Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/07/2012 @ 09:19:56, in Europa, visitato 1584 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Foto dal convegno AIZO, Torino 11 ottobre 2011
Cari e care
siete invitati all'incontro con
NICOLAE GHEORGHE che si terrà sabato 21 luglio a
partire dalle 14 e domenica 22 luglio 9.30-14. La sede verrà comunicata al più
presto. Posso anticipare che sarà in Trastevere o - come dicono alcuni rom - in
san tevere. Si sta organizzando, per chi è interessato, una cena e un pranzo a
prezzo fisso (circa 20 euri).
Le spese di trasporto vitto e alloggio sono a carico dei partecipanti.
Per evitare interventi del tipo "brevi considerazioni sull'universo" suggerisco
il seguente ordine dei lavori con l'avvertenza che è mia intenzione accantonare
per una volta il tema dell'inclusione sociale dei rom, della discriminazione,
del razzismo ecc. per affrontare tematiche di medio e lungo termine come la
questione etnica e il suo intreccio con quella politica (cittadinanza):
1. INTRODUZIONE ALL’INCONTRO
2. SIGNIFICATO E PROSPETTIVE DELLA NAZIONE ROM
3. RUOLO DELLE ONG, DEGLI ESPERTI E ATTIVISTI ROM: UNA NUOVA RETORICA DISCORSIVA
?
4. UN NUOVO TRATTATO DI PACE TRA ROM E GADJE’ ?
5. UN PROCESSO DI COSTRUZIONE DI PACE A PARTIRE DAI CASI DI BAIA MARE (ROMANIA)
E TOR DE’ CENCI (ROMA)
Chi è interessato a partecipare è pregato di inviarmi un
mail di conferma con l'indicazione se partecipa a tutte e due le sedute o solo
ad una e quale. Siete ovviamente liberi di invitare persone che pensiate
possano essere interessate. Per mere questioni logistiche vi prego solo di
comunicarmi i nominativi.
Allego tre
scritti di Nicolae che offrono eccellenti spunti di riflessione. Uno è in
inglese e uno in francese. Vi allego anche la mia traduzione. E' stata fatta di
corsa pertanto mi scuserete l'italiano non curato. La sostanza si capisce però.
N.B. Il tenore dell'incontro è quello di una aperta riflessione tra amici. Non
sono previsti quindi né paludamenti accademici né sussiegose relazioni. E' solo
l'opportunità di incontrare un intellettuale rom di spicco e di confrontarsi con
lui.
Di Fabrizio (del 18/07/2012 @ 09:31:29, in Europa, visitato 1866 volte)
A cinque famiglie rom, bambini compresi, sgomberate a forza da Belgrado a Niš,
città nella Serbia meridionale, viene negata acqua, servizi igienici ed
elettricità.
Cinque famiglie rom, 18 persone tra cui una donna incinta che poi ha
partorito, sono stati reinsediati in un magazzino abbandonato in via Daniciceva
a Niš, senza accesso all'acqua, a servizi igienici o all'elettricità. Sono
rimasti senza accesso all'acqua per oltre 10 settimane, da quando sono stati
sfrattati da Belgrado il 26 aprile. Attualmente [...] in Serbia le temperature
superano regolarmente i 35° centigradi. Anche se le infrastrutture lo
permetterebbero, nel magazzino non c'è acqua corrente. Le autorità hanno
dichiarato il 20 giugno che l'acqua potrà essere riattivata senza troppe
difficoltà, e che sarebbe stata disponibile entro fine settimana scorsa. L'acqua
non è ancora stata ripristinata, violando i diritti delle famiglie ad un
alloggio, acqua e servizi igienici adeguati. Le famiglie devono prendere l'acqua
con contenitori di plastica dalla fontanella più vicina, che si trova in un
mercato, a circa 115 metri dal magazzino. Questa fonte non è sempre disponibile,
perché il mercato è aperto solo dalle 7.00 alle 15.00, ed anche quando il
mercato è aperto viene spesso negato loro da un funzionario locale di potersi
rifornire. L'unica fonte alternativa si trova nel centro città a 30' di cammino.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il diritto all'acqua
richiede che l'acqua sia disponibile, o nelle immediate vicinanze dove la gente
vive,se in uno spazio compreso tra i 100 e e 1.000 metri dall'insediamento, o se
ad una distanza tra i 5 ed i 30 minuti (compreso il tempo impiegato in coda),
diventa difficile raccogliere più di 20 litri d'acqua a persona, quindi si è a
rischio salute. Inoltre, il magazzino non ha servizi igienici adeguati, essendo
quelli esistenti insalubri a causa della mancanza d'acqua.
Inviate l'appello prima del 20 agosto a:
Sindaco
Milos Simonovic
Ulica 7 Juli broj 2
18 000 Nis
Serbia
Fax: +381 18 504545
Email: mayor@ni.rs
Salutation: Dear Mayor
Consigliere della città
Dusica Davidovic
Ulica 7 Juli broj 2
18 000 Nis
Serbia
Fax: +381 18 504545
Email: Dusica.Davidovic@gu.ni.rs
Salutation: Dear City Councillor
Delegazione dell'Unione Europea nella Repubblica Serba
Martin Kern
Vladimira Popovica 40/V
Avenija 19a Building
11070 New Belgrade
Serbia
Fax: +381 11 3083201
Email:
delegation-serbia@eeas.europa.eu
Inviate inoltre copia alle rappresentanze diplomatiche
accreditate nella vostra città.
Di Fabrizio (del 21/07/2012 @ 09:14:02, in Europa, visitato 2175 volte)
Premessa: mercoledì scorso ho pubblicato questo
appello di Amnesty International. Avevo
chiesto altre informazioni a
Paul Polansky, che vive proprio a
Niš. Di seguito troverete la traduzione della sua risposta.
Nota: nel frattempo ho sentito anche altre
conoscenze che ho in zona; mi hanno risposto di non averne mai sentito parlare.
Curioso: succede lo stesso anche in Italia. E' più facile venire a conoscenza di
ciò che accade, per esempio, in Romania o in Francia, rispetto a ciò che succede
alla porta di casa nostra.
Fabrizio, ecco cosa ho scoperto. Tuttavia, dopo averlo scritto, ho saputo
che ora il sindaco sta mandando da mangiare ai Rom, ed ha incaricato uno dei
suoi assistenti di tenerlo informato giorno per giorno sulla situazione. Vuole
aiutarli veramente.
Paul
NISH REPORT
19 luglio 2012: Ieri alle 14.46 ho ricevuto una telefonata
dall'ufficio del sindaco, che mi informava che la acqua era stata collegata alle
11.00 all'edificio abbandonato. La portavoce diceva che il sindaco era
intervenuto personalmente per ordinare l'aggancio, e che lui assieme ad un altro
funzionario avevano visitato il sito per confermare che le famiglie romanì
avessero l'acqua. La portavoce mi ha anche detto che il municipio di Nish aveva
inviato una mail a tutti i soggetti interessati e la conferma del collegamento
veniva riportata sulla pagina web del comune. (vedi
QUI ndr.)
Le ho risposto di porgere le mie congratulazioni al sindaco. Vorrei
incoraggiare chiunque legga questo rapporto ad inviare una mail al sindaco
(zoran.perisic@gu.ni.rs -
mayor@ni.rs) per ringraziarlo dell'azione,
anche se era in carica da soli tre giorni lavorativi. L'ex sindaco aveva
resistito oltre 80 giorni senza collegare l'acqua.
Più tardi, il pomeriggio stesso, ho incontrato presso l'ufficio abbandonato
Marija Manic, rappresentante ERRC per la Serbia. E' Romnì, all'ultimo anno degli
studi di legge. Ha operato con queste famiglie romanì prima che fossero espulse
da Belgrado, e conosce la loro storia probabilmente meglio di chiunque altro.
Era sorpresa che il nuovo sindaco avesse ordinato il ripristino dell'acqua,
essendo in carica solo da pochi giorni. In quanto esponente del vecchio partito
di Milosevic, lei temeva che fosse più difficile collaborare con lui che col
sindaco precedente.
L'acqua viene immessa tramite un tubo rotto. L'acquedotto cittadino ha
collegato l'acqua, ma rifiuta di riparare il tubo.
Sfortunatamente, dopo essere arrivati in loco, ci è stato detto e mostrato
rapidamente che la conduttura era difettosa. L'acquedotto cittadino aveva sì
collegato l'acqua, ma in un pozzetto sotto terra c'era un tubo che perdeva
acqua. L'acqua che raggiunge il solo rubinetto (nei bagni turchi) ha pochissima
pressione. L'acquedotto ha rifiutato di riparare il tubo rotto, dicendo ai Rom
che dovevano provvedervi loro. Ovviamente, i Rom non hanno né soldi né capacità
per farlo.
L'unico rubinetto dell'edificio, nel vecchio bagno turco. Settimana scorsa
funzionari dell'acquedotto avevano visitato l'edificio, dicendo che non c'erano
tubature per portare l'acqua al palazzo.
Dopo aver fotografato la perdita d'acqua, ho chiesto ai Rom se conoscessero
un idraulico che potesse riparare il tubo. Ho promesso loro che avrei pagato il
lavoro se l'avessero tr4ovato immediatamente. In quindici minuti è arrivato,
assieme al suo assistente, e ci siamo accordati per una riparazione immediata.
Sono balzati sul loro scooter, precipitandosi a comperare i materiali.
Dato che il tubo era di plastica, c'era bisogno di elettricità per poterla
fondere ed unirlo con il nuovo. Ma l'edificio non ha corrente, e l'idraulico ha
dovuto usare una prolunga, collegandola ad una casa serba lì vicino. Così dopo
un'ora il tubo era stato riparato e la pressione dell'acqua era tornata alla
normalità.
Durante la riparazione, nel pozzetto è stato scoperto un ratto, che è stato
ucciso perché il lavoro potesse continuare. I ratti sono comuni negli edifici
abbandonati e la matriarca del clan che vive lì mi ha mostrato la punta del suo
piede, che era stata morsicata. Ma rivendicava con orgoglio che dopo averla
morsa il topo era morto.
Al centro della foto, il ratto ucciso dall'idraulico.
Marija ha promesso di mandarmi una memoria scritta su tutta questa storia.
Una volte ottenute tutte le informazioni, spero di lavorare assieme a lei per
trovare qualche soluzione. Credo che il nuovo sindaco, medico universitario ed
ex primario del centro cardiologico di Nish, abbia mostrato buona volontà nel
rispondere così velocemente al mio appello per fornire l'acqua a queste
famiglie. Era subentrato nell'incarico da pochi giorni, e probabilmente ha
bisogno di tempo per informarsi sul pregresso di questa situazione. Lo conosco
da oltre sei anni e ritengo che farà la cosa giusta per questi Rom.
Il nuovo impianto che l'acquedotto ha rifiutato di realizzare.
Probabilmente l'ex sindaco non voleva aiutare questi Rom senzatetto, per
paura che gli elettori locali sarebbero stati contro questo appoggio.
Le condizioni di vita nel vecchio magazzino abbandonato, dove queste quattro
famiglie romanì stanno provando a sopravvivere. Il municipio di Belgrado aveva
promesso loro dei container una volta che fossero arrivati a Nish.
(per vedere le ultime due immagini a grandezza naturale, cliccarvi sopra,
ndr)
(le foto sono di Paul Polansky)
Di Fabrizio (del 23/07/2012 @ 09:16:56, in Europa, visitato 1312 volte)
Da
British_Roma
|
Razzismo
istituzionale per i Rom in Scozia
- by Billy Briggs |
15/07/2012 - E' stata lanciata un'indagine governativa dopo che un rapporto
accusava funzionari pubblici di "razzismo istituzionale" nei loro rapporti con i
Rom che vivono in Scozia.
Funzionari del Ministero del Lavoro e delle Pensioni (DWP) sono indagati con
l'accusa di aver minacciato ed ingannato i Rom, tramite personale del centro
lavoro, e di aver ritardato pagamenti legittimi, ritardi che hanno portato ad
alti livelli di povertà infantile.
Le accuse sono contenute in un rapporto commissionato da Oxfam al Govanhill Law
Centre (GLC) di Glasgow. Il risultato del ritardo dei pagamenti - in alcuni
casi, anche tre anni - ha portato alla miseria alcuni Rom, incluse famiglie con
bambini.
Il rapporto è stato scritto dagli avvocati del GLC che hanno indagato su
come 66 famiglie rom siano state trattate dal DWP, dall'ufficio delle tasse ed
imposte, e dal consiglio cittadino.
GLC ha concluso che in alcuni casi i Rom sono stati trattati in maniera
illegale, contro quanto stabilito dall'Equality Act 2010.
L'inchiesta riguardo al DWP si sta focalizzando sul centro lavoro Laurieston
Plus, situato in un'area di Glasgow che ospita circa 3.000 Rom.
Una portavoce del DWP ha confermato che propri inquirenti sono in contatto
col GLC.
Ha detto: "Jobcentre Plus prende con estrema serietà questo tipo di accuse.
Ci aspettiamo alti standard di comportamento dal nostro staff."
L'iniziativa è stata accolta con favore dagli attivisti, che hanno chiesto
di essere messi a conoscenza delle conclusioni del rapporto.
Lindsay Paterson, avvocato per GLC e tra le autrici del rapporto, afferma:
"Intendiamo cooperare pienamente in ogni modo possibile con le indagini. Ci
auguriamo che l'ufficio delle tasse ed imposte segua l'esempio del DWP e lanci
parimenti un'indagini sulle serie violazioni dell'Equality Act individuate nel
nostro rapporto."
Annie Lewis, di Oxfam, dice: "Siamo estremamente preoccupati dall'evidenza
che i Rom vengano trattati differentemente dagli altri cittadini UE, quando si
tratta di accedere ai benefici e ai crediti d'imposta. Siamo lieti che sia
partita un'indagine."
L'ufficio delle tasse ed imposte sta studiando le accuse di GLC ed è
disposto a cooperare ad un'inchiesta ufficiale.
Di Fabrizio (del 24/07/2012 @ 09:08:12, in Europa, visitato 1313 volte)
Da
Nordic_Roma
The Nordic page Assalito campo rom ad Oslo con petardi e pietre
- Photo : Pieter Edelman | Tende in campo rom
Quattro uomini arrestati per avere assalito sabato notte un campo rom ad
Oslo con petardi e pietre.
Comunica TV2 che i residenti del campo testimoniano di essere stati
svegliati da gente che tirava pietre contro il campo.
I Rom erano arrivati nell'area con materassi ed altre attrezzature per
costruire un campo, dopo essere stati mandati via dal cortile di una chiesa in
centro città. Né il comune, né il distretto o il dipartimento di giustizia erano
intervenuti contro l'insediamento, nella regione di Årvoll a Oslo.
Tuttavia, i residenti del quartiere esprimono le loro preoccupazioni sul
numero crescente dei Rom, e paura che questo possa portare inquinamento e
criminalità.
Di Fabrizio (del 25/07/2012 @ 09:12:01, in Europa, visitato 1362 volte)
Da
Roma_Francais
LE VIF.be Trecento Rom hanno manifestato di fronte all'Ufficio
Stranieri contro le espulsioni - 13 juillet 2012 à 19h29
Venerdì pomeriggio trecento Rom hanno manifestato di fronte all'Ufficio
Stranieri. Protestavano contro l'espulsione sistematica degli immigrati
provenienti da paesi non appartenenti all'Unione Europea. "L'Ufficio respinge
tutte le richieste d'asilo e di regolarizzazione presentate dai Rom,"
dichiara Imer Kajtazi,, promotore dell'iniziativa. "Non c'è alcuna distinzione
in base alla loro documentazione."
"Alcuni vivono in Belgio da 5 o 10 anni. Lavorano qui, pagano le tasse ed hanno
bambini che vanno a scuola," prosegue Imer
Kajtazi. "Per l'Ufficio Stranieri , tutto questo non fa alcuna differenza. Sono
respinte anche le domande di chi è malato, col preteso che arrivano da paesi
cosiddetti -sicuri- come la Bosnia, la Serbia, il Kosovo o la Macedonia."
Tuttavia, secondo Imer
Kajtazi. la sicurezza in questi paesi non è garantita, soprattutto per i Rom.
"L'Ufficio agisce come se le questioni della violenza, della discriminazione e
della persecuzione non riguardasse i Rom," prosegue. I manifestanti chiedevano
che l'Ufficio rivedesse la sua politica di espulsione sistematica dei Rom e che
ogni documentazione fosse valutata caso per caso. (PVO)
Di Fabrizio (del 27/07/2012 @ 09:10:58, in Europa, visitato 1682 volte)
Da
Roma_Daily_News
The Local Negata la pensione alla vedova di un Sinto vittima ad Auschwitz
Published: 24 Jul 12 16:03 CET
Romani Rose (a sinistra) ad Auschwitz
E' stata negata la pensione alla vedova di una vittima di Auschwitz, dopo
che le autorità avevano consultato i referti medici di 40 anni prima, che
dicevano che il suo cattivo stato di salute era dovuto ai due anni passati nei
campi nazisti.
[...] A suo marito, che chiameremo soltanto Anton B., fu concessa la pensione
di vittima nel 1957, che mantenne senza problemi sino alla morte avvenuta nel
2009. Ma quando la vedova ha chiesto la reversibilità di quei 600 € mensili, le
è stato detto che il referto dei dottori nel 1957 era sbagliato, e che ciò
annullava futuri psagamenti.
Il caso ha indignato i gruppi rom e sinti tedeschi - 500.000 di loro furono
uccisi dai nazisti durante l'Olocausto, ha scritto martedì il giornale taz.
A 67 anni dall'Olocausto, questa è una svolta incredibile ed inaccettabile
degli eventi," scrive Romani Rose, capo del Consiglio Centrale dei Sinti e dei
Rom Tedeschi, in una lettera ad Hannelore Kraft, premier del Nord Reno-Westfalia.
"Non permetteremo questo degradare le vittime di Auschwitz."
Anton B. aveva 19 anni, quando nel marzo 1943 il capo delle SS Heinrich Himmler
diede l'ordine di ammassare tutti i Sinti e i Rom ancora liberi nei territori
occupati dalla Germania e deportarli nel famigerato campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau
in Polonia.
Scrive il giornale che i dieci tra fratelli e sorelle di Anton, furono tra i
17.000 che lì morirono. Ma un anno dopo, lo stesso Anton venne ritenuto ancora
abile al lavoro, dai dottori delle SS, e venne trasferito nel 1944 nel campo di
concentramento di Buchenwald, ai lavori forzati in miniera e poi, alla
costruzione dei razzi V2.
Nel 1957, dodici anni dopo, esaminando Anton i dottori confermarono che i due
anni passati nei campi nazisti gli avevano direttamente causato danni permanenti
tanto al cuore che al sistema nervoso. Sulla base dei risultati degli esami, ad
Anton venne garantita una pensione d'invalidità, compensatoria da parte dello
stato.
Scrive sempre il giornale che nel 1975, Eva incontrò Anton: lui aveva 51 anni
e lei 25. Nonostante la differenza d'età, si innamorarono e poco dopo si
sposarono.
Anton morì nel 2009 ad 85 anni, continua il giornale, ed Eva, che allora ne
aveva 59, fece richiesta di pensione come vedova , avendo lei diritto a 600 € al
mese. Ma la richiesta venne rigettata dal distretto di
Düsseldorf, dicendo che avevano studiati i referti medici degli anni '50,
decidendo che era stato un errore affermare che le condizioni cardiache di Anton
B. fossero un risultato diretto dell'internamento nel campo di concentramento.
Ci sono regole complicate riguardo alle vedove di vittime dello stato
nazista, per cui la vittima non solo deve avere sofferto di una malattia
derivante direttamente dalla persecuzione, ma questa malattia deve averle
portate alla morte. Di solito, scrive il giornale, casi simili portano al
rifiuto se la vittima non muore del disturbo stesso, ma stavolta, stranamente, è
stata messa in discussione la diagnosi iniziale.
"E' comprensibile che per la vedova del signor B. la decisione sia difficile
da accettare," ha detto al giornale un portavoce del dipartimento degli interni
del Nord Reno-Westfalia. Ma non c'era "margine di discrezionalità".
Dopo tre anni di lotte con le autorità locali, Eva, che ora ha 62 anni,
porterà il suo caso davanti alla Corte distrettuale di Düsseldorf il 7 agosto.
La sentenza definitiva è attesa nel mese di settembre.
"Non voglio la carità," ha detto Eva B. al giornale, "voglio giustizia."
The Local/jlb
Di Fabrizio (del 31/07/2012 @ 09:07:09, in Europa, visitato 1657 volte)
Un Big Mac in salsa "razzista"
Un'agenzia Ansa riferisce di un episodio di razzismo che risale ad alcuni giorni
fa. Una signora decide di comprare qualcosa da mangiare a tre bambini rom di 5,
7 e 8 anni, che stanno giocando vicino al McDonald's di Novi Sad, nel nord della
Serbia. Un uomo della security del ristorante ferma i tre bambini, un
maschietto e due femminucce, sostenendo che non possono entrare. La donna gli fa
osservare che i tre bambini sono con lei e che avrebbe pagato personalmente. Ma
l'uomo vieta loro categoricamente l'ingresso, tanto che i piccoli rom finiscono
per consumare il pasto nel giardino all'aperto. La direzione del ristorante fa
sapere di aver avviato un'indagine interna sull'episodio di discriminazione. Il
ministro dell'Interno serbo condanna duramente l'episodio affermando che in
Serbia non vi è spazio per alcuna forma di discriminazione. Il Consiglio
nazionale della minoranza rom parla di ‘atto vergognoso' e chiede una rapida
inchiesta da parte delle autorità per punire i responsabili.
Di Fabrizio (del 01/08/2012 @ 09:09:24, in Europa, visitato 1458 volte)
Da
Roma_Daily_News
July 25, 2012 by Andy Haupert
- Roma Initiatives
Ludovic Rafi in Romania
"Sapevo che era una necessità a cui potevamo rispondere con pochi o
nessun finanziamento," dice Ludovic Rafi, 29 anni e rom laureato dalla Romania.
"Inoltre, ho pensato che i partecipanti avrebbero visto quanto fosse semplice
pulire l'area e seguire il nostro esempio." Laureato in economia e poi stagista
presso la direzione generale per l'Allargamento della Commissione Europea, Rafi
ha intrapreso un progetto comunitario volto a ripulire il suo quartiere nel
villaggio di Mintia.
Mintia ospita circa 100 famiglie rom, che vivono in una comunità compatta
alla periferia. Le famiglie occupano sei ex capannoni degli anni '70 e tre
blocchi di appartamenti più recenti. Gli edifici circondano un campo che serve
come parco giochi per i bambini, ma che col tempo è stato invaso dai rifiuti.
Imperturbabili. Rafi e quattro altri giovani soci hanno pianificato una
giornata dell'ambiente, che avrebbe coinvolto tra i 50 e i 60 membri della
comunità. Il progetto è stato avviato, condotto ed in parte finanziato dalla
stessa comunità rom. Rafi ed il suo gruppo hanno promosso l'evento ai vicini,
incollati i manifesti e ricevuto offerte da parte del governo locale per i
sacchi dell'immondizia, procurandosi guanti ed altro materiale.
I partecipanti arrivati sul posto una mattina agli inizi di marzo 2012,
avevano un'età tra i 10 e i 35 anni, con l'eccezione di un cinquantenne. "E'
stato interessante ascoltare le reazioni dei residenti che osservavano,"
riflette Rafi. "Alcuni erano d'accordo, altri dicevano che le autorità, non o
giovani, dovevano essere le responsabili di quel lavoro. Ma alla fine della
giornata, si erano uniti anche alcuni tra gli scettici. Penso che ogni azione di
questo tipo aiuterà a rendere più popolari il lavoro volontario ed il servizio
comunitario.
Per incoraggiare questo spirito volontaristico, Open Society Roma Initiatives
include aspetti del servizio comunitario nel programma di tirocinio per i
giovani rom che operano con la Commissione Europea. Ai partecipanti viene
chiesto di proporre un piccolo progetto di servizio comunitario, che riguardi
una questione importante per loro e la loro comunità rom locale. I partecipanti
i cui progetti passano il vaglio, vengono forniti di menzione e sostegno allo
sviluppo del progetto, da realizzare dopo la partecipazione allo stage o ad
altri programmi.
Sul merito di questi progetti, è meglio lasciare l'ultima parola a Rafi.
"Stiamo ricevendo una grossa opportunità, quindi dobbiamo applicarci e fare
qualcosa per la gente della nostra comunità, per chi non ha le medesime
opportunità. E col volontariato possiamo ispirare gli altri ad assumersi la
responsabilità delle loro situazioni."
Senada Lamovska in Macedonia
"Essendo stata lontana dalla mia città e non avevo più contatti con i Rom del
posto da 10 anni, fui molto felice di avere la possibilità dei ricollegarmi
facendo qualcosa per la comunità," dice Senada Lamovska. "Dopo un'assenza tanto
lunga, era difficile capire quale sarebbe stata la cosa più utile da fare per i
Rom della mia città, quindi feci ciò che sapevo meglio. So insegnare francese e
romanì, così decisi di insegnare la lingua romanì, perché nella mia città è una
lingua dimenticata. Il turco è la madrelingua. Ho voluto presentare la storia
romanì e le basi della lingua ai giovani rom e agli studenti delle superiori.
Nel contempo ero felice di poter conoscere i più giovani della comunità,
parlare con loro e vedere la loro comprensione della
romanipé,
vedere quale visione hanno del futuro - se vogliono continuare con l'istruzione
e come posso aiutarli con consigli o informazioni. In altre parole, volevo
condividere le mie esperienze e conoscenze.
Tra febbraio e marzo 2012, Lamovska, in collaborazione con l'organizzazione
locale Avena Kocani, ha dato sei lezioni introduttive di un'ora l'una in storia
e lingua romanì, agli studenti della scuola secondaria Koso Vikentiev di Kocani.
Con la sessione di storia gli studenti hanno avuto l'opportunità di cimentarsi
con temi fondamentali come "Da dove veniamo?" e "Chi sono oggi i Rom?" I corsi
di lingua hanno presentato l'alfabeto romanì, grammatica di base e il
vocabolario di tutti i giorni.
Lamovska è rimasta sorpresa del livello di entusiasmo da parte degli studenti
e della loro apertura verso l'apprendimento della storia e della lingua romanì.
Per molti di loro era il primo incontro con questi soggetti, in particolare
nell'ambito del normale insegnamento. "Sono stata contenta di scoprire che i
bambini rom nella mia città fossero interessati alla lingua," dice, "avendo il
turco come lingua madre, direbbero in molti, dovrebbero considerarsi Turchi.
Credo che imparare la storia, la lingua e la cultura rom sia molto importante
per la loro identità rom."
Riflettendo sui requisiti dei servizi di comunità, dice Lamovska: "Penso che
continuare con questa pratica sia una buona idea. Molti studenti finiscono
l'istruzione e si dimenticano della loro comunità. E' una buona idea ricordare
loro di fare ritorno a dove sono partiti e condividere le conoscenze
acquisite... Ho svolto molti progetti volontari nei posti dove ho vissuto e
lavorato, e penso che questo requisito mandi un messaggio positivo ai giovani: a
volte dobbiamo aiutare senza aspettarci di essere pagati."
Di Fabrizio (del 03/08/2012 @ 09:14:47, in Europa, visitato 1706 volte)
Due notizie da Dale Farm (vedi l'ultima
segnalazione)
Macchinari pesanti intenti a smantellare una barricata durante lo sgombero di
ottobre 2011. Photograph: Oli Scarff/Getty Images
The Guardian Wednesday 25 July 2012 00.26 BST
Secondo il consiglio di Basildon, alcuni sgomberati durante lo sgombero
dell'anno scorso dal sito illegale nell'Essex si sono spostati nelle vicinanze
Il consiglio di Basildon si sta preparando a richiamare gli ufficiali
giudiziari, dopo che i Traveller sgomberati da
Dale Farm, il più grande
sito illegale in Europa, si sono spostati in un insediamento vicino.
Ai Traveller, alcuni dei quali provenienti da Dale Farm, sono state notificate
le ingiunzioni di sgombero.
A seguito dello sgombero di massa dell'anno scorso, molti Traveller si sono
spostati nel sito legale in Oak Lane, insediandosi sulla strada accanto al sito.
La risoluzione dell'anno scorso era seguita ad una disputa decennale sui
terreni non autorizzati sul sito di sei acri e sui milioni di sterline costati
al consiglio di Basildon per le operazioni ed i costi legali.
Il consiglio ha detto di aver consegnato gli avvisi a 19 roulotte parcheggiate
illegalmente sul percorso che porta all'ex sito di Dale Farm ed aggiunto che il
numero degli occupanti di Oak Lane ha superato il limite legale.
Il Traveller Solidarity Network (TSN) ha detto che le famiglie non sono in grado
di muoversi da Dale Farm "a causa della mancanza di posti nell'area" sin dallo
sgombero forzato dell'anno scorso. "Hanno vissuto in spazi angusti, senza acqua
corrente, elettricità regolare e con problemi di depurazione."
Mary Sheridan, una madre che vive a Oak Lane, ha detto: "Il consiglio e il
governo ancora non ci ascoltano; non abbiamo altro posto dove andare. Perché
dovremmo vivere senza acqua corrente e fognature, se avessimo un posto dove
andare? Vogliamo un posto sicuro per vivere, dove i nostri bambini possano
andare a scuola. Chiediamo troppo?"
Ai Traveller è stato dato tempo sino al 29 agosto per presentare appello contro
l'avviso di sgombero.
Tony Ball, leader del consiglio, ha detto: "La gente sa che il consiglio di
Basildon è impegnato nel rispettare la legge, e che passerà i diversi gradi per
garantirne l'esecuzione."
"A febbraio, abbiamo inviato gli avvisi di contravvenzione al piano urbanistico,
dando 21 giorni per rispondere ed abbandonare l'area. Ovviamente questo non è
successo ed il consiglio ha valutato attentamente opzioni ed azioni disponibili.
Abbiamo dovuto essere certi di star prendendo le giuste opzioni per quanto
riguarda questa particolare violazione."
"Trovo tuttavia immensamente frustando che dopo aver eliminato il sito
[illegale] l'anno scorso, quella che sembra una piccola minoranza dei residenti
originali persista con questi comportamenti pericolosi e distruttivi. E' anche
evidente che molti di quanti sono lì [in violazione alla legge] sono nuovi
dell'area e non hanno niente a che fare con l'insediamento [illegale]
originale."
Dice
Jo McGuire, attivista di Dale Farm e membro del TSN: "Il messaggio, ora come
allora, è sempre lo stesso, queste famiglie non hanno altro posto dove andare,
perché il consiglio non ha voluto autorizzare nuove piazzole."
"Il consiglio intende sgomberare prima che vengano considerate le richieste di
pianificazione. Queste famiglie stanno tentando di tutto per tenere i loro figli
nella scuola locale, ma pare che il consiglio voglia solo eliminarli dalla
zona."
Posted by
TravellerSolidarityNetwork on July 31, 2012
E' previsto che a breve l'Agenzia per l'Ambiente prelevi campioni di suolo da
Dale Farm, dove lo scorso ottobre 80 famiglie furono sgomberate da centinaia di
poliziotti ed ufficiali giudiziari sulla base delle norme di pianificazione. Se,
come si aspettano residenti ed attivisti, venisse trovata contaminazione da
amianto ed idrocarburi, la cifra di 8 milioni di £.già spesa per lo sgombero è
destinata a crescere [1]. La notizia arriva mentre settimana
scorsa il consiglio di Basildon ha iniziato ulteriori azioni legali contro le
famiglie sgomberate, che affermano di "non avere altro posto dove andare". A
quanti vivono sulla strada privata che porta alle loro vecchie case di Crays
Hill, Essex, sono stati consegnati avvisi di sgombero con termine alla
fine di agosto [2].
Il consiglio si era precedentemente impegnato con l'Alta Corte alla rimozione
di tutto il materiale inquinato dal sito, ricevendo così foni dal Dipartimento
delle Comunità e del Governo Locale come liquidazione dello sgombero
multimilionario dell'ottobre scorso. Da allora gli incaricati del consiglio
hanno rivoltato ed ammucchiato* la terra, esponendo migliaia di
tonnellate di sottosuolo - una misura temporanea, dicono, per impedire alle
famiglie di tornare alle loro proprietà.
Gli ispettori dell'Agenzia per l'Ambiente dovranno ora determinare se così
facendo il consiglio abbia creato un grave rischio per la salute, [...] non solo
per le famiglie accampate sulla strada, ma per le case adiacenti, incluse le
oltre cinquanta proprietà autorizzate di Dale Farm.
Parte dell'area di Dale Farm in passato era stata usata dal consiglio di
Basildon per lo stoccaggio di veicoli abbandonati e come discarica, Sono state
demolite oltre 6.000 auto nel sito, prima che un decennio fa venisse venduto
alle famiglie [3].
Gli attivisti locali hanno denunciato [il consiglio] all'Agenzia per
l'Ambiente, perché alterando l'equilibrio ha causato un inquinamento massiccio.
Grattan Puxon, da lungo tempo sostenitore di Dale Farm ed amico delle famiglie
sgomberate, dice "il consiglio non ha gambe per sostenersi. Hanno sgomberato le
famiglie dalle loro case sul principio che il terreno fosse fascia verde di
rispetto, ed ora stanno spendendo milioni per inquinare il terreno dopo lo
sgombero. Nel frattempo le famiglie che vivono qui sono ancora senza casa e non
hanno dove andare. Eppure l'intento del consiglio è di allontanarli da Basildon."
* Cioè trasformare terreno pianeggiante in dossi e trincee.
Gli sviluppatori lo fanno regolarmente per rendere inabitabile il terreno./>
[1]
The Indipendent
[2] Vedi sopra
[3]
The Telegraph
|