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Lituania
Di Fabrizio (del 16/10/2012 @ 09:15:29, in scuola, visitato 2395 volte)

Da Baltic_Roma

The ADVOCACY PROJECT I BAMBINI SARANNO BAMBINI, CONDIZIONI PERMETTENDO - Elise Filo | Posted October 8th, 2012

Primo giorno di scuola

In Lituania il primo giorno di scuola (1 settembre) è caratterizzato da una mezza giornata, gratuita ed obbligatoria, durante la quale i genitori accompagnano i bambini nel cortile della scuola dove si riuniscono gli studenti di ogni grado. Il preside farà un discorso di benvenuto, verranno eseguite delle canzoni, ed alla fine dell'evento i bambini di ogni grado si terranno per mano. Gli altri li seguiranno all'interno. Lì, si divideranno e doneranno fiori alle insegnanti. Così inizia il nuovo anno scolastico.

Però a Kirtimai i bambini non cantano. Né sono in molti ad andare a scuola. E tra questi ci sono i molti che interrompono gli studi già dalle elementari. L'istruzione è uno dei problemi più formativi dei Rom in Lituania e Kirtimai non fa eccezione. Le ragioni sono tante, dai problemi logistici alla comprensione delle questioni sociali.

I bambini di Kirtimai frequentano una delle due scuole di Vilnius, di lingua lituana o russa, entrambe a poco più di quattro km. dall'insediamento. Già prima di iniziare la giornata scolastica, i bambini trovano le prime difficoltà ad arrivare a lezione. A causa della strategia contro lo spaccio di droghe, gli autobus nopn passano di frequente nell'insediamento. Di pomeriggio, ci vogliono due ore di attesa prima che parta il primo autobus verso Kirtimai, con grandi rischi per la sicurezza di questi bambini lasciati a se stessi (soprattutto d'inverno). D'inverno la frequenza deve anche fare il conto col fatto che molti bambini non possiedono scarpe o vestiti adeguati al rigido clima dello stato baltico. Capita che con queste condizioni gli autobus congelino, limitando ulteriormente le possibilità di partecipazione di questi studenti. A ciò si aggiungano le povere condizioni finanziarie delle loro famiglie: oltre a non avere le risorse per la scuola, la disoccupazione influisce sul senso dei tempi e delle scadenze. I libri scolastici non sempre vengono acquistati per tempo, ed i bambini non solo non sono in grado di seguire le lezioni, ma si trovano anche in imbarazzo nei confronti dei loro compagni di classe.

Anche raggiunta la scuola, spesso l'istruzione resta inaccessibile. Per quanto inaudito, insegnanti ed altro personale scolastico usano atteggiamenti e comportamenti discriminatori verso i bambini rom. E' una sfida la parte più coinvolgente per i bambini delle dinamiche scolastiche: l'amicizia. Gli studenti rom tendono a fare gruppo, i compagni di classe li evitano chiamandoli "zingari". La vergogna conseguente a queste interazione spinge molti bambini ad abbandonare, specialmente quando gli insegnanti non affrontano le discriminazioni.

Gli insegnanti non sono in grado di fornire un supporto adeguato. In aula sono oberati e non sono operatori sociali. Il budget scolastico soffre per i tagli; gli insegnanti sono esausti, perché sono pagati di meno ma le ore di lavoro aumentano. Sfortunatamente, quando si tratta dei bambini rom, non tutti hanno la pazienza che è cruciale per fornire loro un valido ambiente di apprendimento. Le questioni linguistiche ostacolano sin dall'inizio la partecipazione scolastica dei Rom. La loro prima lingua è il romanés; il livello di lituano o russo acquisito all'inizio della scuola è molto vario, ma spesso non fluente. I bambini tendono ad avere molta energia e non riescono a stare seduti durante tutti i 45' della lezione, che spesso non capiscono, così spesso lasciano la classe. Parte di questo problema discende anche dalla differente socializzazione che i bambini apprendono nell'insediamento; non hanno familiarità con le norme della società maggioritaria e non le impareranno se non verranno trasmesse loro dagli insegnanti a scuola. I bambini hanno bisogno di assistenza sociale. Crescono in una situazione molto difficile di esclusione, povertà e droghe. Non si tratta di situazione di comunità, ma di diffidenza e criminalità, e tutto ciò lascia un forte impatto sulla socializzazione dei bambini.

Da dove iniziare

Molti di questi bambini hanno sperimentato direttamente gli effetti perversi dello spaccio di droga a Kirtimai. Vivono in mezzo a tossicodipendenti e arresti, sostenendo traumi psicologici non curati. I bambini crescono nel timore delle autorità, non importa se giudiziarie o scolastiche, e parimenti, in assenza dei genitori, hanno paura di essere messi in orfanotrofio (dove spesso non viene rispettato l'obbligo di istruzione). Anche la situazione abitativa è fonte di ansia incessante. La case di Kirtimai sono una specie di limbo giuridico; in quanto non registrate sono a rischio perenne di demolizione. Le famiglie non si sentono sicure nelle loro tristi condizioni di vita. Kirtimai non è un ambiente favorevole allo studio.

Inoltre, e ci sono poche prospettive di successo, ai bambini manca la motivazione. Una volta che capiscono di "trascinarsi" dietro ai loro compagni di classe, capiscono anche che non potranno mai raggiungerli, né avere successo a scuola o realizzare i loro sogni d'infanzia, questi bambini si arrendono. Nella loro sfortuna, i figli di Kirtimai hanno una forte educazione alla realtà.

Vale la pena ricordare che attualmente si sta sviluppando un progetto, delegato a due insegnanti nelle due scuole di Vilnius, che coinvolge 78 bambini rom di Kirtimai.  Il progetto è ancora nella sua fase iniziale, scontando difficoltà logistiche che ora non vorrei affrontare. Ritengo comunque che sia uno strumento molto importante, se correttamente attuato, per l'integrazione scolastica.

Tuttavia, le soluzioni non arrivano da sole. Le facilitatrici scolastiche hanno il potenziale come modelli positivi e per facilitare la comprensione e le dinamiche sociali scolastiche; ma non il potenziale per risolvere le questioni sociali e materiali fuori dalle scuole. Se non ci sono autobus, non ci saranno alunni. Se non ci sono libri di testo, i bambini saranno svantaggiati in classe. Se la situazione a Kirtimai non cambia, senza prospettive costruttive nel futuro, non ci sarà motivazione e nessuna facilitatrice potrà salvare questi bambini.

Se non riusciremo ad educare questi bambini, se non saremo in grado di fornire loro un lavoro normale, questa sarà un'altra generazione perduta