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Colombia
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 11:33:16, in Kumpanija, visitato 1984 volte)

Attendendo i risultati definitivi delle elezioni in Colombia, questo è il riassunto di una parte della storia più recente dei Rom di Colombia, che fornisce spunti utili anche per il futuro:

I Rom e la politica:

INCURSIONE NEL PROCESSO ELETTORALE

Prima di rispondere alle domande poste dal dibattito “Inclusione politica dei gruppi etnici nel processo politico colombiano: Il punto di vista degli attori politici” (Universidad de los Andes, Bogotá, D.C.), occorre una precisazione:

Il concetto di “comunità etniche” non è il più appropriato per riferirsi alla situazione dei Rom. I Rom hanno più volte rivendicato il loro carattere di popolo, con tutte le connotazioni giuridiche e politiche, inclusa quella dell'autodeterminazione.

A livello internazionale, le organizzazioni rappresentative del popolo Rom - Unión Romaní Internacional (IRU) e Congreso Nacional Rom (RNC) hanno proposto che i Rom siano parte di una nazione senza territorio e senza stato, che chiede di essere rappresentata all'ONU.


Inclusione dei gruppi etnici nel processo politico colombiano, partendo dalla Costituzione

Esistono similitudini strutturali tra i problemi dei popoli indigeni, afrodiscendenti e Rom, ma i processi storici, organizzativi e le condizioni attuali sono differenti.

Due fatti da sottolineare riguardo i Rom:

Come per le altre minoranze il meccanismo elettorale non prevede un percorso privilegiato di accesso alle camere elettive, e si deve tener conto di questo nei rapporti con la società maggioritaria.

L'esperienza elettorale per i Rom rappresenta una novità assoluta in tutto l'emisfero. E' anche una tappa importante per le associazioni come Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, (PROROM), nel suo cammino per rendere visibile il popolo Rom, che prosegue dal 1997.

Ancora più importante che questo si sia concretizzato con la candidatura di una romnì.

PROROM, sin dagli albori, ha ricercato alleanze con le organizzazioni di altri popoli. In quanto “minoranza tra le minoranze etniche” er i Rom altrimenti sarebbe impossibile far sentire la propria voce. Il cammino già percorso dalle altre organizzazioni, prima di tutte quelle indigene, è indispensabile.

Nel 1998 il coordinatore generale di PROROM, Venecer Gómez Fuentes, fu candidato di bandiera nella lista Alianza Social Indígena (ASI) che concorreva al Senato. Alla fine venne eletto Francisco Rojas Birry, indigeno Embera. La sua candidatura raccolse il voto di alcune kumpanias, specialmente quella di Girón (Santander), ma una volta eletto, Rojas Birry non rappresentò in alcun modo in Senato le istanze dei Rom.

Quattro anni più tardi, PROROM si fece promotore del Movimiento Plurinacional Entrepueblos (MPE) e appoggiò la candidatura di Antonio Jacanamijoy Tisoy, indigeno Inga, che aveva anche l'avvallo del Partido Socialista Democrático (PSD), su una piattaforma che comprendeva le richieste comuni dei popoli nativi, afrodiscendenti e Rom. Ma Antonio Jacanamijoy Tisoy non raccolse voti a sufficienza per l'elezione. Nel frattempo il neonato MPE si era avvicinato al Frente Social y Político (FSP), che appoggiava la candidatura di Luis Eduardo Garzón (nell'occasione battuto dall'attuale presidente Alvaro Uribe e poi diventato sindaco di Bogotà ndr.) alla presidenza della repubblica.

Tutta questa storia si è concretizzata quest'anno nella candidatura di Ana Dalila Gómez Baos, coordinatrice per la Cultura e la Scolarizzazione di PROROM, nelle file del Polo Democrático Independiente (PDI).


Costituzione politica del 1991 e unità dei gruppi etnici

Attraverso PROROM si sono assunti due strumenti fondamentali nelle rivendicazioni etniche e nasiolnali: il convegno169 del 1989 dell'Organizzazzione Internazionale del Lavoro (OIT) “Sobre Pueblos Indígenas y Tribales en Países Independientes” (OIT-169) e la Costituzione Politica della Colombia.

Anche se nessuno dei due menziona esplicitamente i Rom, ma si limitano ad un generico “gruppi etnici”, gli articoli e i tommi che si riferiscono alla diversità etnica e culturale sono serviti al riconoscimento dei Rom come popolo che condivide le esperienze di lotta, resistenza ed organizzazione degli indigeni e degli afrodiscendenti.


Difficoltà nei processi organizzativi e rivendicativi.

Una delle maggiori difficoltà incontrate, è che tanto nell'immaginario delle istituzioni governative che tra le stesse organizzazioni indigene, l'aggettivo “etnico” si associa esclusivamente all'ambito indigeno ed afrodiscendente.

Questa difficoltà si lega al disconoscimento e all'ignoranza che nella società maggioritaria riguarda la storia, la cultura e la situazione dei Rom.

In Colombia i Rom sono una minoranza autentica, ma demograficamente insignificante soprattutto in termini elettorali. La difficoltà, anche nei confronti delle altre organizzazione delle minoranze etniche, è nel numero ristretto dei nostri appartenenti e nel non occupare territori strategici.

Inoltre le leggi esistenti sono elaborate secondo la logica de lla popolazione stanziale e quando si riferiscono a gruppi etnici, sottintendono a quelli che hanno una territorialità definita, e la totalità delle leggi referenti ai diritti dei gruppi etnici, non prevede i diritti delle popolazioni nomadiche, come nel caso dei servizi sanitari, dove solo in seguito la pressione svolta da PROROM ha ottenuto l'estensione del Régimen Subsidiado de Seguridad Social en Salud.

La Colombia è tuttora un paese con una democrazia retorica e di facciata, e i suoi abitanti devono di continuo mobilitarsi e fare pressioni in varie maniere. Per ragioni proprie della loro cultura, i Rom non possiedono questa capacità. Il percorso compiuto da PROROM si è svolto quindi in un scenario particolarmente avverso. Ciononostante, ha ottenuto questi risultati:

  1. Riconoscimento da parte dello stato del popolo Rom come un gruppo etnico che è anche colombiano e che abita qui da prima della costituzione della Repubblica.

  2. Riconoscimento che la carta OIT-169 è valida e applicabile per i Rom.

  3. Inclusione col proprio nome e riconoscimenti specifici, negli ultimi Piani Nazionali di Sviluppo delle amministrazioni Pastrana Arango e Uribe Vélez.

  4. Visibilità raggiunta nella vita politica, culturale, accademica ed economica del paese; mentre in precedenza si era soltanto la parte esotica di Cent'anni di solitudine.

  5. Rottura degli stereotipi razzisti e discriminatori che storicamente si sono riferiti ai Rom.

  6. Spinta ai processi e alle iniziative delle organizzazioni rom dell'America Latina, in particolar modo del Consejo de Organizaciones y Kumpeniyi Rom de las Américas (SKOKRA)

  7. Alleanza con le organizzazioni indigene e afrodiscendenti per avanzare rivendicazioni congiunte.

  8. Presa di coscienza nelle kumpeniyi dell'importanza dei processi organizzativi nei rapporti tra Rom e società maggioritaria (la cosiddetta “inclusione senza assimilazione”)

  9. Apporto alla democratizzazione del paese con l'irruzione del movimento sociale rappresentativo dei Rom.


Quali gli obiettivi per la prossima legislatura?

Ci saranno per forza scenari diversi. Quello del consolidamento del processo di visibilità e organizzativo dei Rom di Colombia e dell'America Latina. Quello della società maggioritaria, dove si lavorerà a proposte che creino una Colombia meno diseguale, che possa includere le maggioranze impoverite ed escluse.

Nel primo scenario, si tratta di spingere il Congresso a redigere uno Statuto dell'Autonomia Culturale, che stabilisca le relazioni tra stato e popolo Rom, riconosca integralmente i diritti collettivie patrimoniali del popolo Rom. Nel secondo scenario, molto semplicemente, di sottomettere nuovamente l'economia e i suoi processi alla politica, per recuperare la sovranità nazionale di fronte alla mondializzazione dell'economia.

L'alleanza con il Polo Democrático Alternativo (PDA) impone di allargare il nostro pensiero e il campo d'azione al paese nella sua globalità, occorre quindi un compromesso che leghi le tematiche e le rivendicazioni proprie del popolo Rom ad un movimento di rinnovamento nazionale.

L'apporto che per questo può offrire una donna rom, è molto differente da quello di chi arriva dalla società maggioritaria. Occorre saper valorizzare gli apporti genuini che arrivano dalla cultura, dalla tradizione, dalla vita sciale dei Rom, perché vengano valorizzati ed apprezzati come un patrimonio per tutta la Colombia. Per questo, è necessario che i Rom guardino in maniera differente al loro paese, e contemporaneamente, che se si vuole che questo apporti duri nel tempo, che continuino ad esistere come Rom.

Per terminare, la scelta della partecipazione alla lista elettorale del PDA non è un azzardo o una gratuità. E' la maturazione di un cammino che PROROM ha svolto, dove la partecipazione è una strategia etnopolitica, e che l'ha portato a fianco di movimenti e partiti alternativi, progressisti, popolari e critici verso lo stato attuale delle cose.


ANA DALILA GÓMEZ BAOS

Bogotá, D.C., a 2 de febrero de 2006

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