto la sensazione di imbarcarmi in un'avventura
assurda, fuori dal tempo, quell'avventura che sognavo da parecchio.
I metodi poco limpidi per arrivarci di certo non mi tranquillizzavano, quelli
che la mia famiglia Rom chiamava 'pullman per la Romania' altro non sono che
auto grandi (tipo l'Ulysse o auto/furgoncini simili) guidati da questi soggetti
che passano la loro vita a fare avanti - indietro tra Bologna e Craiova... una
scenetta da prime pagine dei giornali sul tema dell'immigrazione. Ma partiamo
dall'inizio.
Ho conosciuto la mia famiglia Rom mesi fa, ad una festa nel parco dietro casa
mia, abito alle periferie di Bologna e ci sono dei posti molto carini che
purtroppo, essendo fuorimano, non vengono sfruttati. Ci sono state iniziative
molto belle, ho fatto un corso di cucina Rumena dove ho conosciuto Irina, la
mamma delle mie future amiche, poi alla festa serale ho conosciuto e ballato con
Rebecca, Cirasela e Adelina e da quella sera ci siamo viste praticamente tutti i
giorni, per mesi.
Ora non starò a raccontare qui tutte le emozioni e le cose fatte con la mia
nuova famiglia adottiva, basti sapere che ad un certo punto sono arrivati dei
momenti brutti, dei pasticci con le burocrazie, e la famiglia ha fatto le
valigie per tornare in Romania, in un piccolo paese vicino Craiova, Barca. E io
sono andata con loro.
Di prima mattina, dopo avere dormito per terra abbracciata alle mie amiche
(perché la mamma, la capo famiglia, avendo paura di fare tardi per il viaggio
aveva buttato via tutti - TUTTI! - i letti della casa la sera prima della
partenza!), c'è stata la fantastica 'colazione alla Zingara', ovvero una
scorpacciata di pollo, pane e maionese, per iniziare bene la giornata! Poi
contrattazioni varie e finalmente, si parte!
Venti ore di viaggio, mille e ottocento km, con musica Rumena a palla nello
stereo, gente che balla, mangia, che continuamente si stupisce vedendomi: 'Ma tu
sei Italiana? Cosa vai a fare in Romania? Cosa ci fai in mezzo a questi brutti
zingari, non hai paura?!'
E alla fine, tra pic nic improvvisati nelle aiuole degli autogrill e dormite:
Italia, Slovenia, Ungheria... Romania! Arrivati!
La prima cosa della Romania sono stati tre bambini. Piccoli, sporchissimi, che
si aggrappavano ai vestiti chiedendo soldi, con le cicatrici in faccia.
Poi una visita a Cerata, paese abitato solo da famiglie Rom, un giro di saluti e
abbracci, tra gente che già conoscevo e facce nuove, che avevano deciso di
volermi bene.
L'aspetto più bello della Romania sono state le persone.
E a loro lo dicevo sempre, camminando nel paesino tutti mi guardavano come fossi
un'aliena, si domandavano come fosse possibile che un'Italiana fosse in quel
paesello sperduto, povero, di Rom che raccolgono il ferro, di contadini... .la
felicità più grande era vedere lo stupore sulle loro facce e poi dei grandi
sorrisi.
Vedermi lì con loro, a passare le giornate come le passano loro, in un posto
dove non c'è nulla, al di fuori di ignoranti pregiudizi, per loro era davvero
una gioia, e lo dicevano senza vergogna.
Il bello di questo popolo è anche la sincerità... .un popolo che per i gagi
dovrebbe vergognarsi di tutto e invece non si vergogna di niente.
Le emozioni sono quelle e si comunicano senza troppi giri di parole...
.oltretutto, non credo di essere stata toccata tanto in vita mia come in quella
settimana in Romania! Quanti abbracci, mamma mia! Che gioia! Quante strette di
mano, quante mani che mi prendevano su ad ogni ora del giorno e della sera per
andare a ballare un po' nel cortile o in camera, vicino alla stufetta.
Perché poi, c'è da dire che faceva un freddo incredibile! La nevicata che c'è
stata qui in Italia, durante il mese di febbraio, è partita dai Balcani... .la
stessa neve fina fina, l'ho riconosciuta!
Ecco, una bella mattina ci siamo svegliati ed era tutto bianco e la neve non
smetteva mai di cadere.
Immaginate la stessa nevicata dell'Italia, le stesse stalattiti di ghiaccio che
pendono dai muri ma... niente riscaldamento!
Senza acqua calda!
Si, perché lì c'era la luce... e basta.
L'acqua si va a prendere al pozzo che è in fondo alla stradina e l'acqua si
scalda poi sulla stufa a legna..la legna si prende nella stalla dei maiali... il
maiale si uccide, altrimenti da mangiare non c'è nulla... .e si fa la festa per
la morte del maiale!
Quella serata è stata fantastica, dopo le ore passata a preparare salsicce,
zuppe di carne, e tutto quello che si può preparare con un maiale (taaaaaaante
cose, non si butta via niente!!!), hanno iniziato a spuntare parenti e amici da
ogni dove, zie, cugini, eccetera... ognuno aveva una bottiglia di qualcosa
sottobraccio, per cui vi lascio immaginare!
Dalla strada principale si sentiva la potenza delle casse dello stereo di Ursari,
il fratello più grande, che metteva su le grandi hit di musica pop Zingara, e
tutti ballavamo come matti, tutti alticci!
Da bravi contadini alla mattina mi svegliavano con un bicchiere di vino caldo
zuccherato!
E le giornate erano così, molto semplici, sempre affollate di persone.
I tempi sono quelli del sole si potrebbe dire, ci si svegliava prestissimo alla
mattina, si puliva la casa, si faceva da mangiare, si badava ai fratelli più
piccoli, si facevano dei giri in paese, si ballava e alla sera eravamo a letto a
dormire già alle sette, otto di sera... .sfinite!
Quello che soprattutto si fa, durante la giornata, sono delle chiacchiere,
discorsi e ragionamenti infiniti, non sempre basati su cose reali. Spesso mi è
capitato di parlare con ragazzi e ragazze Rom che palesemente si stavano
inventando quello di cui parlavano... ma era bello così, per loro credo che in
fondo, vero o non vero, sia uguale...
Io dormivo con le mie due amiche in un lettone matrimoniale, dormivamo tutte le
notti abbracciate strettissime per via del freddo... non ho mai dormito così
bene in vita mia.
La condivisione di tutto, anche del sonno.
Non c'è cibo buono che puoi gustarti da solo, ma non perché gli altri sarebbero
invidiosi, ma perché è più bello anche per te condividere le cose.
Una stecca di cioccolato comprata all'alimentari andava spartita per sei, sette
persone. Per qualsiasi cosa è così. Ed è un valore meraviglioso che noialtri non
abbiamo più... Si condividono gli spazi, la privacy non esiste, perché poi
dovrebbe esserci? Io facevo pipì guardando in faccia le mie amiche che nel
frattempo continuavano a parlarmi come se nulla fosse!
Di qualunque cosa non bisogna avere vergogna, in fondo siamo tutti fatti uguali,
no?
Il ruolo della donna è fondamentale, ed è per questo motivo che Irina, la mamma,
che avrebbe voluto tornare in Italia per lavorare, invece è rimasta là. Perché
la famiglia non sa andare avanti senza di lei... mi ricordo un giorno in
particolare, in cui Irina era stata a Craiova per andare a trovare il fratello
in carcere... e beh, sono visite che richiedono un po' di tempo e oltretutto al
ritorno ci ha raccontato che le si era pure ingolfata l'auto... per cui, è stata
via dalla mattina presto alla sera.
Al suo ritorno Sorin, il marito, era arrabbiatissimo, erano tutti affamati
perché non sapevano da che parte cominciare per prepararsi una cena... .è stato
il delirio! E infatti poi Irina mi ha guardata, sconsolata, e mi ha detto:
'vedi, Sire?' (il mio nome è stato trasformato prima in Seina poi in Sire) 'come
faccio a tornare in Italia quando qui, a casa, con un marito e quattro figli,
nessuno sa prepararsi da mangiare?'
Il giorno del mio compleanno ero là, in Romania. E' stato buffo perché tutti
sembravano sentirsi in colpa del fatto che non potevano offrirmi grandi regali o
grandi feste.
In realtà, io ero la più felice del mondo.
Eravamo là, alla sera, nella stanza di irina e Sorin, a mangiare pezzi di maiale
arrosto e pane fatto in casa, guardando un reality Rumeno assurdo, con Ursari
che raccontava storielle per farsi grosso e continuava a darmi baci per fare
ingelosire sue moglie, e ogni volta urla da ogni dove e scenette comiche... .che
buffi.
Ursari e Cirasela sono una coppia tenerissima: lui ha 18 anni, lei 15 ed è già
incinta, di tre o quattro mesi, non ricordo bene.
Quando si sono sposati, un paio di anni fa, si erano visti soltanto una volta e
per pochi minuti.
E' stato un matrimonio organizzato dalle due famiglie degli sposi.
Il video della festa lo avrò visto dieci volte! Ogni settimana quando andavo a
casa loro qui a Bologna, Irina metteva su il video e si commuoveva ogni volta e
ogni volta mi ri-raccontava la storia del loro matrimonio!
Comunque sono una coppia buffa... .lui è un bel ragazzo e lo sa bene, per cui va
sempre in giro a fare il galletto e poi torna a casa a raccontare le sue
conquiste alla moglie, che infatti è sempre imbronciata! Una piccola moglie in
miniatura col pancione e le labbra imbronciate e 'da mucca', come dice Ursari,
sempre lusinghiero...
Sorin e Irina invece sono una coppia bellissima.
La loro storia però è iniziata in una maniera molto brutta.
I matrimoni tra i Rom possono farsi in diversi modi: o matrimoni combinati, in
cui quindi sono le famiglie ad accordarsi.
Oppure tramite la 'fuitina', molto diffusa anche in Italia anni fa a dire il
vero, cioè una fuga d'amore tra due ragazzi che decidono di scappare insieme e
al loro ritorno sono già una coppia.
Oppure, il modo più 'cruento'(per la donna): il 'rapimento'.
La donna viene proprio 'rapita' dall'uomo che la desidera e portata via... .a
quel punto la donna può essere d'accordo oppure chiamare i carabinieri e tornare
a casa. Per Irina non è stato così... .ci sono poi state lotte tra le famiglie e
caos di vario tipo, per cui alla fine Irina ha deciso di andare a vivere con
Sorin per evitare ripercussioni sulle famiglie.
Irina me l'ha raccontata tante volte questa storia, tranquillamente.
Era sempre bella la parte finale in cui mi diceva che ora invece è tutto
diverso... .ora lei è proprio innamorata di Sorin!
Le piace di più anche fisicamente, perché all'inizio era magro e ora invece è
decisamente grasso (lei dice 'bello sano'), e tutte le mattine si danno il
bacino del buongiorno!
Mi vengono le lacrime agli occhi scrivendo di queste piccole cose. Queste
confidenze, questi gesti piccoli ma significativi, questa infinita semplicità...
.
Invece Rebecca, la mia amica (che ha appena compiuto 16 anni, ma come tutte le
zingare sembra molto più grande), lei ha fatto la fuga d'amore ed era 'sposata'
(senza cerimonia) con un ragazzo, Vali, poverissimo e che a quanto pare ha
venduto i suoi orecchini d'oro e fatto tante altre carognate, oltre a trattarla
male (ovviamente solo dopo la fuga)... per cui, ora è come se avessero
'divorziato' e la mia amica, da brava ragazza Rom, non aspetta altro che un
marito per fare una grande festa di 3 giorni, come da tradizioni!
Insomma, sono stati dei giorni molto belli e intensi in Romania e io mi sento
una privilegiata ad essere riuscita ad entrare in questo mondo che mi è così
caro.
Ci sono tutta una serie di privilegi ai quali posso attingere al momento:
intanto in Romania non mi succederà mai niente di male, perché sono 'protetta',
nel vero senso della parola, dai parenti più grossi e nerboruti della
famiglia... .e anche a Bologna, dove la comunità più grande di Rom viene dalla
Romania (anzi, per la precisione proprio da Craiova e dintorni), basta dire di
essere amica di Irina e famiglia perché ti si aprano le porte per delle
conversazioni e dei sorrisi che io vado sempre cercando, tra questa gente.
Di sforzi ce ne sono voluti, e tanti.
Si tratta comunque di un incontro tra culture completamente diverse... ma non è
impossibile, credetemi.
E una volta all'interno, si possono scoprire cose di un'umanità incredibile.
E' un invito a non lasciarsi abbindolare da stupidi stereotipi. E' un invito a
guardarli come persone, e non come guardereste il vostro cane. E' un invito ad
essere aperti alla diversità, all'altro, alle altre culture. Perché c'è del
Bello ovunque, e sarebbe una così grossa perdita non coglierlo.
Il viaggio del ritorno, infine:
c'è da dire che è stato molto dubbio, fin dall'inizio! Intanto, con la neve che
c'era, non si era nemmeno sicuri di partire... e poi, al ritorno ero da sola.
Per cui c'era un po' di ansia inizialmente, per via di questi autisti che
comunque alla fine si sono rivelati assolutamente corretti e disponibili...
però, non si sa mai. In fondo sono 20 ore di viaggio che non sono poche, in
balìa di questa gente che potrebbe portarti un po' dove vuole, tanto voglio
dire, se mi trovo nei guai in Ungheria, chi mi viene a recuperare?
Questo era un consiglio di viaggio: prendete le Euro Linee di trasporti per la
Romania! Costose ma facili e sicure!
Le parti più divertenti erano quelle alle dogane. In pratica si danno i
documenti e poi lo sbirro apre la macchina e chiama a voce alta tutti i nomi
guardandoti in faccia.
Ecco, faceva parecchio ridere perché ogni volta c'era grande stupore nel vedere
tutte queste facce lunghe e brutte da zingaroni coi denti d'oro e in mezzo io,
felicissima che saluto dicendo 'qui, sono io!' !
Al ritorno il viaggio è stato più bello dell'andata, siamo partiti di giorno e
quindi con la luce ho potuto vedere un po' di paesini dall'interno, mentre
l'auto girava per prendere su i passeggeri dalle varie case... ho visto una
parte di Timisoara, delle chiese bellissime coperte di neve, mi ricordo tutti i
bambini in strada che salutavano il nostro furgoncino quando passavamo... poi
delle distese di neve con dei cani lupo bellissimi che correvano... sono posti
tutti da scoprire.
Durante quelle 20 ore ho avuto modo di parlare un po' con tutti...
In particolare con una madre (giovanissima, ha la mia età) che ad un certo punto
ha tirato fuori dalla borsetta la fotografia dei suoi tre figli e con
tranquillità mi ha detto:
'Vedi il più grande? lui ha i capelli biondi biondi biondi... non sembra un
brutto Zingaro... forse lui avrà fortuna nella vita.''
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