2011/11/22
Il 2011 non è stato un buon anno "per il popolo Rom, grande protagonista del
riutilizzo in Italia. Nonostante il grande servizio dato all'ambiente e le
innovazioni normative, le amministrazioni non danno segnali per la regolarizzare
del fenomeno": si apre così la sezione dedicata agli operatori Rom del settore
dell'usato, contenuta nel "Rapporto sul Riutilizzo 2011" curato dal Centro di
Ricerca Economico e Sociale di "Occhio del Riciclone", in collaborazione con il
Ministero dell'Ambiente, presentato il 18 novembre scorso presso la Città dell'Altraeconomia
a Roma.
Dal documento emerge che, grazie alla vendita di merci recuperate, circa il 10%
di questa comunità riesce a vivere con un reddito onesto. Si tratta di frugatori,
in parte sostituiti dalle nuove generazioni di bulgari e rumeni, stanziati ai
margini dei mercati spontanei in ritrovi di fortuna e che, non sostenendo costi
di trasporto e igienizzazione dei prodotti raccolti, hanno determinato il crollo
dei prezzi in vendita. Insieme a quella dei ferraioli sono la categoria più
colpita. "Una volta gettato nel cassonetto, il rifiuto diventa proprietà dell'A.m.a.
e il suo approviggionamento viene considerato furto", spiega Silvia Paoluzzi,
della Rete di Sostegno ai Mercati Rom. "Si rischia addirittura il sequestro del
veicolo. Per questo ha preso piede il fenomeno dei ragazzi in bicicletta, che
con cassette di plastica, trasportano ferro e metalli in piccole quantità". Poi
ci sono i rigattieri e svuotacantine che, non trovando sbocchi nei mercati, sono
costretti al conto terzi.
Sempre più ridotto lo spazio concesso nei mercati autorizzati. "Sono sotto
attacco in tutta Italia", spiega Aleramo Virgili, portavoce della Rete O.n.u.
Lazio (Rete Operatori nazionali dell'usato). "Dalle periferie romane al famoso
mercato di Porta Portese; dal mercatino dello stadio San Nicola di Bari a quello
di Bonola (Milano); dall'area del Porto antico di Genova o di Piazza Garibaldi a
Napoli". Per oltre 10 anni, i "Romano Pijats", i mercati della Capitale, dietro
il pagamento della Ta.Ri (tariffa rifiuti) e del suolo pubblico, hanno garantito
un reddito ad oltre 500 capifamiglia Rom, consentendo di regolarizzare
documenti. Da circa 3 anni la battuta d'arresto. Chi vuole lavorare è costretto
ad aprire la partita Iva, che molti non possono permettersi, costringendo la
maggior parte a tornare nell'informalità.
La Rete di Sostegno ai Mercatini Rom, nata lo scorso aprile durante gli "Stati
Generali del Riciclo", ha raccolto l'eredità di questa esperienza e quella dello
Sportello Popolare per i Migranti di via del Quarticciolo 18 a Roma, che dal
2008 ha svolto un servizio di ascolto e supporto legale gratuito fino a tre
settimane fa, quando è stato chiuso "a causa di pesanti problemi d'intolleranza
razziale da parte degli abitanti del quartiere, molti dei quali coinvolti nella
malavita locale" racconta la Paoluzzi. "Il VII Municipio, pur riconoscendo
l'importanza che il servizio gestito da volontari ha svolto per decine di
famiglie Rom, migranti di origine araba, nordafricana e sud americana, ha
preferito farlo chiudere, piuttosto che affrontare il problema. Segno di come la
questione Rom sia ancora percepita dalle istituzioni come un problema di
sicurezza". L'idea ora è quella di donare la sede ad altre cooperative e di
trovare un'altra area dalla quale ripartire.
Al momento la Rete è impegnata a Napoli nei lavori della Prima Assemblea
Nazionale degli Operatori dell'Usato, insieme alla Rete O.n.u. di cui fa parte:
"Chiederemo mercati multietnici per migranti e la revisione della legge 205, per
aprire spazi occupazionali e d'integrazione". E conclude: "In Campania sono
stati proprio i Rom a dare il buon esempio durante l'emergenza rifiuti. Dalla
ricerca dell'Isde (Associazione Medici per l'Ambiente) ‘Il valore della raccolta
differenziata a Napoli', condotta con i dati di Asia e Ispra, risulta che i Rom
abbiano contribuito per il 90% al corretto smaltimento di alluminio, rame e
materiale ferroso. Fra i pochi quindi, a comprendere che è proprio la
differenziazione dei rifiuti il vero ‘Oro di Napoli".
Loredana Menghi