Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Come ogni anno l'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con l'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova e l'Associazione Sucar Drom, organizza il corso base (livello 1) rivolto ai volontari e agli operatori.
Il corso, sostenuto finanziariamente dall'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova, è il primo livello di formazione proposto dall'Istituto e offre un iniziale approfondimento sulle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom e sui rapporti che intercorrono tra la società maggioritaria (in senso numerico) e le diverse società sinte e rom, focalizzando l'attenzione sulla società e sulla cultura dei Sinti Lombardi.
Il corso, coordinato dalla dottoressa Barbara Nardi, è strutturato i cinque incontri.
martedì 14 marzo 2006, ore 21.00 Una storia scritta da altri. L'arrivo delle popolazioni sinte e rom in Europa; la formazione della società capitalistica e dello stato moderno; le politiche subite in seicento anni dalle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom; il Porrajmos; le culture e i rapporti tra società nei paradigmi evoluzionisti. Relatore: Carlo Berini.
martedì 21 marzo 2006, ore 21.00 Mengur velto (la nostra cultura). La società e la cultura dei Sinti Lombardi; i tre valori fondanti: famiglia, lingua e rispetto per i defunti; i cambiamenti culturali. Relatori: Davide Gabrieli, Yuri Del Bar, Denis Gabrieli.
martedì 28 marzo 2006, ore 21.00 La mediazione culturale. Società a confronto; i processi di acculturazione; le tre funzioni della mediazione culturale; i rischi nella mediazione culturale. Relatore: Carlo Berini. Con il contributo di Yuri Del Bar e Davide Gabrieli.
martedì 4 aprile 2006, ore 21.00 La scuola e i Sinti. Lo strumento sociale scuola nella società maggioritaria (in senso numerico) e nelle società sinte; la pedagogia interculturale; il progetto scuola nella Provincia di Mantova. Relatori: Luca Dotti, Davide Gabrieli. Con il contributo di Scilla Alberini, Tania Righi.
martedì 11 aprile 2006, ore 21.00 Sinti e Rom un'habitat possibile I "campi nomadi"; le micro aree e i terreni privati; la casa. Relatore: Yuri Del Bar
Il corso si tiene a Mantova nella sede di Viale Learco Guerra n. 23
Per informazioni Istituto di Cultura Sinta via don Enrico Tazzoli n.14 46100 Mantova telefono 0376 360643 fax 0376 318839 e-mail, ics@sucardrom.191.it
Di Daniele (del 15/03/2006 @ 10:52:47, in Europa, visitato 2303 volte)
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La Serbia-Montenegro cerca di integrare i rom
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Come firmataria dell'iniziativa "Decennio dell'inclusione rom", la Serbia-Montenegro è impegnata a porre fine alla discriminazione e migliorare la vita del suo popolo rom. Case e formazione sono le aree chiave.
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Davor Konjikusic per il Southeast European Time a Belgrado – 07.03.06
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La Serbia-Montenegro è uno degli otto paesi che hanno aderito ad una iniziativa internazionale, lanciata nel 2005, destinata a migliorare la vita dei rom europei. Come aderenti al "Decennio dell'inclusione rom", i governi della Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Romania, Serbia-Montenegro e Slovacchia, si sono impegnati a porre fine alla discriminazione e interrompere il ciclo della povertà e dell'esclusione.
In Serbia-Montenegro, il problema più pressante è l'esistenza di insediamenti separati di rom. Secondo i dati attuali, circa 250.000 rom vivono in circa 600 comunità improvvisate, spesso situate in aree industriali o vicino a discariche di rifiuti. Sono fra le persone più povere d'Europa, prive delle comodità elementari come l'elettricità, scarico per i liquami ed acqua potabile pulita.
"I rom oggi sono fisicamente segregati nei loro insediamenti dal resto della società", dice il vice ministro federale per i diritti umani e delle minoranze Melena Markovic. "Sono privi di un adeguato accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione, e non possono soddisfare altre elementari condizioni di vita. I loro insediamenti sono separati dagli altri insediamenti, non sono igienici e mancano di infrastrutture appropriate". Per affrontare i problema, il governo programma la costruzione di case. Finora, la città di Belgrado ha garantito 58 lotti per le case e il finanziamento per la loro costruzione. ..
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La maggior parte dei Rom di Serbia-Montenegro vivono riciclando cartoni. [Getty Images]
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Ma i programmi per integrare i rom nelle comunità principali non hanno avuto sempre successo con i residenti. In un caso ben noto, scoppiò la collera sullo spostamento di rom in un nuovo complesso di appartamenti nelle vicinanze di Belgrado. Inoltre, dicono le autorità, alcuni rom non vogliono essere trasferiti, vedendo nello spostamento un tentativo di smembramento delle loro comunità. ..
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Dopo le case, la prossima priorità è l'istruzione. Il governo ha deciso di introdurre insegnanti assistenti rom nelle classi nelle quali c'è un gran numero di studenti rom. Progetti pilota sono stati già lanciati in certe scuole. Anche se il governo ha promesso il suo impegno a raggiungere gli obiettivi del progetto Decennio Rom, il finanziamento resta un ostacolo. Secondo l'iniziativa, le opere devono essere finanziate dai vari paesi aderenti.
Paesi come la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia perciò hanno la capacità di realizzare il progetto più rapidamente, perché hanno accesso ai fondi dell'U.E.
La Serbia-Montenegro, però, deve arrangiarsi con scarse risorse finanziare e può aspettarsi di vedere progressi molto più lenti.
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Ieri il Parlamento europeo ha adottato formalmente una risoluzione sul tema del razzismo nel calcio che è stata firmata da 420 parlamentari (è un record: nessuna risoluzione scritta ha mai ottenuto un numero così alto di firme). La risoluzione chiede sanzioni dure e efficaci contro ogni manifestazione di razzismo. Trovate in allegato il comunicato stampa di ENAR, mentre inoltrerò a parte il comunicato di FARE (Football Against Racism in Europe).
Come ricorderete in Romania ci sono stati gli episodi più eclatanti contro le Minoranze Etniche e Linguistiche dei Rom e dei Sinti.
La risoluzione è stata presentata da parlamentari che fanno parte dell'Intergruppo contro il razzismo del Parlamento europeo, di cui ENAR cura il segretariato, e una parte certamente non secondaria nel successo va ascritta – senza false modestie – alla pressione sugli eurodeputati esercitata da tutti i coordinamenti nazionali di ENAR. Per quanto riguarda l'Italia, ringrazio per l'aiuto significativo offertoci Fabrizia Panzetti (gruppo PSE) e il Ministro Prestigiacomo, che è intervenuta nei confronti dei parlamentari del PPE.
Di seguito la dichiarazione
Il Parlamento europeo, – visto l'articolo 116 del suo regolamento, A. visti i gravi incidenti razzisti registrati in Europa durante le partite di calcio, B. considerando che uno degli obiettivi perseguiti dall'Unione europea a titolo dell'articolo 13 che istituisce la Comunità europea è la tutela contro le discriminazioni basate sull'origine etnica e la nazionalità, C. considerando che i calciatori, come ogni altro lavoratore, hanno diritto ad un ambiente di lavoro non razzista, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, D. considerando che la popolarità del calcio offre una nuova occasione per affrontare il razzismo, 1. condanna vivamente ogni forma di razzismo durante le partite di calcio sia all'interno che all'esterno del campo; 2. elogia l'eccellente attività che varie organizzazioni, fra cui l'UEFA e la FARE, hanno svolto nell'affrontare questi problemi; 3. sollecita tutti i protagonisti della scena calcistica a far sentire regolarmente la loro voce contro il razzismo; 4. sollecita le associazioni calcistiche nazionali, le federazioni, le società, i sindacati dei calciatori e le tifoserie ad applicare la migliore pratica UEFA, come il piano d'azione in dieci punti dell'UEFA; 5. esorta l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa a garantire che gli arbitri abbiano la facoltà, sulla base di direttive chiare e rigorose, di fermare o abbandonare le partite in caso di gravi abusi razzisti; 6. invita l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa ad esaminare la possibilità di imporre sanzioni sportive alle associazioni calcistiche nazionali e alle società i cui sostenitori o calciatori commettano gravi reati di stampo razzista, compresa la facoltà di allontanare i recidivi dai propri tornei; 7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, alle altre istituzioni europee nonché ai governi degli Stati membri.
Di Fabrizio (del 15/03/2006 @ 15:33:00, in Italia, visitato 1818 volte)
Nuovi documenti sui trend migratori dalla Romania, dall'Egitto e sul ruolo degli enti locali. Testo in italiano, cliccare sull'immagine
Di Fabrizio (del 15/03/2006 @ 20:18:43, in Europa, visitato 1497 volte)
Per quelli che sono sempre in cerca di fortografie, ecco una bella rassegna di faccioni in bianco e nero.
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 10:36:45, in scuola, visitato 1663 volte)
La Campagna europea contro le discriminazioni, invita gli studenti degli istituti artistici e del design, a mettere la loro creatività a servizio della diversità, partecipando al concorso per il manifesto "Rompere gli stereotipi". Il concorso, aperto agli studenti di tutti gli stati membri dell'Unione, lanciato il 13 febbraio scorso, si concluderà il 31 luglio 2006. I vincitori verrano proclamati a fine agosto 2006.
In English // in French
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 10:40:49, in Italia, visitato 4201 volte)
“Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i
Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. ...”
era uno dei punti che suggerivo in Come
sopravvivere alle elezioni (e a ciò che segue).
L'estate scorsa, usci un articolo de il Giornale: Via
Idro, dove la convivenza è realtà Presto anche
l’impianto antincendio, che riportava anche i propositi
della giunta comunale:
A questo, si aggiunge l'intervento del
Comune: oltre 100mila euro investiti in «lavori straordinari
per la messa in sicurezza dell'area». In assoluto, i primi in
un campo nomadi. «Alla fine - spiegano gli ingegneri che
lavorano al progetto - l'anello di 253 metri di diametro che
comprende il campo sarà organizzato come una specie di
campeggio». Quindi, nuovo manto stradale, pozzi neri, bagni,
allacciamenti al sistema idrico e a quello elettrico, impianto
anti-incendio, strutture a «piazzola». Nuovi servizi,
nuove spese che gli abitanti del campo si dicono «pronti ad
affrontare». E dopo via Idro, gli interventi arriveranno in via
Negrotto e via Novara. In totale, 600mila euro stanziati dal
Comune...
Avevo seguito i lavori con
curiosità:
Qui il fango era un ricordo, perché
i vialetti interni erano asfaltati da anni. Da un paio di mesi sono
in corso i lavori di ripavimentazione. Il campo è un cantiere
unico, ma tra gli operai che lavorano non conosco nessuno, sono di
un'impresa esterna. Gli uomini del campo sono seduti a fumare e a
lamentarsi, i più giovani invece fanno a gara con gli operai:
il tempo è ancora incerto e stanno riparando i tetti delle
loro baracche. Le baracche sono abusive, ma nessuno dice niente,
d'altronde qui c'è chi ci abita da 16 anni - e non conosco
nessuno che a Milano vivrebbe tutto questo tempo in una roulotte.
Vediamo cosa è successo l'anno scorso: il Comune di
Milano aveva indetto una gara d'appalto (al ribasso) vinta da una
cooperativa di Messina, che la primavera scorsa iniziò i
lavori. Al campo di via Idro ricordano che gli operai lavoravano due
settimane, lasciavano le buche aperte e dopo altre due settimane si
presentava una nuova squadra. Storie normali di subappalto,
la vicina fermata della metropolitana di Cascina Gobba è
proprio una delle piazze milanesi del caporalato edilizio.
Succedono così storie assurde: mentre i Rom disoccupati del
campo di via Idro guardano gli operai svolgere i lavori che lì
tutti sanno fare, si scopre che in una squadra lavorano in nero altri
Rom che vivono dalle parti del Cimitero Maggiore. Allora la
cooperativa di Messina (o uno dei subappaltatori), assume anche due
ragazzi che abitano al campo di via Idro; ma non durano: coi
capisquadra si litiga di continuo, gli stipendi non si vedono... i
due non ci stanno a lavorare gratis a casa propria e pure a
maleparole. Si licenziano giusto in tempo per evitare l'ultima
beffa. Il Comune a fine anno toglie l'appalto ai messinesi per
inadempienza contrattuale e quella cooperativa sparisce, assieme agli
stipendi degli operai.
Oggi, come si presenta il campo di via Idro?
Case abusive ma dignitose, a
perenne rischio di sgombero che il comune comunque non ha fretta
di effettuare;
il manto stradale, a neanche un
anno dal rifacimento, è un enorme gruviera;
le colonnine dell'acqua sono
attaccate a quelle della corrente, così ci sono cortocircuiti
a ripetizione (quando va bene, sperando che qualcuno non si
becchi una scossa a 380);
un pomposo centro polifunzionale
aperto a tutti ed inagibile, perché manca la corrente
elettrica;
sono state costruite le bocchette antincendio, ma alcune non
sono collegate all'acqua.
Quello che è ancora più grave: è
dall'estate scorsa che i bagni non ci sono più, per i lavori
in corso. Ogni piazzola ha il suo bravo bagno esterno, ma solo due
funzionano per circa 130 persone... e naturalmente sono sempre
intasati. Gli altri, sono chiusi a chiave (le cui copie sono in
Comune), oppure sono manufatti di cemento VUOTI. Dappertutto,
montagne di materiale edile, pagato dal comune ed abbandonato, che
prima o poi qualcuno userà per fatti propri.
Settimana scorsa, sono arrivati nuovi operai, a pulire un'area ai
margini esterni del campo. La ragione non si sa, ma in questa
situazione anche una cosa tanto normale è stato motivo di
allarme.
Fine I puntata
Attendendo i risultati definitivi delle elezioni in Colombia,
questo è il riassunto di una parte della storia più
recente dei Rom di Colombia, che fornisce spunti utili anche per il
futuro:
I Rom e la politica:
INCURSIONE NEL PROCESSO
ELETTORALE
Prima di rispondere alle
domande poste dal dibattito “Inclusione politica dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano: Il punto di vista degli
attori politici” (Universidad de los Andes, Bogotá,
D.C.), occorre una precisazione:
Il concetto di “comunità
etniche” non è il più appropriato per riferirsi
alla situazione dei Rom. I Rom hanno più volte rivendicato il
loro carattere di popolo, con tutte le connotazioni giuridiche e
politiche, inclusa quella dell'autodeterminazione.
A livello internazionale,
le organizzazioni rappresentative del popolo Rom - Unión
Romaní Internacional (IRU) e Congreso Nacional Rom (RNC) hanno
proposto che i Rom siano parte di una nazione senza territorio e
senza stato, che chiede di essere rappresentata all'ONU.
Inclusione dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano, partendo dalla Costituzione
Esistono similitudini
strutturali tra i problemi dei popoli indigeni, afrodiscendenti e
Rom, ma i processi storici, organizzativi e le condizioni attuali
sono differenti.
Due fatti da sottolineare
riguardo i Rom:
Come per le altre
minoranze il meccanismo elettorale non prevede un percorso
privilegiato di accesso alle camere elettive, e si deve tener conto
di questo nei rapporti con la società maggioritaria.
L'esperienza elettorale
per i Rom rappresenta una novità assoluta in tutto l'emisfero.
E' anche una tappa importante per le associazioni come Proceso
Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, (PROROM), nel suo
cammino per rendere visibile il popolo Rom, che prosegue dal 1997.
Ancora più
importante che questo si sia concretizzato con la candidatura di una
romnì.
PROROM, sin dagli albori,
ha ricercato alleanze con le organizzazioni di altri popoli. In
quanto “minoranza tra le minoranze etniche” er i Rom
altrimenti sarebbe impossibile far sentire la propria voce. Il
cammino già percorso dalle altre organizzazioni, prima di
tutte quelle indigene, è indispensabile.
Nel 1998 il coordinatore
generale di PROROM, Venecer Gómez Fuentes, fu candidato di
bandiera nella lista Alianza Social Indígena (ASI) che
concorreva al Senato. Alla fine venne eletto Francisco Rojas Birry,
indigeno Embera. La sua candidatura raccolse il voto di alcune
kumpanias, specialmente quella di Girón (Santander), ma una
volta eletto, Rojas Birry non rappresentò in alcun modo in
Senato le istanze dei Rom.
Quattro anni più
tardi, PROROM si fece promotore del Movimiento Plurinacional
Entrepueblos (MPE) e appoggiò la candidatura di Antonio
Jacanamijoy Tisoy, indigeno Inga, che aveva anche l'avvallo del
Partido Socialista Democrático (PSD), su una piattaforma che
comprendeva le richieste comuni dei popoli nativi, afrodiscendenti e
Rom. Ma Antonio Jacanamijoy Tisoy non raccolse voti a sufficienza per
l'elezione. Nel frattempo il neonato MPE si era avvicinato al Frente
Social y Político (FSP), che appoggiava la candidatura di Luis
Eduardo Garzón (nell'occasione battuto dall'attuale
presidente Alvaro Uribe e poi diventato sindaco di Bogotà
ndr.) alla presidenza della repubblica.
Tutta questa storia si è
concretizzata quest'anno nella candidatura di Ana Dalila Gómez
Baos, coordinatrice per la Cultura e la Scolarizzazione di PROROM,
nelle file del Polo Democrático Independiente (PDI).
Costituzione politica
del 1991 e unità dei gruppi etnici
Attraverso PROROM si sono
assunti due strumenti fondamentali nelle rivendicazioni etniche e
nasiolnali: il convegno169 del 1989 dell'Organizzazzione
Internazionale del Lavoro (OIT) “Sobre Pueblos Indígenas
y Tribales en Países Independientes” (OIT-169) e la
Costituzione Politica della Colombia.
Anche se nessuno dei due
menziona esplicitamente i Rom, ma si limitano ad un generico “gruppi
etnici”, gli articoli e i tommi che si riferiscono alla
diversità etnica e culturale sono serviti al riconoscimento
dei Rom come popolo che condivide le esperienze di lotta, resistenza
ed organizzazione degli indigeni e degli afrodiscendenti.
Difficoltà nei
processi organizzativi e rivendicativi.
Una delle maggiori
difficoltà incontrate, è che tanto nell'immaginario
delle istituzioni governative che tra le stesse organizzazioni
indigene, l'aggettivo “etnico” si associa esclusivamente
all'ambito indigeno ed afrodiscendente.
Questa difficoltà
si lega al disconoscimento e all'ignoranza che nella società
maggioritaria riguarda la storia, la cultura e la situazione dei Rom.
In Colombia i Rom sono
una minoranza autentica, ma demograficamente insignificante
soprattutto in termini elettorali. La difficoltà, anche nei
confronti delle altre organizzazione delle minoranze etniche, è
nel numero ristretto dei nostri appartenenti e nel non occupare
territori strategici.
Inoltre le leggi
esistenti sono elaborate secondo la logica de lla popolazione
stanziale e quando si riferiscono a gruppi etnici, sottintendono a
quelli che hanno una territorialità definita, e la totalità
delle leggi referenti ai diritti dei gruppi etnici, non prevede i
diritti delle popolazioni nomadiche, come nel caso dei servizi
sanitari, dove solo in seguito la pressione svolta da PROROM ha
ottenuto l'estensione del Régimen Subsidiado de Seguridad
Social en Salud.
La Colombia è
tuttora un paese con una democrazia retorica e di facciata, e i suoi
abitanti devono di continuo mobilitarsi e fare pressioni in varie
maniere. Per ragioni proprie della loro cultura, i Rom non possiedono
questa capacità. Il percorso compiuto da PROROM si è
svolto quindi in un scenario particolarmente avverso. Ciononostante,
ha ottenuto questi risultati:
Riconoscimento da
parte dello stato del popolo Rom come un gruppo etnico che è
anche colombiano e che abita qui da prima della costituzione della
Repubblica.
Riconoscimento che
la carta OIT-169 è valida e applicabile per i Rom.
Inclusione col
proprio nome e riconoscimenti specifici, negli ultimi Piani
Nazionali di Sviluppo delle amministrazioni Pastrana Arango e Uribe
Vélez.
Visibilità
raggiunta nella vita politica, culturale, accademica ed economica
del paese; mentre in precedenza si era soltanto la parte esotica di
Cent'anni di solitudine.
Rottura degli
stereotipi razzisti e discriminatori che storicamente si sono
riferiti ai Rom.
Spinta ai processi e
alle iniziative delle organizzazioni rom dell'America Latina, in
particolar modo del Consejo de Organizaciones y Kumpeniyi
Rom de las Américas (SKOKRA)
Alleanza con le
organizzazioni indigene e afrodiscendenti per avanzare
rivendicazioni congiunte.
Presa di coscienza
nelle kumpeniyi dell'importanza dei processi organizzativi
nei rapporti tra Rom e società maggioritaria (la cosiddetta
“inclusione senza assimilazione”)
Apporto alla
democratizzazione del paese con l'irruzione del movimento sociale
rappresentativo dei Rom.
Quali gli obiettivi
per la prossima legislatura?
Ci saranno per forza
scenari diversi. Quello del consolidamento del processo di visibilità
e organizzativo dei Rom di Colombia e dell'America Latina. Quello
della società maggioritaria, dove si lavorerà a
proposte che creino una Colombia meno diseguale, che possa includere
le maggioranze impoverite ed escluse.
Nel primo scenario, si
tratta di spingere il Congresso a redigere uno Statuto dell'Autonomia
Culturale, che stabilisca le relazioni tra stato e popolo Rom,
riconosca integralmente i diritti collettivie patrimoniali del popolo
Rom. Nel secondo scenario, molto semplicemente, di sottomettere
nuovamente l'economia e i suoi processi alla politica, per recuperare
la sovranità nazionale di fronte alla mondializzazione
dell'economia.
L'alleanza con il Polo
Democrático Alternativo (PDA) impone di allargare il nostro
pensiero e il campo d'azione al paese nella sua globalità,
occorre quindi un compromesso che leghi le tematiche e le
rivendicazioni proprie del popolo Rom ad un movimento di rinnovamento
nazionale.
L'apporto che per questo
può offrire una donna rom, è molto differente da quello
di chi arriva dalla società maggioritaria. Occorre saper
valorizzare gli apporti genuini che arrivano dalla cultura, dalla
tradizione, dalla vita sciale dei Rom, perché vengano
valorizzati ed apprezzati come un patrimonio per tutta la Colombia.
Per questo, è necessario che i Rom guardino in maniera
differente al loro paese, e contemporaneamente, che se si vuole che
questo apporti duri nel tempo, che continuino ad esistere come Rom.
Per terminare, la scelta
della partecipazione alla lista elettorale del PDA non è un
azzardo o una gratuità. E' la maturazione di un cammino che
PROROM ha svolto, dove la partecipazione è una strategia
etnopolitica, e che l'ha portato a fianco di movimenti e partiti
alternativi, progressisti, popolari e critici verso lo stato attuale
delle cose.
ANA
DALILA GÓMEZ BAOS
Bogotá, D.C.,
a 2 de febrero de 2006
I
commenti a questo articolo (in spagnolo e romanés)
Un libro per educare ad integrarsi e per sostenere finanziariamente un progetto di integrazione di bambini Rom. E' il romanzo di Carola Flauto - prefazione di Beppe Grillo - che sara' presentato a Roma: "Taoma e il mondo di giunglaparola", Albatros Edizioni.
Come gli altri titoli della collana "Il Colore dei Diritti" che co-finanziano progetti di educazione allo sviluppo, parte del ricavato della vendita di "Taoma e il mondo di giunglaparola" sara' destinato a sostenere un progetto interculturale per l'inserimento dei bambini Rom nella scuola dell'obbligo a Napoli.
Il romanzo della Flauto è un viaggio fantastico nel variegato ed affascinante mondo della parola, metafora del libero pensiero umano. Diritto inalienabile e valore universale, tuttavia, la parola, quale espressione della volontà di autodeterminazione dei popoli, è spesso negata, manipolata, segregata. Questo, accade, ancora oggi, in molti Paesi, tra i quali la "civilissima" Europa, dove intere popolazioni sono vittime delle discriminazioni religiose, ideologiche ed etniche. Tra queste vi sono i Rom, portatori e testimoni di un'antichissima cultura ricca di sapienza, di memoria e di conoscenze pratiche.
Sono soprattutto i bambini "nomadi" a sopportare l'indecoroso peso dell'analfabetismo, dello sfruttamento del lavoro, della malnutrizione. Alla loro infanzia negata, ed ai loro sogni infranti, la Flauto dedica il proprio libro. L'obiettivo è di sensibilizzare, non solo i ragazzi delle scuole medie ed i loro insegnanti sul tema delle cosiddette minoranze etniche, ma tutti coloro la cui coscienza non può tacere di fronte all'immanente "genocidio" culturale di intere popolazioni nomadi.
Il popolo Rom è il più discriminato in Europa. Risulta dal rapporto annuale 2005 dell'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, l'Organismo dell'Unione Europea che ha il compito di fornire agli stati membri informazioni e dati per combattere il dilagante fenomeno di razzismo e xenofobia. Il rapporto, pubblicato nel novembre 2005, evidenzia come in molti paesi europei i bambini Rom sono spesso esclusi dall'istruzione, ritenuti non adatti alla scolarizzazione o con difficoltà di apprendimento.
Un Comitato Cittadino per i diritti del popolo Rom, espressione della volontà di un gruppo di Associazioni e di cittadini, si è costituito di recente a Napoli. Ne fanno parte,tra gli altri, il padre comboniano Alex Zanotelli, il Vice Presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, Marco Nieli e la scrittrice Carola Flauto.
L'iniziativa - promossa dal Comune e coordinata da Massimo Converso, responsabile della Biblioteca Romanì di Roma - si terra' alle ore 17.30, presso la Sala Gianni Rosi in viale Manzoni, 16 (zona Colosseo-San Giovanni). Interverranno Annaluisa Longo, responsabile del progetto "scolarizzazione minori Rom e camminanti" e Marco Nieli, Vice Presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, nonche' diversi rappresentanti istituzionali. Nel corso dell'iniziativa è previsto un intermezzo musicale con gli adolescenti Rom del progetto promosso dall'amministrazione comunale di Roma "Laboratori didattici di musica e danza Romanì".
Speciale immigrazione e razzismo
___________
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO www.osservatoriosullalegalita.org
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 15:56:42, in Regole, visitato 1670 volte)
GIUSTIZIA
Campo Rom incendiato:
come prosegue il processo al sindaco
Il processo contro il sindaco di Emsisheim, Alto Reno,
rimandato a maggio. Lo scorso gennaio aveva ordinato di dare fuoco a diverse
case mobili di Rom Croati e Rumeni, per "ripulire" un accampamento illegale.
Michel Habig
nell'occasione della chiamata in tribunale (SIPA)
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Senza alcuna
autorizzazione amministrativa o giudiziaria, Michel Habig, sindaco gaullista
(UMP) di Ensisheim e vice-presidente del Consiglio Generale dell'Alto Reno,
l'11 gennaio scorso aveva fatto incendiare le 14 roulottes dove
alloggiavano diverse famiglie di Rom originarie della Romania e della
Croazia. L'udienza processuale che doveva iniziare lunedì 13 marzo è stata
spostata al 15 maggio dal tribunale d'appello di Strasburgo, su richiesta
della difesa.
Accusato di "distruzione di beni con mezzi pericolosi", il
sindaco aveva incaricato quattro agenti municipali, ugualmente accusati,
mentre l'accampamento era sgomberato dagli occupanti.
Arrivati ad Ensisheim ad ottobre, una dozzina di Rom, di
cui "alcuni stranieri in situazione di irregolarità", avevano "occupato
senza autorizzazione un terreno municipale, creandovi una vera e
propria bidonville", aveva chiarito il sindaco in un comunicato pubblicato
qualche giorno dopo i fatti incriminati.
Mobilitazione di diverse associazioni Michel Habig,
che ha participato alla distruzione delle carovane "rovinate" e
"intrasportabili", ha precisato di aver "preso la decisione di distruggere
la bidonville col fuoco dopo averne constatato l'insalubrità".
Criticato da
numerose associazioni, ma sostenuto da un migliaio di firme, aveva indicato
il periodo di metà gennaio al giornale l'Alsace come periodo per provvedere
alla "pulizia", causa la "pressione degli abitanti".
Un collettivo autodenominatosi
"Giustizia per i Rom", sabato scorso ha piantato un "albero della Pace" dove
sorgeva l'accampamento. Secondo la gendarmeria locale alla cerimonia hanno
partecipato 200 persone.
© Le Nouvel Observateur
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