Attendendo i risultati definitivi delle elezioni in Colombia,
questo è il riassunto di una parte della storia più
recente dei Rom di Colombia, che fornisce spunti utili anche per il
futuro:
I Rom e la politica:
INCURSIONE NEL PROCESSO
ELETTORALE
Prima di rispondere alle
domande poste dal dibattito “Inclusione politica dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano: Il punto di vista degli
attori politici” (Universidad de los Andes, Bogotá,
D.C.), occorre una precisazione:
Il concetto di “comunità
etniche” non è il più appropriato per riferirsi
alla situazione dei Rom. I Rom hanno più volte rivendicato il
loro carattere di popolo, con tutte le connotazioni giuridiche e
politiche, inclusa quella dell'autodeterminazione.
A livello internazionale,
le organizzazioni rappresentative del popolo Rom - Unión
Romaní Internacional (IRU) e Congreso Nacional Rom (RNC) hanno
proposto che i Rom siano parte di una nazione senza territorio e
senza stato, che chiede di essere rappresentata all'ONU.
Inclusione dei gruppi
etnici nel processo politico colombiano, partendo dalla Costituzione
Esistono similitudini
strutturali tra i problemi dei popoli indigeni, afrodiscendenti e
Rom, ma i processi storici, organizzativi e le condizioni attuali
sono differenti.
Due fatti da sottolineare
riguardo i Rom:
Come per le altre
minoranze il meccanismo elettorale non prevede un percorso
privilegiato di accesso alle camere elettive, e si deve tener conto
di questo nei rapporti con la società maggioritaria.
L'esperienza elettorale
per i Rom rappresenta una novità assoluta in tutto l'emisfero.
E' anche una tappa importante per le associazioni come Proceso
Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, (PROROM), nel suo
cammino per rendere visibile il popolo Rom, che prosegue dal 1997.
Ancora più
importante che questo si sia concretizzato con la candidatura di una
romnì.
PROROM, sin dagli albori,
ha ricercato alleanze con le organizzazioni di altri popoli. In
quanto “minoranza tra le minoranze etniche” er i Rom
altrimenti sarebbe impossibile far sentire la propria voce. Il
cammino già percorso dalle altre organizzazioni, prima di
tutte quelle indigene, è indispensabile.
Nel 1998 il coordinatore
generale di PROROM, Venecer Gómez Fuentes, fu candidato di
bandiera nella lista Alianza Social Indígena (ASI) che
concorreva al Senato. Alla fine venne eletto Francisco Rojas Birry,
indigeno Embera. La sua candidatura raccolse il voto di alcune
kumpanias, specialmente quella di Girón (Santander), ma una
volta eletto, Rojas Birry non rappresentò in alcun modo in
Senato le istanze dei Rom.
Quattro anni più
tardi, PROROM si fece promotore del Movimiento Plurinacional
Entrepueblos (MPE) e appoggiò la candidatura di Antonio
Jacanamijoy Tisoy, indigeno Inga, che aveva anche l'avvallo del
Partido Socialista Democrático (PSD), su una piattaforma che
comprendeva le richieste comuni dei popoli nativi, afrodiscendenti e
Rom. Ma Antonio Jacanamijoy Tisoy non raccolse voti a sufficienza per
l'elezione. Nel frattempo il neonato MPE si era avvicinato al Frente
Social y Político (FSP), che appoggiava la candidatura di Luis
Eduardo Garzón (nell'occasione battuto dall'attuale
presidente Alvaro Uribe e poi diventato sindaco di Bogotà
ndr.) alla presidenza della repubblica.
Tutta questa storia si è
concretizzata quest'anno nella candidatura di Ana Dalila Gómez
Baos, coordinatrice per la Cultura e la Scolarizzazione di PROROM,
nelle file del Polo Democrático Independiente (PDI).
Costituzione politica
del 1991 e unità dei gruppi etnici
Attraverso PROROM si sono
assunti due strumenti fondamentali nelle rivendicazioni etniche e
nasiolnali: il convegno169 del 1989 dell'Organizzazzione
Internazionale del Lavoro (OIT) “Sobre Pueblos Indígenas
y Tribales en Países Independientes” (OIT-169) e la
Costituzione Politica della Colombia.
Anche se nessuno dei due
menziona esplicitamente i Rom, ma si limitano ad un generico “gruppi
etnici”, gli articoli e i tommi che si riferiscono alla
diversità etnica e culturale sono serviti al riconoscimento
dei Rom come popolo che condivide le esperienze di lotta, resistenza
ed organizzazione degli indigeni e degli afrodiscendenti.
Difficoltà nei
processi organizzativi e rivendicativi.
Una delle maggiori
difficoltà incontrate, è che tanto nell'immaginario
delle istituzioni governative che tra le stesse organizzazioni
indigene, l'aggettivo “etnico” si associa esclusivamente
all'ambito indigeno ed afrodiscendente.
Questa difficoltà
si lega al disconoscimento e all'ignoranza che nella società
maggioritaria riguarda la storia, la cultura e la situazione dei Rom.
In Colombia i Rom sono
una minoranza autentica, ma demograficamente insignificante
soprattutto in termini elettorali. La difficoltà, anche nei
confronti delle altre organizzazione delle minoranze etniche, è
nel numero ristretto dei nostri appartenenti e nel non occupare
territori strategici.
Inoltre le leggi
esistenti sono elaborate secondo la logica de lla popolazione
stanziale e quando si riferiscono a gruppi etnici, sottintendono a
quelli che hanno una territorialità definita, e la totalità
delle leggi referenti ai diritti dei gruppi etnici, non prevede i
diritti delle popolazioni nomadiche, come nel caso dei servizi
sanitari, dove solo in seguito la pressione svolta da PROROM ha
ottenuto l'estensione del Régimen Subsidiado de Seguridad
Social en Salud.
La Colombia è
tuttora un paese con una democrazia retorica e di facciata, e i suoi
abitanti devono di continuo mobilitarsi e fare pressioni in varie
maniere. Per ragioni proprie della loro cultura, i Rom non possiedono
questa capacità. Il percorso compiuto da PROROM si è
svolto quindi in un scenario particolarmente avverso. Ciononostante,
ha ottenuto questi risultati:
Riconoscimento da
parte dello stato del popolo Rom come un gruppo etnico che è
anche colombiano e che abita qui da prima della costituzione della
Repubblica.
Riconoscimento che
la carta OIT-169 è valida e applicabile per i Rom.
Inclusione col
proprio nome e riconoscimenti specifici, negli ultimi Piani
Nazionali di Sviluppo delle amministrazioni Pastrana Arango e Uribe
Vélez.
Visibilità
raggiunta nella vita politica, culturale, accademica ed economica
del paese; mentre in precedenza si era soltanto la parte esotica di
Cent'anni di solitudine.
Rottura degli
stereotipi razzisti e discriminatori che storicamente si sono
riferiti ai Rom.
Spinta ai processi e
alle iniziative delle organizzazioni rom dell'America Latina, in
particolar modo del Consejo de Organizaciones y Kumpeniyi
Rom de las Américas (SKOKRA)
Alleanza con le
organizzazioni indigene e afrodiscendenti per avanzare
rivendicazioni congiunte.
Presa di coscienza
nelle kumpeniyi dell'importanza dei processi organizzativi
nei rapporti tra Rom e società maggioritaria (la cosiddetta
“inclusione senza assimilazione”)
Apporto alla
democratizzazione del paese con l'irruzione del movimento sociale
rappresentativo dei Rom.
Quali gli obiettivi
per la prossima legislatura?
Ci saranno per forza
scenari diversi. Quello del consolidamento del processo di visibilità
e organizzativo dei Rom di Colombia e dell'America Latina. Quello
della società maggioritaria, dove si lavorerà a
proposte che creino una Colombia meno diseguale, che possa includere
le maggioranze impoverite ed escluse.
Nel primo scenario, si
tratta di spingere il Congresso a redigere uno Statuto dell'Autonomia
Culturale, che stabilisca le relazioni tra stato e popolo Rom,
riconosca integralmente i diritti collettivie patrimoniali del popolo
Rom. Nel secondo scenario, molto semplicemente, di sottomettere
nuovamente l'economia e i suoi processi alla politica, per recuperare
la sovranità nazionale di fronte alla mondializzazione
dell'economia.
L'alleanza con il Polo
Democrático Alternativo (PDA) impone di allargare il nostro
pensiero e il campo d'azione al paese nella sua globalità,
occorre quindi un compromesso che leghi le tematiche e le
rivendicazioni proprie del popolo Rom ad un movimento di rinnovamento
nazionale.
L'apporto che per questo
può offrire una donna rom, è molto differente da quello
di chi arriva dalla società maggioritaria. Occorre saper
valorizzare gli apporti genuini che arrivano dalla cultura, dalla
tradizione, dalla vita sciale dei Rom, perché vengano
valorizzati ed apprezzati come un patrimonio per tutta la Colombia.
Per questo, è necessario che i Rom guardino in maniera
differente al loro paese, e contemporaneamente, che se si vuole che
questo apporti duri nel tempo, che continuino ad esistere come Rom.
Per terminare, la scelta
della partecipazione alla lista elettorale del PDA non è un
azzardo o una gratuità. E' la maturazione di un cammino che
PROROM ha svolto, dove la partecipazione è una strategia
etnopolitica, e che l'ha portato a fianco di movimenti e partiti
alternativi, progressisti, popolari e critici verso lo stato attuale
delle cose.
ANA
DALILA GÓMEZ BAOS
Bogotá, D.C.,
a 2 de febrero de 2006
I
commenti a questo articolo (in spagnolo e romanés)