Di Fabrizio (del 03/02/2012 @ 09:16:13, in casa, visitato 2069 volte)
Africa Insieme: Un fatto di inaudita gravità. Comunicato del 1 Febbraio 2012
Quello accaduto ieri, nel "villaggio rom" di Coltano, è un fatto di inaudita
gravità. Come riportato dalle cronache, una donna è stata sfrattata con la
forza, assieme ai suoi cinque figli, uno dei quali ha appena otto mesi.
L'operazione è stata voluta dal Comune, perché la donna è indagata
nell'inchiesta sulla "sposa bambina", ed è attualmente sotto processo. Qui ci
preme fornire alcune informazioni, che sono state omesse, o distorte, nel
comunicato diffuso ieri dal Comune.
Il primo punto riguarda la motivazione dello sfratto, la vicenda della sposa
bambina. Come noto, la donna non ha ancora avuto una condanna, ed è in attesa di
processo: i cui esiti, peraltro, non sono affatto scontati, perché le indagini
hanno fatto emergere molte contraddizioni nella tesi dell'accusa. Attuare uno
sfratto sulla base di un semplice capo di imputazione è comunque illegale. La
Dichiarazione dei diritti dell'uomo stabilisce che «ogni accusato di reato è
presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata in un
processo». E la Costituzione italiana ribadisce: "L'imputato non è considerato
colpevole sino alla condanna definitiva".
Non solo: l'esperienza di questi anni dimostra che gli sfratti, effettuati sulla
base di semplici capi di imputazione, hanno rappresentato solo un pretesto per
allontanare i rom. Alcuni macedoni furono sfrattati da un alloggio a Marina di
Pisa, perché imputati in un processo: assolti, non hanno mai ri-ottenuto la
casa. E' davvero la "legalità" l'obiettivo di questa amministrazione?
Il secondo punto riguarda il ricorso della donna contro lo sfratto. Non è
affatto vero – come è stato scritto in passato – che il TAR ha dato ragione al
Comune. Il giudice si è limitato a dichiarare "improcedibile" il ricorso: detto
in termini semplici, significa che ha deciso di non decidere. I contratti per le
case di Coltano, infatti, durano appena sei mesi, e devono essere rinnovati ogni
volta, sulla base di una decisione "discrezionale" dell'amministrazione: se
anche il giudice avesse dato ragione alla donna, il Comune avrebbe sempre potuto
non rinnovarle il contratto. Il TAR, quindi, non ha dato ragione a nessuno:
semplicemente, non si è espresso.
Infine, noi contestiamo le modalità e i tempi con cui è stato effettuato lo
sfratto. Per allontanare la donna con i suoi bambini, si è scelto il periodo più
freddo degli ultimi 27 anni. Come soluzione "temporanea", è stata proposta
un'accoglienza di poche ore, separando la madre dai suoi bambini: una procedura
crudele e senza senso, utilizzata a Roma dal Sindaco Alemanno e più volte
condannata dagli organismi internazionali.
Si è allestito un inedito dispiegamento di forze dell'ordine, chiudendo tutti
gli accessi al villaggio e impedendo l'accesso a un giornalista free-lance
intervenuto sul posto: una modalità da rastrellamento, che ha generato il panico
in molte famiglie estranee alla vicenda (in quelle ore abbiamo ricevuto molte
telefonate di rom che temevano uno sgombero generalizzato).
Africa Insieme si impegna sin da ora nella tutela legale della donna, e si
rivolgerà agli organismi internazionali di tutela dei diritti umani per avere
giustizia.
Non sto a mandavi cosa ha scritto il Tirreno sulla vicenda..quello di
Pisa Notizia almeno ha sentito il bisogno di sentire anche noi e darci voce.
Ieri è stata una giornata tristissima, non solo per questa famiglia e il suo
calvario..ma anche per tante famiglie Rom assistere allo sfratto, e da parte mia
vedere la violenza subita la Signora, picchiata, presa a calci dagli agenti e
vigili. Sono intervenuto anch'io in maniera decisa, condannando la violenza e
urlando la mia rabbia e vergogna. Sono stato letteralmente buttato fuori dalla
casa dagli agenti!
Ieri è stata anche la giornata più fredda degli ultimi 30 anni e con la neve che
cadeva... nessuna pietà per i minori.
Penso di scrivere qualcosa, anche per far conoscere la verità dei fatti, (anche
se so che servirà a niente) completamente stravolti dai quotidiani locali, nei
quali la signora viene descritta come un "mostro" e le forze dell'ordine le sue
vittime!??
Oggi ho accompagnato la signora al Pronto Soccorso perché a causa delle botte
ricevute soffriva e aveva difficoltà a reggersi in piedi!
E' tutto, Ago
IL CIMITERO DELLA COSCIENZA CITTADINA
Ieri mattina il comune ha mostrato per l'ennesima volta la sua prepotenza verso
una famiglia Rom di Coltano. Con incredibile violenza viene sfrattata dalla sua
abitazione, la mamma viene trascinata più volte con veemenza da agenti di
polizia coadiuvati da vigili urbani, facendole sbattere la testa contro i
muri..tutto di fronte agli occhi terrorizzati dei suoi figli e famigliari. Una
scena di violenza gratuita e che ha provocato la rabbia, la reazione e lo sdegno
di tanti di noi e dei suoi famigliari.
Il Comune sceglie volutamente la giornata più fredda di questi 2 ultimi mesi per
sbattere in strada la famiglia Rom, composta di 5 minori, l'ultima una neonata
di meno di un anno, un altro di poco più di due anni, proprio nel giorno in cui
il comune autorizza la chiusura di tutte le scuole cittadine a motivo del freddo
e della neve..ma questa famiglia non merita un briciolo di considerazione e
umanità.
Cosa ha fatto di tanto mostruoso questa famiglia Rom? Forse, non paga le
bollette di luce, di acqua, di gas, della spazzatura, dell'affitto, delle
incalcolabili marche da bollo (180 €) che servono per rinnovare il contratto di
affitto che scade ogni 6 mesi, o non manda i figli a scuola? Stranamente è tutto
in regola! No niente di tutto questo, semplicemente non ha mai voluto
arrendersi, non ha chinato la testa alla persecuzione (non trovo termine più
appropriato!) di operatori e assistenti sociali che la volevano arrendevole e
sottomessa. Ha osato pazientare e confidare nella giustizia italiana: perché
spetta solo alla Giustizia condannare o assolvere una persona di fronte a
qualsiasi accusa e che di fronte ad una condanna di colpevolezza la pena è
sempre individuale. Lo dice la nostra Costituzione, e sono proprio dei Rom che
lottano per difenderla e farla ricordare, anche a chi avrebbe il dovere di
promuoverla.
Lo sfratto è stato un lavoro sporco, ne erano consapevoli gran parte dei
protagonisti, ed è per questo si è impedito ai giornalisti di raggiungere il
campo, solo a quelli "embedded" è stato acconsentito, puntuali a fotografare la
spazzatura del campo.. un fotografo attraverso i boschi è riuscito a forare
l'isolamento e documentare quello che stava accadendo, ben più nauseabondo della
spazzatura! Come definire i calci, le botte, gli insulti, l'umiliazione subita
di fronte ai suoi figli? Ieri la signora, anche su mia insistenza dopo averla
vista piegata dal dolore, si è presentata al Pronto Soccorso per farsi visitare,
dove le è stato diagnosticato un forte trauma cervicale e dorsale.
Cosa risponde l'assessore Ciccone, è forse questa la competenza
mostrata nell'operazione sfratto di cui parla alla sua stampa? La Sig.ra Rom
quelle contusioni, se li è forse procurate da sola? Sta forse recitando? Se li è
giustamente meritate? Risponda ai fatti, se ne ha il coraggio e soprattutto se
ne è competente!
Alla signora è stata offerta la possibilità di una temporanea sistemazione alla
condizione di separarsi dai suoi figli, da destinarsi in luoghi diversi.
Purtroppo è una prassi dei Servizi Sociali di Pisa, sopratutto verso soggetti
Rom, che si ripete spesso in questi ultimi anni, ma che ha una triste e poi non
tanto lontana origine, quella nei lager nazisti: era infatti una prassi
consolidata e ben collaudata, quella di separare i genitori dai loro figli, per
meglio controllare e sottomettere. E dire che abbiamo appena celebrato il Giorno
della Memoria e non sono certo mancati convegni in città. Come non sono mancati
l'anno scorso in occasione della commemorazione del triste ricordo delle Legge
Razziali, istituite nel 1938, proprio nella nostra città. "Pisa non
dimentica" le leggi razziali, era il titolo della giornata dedicata e
istituita dal comune lo scorso 5 Settembre nella tenuta di San Rossore. "Combattere
l'oblio e l'indifferenza quindi - ha concluso - non rappresenta soltanto un
giusto tributo alla memoria delle vittime, ma l'antidoto più efficace contro
ogni intolleranza, odio razziale o paura della diversità, contro i veleni
sottili che innervano le nostre società in tempi di cambiamenti accelerati, di
tante incertezze e di crisi ormai conclamata di modelli di sviluppo".
(sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, 5 Settembre 2011)
Come non condividere? Ma i veleni contro i Rom sono ancora ben annidati e ho
l'impressione che spesso e volentieri, chi proclama di snidarli a voce, nella
pratica invece, ha l'interesse a diffonderli.. contribuendo ad innalzare il
cimitero della coscienza cittadina.
Don Agostino Rota Martir - 2 Febbraio 2012 - campo Rom di Coltano (PI)
Una famiglia con 5 minori, compreso un bambino di pochi mesi, è stata sfrattata
e messa all'addiaccio nei giorni più freddi dell'anno in cui l'Italia intera è
allertata per il pericoli che il freddo può arrecare a persone e cose.
Le dichiarazioni dell'Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pisa sono
gravissime. Diciamo all'Assessore che è credibile non un'Amministrazione che
indiscriminatamente sfratta le persone, ma un'Amministrazione che tutela e
include le persone, a maggior ragione nei momenti di difficoltà ed emergenza.
Chiediamo al Sindaco di Pisa di prendere pubblicamente le distanze da quelle
affermazioni.
L'Amministrazione sembra non tener conto di quei corpi offesi, svillaneggiati
dal freddo.
Chiediamo al Sindaco che si attivi immediatamente per riparare a questo
inammissibile episodio, cominciando con l'assicurare, da subito, un alloggio
alla famiglia e ai minori.
Questa vergogna non è tollerabile.
Alberto Bozzi - Coordinatore comunale SEL di Pisa
Dario Danti - Coordinatore provinciale SEL Pisa
Di Fabrizio (del 03/02/2012 @ 09:30:03, in Italia, visitato 1853 volte)
dal 9 febbraio al 17 marzo 2012 CENTRO MEDICO SANT'AGOSTINOPiazza Sant'Agostino 1 (20123 Milano) +39 0289701707 , +39 0289701703 (fax), +39 0289701701 informazioni@cmsagostino.com -
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Le foto di Valter Molinaro sono state scattate durante due matrimoni nel campo
Rom di via Triboniano,e rappresentano una bella occasione per entrare nel mondo
di un popolo che vive nelle nostre città, ma che, spesso per reciproca
diffidenza o per paura, conosciamo poco.
orario: tutti i giorni con orario continuato dalle 8 alle 20 (il martedì fino
alle ore 22) e il sabato mattina dalle 8 alle 13.
(possono variare, verificare sempre via telefono)
Comunicato Stampa
Il Centro Medico Santagostino apre alle diversità.
Le fotografie di Valter Molinaro ci permettono di oltrepassare il filo spinato
di un campo Rom, quello di via Triboniano a Milano, per conoscere da vicino un
popolo verso il quale i sentimenti prevalenti sono spesso diffidenza o paura.
Le foto sono state scattate nel 2011 durante il "reportage" dei matrimoni di due
giovani coppie Rom, chiesto al fotografo dagli stessi genitori degli sposi. Due
giornate lunghissime, in cui il fotografo ha ritratto gli sposi, i loro
familiari e tanti altri abitanti del campo.
Il percorso espositivo indaga specialmente i volti e gli sguardi dei Rom, da cui
emanano l'orgoglio per la propria cultura e lo spirito libero, per il quale i
Rom sono spesso chiamati "popolo del vento".
Un documento importante, anche perché oggi il campo di via Triboniano, uno dei
più grandi del nord Italia, non c'è più.
Di Fabrizio (del 04/02/2012 @ 09:15:11, in scuola, visitato 1778 volte)
Storie che sarebbero già inquietanti di per sé, e che legano strettamente
le strade che uniscono e dividono l'Europa dell'Est a quella dell'Ovest. Ma che
devono spingere ad un'ulteriore riflessione, visto che finalmente il governo
sembra iniziare a muoversi sul
riconoscimento della nazionalità italiana a chi
nasce qui, suscitando la
reazione piccata del più grande politico (nel senso di
fame mediatica) italiana. Un appunto strettamente personale: è una risposta
anche a chi mi ha detto che non sono argomenti che riguardano i Rom.
Negare l'istruzione ad un bambino rom viola i diritti umani - 30 gennaio 2012
D [minore] -contro- Corte d'Appello sui rifugiati
Alta Corte
Neutral Citation: IEHC 431. Sentenza emessa il 10 novembre 2011 dal giudice
Gerard Hogan.
Giudizio
La probabile negazione dell'accesso all'istruzione primaria di un bambino rom
serbo viola i diritti umani di base e rientra in quanto proibito dal Refugee Act
1996, quindi la decisione di espellerlo verso la Serbia dev'essere
annullata.
Retroscena
Il richiedente è nato in Irlanda nel 2006, quindi non è cittadino irlandese.
I genitori sono nati in Serbia, dove erano considerati come Rom. Venne fatta
richiesta di asilo a nome del bimbo, richiesta rigettata nell'agosto 2009.
E' stato eccepito in suo nome che avrebbe sofferto persecuzioni al ritorno in
Serbia, in quanto non avrebbe ricevuto istruzione primaria. La Corte d'Appello
sui rifugiati ha trovato che, per quanto potesse ravvisarsi discriminazione
nella negazione all'istruzione, questo non era sufficiente a soddisfare il
requisito della persecuzione ai sensi del Refugee Act.
Informazioni sul paese d'origine, provenienti dal Comitato ONU sui Diritti
dei Bambini, dalla Commissione Europea e dal dipartimento di stato USA, mostrano
che i Rom in generale ed i bambini, particolarmente le bambine, sono stati
soggetti a discriminazioni diffuse. Sono pochi i bambini rom che in Serbia
frequentano la scuola, e quando lo fanno sono spesso mandati in scuole speciali
per bambini con difficoltà d'apprendimento.
Il giudice Hogan ha riconosciuto che non tutte le violazioni delle libertà
civili di base o discriminazioni, siano paragonabili alla persecuzione. Il
concetto di ciò che costituisce persecuzione non si presta ad un'analisi
precisa, ha detto.
Ha sottolineato che in due casi precedenti il tribunale aveva mostrato come
la discriminazione in altre parti della ex Jugoslavia, in un caso contro due
persone di etnia serba ed in un altro una coppia croata-serba, non costituisse
persecuzione.
Prima di analizzare le conclusioni del tribunale, il giudice doveva esaminare
il livello di discriminazione che si sarebbe incontrato al ritorno in Serbia, ha
aggiunto. Le informazioni sul paese d'origine in questione fornivano un quadro
di "pervasiva discriminazione contro i bambini rom".
Decisione
Il giudice Hogan ha sottolineato che quasi 60 anni fa in un famoso giudizio,
la Corte Suprema USA dichiarò in Brown -contro- Dipartimento dell'Istruzione
di Topeka che la segregazione scolastica violava il principio
costituzionale dell'eguaglianza. Anche se questo non significava persecuzione,
illustrava come la scuola segregata fosse un segno distintivo di una società
dove i gruppi svantaggiati erano soggetti ad una discriminazione ed esclusione
pervasiva che, in determinate circostanze, portava alla persecuzione.
In questo caso le statistiche mostravano come il richiedente fosse a rischio
di non ususfruire nemmeno dell'istruzione di base. La questione è se
l'indifferenza ufficiale non sia stata lei stessa persecutoria.
Il giudice Hogan ha citato il libro The Law of Refugee Status del
prof. James Hathaway, dove la persecuzione viene definita come "la mancata
attuazione dello sviluppo di un diritto, dentro una categoria che è sia
discriminatoria che non fondata sull'assoluta mancanza di risorse."
Il diritto all'istruzione viene ampliamente considerato come fondamentale
negli art. 42 della Costituzione, art. 2 del primo protocollo della Convenzione
Europea sui Diritti Umani e art. 14 della Carta UE sui Diritti Fondamentali,
come pure nella Convenzione ONU sui Diritti del Bambino. "Se a D venisse negato
il diritto all'istruzione di base, verrebbe effettivamente escluso da ogni
partecipazione significativa nella società serba," ha detto Hogan. Sarebbe
quindi un caso più grave della discriminazione subita negli altri due casi.
Ha poi aggiunto: "Mentre questo caso ricade fuori dalla tipologia classica di
persecuzione prevista dalla Convenzione di Ginevra... sembra senza dubbio
impossibile evitare la conclusione che la negazione dell'istruzione di base
porti ad una seria violazione dei diritti umani basici [e] porti alla
persecuzione, secondo quanto previsto dall'S 2 del Refugee Act 1996."
Michael Lynn BL, instructed by John Gerard Cullen, Carrick-on-Shannon, for the
applicant; Cindy Carroll BL, instructed by the Chief State Solicitor, for the
State.
L'articolo qui sopra cita il caso di un bambino rom nato in Irlanda che
potrebbe soffrire di una probabile negazione dell'accesso all'istruzione di
base, in caso di ritorno in Serbia. Il film a questo
link, del regista
britannico Antony
Butts, mostra esattamente cos'è accaduto a due ragazzi, nati e scolarizzati in
Germania, senza alcuna conoscenza della lingua serba, "obbligati" a vivere a Leposavic,
nella zona del Kosovo controllata dai Serbi, a nord del fiume Ibar. Non solo è
stata negata loro un'istruzione adeguata, ma vengono pesantemente discriminati
ed aggrediti dai coetanei serbi locali. Due ragazze presentate nello stesso
documentario, rimandate sempre dalla Germania a Banja Peje in Kosovo, si trovano
un po' meglio. Viene mostrato perfettamente le conseguenze scioccanti del
rimpatriare bambini nati e cresciuti in un paese occidentale, costretti poi a
vivere nella ex Jugoslavia a causa delle origini dei genitori.
Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si
pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle
più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate.
Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come
sinonimo di «zingari», mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi etnici
(oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione
romanì.
Per la prima volta, uno studioso Rom italiano ci offre una storia complessiva di
questo popolo, dalle migrazioni originarie alla situazione contemporanea,
abbracciandone la cultura e i valori sociali, le espressioni artistiche, fino
alle organizzazioni politiche.
Questo racconto ci restituisce l'identità «invisibile» dei Rom, l'evoluzione di
tradizioni e valori millenari tramandati nella quotidianità: un'identità
ignorata dagli stereotipi dei campi nomadi che trasformano gli errori di pochi
in colpa collettiva; relegata nel ghetto della povertà ed esclusione sociale
dalle stesse associazioni di pseudo-volontariato; annientata, infine,
dall'attuale politica di assimilazione attraverso la Romfobia.
Appartengono alla popolazione romanì celebri attori come Michael Caine, Bob
Hoskins, Yul Brynner, Rita Hayworth, il calciatore Michael Ballack, professori
di prestigiose università, persino un Premio Nobel, un Principe, un Presidente
della Repubblica e un Beato. Se ci stupiamo è la prova di quanto radicati siano
i pregiudizi, di quanto utile sia questo libro, frutto di venticinque anni di
ricerche e scoperte, il cui messaggio paradossale è che i Rom sono un popolo
«normale» di «genti libere», una libertà per nulla romantica, ma che è la forza
di chi ha preservato con tenacia la propria identità, resa misconosciuta da
secoli di discriminazione e propaganda.
Santino Spinelli in arte «Alexian» è un Rom italiano, musicista, compositore,
poeta, saggista. Ha due lauree, una in Lingue e Letterature Straniere Moderne e
l'altra in Musicologia, entrambe conseguite all'Università di Bologna. È autore
di numerosi articoli e opere letterarie sul mondo Rom. Insegna Lingue e Processi
Interculturali (Lingua e cultura romanì) all'Università di Chieti. Con il suo
gruppo, l'Alexian Group, tiene numerosi concerti in Italia e all'estero. Ha
pubblicato partiture musicali per orchestra, ensemble e fisarmonica sola con il
titolo di Romano Drom («Carovana romanì») con l'Ut Orpheus di Bologna e ha
tenuto concerti con l'Orchestra Sinfonica Abruzzese e con l'Orchestra Europea
per la Pace a Strasburgo al Palazzo del Consiglio d'Europa.
Dettagli
Codice: ISBN 88-6620-346
Autore: Santino Spinelli
Sottotitolo: Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto Editore: Dalai
Data di uscita: 19/1/2012
Anno di produzione: 2012
Sito: www.alexian.it
Confezione: brossura con alette
Pagine: 384
Argomento: Saggistica Prezzo: €17.50 -
Il nostro prezzo: €14.87
Perlopiù i Rom praticano calcio o boxe, perché sono i due sport
considerati per la gente povera... è il ragionamento di Ljubomir Oshavkovski,
giornalista del quotidiano "Makedonski sport"
23/01/2012 - Calcio e pugilato da anni sono gli sport tradizionalmente
praticati dai Rom in Macedonia. Il fatto è confermato dai giornalisti
sportivi del paese, ma anche dalla ricerca effettuata da EDNO a Kumanovo, Shtip,
Skopje e Prilep, dove il 90% degli atleti rom sono calciatori o pugili. Nel
periodo in cui l'attenzione pubblica in Macedonia è dedicata ai campionati
europei di pallamano in Serbia, o tornando all'estate 2011, quando il paese
celebrava il successo ai campionati di basket in Lituania, ci siamo chiesti
perché le nazionali di pallamano e di basket non abbiano rappresentanti rom.
Ljubomir Oshavkovski, giornalista del "Makedonski sport" osserva che i Rom
praticano soprattutto calcio e boxe, perché sono i due sport generalmente
considerati "per poveri".
- Sono sport in cui non è necessario grande talento, predisposizione e le
condizioni per avere successo. I Rom sono considerati gente povera, che non
hanno le condizioni per allenarsi a tennis, per esempio, quindi la maggior parte
sceglie il calcio o la boxe. Anche da noi i Rom si allenano in squadre rom
locali e difficilmente questo si nota, anche se alcuni di loro hanno talento.
Anni fa c'erano pochi Rom nei club più conosciuti. Per esempio, Erol Demir, nel
Vardar, ma oggi non saprei nominare un solo giocatore, dice Oshavkovski,
aggiungendo:
- Riguardo alla boxe, col tempo è diventata una tradizione per i Rom. Anche
se non seguo questo sport, conosco almeno dieci pugili, alcuni dei quali hanno
partecipato ai Giochi Olimpici e vinto delle medaglie. Al momento il più famoso
è Veli Mumin, il migliore nella sua categoria in Macedonia.
Oshavkovski riconosce che ci sono pregiudizi e discriminazioni nello sport
macedone riguardo ai Rom. Secondo lui ci sono difficoltà per gli atleti rom nel
fare progressi nel quadro europeo, cosa che non succede agli altri atleti del
paese.
- Dice: Penso che non ci siano assolutamente possibilità per i Rom macedoni
di compiere progressi nel quadro europeo, esclusi forse i pugili, ma è molto
difficile per loro. Primo, perché sono poche le persone che vorrebbero essere
manager di un atleta rom, ed in secondo luogo perché non ci sono abbastanza
Macedoni di successo in Europa e nel mondo. Sinceramente, non conosco molti
atleti rom di successo, in realtà l'unico che conosco è il calciatore Hose Antonio
Rejes, di Siviglia in Spagna, che ha giocato nel Real Madrid, poi nell'Arsenal e
dieci giorni fa è tornato nel Siviglia. Ha giocato anche nella nazionale
spagnola.
I tornei sportivi possono rivelare talenti
Roman Demirov, ex pugile con 20 anni di esperienza in questo sport, conferma
anche lui che la situazione per gli atleti ed i club sportivi rom non è rosea.
E' stato in società pugilistiche di Shtip, Kumanovo, Skopje e della Serbia ed
ora ha smesso. Si guadagna da vivere con un'impresa privata.
- Ci sono molti bambini rom che giocano a basket o a pallamano, non solo per
le strade. I club sportivi rom sono morti, nessuno vuole finanziarli. Se fossero
organizzati tornei tra i giovani, si scoprirebbero molti talenti e non solo nel
calcio, considera Demirov.
Lui stesso, dice, si proporrebbe per sollecitare ed organizzare
manifestazioni simili, se solo ci fosse uno sponsor.
Uno dei più giovani e promettenti talenti del football [...] , si chiama Enis
Asanovski e viene da Prilep. Gioca nel "Proleter", che è una delle poche squadre
rom in Macedonia. Enis ci gioca già da due anni.
- Dice: Mi sono allenato nel "Pobeda" e nel "Shampion" e gioco anche in
nazionale. Non faccio altro se non giocare a calcio. Ma non ne vale a pena. A
meno di andare via e giocare in un club straniero.
Si discute spesso di football e di Rom, riferendosi ai teppisti di destra in
Europa dell'Est ed alle loro invettive contro le comunità rom. Tuttavia, il
collegamento tra i Rom ed il calcio è qualcosa che dovrebbe essere riconosciuto
e può agire da ispirazione per molti giovani.
Moderni talenti rom del calcio hanno incantato i più grandi stadi del mondo,
dal Nou Camp di Barcellona a San Siro di Milano, ed il quartetto di sopra è
stato selezionato tra quanti, tra gli attuali giocatori rom, hanno avuto le
carriere più illustri e di successo.
Presentiamo un profilo per ogni giocatore, prima di porre la fatidica
domanda: Chi è il più grande giocatore rom di tutti i tempi?
ANDREA PIRLO
Nato in una famiglia sinti a Flero, nel nord-est della Lombardia, Pirlo è
ampliamente riconosciuto come il miglior regista calcistico della sua
generazione. Gli Italiani lo scoprirono adolescente a Brescia, prima che nel
1998 l'Inter lo comprasse a peso d'oro. Durante questo periodo, la sua
progressione stagnava a livello di club, ma a livello internazionale stava
nascendo una stella.
Agli Europei under-21 del 2000, Pirlo, capitano per l'Italia, non solo fu
capocannoniere ma venne anche votato come miglior giocatore del torneo e
ricevette il premio Golden Player.
Tuttavia, nell'Inter continuava a non essere valorizzato e venne venduto ai
grandi rivali del Milan nell'estate del 2001. Fu una grande perdita per l'Inter
e un grande acquisto per il Milan, come venne dimostrato qui sotto, con
l'esecuzione di uno dei suoi leggendari calci di punizione, durante il derby
milanese.
Pirlo divenne un componente integrante di un eccellente Milan, vincendo la
Champions League alla sua seconda stagione, battendo i colleghi della Juventus
nella finale del 2003.
L'anno seguente il Milan vinse il campionato, col creativo centrocampista
alla base di quel successo.
Contemporaneamente giocando in
nazionale, Pirlo ebbe un ruolo fondamentale nella straordinaria vittoria
dell'Italia nella Coppa del Mondo 2006. Dopo aver battuto la Germania in
semifinale, l'Italia vinse ai rigori contro la Francia in finale. Pirlo alzò il
trofeo e venne premiato col Pallone di Bronzo, dopo essere stato votato il terzo
miglior giocatore del torneo.
Mentre alza la Coppa UEFA vinta dal Milan nel 2007
Nel 2007 vinse per la seconda volta un trofeo europeo, sempre con il Milan, e
rappresentò l'Italia all'Euro 2008 e nei Mondiali 2010, prima di terminare la
sua carriera decennale al Milan nel 2011, contemporaneamente alla vincita in
campionato dopo sette anni di digiuno.
Ora, a 32 anni, Pirlo gioca nella Juventus, dove sperano che la sua classe ed
esperienza riportino il club più premiato d'Italia agli antichi fasti.
RAFAEL VAN DER VAART
Proveniente da Heemskerk, Olanda settentrionale, van der Vaart è
sopravvissuto ad una carriera turbolenta per diventare uno dei più prolifici
centrocampisti d'attacco in Europa. Nato da madre spagnola e padre olandese, van der
Vaart è cresciuto giocando a calcio nei campi per roulotte in giro per l'Olanda.
Esordì nell'Ajax dove rapidamente divenne uno dei più ricercati
centrocampisti d'Europa. Aveva talento nel segnare gol spettacolari, e segnarne
molti. Durante il periodo dell'Ajax vinse il Johan Cruyff Prijs per il
Dutch Football Talent of the Year,
prima di vincere due scudetti nel 2002 e nel 2004.
In seguito, fini all'Amburgo nel 2005, dove la forma eccellente crebbe
ancora, alzando ulteriormente il suo profilo internazionale e facendogli
ottenere un ricco contratto presso i giganti spagnoli del
Real Madrid nell'estate
del 2008.
Rafael van der Vaart celebra la vittoria dell'Olanda contro l'Inghilterra
nel 2006
A questo punto van der Vaart aveva già rappresentato l'Olanda nei Mondiali
del 2006 e ai Campionati Europei nel 2008. Nella
Coppa del Mondo 2010, divenne capitano della nazionale, anche se perse a
Johannesburg la finale con la Spagna per 1-0.
Il ventottenne campione rom gioca ora con il club inglese del Tottenham Hotspur,
dove è una figura chiave nella loro corsa verso il successo nazionale ed
europeo.
JOSE ANTONIO REYES
Nato in una famiglia di Kalè spagnola nel quartiere Utrera a sud-est di
Siviglia, Reyes ha abbagliato i fan sia in Spagna che in Inghilterra, con le sue
esecuzioni fulminee e la sua potenza di tiro.
Da ragazzo, Reyes ottenne un enorme successo nell'ambiziosa squadra del
Siviglia, segnando 22 goal come ala in 86 partite, prima di essere venduto al
club inglese dell'Arsenal nel gennaio 2004, quando aveva 20 anni.
Il giovane kalò era così popolare tra i tifosi del Siviglia, che il
presidente decise che sarebbe stato impossibile venderlo ad un'altra squadra
spagnola, anche se persino il Real Madrid era molto interessato.
In Inghilterra, Reyes è stato parte dell'invincibile Arsenal che vinse la
Premier League nel 2004, a cui seguì
la FA Cup nel 2005.
Jose Antonio Reyes con la maglia dell'Atletico Madrid nella UEFA Europa League
Dopo un anno di prestito al Real Madrid, Reyes firmò nel 2007 con i cugini
dell'Atletico, e tre anni dopo sollevava la coppa dell'Europa League, dopo aver
sconfitto il Fulham nella finale di Amburgo.
A livello internazionale, Reyes ha raccolto 21 presenze nel periodo in cui la
Spagna è stata la squadra di maggior talento e successo. Il suo apice è stato ad
ottobre 2003, quando segnò due volte con la Spagna nella vittoria di 4-0 contro
l'Armenia.
L'ultimo mese, Reyes è tornato alla squadra della sua gioventù, il Siviglia,
dove spera di riaccendere non solo le loro fortune ma anche le proprie, con
l'Euro 2012 che si avvicina.
RICARDO QUARESMA
Il fiammeggiante attaccante portoghese Quaresma è nato a Lisbona da una
famiglia rom. Fece i primi passi nel mondo calcistico nella nativa Lisbona,
terrorizzando le difese con i suoi dribbling dove vinse la Primeira Liga nel
2002.
Ricardo Quaresma si esibisce in uno dei suoi marchi di fabbrica per il
Portogallo
Di seguito, Quaresma firmò con il forte Barcellona dove trascorse una
stagione prima di tornare in Portogallo per giocare nel Porto. Qui aggiunse
altre 3 titoli in Primeira Liga al suo medagliere nel 2005, 2006 e 2007.
Il bellissimo goal contro il Belgio nel 2007 fu il primo della carriera
internazionale di Quaresma, che sinora ha visto l'ala segnare 31 reti. Durante
Euro 2008, il precoce talento segno anche un bel gol nel 3-1 contro la
Repubblica Ceca a Ginevra, Svizzera.
Dopo l'Inter ed il Chelsea, ha firmato col la squadra turca del Besiktas nel 2010. In
Turchia, è ritornato al livello della sua prima stagione, aggiungendo una Coppa
Turca nel 2011 alla sua collezione.
-*-
Questi quattro moderni talenti sono prosperati nel gioco più popolare del
mondo, mostrando a tutti esattamente cosa può fare uno sportivo rom. Qui sopra
ci sono campioni mondiali, campioni europei ed anche inglesi, italiani,
portoghesi ed olandesi.
Questi giocatori hanno lasciato parlare i loro piedi, e così facendo sono
stati mille volte più forti di qualsiasi teppista sugli spalti.
Alastair Watt
(Comunque... il mio preferito rimaneBanel Nicolita ndr.)
Le associazioni e le cooperative non ci stanno e declinano l'offerta
della Belviso, ma si chiedono: "Perché non risparmiare su altri servizi che si
sono rivelati inefficaci come quello di vigilanza armata o sull'affitto delle
strutture che ospitano i campi?". E propongono per le famiglie rom
percorsi di inserimento abitativo DI L. FACONDI
Un taglio netto di più del 50% delle risorse economiche. E' quanto proposto
dal vice sindaco Sveva Belviso ad associazioni e cooperative che da anni si
occupano dell'intervento sociale all'interno dei campi rom della Capitale. Una
proposta che gli enti hanno deciso di rifiutare, perché la ritengono
"assolutamente inadeguata". "Tecnicamente l'offerta - spiegano le realtà del
privato sociale in una lettera congiunta recapitata al Dipartimento per i
servizi sociali - non corrisponde alle necessità e non è in grado di garantire
qualità e quantità dei servizi". Tra cui il rispetto delle condizioni di lavoro
degli operatori tanto che, stando alle condizioni prospettate dal dipartimento e
dal vice sindaco, "appare inverosimile il rispetto dei livelli contrattuali dei
lavoratori coinvolti".
IL LAVORO SOCIALE - Ma non solo. Con il dimezzamento del finanziamento almeno 50
persone perderebbero l'impiego, compresi diversi rom. Secondo associazioni e
cooperative si tratta dell'"ennesimo attacco al lavoro sociale e alla dignità
dei lavoratori impegnati quotidianamente in situazioni sociali estreme". Un
attacco in parte inaspettato, visto che il sindaco Gianni Alemanno aveva firmato
il primo aprile dello scorso anno un protocollo in cui si impegnava a emanare a
luglio un nuovo bando a condizioni ben diverse. Anche in virtù del fatto che con
l'ingresso della Croce Rossa nei campi a dicembre del 2010 gli enti gestori si
erano visti decurtare del 20% il finanziamento. "Per fare cosa poi? - si
chiedono - Ad oggi non ci sono stati risultati tangibili".
L'EMERGENZA - Non è una novità che si taglino risorse ai servizi, ma sui rom il
discorso cambia visto che, nelle casse della Capitale, dopo il decreto per
l'emergenza nomadi del 2008, di soldi ne sono entrati parecchi. Trenta milioni e
ottocentomila euro, per l'esattezza, che, ora, dovranno essere giustificati come
spesa ordinaria, visto che, secondo la sentenza del Consiglio di Stato 6050 del
16 novembre 2011, l'emergenza non c'è mai stata. "Era solo il paravento dietro
al quale si sono gestiti in maniera disinvolta e totalmente inefficace 30,8
milioni di euro", commentano il consigliere del Partito democratico Daniele Ozzimo e la responsabile politiche sociali del Pd Emanuela Droghei.
LA VIGILANZA ARMATA - "Che fine hanno fatto questi soldi?", si chiedono gli
enti. "Si spendono risorse per la vigilanza armata inutilmente, - spiegano
ancora associazioni e cooperative - perché di fatto è un servizio che non ha
garantito il controllo e la prevenzione nei confronti di atti criminali e
illegali". Né ha impedito ai rom sgomberati dagli insediamenti abusivi di
sovraffollare i campi regolari, come è accaduto a Candoni, dove i residenti sono
passati in poco tempo da 915 a circa 1300. "Perché quindi tagliare sul sociale,
quando si potrebbe eliminare questo servizio rivelatosi inefficace?", si
chiedono le associazioni e le cooperative. Che di alternative ne prospettano più
di una. Ad esempio risparmiare sull'affitto che il Comune paga per alcuni
"Villaggi della solidarietà" come il Roman River a Prima Porta. Un milione e
duecentomila euro l'anno per 400 persone (la cifra riguarda intervento sociale,
guardiania, manutenzione e affitto, ndr), che diventano 2.690.780 nel caso
dell'ex cartiera sulla via Salaria (la quota è comprensiva anche di vitto, ndr).
"Con questi soldi - riflettono ancora dal privato sociale - si sarebbero potuti
avviare seri progetti di inserimento abitativo e lavorativo per molte famiglie".
AFFIDARE I SERVIZI AI ROM - Un'altra ipotesi suggerita dagli enti che
avvantaggerebbe le casse comunali è di ridurre i costi di manutenzione dei campi
e delle bonifiche dell'Ama, affidando il portierato, la pulizia e altre attività
inerenti la buona gestione del campo a cooperative di tipo B, in cui impiegare
gli stessi rom. "Il vantaggio sarebbe sia dal punto di vista dell'integrazione -
spiegano ancora le realtà del privato sociale - sia economico, perché lavorando
sulla quotidianità e sulla programmazione si evita il ricorso ad azioni di
emergenza più costose".
Di proposte in campo ce ne sono diverse, ma alle nuove condizioni prospettate
dal vice sindaco le associazioni e le cooperative, che finora hanno svolto gli
interventi, non se la sentono di continuare. "Rimaniamo sconcertati dalla nuova
proposta che contraddice e non tiene conto dell'ipotesi di mediazione
precedentemente trovata", si legge a conclusione della risposta inviata al
Dipartimento. Per questo chiedono una proroga tecnica dal primo febbraio 2012 e
al tempo stesso ricordano ad Alemanno l'impegno preso ad aprile, per potere
continuare a svolgere gli interventi sociali ed evitare che i campi diventino
ancor di più "ghetti, luoghi di controllo e contenimento dei rom".
AZIONE URGENTE: FERMARE GLI SGOMBERI FORZATI DEI ROM IN ALBANIA
Nove famiglie di Rom senzatetto temporaneamente sistemate in tende o su
terreni privati dalle autorità albanesi, sono state minacciate di sgombero
forzato imminente. Alle famiglie non è stata offerta alcuna sistemazione
alternativa adeguata.
Queste famiglie fanno parte del gruppo di circa 40 che hanno lasciato
l'insediamento informale presso la stazione ferroviaria di Tirana, dove vivevano
dal febbraio 2011, dopo una serie di attacchi fuori dall'accampamento. Le
autorità avevano loro offerto una sistemazione temporanea con delle tende a
Babrru, alla periferia di Tirana, in attesa di una rilocazione in ex caserme
militari, una volta che fossero state ristrutturate. Le altre famiglie avevano
rifiutato l'offerta principalmente per motivi di salute e di sicurezza. Anche se
il governo afferma che il sito risponde a tutte le condizioni necessarie per una
vita normale, Amnesty International ritiene che non soddisfi i criteri per una
sistemazione adeguata, come previsto dalle leggi internazionali. Si riferisce
che il proprietario del terreno su cui le famiglie sono sistemate abbia
intenzione di mandarle via, a causa di una disputa per affitti non pagati col
mMinistero del Lavoro e degli Affari Sociali, responsabile della sistemazione e
del mantenimento delle famiglie. Il Ministero intenderebbe spostarle nelle
caserme, ma anche queste non soddisferebbero gli standard internazionali per una
sistemazione adeguata, dato che i lavori di ristrutturazione non sono ancora
partiti.. In questo periodo dell'anno le temperature notturne a Tirana si
aggirano sui 0 centigradi.
Secondo il diritto internazionale, gli sgomberi vanno effettuati soltanto
come ultima istanza, una volta che le alternative siano state esaminate in una
reale consultazione con le comunità coinvolte. Le autorità hanno l'obbligo di
fornire un adeguato preavviso; devono inoltre assicurarsi che nessuna famiglia
resti senza alloggio o vulnerabile alle violazioni di altri diritti umani, come
conseguenza dello sgombero. Questo include l'assistenza legale e la
compensazione in caso di distruzione di alloggi, proprietà e perdita di reddito.
Scrivete immediatamente in inglese o italiano, per far pressione
sulle autorità:
impedire l'imminente sgombero forzato delle famiglie rom che
vivono a Babrru;
fornire, senza ulteriori ritardi, l'accesso immediato ad una
sistemazione adeguata per queste famiglie;
identificare, di comune accordo con tutte le famiglie
coinvolte, le possibili alternative allo sgombero, mettere in
atto le garanzie procedurali e legali e, se lo sgombero fosse
inevitabile, predisporre un trasferimento globale ed un piano di
compensazione per tutte le comunità interessate, conforme agli
standard internazionali sui diritti umani;
fornire le necessarie risorse finanziarie ed altre
risorse, per la ristrutturazione delle caserme o altri alloggi
permanenti, controllando da vicino i progressi affinché questi
edifici siano in linea con gli standard internazionali in
materia di sistemazione adeguata, mantenendo nel contempo le
famiglie pienamente aggiornate sui progressi compiuti.
GLI APPELLI DEVONO ESSERE INVIATI PRIMA DEL 14 MARZO 2012, A:
Deputy Minister of Labour, Social Affairs and Equal Opportunities
Filloreta Kodra
Ministër i Punës, Cështjeve Sociale dhe Shanseve te Barabarta
Rruga e Kavajës
Tirana, Albania
Email: kodraf@yahoo.com
Salutation: Dear Deputy Minister
Mayor of Tirana
Z.Lulzim Basha
Blvd. Dëshmorët e Kombit, Tirana, Albania
Email: kabineti@tirana.gov.al
Salutation: Dear Mr Basha
Copia a:
Prime Minister
Prof. Dr. Sali Berisha
Kryetari i Këshillit të Ministrave
Bulevardi “Dëshmorët e Kombit” Nr. 1 1000 Tirana, Albania Email:
kryeministri@km.gov.al
[...]
Informazioni aggiuntive
Gli sgomberi forzati, quando le persone siano sfrattate senza la loro volontà
dalle loro abitazioni senza protezione legale o l'assicurazione di una
sistemazione alternativa, sono una grave violazione di diversi diritti umani.
Come stato parte del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e
Culturali (ICESCR), il governo albanese è legalmente obbligato a rispettare,
proteggere e progressivamente soddisfare il diritto ad un alloggio adeguato,
come garantito nell'art. 11(1) dell'ICESCR, Questo include il dovere ad
assicurare "sicurezza della conduzione che garantisca protezione legale contro
sgomberi forzati, molestie ed altre minacce." Il governo ha l'obbligo legale di
proteggere i propri cittadini dagli sgomberi forzati, specialmente quando questi
li renderebbero senzatetto.
Inoltre, l'Albania si è impegnata a realizzare gli obiettivi del "Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa di 12 paesi europei nel migliorare
le condizioni socio-economiche delle comunità romanì, ed ha adottato la propria
strategia nazionale "Per il miglioramento delle condizioni di vita della
minoranza rom".
L'inverno, sino a gennaio scorso, per fortuna era stato mite. Ma il fantasma
di De Corato (chissà se i milanesi se lo ricordano: si guardava fuori dalla
finestra e se nevicava o pioveva c'era la quasi certezza che ci sarebbe stato
uno sgombero) aspettava la neve per rifarsi vivo...
Sono le notti più fredde di questo inverno. Gli amici che da
anni si occupano degli insediamenti in zona Forlanini sono in preallarme. Leggo
su un profilo Facebook: Dalle mie parti il vento ha ripreso a soffiare strane melodie. E' un
vento che conosciamo. L'abbiamo sentito già 17 volte. Chissà se si placherà!?
Anche il Groppo Sostegno Forlanini conferma le segnalazioni che arrivano dai
campi: [...]
In regime di preallerta, vi chiedo di tenere pronti o raccogliere:
- tende
- coperte
- vestiario pesante.
Cerco di capire qualcosa dal Comune (sempre che si possa riuscirci).
L'aggravante del maltempo è micidiale, spero che si possa far qualcosa.
Vi terrò al corrente, anche per convocazioni d'emergenza n caso di sgombero.
Sempre da Facebook, 6 febbraio: Sabato 4 alle h.22 ca. ai campi Forlanini abitati da famiglie rom con bimbi e
da giovani extracomunitari, comandati dalla dr.ssa Moretti, 12 agenti in
borghese della polizia identificavano gli abitanti e comunicavano lo sgombero
che potrebbe avvenire nell' attuale settimana, massimo tra 10 giorni. Ogni
commento è superfluo, visto anche il gelo polare di questi giorni.
Pubblicato su
Internazionale: I rom dei campi abusivi rischiano di morire di
freddo -
6 febbraio 2012 17.30 Redattore sociale
Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi: "Chiediamo l'intervento della
protezione civile a Milano". Sant'Egidio: "Siamo preoccupati soprattutto per i
bambini e le donne".
MILANO – "Mercoledì scorso eravamo nel campo irregolare di via Bonfadini e
c'erano bambini piccoli senza vestiti di lana": Pierluigi Oreste è uno dei
medici volontari dell'associazione Naga che visita periodicamente le baraccopoli
di Milano. Il gelo di questi giorni sta mettendo in pericolo anche la vita dei
rom che abitano negli insediamenti abusivi. "Chiediamo l'intervento della
protezione civile", aggiunge Maurizio Pagani, presidente dell'Opera nomadi.
"Dobbiamo scongiurare una nuova tragedia, che può derivare sia dal freddo sia
dalle stufe che i rom accendono nelle baracche nel tentativo di scaldarsi.
Purtroppo è già capitato che qualcuna andasse a fuoco".
E c'è sempre la paura di sgomberi. "I rom ci hanno raccontano che in via Forlanini, via Novara e al ponte Bacula siano passati uomini in borghese per
intimare loro di andarsene", sostiene il medico del Naga. "Non so se fossero
vigili urbani, parlavano però a nome del Comune di Milano".
Il Naga nei giorni scorsi ha lanciato un appello per raccogliere coperte e
vestiti da portare nei campi. "Purtroppo alcune famiglie con bambini piccoli
vivono in una situazione molto precaria", aggiunge Pierluigi Oreste, "con rifugi
di fortuna, che vanno dalla solita baracca alla tenda".
La situazione critica è confermata dalla Comunità di Sant'Egidio: "Siamo
preoccupati soprattutto per i bambini e le donne", afferma Elisa Giunipero. "A
Milano non ci sono più grandi campi e le famiglie sono sparpagliate in piccoli
insediamenti, a volte difficili da raggiungere e trovare". In alcune baracche i
volontari di Sant'Egidio hanno visto famiglie che si scaldavano con pentole
riempite di alcol. "Purtroppo molte non vanno a chiedere aiuto alle strutture
comunali", aggiunge Elisa Giunipero, "anche perché l'accoglienza nei dormitori è
divisa tra uomini e donne e le famiglie rom non vogliono separarsi".
Il freddo di questi giorni, in realtà, mette in luce una situazione di povertà
che esiste da tempo. "Il problema dei campi va affrontato al di là delle
emergenze", sottolinea Elisa Giunipero. "Penso che Milano abbia le risorse per
dare una risposta".
Nel frattempo, si rischia il LASCIA O RADDOPPIA:ROM in
Via Cavriana ang. Via Gatto
Inviato [....] il 06-02-2012
Vorrei segnalare un'altra situazione di degrado nell'area all'angolo tra via
Cavriana e via Gatto ove un tempo vi era un'attività non so ora se di
autodemolizioni o carrozzeria..
Comunque da mesi all'interno si sono insediati dei ROM. Volevo segnalare più che
altro il degrado in quanto dall'esterno si vedono delle balle di rifiuti, oltre
ad altri cumuli di sporcizia, e se si passa, specialmente alla sera, si sente un
odore nauseabondo che esce da lì.
La
Federazione Rom e Sinti Insieme lancia un allarme alle
Istituzioni nazionali e locali per la grave situazione vissuta, in questo
momento, da migliaia di Sinti e Rom. L'abbassamento repentino delle temperature
e la caduta di continue precipitazioni nevose su tutta l'Italia rendono
estremamente pericolose le condizioni di vita di intere famiglie e in
particolare dei bambini e degli anziani.
Sono a grave rischio soprattutto le famiglie Rom immigrati che vivono in
insediamenti improvvisati, ad esempio con baracche o tende, e che non hanno la
possibilità di utilizzare l'energia elettrica o il gas metano per scaldarsi.
Sono altrettanto a grave rischio tutte quelle famiglie, in particolare Sinti
italiani, a cui viene negato dagli Enti Locali la possibilità di stipulare un
regolare contratto per l'allaccio all'energia elettrica.
Siamo estremamente preoccupati per la situazione a Milano, Bologna, Roma,
Firenze e Torino ma non solo e chiediamo agli Enti locali, Comuni e Province, di
attivarsi monitorando la situazione e di assicurare a queste persone condizioni
che scongiurino la possibilità di tragedie, come quella dell'anno scorso a Roma
dove sono morti in un rogo quattro bambini rom immigrati.
In ultimo ci preme stigmatizzare le gravi dichiarazioni razziste
dell'Eurodeputato Francesco Speroni (Lega Nord) e del Consigliere comunale di
Busto Arsizio (Va), Adriano Unfer (Lega Nord),
pubblicate pochi giorni fa dalla stampa locale.
Di Fabrizio (del 08/02/2012 @ 09:41:17, in casa, visitato 1385 volte)
di Bruna Iacopino
"Preferisco tornarmene nella baracca, la stiamo sistemando per la notte". Maria
(nome di fantasia) ha trascorso solo una notte al rifugio anti-freddo messo a
disposizione dal Comune di Roma presso l'ex fiera. "Fa troppo freddo là dentro è
come stare fuori" dice. E fuori infatti è tornata insieme alla sua famiglia e a
qualche altro nucleo famigliare. Dentro sono rimasti invece i senzatetto e una
famiglia che ha un bambino troppo piccolo per poter stare dentro una baracca con
l'abbassamento delle temperature previsto per questa notte. Le condizioni che
descrive non sono delle migliori. "L'edificio è enorme e non si scalda, poi le
porte e le finestre sono rotte e piove dal tetto."
Ma non ci sono riscaldamenti? Le chiedo. "Ci sono tre stufe, ma non bastano e
quando ho chiesto se potevamo accenderle e magari metterci vicino per scaldarci
mi hanno risposto che bisognava tenerle spente altrimenti la bombola non sarebbe
bastata per la notte." Lo stesso Maria si è sentita rispondere quando ha chiesto
se poteva avere un'altra coperta perché quella che le era stata data non era
sufficiente. " Non ce ne sono più" le hanno detto. Ieri all'ex fiera di Roma
erano circa 125 persone, racconta fra cui la maggioranza senzatetto, "barboni
ubriachi" dice lei. E in mezzo famiglie con bambini piccoli. Allora meglio
andarsene, lo ha fatto lei, lo hanno fatto anche altri ritornati ad una baracca.
"Se non mi credi puoi venire a vedere con i tuoi occhi".
Nel frattempo l'allerta rimane alta e per lunedì è prevista la chiusura dei
pubblici uffici nella capitale, mentre cominciano inevitabili a fioccare le
polemiche, e se in molti puntano il dito sul sindaco Alemanno, lui a sua volta
si rifà sulla Protezione civile che non avrebbe fornito adeguate previsioni
meteo.
Sarà. Fatto sta che dopo la neve arriverà il giaccio e la città volente o
nolente lunedì dovrà ripartire.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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