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Scuolabus a Reggio Calabria e a Brescia
Di Fabrizio (del 16/09/2012 @ 09:14:58, in scuola, visitato 1345 volte)

Reggio Calabria - Brescia

OPERA NOMADI DI REGGIO CALABRIA - COMUNICATO STAMPA

La città si trova in un momento di incertezza e di grave crisi . Ma chi pagherà il prezzo più alto per questa situazione? I bambini e le bambine delle famiglie più povere, che tra qualche giorno dovranno iniziare la scuola, avranno la possibilità di studiare?

Ad Arghillà nord, lunedì prossimo quando comincerà la scuola , circa 90 minori non potranno andare a scuola in quanto il Comune ha deciso di non garantire loro il servizio Scuolabus ( il servizio che serve per portare i bambini e le bambine a scuola) perché le loro famiglie, che hanno un reddito di povertà, non hanno pagato la tassa di iscrizione per l'anno scolastico passato.

Da anni, l'Opera Nomadi chiede al Comune di Reggio Calabria di abrogare questa tassa, non solo per le famiglie rom di Arghillà, ma per tutte le famiglie reggine che hanno un reddito basso. Alle diverse richieste sono seguite delle promesse, ma la tassa non è stata abrogata.

Un'amministrazione comunale, a nostro parere, dovrebbe comportarsi come un buon padre di famiglia che garantisce a tutti i diritti fondamentali, sostenendo, soprattutto, i cittadini più deboli.

Le famiglie di questi minori vivono senza un reddito fisso e con pochi euro al giorno, ottenuti da lavori saltuari, devono provvedere al sostentamento del loro nucleo. Una famiglia, che si trova a vivere in queste condizioni economiche, se ha un'entrata di pochi euro con questa somma dovrà dare da mangiare ai figli, non potrà certo utilizzarla per pagare la tassa dello Scuolabus.

Senza considerare le gravi difficoltà economiche di queste famiglie ( non solo quelle rom) la Giunta Comunale, tre anni fa , con delibera nr 161 del 3 giugno 2009, ha deciso di imporre anche a loro la tassa di iscrizione al servizio di Scuolabus.

Questa delibera nei fatti impedisce alle famiglie povere di mandare i propri figli a scuola.

E' chiaro che questo provvedimento oltre a essere profondamente ingiusto è, soprattutto, anticostituzionale perché contraddice quanto stabilisce l'articolo 34 della Costituzione italiana: "l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita".

In tal modo si nega il diritto allo studio a questi minori, diritto già leso gravemente dalle condizioni di povertà e di emarginazione sociale in cui sono costretti a vivere.

Ribadiamo che quanto afferma l'associazione non è riferito solo le famiglie rom di Arghillà, ma a tutte le famiglie reggine che versano in gravi condizioni economiche per le quali, in questo momento di crisi, il Comune dovrebbe almeno evitare di gravarle di tasse ingiuste.

Da considerare che queste famiglie con l'inizio dell'anno scolastico dovranno provvedere anche ad acquistare, oltre il corredo scolastico, anche i libri di testo. Il Comune non ha saldato ai librai quanto dovuto per i libri di testo dell'anno 2011 e quindi i librai daranno i testi solo se i genitori li pagheranno.

Le famiglie che hanno un reddito basso, appena sufficiente per sopravvivere, come potranno garantire ai loro figli la possibilità di studiare?

La tendenza politica che si sta concretizzando è quella di consentire l'accesso all'istruzione solo alle famiglie con reddito medio-alto, quelle che si possono permettere alcune spese, escludendo quelle più povere.

Chiediamo al sindaco Arena e agli assessori di fermare questa tendenza anticostituzionale, garantendo gratuitamente, a tutte le famiglie a reddito basso, il servizio Scuolabus e la fornitura dei libri di testo.

L'istruzione per tutti non è solo un diritto individuale sancito dalla Costituzione ma è un ottimo investimento per il miglioramento della nostra città .

Reggio Calabria, venerdì 14 settembre 2012
Il presidente Sig. Antonino Giacomo Marino


Corriere della Sera Il Comune taglia il bus a 90 alunni nomadi
La Cgil: «La Loggia ci ripensi». Rolfi: «Hanno 75 mila euro di arretrati tra mensa e trasporti»

Il campo nomadi di Brescia (Cavicchi)

Via il servizio bus per novanta alunni che risiedono nel campi nomadi di via Borgosatollo 19 e di via Orzi nuovi 104. La denuncia arriva da Cgil Brescia, Opera Nomadi, Arciragazzi e Fondazione Guido Piccinni per i diritti dell’uomo. «Conosciamo la difficile situazione economica nella quale si trovano gli enti pubblici ma sappiamo anche che la crisi sta mettendo in difficoltà soprattutto le famiglie - si legge in una nota congiunta-. Brescia, volenti o nolenti e al di là delle isterie «sicuritarie», per quasi due decenni ha saputo accompagnare nell’iter scolastico generazioni di giovani concittadini in difficili condizioni socio economiche, e tra questi anche i minori dei due insediamenti coinvolti».

Per la Cgil e le altre associazioni questa scelta è innanzitutto politica: «La scelta di non garantire alcun servizio di trasporto scolastico per i minori in età scolastica delle strutture comunali di via Borgosatollo 19 e di via Orzinuovi 104, non può rispondere solo a logiche economiche, ma deve tenere conto della complessità della situazione». E chiedono al Comune un confronto con Sinti e Rom propedeutico ad un eventuale passo indietro. Il diritto all'Istruzione, è sancito dalla Costituzione.

la replica di Rolfi. Per il vicesindaco la polemica è strumentale: «Gli utenti di etnia rom e sinti che usufruiscono dei servizi scolastici a Brescia sono attualmente 73. Ma queste comunità hanno una morosità nei confronti del Comune di Brescia di 75 mila euro accumulata negli anni per servizi di mensa e di trasporto erogati e mai pagati». Per Rolfi non c'è alcuna discriminazione: «si tratta di rispettare le norme che le famiglie in questione non hanno mai voluto concordare. Ricordo alla Cgil che il diritto allo studio non è negato. Anzi, è un obbligo e pertanto deve essere adempiuto dalle famiglie senza alcuna scusa a riguardo».

Redazione Online