Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 00:23:45, in Italia, visitato 1448 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
14 febbraio 2009 dalle 20.00 in poi
Festa del primo anno di occupazione a via delle Cave di Pietralata
Cucina rom, musica e balli
Interverrà Sara Modigliani e il Circolo Gianni Bosio
Nel corso della serata sarà presentata l'associazione Grifina, costituita dagli
occupanti e dalle associazioni che appoggiano l'occupazione
Il 14 febbraio 2008 una comunità di Rom rumeni lascia le baracche in cui vive e
occupa un fabbricato abbandonato a via delle Cave di Pietralata (di fronte al
civico 81), dando una risposta alla necessità fondamentale dell'abitazione
Promuovono Arci, Assolastrada, Diversamente, Bottega del commercio equo,
Tutti giù per terra, Popica onlus
Metro B fermata Quintiliani
Via delle Cave di Pietralata (subito dopo largo Beltramelli, il cancello prima
del benzinaio)
Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 08:58:16, in Italia, visitato 1436 volte)
Da
Hidden Side
Un animalesco e fascista esponente di forza nuova dice:
Perciò - conclude l’esponente FN - nel ribadire il mio più fermo sconcerto e
disgusto per una contromanifestazione a difesa di una animalesca e violenta
comunità etnica, annuncio sin d’ora che nei prossimi giorni depositerò presso la
Questura di Pescara una richiesta per un corteo da svolgersi sempre a
Montesilvano e sempre contro la comunità stanziale rom
Abruzzo Liberale - Montesilvano/ Forza Nuova minacciata rilancia, “Comunità rom
è animalesca”
Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 09:10:36, in Europa, visitato 1493 volte)
Da
Roma_Francais
Un accampamento di rom senza acqua, né elettricità
10.02.09 - Delle condizioni di vita molto difficili. Una trentina di persone,
tra cui una quindicina di bambini, vivono nel disagio più totale a Neuhof.
Originari la maggior parte dalla Romania, da ieri mattina sono installati con
le loro carovane su un parcheggio appartenente a CUS Habitat. Una sistemazione
situata a qualche metro da quella dove vivevano sino a domenica, nelle stesse
condizioni di precarietà e che avevano lasciata in seguito ad un reclamo. La
città aveva accettato di mettere a disposizione il parcheggio di CUS Habitat, e
nuove espulsioni sembrano escluse nell'immediato. Ma questo non elimina il
problema di fondo.
"Non c'è acqua, servizi ed elettricità" si lamenta Jovica, padre di quattro
bambini. Afferma di lavorare senza regolarità e di aver fatto diciotto mesi fa
una domanda d'alloggio "che non ha mai avuto seguito". Il suo vicino Octavian è
in una situazione altrettanto precaria. "Non mangiamo tutti i giorni e non ci
sentiamo sicuri nel quartiere", afferma l'uomo precisando che ha una famiglia di
sei persone obbligata a vivere in una macchina. "C'è stata un'urgenza a cui
abbiamo risposto, quando il tribunale ha detto alle famiglie che dovevano
lasciare il terreno dove erano installate", sottolinea Marie-Dominique Dreyssé
(Verdi), aggiunto al sindaco per gli affari sociali e la solidarietà. Siamo
attenti alla situazione ed avanziamo su elementi di risposta con partner
istituzionali. Queste famiglie sono conosciute e seguite dalle strutture
sociali. Tra queste, l'associazione Médecins du monde. Si reca regolarmente
all'accampamento per permettere l'accesso ai suoi medici. Ma al di là di questo
benvenuto accompagnamento, "quello che semplicemente chiediamo, è di poter
infine disporre un giorno di condizioni di vita decenti", dice Jovica.
Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 09:19:11, in blog, visitato 2053 volte)
Dal blog di
Stefania Ragusa
Leggendo Altreconomia
di febbraio, ho scoperto una cosa molto interessante. Ricordate Giovanna
Reggiani, la donna violentata e uccisa da un giovane romeno nell'autunno del
2007, all'uscita di una stazione nella periferia romana? Ricordate quel che
accadde dopo, la violenta campagna politica contro i rom e l'immigrazione dalla
Romania?
La famiglia di Giovanna Reggiani non ha
ceduto alla tentazione dell'odio e ha avviato, insieme con la comunità valdese
di Firenze, un progetto per aiutare e sostenere gli immigrati romeni in Italia.
Nel volume Lavavetri, scritto da
Lorenzo Guadagnucci e pubblicato da Terre di Mezzo, c'è un'intervista alla
sorella minore di Giovanna Reggiani, Paola, in cui si parla di questa scelta e
di molte altre cose. Alla domanda: "cosa pensi oggi di quella reazione della
politica, del meccanismo che si innescò?", Paola Reggiani risponde: «Io dico che
non c'è coerenza, perché agendo così non garantisci sicurezza a nessuno. Non dai
alternative alle persone che hai cacciato dalla città, dai luoghi in cui
abitano, e così crei nuovi ostacoli alla possibilità di costruire cose insieme.
E non dai sicurezza alle altre persone, che diventano vittime a loro volta di
reazioni estreme, frutto di situazioni contingenti. Non è questa la sicurezza nè
il modo per reagire a fatti così gravi. Non si può distruggere, si deve
costruire. E con la violenza non costruisci, da qualsiasi parte provenga».
Violenza non è solo uccidere o picchiare. Violenza è anche fare vivere delle
persone come bestie, perseguitarle, escluderle.
Di Fabrizio (del 15/02/2009 @ 09:41:20, in Regole, visitato 1546 volte)
Da
Circolo Pasolini Pavia
di Nicola Cocco - E' importante in questo momento che i medici e tutto
il personale sanitario ricordino (e facciano ricordare) che né la cancellazione
del divieto di denuncia né il reato di clandestinità sono ancora legge: se,
prima dell'eventuale approvazione della Camera, dovessero esserci delle denunce
(come purtroppo è già successo), gli autori sono perseguibili da parte della
legge, nonché dell'Ordine dei Medici. Può sembrare ovvio, ma è importante
nell'ottica di tranquillizzare i cittadini stranieri che, per paura e
disinformazione, già da diverse settimane stanno evitando le strutture e i
servizi sanitari (un calo di affluenza tra il 20% e il 30%, secondo stime
diffuse dalle principali associazioni impegnate sul campo): PeaceReporter
racconta cosa sta succedendo in un ambulatorio di Bologna,
qui.
Di Fabrizio (del 15/02/2009 @ 11:40:02, in Italia, visitato 2399 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Un utente mi chiede un parere sugli stupri di Roma e Bologna: stranieri
violentano ragazze italiane e Alemanno tuona contro il "pericolo Rom".
Credo che dobbiamo attendere la fine delle indagini, prima di esprimere un
giudizio. E' un evento strano, quello di Roma, e penso che lascerà alcuni dubbi.
In ogni caso, non sono aumentati gli stupri e non è aumentata la percentuale di
violentatori stranieri, che rappresenta il 10%. Oggi un Rom è stato bruciato
vivo in una baracca, a Roma, ma non ne parla nessuno: questo è per me
incredibile. Si scatena ancora una volta la caccia al Rom e allo straniero.
A Pesaro, dove vivo attualmente, la gente sembra impazzita e vede in chi ha la
pelle un po' più scura il diavolo in persona. Dimenticano che gli italiani hanno
raggiunto a fine 2008 il record di fatturato della criminalità nel mondo: 500
miliardi di euro. Ma non si combatte questo fenomeno: si combattono i poveri, i
migranti, i Rom. Mi dispiace per chi viene stuprato (nelle carceri, circa 250
giovani maschi vengono stuprati ogni anno e circa 30 di loro si suicidano nelle
loro celle; nelle case, un numero impressionante di bambine e donne viene
violentato da familiari e persone "di famiglia"; nelle strade, oltre alle donne
italiane, molte giovani Romnì vengono molestate e stuprate quando restano senza
rifugio; nelle mani delle autorità e nelle comunità rieducative, ragazzini e
ragazzine Rom e stranieri, secondo le molte segnalazioni, subiscono abusi di
varia natura), ma la civiltà stessa è stuprata ogni giorno, in Italia. La nostra
anima è violentata. Sono tuttavia altri stupri (altrettanto dolorosi, certo),
che - strumentalizzati - troviamo nelle prime pagine dei quotidiani e nei
telegiornali.
Roberto Malini
roberto.malini@annesdoor.com
info@everyonegroup.com
www.annesdoor.com
www.everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 16/02/2009 @ 09:12:41, in Italia, visitato 1548 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
ROMA (15 febbraio) - Possibile che "per lei, sindaco di Roma, ogni tipo di
criminalità che accade a Roma è sempre riconducibile a rom e sinti? Ormai questi
sono diventati dei capri espiatori". Lo afferma in una lettera aperta a Gianni
Alemanno, Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione rom e sinti, in
riferimento allo stupro della quindicenne romana. Guarnieri critica le
affermazioni di Alemanno sul fatto che i due stupratori sarebbero rom perché
hanno la carnagione scura.
Critica anche l'ipotesi avanzata sulla stabilizzazione dei campi nomadi entro
l'anno. "Ci chiediamo per farne cosa? Lei è consapevole che finché la scelta
politica sarà il travaso dei campi nomadi non cambierà nulla, semmai si
aggraverà?". Guarnieri ricorda di aver presentato al sindaco di Roma un progetto
a costo zero per lo smantellamento dei campi nomadi per favorire l'integrazione:
"i campi nomadi devono essere subito smantellati e subito impegnate le risorse
destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa,
costruire case anche per Rom e Sinti", utilizzando magari le risorse destinate
per gli stessi campi. Ma non solo - prosegue Guarnieri - "lei non ha mai
risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per migliorare le
condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora a credere che
Rom e Sinti sono un capro espiatorio perfetto per la ricerca del consenso e per
mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo culturale per
Rom e Sinti".
PS: La lettera aperta è riportata anche dall'ANSA.
Nel frattempo
4 rumeni sono stati feriti durante un assalto a qualche centinaio di metri
da dove è accaduto lo stupro. Nella stessa zona poco prima si era svolta per le
vie del quartiere una manifestazione di Forza Nuova
Di Fabrizio (del 16/02/2009 @ 09:22:22, in scuola, visitato 1896 volte)
Da
Roma_exYugoslavia
13/02/2009, PROKUPLJE, Serbia (AFP) — La piccola Skurta si stringe tra le
braccia di suo zio in un accampamento lungo il fiume di questa città serba,
mormorando che non vuole andare a scuola per paura di essere picchiata.
"Cosa posso fare?" chiede sua madre Scribana, sentendosi impotente di fronte
alla risolutezza di una ragazza di 11 anni.
Mentre sua sorella più piccola Mevlida non può più aspettare per andare in
classe, Skurta "non vuole sentirne di scuola, così è meglio se resta qui," dice
Scribana.
Zio Resat, che ha abbandonato i libri quando era ancora alle elementari,
sembra comprendere sua nipote."Lo studio non fa per noi... perché siamo Rom."
In questa povera famiglia Rom, nessuno ha un lavoro regolare e soltanto
qualcuno ha un lavoro temporaneo.
Una vasta comunità Rom vive nella Serbia meridionale, una delle regioni più
arretrate nel paese balcanico. Molti di loro sono arrivati come rifugiati dal
conflitto nel vicino Kosovo.
I bambini Rom esclusi dal sistema educativo "potranno solo ripetere il
circolo vizioso della povertà," ammonisce Maria Luisa Fornara, sostituta
rappresentante in Serbia dell'UNICEF.
"Se rimarranno illetterati, avranno scarse opportunità di lavoro e
diventeranno genitori incapaci di aiutare i loro figli," dice.
Alcuni genitori, aggiunge Fornara, "non sono consapevoli di quanto sia
importante l'istruzione e spesso vedono la scuola come un sviluppo non benvenuto
per i loro figli."
"Anche al giorno d'oggi,i Rom sono rimasti il gruppo più marginalizzato e
vivono in seria povertà ed isolamento con rare opportunità e potere sociale,"
dice.
A Prokuplje, l'UNICEF ha installato un centro educativo col supporto
dell'agenzia svizzera per lo sviluppo. L'agenzia ONU ha già stabilito una
dozzina circa di centri simili nella Serbia meridionale.
L'obiettivo è preparare i bambini Rom alla scuola, dato che alcuni di loro
non parlano il serbo, come pure di rendere coscienti i genitori sulla necessità
dell'istruzione.
L'accesso all'istruzione sarà uno degli argomenti principali nell'incontro
del 17-18 febbraio a Belgrado, che si tiene nell'ambito del "Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa che raggruppa i paesi dell'Europa
centrale e del sud-est, volta alla promozione dei diritti di questa minoranza.
La presidenza del programma è attualmente retta dalla Serbia,dove le
disparità nell'istruzione sono flagranti tra i bambini Rom e le altre comunità.
Secondo l'UNICEF, il 66% dei bambini Rom di Serbia frequentano le scuole
primarie, confrontati col 95% della popolazione generale. Soltanto il 28%
completa la scuola elementare.
Matthew Newton di un programma Rom di assistenza per l'OCSE dice di essere
cosciente del limite dell'operazione davanti a sé.
"C'è una gran frattura tra le scuole e le comunità Rom," sospettose delle
istituzioni scolastiche, mentre "all'interno delle scuole non c'è una chiara
comprensione della cultura Rom," spiega.
E' per questo che alcuni Rom agiscono come mediatori tra le scuole e le
famiglie, finanziati e formati dall'OCSE in stretta cooperazione col ministero
serbo dell'istruzione.
Un desiderio di istruzione esiste tra le famiglie, "ma se si guarda alle loro
condizioni di vita... è irrealistico aspettarsi che possano fornirsi dei libri
di testo per i bambini che vanno a scuola" o anche di vestiti adeguati, dice
Newton.
Stima che potrebbero occorre tra i 20 e i 40 anni perché i Rom siano
pienamente integrati nella società serba.
"Le autorità mostrano comprensione, ed assieme stiamo lavorando nell'esame
degli aspetti più gravi," dice.
L'Unione Europea ha contribuito con 2 milioni di euro al programma OCSE per
l'inclusione Rom di Serbia.
Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 08:57:52, in Italia, visitato 1379 volte)
Ricevo da Nazzareno Guarnieri, presidente delle Federazione
Rom e Sinti Insieme, il testo completo della lettera pubblicata sul Messaggero e
riportata
ieri:
Prot. N. 8 15/2/2009
Carissimo Sindaco di Roma
una coppia di fidanzatini sono stati aggrediti da due delinquenti a Roma, un
ennesimo fatto gravissimo che accade nella Capitale, e non solo, e Lei Sindaco
dichiara: "Mi e' stato riferito che i due violentatori avrebbero un accento
dell'est e una carnagione scura: potrebbero essere rom".
Forse per Lei sindaco ogni tipo di violenza o criminalità che accade a Roma è
sempre riconducibile a Rom e Sinti?
Lei sindaco annuncia che Roma potrà avere "tutti i campi nomadi regolari,
stabilizzati e vivibili entro la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo".
Ci chiediamo per farne cosa?
Per far vedere a cittadini che Lei ha militarizzato i campi nomadi?
ma Lei è consapevole che finché la scelta politica sarà il travaso dei campi
nomadi non cambierà nulla, semmai si aggraverà con danno per tutti.
Sindaco di Roma Lei continua a non voler capire che il problema è la
fallimentare politica dei campi nomadi. Sono proprio i campi nomadi che non
permettono alcun tipo di percorso di integrazione.
I campi nomadi devono essere subito smantellati per impegnare le risorse
destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa,
costruire case anche per Rom e Sinti.
La Federazione Rom e Sinti insieme ha formulato a Lei una proposta concreta per
avviare lo smantellamento dei campi nomadi a Roma a COSTO ZERO, ma Lei NON ha
voluto approfondire la nostra proposta, preferendo continuare con le stesse
scelte dei suoi predecessori, sperperando risorse pubbliche sui campi e
investendo per il 2009 circa 13 milioni di euro, risorse che non produrranno
alcun risultato.
Con lo sperpero di risorse pubbliche destinate alla fallimentare politica dei
campi nomadi e al travaso dei campi nomadi, sarebbe stato possibile a Roma
costruire una quantità di case per tutti i cittadini, compreso Rom e Sinti.
La politica non può continuare a negare anche l’evidenza che danneggia tutti.
Carissimo Sindaco di Roma,
Lei non ha mai risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per
migliorare le condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora
a credere che Rom e Sinti sono un caprio espiatorio perfetto per la ricerca del
consenso e per mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo
culturale per Rom e Sinti.
Il presidente
Nazzareno Guarnieri
Federazione Rom e Sinti Insieme
Sede legale: Via Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F. 97510400589
Segreteria:3483915709 - Presidenza:3277393570 – Coordinamento:3932442264
Email:
federazioneromsinti@yahoo.it
Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 09:41:00, in Europa, visitato 2197 volte)
Da
Hungarian_Roma
BUDAPEST, Feb 12 (Reuters) By Krisztina Than - L'approfondirsi delle
recensione rifornisce il risentimento verso i Rom d'Ungheria, alimentando le
tensioni con la più grande minoranza del paese ed aumentando i problemi del
governo socialista.
Il partito Jobbik di estrema destra spera di ottenere consensi seguendo
l'aumento di dimostrazioni pubbliche di antagonismo contro i Rom, o zingari, ed
ha chiamato ad un corteo contro quelli che chiama gli omicidi ed altri
crimini commessi dal popolo Rom.
Il più grande partito d'opposizione, Fidezs, ha pure lui aumentato la
pressione sul governo di Ferenc Gyurcsany, invitandolo martedì a reprimere i
crimini.
"La radicalizzazione dell'estrema destra e... del dialogo sociale sta
rompendo soglie e controlli che sinora hanno lavorato (nella società)," ha detto
a Reuters Antal Orkeny, professore di studi sulle minoranze dell'Università ELTE.
Un capo di polizia nella città nord orientale di Miskolc, in una delle
regioni più povere, il mese scorso ha rimproverato i Rom dei furti per strada.
E' stato rimosso, ma poi rimesso al suo posto e migliaia di persone hanno
manifestato in suo appoggio.
Durante un incontro domenica, a seguito dell'uccisione del giocatore rumeno
di pallamano Marian
Cozma (di cui i Rom sono stati incolpati ndr) a Veszprem nell'Ungheria
occidentale, alcuni tra la folla hanno gridato "Morte agli zingari!", già prima
che la polizia rendesse noto che i sospettati erano Rom.
L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom nell'Europa orientale, tra il
5 e il 7% su una popolazione di 10 milioni. Sono rimasti ai margini, mancando da
decenni di lavoro e istruzione adeguata.
Con la disoccupazione attorno al 7,8% a settembre-novembre ed in aumento su
un'economia sostenuta da $25.1 milioni del pacchetto di salvataggio del FMI
(fondo monetario internazionale), la rivalità si è intensificata in settori come
quello delle costruzioni, dove i Rom nel passato potevano trovare lavoro.
La manifestazione di venerdì è organizzata da Jobbik, che si autodefinisce
"partito nazionale Cristiano" e combatte contro il "crimine rom". A gennaio, in
un sondaggio della Szonda Ipsos, ha ottenuto il 4% dei voti.
Ha chiamato la gente all'Arena sportiva di Budapest per protestare contro ciò
che definisce "i furti brutali e gli assassinii commessi dai Rom criminali".
POVERTA' E PREGIUDIZI
Jobbik appoggia la Guardia Ungherese, un gruppo nazionalista radicale di
quasi 2.000 membri, Jobbik, che potrebbe eleggere un candidato nelle elezioni
del Parlamento Europeo a giugno, sta agendo per capitalizzare il risentimento
versoi Rom.
Ma mentre il governo socialista di minoranza combatte per contrastare
l'impatto della recessione ed il montare della frustrazione popolare, il più
grande partito d'opposizione, Fidesz, [...] che i sondaggi danno al 61%, chiede
al governo di agire contro il crimine.
"E' tempo di un onesto, discorso diretto. Dobbiamo dire che il numero dei
crimini seri commessi dai Rom sta crescendo ad un tasso allarmante," ha detto
Fidesz in una dichiarazione.
Il governo, che nel 2006 si è trovato a fronteggiare i disordini dei gruppi
di estrema destra e la cui popolarità è crollata, ha affermato che c'è bisogno
di più programmi di lavori pubblici e di rafforzare la polizia.
"Dobbiamo agire finché possiamo, senza aspettare che emergano inimmaginabili
sviluppi sociali dai pregiudizi e dalle azioni dei vigilanti," ha scritto sul
proprio blog il Primo Ministro Ferenc
Gyurcsany dopo il delitto di Veszprem.
"Se la questione rimane in agenda e Jobbik offre la risposta più semplice,
aumentano le sue possibilità di entrare nel Parlamento Europeo," ha detto
l'analista politico Zoltan Kiszelly.
Ottenere un seggio in Europa potrebbe aprire la strada per ottenerne uno in
Ungheria alle elezioni di primavera prossima.
"Abbiamo due tornate elettorali consecutive, e nessun partito pensa di poter
ottenere voti denunciando con forza l'estremismo ed ergendosi a difesa dei Rom,"
ha detto alla Reuters Rob Kushen, direttore dell'European Roma Rights Centre.
Reporting by Krisztina Than, Additional reporting by Marton Dunai; Editing by
Sara Ledwith and Timothy Heritage
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