Young4young.comchi viene e chi vadi Ana Cvitan - Raccontare la situazione rom in Italia attraverso l'arte e lo spettacolo. Si
può, se hai come santi protettori Daniela e Silvio - giovedì 24 novembre
2011
Antun Blazevic in una foto di Marija Dzalto
Iniziare un'intervista con qualcuno che ti dice che puoi lasciare tranquilla la
tua borsa vicino a lui, perché oggi "non lavora", e finirla sentendo la sua
dichiarazione di essere invidioso di Berlusconi, perché appare solo lui alla TV
italiana e non i rom, non è molto comune. Invece, la conversazione con Antun
Blazevic, in Italia conosciuto come ToniZingaro, è andata proprio così. Lui è un
mediatore culturale, ha radici zingare, vive in Italia da più di 30 anni e
attraverso l'ironia racconta il suo popolo e le condizioni nelle quali si trova
dentro la società italiana.
Da un anno gestisce l'associazione "Theatre Rom" che ha il ruolo, come lui
stesso dice, «di promuovere la cultura e la tradizione del popolo rom e di far
vedere alla società che i rom non sono tutti sporchi, brutti e cattivi, ma che
sono pure persone che lavorano, persone che mettono passione nel proporre un
messaggio costruttivo, e non solo quello distruttivo, che invece alla società
italiana piace sentire e vedere». Nei media i Rom sono spesso presentati
attraverso i pregiudizi; nessuno li presenta come persone che «cantano, suonano,
recitano, dipingono quadri, lavorano il rame, fanno sculture».
L'associazione "Theatre Rom" non cerca di raggiungere l'obbiettivo attraverso
grandi azioni politiche, ma, come dice ToniZingaro, vuole «raccontare lo stato
dei Rom in Italia attraverso il palcoscenico e l'arte». Non vuole nemmeno
cambiare le convinzioni degli altri, «perché ognuno può pensare quello che
vuole. Ciò però non significa che egli non si debba confrontare con se stesso,
ripensare i propri modi di ragionare, mettersi nelle condizioni di riflettere se
tutti i suoi giudizi sono veri». Antun Blazevic, cosciente della presenza di
pregiudizi nella società italiana, li affronta in un modo ironico. Considera che
«una risata sana salva la vita» e proprio per questo usa l'ironia per far capire
alle persone quale è la vera situazione. «Con l'ironia metti le persone davanti
alla realtà, ma rendendola più leggera», dice.
Si intitola "la lettera" lo spettacolo d'ironia e di denuncia, andato in scena
la settimana scorsa. Il testo, scritto proprio da lui, racconta il mondo rom
attraverso l'umorismo: ad esempio, i figli del protagonista portano i nomi «dei
santi protettori del popolo rom: Giulio, Silvio, Daniela, Mario, Umberto, Pier
Silvio. È infatti merito loro, se i Rom in Italia si trovano "così bene"».
Tutto quello che fa l'associazione lo realizza con propri mezzi, perché «se con
i nostri progetti denunciamo il fatto che il popolo rom per colpa
dell'amministrazione è povero e a disagio, mi sembra poi contraddittorio
chiedere all'amministrazione di sostenere economicamente questi stessi
progetti».
L'associazione promuove anche laboratori per bambini, non solo rom. Si sceglie
un'altra metodologia, «si mettono insieme i bambini rom con i gagè (tutti gli
altri bambini), perché siamo convinti che la vera integrazione si realizza nel
loro incontro. Il mondo occidentale vorrebbe che noi lasciassimo la nostra
cultura e ci assimilassimo a loro, per entrare a pieno titolo nella loro
società. Ma l'assimilazione è una cosa pericolosa – essa significa perdere
l'identità, i valori, il modo di essere, di vivere, il modo di capire e
percepire il prossimo».
Non solo attraverso lo spettacolo, ma anche in altri momenti Antun Blazevic è
«portavoce dei rom» per richiamare l'attenzione del pubblico su alcuni diritti
fondamentali di questo popolo che lo Stato dovrebbe riconoscere: «la minoranza
linguistica - perché un uomo senza lingua è come un uomo senza l'identità; il
diritto al lavoro; il diritto all'educazione, in modo tale che le scuole non
siano più soltanto un "parcheggio" per i bambini rom, ma luoghi dove questi
bambini sono trattati come tutti gli altri bambini. Alla fine si dovrebbe
rispettare e conoscere la cultura dei Rom, perché soltanto così si arricchisce
la propria».
Secondo ToniZingaro è la musica la cosa più significativa del mondo rom. Davvero
può arricchire la cultura occidentale: «La musica è una forza molto più potente
della bomba atomica. La musica nel mondo rom è capace di aprire tutte le porte,
le finestre, i cuori, le anime, le persone. Con la musica trasmetti gioia,
dolore, amore, tristezza, felicità, pensieri. Tutto!». C'è poi un'altra cosa che
a noi occidentali può insegnare molto: questo popolo ha una grande forza di
sopravvivenza. «I rom non si arrendono mai. Anche dopo che qualcuno gli ha
bruciato la baracca, essi riprendono subito a vivere, perché sono liberi, non
hanno la necessità di essere proprietari di qualcosa, non hanno questo senso
della proprietà al quale invece gli occidentali tengono così tanto».
Alla fine gli chiediamo di spiegare la parola "Rom". Ci risponde che preferisce
essere chiamato ToniZingaro. La parola "rom", tradotta letteralmente dalla
lingua romaní, significa "uomo": non vuole che qualcuno lo chiami con questo
sostantivo, mentre poi non lo considera un essere umano.
Di Fabrizio (del 26/11/2011 @ 09:21:53, in lavoro, visitato 1721 volte)
2011/11/22
Il 2011 non è stato un buon anno "per il popolo Rom, grande protagonista del
riutilizzo in Italia. Nonostante il grande servizio dato all'ambiente e le
innovazioni normative, le amministrazioni non danno segnali per la regolarizzare
del fenomeno": si apre così la sezione dedicata agli operatori Rom del settore
dell'usato, contenuta nel "Rapporto sul Riutilizzo 2011" curato dal Centro di
Ricerca Economico e Sociale di "Occhio del Riciclone", in collaborazione con il
Ministero dell'Ambiente, presentato il 18 novembre scorso presso la Città dell'Altraeconomia
a Roma.
Dal documento emerge che, grazie alla vendita di merci recuperate, circa il 10%
di questa comunità riesce a vivere con un reddito onesto. Si tratta di frugatori,
in parte sostituiti dalle nuove generazioni di bulgari e rumeni, stanziati ai
margini dei mercati spontanei in ritrovi di fortuna e che, non sostenendo costi
di trasporto e igienizzazione dei prodotti raccolti, hanno determinato il crollo
dei prezzi in vendita. Insieme a quella dei ferraioli sono la categoria più
colpita. "Una volta gettato nel cassonetto, il rifiuto diventa proprietà dell'A.m.a.
e il suo approviggionamento viene considerato furto", spiega Silvia Paoluzzi,
della Rete di Sostegno ai Mercati Rom. "Si rischia addirittura il sequestro del
veicolo. Per questo ha preso piede il fenomeno dei ragazzi in bicicletta, che
con cassette di plastica, trasportano ferro e metalli in piccole quantità". Poi
ci sono i rigattieri e svuotacantine che, non trovando sbocchi nei mercati, sono
costretti al conto terzi.
Sempre più ridotto lo spazio concesso nei mercati autorizzati. "Sono sotto
attacco in tutta Italia", spiega Aleramo Virgili, portavoce della Rete O.n.u.
Lazio (Rete Operatori nazionali dell'usato). "Dalle periferie romane al famoso
mercato di Porta Portese; dal mercatino dello stadio San Nicola di Bari a quello
di Bonola (Milano); dall'area del Porto antico di Genova o di Piazza Garibaldi a
Napoli". Per oltre 10 anni, i "Romano Pijats", i mercati della Capitale, dietro
il pagamento della Ta.Ri (tariffa rifiuti) e del suolo pubblico, hanno garantito
un reddito ad oltre 500 capifamiglia Rom, consentendo di regolarizzare
documenti. Da circa 3 anni la battuta d'arresto. Chi vuole lavorare è costretto
ad aprire la partita Iva, che molti non possono permettersi, costringendo la
maggior parte a tornare nell'informalità.
La Rete di Sostegno ai Mercatini Rom, nata lo scorso aprile durante gli "Stati
Generali del Riciclo", ha raccolto l'eredità di questa esperienza e quella dello
Sportello Popolare per i Migranti di via del Quarticciolo 18 a Roma, che dal
2008 ha svolto un servizio di ascolto e supporto legale gratuito fino a tre
settimane fa, quando è stato chiuso "a causa di pesanti problemi d'intolleranza
razziale da parte degli abitanti del quartiere, molti dei quali coinvolti nella
malavita locale" racconta la Paoluzzi. "Il VII Municipio, pur riconoscendo
l'importanza che il servizio gestito da volontari ha svolto per decine di
famiglie Rom, migranti di origine araba, nordafricana e sud americana, ha
preferito farlo chiudere, piuttosto che affrontare il problema. Segno di come la
questione Rom sia ancora percepita dalle istituzioni come un problema di
sicurezza". L'idea ora è quella di donare la sede ad altre cooperative e di
trovare un'altra area dalla quale ripartire.
Al momento la Rete è impegnata a Napoli nei lavori della Prima Assemblea
Nazionale degli Operatori dell'Usato, insieme alla Rete O.n.u. di cui fa parte:
"Chiederemo mercati multietnici per migranti e la revisione della legge 205, per
aprire spazi occupazionali e d'integrazione". E conclude: "In Campania sono
stati proprio i Rom a dare il buon esempio durante l'emergenza rifiuti. Dalla
ricerca dell'Isde (Associazione Medici per l'Ambiente) ‘Il valore della raccolta
differenziata a Napoli', condotta con i dati di Asia e Ispra, risulta che i Rom
abbiano contribuito per il 90% al corretto smaltimento di alluminio, rame e
materiale ferroso. Fra i pochi quindi, a comprendere che è proprio la
differenziazione dei rifiuti il vero ‘Oro di Napoli".
MENDICANTI IN TRIBUNALE: "LA CACCIA AI ROM CONTINUA"
Intervista: due rumene compaiono lunedì davanti al Tribunale di Bobigny per
"abbandono" dopo essere state arrestate mentre mendicavano insieme ai loro
figli. Il loro avvocato denuncia un'infrazione aberrante e chiaramente contro i
rom.
TF1 NEWS:
"In quali circostanze sono state arrestate le Sue due clienti e cosa viene
esattamente contestato loro?" HENRI BRAUN, AVVOCATO:
"Maria e Genovita sono due giovani donne rom, originarie dalla Romania. Hanno
circa venti anni e sono arrivate in Francia alcuni mesi fa, con i loro mariti e
i loro figli. Come tutte le cittadine rumene e bulgare in Francia, non hanno
accesso al mercato del lavoro. Vivevano quindi in condizioni molto precarie, e
sono state costrette a mendicare per sopravvivere e nutrire i loro figli. Sono
state arrestate il 6 settembre al Bourget, mentre chiedevano l'elemosina per
strada, con i loro figli. Questi ultimi sono stati loro tolti per otto giorni,
poi finalmente restituiti. Da allora, sono citate per "abbandono" presso il
Tribunale di Bobigny.
Questo reato, che figura nel C.P. Art. 227-15 comma 2, è stato creato per mezzo
della legge di sicurezza interna del 2003. Stipula che costituisce un abbandono,
in particolare il fatto di mantenere un bambino di meno di sei anni sulla via
pubblica o in uno spazio riservato al trasporto collettivo di viaggiatori, con
lo scopo di sollecitare la generosità dei passanti. La sanzione prevista è di 7
anni di reclusione e di € 100'000 di multa. In seguito all'istituzione di questo
reato, c'è stata una prima ondata di controlli nel 2004 e nel 2005. Poi, il 12
ottobre 2005, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che impone alla
procura di apportare la prova che la salute del bambino è stata intaccata,
perché il reato possa essere costituito. Siccome non è mai il caso, gli arresti
si sono fermati di netto.
Ma l'attacco è chiaramente ripartito, dall'estate scorsa. La caccia ai rom
continua. Questo si ricollega all'offensiva lanciata un po' più di un anno fa,
con lo smantellamento di tutti i campi nomadi, in particolare nella zona di
Seine-Saint-Denis."
TF1 News:
"Questo lunedì sarà esaminata una questione prioritaria di costituzionalità (QPC),
depositata da Lei a metà ottobre, durante una prima udienza: perché Lei si
augura che questo testo venga abrogato?" H.B:
"Ciò che sorprende, nei fascicoli delle mie due clienti, è che possiamo leggere
che i poliziotti hanno dichiarato abbiamo reperito e interpellato una donna di
tipologia rom. Il mio obiettivo è di fare sparire quest'articolo di legge, che
considero chiaramente contro i rom, in quanto fino ad oggi, ho visto soltanto
rom essere incriminati sulla base dell'art. 227 -15 comma 2. Quest'ultimo è
stato pensato in un senso discriminatorio ed è applicato in modo
discriminatorio. Semmai la mia QPC dovesse essere rifiutata oggi, mi rivolgerò
alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, nel Lussemburgo, per violazione
della Carta europea dei diritti fondamentali. Ritengo infatti che la mendicità
non sia un reato. E quanto bene verrebbe stabilito che lo sia, la sanzione
proposta è totalmente spropositata. E' aberrante. Come è possibile che un furto
semplice sia punito con tre anni di reclusione, mentre il semplice fatto di
mendicare sia punito con sette anni?"
TF1 News:
"E' il fatto di mendicare con il proprio figlio, che è punito con sette anni di
reclusione." H.B.:
"Sono d'accordo, ma il problema è che queste donne non hanno accesso né ai nidi,
né ai baby-parking. Quindi, come devono fare? La giustizia penale è lì per
reprimere dei comportamenti nocivi nei confronti della società. Ma nella
fattispecie, si mira semplicemente a stigmatizzare una parte della popolazione.
Trovo questo insopportabile. E senza fare alcun amalgama o volere tentare di
paragonare l'incomparabile, è ancora più insopportabile per il fatto che gli
zigani sono stati spesso stigmatizzati nella storia."
TF1 News:
"Nello stesso tempo però, la nostra società non può tollerare di vedere bambini
mendicare fuori tutto il giorno, con i loro genitori." H.B.:
"La questione non è di sapere se si approva o meno moralmente questa situazione.
Nel fondo, sono ovviamente completamente d'accordo nel dire che il posto dei
bambini di meno di sei anni non è per strada a mendicare. La vera questione è di
capire se questo merita una repressione penale. All'ora attuale, non facciamo
nulla per questi bambini. Un inizio di soluzione sarebbe di dare a questa gente
l'accesso al lavoro. Hanno piene capacità per farlo. Allora, non avranno più
bisogno di mendicare."
TF1 News:
"La votazione di questo articolo di legge mirava ugualmente a mette un fermo
alle reti organizzate..." H.B.:
"Può darsi che ciò esista, ma io non ne ho mai visto. Ho semplicemente visto
mariti e donne che provavano ad avere una vita migliore per i loro figli. Ma se
fosse il caso, esiste un altro testo che condanna lo sfruttamento della
mendicità e che non ho ancora mai visto applicato. Allora iniziamo da questo."
TF1 News:
"Durante la prima udienza a metà ottobre, un'altra donna arrestata alla Courneuve
e alla quale si rimproverava gli stessi fatti, è stata finalmente rilasciata.
Lei si aspetta la stessa clemenza da parte del Tribunale, nei confronti delle
Sue clienti?" H.B.:
"Sono molto fiducioso in quanto all'ottenimento del rilascio, in quanto gli
esami clinici effettuati sui bambini hanno dimostrato che godono di perfetta
salute. I servizi di polizia stessi, hanno giusto constatato che il pannolino di
uno di loro era stato cambiato con un po' di ritardo, e che di conseguenza, il
piccolo aveva il sederino leggermente arrossato... Siamo quindi lontano dal
maltrattamento o dall'abbandono. Però il mio obiettivo si sposta più in là del
rilascio. Il mio obiettivo, come ve l'ho detto, è di ottenere l'abrogazione di
questo testo di legge."
Di Fabrizio (del 25/11/2011 @ 09:01:33, in Regole, visitato 2509 volte)
E' passata un settimana da quando il Consiglio di Stato ha dichiarato
illegittimo il
Piano Emergenza Nomadi. Accanto alla giusta soddisfazione di quanti in
questi anni l'hanno contrastato perché antidemocratico ed incostituzionale,
registro reazioni diverse e contrastanti su quello che potrà succedere da ora in
avanti.
VEDIAMO DI CAPIRE COSA POTRA' SUCCEDERE
La destra più becera (e non è una novità) ha immediatamente coniugato
la notizia con un
attacco alla sinistra. Se questi sono i loro ragionamenti, non posso che
essere felice, perché se leggete la risposta che ho lasciato
loro, questi dopo due anni non hanno ancora capito di cosa scrivono, o
peggio mentono sapendo di mentire.
Ma... la sinistra cosa dice? Se scorro quest'articolo
del Corriere, al solito dice tutto ed il suo esatto contrario. Leggendo
tutto, sono presenti anche le altre reazioni: da quella del duo Salvini-De
Corato a quella di segno opposto della Consulta Rom milanese. Ma la parte più
interessante è nel titolo: il rischio è che non ci siano più soldi per gli
sgomberi! (povero Granelli...) Solo alla fine dell'articolo, il
grande giornale nazionale, in un sussulto di obiettività, fa presente che
parimenti mancheranno anche i fondi per quei Sinti e Rom che avevano scelto un
percorso di superamento del campo. Insomma: la logica
desolante è che per l'informazione il Rom è "notiziabile" se sgomberato, ma se
volesse autosgomberarsi non lo è più tanto.
E' o non è un'emergenza anche quella?
Il concetto rispunta (apparentemente simile) in un polemico articolo
di
Tempi (rivista che mi risulta vicina a CL). La tesi è che i fondi stanziati
sarebbero serviti ANCHE a migliorare le condizioni di vita di chi abita nei
campi nomadi. MI PERMETTO UNA CONSTATAZIONE: nei due anni in cui è rimasto in
vigore il Piano Emergenza Nomadi, la situazione è rimasta grossomodo lo stessa.
E MI PERMETTO UN DUBBIO (da quel malfidente che sono): non sarà che la vera
preoccupazione sia il taglio dei finanziamenti al solito privato sociale,
piuttosto che le condizioni di vita dei poveri Rom e Sinti?
Il dubbio mi nasce da un
comunicato dell'AIZO, storica associazione di "tutela" dei Rom e dei Sinti,
che aveva appena ottenuto un
cospicuo finanziamento dal comune di Torino per la gestione di alcuni campi
cittadini. Ora che il Consiglio di Stato si è espresso, c'è il timore che anche
quei finanziamenti siano a rischio, così leggo su quel comunicato: "Dopo
tanto lavoro, ora, con questa sentenza, si rischia di tornare indietro di 20
anni, con il sorgere di campi abusivi in ogni angolo delle periferie, dove
sporcizia e degrado regnano sovrani" che, guardacaso, è esattamente la tesi
espressa dal nostro ex sceriffo De Corato.
In realtà, il discorso è + complesso ed inizia un
paio di anni fa. Una famiglia allargata intende sfruttare il Piano Maroni (13
milioni di euro a disposizione x Milano). Alcuni di loro hanno qui in città un
contratto di lavoro a tempo indeterminato, quindi possono aprire un mutuo x
acquistare una cascina diroccata in Lomellina. Nel loro campo vivono su un
terreno di proprietà comunale da circa 20 anni, ed in questo tempo hanno speso i
loro soldi per costruirsi un riparo che sia più decente della roulotte con cui
arrivarono. La cascina è da ristrutturare, le loro abitazioni + che dignitose, e
lasciarle sarebbe una perdita secca. Sino qua, i soldi arrivano tutti da loro.
Quindi approfittano del Piano Maroni, gestito dalla maggioranza Moratti-De
Corato (non da Pisapia), per farsi finanziare la ristrutturazione e rendere la
cascina abitabile (attualmente non ne avrebbe i requisiti). I soldi sono gli
8.000 euro a 40 Rom (non 40 famiglie!), promessi sempre dal duo Moratti-De
Corato, verranno sbloccati solo con l'avvento di Pisapia (che tecnicamente, si
limita a mantenere un impegno assunto dalla giunta precedente). La partita di
giro prevista dal piano prevede che il comune affidi i soldi al gestore del
campo (Casa della Carità) che li investe in cambio della presentazione del piano
di spesa.
Nel frattempo, i lavori di ristrutturazione sono partiti solo quest'anno, e le
famiglie sono tuttora al campo.
Giudicate voi
Di Fabrizio (del 24/11/2011 @ 09:46:49, in Italia, visitato 1582 volte)
sarà presente al MEDIMEX di Bari dal 24 al 27 novembre allo stand n° 100
Visitando lo stand sarà possibile conoscere le nostre attività e i nostri
artisti.
Sabato 26 novembre nell'ambito di BONUS TRACK - MEDIMEX l'Alexian group di
Santino Spinelli sarà in concerto alle h 22 presso la Taverna del Maltese, in
via Nicolai, 57 a Bari
Vi aspettiamo numerosi
La FederArteRom riunisce 50 associazioni presenti sul territorio nazionale per
organizzare grandi eventi e manifestazioni con la collaborazione di enti
pubblici (nazionali, regionali e locali) ed istituzioni internazionali. Inoltre
grandi intellettuali ed artisti di fama mondiale hanno aderito e dato il loro
sostegno a tale iniziativa, col principale obiettivo di valorizzare l’enorme
patrimonio artistico che coinvolge la FederArteRom.
Consideriamo l'Arte uno dei veicoli più efficaci di comunicazione, in quanto ci
permette di superare quei pregiudizi rispetto alla situazione sociale, morale,
culturale, etica e religiosa che spesso stanno alla base della discriminazione
nelle sue diverse sfaccettature. Vogliamo quindi valorizzare la cultura Romanì
libera dai tanti stereotipi e barriere in cui è incatenata da troppo tempo,
nella forma che forse più la rappresenta: l’incontro tra culture nell’arte!
Le fondamenta della FederArteRom poggiano sul riconoscimento e la promozione
della Dichiarazione Universale dei diritti Umani, valori che intende trasmettere
con ciascuna azione ed iniziativa.
La federArteRom ha attivato un sito internet visitabile all’indirizzo: http://www.federarterom.wordpress.com
ed un indirizzo email: federarterom@gmail.com
La FederArteRom si compone del seguente organigramma definitivo e immodificabile
fino alle prossime elezioni, salvo per le nuove associazioni i cui legali
rappresentanti entreranno nella Consulta Artistica automaticamente:
Consiglio Direttivo:
Dott. Prof. Santino Spinelli "Alexian" - Presidente
Paolo Falessi (Ladri di Carrozzelle) - Vice-presidente
Fabio Ricci (i Jalisse) - Vice-presidente
Miriam Meghnagi - Vice-presidente
Massimo Antonelli (ass. Calamus) - Vice-presidente
Giordano Sangiorgi (MEI) - Vice-presidente
Torino, odio e ignoranza: come gioire di una tragedia
Nella giornata di ieri, a seguito dell'alluvione che ha colpito il torinese e
dell'allontanamento dei rom accampati nel campo di Lungo Stura Lazio per motivi
di sicurezza, l'onorevole Cavallotto (in foto) della Lega Nord è intervenuto
sull'evento dichiarando...
TUTTI UNITI, Rom e Sinti a Roma: l'intervista a Radames Gabrielli
Chiara Ludovisi di Redattore Sociale intervista Radames Gabrielli, Presidente
della Federazione Rom e Sinti Insieme, a poche ore dalla manifestazione
TUTTI UNITI che si terrà domani 9 novembre a Roma, in piazza Montecitorio, a
partire dalle ore 9.00...
TUTTI UNITI, Rom e Sinti: un grande successo!
La manifestazione delle associazioni sinte e rom TUTTI UNITI, promossa dalla
Federazione Rom e Sinti Insieme, è stata un grande successo. Un ringraziamento a
tutti i sinti, a tutti i rom e a tutti i racli che hanno partecipato. Un
ringraziamento a tut...
Milano, alla 54° Biennale di Venezia partecipa Bruno Morelli
Il 27 ottobre scorso si è inaugurata la 54° Biennale di Venezia Sez. Milano c/o
Padiglione Italia “Le sale del re” con la partecipazione di 90 artisti di fama
internazionale selezionati. Uno degli artisti selezionati è stato Bruno Morelli
con l'opera "In-Contro"...
"La persecuzione nazista degli zingari": chi scrive la storia svolge un'azione
politica
Una sintesi della posizione di Guenter Lewy, sulla persecuzione nazista subita
dai sinti e dai rom, l'ho già espressa nel primo post ma l'analizzerò
puntualmente nei prossimi post. Le posizioni di Mantelli e di Luzzato che
introducono il lettore al libro di Lewy le analizzo brevemente adesso perchè
sono divergenti da quanto affermato da Guenter Lewy...
Si può costruire una casa con 300 dollari (meno di 212 euro)? Questa è l'idea
lanciata un anno fa sul blog della Harvard Business Review da Vijay Govindarajan,
docente di Economia, e Christian Sarkar, esperto di marketing.
Alla sfida "$ 300 House Design Challenge" a cui è abbinato un sito,
300house.com, hanno preso parte più di 300 partecipanti tra architetti,
designer, studenti e professionisti che hanno inviato sul web i propri progetti.
Questo concorso di idee prevedeva regole precise da rispettare: erano richiesti,
infatti, progetti di abitazioni fabbricabili con materiali prodotti in serie,
facili da reperire e abbastanza resistenti agli agenti atmosferici. Inoltre nei
progetti si richiedeva anche la presenza di servizi di base da adattare alle
esigenze di qualsiasi tipo di abitante, singolo o famiglia.
Tra tutti i progetti candidati per ora ne sono stati selezionati solo 6, i
migliori secondo la giuria composta dalla web community sorta nell'ambito
dell'iniziativa grazie anche al sito creato per lanciare l'iniziativa e
all'interesse riscosso su internet, oltre che da un gruppo di professionisti
esperti nel settore dell'edilizia sociale.
Il finanziamento di 15.000 dollari complessivi consentirà ai progettisti
vincitori di dare vita ai primi prototipi. L'idea di una casa a basso costo è
valsa a Govindarajan e Sarkar un posto tra i Thinkers 50, una top list riservata
ai 50 migliori pensatori d'affari del mondo.
E noi di TuttoGreen pensiamo che sia la migliore idea low-cost per ridurre
l'impatto delle costruzioni sull'ambiente!
Pensate infatti quante case si potrebbero fare con un impegno economico così
basso senza andare ad incidere sul trasporto e sulla produzione di materiali
costosi destinati alla costruzione con metodi tradizionali.
Per non parlare dell'aspetto sociale della faccenda. Finalmente tutti o quasi
potrebbero aspirare ad un'abitazione "decente" così come le condizioni di vita
negli slums delle gigantesche metropoli del terzo mondo.
Di Fabrizio (del 23/11/2011 @ 09:03:13, in media, visitato 1755 volte)
Le rassegne stampa sono qualcosa di asettico e neutrale. Ma la neutralità,
altro non è che il mantenimento dello status quo. Anche in Mahalla potremmo
essere neutrali...
Fisco, in 59 evadono 21 milioni COINVOLTI REGISTI, ATTORI,
CANTANTI MA ANCHE NOTAI, AVVOCATI, DENTISTI (12 novembre 2011)
Calderara di Reno (BO): arrestati 3 zingari per furto di varie parti di
auto Calderara di Reno (BO) – Zingari in azione. 3 persone, tra cui un
minorenne, arrestate dai Carabinieri, sorpresi a rubare parti di auto
all’interno della ditta "Ar Auto Riparazioni S.r.L." (18 novembre 2011)
(compito per i lettori: TROVATE LE DIFFERENZE)
e poi ci sono i geni:
130 Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo arrestano 16 Rom dei
campi nomadi di Torino L'operazione, con la collaborazione dei
colleghi di Torino e di personale del Corpo di Polizia Municipale di Torino
– Nucleo Nomadi, è avvenuta al termine delle indagini avviate dai
Carabinieri di Mondovì un anno fa (22 novembre 2011) Parere di Eugenio
Viceconte: 130 carabinieri ed un paio di elicotteri per recuperare 50 kg
di cavi elettrici... valore del rame sequestrato 250 €. E' la volta buona che
si sconfigge la criminalità organizzata
Lo sgombero era stato annunciato nei giorni scorsi come imminente e sui vari
social network era rimbalzata la notizia fino alla conferma di ieri sera.
Ore contate quindi per il campo abusivo sorto vicino a quello regolare di via Bonfadini.
La Diana Pavlovic (Consulta rom) dichiarava : "Cercare con loro le soluzioni"
e dopo la sentenza del Consiglio di Stato: "Ora l'assessore Granelli dovrebbe
sospendere gli sgomberi".
Sempre ieri, giornata calda per la questione rom, con il Consiglio di Stato
che ha bocciato il piano nomadi "Illegittimo lo stato di emergenza" e con i
giudici che scrivono "non esistono dati fattuali che autorizzino ad affermare
l'esistenza di un nesso tra la presenza sul territorio di insediamenti rom e una
straordinaria ed eccezionale turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica",
il presidente Tursi di Arcisolidarietà commentava la sentenza: "E' giunto il
momento di fare autocritica e tornare a governare la situazione senza parlare
alla pancia delle persone".
Queste erano le premesse.
Lo sgombero del campo di via Bonfadini è stato deciso (così sostiene
l'amministrazione) a causa dei lavori in corso nell'area per la costruzione
della strada Statale Paullese e la società di costruzione che ha in appalto il
lavoro e si è resa firmataria di una denuncia a carico degli occupanti, sostiene
che attualmente è tutto fermo a causa della presenza del campo.
Lo sgombero preannunciato per questa mattina non è stato effettuato, ma solo
rimandato.
Intorno alle otto e mezza, dopo più di due ore di attesa, si sono presentati
in forze servizi sociali, polizia municipale, amsa, ruspe, protezione civile e
il comandante Mastrangelo dei vigili urbani di Milano.
Gli occupanti, dopo una serie di momenti di tensione e le solite promesse da
parte dell'amministrazione di percorsi sociali per i nuclei che prevedono la
divisione mamme/bambini in comunità e padri per strada, hanno richiesto almeno
un mese di tempo per lasciare il campo e trovare un'altra soluzione abitativa
sempre per strada visto che non è stata offerta loro una reale e valida
alternativa.
Il campo era nato nella zona nel Marzo 2011 ed attualmente abitato da più di
200 adulti e almeno una settantina di minori, scolarizzati e frequentanti tutti
le scuole elementari e medie della zona, sono presenti inoltre anche minori di
soli pochi mesi e molte persone anziane.
"Trovato l'accordo" la polizia ha preannunciato un'ulteriore avviso di
sgombero il 9 di Dicembre e il definitivo sgombero il 12 dello stesso mese, ha
minacciato gli occupanti di non costruire più nemmeno una casa o " La prima
baracca che cresce in più…. " e ci lasciano sottintendere una politica che ben
conosciamo.
A fine sgombero è arrivata Diana Pavlovic che ha invitato alcuni occupanti
del campo alla riunione della consulta rom che si tiene ogni giovedì e in cui
sono riuniti i rappresentanti della comunità rom milanese per riflettere assieme
come affrontare lo sgombero.
Comunicato del Gruppo sostegno Forlanini su sgombero campo Bonfadini -
Milano, 22.11.2011
Stamattina un nutrito nucleo di polizia locale, con la presenza del suo
responsabile milanese, e dei servizi sociali comunali si è presentato al campo
informale di via Bonfadini (prossimo all'area da tempo autorizzata) per quello
che nei giorni scorsi era stato preannunciato come lo sgombero di quest'area.
Dopo un colloquio tra gli abitanti del campo e la polizia locale, si è arrivati
alla soluzione del rinvio dello sgombero al 12 dicembre.
Si è trattato insomma di una manifestazione della strategia dissuasiva adottata
dalla nuova Giunta nei confronti dei campi "abusivi": nessuna tolleranza per gli
insediamenti informali, per i quali si procede a dissuadere sia
dall'incrementarli sia dall'abitarli. e - in alternativa parziale e notoriamente
insufficiente - vengono proposte misure come la separazione, nel caso dei nuclei
familiari, tra madri e bambini da una parte e padri dall'altra. Nessuna
soluzione più strutturale viene proposta allo sgombero, misura di extrema ratio,
che viene lasciato senza alternative.
Noi crediamo che la strada da percorrere sia diversa:
innanzitutto la moratoria degli sgomberi degli insediamenti, siano essi
effettuati in forma dissuasiva o "pesante";
l'avvio di una urgente e seria considerazione integrata della questione,
che ne affronti gli aspetti sociali, lavorativi, scolastici, sanitari, in
necessaria interlocuzione coi diretti interessati. Non può né deve bastare
la trattativa tra il capo della polizia locale e gli abitanti; è in
questione una convivenza civile tra soggetti, da risolversi in istanze più
aperte e democratiche.
Parlando cogli uomini e le donne, sono emerse per l'ennesima volta le tante e
note problematiche di un vivere difficile come quello di chi abita in un campo:
nessuno di loro vuole passare la propria esistenza in questo modo precario né
lavorare forzatamente in nero, né rinunciare alla difficile scolarizzazione dei
propri figli, vista giustamente come premessa a una vita migliore. Sono gli
stessi motivi che hanno guidato le associazioni, nel recente passato, a
polemizzare aspramente con la precedente Giunta sugli aspetti razzisti, disumani
e inferiorizzanti delle pratiche discriminatorie e degli sgomberi e a
sollecitare la nuova Giunta ad approcciarsi in modo democratico alla questione.
Tutto questo prende più vigore all'indomani della pronuncia del Consiglio di
Stato sull'illegittimità della proclamazione dell'"emergenza nomadi" e dei
provvedimenti ad essa connessi.
Chiediamo da tempo un cambio di passo alla Giunta e agli assessorati competenti;
l'interlocuzione colle istanze associative e cogli stessi soggetti, come si è
potuto vedere anche letteralmente "sul campo" stamattina, sono premesse
necessari e e imprescindibili. In queste tre settimane che ci separano dal 12
dicembre poniamo le premesse per non rendere necessario quello sgombero
preannunciato; le istituzioni, gli assessorati, i servizi, le associazioni, gli
stessi soggetti abitanti possono e devono lavorare a una soluzione positiva, per
questa e altre situazioni.
Di Fabrizio (del 22/11/2011 @ 09:55:47, in Italia, visitato 1565 volte)
conferenza stampa Amnesty International TOLLERANZA ZERO PER I ROM' – SGOMBERI FORZATI E DISCRIMINAZIONE CONTRO I ROM A
MILANO
che avra' luogo martedi' 29 novembre 2011
alle ore 11.30
a Milano
presso l'Associazione della Stampa Estera in Italia (via Principe Amedeo, 5)
Il rapporto, disponibile in lingua inglese e italiana, descrive le violazioni
dei diritti umani subite dalle comunita' rom a Milano, a seguito dei Patti per
la sicurezza del 2007, della dichiarazione della cosiddetta ‘emergenza nomadi'
del 2008 e dell'applicazione, nel capoluogo della Lombardia, dei decreti e delle
ordinanze derivanti dalla dichiarazione dello stato d'emergenza.
Il rapporto denuncia le pratiche illegali degli sgomberi forzati, eseguiti a
centinaia a Milano negli ultimi anni anche in vista dell'Expo 2015, che hanno
aggravato la discriminazione nei confronti dei rom, in contrasto con le
sollecitazioni e le raccomandazioni degli organismi internazionali sui diritti
umani.
Interverranno:
Valentina Vitali, ricercatrice del Programma Europa e Asia centrale,
Segretariato Internazionale di Amnesty International;
Iain Byrne, coordinatore delle politiche sui Diritti economici, sociali e
culturali, Segretariato Internazionale di Amnesty International;
Giusy D'Alconzo, direttrice dell'Ufficio Campagne e ricerca, Sezione Italiana di
Amnesty International.
La conferenza stampa verra' introdotta da Christine Weise, presidente della
Sezione Italiana di Amnesty International.
Attenzione: l'ingresso sarà riservato ai giornalisti. In settimana seguiranno incontri tra la delegazione di Amnesty International con le realtà di base, gli abitanti dei campi e le associazioni.
Per confermare la partecipazione, richiedere ulteriori informazioni e
concordare interviste:
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