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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/12/2012 @ 09:08:05, in casa, visitato 1469 volte)

La Stampa di GIUSEPPE LEGATO 30/11/2012 - IL CASO Il "quartiere" sarà ricostruito lontano dalla tangenziale

Una delle villette realizzate a Tetti Rolle. Quattro sono state condonate o semicondonate: i sinti, pagando, potranno ricostruirle altrove


NICHELINO Il villaggio quasi interamente abusivo realizzato dai sinti a ridosso della tangenziale Sud - tra le uscite Debouchè e La Loggia - verrà abbattuto. L'amministrazione di Nichelino ha presentato nei giorni scorsi in commissione un progetto ribattezzato «di normalizzazione» di un'area edificata in barba a molte delle regole urbanistiche vigenti.

L'insediamento
Si tratta di una quindicina di case basse (un piano al massimo con mansarda) di cui quattro condonate (o semi-condonate). Sono state erette una ventina di anni fa e con il tempo hanno finito per costituire un autentico mini quartiere della città. Non è un luogo con tutti i comfort: l'illuminazione è scarsa, le fogne assenti. Ma il problema principale è che la maggior parte delle costruzioni siano state realizzate a una decina (al massimo una ventina) di metri dalla carreggiata della tangenziale. A dividerli dalle tre corsie d'asfalto (direzione Savona-Piacenza) c'è solo un guard-rail, poi più nulla. Una situazione rischiosissima che potrebbe trasformarsi in tragedia da un momento all'altro: se un camion o un'auto dovessero uscire di strada proprio in quel tratto piomberebbero dentro le case. E cosi all'idea del Comune di sanare un abuso clamoroso si è unito l'appello del presidente dell'Ativa (la società che gestisce la tangenziale di Torino) Giovanni Ossola, che tempo fa aveva lanciato l'allarme: «Quelle case rappresentano un pericolo enorme».

Il progetto
Ora si vara il piano che consentirà di abbatterne almeno dodici. Così spiega Domenico Sibilla, dirigente dell'ufficio tecnico all'interno del Comune: «Moltissime delle case in questione sono costruite al di fuori della fascia di rispetto». L'idea è quella di consentire ai sinti «di ricostruire interamente a loro spese le case in una zona, sempre a Tetti Rolle, lontana dalla carreggiata. Pagheranno tutto loro: per il Comune - assicura - questa sarà un'operazione a costo zero».

I tempi
Il sindaco Giuseppe Catizone definisce questa soluzione «una sintesi tra ripristino della legalità e garanzia di equità sociale. I problemi non si risolvono soltanto con le ruspe, ma anche con il dialogo». Il Comune anticiperà le spese di urbanizzazione dell'area, che saranno recuperate sul costo dei fabbricati a carico dei sinti. Solo dopo aver pagato potranno entrare nelle case nuove. Il piano presentato da Palazzo Civico offre anche dettagli architettonici: gli alloggi saranno realizzati all'interno di edifici disposti a corte e si affacceranno su un cortile interno con giardino, ipotesi progettuale che pare soddisfi anche le richieste delle famiglie. Il documento arriverà in Consiglio comunale entro l'anno, poi si aspetteranno le osservazioni della Provincia e infine partiranno i cantieri.

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Di Fabrizio (del 09/12/2012 @ 09:11:54, in Italia, visitato 2087 volte)

Contributo di Enrica Bruzzichessi, collaboratrice presso l'Associazione di Studi storici "Olokaustos" di Venezia, iscritta e volontaria A.N.P.I. (le foto sono di Giacomo Baldini)

Nessuno sta facendo favori a nessuno. Questo è il messaggio che mi preme arrivi a tutti quelli che hanno partecipato al Convegno Rom-anticamente, tenutosi a Civitanova Marche, nella sala consiliare e patrocinato dal Comune; e soprattutto a coloro che, per avversione o per disinteresse, dopo aver criticato l'operato di Cittadinanza Attiva, hanno trovato qualcosa di meglio da fare sabato 24 novembre.

Fortunatamente ci sono cittadini che, invece di pensare soltanto alle faccende strettamente personali, si riconoscono nei problemi degli altri e ogni giorno si sentono in dovere di fare qualcosa per migliorare la situazione e l'ambiente in cui vivono, per sé e per gli altri. O se vogliamo, come ho affermato anche durante il mio breve intervento al suddetto convegno, rivendicano i diritti di tutti per chiedere implicitamente che vengano rispettati i propri. Ed è proprio questo, secondo me, ciò che dovremmo fare, se vogliamo veramente uscire da questa crisi. Gli strumenti ci sono. Dobbiamo solo volerlo unitariamente.

Che gli strumenti ci siano è ampiamente dimostrato; lo ha fatto anche Cittadinanza Attiva di Civitanova Marche, un comitato spontaneo di cittadini, uniti dal comune intento di prendere parte attiva alla risoluzione dei problemi che investono la sensibilità collettiva, a prescindere da appartenenze o orientamenti ideologici; un gruppo di sole quattro persone (almeno per ora), il cui fine è quello di favorire un progressivo avvicinamento tra istituzioni e cittadini. Lo ha fatto attraverso varie iniziative in passato (vedi Cittadinanza Attiva), e lo ha fatto sabato 24 novembre durante il convegno, approntando un Progetto, "CIVITANOVA SOLIDALE con i ROM" per l'inserimento abitativo e lavorativo di numero 20 persone che dormono nei locali della Stazione Fs di Civitanova. Si tratta di venti persone, tutte adulte, senza casa e senza lavoro. Sono uomini e donne di etnia rom, in città dal 2002, tutti provenienti dalla Romania.

Un progetto che nasce dalla voglia di aiutare l'integrazione (intesa come partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte) della comunità rom nella propria città dopo anni di emarginazione, e dalla volontà di combattere il pregiudizio razziale e gli stereotipi che seguono da sempre alla parola "zingari", o nomadi. Un pregiudizio che è dominante in Italia ed è difficile da eliminare anche a livello locale. Dopo una prima azione di "sostentamento" al gruppo di 20 rom da parte di Cittadinanza Attiva con cibo e bevande, un articolo comparso sul Corriere Adriatico riportava le parole dell'ex Sindaco Massimo Mobili che, in relazione a questo fatto, ha dichiarato: "non è dando da mangiare ai rom che si argina il problema, ma lo si fa solo dando loro una casa, un lavoro e una scolarizzazione". Questa dichiarazione è stata interpretata da Cittadinanza Attiva come una sorta di apertura riguardo la tematica, così si è deciso di portare avanti un percorso "umanitario" nella speranza che, una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, la giunta comunale e il consiglio avrebbero preso dei provvedimenti volti ad una soluzione della questione.

Cittadinanza Attiva ha ricevuto il sostegno concreto da parte di EveryOne Group, che ha messo a disposizione dei cittadini civitanovesi tutta la propria esperienza (i contatti istituzionali e la rete internazionale di organizzazioni ed organi che tutelano i diritti umani e civili, la capacità di mediazione, ecc.); il gruppo per la cooperazione internazionale, nella persona di Roberto Malini, è stato di grande aiuto, avendo anche inviato a Civitanova un mediatore di Lingua romanès che aiutasse i volontari a raccogliere le informazioni primarie sulla comunità in questione. I dati raccolti sono poi stati presi in esame e, seguendo le direttive europee per il lavoro e l'alloggio , e quelle del Ministero dell'Interno (Strategia nazionale d'inclusione dei rom dei sinti e dei caminanti), si è giunti alla compilazione di un Progetto d'inclusione che, grazie ad un interscambio di beni e competenze, potrebbe valere come progetto pilota per tante realtà marchigiane in cui sono presenti numeri esigui di senzatetto e volto alla riqualificazione di aree agricole abbandonate. Naturalmente si è arrivati a questa conclusione dopo aver coinvolto i soggetti interessati e dopo una lunga disamina dei provvedimenti europei, di quelli nazionali e di quelli della Regione Marche.

Il Progetto presentato durante il Convegno sarà portato, sempre nella persona di Roberto Malini, in Europa. Gli aspetti umanitari e quelli informativo-culturali, rientrano in molti piani e norme d'integrazione promossi dall'Unione europea; sarà dunque possibile chiedere importanti finanziamenti a progetto avviato, senza, come polemizzano alcuni, andare a pesare sulle tasche dei cittadini. Credo che tutta questa faccenda vada sottolineata e raccontata come esempio positivo di partecipazione politica da parte di alcuni cittadini che, nonostante le enormi difficoltà che si trovano ad affrontare quotidianamente (disoccupazione, intolleranza, ecc.), si rimboccano le maniche e prendono parte a quella che dovrebbe essere la vita sociale e politica di tutti. Lo fanno per la loro la città, per la qualità della vita dei propri concittadini, quindi anche per loro stessi. Lo fanno perché valgano i Diritti, in un paese dove la Legge, e prima di tutto la Carta costituzionale, vengono violate ogni giorno.

Sono intervenuti al Convegno Roberto Malini, co-presidente dell'EveryOne Group, che ha fatto un breve excursus della storia del popolo rom in Europa e ha parlato dei progetti che ha seguito negli anni precedenti e quelli che appronterà per il futuro (con riferimento particolare alla situazione della comunità romnì di Pesaro, che da anni subisce la sistematica violazione dei diritti fondamentali); Ipat Ciuraru, attivista per i diritti dei rom che ha aiutato Laura Marzola e gli altri di Cittadinanza Attiva ad entrare in contatto con gli uomini e le donne in questione, intervenuto a parlare alla platea presente, raccontando della sua vita ciò che è riuscito fare fino a che l'emozione non ha avuto il sopravvento; l'assessore ai Servizi sociali, Antonella Sglavo, che ha tenuto a precisare, proprio riguardo allo scontento generale della popolazione civitanovese, che il Progetto di Cittadinanza Attiva non toglie niente a nessuno e che, anzi, quelli come questo sono percorsi necessari da mettere in pratica se si vuole essere coerenti con la volontà europea di eliminare la discriminazione nei confronti di questo popolo e di altre minoranze; tre componenti di Cittadinanza Attiva, Vincenzo Cozzolino, Lucia Marzola e Laura Marzola che ha presentato il progetto e mediato l'intera iniziativa; Fabio Patronelli e Steed Gamero, membri anche loro dell'EveryOne Group, e la sottoscritta in quanto rappresentante A.N.P.I. (iscritta alla sezione intercomunale "24 Marzo") e "interessata dei fatti". Hanno voluto portare il loro sostegno anche una rappresentante autorevole della Regione Marche, la dott.ssa Anna Clora Borghesi (referente Cittadini Stranieri Immigrati per OMBUDSMAN, Autorità per la garanzia dei diritti degli adulti e dei bambini della regione) che ha espresso più che un parere positivo riguardo al progetto e l'intenzione di "importarlo" nella provincia di Ancona, e altri esponenti di enti e associazioni delle province di Macerata, Ancona e Fermo, (ANOLF, ARCI, ecc.) dimostratisi tutti riconoscenti nei confronti di questi quattro cittadini volenterosi di fare qualcosa per la propria città. Erano presenti, infine, sei delle venti persone a cui il progetto è rivolto. Preoccupati, come la stessa Laura Marzola che ha affermato "ci aspettavamo delle contestazioni", per l'esito che avrebbe avuto la conferenza, ma soprattutto emozionati e grati. Le contestazioni non sono arrivate in loco, ma siamo sicuri che chi non approva questo progetto farà di tutto per ostacolarne la riuscita. Durante il Convegno è stato anche anticipato da Roberto Malini che l'attività dei quattro cittadini civitanovesi verrà premiata perché esempio da tener presente nella difesa dei diritti umani. Il Premio MAKWAN 2012, dedicato alla memoria del ventunenne Makwan Moloudzadeh, condannato a morte in Iran e impiccato il 5 dicembre 2007, perché accusato di aver commesso atti omosessuali, verrà dunque assegnato all'Associazione CITTADINANZA ATTIVA di Civitanova Marche. Un riconoscimento annuale che viene assegnato in base alla decisione di una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli.

Durante il Convegno è stato anche anticipato da Roberto Malini che l'attività dei quattro cittadini civitanovesi verrà premiata perché esempio da tener presente nella difesa dei diritti umani. Il Premio MAKWAN 2012, dedicato alla memoria del ventunenne Makwan Moloudzadeh, condannato a morte in Iran e impiccato il 5 dicembre 2007 perché accusato di aver commesso atti omosessuali, verrà dunque assegnato all'Associazione CITTADINANZA ATTIVA di Civitanova Marche. Un riconoscimento annuale che viene assegnato in base alla decisione di una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli.

Il mio intervento è stato breve e incentrato sul problema di "definizione". Anni di ricerca in questo ambito mi hanno resa estremamente sensibile alle definizioni e alle scelte dei termini che si usano per parlare di rom e sinti. Ho accennato al grande problema del razzismo e a quello dei pregiudizi che accompagnano la minoranza rom da secoli, invitando i presenti a fare attenzione, perché nessuno di noi possiede anticorpi così forti e in misura sufficiente per sentirsi immune da questo cancro dell'Umanità che è il Razzismo. Credo che l'A.N.P.I. in questo senso, sia a livello nazionale che locale, possa fare molto attraverso la sensibilizzazione verso alcuni temi, l'educazione e la promozione di una cittadinanza attiva. L'impegno civile, solo questo, può aiutarci a cambiare strada.

Le polemiche nate e perpetrate sulla stampa locale subito dopo il Convegno sono frutto dello scontento cittadino e di una mancata puntualità nelle dichiarazioni da parte di alcuni rappresentanti istituzionali. Sono state riportate notizie inesatte riguardo al Progetto stesso e si è alimentato un clima di intolleranza verso alcuni aspetti, che era già nell'aria al momento della prima conferenza stampa di Cittadinanza Attiva. Nessuno ha mai parlato di "campo rom" o "campo nomadi", né si sta favorendo un gruppo minoritario piuttosto che un altro. L'ultima dichiarazione del Sindaco di Civitanova fa ben sperare che si voglia mettere da parte incomprensioni e posizioni ostili ad una risoluzione del problema. Il problema in questione, non è la presenza di queste quindici persone sul territorio, ma il fatto che il freddo intenso di questi giorni sta minando in modo importante la condizione di salute, già precaria, delle suddette persone.

Certi che la collaborazione tra istituzioni, enti preposti e cittadinanza sarà senz'altro costruttiva e porterà ad un'intesa sulle modalità d'intervento (ci si aspetta intanto un'accoglienza temporanea immediata per i prossimi mesi), attendiamo nuove e auguriamo buon lavoro a chi si sta impegnando a tal fine.

Con l'occasione, ringrazio ancora Cittadinanza Attiva per l'impegno e per avermi dato la possibilità di partecipare a tale iniziativa.

Enrica Bruzzichessi - Venezia, sabato 8 dicembre 2012

PS: Una cosa soltanto: ci sarebbe forse da aggiungere (anche per spiegare i motivi che hanno provocato così tanta polemica intorno a questo convegno, il primo motivo, sai benissimo anche tu, è che ci siamo avvicinati troppo al "fuoco") che l'Unar ha iniziato un'attività di monitoraggio sul gruppo facebook Civitanova Speakers' Corner e sul loro blog in quanto promotori di una petizione che chiedeva un'azione forte contro il problema dei nomadi nel centro di Civitanova Marche.

Rassegna Stampa:

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Di Sucar Drom (del 10/12/2012 @ 09:05:30, in Italia, visitato 1167 volte)
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Di Fabrizio (del 10/12/2012 @ 09:06:45, in casa, visitato 1482 volte)

Da Slovak_Roma

Slovakia, 30.11.2012 0:26, Gli Slovacchi vendono terreno a basso costo ai residenti degli insediamenti romanì iDNES.cz, translated by Gwendolyn Albert

Riunione di giubbe nere di cuoio: Kotleba (a sinistra) coi suoi fedeli amici della Repubblica Ceca, il Partito della Giustizia Social dei Lavoratori (Dělnická strana sociální spravedlnosti - DSSS)

Il portale di notizie iDNES.cz riferisce che gli Slovacchi stanno contemplando come agire con gli insediamenti romanì illegali nel loro paese. Uno di questi insediamenti è il villaggio di Krásnohorské Podhradie, di cui parte del terreno appartiene al neonazista Marián Kotleba, che ha minacciato di demolire tutte le piccole casette romanì sulla sua proprietà. Intanto Erika Gažiková, della locale comunità romanì, quest'estate ha guadagnato abbastanza soldi con la raccolta di funghi e frutti di bosco, da poter acquistare il terreno circostante la sua casa nel villaggio, come pure altri residenti rom.

Gažiková ha pagato 0,66 euro a metro quadro. Il prezzo di una birra piccola a Praga. Circa 900 Rom vivono nell'insediamento dove Kotleba detiene circa 800 mq. di terra. Ha più volte minacciato di radere al suolo le piccole case dove i Rom attualmente vivono.

Nell'insediamento ci sono stati pattugliamenti della polizia, a causa delle ripetute minacce di Kotleba. Gli altri abitanti vogliono che la situazione si calmi, dando una mano ai Rom ed offendo loro terreni municipali ad un prezzo che sia per loro abbordabile.

Il prezzo di 0,66 euro a metro quadro è stato stabilito dal comune nel 2007. Ora i consiglieri vorrebbero aumentarlo, ma non oltre i 5,00 euro a metro quadro. Il prezzo di mercato nel villaggio, situato in prossimità del famoso Castello Krásná Horka, è circa il doppio.

"Il basso prezzo nell'insediamento dovrebbe motivare i Rom del posto a mettere ordine nei loro affari," ha detto il sindaco Peter Bollo al giornale slovacco Korzár. Alcuni Rom hanno acquistato terreni per ottenere i sussidio statali all'alloggio di 100,00 euro al mese. Solo loro hanno diritto a quella somma, se disoccupati e residenti su terreno di proprietà.

In Slovacchia il problema degli insediamenti illegali riguarda diverse centinaia di miglia di Rom. Ora le OnG stanno aiutandoli ad acquistare i terreni su cui vivono. Dopo anni di tira-e-molla, anche lo stato ha in progetto un programma per far fronte alla situqazione. Secondo questo programma, lo stato dovrebbe acquistare i terreni privati ora occupati dagli insediamenti per poi affittarli o rivenderli ai residenti, a condizioni vantaggiose. Parte dell'operazione, evidentemente, sarà da finanziare con fondi comunitari.

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Di Fabrizio (del 11/12/2012 @ 09:08:04, in Italia, visitato 1431 volte)

Una nuova segnalazione dell'Osservatorio 21 luglio, intitolata Milone: "con i rom Prato come il Bronx", mi stuzzica strani pensieri.

Aldo Milone non è un politico di primo pelo, vanta un lungo corso nell'amministrazione pubblica, che l'ha portato agli attuali incarichi nel comune di Prato. Dovrebbe sapere che compito di un amministratore è il bene dei suoi cittadini, sia di quelli che sono razzisti che di quelli che non lo sono. Invece Milone adopera il proprio razzismo "percepito" per svicolare dai propri compiti e fare della sua posizione un trampolino di polemica politica.

Insomma, niente di nuovo, direte. Soltanto, ripeto, sono questioni che ci riguardano tutti:

  • gli sgomberi avvengono un po' in tutta la Toscana, per non parlare della cittĂ  di Firenze. Una gara tra destra e sinistra, ma dipendono in minima parte dalla regione e dall'odiato Enrico Rossi. Il quale, a parte mettere a disposizione un po' di soldini, avrĂ  (al limite!) ricordato gli obblighi che competono a chi sgombera (dare un preavviso adeguato, offrire una sistemazione alternativa, usare lo sgombero ESCLUSIVAMENTE come ultima risorsa). Volendo, si può fare orecchie da mercante, ma sono norme internazionali sottoscritte pure dall'Italia (figuriamoci da Prato!)
  • sgomberare significa quindi che anche la parte piĂą forte deve agire con responsabilitĂ , e che quindi una QUALSIASI forza politica non può farne una panacea valida per ogni situazione - questo vale anche nel lungo termine. Sintetizzando: è arduo lamentarsi di chi vuole "assegnare case ai Rom", e nel contempo di chi "stende panni o fa i suoi bisogni incurante del degrado che crea" visto che alternative il comune non ne offre.
  • per finire: Il Bronx gode della cattiva fama ereditata dal passato, ma in realtĂ  è diventato un quartiere residenziale come tanti. Probabilmente perchĂ© si è tentato di migliorarlo. Dai, che è possibile anche a Prato!

Da dove iniziamo?

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Di Fabrizio (del 11/12/2012 @ 09:08:16, in Kumpanija, visitato 1286 volte)

Avevo promesso delle sorprese, ricordate?

Ecco la prima (ma non finisce qui...)

MAHALLA international è un servizio, come si dice adesso, SOCIAL, a cui potete contribuire anche voi. Sostanzialmente è una rassegna stampa, ancora in fase sperimentale, di articoli e contributi su Rom, Sinti, Kalé e Romanichals da tutto il mondo, in lingua originale. Per me un ritorno alle origini quando, più di una decina di anni fa, mi affacciai sul web traducendo in italiano le notizie che arrivavano dall'estero.

Ricordo che ancora tutto è BETA TEST, scrivetemi se avete suggerimenti.

NB: A me piace tanto, ma non ci sto capendo niente...

In ogni modo, MAHALLA international è anche su Facebook (nella foto, i nostri potenti mezzi informatici)

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Di Fabrizio (del 12/12/2012 @ 09:07:50, in casa, visitato 1289 volte)

Da Czech_Roma

Usti' nad Labem, 30.11.2012 1:10, Radio Ceca: Esercizi di arricchimento sugli ostelli per poveri Czech Radio, translated by Gwendolyn Albert

via Beneše Lounského n. 5 nel quartiere Předlice di Ústí nad Labem (PHOTO: Google Maps)

Riferisce la radio ceca che chi possiede spazi residenziali con rate sproporzionate, spesso attrezzate con docce e servizi igienici nei corridoi, o altre restrizioni a possibili visitatori, può essere classificato come trafficante di povertà. I gestori di questo traffico possono contare sul fatto che i loro clienti sono persone che non sono in grado di trovare altri appartamenti in affitto e che lo stato contribuirà al pagamento delle fatture. Per la maggior parte delle persone che vi risiedono, sono l'ultima risorsa durante la fuga dai ghetti.

"La gente vuole andarsene. Prima di tutto, chiedono una sistemazione dignitosa, perché la maggior parte vive in condizioni inadeguate. Significa che gli appartamenti sono sovraffollati e le condizioni igieniche non dovrebbero essere così.," Denisa Urbánszká, operatrice sul campo di People in Need, descrive così la situazione nel quartiere di Předlice a Ústí nad Labem. "Diversi inquilini in un edificio dai soffitti marci, nessuna porta d'ingresso e finestre rotte, mi dicono di pagare al padrone 6.000 corone (1 euro=25 corone circa, ndr.) al mese per un monolocale".

Il proprietario non ha mai riparato l'edificio e mai trovato una sistemazione alternativa per queste persone, finite a vivere nel suo residence. People in Need sta aiutando chiunque voglia lasciare le località socialmente escluse per una nuova sistemazione, ma Urbánszká dice che per loro è molto difficile quando sono etichettati come i "Rom di Předlice": "Sono molte le famiglie numerose. Molti hanno sette o più figli. E dipende anche dal fatto che sono Rom."

Quando non c'è altro posto dove andare, la gente finisce in questi ostelli dove le condizioni sono peggiori che negli appartamenti normali, ma i costi sono superiori. Ad esempio, nel residence in questione ad Ústí nad Labem, ogni adulto paga 5.000 corone al mese a cui vanno aggiunte 1.000 corone per ogni bambino, oltre al canone dovuto per una camera in base al numero di persone della famiglia.

Lo conferma Celestina Hadravová, dell'Ufficio del Lavoro di Ústí nad Labem: "Quei contratti sono carissimi. Troppo. Ci portano, ad esempio, contratti dove l'affitto è di 6.000 corone a persone per una stanza. Qualcun altro ci porta contratti da 7.000 corone a persona - non corrispondono per niente alle cifre d'affitto richieste in questa località."

Di solito la gente va all'Ufficio del Lavoro per ricevere i sussidi sociali, calcolati sulla base delle spese abitative. "Dipende dal numero di residenti nel comune e poi dal numero di persone nella famiglia... Per una famiglia di cinque, i costi non possono superare le 13.565 corone al mese. Però, la maggior parte delle famiglie hanno altre fonti di reddito o di benefici sociali, così il kloro costo non raggiunge mai il massimo," spiega Hadravová.

Anche quando lo stato non paga l'intero importo richiesto dai proprietari di queste costosissime strutture residenziali, i costi dei sussidi sociali aumentano la spesa complessiva. In internet stanno girando molte segnalazioni "garantite" su questi abusi nel welfare.

"In una di queste si diceva che una donna riceveva 33.000 corone al mese di sussidio... Però, non si aggiunge ai lettori che questa somma va ad una famiglia di otto componenti, ad esempio, e che vivono in un ostello dove pagano ogni mese 18.000 corone di affitto," ha commentato Petra Klingerová di People in Need.

Klingerová dice che il problema non è l'abuso di massa del welfare da parte di persone che ne hanno bisogno, ma il problema è dello sfruttamento del sistema a scopo di lucro. La radio ceca ha anche detto di aver cercato il parere di quanti possiedono edifici residenziali ad Ústí nad Labem, ma che hanno rifiutato di farsi intervistare.

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Di Fabrizio (del 13/12/2012 @ 09:11:37, in Italia, visitato 1555 volte)

RINO NEGROGNO Mercoledì 5 Dicembre 2012 ore 17.02
Anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta

Stamattina ho aperto il giornale, diceva che cacciamo gli zingari e che tra poco è Natale. Non ho mai capito come passa il Natale chi ci crede fortemente e creda che sia Natale solo per i bianchi e non per i neri o, peggio, creda che chi ci crede ne possa trarre un vantaggio ora e soprattutto dopo, tipo a Pasqua o in un altra dimensione imprecisata. Bontà loro, non è che sia così importante, dopotutto anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta e menomale che non erano a Trani altrimenti il 20 Dicembre dovevano sgomberare e per il Natale, per chi ci crede, non so come sarebbe finita. Non ho mai capito, piuttosto, dove vadano gli zingari ed i loro bambini quando vengono cacciati. Non ho mai capito, ad esempio, se cacciandoli da dove sono, il problema si risolva, se i loro bambini siano più felici e non debbano comunque elemosinare al freddo ed al gelo da altre parti, se, cacciarli, non sia un bisogno forte di sfogare da qualche parte le nostre paure, le nostre incertezze. Ho il dubbio atroce che la nostra coscienza sia come le luci di Natale, ad intermittenza.

Mi piacerebbe organizzare, in prossimità del Natale, intorno al 20 dicembre, un bel presepe vivente proprio nel campo rom situato in via Bisceglie. Mi piacerebbe far vestire gli zingari da panettiere, da pastori, da lavandaia, da falegname, riempire il campo rom di luci colorate, di musica soave, natalizia. Mi piacerebbe metterci la grotta e dentro uno zingaro barbuto vestito da Giuseppe ed una bella zingarella giovane vestita da Maria, tutta azzurra. Al centro una mangiatoia con un bel piccolo zingarino, del bue e l'asinello possiamo farne a meno, pare non ci fossero e ad i lati tanti piccoli zingarini vestiti da angioletti, quelli c'erano, che cantano ed inneggiano al Signore. Mi piacerebbe davvero non lo dico per sfottere. Avrei bisogno di una mano però e per questo faccio un appello a chi ritenga di potermi aiutare. Un bel partito di sinistra, ma di sinistra sinistra, non di quelli che fanno le primarie per vedere chi sia più di sinistra o più di destra. Un partito di sinistra è di sinistra senza se e senza ma, ed anche senza UDC. Meglio di no, lasciamo stare i partiti, non sai mai chi ti può capitare. Meglio un bel parroco di una bella parrocchia con gente altruista e piena di buona volontà così poi facciamo anche la messa di Natale e, prometto, faccio io stesso il chierichetto insieme agli zingari. Attendo pieno di speranza.

Il 20 dicembre però perché se aspettiamo il 24 la grotta la sgomberano, rimane vuota e Gesù non nasce.

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Di Fabrizio (del 14/12/2012 @ 09:09:00, in Regole, visitato 1722 volte)

AGI.it 16:38 12 DIC 2012

(AGI) - Roma, 12 dic. - Affermare che gli zingari sono "delinquenti", "assassini" e "canaglie" e' espressione di discriminazione razziale. Lo sottolinea la Cassazione, annullando con rinvio la sentenza con cui la Corte d'appello di Trento aveva assolto un imputato, all'epoca dei fatti consigliere comunale del capoluogo trentino, finito sotto processo per un intervento, tenuto durante una seduta consiliare, con cui, secondo l'accusa, aveva diffuso "idee fondate sull'odio e sulla discriminazione razziale nei confronti delle comunita' Rom e Sinti". I giudici del merito avevano assolto l'imputato ritenendo che, nel caso in esame, non si potesse parlare di propaganda di idee fondate sulla superiorita' o sull'odio razziale ed etnico, ma piuttosto di diffamazione. Del tutto diversa la tesi della Cassazione, secondo la quale, nell'intervento del consigliere comunale, vanno evidenziate note razziste, come sollecitato dal pg di Trento il cui ricorso e' stato accolto dalla Suprema Corte. Il discorso tenuto in Consiglio comunale dall'imputato riguardava, in particolare, la mancata frequenza della scuola da parte dei bambini nomadi: in un punto del suo intervento, il consigliere aveva parlato di "sedicente cultura" e "discutibili tradizioni", manifestando l'idea di fondo secondo cui "l'unica possibilita' di salvezza per i bambini di detta etnia era quella di sottrarli alle famiglie d'origine", si legge nella sentenza n.47894, della prima sezione penale, operando un vero e proprio "sequestro di Stato". Per la Suprema Corte, "l'elemento che caratterizza la fattispecie e' la propaganda discriminatoria, intesa come diffusione di una idea di avversione tutt'altro che superficiale, non gia' indirizzata verso un gruppo di zingari (magari quelli dediti ai furti), ma verso tutti gli zingari indicati come assassini, ladri, pigri, canaglie, aguzzini e via dicendo, quindi verso il loro modo di essere, verso la loro etnia evocata espressamente, avversione apertamente argomentata sulla ritenuta diversita' e inferiorita'". La Cassazione, nelle sue motivazioni, ricorda anche la sentenza con cui la stessa Corte, nel 2009, confermo' la condanna, tra gli alti, del sindaco di Verona, Flavio Tosi, per i manifesti diffusi nella citta' scaligera, con scritto 'via gli zingari da casa nostra'. Inoltre, gli 'ermellini' ribadiscono che "la funzione di consigliere comunale non legittima sicuramente, in esplicazione del mandato elettorale, di esprimersi con frasi di generalizzazione" espressive di "inferiorita' legate alla cultura e tradizioni di un popolo". L'assembla del Consiglio comunale, infine, e' "di norma pubblica", ed i suoi lavori "sono per lo piu' oggetto di diffusione ad opera dei mezzi informativi", rileva la Corte, "ma anche in caso contrario nulla verrebbe meno per l'integrazione dell'ipotesi delittuosa attesa l'apertura al pubblico dei lavori del Consiglio comunale". Sulla base dei principi fissati dalla Cassazione, sara' la Corte d'appello di Brescia a riesaminare la vicenda. (AGI) .

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Di Fabrizio (del 14/12/2012 @ 09:10:49, in Italia, visitato 1713 volte)

21luglio.org

Immagine-spot-Rom-cittadiniL'Associazione 21 luglio organizza a Roma venerdì 21 dicembre 2012 alle ore 17,30 "Rom, cittadini dell'Italia che verrà", presso l'Auditorium UNICEF, via Palestro 68.

Nel corso dell'evento verrĂ  presentata la campagna video "Stop all'apartheid dei Rom".
Parteciperanno: Andrea Segre, regista e autore; Paul Polansky, poeta e attivista per i diritti umani; Alex Zanotelli, missionario e coordinatore del Comitato campano con i rom; Riccardo Noury di Amnesty International e Sabrina Tosi Cambini, docente dell'UniversitĂ  di Verona. Modera la serata la giornalista Marta Bonafoni.

Per informazioni: segreteria@21luglio.org

il giorno successivo, sabato 22 dicembre 2012 alle ore 17 a Piazza del Popolo a Roma, l'Associazione 21 luglio sarĂ  a fianco di Amnesty International per un evento dal titolo "30.000 volte NO al razzismo e alla discriminazione dei rom".

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