\\ Mahalla : Articolo : Stampa
Dietro le quinte
Di Fabrizio (del 25/11/2011 @ 09:01:33, in Regole, visitato 2509 volte)

E' passata un settimana da quando il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il Piano Emergenza Nomadi. Accanto alla giusta soddisfazione di quanti in questi anni l'hanno contrastato perché antidemocratico ed incostituzionale, registro reazioni diverse e contrastanti su quello che potrà succedere da ora in avanti.

VEDIAMO DI CAPIRE COSA POTRA' SUCCEDERE

La destra più becera  (e non è una novità) ha immediatamente coniugato la notizia con un attacco alla sinistra. Se questi sono i loro ragionamenti, non posso che essere felice, perché se leggete la risposta che ho lasciato loro, questi dopo due anni non hanno ancora capito di cosa scrivono, o peggio mentono sapendo di mentire.

Ma...  la sinistra cosa dice? Se scorro quest'articolo del Corriere, al solito dice tutto ed il suo esatto contrario. Leggendo tutto, sono presenti anche le altre reazioni: da quella del duo Salvini-De Corato a quella di segno opposto della Consulta Rom milanese. Ma la parte più interessante è nel titolo: il rischio è che non ci siano più soldi per gli sgomberi! (povero Granelli...) Solo alla fine dell'articolo, il grande giornale nazionale, in un sussulto di obiettività, fa presente che parimenti mancheranno anche i fondi per quei Sinti e Rom che avevano scelto un percorso di superamento del campo. Insomma: la logica desolante è che per l'informazione il Rom è "notiziabile" se sgomberato, ma se volesse autosgomberarsi non lo è più tanto.

E' o non è un'emergenza anche quella?

Il concetto rispunta (apparentemente simile) in un polemico articolo di Tempi (rivista che mi risulta vicina a CL). La tesi è che i fondi stanziati sarebbero serviti ANCHE a migliorare le condizioni di vita di chi abita nei campi nomadi. MI PERMETTO UNA CONSTATAZIONE: nei due anni in cui è rimasto in vigore il Piano Emergenza Nomadi, la situazione è rimasta grossomodo lo stessa. E MI PERMETTO UN DUBBIO (da quel malfidente che sono): non sarà che la vera preoccupazione sia il taglio dei finanziamenti al solito privato sociale, piuttosto che le condizioni di vita dei poveri Rom e Sinti?

Il dubbio mi nasce da un comunicato dell'AIZO, storica associazione di "tutela" dei Rom e dei Sinti, che aveva appena ottenuto un cospicuo finanziamento dal comune di Torino per la gestione di alcuni campi cittadini. Ora che il Consiglio di Stato si è espresso, c'è il timore che anche quei finanziamenti siano a rischio, così leggo su quel comunicato: "Dopo tanto lavoro, ora, con questa sentenza, si rischia di tornare indietro di 20 anni, con il sorgere di campi abusivi in ogni angolo delle periferie, dove sporcizia e degrado regnano sovrani" che, guardacaso, è esattamente la tesi espressa dal nostro ex sceriffo De Corato.


In realtà, il discorso è + complesso ed inizia un paio di anni fa. Una famiglia allargata intende sfruttare il Piano Maroni (13 milioni di euro a disposizione x Milano). Alcuni di loro hanno qui in città un contratto di lavoro a tempo indeterminato, quindi possono aprire un mutuo x acquistare una cascina diroccata in Lomellina. Nel loro campo vivono su un terreno di proprietà comunale da circa 20 anni, ed in questo tempo hanno speso i loro soldi per costruirsi un riparo che sia più decente della roulotte con cui arrivarono. La cascina è da ristrutturare, le loro abitazioni + che dignitose, e lasciarle sarebbe una perdita secca. Sino qua, i soldi arrivano tutti da loro. Quindi approfittano del Piano Maroni, gestito dalla maggioranza Moratti-De Corato (non da Pisapia), per farsi finanziare la ristrutturazione e rendere la cascina abitabile (attualmente non ne avrebbe i requisiti). I soldi sono gli 8.000 euro a 40 Rom (non 40 famiglie!), promessi sempre dal duo Moratti-De Corato, verranno sbloccati solo con l'avvento di Pisapia (che tecnicamente, si limita a mantenere un impegno assunto dalla giunta precedente). La partita di giro prevista dal piano prevede che il comune affidi i soldi al gestore del campo (Casa della Carità) che li investe in cambio della presentazione del piano di spesa.
Nel frattempo, i lavori di ristrutturazione sono partiti solo quest'anno, e le famiglie sono tuttora al campo.
Giudicate voi