Poiché i genitori non sono più nomadi da un bel po' di tempo, anche
quest'estate i bambini rom di via Idro non si sposteranno dal campo.
Cerchiamo per loro giochi, fumetti e libri di
narrativa e di attività per le vacanze (anche usati ma in buone condizioni).
Si accettano anche giochi per play station 2 (particolarmente ambiti da un
birbante di cui non faccio il nome).
E si accettano anche, perché siamo previdenti e pensiamo già alla
riapertura della scuola, quaderni, penne, matite, colori ecc.
Per consegne e ritiri, anche a domicilio in zona 2 (massimo 3),
scrivetemi o chiamatemi al
334-3532691, meglio entro la prossima settimana.
Invitandovi a diffondere, vi ringrazio anticipatamente.
Piero
PS: buone vacanze, ovunque le trascorriate. Se a Milano, anche in via Idro al
Marina Social Rom.
Di Fabrizio (del 17/08/2012 @ 09:15:34, in scuola, visitato 1552 volte)
Capita spesso che qualcuno mi chieda la traduzione di
qualche frase in romanes. Credo quindi che quanto segue possa interessare. A
occhio e croce, il 90% delle parole riportate sono uguali a quelle usate dai Rom
in Italia.
Condivideremo alcune conoscenze per promuovere la lingua romanì. Di seguito
troverete alcune parole ed espressioni raccolte dai volontari di
Media Roma ad İstanbul. In futuro, il dizionario verrà ampliato col vostro
contributo, includendo nuove parole ed espressioni da altre città.
Vocabolario romanes - preparato ad İstanbul
Termini base
Açho Devlesa: Arrivederci / Ca Devlesa: Tu possa essere felice / To alav sosi?:
Come ti chiami? / Me isi nom o ...: Mi chiamo... / Tu Katar İsinan:
Di dove sei?
/Me isinom katar...: Sono di... / Romanes Canes: Parli romanes? (dialetto
laxo) / Romanes Canesa: Parli romanes? / Sari Sinan: Come stai? / So Kerdan:
Che hai fatto? / So Kerde: Cos'hanno fatto? / So Keresa:
Che stai facendo? / Ci ki yavin: Sino a mattina / Ci ko kher:
Verso casa / Ci: Sino - Verso /
Laçi Tumari Rat: Buona notte a te /
Pronomi
Me: Io / Tu: Tu / Odava: Lui (dialetto xorahahane) / Odiya:
Lei (dialetto xorahahane) / Odala (Xorahane) Voy: Lei (Laxo) / Voj:
Lui (Laxo) / Von: Loro
(Laxo) / Amen: Noi / Tumen: Voi / Odala: Loro (Xorahane) / Kadava:
Questo
(Xorahane) / Kava: Questo (Laxo) / Kiri: Suo (di lei) (Laxo) / Koro:
Suo (di lui) (Laxo) / Kodova:
Quello (Xorahane) / Kova: Quello (Laxo) / Moro: Mio / Toro:
Tuo (Xorahane) / Tori:
Tuo (femminile) (Xorahane) / Les Ki: Suo (di lei) (Laxo) / Les Kiri:
Suo (di lei) (Xorahane) / Les
Ko: Suo (di lui) (Laxo) / Les Koro: Suo (di lui) (Xorahane)
Casi
Kher: Casa / Ekherestar: Da casa / Ekhereste: A casa / Kokher:
Verso casa
Veş: Foresta / Eveşestar: Dalla foresta / Eveşeste: Nella
foresta / Koveş: Verso la foresta
Parentele
Baba: Nonna
Baçe: Fratello maggiore
Baye: Fratello maggiore
Biyav: Matrimonio
Bori: Sposa
Camutro: Sposo
Camutro: Testimone di nozze
Chavo: Figlio
Chay: Figlia
Mami: Nonna
Miday: Mia mamma
Modat: Mio papà
Mophral: Mio fratello
Nane: Fratello maggiore (Laxo)
Papu: Nonno
Phen: Sorella
Phral: Fratello
Calendario
Abreş: Quest'anno
April: Aprile
Bocuk: Dicembre
Breş: Anno
Chon: Mese
Dersi: L'anno prossimo
Disera: Ora
Dives: Giorno
Diyes: Giorno
İç: Ieri
Kham: Sole
Masek: Mese
Milay: Estate
Ratasa: Notte
Thera: Domani (Laxo)
Yavine: Domani
Yivent: Inverno
Termini generali
Bezaxa: Peccato
Çor: Ladro
Doş: Crimine
Drom: Strada
Gili: Canzone
Kher: Casa
Love: Soldi
Pares: Soldi
Sastipe: Salute
Saya: Soldi
Suno: Sogno
Aggettivi
But: Troppo
Buxlo: Ampio
Civdo: Vivo
Khanlo: Cattivo
Mulo: Morto
Phuri: Anziana
Phuro: Anziano
Rama: Giovane
Sano: Magro
Suslo: Umido
Şil: Tempo freddo
Şudro: Cibo freddo
Tank: Stretto
Tato: Caldo
Terni: Giovane per donna
Terno: Giovane per uomo
Thulo: Grezzo
Uço: Alto
Xarik: Piccolo
Xarno: Corto
OPERA NOMADI DI REGGIO CALABRIA - COMUNICATO STAMPA
La città si trova in un momento di incertezza e di grave crisi . Ma chi pagherà
il prezzo più alto per questa situazione? I bambini e le bambine delle famiglie
più povere, che tra qualche giorno dovranno iniziare la scuola, avranno la
possibilità di studiare?
Ad Arghillà nord, lunedì prossimo quando comincerà la scuola , circa 90
minori non potranno andare a scuola in quanto il Comune ha deciso di non
garantire loro il servizio Scuolabus ( il servizio che serve per portare i
bambini e le bambine a scuola) perché le loro famiglie, che hanno un reddito di
povertà, non hanno pagato la tassa di iscrizione per l'anno scolastico passato.
Da anni, l'Opera Nomadi chiede al Comune di Reggio Calabria di abrogare
questa tassa, non solo per le famiglie rom di Arghillà, ma per tutte le famiglie
reggine che hanno un reddito basso. Alle diverse richieste sono seguite delle
promesse, ma la tassa non è stata abrogata.
Un'amministrazione comunale, a nostro parere, dovrebbe comportarsi come un
buon padre di famiglia che garantisce a tutti i diritti fondamentali,
sostenendo, soprattutto, i cittadini più deboli.
Le famiglie di questi minori vivono senza un reddito fisso e con pochi euro
al giorno, ottenuti da lavori saltuari, devono provvedere al sostentamento del
loro nucleo. Una famiglia, che si trova a vivere in queste condizioni
economiche, se ha un'entrata di pochi euro con questa somma dovrà dare da
mangiare ai figli, non potrà certo utilizzarla per pagare la tassa dello
Scuolabus.
Senza considerare le gravi difficoltà economiche di queste famiglie ( non
solo quelle rom) la Giunta Comunale, tre anni fa , con delibera nr 161 del 3
giugno 2009, ha deciso di imporre anche a loro la tassa di iscrizione al
servizio di Scuolabus.
Questa delibera nei fatti impedisce alle famiglie povere di mandare i propri
figli a scuola.
E' chiaro che questo provvedimento oltre a essere profondamente ingiusto è,
soprattutto, anticostituzionale perché contraddice quanto stabilisce l'articolo
34 della Costituzione italiana: "l'istruzione inferiore, impartita per almeno
otto anni, è obbligatoria e gratuita".
In tal modo si nega il diritto allo studio a questi minori, diritto già leso
gravemente dalle condizioni di povertà e di emarginazione sociale in cui sono
costretti a vivere.
Ribadiamo che quanto afferma l'associazione non è riferito solo le famiglie
rom di Arghillà, ma a tutte le famiglie reggine che versano in gravi condizioni
economiche per le quali, in questo momento di crisi, il Comune dovrebbe almeno
evitare di gravarle di tasse ingiuste.
Da considerare che queste famiglie con l'inizio dell'anno scolastico dovranno
provvedere anche ad acquistare, oltre il corredo scolastico, anche i libri di
testo. Il Comune non ha saldato ai librai quanto dovuto per i libri di testo
dell'anno 2011 e quindi i librai daranno i testi solo se i genitori li
pagheranno.
Le famiglie che hanno un reddito basso, appena sufficiente per sopravvivere,
come potranno garantire ai loro figli la possibilità di studiare?
La tendenza politica che si sta concretizzando è quella di consentire
l'accesso all'istruzione solo alle famiglie con reddito medio-alto, quelle che
si possono permettere alcune spese, escludendo quelle più povere.
Chiediamo al sindaco Arena e agli assessori di fermare questa tendenza
anticostituzionale, garantendo gratuitamente, a tutte le famiglie a reddito
basso, il servizio Scuolabus e la fornitura dei libri di testo.
L'istruzione per tutti non è solo un diritto individuale sancito dalla
Costituzione ma è un ottimo investimento per il miglioramento della nostra città
.
Reggio Calabria, venerdì 14 settembre 2012
Il presidente Sig. Antonino Giacomo Marino
Corriere della SeraIl Comune taglia il
bus a 90 alunni nomadi La Cgil: «La Loggia ci ripensi». Rolfi: «Hanno 75 mila euro di arretrati tra
mensa e trasporti»
Il campo nomadi di Brescia (Cavicchi)
Via il servizio bus per novanta alunni che risiedono nel campi nomadi di via
Borgosatollo 19 e di via Orzi nuovi 104. La denuncia arriva da Cgil Brescia,
Opera Nomadi, Arciragazzi e Fondazione Guido Piccinni per i diritti dell’uomo.
«Conosciamo la difficile situazione economica nella quale si trovano gli enti
pubblici ma sappiamo anche che la crisi sta mettendo in difficoltà soprattutto
le famiglie - si legge in una nota congiunta-. Brescia, volenti o nolenti e al
di là delle isterie «sicuritarie», per quasi due decenni ha saputo accompagnare
nell’iter scolastico generazioni di giovani concittadini in difficili condizioni
socio economiche, e tra questi anche i minori dei due insediamenti coinvolti».
Per la Cgil e le altre associazioni questa scelta è innanzitutto politica: «La
scelta di non garantire alcun servizio di trasporto scolastico per i minori in
età scolastica delle strutture comunali di via Borgosatollo 19 e di via
Orzinuovi 104, non può rispondere solo a logiche economiche, ma deve tenere
conto della complessità della situazione». E chiedono al Comune un confronto con
Sinti e Rom propedeutico ad un eventuale passo indietro. Il diritto
all'Istruzione, è sancito dalla Costituzione.
la replica di Rolfi. Per il vicesindaco la polemica è strumentale: «Gli utenti
di etnia rom e sinti che usufruiscono dei servizi scolastici a Brescia sono
attualmente 73. Ma queste comunità hanno una morosità nei confronti del Comune
di Brescia di 75 mila euro accumulata negli anni per servizi di mensa e di
trasporto erogati e mai pagati». Per Rolfi non c'è alcuna discriminazione: «si
tratta di rispettare le norme che le famiglie in questione non hanno mai voluto
concordare. Ricordo alla Cgil che il diritto allo studio non è negato. Anzi, è
un obbligo e pertanto deve essere adempiuto dalle famiglie senza alcuna scusa a
riguardo».
Di Fabrizio (del 25/09/2012 @ 09:13:00, in scuola, visitato 1459 volte)
di Lucio Bontempelli
Stamattina bussa in presidenza una bambina e mi chiede seria: "vorrei
iscrivermi in prima media". Io trasecolo: è da sola? E i genitori? La faccio
accomodare. Una storia interessante: di famiglia povera, i genitori lavorano
tutto il giorno per sbarcare il lunario, trasferiti da poco in città non
possono più accompagnare a scuola la bambina nel paese dove l'avevano iscritta.
Non sembra abbandonata a se stessa, ma è certo temprata dalle difficoltà, è
autonoma e capace di dare una mano alla sua famiglia, prendendosi responsabilità
un poco più grandi di lei. Parla benissimo l'italiano e il rumeno, e mi dice di
conoscere anche un po' di inglese: mi diverto a farci due chiacchiere in
inglese, ma ben presto smetto perché farei una figuraccia: lo sa molto meglio di
me! Purtroppo le mie prime medie sono piene, le chiedo dove abita per capire
dove la posso indirizzare, ma lei si orienta poco a Pisa. Le dico di tornare con
un genitore quando vuole. Dopo due ore torna con la zia. Spiego anche a lei la
situazione, poi individuo due istituti comprensivi abbastanza vicini a casa loro
e mi metto a telefonare. Finalmente le trovo un posto. Spiego, al telefono, che
probabilmente non sarà un inserimento difficile: la bimba sa benissimo
l'italiano, sembra molto educata e responsabile, probabilmente è anche brava
(scolasticamente parlando). "Sarà mica ROM?", mi viene chiesto. Cavolo: mi sono
dimenticato di chiederle l'etnia! E se fosse addirittura EBREA?
ROMAREACT.
orgFLASHMOB, PER SVESTIRSI DEGLI STEREOTIPI, 30
settembre 2012
Un gruppo internazionale di 40 studenti ha lanciato romareact.org, una nuova
piattaforma online per mobilitare le comunità rom con flashmob mozzafiato in cui
ragazze e ragazzi pubblicamente si spogliano degli stereotipi.
Questa gioventù ne ha abbastanza di essere percepita come mendicanti, ladri,
cartomanti, anche quando un numero crescente tra loro si sta laureando
all'università.
"Make the Change" è il messaggio di appello all'azione del flash mob, che si
riferisce ad un urgente bisogno di aiutare i Rom a sollevarsi dalla povertà e
misurarsi con successo con i non-Rom.
Hanno perciò occupato il centro di Edirne in Turchia alle 13 di sabato 29
settembre, e messo in atto il primo flash mob nella storia del paese.
Anche la folla è rimasta attonita, era qualcosa di mai visto prima. Romnià
danzatrici del ventre, cartomanti, mendicanti ed alcolizzati che attorniano un
pubblico congelato. La musica li sblocca e si trasformano in avvocati,
infermieri, ingegneri attraverso le loro storie personali che necessitano il
cambiamento.
I "re-attori" - come la rete ERGO che si è occupata
dell'iniziativa chiama i giovani agenti del cambiamento - vogliono anche
mostrare la battaglia che i Rom istruiti conducono per essere differenti tanto
nel mondo rom che in quello non-rom.
RomaReact.org intende
celebrare
il successo dei giovani rom istruiti, dando luogo ad eventi simili nelle loro
stesse comunità e fornendo visibilità internazionale a loro. State all'erta!
ERGO Network ed i suoi membri in Albania, Bulgaria e
Macedonia, hanno organizzato il flash mob per la campagna Roma Women Empowerment
dal titolo Il Nostro Spazio, Il Nostro Spazio, Il Nostro caso. La campagna
riguarda l'accrescimento delle donne rom. Ha anche una componente online nel sito Roma
React, per visualizzare posti, spazi e casi delle donne rom nelle nostre
società.
In Lituania il primo giorno di scuola (1 settembre) è caratterizzato da una
mezza giornata, gratuita ed obbligatoria, durante la quale i genitori
accompagnano i bambini nel cortile della scuola dove si riuniscono gli
studenti di ogni grado. Il preside farà un discorso di benvenuto, verranno
eseguite delle canzoni, ed alla fine dell'evento i bambini di ogni grado si
terranno per mano. Gli altri li seguiranno all'interno. Lì, si divideranno e
doneranno fiori alle insegnanti.
Così inizia
il nuovo anno scolastico.
Però a Kirtimai i bambini non cantano. Né sono in molti ad andare a scuola. E
tra questi ci sono i molti che interrompono gli studi già dalle elementari.
L'istruzione è uno dei problemi più formativi dei Rom in Lituania e Kirtimai non
fa eccezione. Le ragioni sono tante, dai problemi logistici alla comprensione
delle questioni sociali.
I bambini di Kirtimai frequentano una delle due scuole di Vilnius, di lingua
lituana o
russa, entrambe a poco
più di quattro km. dall'insediamento. Già prima di iniziare la giornata
scolastica, i bambini trovano le prime difficoltà ad arrivare a lezione. A causa
della strategia contro lo spaccio di droghe, gli autobus nopn passano di
frequente nell'insediamento. Di pomeriggio, ci vogliono due ore di attesa prima
che parta il primo autobus verso Kirtimai, con grandi rischi per la sicurezza di
questi bambini lasciati a se stessi (soprattutto d'inverno). D'inverno la
frequenza deve anche fare il conto col fatto che molti bambini non possiedono
scarpe o vestiti adeguati al
rigido clima
dello stato baltico. Capita che con queste condizioni gli autobus congelino,
limitando ulteriormente le possibilità di partecipazione di questi studenti. A
ciò si aggiungano le povere condizioni finanziarie delle loro famiglie: oltre a
non avere le risorse per la scuola, la disoccupazione influisce sul senso dei
tempi e delle scadenze. I libri scolastici non sempre vengono acquistati per
tempo, ed i bambini non solo non sono in grado di seguire le lezioni, ma si
trovano anche in imbarazzo nei confronti dei loro compagni di classe.
Anche raggiunta la scuola, spesso l'istruzione resta inaccessibile. Per quanto
inaudito, insegnanti ed altro personale scolastico usano atteggiamenti e
comportamenti discriminatori verso i bambini rom. E' una sfida la parte più
coinvolgente per i bambini delle dinamiche scolastiche: l'amicizia. Gli studenti
rom tendono a fare gruppo, i compagni di classe li evitano chiamandoli
"zingari". La vergogna conseguente a queste interazione spinge molti bambini ad
abbandonare, specialmente quando gli insegnanti non affrontano le
discriminazioni.
Gli insegnanti non sono in grado di fornire un supporto adeguato. In aula sono
oberati e non sono operatori sociali. Il budget scolastico soffre per i tagli;
gli insegnanti sono esausti, perché sono pagati di meno ma le ore di lavoro
aumentano. Sfortunatamente, quando si tratta dei bambini rom, non tutti hanno la
pazienza che è cruciale per fornire loro un valido ambiente di apprendimento. Le
questioni linguistiche ostacolano sin dall'inizio la partecipazione scolastica
dei Rom. La loro prima lingua è il romanés; il livello di lituano o russo
acquisito all'inizio della scuola è molto vario, ma spesso non fluente. I
bambini tendono ad avere molta energia e non riescono a stare seduti durante
tutti i 45' della lezione, che spesso non capiscono, così spesso lasciano la
classe. Parte di questo problema discende anche dalla differente socializzazione
che i bambini apprendono nell'insediamento; non hanno familiarità con le norme
della società maggioritaria e non le impareranno se non verranno trasmesse loro
dagli insegnanti a scuola. I bambini hanno bisogno di assistenza sociale.
Crescono in una situazione molto difficile di esclusione, povertà e droghe. Non
si tratta di situazione di comunità, ma di diffidenza e criminalità, e tutto ciò
lascia un forte impatto sulla socializzazione dei bambini.
Da dove iniziare
Molti di questi bambini hanno sperimentato direttamente gli effetti perversi
dello spaccio di droga a Kirtimai. Vivono in mezzo a tossicodipendenti e
arresti, sostenendo traumi psicologici non curati. I bambini crescono nel timore
delle autorità, non importa se giudiziarie o scolastiche, e parimenti, in
assenza dei genitori, hanno paura di essere messi in orfanotrofio (dove spesso
non viene rispettato l'obbligo di istruzione). Anche la situazione abitativa è
fonte di ansia incessante. La case di Kirtimai sono una specie di limbo
giuridico; in quanto non registrate sono a rischio perenne di demolizione. Le
famiglie non si sentono sicure nelle loro tristi condizioni di vita. Kirtimai
non è un ambiente favorevole allo studio.
Inoltre, e ci sono poche prospettive di successo, ai bambini manca la
motivazione. Una volta che capiscono di "trascinarsi" dietro ai loro compagni di
classe, capiscono anche che non potranno mai raggiungerli, né avere successo a
scuola o realizzare i loro sogni d'infanzia, questi bambini si arrendono. Nella
loro sfortuna, i figli di Kirtimai hanno una forte educazione alla realtà.
Vale la pena ricordare che attualmente si sta sviluppando un progetto, delegato
a due insegnanti nelle due scuole di Vilnius, che coinvolge 78 bambini rom di
Kirtimai. Il progetto è ancora nella sua fase iniziale, scontando
difficoltà logistiche che ora non vorrei affrontare. Ritengo comunque che sia
uno strumento molto importante, se correttamente attuato, per l'integrazione
scolastica.
Tuttavia, le soluzioni non arrivano da sole. Le facilitatrici scolastiche hanno
il potenziale come modelli positivi e per facilitare la comprensione e le
dinamiche sociali scolastiche; ma non il potenziale per risolvere le questioni
sociali e materiali fuori dalle scuole. Se non ci sono autobus, non ci saranno
alunni. Se non ci sono libri di testo, i bambini saranno svantaggiati in classe.
Se la situazione a Kirtimai non cambia, senza prospettive costruttive nel
futuro, non ci sarà motivazione e nessuna facilitatrice potrà salvare questi
bambini.
Se non riusciremo ad educare questi bambini, se non saremo in grado di
fornire loro un lavoro normale, questa sarà un'altra generazione perduta
Di Fabrizio (del 10/11/2012 @ 09:03:59, in scuola, visitato 1369 volte)
Lettere
Gentile direttore, da cosa si misura la civiltà di un Paese?
Sono comparsi in città dei manifesti imbarazzanti: "Abbiamo fatto pagare i Rom e
i Sinti" - Lega Nord. Non credo che qualcuno potrà dimenticare quei bambini che
camminavano lungo la strada senza marciapiede, la mensa vietata, l'accesso alla
scuola materna proibito. Ci sono stati buoni cittadini che hanno raccolto la
cifra necessaria per ripristinare i diritti negati a quei bambini a cui non solo
è stata fatta pagare la crisi e la povertà delle proprie famiglie, ma sulle cui
spalle è stato costruito un pezzettino della campagna elettorale.
Bisogna creare un nemico per giustificare e coprire il vuoto delle proprie idee,
la crudeltà del proprio cuore e la pochezza del proprio operato. Meglio
prendersela con i Rom piuttosto che affrontare, di fronte alla cittadinanza, lo
scandalo delle mostre taroccate e delle centinaia di migliaia di euro regalati
ad Artematica. Meglio insultare i Sinti piuttosto che raccontare dei tagli ai
servizi sociali e alla scuola, dell'aumento dei costi per le famiglie. Meglio
prendersela con qualche migrante piuttosto che raccontare di quando si
spendevano allegramente i soldi della cittadinanza per le Miss Padania o i
mondiali delle nazioni non riconosciute.
Siamo una delle città più inquinate d'Europa e il primo Consiglio Comunale
sull'argomento sarà convocato a novembre, a pochi mesi dalla fine del mandato.
Una grande prova di efficienza! Meglio parlare e prendersela con i poveracci,
che non hanno voce. Meglio alimentare l'odio, il disprezzo.
Caro direttore, le ripeto la domanda iniziale: da cosa si misura la civiltà di
un Paese? Dalla capacità, fra le altre cose, di creare anticorpi contro questo
razzismo e questo modo di fare politica. Abbiamo bisogno di altro.
Di Fabrizio (del 11/11/2012 @ 09:11:00, in scuola, visitato 1847 volte)
Post
plebeo e ad alto tasso di intolleranza (GRATUITA?)
Ricordate quel film di Mike Nichols? Il laureato è uno che vorrebbe un
matrimonio felice e magari una bella macchina e tanti figli, ma la potenziale (e borghesissima)
suocera, piuttosto che ammollare l'adorata figlioletta a qualcuno senza arte né
parte, è disposta a scoparsi lei il giovanotto, per ricattarlo e minacciarlo in
futuro. E non è che il giovanotto in questione resista più di tanto a queste
avances.
Qualche anno fa, davo una mano a traslocare i volumi del Centro
Documentazione dell'Opera Nomadi di Milano... a proposito, che fine avrà fatto?
(non l'Opera Nomadi, il centro intendo). Al centesimo scatolone,
bestemmiavo sulla mole di libri scritti su di un popolo tendenzialmente
ANALFABETA.
Da quando frequento Rom e Sinti, per forza ho iniziato a frequentare anche
laureati. Sempre di più. Probabilmente è dovuto al momento di crisi:
senza prospettive di lavoro e con un riconoscimento pubblico prossimo allo zero,
è probabile che nei campi trovino quel po' di considerazione che altrove viene
negata loro.
Dentro i campi, timidi, i laureati rispondono con sorrisi e magari fanno
qualcosa coi bambini. Quando ne escono, scrivono, convinti di aver scoperto un
filone che darà loro fama e importanza. E cosa scrivono di bello? Di cosa hanno
visto, di come provare ad instaurare un rapporto tra DIVERSI? Di solito invece
scrivono rimasticature di altri laureati (di più lungo corso), sulle origini
degli zingari, sul loro cammino, sulla loro miseria materiale ed intellettuale,
su quanto noi stanziali siamo razzisti e malvagi... insomma, cose risapute.
Il problema è che questo timbro di notizie, da parte di una classe che ha
studiato da dirigente, restituisce lo STATUS QUO, il perpetrarsi della distanza
che si è creata nel tempo. Mi son chiesto spesso se sia un comportamento
cosciente, mirare a mantenere lo STATUS QUO, o sia la reazione di chi col mondo
del lavoro (che continuo a considerare il motore universale del cambiamento) ha
pochi rapporti precari, ma alla fine abbia comunque una casa che lo attenda,
finita la corveé al campo nomadi. Altro punto su cui mi interrogo: quanto è
disposta ad imparare (a mettersi in discussione), una persona che spesso si
auto-considera già istruita?
Insomma: cosa si può pretendere da una situazione così socialmente
sfilacciata? Attualmente: di farsi una risata di tanto in tanto, senza perdere
la speranza che questo rapporto possa evolversi. L'esempio mi viene da una delle
ultime letture di Paul Polansky (anche lui è laureato, nessuno è perfetto...)
a cui ho assistito. Domanda, da parte di un laureato in antropologia:
Come sei riuscito a svolgere il tuo lavoro di
antropologo tra gli zingari?
Risposta:
Gli zingari non sanno neanche cosa sia, l'antropologia.
Hanno però dei bisogni, come tutti, e meglio degli altri sanno
riconoscere se qualcuno si interessa a loro con sincerità e con
impegno. Abbiamo costruito un rapporto, e così sono stato
facilitato nel mio lavoro di antropologo. Ma tutto ciò è venuto
dopo.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: