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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

31 Luglio 2012 - all'attenzione di:

Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (European Roma Rights Centre, ERRC)1, l'Associazione 21 luglio2, la Consulta Rom e Sinti della Città di Milano3, il Gruppo di Sostegno Forlanini4, il NAGA5 e UPRE ROMA6 scrivono alle autorità italiane al fine di sottolineare la forte discrepanza esistente tra gli impegni recentemente assunti dal governo in seguito all'adozione della Strategia di Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti (RSC) e quanto invece avviene a livello locale, con particolare riferimento alle città di Milano e Roma.

In data 24 Febbraio 2012 il governo italiano ha approvato la Strategia Nazionale di Inclusione di RSC7 elaborata dall'UNAR con la partecipazione delle federazioni italiane di RSC, di alcune organizzazioni internazionali di diritti umani nonché delle associazioni che a vario titolo si occupano di RSC in Italia. La Strategia italiana adempiendo alla comunicazione europea n. 173 del 5 Aprile 2011 dal titolo "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020"8 segue i quattro assi da essa indicati, ovvero istruzione, lavoro, casa e salute. Il merito coralmente riconosciuto alla Strategia è stato quello di aver sottolineato ed enfatizzato più volte la necessità di superare "definitivamente la fase emergenziale che, negli anni passati, ha caratterizzato l'azione soprattutto nelle gradi aree urbane. D'altra parte, - continua il testo - gli assi di intervento, investono ruoli, funzioni e competenze di Amministrazioni diverse, che devono concorrere in maniera coordinata all'obiettivo che il governo si è prefissato nella cornice comunitaria"9.

Il 15 Giugno 2012 il Ministro dell'Integrazione e della Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi ha inviato ai prefetti della Repubblica Italiana ed altre autorità locali la missiva n. 3014 con la quale comunicava ai destinatari i contenuti della Strategia e l'articolazione della stessa, ovvero la predisposizione di tavoli tematici nazionali con competenze nei diversi settori d'intervento e la costituzione di tavoli regionali/locali a livello locale. Questi ultimi, si sottolinea nella comunicazione del Ministro, si caratterizzano per "la partecipazione di rappresentanti delle Amministrazioni periferiche statali, delle regioni, delle province e dei comuni, nonché il coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile impegnate nella tutela delle comunità RSC e di rappresentanti delle medesime comunità. I tavoli regionali avranno il compito di sensibilizzare e monitorare l'attuazione della strategia a livello locale e costituiranno il luogo di elaborazione dei Piani locali che verranno prioritariamente sperimentati nelle regioni in passato ricomprese nella gestione emergenziale (Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto)"10.

A tutt'oggi rimane uno stridente contrasto tra gli scopi enunciati dalla Strategia e le azioni intraprese dalle autorità a livello locale e che coinvolgono RSC nelle città di Roma e Milano.

Nella città di Roma non risulta al momento l'elaborazione di alcuna Strategia locale per RSC e l'unico piano che va avanti è il cosiddetto "Piano Nomadi" adottato dall'allora Commissario Straordinario per l'Emergenza Nomadi11 della regione Lazio il 31 Luglio 2009. Emergenza che è poi stata dichiarata illegittima dalla sentenza n. 6050 del Consiglio di Stato12. Come conseguenza del Piano Nomadi il 18 Giugno 2012 è stato ufficialmente aperto il campo formale segregante de La Barbuta. Tra il 5 e il 13 Luglio 2012 il campo tollerato di via del Baiardo è stato invece chiuso e i suoi abitanti censiti. In questo campo rom di origine serba e macedone hanno vissuto per circa 20 anni. Da diversi anni il comune di Roma non ha più eseguito lavori di ristrutturazione e mantenimento nel campo, il quale versava in effettive condizioni di degrado. Operatori dell'ERRC e dell'Associazione 21 luglio erano presenti al campo durante i giorni dello sgombero. E' significativo notare che solo alcune decine dei rom di via de Baiardo (circa 30 persone in tutto) hanno accettato di andare nel nuovo campo de La Barbuta in quanto non ritenuto un luogo adeguato. Soltanto le famiglie con bambini hanno ricevuto l'offerta del centro di accoglienza per un massimo di 90 giorni dopo di che secondo il sindaco Gianni Alemanno "dovranno tornare nel loro Paese"13.

Il 6 Luglio 2012 la città di Milano ha presentato "Il Progetto Rom, Sinti e Caminanti 2012 - 2015. Proposta del Comune di Milano". Gli assessori Marco Granelli e Pierfrancesco Majorino hanno illustrato "le linee guida dell'intervento dell'Amministrazione comunale sul tema delle popolazioni RSC presenti a Milano e la base per l'elaborazione del Progetto definitivo che necessita di una fase di confronto con le diverse istituzioni interessate e con le diverse forme di rappresentanza associative e delle popolazioni RSC attualmente presenti e organizzate […]. Il Progetto RSC di Milano - continua il documento - intende inserirsi nel quadro tracciato a livello nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il documento Strategia Nazionale d'Inclusione dei RSC"14. Gli assessori hanno affermato che gli sgomberi dei campi informali andranno avanti e di non voler sospendere quelli già programmati. D'altronde il giorno prima della presentazione della bozza di piano, ovvero il 5 Luglio, il comune di Milano ha sgomberato due insediamenti abusivi per un totale di circa 300 rom rumeni nonostante ci fossero soltanto 85 posti disponibili nei centri di accoglienza comunale. Il Piano inoltre contiene delle misure, sgomberi forzati e, se disponibili, centri di accoglienza soltanto per brevi periodi, volte ai rom dei campi informali la cui applicazione finora praticata non ha portato a reali percorsi di inclusione. Per quanto riguarda invece i campi formali vi sono alcuni elementi di continuità con l'Emergenza Nomadi dichiarata illegale dal Consiglio di Stato nel Novembre 2011. I rappresentanti delle popolazioni RSC e le associazioni non sono stati coinvolti nell'elaborazione delle linee guida ed è stato soltanto chiesto loro di esprimersi su di esse.

Infine le organizzazioni scriventi sono preoccupate per la notizia del notevole ridimensionamento del personale dell'UNAR, il quale oltre a svolgere l'importante funzione di garante della parità di trattamento in Italia è anche Punto di Contatto Nazionale della Strategia di Inclusione di RSC. La riduzione del suo staff pregiudicherebbe la già debole applicazione della Strategia.

Le organizzazioni scriventi chiedono che il governo italiano verifichi e promuova azioni adeguate affinché la Strategia nazionale venga rispettata e applicata in tutto il territorio italiano.

Vi ringraziamo per l'attenzione alla presente lettera e ci rendiamo disponibili per eventuali incontri volti a discutere l'effettiva implementazione della Strategia a tutti i livelli.

Distinti saluti

  • Dezideriu Gergely, Direttore Esecutivo ERRC
  • Carlo Stasolla, Presidente Associazione 21 luglio
  • Pietro Massarotto, Presidente Associazione Naga
  • Stefano Nutini, Gruppo di Sostegno Forlanini
  • Djiana Pavlovic, Consulta Rom e Sinti di Milano
  • Paolo Cagna Ninchi, UPRE ROMA

Note:

  • Dott. Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri
  • Dott.ssa Annamaria Cancellieri, Ministro dell'Interno
  • Dott.ssa Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Dott. Andrea Riccardi, Ministro dell'Integrazione e della Cooperazione Internazionale
  • Ufficio di Presidenza dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
  • Dott. Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano
  • Dott. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma
  1. L'ERRC è un'organizzazione legale internazionale di pubblico interesse che combatte il razzismo contro i Rom e l'abuso dei diritti umani. Le attività dell'ERRC includono contenziosi strategici nell'ambito del diritto, assistenza legale internazionale, sviluppo delle ricerche e delle politiche relative, nonché la formazione di attivisti Rom. Maggiori informazioni sono disponibili al sito www.errc.org
  2. L'Associazione 21 luglio è un'organizzazione che promuove e difende i diritti dell'infanzia e rivolge una particolare attenzione ai bambini rom che vivono in Italia. La mission dell'organizzazione è salvaguardare i bambini rom, combattere ogni forma di discriminazione, promuovere campagne e appelli al fine di porre fine alla violazione dei diritti dei bambini rom. Maggiori informazioni sono disponibili al sito http://www.21luglio.com
  3. La Consulta Rom e Sinti di Milano è stata costituita con atto presentato al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia il 17 giugno 2011 in rappresentanza delle comunità rom e sinte regolari e irregolari presenti sul territorio comunale
  4. Il Gruppo Sostegno Forlanini è formato da volontari, da quattro anni opera nell'aiuto materiale, nell'accompagnamento sociale e nella mobilitazione per e con gli abitanti di alcuni campi informali della zona est di Milano
  5. Il Naga è un'associazione di volontariato laica e apartitica che si è costituita a Milano nel 1987 allo scopo di promuovere e di tutelare i diritti di tutti i cittadini stranieri, rom e sinti senza discriminazione alcuna. Gli oltre 300 volontari del Naga garantiscono assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a cittadini stranieri irregolari e non, a rom, sinti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura oltre a portare avanti attività di formazione, documentazione e lobbying sulle Istituzioni. Maggiori informazioni al sito www.naga.it
  6. L'associazione UPRE ROMA è una delle 16 associazioni a prevalente composizione rom, sinta e caminanti che ha formalmente aderito alla procedura di evidenza pubblica definita dal PCN per la partecipazione alle diverse fasi attuative della Strategia
  7. La Strategia di Inclusione di RSC è disponibile sul sito http://www.unar.it/
  8. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 5 aprile 2011 «Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020», disponibile al sito http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52011DC0173:IT:NOT
  9. UNAR, Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom dei Sinti dei Caminanti, Roma, Febbraio 2012, 5
  10. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti - Iniziative, 15 Giugno 2012
  11. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 Maggio 2008, disponibile al sito http://www1.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/servizi/legislazione/immigrazione/0979_2008_05_27_decreto_21_maggio_2008.html
  12. Consiglio di Stato, sez.IV, 16 novembre 2011, n.6050, disponibile al sito http://www.leggioggi.it/allegati/consiglio-di-stato-sez-iv-16-novembre-2011-n-6050/
  13. European Roma Rights Centre, Ricerca sul campo, 4-5 Luglio 2012
  14. Progetto Rom, Sinti e Caminanti 2012-2015. Proposta del Comune di Milano del 6 Luglio 2012, 1
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Di Fabrizio (del 04/08/2012 @ 09:12:28, in musica e parole, visitato 1360 volte)

Segnalazione di Ohran Tahir

Nuove Tribù Zulu & Gypsies from Rajasthan [NOW] in "Damu Damu Dindindara"

"Banjara!"il nuovo cd delle NTZ con i nomadi del Rajasthan!

"Questo è il primo vero incontro artistico tra rock italiano e folk rajasthani: un messaggio di pace e unione oltre le diversità. L’obiettivo di NOW è promuovere i diritti civili delle comunità nomadi e valorizzarne il patrimonio musicale integrandolo con il linguaggio moderno del rock. Il ponte fra oriente e occidente..." continua su Nuove Tribu Zulu

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Di Fabrizio (del 05/08/2012 @ 09:17:03, in Italia, visitato 1292 volte)

Torino, 31 lug. (Repubblica - Adnkronos) - Costituire un 'Tavolo di lavoro' per individuare linee strategiche condivise da istituzioni pubbliche, enti e organizzazioni del Terzo settore, allo scopo, seppure in un quadro di risorse finanziarie insufficienti, di favorire la conoscenza e la convivenza con le comunita' Rom, Sinti e Camminanti. Una proposta avanzata dall'assessore alle Politiche sociali, Elide Tisi, e che oggi ha ottenuto il si' della Giunta comunale con l'approvazione della relativa delibera. ''Il tavolo - spiega l'assessore Tisi - si propone come luogo per elaborare gli interventi di sensibilizzazione sul territorio e per accrescere la conoscenza del fenomeno delle comunita' Rom, Sinti e Camminanti, creando momenti pubblici per aumentare il coinvolgimento dei beneficiari, della rete di volontariato e dei diversi comparti della pubblica amministrazione, fornendo possibilita' di incontro e verifica di buone prassi. L'iniziativa - conclude - punta inoltre ad accrescere il livello di collaborazione tra i vari enti, rendendo ognuno protagonista di un progetto piu' ampio e condiviso, che sviluppi sinergie tra i soggetti coinvolti e i cittadini''. Faranno parte del tavolo, insieme ai diversi settori Comune di Torino che si occupano dei nomadi, la cooperativa Valdocco, le associazioni Zingari Oggi e Idea Rom, la Croce Rossa Italiana, l'associazione Terra del Fuoco, le cooperative Stranidea e Liberitutti, l'Opera Nomadi, l'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino, l'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, la Comunita' Sant'Egidio, il Gruppo Abele, le associazioni Animazione Interculturale, Il Nostro Pianeta, I Rom per il futuro, Archimente, Romano' Ilo e l'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione.

(31 luglio 2012 ore 19.04)

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Di Fabrizio (del 06/08/2012 @ 09:11:37, in lavoro, visitato 1471 volte)

Da Roma_Daily_News

MEDIAROMA La difficile vita dei portatori a Gazibey

Quasi 400 famiglie rom vivono nel quartiere di Gazibey a Tekirdağ (Tracia, Turchia). La maggior parte di loro si è insediata lì da migrazioni dall'Albania, Grecia, Bulgaria e Romania, ed in difficili circostanze lavora come facchini.

Tra queste 400 famiglie rom, circa 150-200 vivono di facchinaggio. Ci sono anche famiglie che sopravvivono col commercio ambulante (50-60), guidando carri a cavallo (20-25), con attività di quartiere (drogherie, barbieri ecc. 10-15), con la vendita del pesce (5), lustrascarpe (8). Oltre 20 donne sono impiegate nelle pulizie domestiche.

Il problema più grave tra i facchini rom che vivono a Gazibey è l'incapacità di trovare laqvoro regolarmente. I portatori rom che di solito lavorano intensamente tra giugno e agosto, trasportano riso a settembre ed ottobre. I trasportatori di riso che lavorano nella città di Karpuzlu (İpsala distretto di Edirne), imbustano e portano il riso grezzo uscito dalle mietitrebbie. Quando termina il periodo del riso, inizia quello della disoccupazione.

Ci sono 25 famiglie che per guadagnare qualcosa, preparano caldaie nei loro appartamenti di Malkara. Il resto in inverno non ha praticamente altre fonti di reddito. Cercano di sopravvivere con i guadagni dell'estate. Ma la maggior parte di loro non ha abbastanza soldi per sopravvivere d'inverno, e sono costretti ad indebitarsi. In molte famiglie di portatori, le generazioni lavorano assieme. Tra loro ci sono anche giovani diplomati alle superiori. Quelli senza assicurazione sociale si trovano in difficoltà in caso di incidenti sul lavoro.

Le famiglie rom di Gazibey si guadagnano duramente da vivere. Sognano una vita migliore per i loro figli. sperano che i loro figli possano essere istruiti e che abbiano la possibilità di un lavoro regolare.

Source: Media Roma Tekirdağ

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Di Fabrizio (del 07/08/2012 @ 09:12:33, in media, visitato 1741 volte)

Da Czech_Roma

Direttore di tabloid ceco all'attacco! Un'intervista prova il ruolo del più venduto giornale del paese nell'istigare il sentimento anti-rom. Da Romea.cz - 27 luglio 2012 Translated by Gwendolyn Albert

Pavel Safr

Pavel Safr, caporedattore del tabloid Blesk, respinge la critica che il suo giornale, che vanta la più ampia circolazione nella Repubblica Ceca, abbia pubblicato intenzionalmente storie anti-rom, incoraggiando così la crescita del razzismo nella società. Safr ritiene che i Rom siano stati trapiantati in Repubblica Ceca e che il loro stile di vita metta in pericolo sotto molti aspetti la popolazione maggioritaria. Di seguito le sue dichiarazioni in un'intervista per il newserver Mediar.cz (link in lingua ceca).

    Un pezzo particolarmente tempestoso dell'intervista è stato provocato da una domanda su Twitter inoltrata a Safr dall'intervistatore Petr Koci. Un lettore dal nome di @sampon ha chiesto al caporedattore se fosse consapevole della sua influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società. "In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo," ha risposto Safr.

Questo è un estratto da quell'intervista, in cui si discute il rapporto di Blesk con i Rom.

Da @sampon: vorrei sapere se lei è consapevole della sua influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società.

In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo.

Il titolo d'apertura di Blesk di sabato 28 aprile violava questa regola? "Bambini romanì all'assalto!" non è esattamente un titolo che irradia tolleranza. [Il titolo si riferiva al caso di Petr Zhyvachivsky, quindicenne nella città meridionale di Breclav, che sosteneva di essere stato picchiato da tre Rom dopo che gli aveva rifiutato una sigaretta. Il caso aveva generato enorme interesse ed esacerbato le tensioni razziali a Breclav ed altrove. In seguito la polizia aveva scoperto che Zhyvachivsky si era inventato la storia, confessando infine che si era ferito in una caduta - TOL (vedi anche Mahalla, ndr.)]

In una certa parte dell'elite della società, esiste un'idea completamente confusa su come affrontare i complicati problemi riguardo all'odio razziale. Lì vediamo la tristissima influenza dell'ideologia del multiculturalismo. Di per sé, è una grande idea, ma nella forma estrema della correttezza politica ci impedisce di scrivere le cose come sono. La società lo sente.

Naturalmente, nel caso in questione, si è scoperto che i fatti non erano come li avevate descritti, correttezza politica a parte.

Sì, ed anche quello è stato assolutamente corretto e sottolineato su Blesk. Abbiamo messo tutta l'enfasi su ciò. Ne sono sicuro. Bisogna scrivere le cose come sono. In entrambe i casi, non importa da che parte. L'idea che potremo ottenere un'atmosfera di tolleranza per le nazionalità falsificando la realtà, è totalmente falsa. Al contrario, porta al fatto che la gente comune ha la tendenza a focalizzarsi su questi problemi, per vederli ancora più crudamente e soccombere all'odio razziale.

Tuttavia, i media tutti, e non solo Blesk, hanno esagerato e falsificato la realtà in maniera tale da fomentare l'intolleranza sotto ogni aspetto. La gente ha marciato attraverso Breclav cantando "Fermiamo il terrore zingaro!"

Assolutamente gratuito. Se salta fuori la notizia e viene ripresa da tutti i media che un quindicenne è caduto vittima di un gruppo di persone, e che queste persone erano romanì, allora questo è ciò che verrà scritto. Se durante le susseguenti indagini si scopre che non è stato così, che c'è stata una frode, allora si scriverà anche questo. Si scriverà che c'è stata una frode.

Una cosa è prendere un rapporto di polizia e citarlo con distacco, un'altra è trasformarlo in una minaccia a-tutta-la-società e scrivere "Bambini romanì all'assalto! riempiendo tutta la prima pagina.

In quel momento, quella era la vera notizia. Il problema non è se Blesk ha scritto che i bambini romanì stessero o non stessero attaccando in un periodo particolare. Il problema è che i Tedeschi dei Sudeti furono cacciati da questo paese in un'operazione nauseante diretta dal presidente Benes, ammirato come genio dal nostro attuale presidente. Ricade nei metodi di Stalin nell'affrontare le questioni delle nazionalità: l'unica cosa che importava era se avessimo abbastanza vagoni ferroviari. Abbiamo mandato via da questo paese una minoranza di tre milioni e mezzo di persone, che erano qui da sette o otto secoli. Erano una comunità civilizzata e laboriosa.

Stavamo parlando di qualcos'altro - di come Blesk ha riportato il caso di Breclav.

Gesù Cristo! Quando si prende questa gente sfortunata, meno civilizzata, da qualche parte in Romania o ancora più ad oriente e la si trasporta in un posto che è stato vandalizzato durante la cacciata dei Tedeschi... Qui non parliamo di questo! Quando si importano qui quegli sfortunati Rom, come possono vivere assieme alla popolazione maggioritaria? Naturalmente, vivono in un modo che mette a repentaglio sotto molti aspetti la maggioranza della popolazione.

Bene, ma qui stiamo parlando di come Blesk fa i suoi articoli e su cosa scrive, non di quanto è accaduto nei Sudeti.

Blesk ha avuto un articolo d'apertura su questo e 50 stupidi sciocchi di Praga per questo ne fanno una conferenza intellettuale.

Non è soltanto la prima pagina, Blesk ha scritto sullo scandalo di Breclav in altre pagie: "Paura in Cechia! Ragazzi romanì attaccano coetanei!" (anche il 28 aprile, a pagina 2 e 3), "Marcia a Breclav per Petr ferito" (23 aprile, pagina 5), "Orde di zingari ci terrorizzano!" (18 aprile, pagina 8)...

Va al diavolo! Queste cose non mi interessano. Sono interessato ai profondi problemi sociali. Sono interessato in ciò che davvero è profondo, è serio. Quando ci si rende conto di tutte le cause e dei collegamenti attorno a questo pasticcio, allora si comprende perché la popolazione maggioritaria stia soffrendo la presenza di quella gente sfortunata che è stata introdotta qui. Anche loro, chi è stato portato qui da un regime comunista innaturale, stanno soffrendo. La sofferenza sta dando i suoi frutti. Significa che dobbiamo comprendere che queste entità sono ad un livello di civilizzazione differente e chiederci se siamo in grado di vivere assieme. Non si può! Ne viene fuori un caos assoluto, ed è soltanto per l'ideologia della correttezza politica che in questo momento mi state molestando...

Io non molesto nessuno. Sono un giornalista, questa è un'intervista e per questo le sto facendo delle domande.

Non si può continuare a causa di quell'ideologia. A causa della tua imbecille ideologia di rendere tabù i problemi seri, un enorme problema sociale non può essere visto nella sua nudità integrale. E' un enorme dramma sociale. A causa dell'ideologia della correttezza politica e del 100% di ipocrisia, che è totalmente inappropriata, il problema è irrisolvibile. I tabù portano a grandi tragedie. Quando una notizia viene lanciata, e viene ritenuta attendibile da tutte le fonti disponibili, cioè sembra che un gruppo di ragazzi romanì abbia attaccato qualcuno, non vedo la ragione di tenerla segreta. Quando poi viene provato che si è trattato di una bugia, dev'essere riportato, con la massima apertura, che era una bugia.

Nessuno dice di tenerla segreta. La questione è su come vada pubblicizzata e che tipo di attenzione dedicargli.

Riguardo a questo articolo - anche se non ero presente, ma ero a Londra e fui semplicemente informato che sarebbe uscito - stavo controllando una sola cosa: se nell'articolo fossero stati ricordati i recenti attacchi commessi dai razzisti cechi contro i Rom. Mi riferisco al caso scioccante di Vitkov, che noi di Blesk abbiamo seguito a fondo (anche Mahalla, ndr.) [Nota di redazione: il verdetto contro gli incendiari di Vitkov risale all'ottobre 2010, sei mesi prima che Pavel Safr diventasse redattore capo di Blesk. Ad aprile 2009, quattro cechi gettarono una molotov in una casa nella città orientale di Vitkov abitata da una famiglia romanì. Tra i feriti una bambina di tre anni, che ebbe gravi ustioni su quasi tutto il corpo. - TOL]

Altro esempio, che persone del calibro di Jindrich Sidlo, Petr Fischer, Daniel Kaiser, o Filip Rozanek [rispettati giornalisti e scrittori cechi - TOL] hanno criticato...

Tutta quella banda è coinvolta in questa correttezza politica e non comprendono questo problema assolutamente cruciale. Dietro ciò c'è il totale fallimento dell'elite ceca, ed inizia col bestiale concetto di Benes che una rivoluzione nazionalista dovrebbe evolvere in una sociale. Benes stava preparando la strada ad un regime totalitario. L'espulsione dei Tedeschi dai Sudeti fu una componente integrale di quel percorso catastrofico. Sino ad oggi l'elite societaria e politica ha adottato acriticamente quell'ideologia. Per questo è impossibile dire ad alta voce come stanno realmente le cose qui, chi è il responsabile e di chi è la colpa.

D'accordo, ma volevo finire la domanda. Quelle persone criticavano un commento scritto da Oldrich Tichy, intitolato "Welfare per imbroglioni" (Davky pro sejdire). Cosa pensa di quell'editoriale? Lo trova problematico?

Cosa intende esattamente?

Oldrich Tichy ha scritto che il miglior welfare per i socialmente deprivati sarebbe una sventagliata di mitragliatrice.

Da quanto ricordo, il contesto era diverso. Devi manipolarlo per criticarlo. Prima di giudicarlo bisogna leggere l'articolo. Il contesto è differente da quanto dici. La parte della mitragliatrice è uno scherzo inaccettabile che ora sta circolando. Il problema di quel testo è che può essere letto in differenti maniere. Devo dire, non è una frase fortunata.

Quindi tutti questi critici e, per esempio, la commissione etica del Sindacato della stampa (Syndikat novinaru) non ha compreso il testo? Il Sindacato della stampa dice che Blesk "ha passato il confine dei principi etici a cui i media devono attenersi."

Che importanza ha il Sindacato della stampa (Syndikat novinaru)?

Qui non c'è nessun'altra organizzazione che si occupi del livello dei media di stampa nel loro complesso.

Nuovamente, ripeto: ipocrisia assolutamente falsa, di gente che in realtà non affronta niente di quanto è essenziale in questo paese dal punto di vista dell'etica e della moralità.

Qual è il coraggio di Blesk nell'affrontare "argomenti tabù" come "Bambini romanì all'assalto!" in prima pagina per far salire le vendite?

Sai quali sono gli argomenti tabù che copriamo più di tutti? Quali sono stati gli argomenti che quest'anno sono andati alla maggiore su Blesk?

Mi manca un'analisi precisa, ma come lettore occasione del vostro giornale, direi: celebrità, sicurezza, salute e, durante il caso di Breclav, coesistenza con i Rom. E' per questo che glielo sto chiedendo.

Sai una cosa? Torna quando avrai iniziato a leggerci.

Come ho detto, a volte leggo Blesk.

Non è così. Non ti sei accorto che durante il passato semestre, l'argomento più trattato da Blesk è stata la corruzione politica. Se qui ho fatto qualcosa, è stato trasformare un giornale che si occupava solo delle vite delle star in TV, in un giornale che tratta di corruzione politica e di abuso di potere. Questo è quanto faccio e quelli sono gli argomenti più importanti in questa società. Se per uno o due giorni salta fuori qualcosa sui Rom di qui, che non piace alla commissione etica del Sindacato della stampa, è assolutamente irrilevante rispetto a quanto trattiamo, e tu hai il coraggio di chiedermi se gli argomenti che trattano di Rom influenzano le nostre vendite? Non è ciò che facciamo! Si è trattato di un singolo caso. Queste domande mi fanno arrabbiare.

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Di Sucar Drom (del 08/08/2012 @ 09:11:23, in blog, visitato 1332 volte)

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Di Fabrizio (del 09/08/2012 @ 09:16:20, in Regole, visitato 1759 volte)

  SALUTI DA MILANO (immagine copyleft di Albertomos)

Comunicazione urgente: l'evento Concerto per una stella cadente è RIMANDATO A DATA DA DESTINARSI

    Premessa: scrive il Giorno, riprendendo una velina del Comune di Milano che l'altroieri, "E' stato smantellato dalla Polizia locale di Milano un insediamento abusivo di rom all'interno del campo autorizzato in via Idro..." ma, l'insediamento non si trovava all'interno del campo, ma a 100 m. di distanza. Lo stesso insediamento era già stato svuotato proprio un mese fa, e già due giorni dopo si era riformato, anzi era raddoppiato. In compenso, il capo dei vigili ne ha approfittato per fare una visita anche nel "campo autorizzato".

Così si è recata nella piazzola dove sinora si era mangiato, nel corso delle iniziative di HAI MAI PROVATO IN VIA IDRO? (immagino che non si sia bevuta neanche un caffè), dicendo che era illegale svolgere attività simili senza permesso del comune. Ha detto che si sarebbe dovuto chiedere questo permesso all'assessore Pierfrancesco Majorino (assessore.majorino@comune.milano.it) ed al suo collaboratore Cosimo Palazzo (cosimo.palazzo@comune.milano.it). Ha aggiunto che una risposta sarebbe arrivata ieri mattina stessa e che lei comunque sarebbe tornata giovedì sera al campo assieme alla Guardia di Finanza.

Martedì notte ho inviato una mail e mercoledì mattina una signora del campo era in Largo Treves a compilare i documenti del caso. La risposta arriva, alle 17.30 di ieri: "si esprime parere favorevole alle seguenti condizioni: siano rispettate le normative vigenti relative ai campi e in generale siano rispettate le norme per le iniziative svolte in luogo pubblico. La presente nota è indirizzata anche alla Polizia Locale per conoscenza e per quanto di competenza."

La cuoca a questo punto è dell'idea di farlo lo stesso, io sono con lei, ma gli altri (soprattutto gli uomini, va detto) hanno paura di qualche "tiro mancino". Ne discutiamo sino alle 19.30, la maggioranza decide di NO.

Ovviamente dispiace moltissimo, più a me che a voi, però a botta calda preferisco limitarmi a questo noioso elenco di cosa è successo a poco meno di due giorni dell'iniziativa. Ci sarà tempo per risposte più ragionate, a mente fredda.

Mi limito a ricordare che resta valido quanto scritto un mese fa, nel comunicato che annunciava la serie di iniziative proposte alla città:

Siamo ancora qua, aspettando che il comune mantenga le promesse, per non annoiarvi elenchiamo solo quelle dell'anno scorso

  1. ripristino di un servizio elettrico a norma;
  2. incontro con la cooperativa LACI BUTI sulle opportunità lavorative;
  3. incontro con i singoli nuclei famigliari per definire la situazione alloggiativa.
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Di Fabrizio (del 10/08/2012 @ 09:17:50, in Europa, visitato 1376 volte)

Da Roma_Francais

Orly, giovedì. Maria ed i suoi figli fanno parte dei 74 Rom accolti nel primo villaggio d'inserimento in Francia, finanziato principalmente dall'Unione Europea. Mala giovane lotta per trovare un lavoro | (lp/florian dèbes)
Rom, il villaggio test non accoglie nessuno - A quasi otto mesi dall'apertura, il villaggio d'inserimento dei Rom, un esperimento europeo, è ancora lontano dal compiere la propria missione. Lì cresce l'impazienza. leParisien.fr par Florian Dèbes - Publié le 30.07.2012, 06h17

E' un luogo unico in Francia, quello che visiterà questo pomeriggio ad Orly Jean-Yves Leconte, senatore dei francesi dell'estero. Recandosi nel villaggio d'inserimento delle famiglie rumene, potrà incontrare Maria ed i suoi 73 vicini. Per loro l'emergenza è terminata grazie al dispositivo installato non lontano dalla stazione di Saules.

Spostatasi a metà dicembre in una casa provvisoria, la giovane aveva posto fine ad un percorso fatto di produzione di mattoni in Romania, di bracciante agricola in Italia e di elemosine a Parigi. Nella baraccopoli che occupava precedentemente a Orly, a febbraio 2010 sono morti in un incendio due bambini di 15 mesi e 3 anni. Oggi la pulizia del sito è da considerarsi un imperativo. Maria spera di iniziare un tirocinio in una struttura per la prima infanzia. Ma questo è ancora una speranza.

Il programma d'inserimento, finanziato dall'Unione Europea per un importo di 250.000 €, e dal consiglio generale Val-de-Marne, ha davanti a sé ancora numerosi ostacoli, malgrado gli sforzi di Habitat et soins, l'organizzazione che quotidianamente gestisce il sito. "Non è ancora tutto bene", riassume Maria in un francese incerto.

I 74 abitanti vivono di vendita di rottami ed accattonaggio

L'obiettivo di dare alloggio alle famiglie è comunque soddisfatto. Ma vivono ancora di rivendita di rottami e di accattonaggio. Gli adulti sono sempre sottomessi al regime derogatorio che limita l'accesso dei cittadini rumeni l'accesso al mercato del lavoro. Viene additata la lentezza amministrativa. "In autunno depositeremo in prefettura sette dossier completi per le domande d'autorizzazione al lavoro," spiega Laurence Potte-Bonneville, direttrice regionale dell'associazione.

Si complica la scolarità degli adolescenti

Nessun problema da segnalare nella scuola primaria Marcel-Cachin. Invece per gli studenti delle superiori ci sono maggiori difficoltà. Mescolati in tre diversi istituti durante l'anno, per integrare in classi specializzate chi ha potuto andare poco a scuola, gli studenti faticano ad adattarsi allo stress. "Per qualcuno non è automatico alzarsi tutti i giorni per ascoltare un prof. Non l'hanno mai fatto," riconosce Elsa, l'educatrice specializzata del sito.

Corsi di francese per adulti offerti solo ora

Otto mesi dopo il loro insediamento lì, gli adulti potranno finalmente seguire, prima della partenza, laboratori sociolinguistici orientati alla ricerca di lavoro. "E' una richiesta insistente da parte loro," rileva Laurence Potte-Bonneville. Abitanti ed associazioni hanno faticato ad assumere un insegnante. Tre hanno declinato l'offerta all'ultimo momento. Una quarta ha infine incontrato le famiglie a inizio luglio. E così, se per il momento il villaggio di inserimento non è ancora un successo, c'è ancora tempo, le parti si son date tre mesi, per fare un bilancio.

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Credo che la storia, lunga ed ancora oscura, non terminerà qui. Intanto godiamoci questo raggio di sole

IL MATTINO di Leandro Del Gaudio Venerdì 10 Agosto 2012

NAPOLI - Il suo nome è entrato negli annali come esempio - più unico che raro - di cittadina rom condannata per sequestro di persona. Si chiama Angelica Varga, sta per compiere venti anni, gli ultimi quattro trascorsi in cella: una vicenda personale legata a un pezzo di storia di Napoli, con tanto di attenzione mediatica nazionale.

Ricordate? Metà maggio del 2008, sabato mattina, una stradina di Ponticelli. Poi: la ragazzina arrestata per sequestro di persona, la rabbia popolare, l'espulsione di oltre ottocento rom dal quartiere orientale. E ancora: un giudice che non scarcera Angelica, perché di "etnia rom", quindi incline a compiere delitti analoghi", la sentenza definitiva e il suo caso diventa un primato da giurisprudenza: una ladra di bambini, l'incubo metropolitano messo su carta bollata, con tanto di firma di un giudice. Un caso chiuso.

Quattro anni e mezzo dopo, Angelica si racconta. È stata scarcerata da poco, proprio negli stessi giorni in cui a Ponticelli venivano arrestati alcuni presunti camorristi che "con odio razziale" incendiavano i campi rom (storia del 2010) per impedire che i piccoli zingari frequentassero le scuole del quartiere.

Storie simili, anche secondo Angelica Varga, che su una panchina del centro di Napoli si racconta: "Desidero cose elementari: la verità, poi un lavoro qui a Napoli, una famiglia, l'integrazione. Ma anche una cultura dell'integrazione a Napoli, che - come la mia storia insegna - non esiste ancora".

C'è una sentenza, una verità giudiziaria, lei ha rapito una bambina in fasce, punto. Qual è la sua versione?
"Ero a Napoli da un mese e mezzo, ero da poco arrivata da Bistrita (Transilvania, Romania), la mia città natale. La mattina uscivo con una mia amica di poco più grande, che faceva piccoli sbagli. Mi portò con lei in una casa, voleva rubare qualche oggetto di valore. Facemmo appena in tempo a salire una rampa di scale, che venimmo bloccati da un uomo. La mia compagna riuscì a scappare, io finii in cella. Non parlavo italiano, ma ero tranquilla, mi dicevo: non ho portato via niente, ora mi rilasciano. Invece, quindici giorni di cella e ho capito: sequestro di persona, rapimento, stavo impazzendo".

Eppure, lei in quella stanza ci è entrata. Ha accarezzato quella bimba nel carrozzino, l'ha abbracciata?
"Mai. Non l'ho neppure vista quella bambina. Non siamo entrate in casa, non ci riuscimmo. Facemmo appena in tempo a salire una rampa di scale che fummo bloccate, la mia compagna scappò via, io rimasi lì senza immaginare cosa mi sarebbe toccato vivere".

Poi, mentre lei era in cella, a Ponticelli è scoppiato il finimondo: un quartiere in fiamme, raid incendiari, un popolo in fuga. Venne a sapere cosa stava accadendo?
"Lo seppi in cella, me lo dissero le altre ragazze, che provavano a sostenermi. È stato orribile e assurdo. Sono stati espulsi tutti, in una notte è stato spezzato il progetto di integrazione che tante famiglie avevano intrapreso. Non c'erano solo ladri in quegli accampamenti, ma anche ragazzi che andavano a scuola, c'era mio fratello, i miei parenti: via tutti, dalla notte al giorno. Hanno trovato una scusa orribile per cacciarci, per allontanarci. E io sono stata quattro anni e mezzo in cella".

Un mese fa sono stati arrestati alcuni presunti camorristi di Ponticelli: per "odio razziale" hanno scatenato incendi nel 2010, non volevano gli zingari a scuola dei loro figli.
"Conosco questa storia. Credo sia molto simile alla mia, perché al di là dell'episodio che mi ha visto condannata, credo che qualcuno abbia soffiato sul fuoco, credo che qualcuno aspettasse un pretesto - come il rapimento di un bambino - per scatenare la guerriglia contro di noi".

Ripetiamo: per i giudici lei è responsabile di quel rapimento, la sentenza è definitiva, se potesse incontrare la mamma della bimba rapita per pochi minuti, cosa le direbbe?
"Nutro ancora troppa rabbia per quello che mi è successo, voglio guardare avanti, niente polveroni polemici".

Cosa fa da quando è libera?
"Voglio ringraziare i miei legali, gli avvocati Liana Nesta e Cristian Valle che hanno creduto in me e hanno provato a difendermi anche contro i pregiudizi. Ho trovato attorno a me tanta solidarietà, ora provo a ripartire. Ho vent'anni, vorrei un lavoro (so fare la parrucchiera), una vita normale da cittadina napoletana. Nel frattempo, quando posso, faccio anche un po' di volontariato".

In che senso?
"Parlo bene italiano, spesso mi reco in alcuni campi rom dell'hinterland assieme ad altri volontari, dove cerco di svolgere un ruolo in un più ampio progetto di integrazione".

È andata anche a Ponticelli?
"No, lì non sono mai tornata. Mi fa troppo male rivedere quei posti, per anni ho rivissuto dentro di me quella scena, quel cancello che si apre, gli scalini, l'uomo che mi afferra il braccio, qualcuno che mi chiede di firmare carte che ho fatto bene a non firmare: perché io quella piccola nel carrozzino, non l'ho neppure vista una volta in vita mia".

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Di Fabrizio (del 12/08/2012 @ 09:03:00, in media, visitato 1425 volte)

NO COMMENT. Al limite, da rileggere "SVEGLIA!!!!! Sono arrivati a San Sperate oltre 400 Rom" (e poi valutate da soli)

Cagliari, rom alloggiati in villa con piscina dopo essere stati sfrattati dal campo nomadi

La "villa con piscina agli zingari" è un casolare diroccato a Flumini: "il Comune risparmia 500mila euro"

Il comune pagherà l'affitto per almeno un anno, ma la convenzione potrebbe prolungarsi

12:30 - Non è andata male a due famiglie di rom che a fine giugno hanno dovuto abbandonare il campo nomadi nel Cagliaritano, sulla Ss554, chiuso dal sindaco Massimo Zedda per gravi problemi igienici. Sono infatti state alloggiate in una villa sul litorale con pavimenti in marmo, grande caminetto al centro del salone, bagno con idromassaggio e aria condizionata in ognuna delle quattro camere da letto. L'affitto? Paga il comune di Cagliari.
Come riporta il quotidiano 'L'Unione sarda', d fronte alla prima villa sul litorale, a pochi metri, c'è quella che diventerà la nuova casa per altri tre nuclei familiari: un vecchio ristorante che si affaccia su una grande piscina, patio in cotto e centinaia di metri quadri di terreno, fino a pochi giorni fa completamente incolto.
Sono due delle ville sul litorale che il Comune, tramite la Caritas, ha messo a disposizione delle famiglie bosniache allontanate dalle baracche e dai terreni inquinati stretti tra la Statale 554 e il quartiere di Mulinu Becciu. Sarà il Comune a pagare, almeno per i primi dodici mesi l'affitto delle case, ma il sostegno potrebbe arrivare fino a due o tre anni.


di Jacopo Norfo
"Ma quale piscina di lusso per gli zingari, al massimo è una bagnarola". Di fronte a quello che è soltanto un casolare diroccato sul litorale di Flumini, un ex ristorante abbandonato da anni che il titolare non era mai riuscito a riutilizzare o a dare in affitto, e che è tutto tranne che una villa lussuosa, viene da sorridere davanti ai finti scoop di qualche giornale. Fabrizio Rodin, presidente della commissione Politiche Sociali del Comune di Cagliari, spiega: "Si tratta di un locale dove vivono due famiglie di nomadi, una struttura vecchia da risistemare, un'abitazione provvisoria. Insomma tutto tranne che una residenza di lusso con piscina". La piscina c'è, ma non sembra affatto in stile Hilton. In atto c'è una chiara strumentalizzazione che potrebbe portare a tensioni sociali. La verità è un'altra. Va detto poi che è la Caritas a occuparsi delle case per i nomadi in prima persona. Rodin spiega: "Il Comune non regala affatto case agli zingari, questo sarebbe proibito perchè sull'assegnazione delle case esistono specifiche graduatorie. Si sta utilizzando una precisa legge regionale che costa 90 euro a persona per chi è andato via dal campo Rom sulla statale 554. In tutto spenderemo circa 200 mila euro, per un solo anno di affitto e non per sempre, utilizzando un finanziamento che riguardava il campo Rom che invece è di 700 mila euro. Facciamo un conto facile facile: significa che il Comune, e quindi i cagliaritani, risparmieranno rispetto agli anni scorsi la bellezza di mezzo milione di euro all'anno". Fabrizio Rodin spiega poi come in passato, quando al timone c'era l'amministrazione di centrodestra, non siano state trovate soluzioni: "I fondi relativi all'anno 2007 stavano per andare persi del tutto e li abbiamo salvati in extremis. Mi chiedo poi come mai il consigliere Porcelli, che ha proposto un altro campo Rom a Giorgino, non sia invece riuscito a trovare un piano alternativo quando era lui il presidente della commissione Cultura". Nella foto, Fabrizio Rodin.
jacopo.norfo@castedduonline.it
twitter@JacopoNorfo

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