RomaToday
di Francesca Divetta 18/10/2011
Conferenza stampa del Pd davanti al centro di accoglienza di via Salaria. Alcune
famiglie divise dopo gli sgomberi, per il Pd la struttura è precaria
Civici 981 e 971. Sono solo due numeri. Eppure a questi due numeri sono
collegate due serie problematiche che affliggono via Salaria: l'una, quella
dell'impianto Ama, a pochi metri dall'altra, quella del centro di accoglienza.
Dopo mesi in cui
si è sentito parlare del centro di smaltimento rifiuti, adesso
i riflettori si accendono anche sul centro di via Salaria 971, in cui
attualmente sono presenti oltre 300 Rom.
Questa mattina il Partito Democratico ha tenuto una conferenza stampa davanti al
centro di accoglienza per rendere note le difficoltà di numerose famiglie che
gravitano nella zona del centro, ma anche la situazione precaria della
struttura.
"Centinaia di persone si trovano qua fuori nella speranza di essere ospitate.
Alcuni sono andati a chiedere un appuntamento con il Dirigente del V
Dipartimento per spiegare la situazione, ma lui naturalmente ha altro da fare.
In più da due anni ci sono problemi sulla sicurezza di adulti e bambini in
questa struttura, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie, qui
la gente vive con il neon sempre acceso giorno e notte, per separare gli spazi
usano delle tende e coperte per avere un minimo di privacy", spiega il
Capogruppo Pd del IV Municipio
Paolo Marchionne, presente oggi insieme ad altri
esponenti del Pd capitolino e municipale, fra cui Paolo Masini, Marco Palumbo,
Paola Ilari, Fabio Dionisi.
Una donna di etnia Rom che vive nel campo ci spiega: "Io vivo qui dentro da due
mesi con mia zia, invece mio figlio e la mia nipotina stanno per strada: lei va
a scuola a Settebagni e non sappiamo dove lavarla. Quando esce dalla scuola
viene qui fuori e io le porto un po' d'acqua e la lavo qui. La notte dorme nella
macchina con mio figlio e mia nuora, da quando li hanno mandati via dal posto
lungo il fiume. Noi ringraziamo di stare in questa struttura, ma non possiamo
stare separati, quando farà freddo non posso lavare mia nipote per strada".
La storia di questa donna è uguale a quella di altre persone ospitate nel centro
che si sono viste dividere da alcuni familiari, i quali, per restare vicini al
centro di accoglienza, si erano accampati lungo il fiume e sono stati
recentemente sgomberati. Ad oggi, dunque, i familiari rimasti "fuori" fanno la
spola tutto il giorno davanti al centro, e alcuni la notte restano a dormire
nelle macchine parcheggiate in prossimità della struttura.
Il Pd capitolino e municipale critica quindi il piano nomadi di Alemanno, per il
quale la relazione stilata e diffusa dal Pd riferisce che "tra la gestione
commissariale e quella ordinaria, siano già stati spesi oltre 2,5 milioni di
euro, molti dei quali assorbiti dalle operazioni di sgombero e demolizione dei
campi abusivi e per il recupero e la gestione del centro di via Salaria 971.
Nessuna risorsa invece è stata impiegata per progetti finalizzati
all'integrazione e all'uscita dal centro di accoglienza, minori compresi, per
sua stessa definizione luogo transitorio di prima accoglienza dopo gli
sgomberi". Nella relazione si legge anche: "Il 13 Marzo 2010
Alemanno annunciò
la chiusura dell'ex cartiera con un'intervista rilasciata al quotidiano il
Messaggero. In contrasto totale con quelle dichiarazioni il Comune ha provveduto
ad ampliare la struttura, recuperando altri spazi".
Il Pd chiede quindi al Sindaco di Roma quali misure abbia intenzione di prendere
per risolvere la situazione di via Salaria 971, "considerato che gli sgomberi
fatti sono risultati solamente drammatici e inutili", ha dichiarato Emanuela Droghei del Pd.