Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/06/2008 @ 08:42:24, in Italia, visitato 1585 volte)
Protocollo n. 06/08/pn - li 31/5/2008 Comunicato Stampa
Il sottosegretario, Alfredo Mantovano, di Alleanza
Nazionale, in una
intervista al quotidiano Il Tempo ha dichiarato: "Come
dimostrano i numeri e la realtà sociologica i rom sono una etnia connessa con un
certo tipo di reati. Furti, rapine, per arrivare, come nel caso di Ponticelli,
anche al sequestro di persona".
Il sottosegretario Alfredo Mantovano, in
particolare per la sua funzione nel Governo dello Stato Italiano, dovrebbe
conoscere che la responsabile penale è individuale e non collettiva o di
etnia?
Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno
Alfredo Mantovano sono gravissime e violano la legge, norme e principi
fondanti della legalità e dei diritti.
Sono un Rom e non ha mai rubato, né rapinato
qualcuno, ne sequestrato alcuna cosa o persona, e come me moltissime persone
Rom e Sinte non hanno mai commesso nessuno di tali reati, pertanto le
dichiarazioni generalizzate all’etnia rom del sottosegretario SONO FALSE.
A nome personale quale appartenente alla minoranza
Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme,
contesto con indignazione le dichiarazioni, impregnate di
discriminazione razziale verso le minoranze Rom e Sinte, del sottosegretario
dell’Interno Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.
A nome personale quale appartenente alla minoranza
Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme
chiederò alle Istituzioni preposte la tutela delle minoranze Rom e Sinte nel
rispetto delle leggi per le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano
al quotidiano Il Tempo.
Nazzareno Guarnieri - Presidente federazione
rom e sinti insieme
Federazione Rom e Sinti Insieme
Sede legale: Via
Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F.
97510400589
Cellulare:
3277393570 - email:
federazioneromsinti@yahoo.it
Di Fabrizio (del 02/06/2008 @ 11:52:01, in Italia, visitato 2644 volte)
CONTRO LE RONDE DEI VIGLIACCHI E IL SILENZIO DEI FARISEI
UNA CAMPAGNA PER UNA COMUNITÀ CIVILE E ACCOGLIENTE
Il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro i campi di Pavia, i raid
contro attività commerciali di extracomunitari, le sprangate a un militante gay
di Roma, la sassaiola contro una madre e una bambina sinte di Brescia,
l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le città
d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono solo alcune delle tante
e diverse punte dello stesso mostruoso iceberg che avvelena il nostro Paese:
l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i
connotati espliciti della xenofobia e del razzismo.
Questo è il portato di campagne elettorali tutte all’insegna di una insicurezza
costruita gridando a un lupo senza denti, che scarica sul più debole il
malessere di una società percorsa da un disagio sociale e morale profondo,
grande responsabilità del quale tocca a una politica che rinuncia al compito di
educazione civile per seguire gli istinti peggiori in un perverso circuito
vizioso: la politica, con il coro condiscendente dei media, alimenta la paura
dei cittadini che premiano con il voto questa politica.
Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della
violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano
i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo
decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del
suo futuro. Non si può non legare i Maso, le Eriche e gli Omar, che uccidono i
genitori per denaro, ai ragazzini che violentano e uccidono una coetanea, al
branco che uccide un diverso da loro a Verona, al bullismo nelle scuole, alla
violenza praticata nelle famiglie.
L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario e al clima che ci riporta
all’ancora recente passato della nascita, della vita e della morte apparente dei
regimi fascista e nazista è dovuta anche al silenzio farisaico di chi
sottovaluta questi processi o addirittura pensa che bisogna assecondarli per
recuperare un consenso politico perduto per ben altre ragioni. Ma soprattutto ci
pesa vedere il volto vile di un paese malato. Coloro che aizzano i cani,
lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde minacciose le città, i sindaci che
annunciano nei cartelloni luminosi dei loro borghi che “i clandestini possono
stuprare i tuoi figli” sono il volto vigliacco di chi non è capace di guardare
al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta di affrontare la camorra che a
Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi dei campi rom, la mafia che
controlla la vita e il voto dei siciliani, l’andrangheta che non solo è padrona
del territorio calabrese ma di interi quartieri di città come Milano.
Noi riteniamo decisivo che qui, il territorio che con il rogo di Opera ha
inaugurato la caccia al rom e la sua contropartita politica, ci sia una risposta
di mobilitazione contro questa degenerazione. Una risposta che avvii il lungo e
difficile lavoro per riportare nella città e nei quartieri il senso di una
comunità che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca
accoglienza e dignità. Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze
politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono
necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non
lasciare soli gli ultimi della terra, confrontarsi con le radici del disagio
sociale e insieme costruire le ragioni e i valori della cittadinanza per tutti.
Paolo Cagna Ninchi, Dijana Pavlovic
Per adesioni: dijana.pavlovic@fastwebnet.it
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 12:39:35, in Italia, visitato 1668 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir
La
notizia apparsa su “Il Tirreno” giorni fa e confermata anche ieri, mostra
che la deriva del razzismo rischia di diventare ormai incontrollabile, sempre
più esplicito e giustificato, anche in base a dei nostri capricci.
Il razzismo sembra dilagare senza trovare resistenze, rischiando di diventare
ormai un dato di fatto, come fosse una normalità, un mostro con cui imparare
convivere.
In un certo senso lo confermano anche i medici del reparto: “accade spessissimo
e dunque non è una novità!”
Le giustificazioni del personale ospedaliero sono preoccupanti, anche perché
sanno bene che il comportamento di qualcuno (non certo della maggioranza) nei
confronti dei Rom ricoverati, a volte è stato di pregiudizio e di intolleranza
verso quest’ultimi…questa mancanza di umanità colpisce e ferisce indistintamente
tutti, ma verso i Rom spesso, anche nell’ospedale di Santa Chiara sembra trovare
con troppa superficialità la sua giustificazione.
Il fatto che i Rom non hanno reagito all’intolleranza subita, sembra dare
legittimità ad un atto discriminatorio: anzi ci si meraviglia della reazione di
condanna e di sdegno.
Appare normale che un bimbo Rom già al suo primo giorno di vita, debba vivere
separato dagli altri, messo a parte perché guardato come minaccia alla sicurezza
di qualche isterica “mamma” o per soddisfare i loro capricci: salvo poi accusare
i Rom della la loro incapacità o innata volontà di non integrarsi…non tocca a
quelle “mamme” invece, dover intraprendere da subito un lungo ed efficace
cammino di integrazione ?
Il fatto che sia avvenuto nel reparto di maternità, e come autrici
dell’intolleranza siano state delle neo “mamme” deve far riflettere ancora di
più la nostra società!
Dove stiamo andando?
Che vita stanno trasmettendo queste “mamme” ai loro figli appena generati?
Il virus del razzismo rischia proprio di contaminare anche il latte materno che
donano ai loro figli!
Il momento della nascita è un evento gioioso e santo, che segna la vita di ogni
famiglia, di ogni persona di qualsiasi nazionalità e religione di appartenenza,
è inscritto nel cuore di ogni essere umano; per i credenti la nascita di un
figlio è la benedizione di Dio sull’intera umanità!
Permettere che questo “santuario” venga sporcato con atteggiamenti così meschini
e disumanizzanti, anche se commesso da “ neo mamme” o in attesa di diventarlo,
significa smarrire il senso della vita.
Perché la nascita di un essere umano come la morte sono momenti unici, sono il
passaggio verso qualcosa di nuovo, meritano il dovuto rispetto e considerazione,
da parte di tutti.
Profanare questi momenti, come hanno fatto le “mamme” italiane verso la giovane
mamma Rom offende la vita, non solo quella dei loro piccoli ma di tutti, e
ostacola il faticoso e ricco cammino della convivenza e della civiltà.
Mi sarei aspettato dai responsabili del reparto e dal personale ospedaliero (che
lavorano in una struttura pubblica e non privata) una coraggiosa presa di
posizione e un chiaro rimprovero come segno di civiltà e di sana educazione, che
sempre dovrebbero essere di casa anche in un ospedale!
Alla giovane mamma Rom e alla sua famiglia faccio i miei più sentiti Auguri e
possa scendere la Benedizione di Dio, e attraverso voi raggiungere anche la vita
di quelle “povere mamme” che non hanno saputo accogliere e gioire insieme per il
dono della maternità.
“ Dio vi benedica e vi protegga,
Il Signore faccia brillare su di voi il suo volto e vi sia propizio.
Dio rivolga su di voi il suo volto e vi conceda la Pace…” (Num. 6, 24-26)
Don Agostino Rota Martir
Campo Rom di Coltano
2 Giugno 2008 Festa della Repubblica Italiana
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:04:23, in Italia, visitato 1828 volte)
CONTRIBUTO DI ALEXIAN SANTINO SPINELLI
C’è un silenzio assordante in questo momento in Italia. Un silenzio
colpevole, delittuoso... Può portare a un genocidio culturale pericoloso che noi
Rom conosciamo sulla nostra pelle col nome di Porrajmos (divoramento), è
marchiato sulla nostra carne!! Un lancio di molotov su donne e bambini inermi
non punito dalla magistratura, e se fosse stato un Rom o un immigrato a
commettere un simile reato? Linciaggio o ergastolo? Anche questa è
discriminazione. Certo che il singolo che delinque va punito secondo le leggi
vigenti ma non si può colpevolizzare un popolo intero, è razzismo!!! Com’è
possibile che la situazione italiana è chiarissima all’estero visto il monito
del Parlamento Europeo al nostro governo mentre in Italia nessuno si accorge di
nulla? Non una sola voce autorevole di esponenti politici o ecclesiastici o di
intellettuali italiani s’elevata per condannare una simile barbarie!!! Silenzio,
silenzio tuonante! Silenzio
connivente! Un capro espiatorio utile e necessario costruito ad hoc grazie ad
un’informazione inquinata!!!!! Basta Pogrom!! Stop al razzismo!! No alla
xenofobia!! Stop alle mistificazioni!!!!
Ci sono fondi europei destinati all’integrazione delle comunità Rom, cittadini
europei, non utilizzati dai nostri governi facendo credere che l’integrazione
dei Rom in Italia sia gravosa per tutti gli italiani! L’opinione pubblica è
ignara ed inerme esposta a continui bombardamenti mediatici che intossicano di
pregiudizi! Alcune trasmissioni televisive o servizi giornalistici andrebbero
denunciati al Tribunale Internazionale dell’Aia per crimini contro
l’umanità!!!!! Ma c’è silenzio, un lungo e prolungato silenzio fino a
domenica 8
Giugno quando sfilerà un corteo antirazzista per le vie di Roma per gridare NO a
nuovi genocidi!!!!!!! Chi tace acconsente!!!!!!!
Ecco alcune miei suggerimenti in 9 punti per migliorare la situazione dei Rom in
Italia:
1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti. Rom e Sinti compresi.
Lanciare molotov è reato e nessuno è stato perseguito per averlo fatto. Nessuna
voce autorevole ha condannato realmente l’episodio. Solo all’estero si sono resi
conto della gravità della situazione dei Rom e Sinti in Italia
2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari
diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette
a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con
la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
e con le normative europee ed internazionali.
3) Smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e
frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della
discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre
coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in
Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha
cittadinanza italiana e vive nelle case (l’arrivo risale al XV secolo)
4) Facilitare l’ accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare
insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l’utilizzo dei
servizi pubblici. Favorire il più possibile l’accesso alla scolarizzazione, al
lavoro e all’assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate
5) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero
popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono
essere puniti e non l’etnia di appartenenza
6) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell’arte e della
lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire
l’integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l’
1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull’intero territorio
nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne
cinematografiche, concorsi letterari, etc). E’ chiaro che questa disparità non
può avere effetti positivi.
7) Prendere atto del palese fallimento dell’ assistenzialismo delle associazioni
di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom.
Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di Euro per progetti di scarso o
nessun valore per i Rom e Sinti
8) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una
esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle
comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi
sociali e politici.
9) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali
dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo
stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere
esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l’esclusione sociale e
l’emarginazione
culturale
ALEXIAN SANTINO SPINELLI, MUSICISTA E DOCENTE DI LINGUA E CULTURA ROMANì
presso le UNIVERSITA’ DI CHIETI E DI TRIESTE
Presidente dell’Associazione Nazionale Thèm Romano
email: spithrom@webzone.it
http://www.alexian.it
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:33:18, in Italia, visitato 1612 volte)
I sinti: «Se ci sgomberano dai terreni dove andiamo?»
2008-06-04 di MAGDA BIGLIA -
BRESCIA - UNA FAMIGLIA DI sinti italiani ha
presentato denuncia ai carabinieri, perché la loro bambina nella scuola Montale
è stata fatta oggetto di ingiurie pesanti dai compagni e nel parco, dove va a
giocare con la mamma, è stata vittima di un lancio di sassi. «Non era mai
accaduto prima», dice sgomento il padre parlando di nuovo clima di intolleranza.
«Mia figlia è stata licenziata più di una volta non appena hanno scoperto che
dopo il lavoro tornava in una roulotte», racconta un altro padre.
IL PASTORE evangelico, ministro di culto sinto, Renato Henic, ha chiesto
inutilmente di poter sostare nei campi bresciani per portare la buona novella
alla comunità sinti. «Non capite che è attraverso la parola di Gesù che si può
migliorare il modo di rapportarsi alla società, si può instaurare un diverso
rispetto delle regole?», egli sostiene.
I SINTI CHE hanno casa da 20, 30 anni sui terreni che si sono comprati pensano
disperati, dopo l'annuncio di futuri sgomberi: «Dove andremo, non abbiamo i
soldi per pagare gli affitti altissimi né per comprare un terreno edificabile».
Ieri hanno avuto voce anche loro al convegno organizzato, con contributo Ue, dal
Cssi, Centro studi e servizi per l'immigrazione presieduto da Riccardo Imberti.
Si sono sentiti illustrare contrastati progetti sociali d’integrazione milanesi
e veronesi, si è ascoltata la voce di Nazzareno Guarnieri, un rom abruzzese che
si batte per il suo popolo.
HA PARLATO della situazione dell'Abruzzo, di Pescara in particolare dove i
nomadi, italiani e stranieri, vivono in case popolari, campi non ce ne sono.
«Noi non vogliamo vivere nei campi, chi lo ha detto?». «Non ci conoscete», ha
gridato Guarnieri accusando anche tutti coloro, associazioni, istituzioni,
amministrazioni, che si muovono sulla questione dei nomadi di farlo con un
grande assente, loro.
«CI SONO laureati, professionisti rom, perché si fanno solo progetti, buoni o
cattivi, sulla nostra pelle?». Il 18 maggio si è formata una federazione
nazionale di 19 associazioni, a cui aderiscono anche gruppi bresciani, rom e
sinti, assieme una volta tanto. «Faremo azioni eclatanti, scioperi della fame,
sit-in se non riusciremo a farci ascoltare».
DOVRANNO farsi ascoltare anche a Brescia, dove l'Amministrazione ha promesso la
chiusura totale dei campi entro due anni. «Vedremo cosa potranno fare», commenta
l'ex assessore Fabio Capra, non si possono usare i manganelli «ci vuole pazienza
e accompagnamento».
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 00:33:28, in Italia, visitato 2096 volte)
Prossimo intervento differenziale per cittadini Italiani (censimento fotografico e schedatura-Polizia), domani mattina (oggi ndr), presso il campo comunale di via Impastato a Milano (famiglie Bezzecchi).
Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza" di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani" in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41), quei "campi del Duce" di cui in Italia si è preferito perdere la memoria.
"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" Sono passati sessant'anni ,ma le preoccupazioni,la percezione del pericolo. I PROVVEDIMENTI PUBBLICI SONO GLI STESSI DI OGGI. E'agghiacciante quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi, a Milano. Rimanere in SILENZIO oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.
NESSUNA collaborazione di Enti o Associazioni è giustificata (VERGOGNA)... Mi appello alla società civile, chiedo un sostegno per le comunità di rom e sinti Milanesi... voci dal silenzio... Ricordo che domani sarà schedato anche mio padre, CITTADINO ITALIANO, che ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazionale italiano (Tossicia)... mio nonno deportato a Birkenau e uscito dal camino... VERGOGNA
MI VERGOGNO, IN QUESTO MOMENTO, DI ESSERE CITTADINO ITALIANO E CRISTIANO... Chiedo in questo momento tragico per la democrazia e la cultura a Milano ed in Italia, di URLARE il proprio dissenso per questa politica razzista, incivile e becera. RICORDO E NON DIMENTICO che oggi siamo noi e domani...
Milano, 05/06/2008 Rag. Giorgio Bezzecchi (Rom - medaglia d'oro al valor civico) - segreteria@operanomadimilano.org
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 13:25:29, in Italia, visitato 2082 volte)
Ente Morale DPR n. 347 del 26 marzo 19670 Sezione di Milano Sede Operativa - Via De Pretis n. 13 20141 Milano 02 84891841 - 3393684212 operanomadimilano@tiscali.it www.operanomadimilano.org COMUNICATO STAMPA L’operazione di controllo di un insediamento rom, che ha preso il via questa mattina verso le ore 5,00 in Via Impastato 7 a Milano e che ha riguardato c.ca 35 persone, cittadini italiani residenti a Milano da oltre 4 decenni, ha dato il via a quella che era stato preannunciata nei giorni scorsi dal Commissario Straordinario e Prefetto di Milano come un più vasto censimento di tutte le comunità rom e sinte presenti a Milano e nella Provincia. C.ca 50 agenti di Polizia di Stato, Polizia Locale e Carabinieri hanno fotografato i documenti d’identità di tutti gli appartenenti alla comunità (dati per altro già in possesso delle autorità comunali e dell’anagrafe di zona presso cui sono regolarmente iscritti), configurando così l’intera operazione come una vera e propria schedatura su base “etnica” di una parte di concittadini, in violazione dei più elementari diritti costituzionali delle persone. L’operazione è avvenuta in assenza della stampa e di organismi autonomi di controllo, ragione per cui è ipotizzabile che gli interventi che seguiranno negli altri insediamenti, dove la consistenza numerica dei Rom e Sinti è assai maggiore e i problemi sociali più rilevanti, potrebbero dar luogo ad abusi d’autorità e procedure irregolari ancor più gravi per le persone che saranno identificate. L’Opera Nomadi chiede che al più presto vengano quindi date effettive garanzie di tutela e rispetto dei diritti delle persone che saranno sottoposte ad operazioni di censimento del territorio e che queste avvengano nel pieno rispetto delle leggi vigenti, anziché configurarsi come iniziative discriminatorie su base etnica. Per fare questo si chiede che alle operazioni venga autorizzata la presenza di un comitato di controllo indipendente sul modello di quelli previsti dall’OSCE. Nelle ultime 24 ore sono giunte all’Opera Nomadi di Milano perché trasmettessero alle famiglie di via Impasto oltre 100 lettere di solidarietà da parte di autorità politiche, culturali e associative nonché di cittadini e di molti ex deportati nei campi di concentramento. Tutti hanno ugualmente manifestato per iscritto la loro indignazione e profonda preoccupazione per quanto sta accadendo.
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 16:28:55, in Italia, visitato 1944 volte)
La
schedatura della famiglia Bezzecchi ci sembra segnare un salto di qualità
nell'azione contro i cittadini rom che, dopo i tanti episodi di intolleranza e
xenofobia, ora riguarda l'azione istituzionale, in questo caso del "commissario
speciale per la questione rom".
Per rompere il silenzio e dare un senso ai molti appelli circolati, dopo uno
scambio di opinioni con Corrado Mandreoli, Laura di Martino e Tommaso Vitale in
occasione dell'iniziativa dell'ARCI di ieri, vi facciamo una proposta concreta
di iniziative che aggreghi senza pregiudiziali se non quelle della tutela del
diritto e dell'accoglienza solidale.
Una proposta che tenga anche conto del danno che procurerà l'iniziativa
"antirazzista" del 13-14 in concomitanza con il raduno fascista in Triboniano. Proponiamo
di indire un presidio per il 12 alle ore 12 davanti alla prefettura con
conferenza stampa nella quale si denunciano il clima xenofobo prodotto di una
campagna di intolleranza nei confronti dei migranti e dei rom,
l'anticostituzionalità e la violazione dei diritti umani delle pratiche di
schedature dei cittadini italiani di etnia rom, si chiede il divieto del raduno
nazifascista e insieme si lancia la giornata del 21, proposta dall'ARCI come una
pacifica occasione di confronto sulla questione della legalità e dei diritti dei
rom e dei migranti e una festa partecipata. La conferenza stampa del 12,
anticipando sulla stampa la manifestazione del 14, ci aiuta a far vedere che c'è
chi lavora a fianco dei rom e dei loro diritti in modo pacifico e aggregante e a
promuovere la partecipazione alla giornata del 21. Nell'uno e nell'altro caso
fondamentale è la partecipazione dei rom e, anche, un lavoro di attenzione -
noi, per quello che possiamo lo faremo nei prossimi giorni - tra i rom di
Triboniano stando loro vicini per evitare gli effetti nefasti per loro
dell'iniziative del 13-14.
Giorgio Bezzecchi, Dijana Pavlovic, Paolo Cagna Ninchi
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 10:11:45, in Italia, visitato 2011 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati -
RomSinti@Politica
DOCUMENTO Napoli, 8 giugno 2008:
Il "Comitato Campano con i rom", nato tre anni fa, riunisce
associazioni laiche e religiose, gruppi italiani e rom e rappresentanti della
societa' civile. Il comitato e' nato da un profondo senso di indignazione per
l'assenza di politiche accoglienti e soluzioni concrete ai diritti dei popoli
rom. I comitato si pone come luogo di aggregazione e di riflessione sui problemi
che i rom in mezzo a noi devono affrontare, svolgendo al contempo una forte
azione di pressione sociale e culturale nei confronti delle istituzioni e della societa' civile. Purtroppo in questi ultimi vent'anni, in Italia e in Campania,
non si e' andato oltre soluzioni emergenziali e ghettizzanti per le comunita' rom,
togliendo cosi' a loro la possibilita' di costruire percorsi di cittadinanza.
Alla luce degli atroci avvenimenti di Ponticelli e del
decreto-sicurezza del ministro Maroni:
il Comitato condanna:
- Quanto avvenuto a Ponticelli e chiede che sia fatta piena
luce sui rapporti tra il piano di riqualifica dell'aria di Ponticelli, gli
interessi della camorra e della politica. Inoltre l'episodio del tentato
rapimento della bambina napoletana da parte della ragazza rom deve essere
chiarito in ogni dettaglio, visto che tutti i casi di rapimento da parte dei
rom emersi sui giornali in questi anni si sono sempre rivelati delle
menzogne. Mai nella storia della repubblica un rom e' stato condannato per
sequestro di minore. Questo, se fosse vero, sarebbe il primo caso.
- Ogni atteggiamento razzista e xenofobo e coloro i quali
(giornali, politici e cittadini), per propri interessi, soffiano sul fuoco
dell'intolleranza.
- La scelta di voler affrontare le problematiche sociali
con il ricorso a soluzioni di commissariamento.
- La scelta del governo di inserire nel nostro ordinamento
giuridico il reato di immigrazione clandestina. Questo reato, come gia' il
Vaticano e l'ONU hanno dichiarato, e' inaccettabile in quanto discrimina le
persone in base al luogo di nascita in evidente contrasto con la
Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e i
trattati internazionali. La legge deve essere uguale per tutti
indipendentemente dalla nascita e provenienza.
- Gli sgomberi dei campi rom, senza l'individuazione di
soluzioni alternative, in violazione del diritto alla casa e
conseguentemente alla salute, allo studio, alla vita familiare ecc., come
previsto dalla convenzione europea dei diritti umani e dalle altre norme di
diritto interno e internazionale.
- Le politiche emergenziali e ghettizzanti che non
risolvono il problema dell'integrazione.
il Comitato chiede:
- La regolarizzazione per tutti i rom che da anni vivono
con noi sul nostro territorio.
- La cancellazione dal decreto del ministro Maroni del
reato di immigrazione clandestina e delle aggravanti per chi non e' regolare.
- L'adozione di politiche non ghettizzanti o discriminanti
per i popoli rom.
- Il coinvolgimento dei rom nei tavoli in cui si decide dei
loro futuro in un processo di partecipazione dal basso.
- Un tavolo di lavoro tra commissario per l'emergenza
sicurezza e le associazioni, i comitati e i rom per progettare insieme una
strategia verso una reale soluzione dei problemi che noi riteniamo essere un
problema, non di sicurezza, ma di rispetto dei diritti umani.
- Il riconoscimento e la tutela da parte dell'Italia e
della UE del romanesh coma lingua antichissima da considerarsi
patrimonio dell'umanita'.
- Il risarcimento ai rom per le persecuzioni millenarie
culminate nello sterminio nazista.
Il Comitato campano con i rom
- Rete Lilliput:
Romanen Asunen, Sassi Fiore, Le donne in nero, Chi rom e chi no, Missionarie
comboniane (Torre Annunziata), Marco Nieli-Opera nomadi, Mani Tese-Napoli,
Felicetta Parisi, Annamaria di Stefano, Padri Alex Zanotelli, Domenico Pizzuti,
Giovanni Fantola, Acli (Arenella), Consiglia Gianniello, Raffaella La Cava.
Aderiscono:
- G.I.M. (Giovani Impegno Missionario)-Napoli
Di Fabrizio (del 10/06/2008 @ 12:07:45, in Italia, visitato 1968 volte)
COMUNICATO STAMPA
12 GIUGNO ORE 12. LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA
STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI
VERSO ROM E STRANIERI
L’avvio, nei giorni scorsi, della schedatura su base etnica della
popolazione rom e sinta insediata nei campi nomadi comunali e nelle aree private
di Milano e Provincia da parte della Prefettura, e non di un normale e utile
censimento conoscitivo, è stato accompagnato dall’indignazione e dalla
protesta di numerosissimi concittadini che hanno fatto pervenire e continuano ad
inviare centinaia di lettere e attestati di solidarietà e condanna.
In questo momento di grande incertezza ed apprensione per l’operato delle
Istituzioni, su moltissimi cittadini si stanno infatti scaricando anche gli
effetti di una profonda crisi sociale ed economica che ha allargato il divario
tra ricchezza, povertà e disuguaglianze, dirottando le paure irrazionali e i
problemi reali verso quei soggetti socialmente più deboli, in primis zingari e
immigrati, che vengono avvertiti anche come potenziali competitori nella
spartizione delle poche risorse ancora disponibili.
Eppure, il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro le abitazioni dei
Sinti di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le
sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una
bambina sinte di Brescia, l’aggressione a Rimini di una donna incinta al settimo
mese, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le
città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono alcune delle tante
e diverse punte dello stesso violento iceberg che avvelena il nostro Paese:
l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i
connotati espliciti della xenofobia e della discriminazione razziale.
Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della
violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano
i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo
decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del
suo futuro.
Il silenzio verso le ingiustizie però, può facilmente rendersi complice di chi
inneggia quotidianamente, anche all’interno delle sedi istituzionali, all’odio
etnico o persegue il fine di considerare e trattare con strumenti e regole
eccezionali e umilianti particolari “categorie” di cittadini.
Contro tutto questo vi è stata una pronta e composta reazione civile che
comprende persone di ogni età e condizione sociale, forse inaspettata,
certamente non scontata.
L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario ci riporta, come tante
delle persone che ci hanno scritto, alla memoria del passato, ma soprattutto ci
pesa vedere il volto vile di un paese profondamente malato.
Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde
minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro
borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto più vile
di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta
di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi
dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, la'ndrangheta
che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città
come Milano.
Noi riteniamo indispensabile che nel territorio milanese e della provincia, che
con il rogo delle tende di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua
contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa
degenerazione.
Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali,
cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare
il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi,
confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e
i valori di una cittadinanza per tutti che considera la legge uguale per tutti e
protegge chi cerca accoglienza e dignità.
Opera Nomadi, OsservAzione, Comitato rom e Sinti insieme, Romanodrom
Per adesioni:
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