Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 04/11/2011 @ 09:05:53, in casa, visitato 1357 volte)
31/10/11
TORTONA - Proseguono gli incontri del Tavolo di Concertazione per Area
attrezzata Comunità dei Sinti tortonesi voluti dall'amministrazione comunale e
dai rappresentanti della comunità al fine di iniziare un percorso di adeguamento
della struttura e di affrontare tematiche urgenti come le problematiche relative
allo sgombero dell'area interessata dalla costruzione della nuova tangenziale.
I vari soggetti che abitualmente siedono al tavolo, tra cui il sindaco,
Massimo Berutti, l'assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Orsi Carbone,
l'assessore ai Servizi Sociali, Laura Castellano, il responsabile della Caritas
Diocesana, Don Michele Chiappuzzi, il rappresentante dell'Associazione Sucar
Drom per la tutela diritti e cultura Sinti, Carlo Berini, oltre a dirigenti
dell'amministrazione comunale e alcuni rappresentanti della Comunità dei Sinti
di Tortona, hanno ritenuto opportuno definire un Protocollo d'Intesa tra Comune
e Comunità dei Sinti di Tortona che consenta l'avvio del progetto.
Nel corso dell'incontro di giovedì scorso più che un protocollo d'intesa è
stato stilato un atto con cui le parti interessate riconoscono i propri impegni
e le azioni da compiere.
Nello specifico l'amministrazione comunale acquisterà, una superficie che
sarà messa a disposizione della Comunità dei Sinti, quale area aggiuntiva a
quella esistente, per realizzare il trasferimento e il regolare insediamento dei
nuclei attualmente residenti sull'area da loro occupata non regolarmente.
I nuclei della Comunità dei Sinti si impegneranno a trasferirsi, a propria
cura e spese, nell'area resa disponibile del comune, contribuiranno, con
modalità finanziarie e pratiche che si andranno a definire sulla base del
progetto alla realizzazione dell'area.
"Con questo accordo – ha precisato l'assessore al Patrimonio e alle
Infrastrutture, Stefano Orsi Carbone – procederemo all'acquisto del terremo di
circa milleottocento metri quadri di cui disponiamo già l'impegno di vendita. In
questo modo adempiremo a quanto richiesto dalla SCR eliminando la problematica
che vincolava l'inizio dell'opera. Tengo a precisare che, come da progetto,
l'area confinante con la nuova tangenziale sarà protetta con due guard rail e
pannelli alti due metri, tutelando così anche gli abitanti del campo"
Nel corso dell'incontro i rappresentanti della Comunità dei Sinti hanno
voluto sottolineare la loro posizione. "Per troppo tempo siamo comparsi sui
giornali e, per questa ragione, vogliamo intervenire per far capire la nostra
situazione – hanno dichiarato i rappresentanti della Comunità dei Sinti -. Una
nostra rappresentanza partecipa a tutti gli incontri del tavolo di concertazione
voluto dal Comune, con il quale ci siamo accordati per provvedere ai pagamenti
dell'acqua e per lo spostamento dall'area sulla quale passerà la tangenziale. La
fognatura l'abbiamo fatta a nostre spese, collaborando nei lavori. La luce la
paghiamo e ci teniamo a dire che dal Comune non abbiamo mai ricevuto dei soldi,
né oggi né in passato. Ci stiamo regolarizzando nei limiti delle nostre
possibilità. Noi siamo una minoranza linguistica; siamo cittadini sinti italiani
e nati in Italia da numerose generazioni. La maggior parte dei nostri vecchi è
nata a Tortona. Noi non disturbiamo e non diamo fastidio a nessuno, abbiamo la
residenza e siamo cittadini tortonese, e troviamo ingiusto che, per colpa di chi
sbaglia, si generalizzi creando una sorta di diffidenza nei nostri confronti.
Purtroppo, nonostante i nostri bambini vadano a scuola regolarmente e giochino a
calcio nelle squadre cittadine, siamo ancora troppo discriminati e nei nostri
confronti ci sono troppi pregiudizi. La nostra è una tradizione che dura da più
di 2000 anni e la gente dovrebbe conoscerla per capire il nostro modo di vivere.
Il Vescovo e le associazioni di volontariato ci sono molto vicini; con lo stesso
Vescovo abbiamo dei momenti di aggregazione. Noi chiediamo solo rispetto e
dignità, le stesse cose che noi diamo agli altri; la possibilità di integrarci,
abbiamo anche fatto dei corsi di formazione ma nessuno ci assume. E chiediamo di
non comparire più sui giornali e di essere lasciati stare. Noi siamo disposti ad
assumerci i nostri doveri ma chiediamo più rispetto".
Di Fabrizio (del 20/10/2011 @ 09:58:56, in casa, visitato 1618 volte)
RomaToday
di Francesca Divetta 18/10/2011
Conferenza stampa del Pd davanti al centro di accoglienza di via Salaria. Alcune
famiglie divise dopo gli sgomberi, per il Pd la struttura è precaria
Civici 981 e 971. Sono solo due numeri. Eppure a questi due numeri sono
collegate due serie problematiche che affliggono via Salaria: l'una, quella
dell'impianto Ama, a pochi metri dall'altra, quella del centro di accoglienza.
Dopo mesi in cui
si è sentito parlare del centro di smaltimento rifiuti, adesso
i riflettori si accendono anche sul centro di via Salaria 971, in cui
attualmente sono presenti oltre 300 Rom.
Questa mattina il Partito Democratico ha tenuto una conferenza stampa davanti al
centro di accoglienza per rendere note le difficoltà di numerose famiglie che
gravitano nella zona del centro, ma anche la situazione precaria della
struttura.
"Centinaia di persone si trovano qua fuori nella speranza di essere ospitate.
Alcuni sono andati a chiedere un appuntamento con il Dirigente del V
Dipartimento per spiegare la situazione, ma lui naturalmente ha altro da fare.
In più da due anni ci sono problemi sulla sicurezza di adulti e bambini in
questa struttura, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie, qui
la gente vive con il neon sempre acceso giorno e notte, per separare gli spazi
usano delle tende e coperte per avere un minimo di privacy", spiega il
Capogruppo Pd del IV Municipio
Paolo Marchionne, presente oggi insieme ad altri
esponenti del Pd capitolino e municipale, fra cui Paolo Masini, Marco Palumbo,
Paola Ilari, Fabio Dionisi.
Una donna di etnia Rom che vive nel campo ci spiega: "Io vivo qui dentro da due
mesi con mia zia, invece mio figlio e la mia nipotina stanno per strada: lei va
a scuola a Settebagni e non sappiamo dove lavarla. Quando esce dalla scuola
viene qui fuori e io le porto un po' d'acqua e la lavo qui. La notte dorme nella
macchina con mio figlio e mia nuora, da quando li hanno mandati via dal posto
lungo il fiume. Noi ringraziamo di stare in questa struttura, ma non possiamo
stare separati, quando farà freddo non posso lavare mia nipote per strada".
La storia di questa donna è uguale a quella di altre persone ospitate nel centro
che si sono viste dividere da alcuni familiari, i quali, per restare vicini al
centro di accoglienza, si erano accampati lungo il fiume e sono stati
recentemente sgomberati. Ad oggi, dunque, i familiari rimasti "fuori" fanno la
spola tutto il giorno davanti al centro, e alcuni la notte restano a dormire
nelle macchine parcheggiate in prossimità della struttura.
Il Pd capitolino e municipale critica quindi il piano nomadi di Alemanno, per il
quale la relazione stilata e diffusa dal Pd riferisce che "tra la gestione
commissariale e quella ordinaria, siano già stati spesi oltre 2,5 milioni di
euro, molti dei quali assorbiti dalle operazioni di sgombero e demolizione dei
campi abusivi e per il recupero e la gestione del centro di via Salaria 971.
Nessuna risorsa invece è stata impiegata per progetti finalizzati
all'integrazione e all'uscita dal centro di accoglienza, minori compresi, per
sua stessa definizione luogo transitorio di prima accoglienza dopo gli
sgomberi". Nella relazione si legge anche: "Il 13 Marzo 2010
Alemanno annunciò
la chiusura dell'ex cartiera con un'intervista rilasciata al quotidiano il
Messaggero. In contrasto totale con quelle dichiarazioni il Comune ha provveduto
ad ampliare la struttura, recuperando altri spazi".
Il Pd chiede quindi al Sindaco di Roma quali misure abbia intenzione di prendere
per risolvere la situazione di via Salaria 971, "considerato che gli sgomberi
fatti sono risultati solamente drammatici e inutili", ha dichiarato Emanuela Droghei del Pd.
Di Fabrizio (del 07/10/2011 @ 09:21:27, in casa, visitato 1598 volte)
Dal blog di
Rino Pruiti. Segnalazione
precedente. Segue comunicazione di ApertaMente
di Buccinasco.
Pur avendo molto da dire, ci sono momenti dove, chi come me ama il suo
territorio e vuole trovare soluzioni ai problemi delle persone che vi abitano,
senza demagogia e senza sterile ideologia, facendosi carico dei problemi senza
aspettare che altri se ne occupino... ecco ci sono momenti come questo dove mi
rendo conto che stare zitti è meglio, è la soluzione "possibile", il piccolo
sacrificio intellettuale "necessario".
Per questo e per dovere d'informazione, mi limito ad incollare sotto la delibera
del Commissario Prefettizio che dovrebbe chiudere la "questione" relativa alle
casette di legno dei Sinti residenti nel nostro Q.re Terradeo.
[..] IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
RICHIAMATE le ordinanze emesse dal Responsabile di Posizione Organizzativa del
Settore
Territorio e Ambiente di seguito indicate:
· Ordinanza n. 42/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10806
· Ordinanza n. 43/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10809
· Ordinanza n. 44/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10832
· Ordinanza n. 45/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10838
· Ordinanza n. 46/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10843
· Ordinanza n. 47/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10844
PRESO ATTO che con tali provvedimenti si ordinava a n. 6 nuclei residenti a
Buccinasco in Via dei Lavoratori n. 2 (presso il Quartiere Terradeo) di
rimuovere le opere realizzate abusivamente presso le piazzole da loro utilizzate
e di ripristinare i luoghi allo stato originario, entro il termine di 30 giorni
dalla data di notifica delle ordinanze medesime;
CONSIDERATO che le suddette ordinanze sono state prorogate di ulteriori 60
giorni e che i termini di proroga risultano attualmente scaduti;
DATO ATTO che i 6 nuclei famigliari destinatari delle ordinanze precitate
appartengono alla comunità sinta residente presso il Quartiere Terradeo di
Buccinasco;
VISTE le complesse problematiche socio-economiche che caratterizzano la comunità
sinta, fra cui si individuano come particolarmente gravi:
· l'oggettiva difficoltà per i giovani capofamiglia ad inserirsi efficacemente
nel mondo del
lavoro
· la difficoltà per le donne di contribuire al reddito famigliare dovuta anche,
ma non solo, a fattori culturali
· l'elevato rischio di esclusione sociale
· l'elevata presenza numerica di figli minori all'interno dei diversi nuclei
· la bassa scolarizzazione della popolazione adulta ed il rischio del
perpetuarsi di tale
abitudine culturale anche nella popolazione in età scolare;
CONSIDERATO, in particolare, che all'interno dei 6 nuclei famigliari in
questione si rileva la
presenza di n. 4 donne in stato di gravidanza e di diversi figli minori affetti
da patologie gravi;
RITENUTO necessario, pertanto, garantire la permanenza presso il Quartiere
Terradeo delle 6 famiglie in oggetto, dando contestualmente piena attuazione
alle ordinanze sopracitate;
STABILITO, pertanto, che le opere abusive vengano sostituite da soluzioni
abitative mobili a norma di legge;
CONSIDERATO che, alla luce delle considerazioni socio-economiche suesposte, le 6
famiglie destinatarie delle ordinanze non sono, attualmente, in grado di
procedere con risorse finanziarie proprie all'acquisto delle case mobili;
RITENUTO di anticipare le somme occorrenti per tali acquisti, con onere di
restituzione entro il giorno 30 di ogni mese, a carico delle famiglie, con
diritto di riscatto all'atto del saldo della intera spesa sostenuta
dall'Amministrazione a favore delle famiglie medesime;
STABILITO che ciascun nucleo famigliare dovrà impegnarsi preventivamente,
sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso del debito maturato con
l'Amministrazione Comunale;
RITENUTO, infine, di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti
nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria
competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
VISTI gli allegati pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile resi
ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
DELIBERA
1. di predisporre un intervento a favore di 6 nuclei famigliari residenti presso
il "Quartiere
Terradeo" di Buccinasco, garantendo la permanenza dei nuclei medesimi presso il
Quartiere e dando, contestualmente, piena attuazione alle ordinanze citate in
premessa;
2. di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
3. di dare atto che ciascuno dei 6 nuclei famigliari dovrà impegnarsi
preventivamente, sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso della spesa
anticipata dall'Amministrazione Comunale, con diritto di riscatto all'atto del
saldo del debito.
Oggi è stata pubblicata sull'albo pretorio, del
Comune di Buccinasco, la delibera, che alleghiamo (vedi sopra ndr), del
Commissario Straordinario n° 84/ 03.10.2011 che recepisce quanto fino ad ora
concordato negli incontri avvenuti fra l'Associazione Apertamente e il
Commissario Straordinario, presente il Sub Commissario.
Scongiurato l'intervento delle "ruspe", definito il quadro degli interventi da
fare, assegnati gli incarichi si passa alla fase esecutiva.
Prima la scelta delle Case Mobili più idonee, poi lo smontaggio delle attuali
Casette, l'allocazione delle nuove abitazioni nel rispetto delle leggi
correnti, nei tempi concordati.
Contemporaneamente è stato aperto il confronto col Parco Agricolo Sud per
finalmente normare tutto il Campo. Come stiamo chiedendo dal 2004.
In tutti questi passaggi vengono coinvolti giornalmente da parte di Apertamente
la totalità degli abitanti del Q.re Terradeo.
Riteniamo comunque utile mantenere attiva la rete di sostegno alle nostre
proposte sino al raggiungimento di una equa soluzione.
Per Apertamente
Ernesto Rossi- Augusto Luisi
Di Fabrizio (del 03/10/2011 @ 09:10:12, in casa, visitato 1651 volte)
Cingeneyz.org
Quanti vivono nelle baraccopoli della città di Komotini chiedono case con
migliori condizioni di vita, che l'autorità promise loro di costruire appena
possibile. Gli zingari di Komotini sono delusi perché vivono ancora nelle
baracche, nonostante da 14 anni prima di ogni elezione i politici promettono di
costruire nuove case.
Circa 1 anno e mezzo fa le autorità promisero nuovamente a quanti vivevano
nella baraccopoli di Gümülcine di costruire loro nuove case nel villaggio di
Tuzcu. Però la promessa è terminata in tribunale quando i residenti a Tuzcu si
sono rifiutati di vivere assieme agli zingari. Il tribunale stabilì che nei
pressi di Tuzcu sarebbero state costruite le case per gli zingari e che gli
abitanti del villaggio avrebbero ottenuto in cambio 800.000 euro.
Il comune di Komotini, secondo il tribunale, dovrà pagare entro 18 mesi gli
800.000 euro. Altrimenti quanti vivono nelle baraccopoli perderanno il diritto
ad avere le case nel villaggio di Tuzcu, e sono preoccupati perché a 17 mesi
dalla decisione del tribunale, il comune non ha ancora versato un euro. Altri
affermano che quei soldi sarebbero arrivati tramite i fondi UE, e sarebbero
spariti poi nelle casse comunali.
Così gli zingari di Komotini, che con la decisione del tribunale di 17 anni
fa avrebbero avuto la possibilità di migliorare le loro condizioni di vita ed
abitative, sperano che le autorità compiano il loro dovere. Altrimenti saranno
obbligati a vivere nelle baracche...
Source: Çingeneyiz Komotini
Photos: Iakovos Hatzistavrou
Di Fabrizio (del 02/10/2011 @ 09:25:46, in casa, visitato 1882 volte)
QUI la puntata precedente. Di seguito gli aggiornamenti
dall'associazione ApertaMente e l'ultimo articolo
(sempre di Francesca Santolini sul Giorno) del 30 settembre
Festa dei Sinti al quartiere Terradeo -
Il Giorno
A Buccinasco i Sinti del quartiere Terradeo contestano l'ordinanza di
demolizione: ci siamo sempre confrontati col Comune
Buccinasco, 29 settembre 2011 - «Noi abbiamo sempre agito convinti di essere
nella legalità». Inizia così il racconto dei Sinti, i residenti del campo nomadi
stanziale del quartiere Terradeo di Buccinasco, nel cuore del Parco Sud. Qui, da
oltre 30 anni vive la comunità di ex giostrai che oggi, a causa dell'evolversi
degli usi e dei costumi hanno visto le loro attrazioni essere superate dal
passare del tempo e dai grandi luna park allestiti in forma stabile. Una
conseguenza che li ha spinti a cercare lavoro in altri settori e vivere gli alti
e bassi che la situazione economica generale impone.
«Ho lavorato con contratti a tempo determinato fino a qualche mese fa – spiega Suellen Cortesi – ora che sono in dolce attesa sono a casa, ma quando mio figlio
andrà all'asilo cercherò un altro posto di lavoro. Il mio obiettivo è quello di
fare come hanno i fatto i miei genitori: lavorare e risparmiare per poter
acquistare un pezzettino di terreno e realizzare una casetta lasciando questo
spazio a chi deciderà di restare nel campo. Purtroppo la crisi non ci aiuta». La
vita nel campo comincia all'alba: le famiglie, tutte con più figli a carico, si
svegliano per prepararli e accompagnarli a scuola. Poi, mentre i mariti vanno a
lavorare, le donne si occupano della gestione della casa e del campo.
«Io ho un camioncino e mi occupo di qualsiasi cosa – spiega Giovanni Guarda – ho
anche lavorato per l'Amministrazione comunale occupandomi del trasloco delle
cucine di una scuola e della sistemazione dei cartelloni. Si cerca di fare il
possibile ma la situazione non è facile. Inoltre, l'ipotesi di questa
demolizione rischia trasformare in polvere i risparmi di una vita». Alla
precarietà generale, si è aggiunta recentemente una pesante tegola: l'ordinanza
di demolizione di sei casette abusive, realizzate nel corso degli anni. «Noi
abbiamo sempre agito alla luce del sole e confrontandoci con i vari
amministratori che si sono susseguiti – spiega Loris Vinotti –, l'unica
ingenuità che abbiamo commesso è stata quella di fidarci di quanto detto dalle
persone senza farci mettere i loro pareri nero su bianco. Se avessimo avuto il
minimo dubbio di non aver le carte in regola, non avremmo investito tutti i
nostri risparmi in queste casette che molti di noi stanno ancora arredando o
finendo di pagare».
Del resto, nel campo ci sono più tipologie di abitazioni: le roulotte, le case
mobili e le casette in legno e cartongesso, quelle che sono diventate le pietre
dello scandalo. «Oltre ai problemi quotidiani – spiega Romina Lucchesi – come il
lavoro, i figli e non la salute dei residenti del campo, abbiamo anche questa
spada di Damocle che pende sulle nostre teste. In queste casette, come fanno
tutti, abbiamo investito i nostri risparmi e, in alcuni casi, abbiamo anche
chiesto prestiti che stiamo ancora ripagando». Una ricerca di stabilità che ora
rischia di essere minata. «La mattina ci svegliamo con la paura di vedere una
ruspa che faccia andare in frantumi il nostro sogno, quello che abbiamo
realizzato fino ad ora dopo tanti sacrifici – spiega Orlando Renati –. Questa
situazione crea solo insicurezza: c'è il rischio di dover fare dei passi
indietro e tornare in roulotte».
di Francesca Santolini
Care amiche e amici,
ieri le Parrocchie di Buccinasco hanno protocollato presso il Comune di
Buccinasco, un Documento di solidarietà alle Proposte
che l'associazione Apertamente ha presentato per tentare di risolvere
l'annosa questione che riguarda i Sinti del Q.re Terradeo, ricordata con
esemplare chiarezza da
Maria Ficara sul SIoNO Blog.
[...].
La lettera è ancora la stessa, ovvio: serve da promemoria. È per oggi che siamo
stati riconvocati dal Commissario Straordinario.
Seguiranno altre puntate, e, speriamo, un se non lieto, almeno accettabile fine.
Ciao Ernesto Rossi, Augusto Luisi
NB: Chiediamo a chi può di far girare le notizie usando la forza del web
insieme alla solidarietà.
Ill.ma Sig.a
FRANCESCA dr.ssa IACONTINI
Commissario Straordinario
COMUNE DI BUCCINASCO
Oggetto: intervento di smantellamento casette in legno campo "Sinti".
Gentile Commissario,
da tempo la Chiesa Italiana è impegnata a far sì che il concetto e la cultura
delle legalità si affermino in ogni angolo della vita civile facendo dipendere
proprio dal raggiungimento di tale obiettivo la crescita, l'ordinato sviluppo,
la vita stessa della collettività.
Dietro questo pressante invito, le nostre Parrocchie non possono che
condividere gli sforzi che intende mettere in atto nell'ambito del territorio
comunale.
Tuttavia, essendo tra i soggetti che maggiormente negli anni e ancor oggi
sono accanto alla comunità "Sinti" di Buccinasco e partecipano fattivamente al
processo di integrazione nel tessuto cittadino, vogliamo esprimere tutta la
nostra preoccupazione per l'intervento di contestuale smantellamento delle
casette in legno irregolarmente realizzate nel campo di via dei Lavoratori.
Una preoccupazione la nostra che non contraddice l'asserito obiettivo del
ripristino della legalità, ma che guarda alle difficoltà che un tale evento
andrebbe a generare in assenza di serie ed immediate alternative.
Ci sono, e ne siamo consapevoli, responsabilità degli abitanti del quartiere.
Ma ci sono purtroppo ritardi ed assenze dei pubblici poteri e delle istituzioni
interessate che avrebbero dovuto individuare e concertare interventi e più
adeguate soluzioni. Ci sono soprattutto persone: donne incinte, bambini anche in
precario stato di salute, disoccupati senza altra possibilità di reddito. C'è
insomma un pezzo di quella umanità sofferente spesso segnata dall'incomprensione
e dal pregiudizio. Questa è oggi l'amara fotografia della situazione che abbiamo
di fronte.
Sarebbe contraddittorio ed immorale da parte nostra chiederLe di rinunciare
all'obiettivo posto. Le chiediamo invece, fermo restando il dovere di affermare
la legalità, di considerare la necessità di procrastinare e graduare nel tempo
l'intervento di abbattimento al fine di evitare un impatto senz'altro traumatico
e possibili reazioni dettate dalla disperazione.
Nella Sua disponibilità non mancherà senz'altro di valutare proposte ed
ipotesi che ci risulta essere state poste alla Sua attenzione con la massima
apertura.
La ringraziamo per l'attenzione che vorrà riservarci e distintamente La
salutiamo.
PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
PARROCCHIA S. ADELE
Buccinasco, 27 settembre 2011
Casette dei sinti, scongiurate le ruspe
Avviata la trattativa per le roulotte
A Buccinasco riesce l'incontro fra Apertamente e il commissario.
L'abbattimento probabilmente sarà fatto dagli stessi proprietari
Casette sinti
Buccinasco, 30 settembre 2011 - Nessuna ruspa, almeno per ora, nel campo
nomade stanziale di Buccinasco: l’incontro che si è tenuto ieri tra
l’associazione Apertamente e il commissario di Buccinasco ha segnato l’avvio di
una trattativa che, partendo dal presupposto che deve essere ripristinata una
situazione di legalità, lascia spazio al ragionamento. Accantonato l’incubo
ruspe, ora la trattativa si sposta sui tempi e le modalità di intervento per
l’abbattimento degli edifici che, quasi sicuramente verranno effettuate dai
proprietari delle stesse casette. In questo modo, i proprietari potrebbero
vendere parte del legname e rientrare in possesso, almeno parzialmente, dei
risparmi investiti in questi edifici.
Infatti, sarebbero proprio le sei casette in legno realizzate su piattaforme di
calcestruzzo l’origine del problema e la causa di illegalità che grava sul
campo, nel cuore del parco agricolo sud Milano. Mentre in queste ore i sinti e
l’associazione Apertamente stileranno un programma da sottoporre al commissario
prefettizio, l’amministrazione ha già attivato gli uffici per acquisire i
preventivi per l’acquisto di roulotte o case mobili, le nuove strutture che
sostituiranno le attuali casette in legno.
Il campo del quartiere Terradeo, infatti, avrà solo strutture mobili così come i
regolamenti prevedono. Intanto, la questione casette è al centro delle
discussioni cittadine. Le tre parrocchie di Buccinasco hanno scritto una lettera
per sensibilizzare il commissario a graduare nel tempo l’intervento di
abbattimento delle strutture al fine di evitare un «impatto traumatico e
reazioni dettate dalla disperazione». Anche le forze politiche, forse per la
prima volta si sono unite, manifestando solidarietà e tolleranza nella
situazione, seppur illecita, che proprio loro, alternandosi negli anni, pare
abbiano permesso non solo che nascesse ma che si consolidasse.
Infatti, come hanno testimoniato i residenti, nel corso degli anni hanno agito
avendo autorizzazioni e permessi verbali da parte dei vari amministratori che si
sono susseguiti. «L’unica nostra ingenuità – hanno sottolineato i sinti – è
quella di non esserci fatti mettere nero su bianco».
di Francesca Santolini
Di Sucar Drom (del 27/09/2011 @ 09:59:25, in casa, visitato 1799 volte)
Sempre dalla newsletter di
Articolo 3, un
aggiornamento su una situazione segnalata
10 giorni fa. di Elena Borghi*
Apriva la guida alla rassegna stampa della
newsletter n.30 una riflessione sugli avvenimenti che da circa un mese
animano la vita di Torrazza Coste (PV).
Niente di speciale, all’apparenza: una trattativa in corso tra due privati, per
l’acquisto di un terreno parzialmente edificabile, sito in una delle vie più
"in" del paese dell’Oltrepò. Un banale episodio di compravendita come ne
accadono ogni giorno, senza mai finire sulle pagine dei giornali.
Ma questo caso è diverso. La notizia ha ottenuto l’attenzione del giornale
locale, la Provincia Pavese, è passata di bocca in bocca tra i millesettecento
abitanti di Torrazza – schieratisi a sostegno o contro il compaesano deciso a
vendere quel terreno –, ha fatto mettere in campo polizia locale ed avvocati, e
probabilmente sta guastando il sonno a più persone, coinvolte a vari livelli
nell’episodio.
A trasformare questa ordinaria vicenda in fatto di cronaca è un particolare
piccolo ma evidentemente insormontabile, l’appartenenza etnica degli acquirenti:
rom, una parola minuscola che desta preoccupazioni enormi.
Avevamo promesso di approfondire l’episodio, e così abbiamo cercato di fare,
recandoci a Torrazza Coste. Ma quel che possiamo raccontare è solo una serie di
impressioni.
Le persone con cui abbiamo parlato, infatti, sono state vaghe e sfuggenti: tanto
timide nell’azzardare commenti personali, quanto decise nell’affermare la
propria estraneità ai fatti, restie a fare i nomi dei compaesani più
direttamente coinvolti, caute nella scelta dei termini e barricate dietro una
facciata politically correct impenetrabile, come chi si stia muovendo su
un terreno pericoloso e cerchi di tenersi al riparo da possibili scivoloni.
Al Bar Sport siedono gli avventori più loquaci. Parlano della vicenda di via
Moro come di una cosa che non li riguarda granché, cercano di esporre i fatti in
ordine cronologico e di astenersi da notazioni personali. Punzecchiati sulla
questione della petizione – che qualcuno in paese avrebbe organizzato per
scongiurare l’arrivo dei rom, radunando oltre 350 firme [1] –
si lasciano scappare un commento: "Beh, nessuno li vuole…", con il tono di chi
sta dicendo la cosa più ovvia del mondo, una verità universale e condivisa.
Intanto, in via Moro scorre tranquillo il sabato pomeriggio, dietro i cancelli e
i muri di cinta alti e robusti, dietro le porte blindate di villette
pretenziose, troppo simili a miniature di castelli, dentro i Suv e sulla ghiaia
dei vialetti d’ingresso, che annunciano ospitali: "Attenti al cane". Non c’è
niente di così diverso, in fondo, in questa via e in questo paese, rispetto a
centinaia di altre piccole città italiane, familiari a tutti noi; eppure, il
sospetto che qui si stia consumando una silenziosa ingiustizia rende minacciosi
particolari che, altrimenti, ci parrebbero assolutamente normali, addirittura
rassicuranti.
Il terreno incriminato, ora deserto perché da giorni i futuri acquirenti non si
fanno più vedere a Torrazza, sorge in mezzo a questo idillio borghese a tinte
pastello: c’è una parte di verde ed alberi (per quelli che la famiglia rom ha
abbattuto è già intervenuta la Forestale, con una multa al proprietario), una
parte di semplice terreno, una piccola costruzione in pietra fatiscente – forse
un ex capanno per gli attrezzi. Niente altro. Episodi spiacevoli, nei giorni in
cui la famiglia è stata con i camper sul terreno? Pare di no. Arrivavano al
mattino, ripartivano al tramonto. Segni di incuria, immondizie, rottami? No.
Sono stati fatti intervenire (a scopo preventivo, si direbbe) Carabinieri e
Polizia locale; si sono ipotizzati sgomberi, scritte e firmate petizioni,
allertate le autorità locali. Eppure i residenti di via Moro con cui abbiamo
parlato dicono di non sapere nulla – più criptici della Sibilla, omertosi come
neanche in terra di mafia.
Gli abitanti della prima casa in cui ci rechiamo ci danno un’indicazione nemmeno
troppo velata. Loro naturalmente non sanno nulla, ma: "Chiedete ai signori di
fronte, che sono i più aggiornati sulla questione", riferendosi ai proprietari
della villa confinante con il terreno incriminato. Ma no, nemmeno loro sanno
essere precisi. "Non voglio dire cose di cui non sono certa" – ripete la
signora, assicurando che ora è l’amministrazione comunale a occuparsi
dell’intera faccenda. Sì, forse una raccolta firme c’è stata, ma lei non ne sa
granché. Stessi occhi sospettosi, stesse mezze parole anche nelle due case
successive. Questi trecentocinquanta nomi paiono essersi volatilizzati.
Pare che il rogito ancora non sia stato stipulato, sembra che sia
circolata una petizione e si siano raccolte delle firme, corre voce che
la petizione sia stata recapitata in Comune, si dice che l’amministrazione si
stia facendo direttamente carico della faccenda, forse alla ricerca di quella
"soluzione pacifica che soddisfi i residenti" di cui parla la Provincia Pavese,
e che consisterebbe nel "convincere i proprietari a trovare nuovi acquirenti".
Ripartiamo con i taccuini vuoti e nessuna vera informazione in più.
Ci rimane addosso solo un’impressione generale di disagio, l’inquietudine che
inducono i luoghi apparentemente inattaccabili, perfetti, nel giusto – facciate
dietro le quali spesso si consumano pesanti ingiustizie e prevaricazioni. E’
questo, il messaggio sotteso ai silenzi e alle parole vaghe delle persone che
abbiamo intervistato?
E’, questa, una vicenda in cui qualcuno – elettori e cittadini benestanti,
affidabili, "pacifici e forti" – sta non solo accettando di avere il coltello
dalla parte del manico, ma decidendo di far valere questa condizione contro
qualcun altro, persone che del coltello vedono sempre e solo la punta acuminata?
Non possiamo ancora dirlo. Ripartiamo con il dubbio ben vivo in mente, in attesa
che lo sviluppo degli eventi decida il carattere di questa piccola grande
storia.
Poco fuori il paese, sul ciglio della strada si erge una chiesetta bianca, di
cui qualcuno ha imbrattato la facciata, stampandovi un Sole delle Alpi leghista,
bello grande, in verde d’ordinanza.
- * Titolo da: Ascanio Celestini, I miei racconti "in
fila indiana" contro il razzismo (Corriere
Sera, 30/5)
- [1] Firme contro l’area nomadi. Residenti di via
Moro in rivolta (Provincia
Pavese, 1/9)
Di Fabrizio (del 26/09/2011 @ 09:10:15, in casa, visitato 2197 volte)
La proroga alla ordinanza che prevede la demolizione di sei casette
all'interno del
Q.re Terradeo (conosciuto come Campo nomadi abitato da numerosi anni da
venti famiglie di etnia Sinta) a giorni sta per scadere.
Giovedì 22.09.2011 abbiamo avuto il previsto incontro con i due Commissari.
Presenti questa volta, il Segretario Comunale e l' Arch. Stano.
Continuiamo ad avere l'impressione di avere di fronte persone con posizioni
molto rigide, con una sola idea in testa: la demolizione delle sei "Casette in
Legno", senza porsi, per ora, il problema di cosa succederà poi alle famiglie
coinvolte in questa vicenda.
Abbiamo presentato ampiamente le nostre Proposte e visto l'aria che tirava,
abbiamo comunicato che le stesse le avremmo formulate entro oggi 23.09.2011 per
iscritto. Cosa che poi abbiamo puntualmente fatto, protocollandole.
Attendiamo ora dai due Commissari una risposta.
Riteniamo più che mai opportuno, per ogni evenienza, ampliare ed irrobustire la
rete di sostegno alle nostre proposte per il raggiungimento di una equa
soluzione.
Per Apertamente
Augusto Luisi
PS: alleghiamo:
- le proposte che "Apertamente" ha presentato ai Commissari,
- Il comunicato dei Gruppi Politici di Buccinasco a
sostegno della Proposta presentata dalla nostra Associazione, UNITARIAMENTE
sottoscritto da tutti, compreso il PDL.
Ora è in preparazione un documento delle Parrocchie e Caritas.
Proposte:
Gentili Signore
dr.ssa Francesca Iacontini, Commissario Prefettizio
dr.ssa Anna Pavone, Commissario,
e p.c. dr Alberto Scrivano, Segretario Generale Comune di Buccinasco
In seguito agli accordi presi nell'incontro del 22 settembre con la nostra
Associazione, inoltriamo alla Loro attenzione le seguenti considerazioni e
proposte.
La prima considerazione non può che riguardare, poiché l'argomento è stato
sollevato in un precedente incontro, il tema del rispetto delle leggi, che
Apertamente ha posto all'inizio del proprio Statuto, assumendo come riferimento
della propria azione la Costituzione della Repubblica Italiana, insieme alle
Dichiarazioni "sui diritti dell'uomo, delle minoranze o nazioni (ed è il caso
nostro), dell'infanzia, delle donne e ogni altra dichiarazione o indicazione di
carattere universale" (Statuto, art.2). E a questo abbiamo conformato le nostre
azioni. È pertanto ovvio il rispetto delle leggi da parte nostra.
Nella pluridecennale vicenda dei Sinti di Buccinasco, varie Autorità hanno
mancato, per errori od omissioni, e oggi ne viene chiesto conto agli abitanti
del Quartiere Terradeo. Riteniamo che nella presente situazione sia necessario
sanare le illegalità verificatesi, in modo che si possa procedere, così come
meritoriamente (e finalmente) ha fatto il Commissario Prefettizio preposto al
Comune di Buccinasco, nella definizione dello status del terreno comunale su cui
il Quartiere insiste, compreso attualmente nei confini del Parco Agricolo Sud
Milano.
Le proposte che ci sentiamo di fare, dopo esserci come d'abitudine consultati
con gli abitanti del Quartiere, sono le seguenti:
1 - Confermiamo la richiesta di almeno una unità abitativa da assegnare alla
famiglia più numerosa, che comprende anche minori con problemi sanitari,
famiglia che dispone di un reddito stabile, ed è quindi in grado di sostenere
costi di affitto e utenze.
2 - Per le altre famiglie, proponiamo che il Comune acquisti cinque (o sei, nel
caso non fosse praticabile la precedente richiesta) case mobili usate, da
collocarsi nelle corrispondenti piazzuole, una volta eliminate le costruzioni
contestate. Esse saranno concesse ad affitto calmierato alle famiglie, con
facoltà di riscatto attraverso il pagamento del canone. Dalle informazioni
assunte, queste case mobili presentano i costi meno onerosi, rispetto ad altri
prodotti, oltre a garantire la sicurezza degli impianti e un conveniente spazio
abitabile.
3 - Per quanto concerne l'eliminazione delle edificazioni contestate, facciamo
presente che gli stessi titolari possono provvedere in tempi ragionevoli allo
smontaggio e allo stoccaggio, o eliminazione, o rivendita dei materiali
recuperati, in modo da poter rientrare in parte dei risparmi investiti nella
loro realizzazione.
4 – Rinnoviamo in questa sede, data la stretta connessione con le precedenti
proposte, la richiesta che il Comune assegni a cooperative sociali di tipo B
parti spesso marginali di appalti (pulizia marciapiedi, svuotamento dei cestini,
traslochi, lavori di ripulitura e d'imbiancatura dei muri, piccole riparazioni
murarie interni/esterni, montaggio e smontaggio di palchi e strutture
provvisorie, cabine e pannelli elettorali, manutenzione piste ciclabili, ecc.),
col patto esplicito che queste cooperative debbano prioritariamente ricorrere
alla mano d'opera presente nel Quartiere. Ci pare questa una proposta utile a
risollevare quelle fra queste famiglie che la crisi ha più duramente colpito,
anzi che farne dei "clienti" forzati dei servizi sociali. Facciamo presente che
in piccola parte alcune di queste attività già sono state affidate direttamente
dal Comune a queste persone con risultati soddisfacenti.
Infine, in merito alla regolarizzazione del terreno, trattandosi di
procedura, come ben sappiamo da precedenti tentativi, alquanto complessa, ci
permettiamo di chiedere la maggior sollecitudine, onde scongiurare il rischio
che il termine della Gestione Commissariale sopraggiunga senza che il percorso
sia stato concluso o consolidato e quindi sia recuperabile e proseguibile a cura
della
Ernesto Rossi, Augusto Luisi
Comunicato dei gruppi politici:
Buccinasco, 22 settembre 2011
Gent.ma
Dr.ssa FRANCESCA IACONTINI
Commissario Straordinario
COMUNE di BUCCINASCO
Oggetto: intervento campo "Sinti".-
Le sottoscritte forze politiche della città
Premesso che
ritengono fondamentale ogni intervento teso al ripristino della legalità sul
territorio esprimendo quindi apprezzamento e condivisione degli sforzi che
l'Amministrazione nel merito intende porre in atto e convinte che solo in un
quadro di certezza del diritto è possibile promuovere il corretto sviluppo
rivolgono alla S.V. Ill.ma un appello a valutare con disponibilità ed attenzione
le proposte che associazioni ed enti interessati a favorire e completare
l'integrazione di piena cittadinanza dei soggetti appartenenti alla minoranza
etnica richiamati in oggetto.
Le stesse associazioni, infatti, hanno considerato opportuno raccordarsi con
tutte le forze politiche della città e rappresentare loro più ipotesi di
soluzione del problema che, contestualmente a nostro avviso, soddisfano
l'esigenza di legalità e pongono i nuclei interessati nella condizione di
tranquillità psicologica ed umana responsabilizzandoli e facendo loro
condividere gli stessi obiettivi. Di cosa si tratti saranno ovviamente gli
stessi organismi associativi a rappresentarli alla Sua attenzione. Noi li
abbiamo condivisi.
Nostro compito è far presente che la situazione si trascina ormai da lunghi
anni, come certamente avrà avuto modo di ricavare dalla copiosa documentazione
che sappiamo essere stata presentata.
Non abbiamo dubbi che in buona parte la responsabilità è propria della
"politica" non sufficientemente in grado di offrire risposte tempestive in
assenza sempre di qualcuno degli interlocutori interessati.
Nelle incertezze e nei ritardi si sono situate e si situano tutte le
situazioni lamentate e che è sacrosanto ricondurre a normalità sia con la
definizione di un regolamento sia, appunto, con il ripristino della legittimità
violata.
Un intervento, come quello paventato dall'ordinanza emessa all'inizio
dell'estate, visto il periodo intercorso, poco propenso a dar avvio a qualsiasi
iniziativa di sistemazione, viste le condizione economiche dei nuclei sui quali
grava l'intervento, vista la presenza di ben quattro donne in stato di
gravidanza, vista la condizione di grave patologia di una bambina di poco più di
due anni, potrebbe portare ad una reazione difficilmente prevedibile e comunque
ad un impegno di spesa dell'Amministrazione a garantire condizione di vivibilità
civile di suoi cittadini attraverso l'ospitalità dei nuclei o presso abitazioni
libere sul mercato o con ospitalità in strutture alberghiere.
E' nostro convincimento quindi, fermo restando la condivisione ed il
raggiungimento, dell'obiettivo del ripristino della legalità in tempi certi, di
un'azione più graduata nel tempo che ne faciliti la soluzione con soddisfazione
di tutte le parti in causa.
Siamo certi che non vorrà mancare di valutare con l'attenzione dovuta quanto
le verrà prospettato e costruire insieme un finale coerente agli elementi di
criticità che abbiamo cercato di enucleare.
Siamo anche certi che non fermerà l'azione dell'Amministrazione nei confronti
degli abusi perpetrati all'interno del territorio del parco anche prossimi ed
adiacenti al campo "Sinti" con costruzioni e realizzazione di manufatti che
nulla hanno a che vedere con il bisogno di un tetto dove riparare così come
invece si configura, pur in assenza di autorizzazioni, la situazione di queste
sei famiglie appartenenti ad una minoranza etnica.
RingraziandoLa della disponibilità, distintamente La salutiamo.
I Gruppi politici di Buccinasco: Partito Democratico, Federazione della
Sinistra, Sinistra e Libertà, Verdi, Lista civica "Per Buccinasco", PDL.
Di Fabrizio (del 20/09/2011 @ 09:10:28, in casa, visitato 1717 volte)
Da Ernesto Rossi - domenica 18 settembre 2011
Ultime notizie dal Quartiere Terradeo di Buccinasco.
Invio questo volantino concordato con la Caritas Decanale di zona sulla
situazione surreale che si è creata al Q.re Terradeo.
Nonostante la pioggia, la distribuzione di questo volantino sta avvenendo
durante la festa Parrocchiale di Buccinasco ed a quella di Cesano Boscone, dove
è stata allestita anche una Mostra Fotografica che riguarda la vita al Quartiere
.
Nei prossimi giorni volantineremo, a Buccinasco, anche all'asilo ed alle scuole
dove frequentano i giovani Sinti.
Ricordo che è stata attivata a fine giugno 2011, una Ordinanza di demolizione a
sei famiglie Sinte della loro casette, in legno, in cui abitano da anni.
Questa Ordinanza scadeva durante il periodo feriale, pertanto è stata richiesta
una proroga di tre mesi come da consuetudine, ma ne sono stati concessi solo due
che scadono alla fine di settembre.
Abbiamo chiesto, per iscritto, al Commissario un incontro urgente per discutere
di come affrontare e risolvere questo problema; ma nel mese di agosto non
abbiamo trovato nessuno.
Al rientro dalle ferie, a fronte di un nostro ennesimo sollecito attraverso il
Segretario comunale, la segretaria del Commissario ci ha comunicato che per
martedì 20.09.2011, quest'ultimo riceverà una delegazione di Apertamente in
Comune.
Faremo sapere l'esito dell'incontro
Un saluto Augusto Luisi ed Ernesto Rossi di "Apertamente"
Il volantino
non c'è pace per il Terradeo
… che è un "quartiere" di Buccinasco (altrove verrebbe definito un
campo "nomadi",ma che nomadi sono? se ci stanno da oltre 30 anni, con regolare
contratto col Comune), pulito ordinato, abitato da un'ampia famiglia di giostrai
sinti , italiani, buccinaschesi, difesi da ogni Amministrazione, di destra, di
centro, di sinistra. A partire dal 1994, incoraggiati verbalmente da vari
Amministratori, i 6 nuclei familiari più numerosi hanno costruito alcune
casette di legno, senza fondamenta, per poterci vivere coi propri bambini un
po' più comodamente. Quegli Amministratori non ci sono più, ma ai giostrai viene
ora imposto di demolire le proprie case: l'ultimo della fila, rimasto col cerino
in mano, paga il conto.
Abbiamo segnalato noi la situazione alle Autorità, chiedendo più volte
che venisse regolarizzata secondo le leggi … ed ora, invece, la risposta è
l'ordine di demolizione di queste casette, dopo che sono state messe a norma, a
spese degli interessati: "normali" procedure in una situazione che "normale"
non è.
Queste "casette" sono la prima casa e l'unica abitazione dei titolari;
la loro distruzione metterebbe sei famiglie coi propri bambini, trenta
persone, fra cui quattro donne incinte, a cielo aperto, costituendo
uno sgombero di fatto. Si violerebbero così una serie di leggi, a
cominciare da quella fondamentale, la Costituzione (artt. 2 e 3), nonché la
Carta Sociale Europea firmata dal nostro Paese (artt.30 e 31): diritti
fondamentali di ogni persona, sulla cui violazione, l'Italia è stata già
condannata, ma non se ne dà per inteso. Pare che non proprio tutti siano tenuti
al rispetto di leggi e norme anche internazionali.
Stiamo parlando, inoltre, di persone regolarmente residenti a Buccinasco,
cittadini!, i cui bambini frequentano le scuole locali e se ne potrebbero
trovare di conseguenza impediti (art. 34 Cost.).
Ora, queste "irregolarità' su cui si parla e riparla sempre senza concludere,
ma si rischia ora anche di agire, non fanno da specchietto per le allodole? in
un Comune in cui, in assenza d'un piano regolatore, tutti coloro che possono
sbrigliano la … fantasia costruttiva: il Terradeo è circondato da costruzioni
abusive, che non sono prime case d'abitazione.
Non siamo in presenza, al Terradeo, di abusi, né di furbizie e
approfittamenti, ma di situazioni assentite ripetutamente dalle Autorità
competenti e oggetto di una interminabile procedura di regolarizzazione a
tutt'oggi non conclusa e anzi interrotta. Nella quale i giostrai sinti del
Terradeo sono le vittime.
Abbiamo voluto proporre all'opinione pubblica di Buccinasco e dei Comuni
vicini un quadro dei problemi, ma siamo convinti che ci siano volontà e spazi
per operare, con la dovuta cautela e ragionevolezza, senza violare alcuna
legge, ma anzi accompagnando un gruppo di persone a lungo emarginate dalla
società ad inserirsi correttamente, proprio nel pieno rispetto delle leggi. Ci
appelliamo dunque ai cittadini, alle forze politiche e sociali, alla sensibilità
dei credenti, alle competenti Autorità, perché vogliano consentire uno spazio di
confronto, teso a ripristinare una procedura di regolarizzazione e salvaguardia.
ASSOCIAZIONE "APERTAMENTE di Buccinasco" con la CARITAS DECANALE
Di Sucar Drom (del 16/09/2011 @ 09:02:06, in casa, visitato 1356 volte)
Trentino Corriere Alpi di Jacopo Tomasi - 13 settembre 2011
La giunta pensa a un restyling per una migliore convivenza dei clan
TRENTO. Un campo regolare sovraffollato. Cinque campi abusivi in città. Dopo
mesi di "melina", la questione nomadi torna di stretta attualità. E in attesa
che il Comune definisca le zone dove sorgeranno le microaree, il sindaco
Andreatta rivela che è in programma un restyling del campo nomadi di Ravina:
sarà diviso in tre aree per garantire una migliore convivenza dei diversi clan.
Nel giugno 2010 il presidente della circoscrizione Centro storico -
Piedicastello, Melchiore Redolfi, aveva esortato il Comune a trovare una
soluzione alla questione nomadi. S'era parlato di dieci luoghi lungo il fiume
Adige sui quali potevano sorgere le microaree, ma poi non se n'è più fatto
nulla. La questione è rimasta al palo. La necessità di agire, però, c'è.
Secondo i dati del Comune i nomadi in città sono circa 130, 50 nel campo di
Ravina ed 80 che alloggiano in campi abusivi. In realtà, stando ai numeri
riferiti dai diretti interessati, a Trento rom e sinti sarebbero circa 200: una
settantina nel campo (sovraffollato) di Ravina, 130 nei campi abusivi che sono
spuntati alla Motorizzazione (dove ci sono circa 50 persone), a Gardolo, all'ex
Zuffo, in via Monte Baldo, in via Ghiaie e in via Brennero. Loro stessi chiedono
che sia affrontata la situazione, che definiscono d'emergenza.
Anche le circoscrizioni stanno facendo pressing su palazzo Thun. Alcune (San
Giuseppe - Santa Chiara, Centro storico - Piedicastello e Gardolo) avrebbero
dato la loro disponibilità ad ospitare le microaree. Ieri la giunta comunale ne
ha parlato nuovamente. Non sonostate definite le zone, ma s'è parlato di come
saranno. Ognuna ospiterà 20-25 persone in 5 o 6 piazzole per roulotte o camper
con regolare allacciamento a gas, elettricità ed acqua. All'interno della
microarea ci sarà anche un edificio con servizi igienici, lavanderia, magazzino.
I nomadi dovranno fare anche la raccolta differenziata. Per definire i luoghi
sono previste altre riunioni, ma l'obiettivo è quello di discutere un progetto
ben definito nelle commissioni urbanistica e politiche sociali entro il mese di
dicembre.
Le microaree saranno comunque una delle soluzioni messe in campo dal Comune per
risolvere l'emergenza nomadi. Si continuerà - con chi lo vorrà - a proporre
degli appartamenti, anche se la vita in casa va contro la cultura di rom e
sinti. Infine, sarà ristrutturato e ripensato l'unico campo nomadi regolare
presente in città, ovvero quello di Ravina. Realizzato nel 1991 ospita
attualmente una settantina di persone. È quindi sovraffollato e spesso e
volentieri scoppiano dissidi tra i clan presenti all'interno. Così, per
migliorare la vivibilità e la convivenza delle famiglie, il Comune sta prendendo
in considerazione l'ipotesi di dividerlo in tre sottocampi. In sostanza, delle
piccole microaree all'interno del campo nomadi. Su questa partita, quindi,
palazzo Thun accelera. Il sindaco Andreatta è chiaro. «La nostra città non vuole
e non deve escludere né marginalizzare nessuno. Bisogna trovare modalità di
accoglienza dignitose per rom e sinti, ma per vincere questa sfida serve
responsabilità da parte di tutti, nomadi e trentini».
Di Fabrizio (del 14/09/2011 @ 09:21:15, in casa, visitato 1568 volte)
Segnalazione di Alberto Melis da
Il Mattino di Padova
Le casette in costruzione
di Enrico Albertini - Entro fine anno la consegna delle abitazioni ai
nomadi: concluso il secondo progetto di "auto-costruzione" in città
SAN LAZZARO. Fra poco partiranno i lavori per allacciare le nuove condutture
di acqua e gas, mentre per settembre è prevista la nuova illuminazione: il nuovo
campo nomadi di via Longhin sta prendendo forma. «Puntiamo a finire la
costruzione della parte giorno delle quattordici casette previste entro la fine
dell'anno», spiega l'assessore ai Servizi sociali Fabio Verlato. Poi i 60 rom
potranno tornare nell'area che abitano ormai da anni: attualmente sono ospitati,
nell'attesa che arrivino le nuove case, nel casolare della «fattoria» a fianco
del campo. Il modello è quello di via Tassinari, dove i nomadi hanno contribuito
a costruire le loro case e autogestiscono in sostanza l'area.
In via Longhin è andata meno bene. «Sono 3 i ragazzi che stanno lavorando
assieme alla ditta per la realizzazione delle casette», ricorda Verlato. I tempi
di costruzione si sono allungati: inizialmente si doveva terminare in autunno,
ora si punta a preparare il tutto per la fine dell'anno. Per ora i rom
continuano ad utilizzare la sistemazione temporanea nel casolare che qualche
anno fa sembrava poter diventare la nuova moschea, ma che è rimasto poi
abbandonato: ora è stato sistemato proprio per poter accogliere i rom in attesa
della sistemazione del campo. Il primo stralcio dei lavori prevede la
costruzione della parte giorno delle case, bagno, angolo cottura, ripostiglio e
soggiorno.
Intanto si dormirà là, poi con ulteriori finanziamenti si potrà precedere anche
alla posa in essere della camera da letto. Il Comune ha messo sul piatto 480
mila euro, soldi che arrivano però da fronti diametralmente opposti: una parte
viene da un finanziamento del 2007, dell'allora ministro della Solidarietà
sociale, Paolo Ferrero (220 mila euro). Il resto, 260 mila euro, li ha messi il
Ministero dell'Interno. I nomadi del campo sono rom di etnia harvati, residenti
a Padova e italiani da oltre cent'anni.
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