Trentino Corriere Alpi di Jacopo Tomasi - 13 settembre 2011
La giunta pensa a un restyling per una migliore convivenza dei clan
TRENTO. Un campo regolare sovraffollato. Cinque campi abusivi in città. Dopo
mesi di "melina", la questione nomadi torna di stretta attualità. E in attesa
che il Comune definisca le zone dove sorgeranno le microaree, il sindaco
Andreatta rivela che è in programma un restyling del campo nomadi di Ravina:
sarà diviso in tre aree per garantire una migliore convivenza dei diversi clan.
Nel giugno 2010 il presidente della circoscrizione Centro storico -
Piedicastello, Melchiore Redolfi, aveva esortato il Comune a trovare una
soluzione alla questione nomadi. S'era parlato di dieci luoghi lungo il fiume
Adige sui quali potevano sorgere le microaree, ma poi non se n'è più fatto
nulla. La questione è rimasta al palo. La necessità di agire, però, c'è.
Secondo i dati del Comune i nomadi in città sono circa 130, 50 nel campo di
Ravina ed 80 che alloggiano in campi abusivi. In realtà, stando ai numeri
riferiti dai diretti interessati, a Trento rom e sinti sarebbero circa 200: una
settantina nel campo (sovraffollato) di Ravina, 130 nei campi abusivi che sono
spuntati alla Motorizzazione (dove ci sono circa 50 persone), a Gardolo, all'ex
Zuffo, in via Monte Baldo, in via Ghiaie e in via Brennero. Loro stessi chiedono
che sia affrontata la situazione, che definiscono d'emergenza.
Anche le circoscrizioni stanno facendo pressing su palazzo Thun. Alcune (San
Giuseppe - Santa Chiara, Centro storico - Piedicastello e Gardolo) avrebbero
dato la loro disponibilità ad ospitare le microaree. Ieri la giunta comunale ne
ha parlato nuovamente. Non sonostate definite le zone, ma s'è parlato di come
saranno. Ognuna ospiterà 20-25 persone in 5 o 6 piazzole per roulotte o camper
con regolare allacciamento a gas, elettricità ed acqua. All'interno della
microarea ci sarà anche un edificio con servizi igienici, lavanderia, magazzino.
I nomadi dovranno fare anche la raccolta differenziata. Per definire i luoghi
sono previste altre riunioni, ma l'obiettivo è quello di discutere un progetto
ben definito nelle commissioni urbanistica e politiche sociali entro il mese di
dicembre.
Le microaree saranno comunque una delle soluzioni messe in campo dal Comune per
risolvere l'emergenza nomadi. Si continuerà - con chi lo vorrà - a proporre
degli appartamenti, anche se la vita in casa va contro la cultura di rom e
sinti. Infine, sarà ristrutturato e ripensato l'unico campo nomadi regolare
presente in città, ovvero quello di Ravina. Realizzato nel 1991 ospita
attualmente una settantina di persone. È quindi sovraffollato e spesso e
volentieri scoppiano dissidi tra i clan presenti all'interno. Così, per
migliorare la vivibilità e la convivenza delle famiglie, il Comune sta prendendo
in considerazione l'ipotesi di dividerlo in tre sottocampi. In sostanza, delle
piccole microaree all'interno del campo nomadi. Su questa partita, quindi,
palazzo Thun accelera. Il sindaco Andreatta è chiaro. «La nostra città non vuole
e non deve escludere né marginalizzare nessuno. Bisogna trovare modalità di
accoglienza dignitose per rom e sinti, ma per vincere questa sfida serve
responsabilità da parte di tutti, nomadi e trentini».