Contributo di Enrica Bruzzichessi,
collaboratrice presso l'Associazione di Studi storici "Olokaustos" di Venezia, iscritta e volontaria
A.N.P.I. (le foto sono di Giacomo Baldini)
Nessuno sta facendo favori a nessuno. Questo è il messaggio che mi preme
arrivi a tutti quelli che hanno partecipato al Convegno Rom-anticamente,
tenutosi a Civitanova Marche, nella sala consiliare e patrocinato dal Comune; e
soprattutto a coloro che, per avversione o per disinteresse, dopo aver criticato
l'operato di Cittadinanza Attiva, hanno trovato qualcosa di meglio da fare
sabato 24 novembre.
Fortunatamente ci sono cittadini che, invece di pensare soltanto alle
faccende strettamente personali, si riconoscono nei problemi degli altri e ogni
giorno si sentono in dovere di fare qualcosa per migliorare la situazione e
l'ambiente in cui vivono, per sé e per gli altri. O se vogliamo, come ho
affermato anche durante il mio breve intervento al suddetto convegno,
rivendicano i diritti di tutti per chiedere implicitamente che vengano
rispettati i propri. Ed è proprio questo, secondo me, ciò che dovremmo fare, se
vogliamo veramente uscire da questa crisi. Gli strumenti ci sono. Dobbiamo solo
volerlo unitariamente.
Che gli strumenti ci siano è ampiamente dimostrato; lo ha fatto anche
Cittadinanza Attiva di Civitanova Marche, un comitato spontaneo di cittadini,
uniti dal comune intento di prendere parte attiva alla risoluzione dei problemi
che investono la sensibilità collettiva, a prescindere da appartenenze o
orientamenti ideologici; un gruppo di sole quattro persone (almeno per ora), il
cui fine è quello di favorire un progressivo avvicinamento tra istituzioni e
cittadini. Lo ha fatto attraverso varie iniziative in passato (vedi
Cittadinanza Attiva), e lo ha fatto sabato 24 novembre durante il convegno,
approntando un Progetto, "CIVITANOVA
SOLIDALE con i ROM" per l'inserimento abitativo e lavorativo di numero 20
persone che dormono nei locali della Stazione Fs di Civitanova. Si tratta di
venti persone, tutte adulte, senza casa e senza lavoro. Sono uomini e donne di
etnia rom, in città dal 2002, tutti provenienti dalla Romania.
Un progetto che nasce dalla voglia di aiutare l'integrazione (intesa come
partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte) della comunità rom nella
propria città dopo anni di emarginazione, e dalla volontà di combattere il
pregiudizio razziale e gli stereotipi che seguono da sempre alla parola
"zingari", o nomadi. Un pregiudizio che è dominante in Italia ed è difficile da
eliminare anche a livello locale. Dopo una prima azione di "sostentamento" al
gruppo di 20 rom da parte di Cittadinanza Attiva con cibo e bevande, un articolo
comparso sul Corriere Adriatico riportava le parole dell'ex Sindaco Massimo
Mobili che, in relazione a questo fatto, ha dichiarato: "non è dando da mangiare
ai rom che si argina il problema, ma lo si fa solo dando loro una casa, un
lavoro e una scolarizzazione". Questa dichiarazione è stata interpretata da
Cittadinanza Attiva come una sorta di apertura riguardo la tematica, così si è
deciso di portare avanti un percorso "umanitario" nella speranza che, una volta
raccolte tutte le informazioni necessarie, la giunta comunale e il consiglio
avrebbero preso dei provvedimenti volti ad una soluzione della questione.
Cittadinanza Attiva ha ricevuto il sostegno concreto da parte di EveryOne Group,
che ha messo a disposizione dei cittadini civitanovesi tutta la propria
esperienza (i contatti istituzionali e la rete internazionale di organizzazioni
ed organi che tutelano i diritti umani e civili, la capacità di mediazione,
ecc.); il gruppo per la cooperazione internazionale, nella persona di Roberto
Malini, è stato di grande aiuto, avendo anche inviato a Civitanova un mediatore
di Lingua romanès che aiutasse i volontari a raccogliere le informazioni
primarie sulla comunità in questione. I dati raccolti sono poi stati presi in
esame e, seguendo le direttive europee per il lavoro e l'alloggio , e quelle
del Ministero dell'Interno (Strategia nazionale d'inclusione dei rom dei sinti e
dei caminanti), si è giunti alla compilazione di un Progetto d'inclusione che,
grazie ad un interscambio di beni e competenze, potrebbe valere come progetto
pilota per tante realtà marchigiane in cui sono presenti numeri esigui di
senzatetto e volto alla riqualificazione di aree agricole abbandonate.
Naturalmente si è arrivati a questa conclusione dopo aver coinvolto i soggetti
interessati e dopo una lunga disamina dei provvedimenti europei, di quelli
nazionali e di quelli della Regione Marche.
Il Progetto presentato durante il
Convegno sarà portato, sempre nella persona di Roberto Malini, in Europa. Gli
aspetti umanitari e quelli informativo-culturali, rientrano in molti piani e
norme d'integrazione promossi dall'Unione europea; sarà dunque possibile
chiedere importanti finanziamenti a progetto avviato, senza, come polemizzano
alcuni, andare a pesare sulle tasche dei cittadini. Credo che tutta questa
faccenda vada sottolineata e raccontata come esempio positivo di partecipazione
politica da parte di alcuni cittadini che, nonostante le enormi difficoltà che
si trovano ad affrontare quotidianamente (disoccupazione, intolleranza, ecc.),
si rimboccano le maniche e prendono parte a quella che dovrebbe essere la vita
sociale e politica di tutti. Lo fanno per la loro la città, per la qualità della
vita dei propri concittadini, quindi anche per loro stessi. Lo fanno perché
valgano i Diritti, in un paese dove la Legge, e prima di tutto la Carta
costituzionale, vengono violate ogni giorno.
Sono intervenuti al Convegno Roberto Malini, co-presidente dell'EveryOne
Group, che ha fatto un breve excursus della storia del popolo rom in Europa e ha
parlato dei progetti che ha seguito negli anni precedenti e quelli che
appronterà per il futuro (con riferimento particolare alla situazione della
comunità romnì di Pesaro, che da anni subisce la sistematica violazione dei
diritti fondamentali); Ipat Ciuraru, attivista per i diritti dei rom che ha
aiutato Laura Marzola e gli altri di Cittadinanza Attiva ad entrare in contatto
con gli uomini e le donne in questione, intervenuto a parlare alla platea
presente, raccontando della sua vita ciò che è riuscito fare fino a che
l'emozione non ha avuto il sopravvento; l'assessore ai Servizi sociali,
Antonella Sglavo, che ha tenuto a precisare, proprio riguardo allo scontento
generale della popolazione civitanovese, che il Progetto di Cittadinanza Attiva
non toglie niente a nessuno e che, anzi, quelli come questo sono percorsi
necessari da mettere in pratica se si vuole essere coerenti con la volontà
europea di eliminare la discriminazione nei confronti di questo popolo e di
altre minoranze; tre componenti di Cittadinanza Attiva, Vincenzo Cozzolino,
Lucia Marzola e Laura Marzola che ha presentato il progetto e mediato l'intera
iniziativa; Fabio Patronelli e Steed Gamero, membri anche loro dell'EveryOne
Group, e la sottoscritta in quanto rappresentante A.N.P.I. (iscritta alla
sezione intercomunale "24 Marzo") e "interessata dei fatti". Hanno voluto
portare il loro sostegno anche una rappresentante autorevole della Regione
Marche, la dott.ssa Anna Clora Borghesi (referente Cittadini Stranieri Immigrati
per OMBUDSMAN, Autorità per la garanzia dei diritti degli adulti e dei bambini
della regione) che ha espresso più che un parere positivo riguardo al progetto e
l'intenzione di "importarlo" nella provincia di Ancona, e altri esponenti di
enti e associazioni delle province di Macerata, Ancona e Fermo, (ANOLF, ARCI,
ecc.) dimostratisi tutti riconoscenti nei confronti di questi quattro cittadini
volenterosi di fare qualcosa per la propria città. Erano presenti, infine, sei
delle venti persone a cui il progetto è rivolto. Preoccupati, come la stessa
Laura Marzola che ha affermato "ci aspettavamo delle contestazioni", per l'esito
che avrebbe avuto la conferenza, ma soprattutto emozionati e grati. Le
contestazioni non sono arrivate in loco, ma siamo sicuri che chi non approva
questo progetto farà di tutto per ostacolarne la riuscita. Durante il Convegno è
stato anche anticipato da Roberto Malini che l'attività dei quattro cittadini
civitanovesi verrà premiata perché esempio da tener presente nella difesa dei
diritti umani. Il Premio MAKWAN 2012, dedicato alla memoria del ventunenne
Makwan Moloudzadeh, condannato a morte in Iran e impiccato il 5 dicembre 2007,
perché accusato di aver commesso atti omosessuali, verrà dunque assegnato
all'Associazione CITTADINANZA ATTIVA di Civitanova Marche. Un riconoscimento
annuale che viene assegnato in base alla decisione di una giuria internazionale,
a persone o associazioni che si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei
diritti fondamentali degli individui, dei gruppi sociali e dei popoli.
Durante il Convegno è stato anche anticipato da Roberto Malini che l'attività
dei quattro cittadini civitanovesi verrà premiata perché esempio da tener
presente nella difesa dei diritti umani. Il Premio MAKWAN 2012, dedicato alla
memoria del ventunenne Makwan Moloudzadeh, condannato a morte in Iran e
impiccato il 5 dicembre 2007 perché accusato di aver commesso atti omosessuali,
verrà dunque assegnato all'Associazione CITTADINANZA ATTIVA di Civitanova
Marche. Un riconoscimento annuale che viene assegnato in base alla decisione di
una giuria internazionale, a persone o associazioni che si sono distinte per
azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli individui, dei gruppi
sociali e dei popoli.
Il mio intervento è stato breve e incentrato sul problema di "definizione".
Anni di ricerca in questo ambito mi hanno resa estremamente sensibile alle
definizioni e alle scelte dei termini che si usano per parlare di rom e sinti.
Ho accennato al grande problema del razzismo e a quello dei pregiudizi che
accompagnano la minoranza rom da secoli, invitando i presenti a fare attenzione,
perché nessuno di noi possiede anticorpi così forti e in misura sufficiente per
sentirsi immune da questo cancro dell'Umanità che è il Razzismo. Credo che
l'A.N.P.I. in questo senso, sia a livello nazionale che locale, possa fare molto
attraverso la sensibilizzazione verso alcuni temi, l'educazione e la promozione
di una cittadinanza attiva. L'impegno civile, solo
questo, può aiutarci a cambiare strada.
Le polemiche nate e perpetrate sulla stampa locale subito dopo il Convegno sono
frutto dello scontento cittadino e di una mancata puntualità nelle dichiarazioni
da parte di alcuni rappresentanti istituzionali. Sono state riportate notizie
inesatte riguardo al Progetto stesso e si è alimentato un clima di intolleranza
verso alcuni aspetti, che era già nell'aria al momento della prima conferenza
stampa di Cittadinanza Attiva. Nessuno ha mai parlato di "campo rom" o "campo
nomadi", né si sta favorendo un gruppo minoritario piuttosto che un altro.
L'ultima dichiarazione del Sindaco di Civitanova fa ben sperare che si voglia
mettere da parte incomprensioni e posizioni ostili ad una risoluzione del
problema. Il problema in questione, non è la presenza di queste quindici persone
sul territorio, ma il fatto che il freddo intenso di questi giorni sta minando
in modo importante la condizione di salute, già precaria, delle suddette
persone.
Certi che la collaborazione tra istituzioni, enti
preposti e cittadinanza sarà senz'altro costruttiva e porterà ad un'intesa sulle
modalità d'intervento (ci si aspetta intanto un'accoglienza temporanea immediata
per i prossimi mesi), attendiamo nuove e auguriamo buon lavoro a chi si sta
impegnando a tal fine.
Con l'occasione, ringrazio ancora Cittadinanza Attiva per l'impegno e per
avermi dato la possibilità di partecipare a tale iniziativa.
Enrica Bruzzichessi - Venezia, sabato 8 dicembre 2012
PS: Una cosa soltanto: ci sarebbe forse da aggiungere (anche per spiegare i
motivi che hanno provocato così tanta polemica intorno a questo convegno, il
primo motivo, sai benissimo anche tu, è che ci siamo avvicinati troppo al
"fuoco") che l'Unar ha iniziato un'attività di monitoraggio sul gruppo facebook
Civitanova Speakers' Corner e sul loro blog in quanto promotori di una
petizione che chiedeva un'azione forte contro il problema dei nomadi nel centro
di Civitanova Marche.
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