Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 22/05/2010 @ 09:01:21, in casa, visitato 1793 volte)
Negli ultimi anni, le autorità
italiane hanno adottato una serie di misure discriminatorie, che hanno
contribuito alla stigmatizzazione dei rom residenti nel paese. Gli sgomberi
forzati sono diventati più frequenti dopo la conclusione di accordi in materia
di sicurezza tra il governo centrale e le municipalità, a seguito dei quali
alcuni poteri sono stati trasferiti dal ministero dell'Interno alle autorità
locali.
Nell'ambito della sua campagna "Io pretendo dignità", Amnesty International
www.amnesty.it
chiede ai governi di prendere tutte le misure necessarie, compresa l'adozione di
leggi e procedure in linea col diritto internazionale dei diritti umani, per
proibire e prevenire gli sgomberi forzati.
Per chiarire l'argomento sabato 29 maggio alle ore 21.00 all'Auditorium 'Aldo
Moro' (Viale Santuario 13) di Saronno si terrà un incontro di
approfondimento sul 'Piano Nomadi' varato dal Governo nella capitale. Verranno
analizzati anche gli sgomberi in corso nella città di Milano e sarà presentata
la situazione dei rom e sinti nel resto d'Europa. Verrà trattata la questione
importante della comunicazione nei mezzi di informazione e si discuterà di quali
risposte potrebbero essere fornite dalle politiche pubbliche in merito
all'accesso al lavoro e alle questioni abitative.
Introduce e modera l’incontro:
- Davide Franchi, responsabile gruppo 135
Saronno Amnesty International.
Intervengono:
- Alessandra Meloni – Coordinatrice per il diritto
all’abitare Amnesty International Sezione Italiana;
- Dijana Pavlovic –
Federazione Rom e Sinti insieme;
- Fabrizio Casavola – Redazione Mahalla;
- Saranno presenti testimoni rom che hanno subito l’esperienza degli sgomberi
forzati.
Nel corso della serata verranno proiettati dei filmati.
Ingresso libero
Per informazioni:
gr135@amnesty.it
Cell: 3479282282
L'appuntamento su
Facebook
Di Fabrizio (del 23/05/2010 @ 09:03:32, in casa, visitato 1762 volte)
Varese News - Martedì 18 Maggio 2010 14:51 Valeria
Deste
Il comune: il tempo è scaduto GALLARATE - Il campo sinti in via Lazzaretto sta per essere smantellato.
Pare proprio che per fine giugno gli occupanti saranno sfrattati dal suolo
comunale. La zona, visibile dall'alto percorrendo il tratto autostradale
Gallarate-Varese, conta 16 nuclei familiari, circa 50 tra bambini e
ragazzini, dai 3 mesi ai 16 anni, e 5 o 6 anziani.
Ogni famiglia è più o meno composta da circa 6 persone; in totale
si contano 15 case mobili e 1 roulotte. Per circa 20 anni i sinti
italiani di Gallarate erano dislocati a Madonna di Campagna, poi sono stati
trasferiti in via De Magri, e da 3 anni si trovano al numero 50 di via Lazaretto.
UN CAMPO AD HOC
L'area a loro adibita, oggi appariva ordinata e pulita. Diversi bambini
giocavano con la sabbia o si dondolavano sopra altalene in plastica. Le
donne stavano cucinando e gli uomini chiacchieravano sul percorso asfaltato
che mette in comunicazione le varie abitazioni. Alcuni di loro si sono
costruiti verande, altri piccoli cortiletti in erba. I presenti sono educati
e cordiali e dicono no allo sfratto.
LE MOTIVAZIONI
"Siamo sinti italiani, a Gallarate da sempre". Questo è ciò che
ribadiscono, presentando la signora più anziana del campo che ha 72 anni e
un volto particolarmente segnato dal proprio vissuto. "C'è gente che ha
realmente bisogno di una casa – rispondono all'alternativa, proposta
dall'amministrazione comunale, relativa all'assegnazione di case popolari -.
Noi le nostre case mobili le abbiamo, sono dei mini appartamenti.
Paghiamo l'affitto di un euro al mese per metro quadro e vogliamo poter
conservare le nostre tradizioni e la nostra cultura". Pare che la
proposta di una soluzione abitativa fissa e in cemento non sia condivisa
dalla comunità. "Siamo stati a casa di amici, non cambieremmo mai la nostra
dimora". E di fronte all`ipotesi di spostarsi in un altro comune, loro
rispondono: "Non e` questa la soluzione. I sinti sono in tutta Italia, solo
qui a Gallarate ci sono problemi. Mandarci in un`altro comune significa
scaricare la problematica a carico di un`altro sindaco". I disagi che
sottolineano, relativi al trasloco sono soprattutto legati ai più
piccoli: "Spostandoci di nuovo, i bambini non potrebbero più frequentare le
loro scuole. Se al comune serve l'area che ce ne dia, però, un'altra sempre
pagando l'affitto". L'appello che fanno è rivolto al sindaco:"Che si
metta una mano sul cuore. I sinti ci sono in tutta Italia, solo a Gallarate
ci contestano. Paghiamo anche l'acqua e il gas, non diamo fastidio a nessuno.
Lavoriamo in nero, raccogliendo il ferro, e ci automanteniamo".
UNA CAUSA APERTA
La comunità racconta di avere un avvocato di fiducia che ha aperto una
causa contro la decisione di sfratto dell'amministrazione Mucci. "Lo sfratto
di un campo nomadi non si è mai visto. Non sappiamo come andrà a finire.
Non sappiamo ancora nulla da parte del nostro avvocato, al momento tutto è
in mano al giudice. Abbiamo l'appoggio anche di qualche
associazione locale: speriamo in bene".
Di Fabrizio (del 23/05/2010 @ 09:15:59, in casa, visitato 2488 volte)
Segnalazione di Stojanovic Vojislav
Serana Potenza, al
centro, e i ragazzi con i quali ha realizzato lo striscione di benvenuto
alla famiglia rom -
Repubblica Palermo
Iniziativa del Partito democratico a favore dei rom che andranno ad
abitare in un alloggio confiscato alla mafia. È la stessa famiglia che il mese
scorso non aveva potuto prendere possesso di un altro appartamento perché
sgradita ai residenti
"Benvenuti! La Quarta circoscrizione è contro il razzismo". Sarà questa la
scritta dello striscione che il Partito democratico, su iniziativa della
capogruppo Serena Potenza, appenderà sulla facciata del palazzo di corso Catalafimi dove nei prossimi giorni andrà ad abitare una famiglia rom. È la
stessa famiglia alla quale il mese scorso era stato assegnato un appartamento
confiscato alla mafia in via Bonanno. Ma gli inquilini del palazzo si
ribellarono e la consegna dell'alloggio saltò.
Ora la nuova assegnazioni, sempre di un appartamento confiscato a Cosa nostra.
Lo striscione vuole essere una risposta ai cartelli "Palermo ai palermitani",
esposti nei giorni scorsi dai condomini di via Bonanno, nella zona "bene" di
Palermo.
(20 maggio 2010)
Di Fabrizio (del 24/05/2010 @ 09:35:49, in casa, visitato 1618 volte)
Da
Hungarian_Roma
immagine tratta da
fn.hu
Cari amici,
- Tenendo conto che è passato oltre un anno dall'ondata di omicidi contro
i Rom in Ungheria e niente è stato fatto per i parenti delle vittime,
- Testimoniando il loro dolore quotidiano e le difficoltà,
- Sapendo che mai hanno ricevuto un aiuto psicologico professionale,
Abbiamo dato inizio ad un'azione di solidarietà civile!
Le famiglie delle vittime devono vivere in case semi-distrutte che hanno
visto l'assassinio a sangue freddo dei loro cari ...
Così abbiamo deciso di costruire nuove case per loro, per rendere le loro
vite sopportabili.
Adesso stiamo ricostruendo la casa della famiglia del piccolo Robert Csorba a
Tatárszentgyörgy.
L'azione di ricostruzione [...] è partita dal 16 marzo a Tatárszentgyörgy.
L'organizzazione tedesca Verband Deutscher Sinti und Roma, i volontari
internazionali di International Bau Orden (IBO) e l'associazione Rom
Indipendente Phralipe di Budapest stanno progredendo rapidamente nella
ricostruzione della casa della famiglia Csorba. Sono state rimpiazzate porte e
finestre, è stato dato il cemento ai muri per l'isolamento.
Ma c'è ancora molto da fare ed abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Abbiamo aperto un conto bancario apposito per ricevere le vostre donazioni:
Phralipe Független Cigány Szervezet (1084 Budapest, Tavaszmező 6.) OTP Bank IBAN – HU56-11706016- 20825070-00000000 SWIFT: OTPVHUHB
Vi saremmo anche grati per donazioni di materiale edile o per la
partecipazione volontaria diretta!
La prossima tranche di lavori partirà a luglio.
Agite, donate, unitevi a noi! Facciamolo assieme! Ricostruiamo un senso di
speranza in Ungheria!
SOLO LA SOLIDARIETA' PUO' ALLEVIARE IL DISPIACERE!
Ágnes Daróczi
Phralipe
daroczia@mmikl.hu
+36 30 21 27 521
Di Fabrizio (del 27/05/2010 @ 09:08:56, in casa, visitato 2067 volte)
Segnalazione di Tommaso Vitale
Inchiesta di Terre di mezzo. Per le operazioni effettuate dal primo
gennaio 2007 al 30 aprile 2010 speso più del doppio di quanto l'Assessorato ai
servizi sociali ha destinato all'integrazione abitativa e lavorativa (2 milioni
e 535 mila euro)
MILANO - Sono costati 5 milioni e 400 mila euro i 250 sgomberi di campi rom
abusivi effettuati dal comune di Milano, dal primo gennaio 2007 al 30 aprile
2010. Più del doppio di quanto speso dall'Assessorato ai servizi sociali per
l'integrazione abitativa e lavorativa dei rom e sinti, pari a 2 milioni e 535
mila euro. È quanto rivela l'inchiesta "Il derby degli zingari" di Terre di
mezzo di giugno. Solo nei primi quattro mesi di quest'anno il comune ha
ordinato 75 sgomberi, quanti ne aveva fatti l'anno scorso. Un crescendo che si
spiega solo con l'avvicinarsi delle elezioni amministrative, che si terranno nel
2011. Il derby, cui fa riferimento il titolo, è fra Pdl e Lega: "Vincerà chi si
dimostrerà più duro con i rom -scrive Terre di mezzo-. Ad ogni intervento delle
ruspe, fa seguito un comunicato stampa di De Corato (il vicesindaco, ndr) in cui
si annuncia il trionfo della legalità. Una campagna elettorale continua".
Nella stima di Terre di mezzo sul costo degli sgomberi, vengono considerate le
spese per la rimozione dei rifiuti e per l'impiego di vigili urbani, poliziotti
e carabinieri. "In un comunicato del 14 giugno 2009, De Corato scrive che per le
operazioni di bonifica e pulizia dei rifiuti effettuate da Amsa in 27
insediamenti sono stati spesi ben 452.788 euro. Poco meno di 17mila euro per
sgombero. Moltiplicati per i 250 effettuati finora, si arriva a 4 milioni e
250mila euro -calcola Terre di mezzo-. Bisogna poi considerare il costo delle
forze dell’ordine: un vigile urbano, ad esempio, costa 95 euro lorde al giorno.
Se per ogni operazione ipotizziamo l’impiego di 25 vigili, al nostro conto
dobbiamo aggiungere 593.750 euro. Lo stesso per l’intervento di carabinieri e
poliziotti. Si tratta di stime al ribasso, ma il risultato finale fa pensare: 5
milioni e 437mila euro. Spendiamo più soldi per abbattere le baracche che per
aiutare i rom a trovare casa".
Due consiglieri comunali, Patrizia Quartieri (Rifondazione comunista) e Giuseppe
Landonio (Gruppo Misto) hanno presentato in febbraio un'interrogazione in cui
chiedono al Sindaco Letizia Moratti il "conto" degli sgomberi. La risposta è
arrivata il 13 maggio, a firma del vicesindaco Riccardo De Corato: 1 milione e
756mila euro per l'intervento dell'Amsa, 270mila euro per l'impiego del Nu.I.R
(Nucleo di intervento rapido per la manutenzione) e 102.300 euro per i "costi
relativi al personale per servizi straordinari". Totale: 2 milioni e 128mila
euro. Meno di quanto stimato da Terre di mezzo: nel calcolo effettuato dagli
uffici comunali però non viene specificato su quanti sgomberi e dell'impiego dei
vigili urbani non viene considerata la retribuzione ordinaria. Non viene
contemplato il costo di poliziotti e carabinieri: certo non a carico del Comune,
ma comunque un costo per la collettività.
Terre di mezzo è andato anche a vedere che fine hanno fatto i 36 bambini che
vivevano nell'ex palazzina Enel di via Rubattino e sgomberati il 19 novembre
2009. Frequentavano le scuole del quartiere Feltre: a fine aprile fra i banchi
ne sono rimasti 15. Gli altri, sgomberati più volte dai campi abusivi in cui
cercano di sistemarsi, hanno abbandonato gli studi. Un brutto anno scolastico. (dp)
Di cicciosax (del 31/05/2010 @ 09:48:33, in casa, visitato 2445 volte)
venerdì 28 maggio 2010
Per la seconda volta nel giro di un mese, a Palermo una coppia di rom, con sei
figli, prima nella graduatoria per l'emergenza abitativa, non è riuscita a
prendere possesso di un appartamento assegnato dal Comune sembra per
l'opposizione di alcuni inquilini, contrari all'ingresso nel condominio della
famiglia che al momento abita in un camper nel campo nomadi della Favorita. La
coppia di kosovari, che ha ottenuto asilo politico e vive in città da 18 anni,
ieri si è presentata agli uffici del comune per ricevere le chiavi
dell'appartamento, situato in un palazzo in corso Calatafimi. Ma il settore
patrimonio del Comune ha rinviato la consegna dell'abitazione senza fornire al
momento una data né una spiegazione. Secondo indiscrezioni, però, anche in
questo condominio alcune persone si sarebbero lamentate per l'arrivo della nuova
famiglia. Il primo episodio si era verificato a fine aprile. La famiglia aveva
ottenuto un appartamento di 180 metri quadrati confiscato alla mafia in via Bonanno, nella zona di via Libertà, in pieno centro città, ma la protesta di
alcuni condomini scesi in strada con lo striscione ‘Palermo ai palermitani',
aveva indotto il comune a trovare un'altra sistemazione. "E' grave – dicono il
consigliere comunale del Pd, Davide Faraone e la capogruppo dei democratici alla IV Circoscrizione, Serena Potenza – il tentennamento del Comune su questa
vicenda". I due esponenti Pd sottolineano che si tratta di una "famiglia
integrata: l'uomo fa lo stagionale in agricoltura, la donna lavora come badante
mentre i figli frequentano la scuola". "Chiediamo l'immediata assegnazione
dell'appartamento – aggiungono – e le scuse del sindaco Diego Cammarata per il
ritardo della consegna".
Di Fabrizio (del 04/06/2010 @ 09:05:52, in casa, visitato 1774 volte)
Gli zingari rappresentano un pericolo per i cittadini rhodensi?
A prestare attenzione a quanto accade nella vicina Milano e in molti Comuni
dell'hinterland confinanti, tutti interessati dalle medesime opere: Expò, Fiera,
speculazione edilizia… sarebbe forse più saggio preoccuparsi, in modo grave e
legittimo, degli appetiti e dei grandi profitti della 'ndrangheta che prosperano
nella produttiva Lombardia, spesso tra la disattenzione generale e le zone
d'ombra in cui s'indebolisce l'operato della Pubblica Amministrazione, piuttosto
degli orticelli in cui "pascolano" le famiglie rom…
Tuttavia, per tornare ad argomenti più "tranquillizzanti" e che paiono riempire
di colore l'operato di facciata di questa Amministrazione, ci chiediamo che
cosa avrebbe pensato il Signor Sindaco se fosse transitato dal campo rom di via
Sesia, Sabato scorso, imbattendosi in una quindicina di bambini intenti a
giocare liberi e gioiosi, tornando con la memoria a ritroso alle strade sterrate
battute in campagna elettorale, in visita ad alcune di quelle famiglie zingare
che, una volta diventato primo cittadino, avrebbe fatto poi sgomberare (ma
allora, che cosa era andato a dir loro in quelle settimane??).
Ma forse si trattava di una spensieratezza solo momentanea, tipica dei bambini,
che presto verrà interrotta e riportata alla realtà dal prossimo allontanamento
di un'anziana signora non da una casa occupata illegalmente e magari attraverso
il pagamento di una mazzetta a chi controlla il racket degli "affitti" (come a
Baggio, in via Lorenteggio, a Q.to Oggiaro o v.le Sarca… e a Rho, come stanno le
cose?), ma a una persona ammalata, con difficoltà di deambulazione, nemmeno un
euro in tasca, insomma, un'anziana come tante che si vedono anche qui rivolgersi
ai centri di carità perché i servizi pubblici sono assenti o distratti, forse un
po' più malconcia della nostra più nota "vicina di casa".
Nulla di nuovo sembrerebbe suggerirci l'esperienza, considerato anche il
sospetto che grava per i ricorrenti "abusi d'ufficio", ai danni dei più deboli
s'intende (come l'allontanamento di un dializzato dalla propria casetta, la
contestazione impropria di utilizzo delle strutture comunali a due nuclei, il
rifiuto della residenza a chi avrebbe tutti i diritti di chiederla e ottenerla,
l'abbandono di persone in stato di grave sofferenza psicofisica, le violenze
morali a cui vengono sottoposti i minori, non dai propri genitori (!!), ma da
chi occupa i Servizi, cioè rappresenta le Istituzioni).
E' Il paradosso imbarazzante di un'Amministrazione che per affrontare la
ricollocazione di 7 famiglie rom, l'anno scorso prima presenta un Piano
d'Integrazione (per oltre 1 milione di euro) che gli viene assegnato dal
Ministro Maroni, come per molti altri Comuni, indirizzando poi (ma forse sarebbe
più logico dire "distraendo"?) i finanziamenti statali assegnati verso azioni
non finalizzate allo scopo dichiarato (ma non erano i Rom i furbacchioni?!).
E che, invece di affermare con fatti verificabili e tangibili i principi di
trasparenza pubblica che contraddistinguono il carattere di ogni buona
amministrazione (e che come sappiamo prevengono sul nascere comportamenti e
interessi illegittimi di chicchessia), si abbandonano a litigi interni alla
maggioranza o a politiche demagogiche e creative, anziché gestire le risorse a
disposizione della collettività per dare un sostegno all'abitazione, senza
magari ricadere nelle solite pratiche del clientelismo... clericale.
O ancora, forse solo per acquietare una scuola, quella di Via Tevere, che
esplode di tensioni e contraddizioni (perché anche la scuola fa parte della
società…e ci sono dentro tutti, autoctoni, immigrati, rom, gente perbene,
disonesti semplici e disonesti "organizzati" ecc.), si chiude gli occhi per il
lavoro di educatori che si occupano dei bambini zingari (ma non, si badi bene,
per quelli che frequentano le medie, come se un adolescente non avesse bisogno
di un aiuto a quell'età... e infatti ogni due per tre i bravi ragazzi rhodensi,
come gli altri, ricadono nel bullismo...), salvo poi togliere a quegli stessi
bambini la speranza in un futuro migliore o anche "solo" il container dove
abitano... tanto non sono forse "nomadi"?
Sarà per ricambiare la fiducia risposta da un'Amministrazione generosa nei Suoi
confronti, prima attraverso un incarico a termine poi con un concorso "fatto a
misura", certo è che molti degli atti sottoscritti dal Dirigente ai Servizi
Sociali verso i concittadini di via Sesia, che ci mette la faccia oltre che la
responsabilità (ma chi gliene chiede conto?), non sembrano rispondere alle
finalità di sostegno e aiuto alle persone in difficoltà, ma vengono comunque
attuate in modo autoritario quanto avventato, trascurando il proprio ruolo
istituzionale, anche solo con il buonsenso... infierendo, in ultimo, contro una
persona anziana, non diversa dai tanti anziani che a parole si dovrebbero
tutelare.
Pagani Maurizio - Presidente Opera Nomadi Milano
Di Fabrizio (del 06/06/2010 @ 09:09:01, in casa, visitato 1839 volte)
Il campo nomadi di via Bassette (archivio)
Corriere del Veneto.it
La Finanza: alla proprietaria del terreno di via Bassette ogni «nucleo
abitativo» versava 100 euro, pari a 30mila euro in due anni
PADOVA - Le 70 famiglie nomadi del campo di via Bassette lo avevano sempre
detto: «Noi paghiamo l'affitto alla proprietaria del terreno sul quale stiamo».
Ciò che non avevano mai spiegato, invece, è che quel denaro veniva corrisposto
in nero. E fuori da ogni regolamento in materia di locazione. A scoprirlo sono
stati nei giorni scorsi gli uomini della Compagnia di Padova della Guardia di
Finanza, comandati dal capitano Giovanni Pipola. Ad intascarsi il denaro,
frodando così il fisco, era una donna di 37 anni, Sara Michelon di Padova, che
tra l'altro vive nello stesso campo degli zingari. La donna, titolare del
terreno agricolo dove sono alloggiati i camper delle famiglie nomadi, si faceva
corrispondere una cifra pari a circa 100 euro per ogni «nucleo abitativo» e, in
questo modo, avrebbe incassato in meno di due anni oltre 30 mila euro.
I finanzieri, che hanno individuato l'inganno circa un mese fa, durante i lavori
di costruzione della nuova rete di recinzione del campo fatta mettere dal
Comune, avrebbero scoperto inoltre nelle roulotte degli zingari un consistente
numero di «pizzini», su cui erano segnati gli estremi degli accordi tra i capi
famiglia e la 37enne padrona del terreno. Tutta carta straccia per il fisco e
per lo Stato, ovviamente. Che però ora potrebbe costare cara sia alla
proprietaria, sia al suo suocero 55enne, Amedeo Mazzarella di Loreggia, che
secondo i finanzieri era il vero burattinaio dell'intera vicenda. Mazzarella,
infatti, avrebbe intestato tutto alla parente, in modo da nascondere le
proprietà al fisco. I due sono stati segnalati all'Agenzia delle Entrate e
dovranno corrispondere tutte le somme non dovute, oltre che le tasse sulle
pigioni e le imposte sui contratti. Una somma sicuramente più alta di quella
incassata con gli affitti in nero.
Giovanni Viafora - 03 giugno 2010
Di Fabrizio (del 07/06/2010 @ 09:04:53, in casa, visitato 2090 volte)
Da
Roma_Daily_News
Greek Helsinki Monitor
25/05/2010 - Per la seconda volta in cinque anni, il Comitato Europeo per i
Diritti Sociali ha condannato la Grecia per serie, continue ed estese
discriminazioni contro i Rom rispetto ai diritti dell'abitare. In un riesame
senza precedenti tramite il sistema dei reclami collettivi, all'unanimità il
Comitato ha confermato tutte le accuse principali nel merito di una denuncia collettiva
presentata in marzo 2008 da Interights assieme al Greek Helsinki Monitor. La
denuncia dettaglia la continua mancanza del governo greco nel fornire ai Rom un
alloggio adeguato e le relative infrastrutture, come anche il suo coinvolgimento
in oltre 20 sgomberi forzati dal 2004. Inoltre mette luce alla sistematica
discriminazione provata dai Rom e al fallimento del governo nel fornire adeguate
salvaguardie e rimedi per questa comunità vulnerabile. Ci sono circa 300.000
individui di origine rom che vivono in Grecia, ed a causa dell'assenza di
alloggi adeguati, molti si trovano in 52 accampamenti improvvisati e
pericolosi.
La denuncia segna un punto di svolta nei lavori del Comitato, dato che è la
prima volta che viene chiesto di riesaminare una questione esaminata in
precedenza. Nel riconsiderarla, il Comitato ha trovato non solo che la Grecia ha
fatto progressi insufficienti nell'applicare le raccomandazioni delle decisioni
precedenti, ma che ha anche commesso significative nuove violazioni dei suoi
obblighi alloggiativi. Come risultato, la situazione per le famiglie rom è
peggiorata negli ultimi cinque anni.
Commentando la decisione. Iain Byrne, avvocato di Interights che aveva
lavorato al caso, ha detto: "Questa decisione dimostra chiaramente che i governi
non possono continuare impunemente a trascurare i loro obblighi economici e
verso i diritti sociali. Respingendo le obiezioni del governo greco di riesamine
del caso, il Comitato ha mandato un chiaro segnale che alle vittime non dev'essere
negato l'accesso alla giustizia. Si spera che, nonostante l'inazione degli
ultimi cinque anni, il governo agisca concretamente rispetto alle gravi
preoccupazioni del Comitato."
Elaborando una gran quantità di materiale presentato dai reclamanti, assieme
ad esperti nazionali, del Consiglio d'Europa e ONU, il Comitato ha trovato
prove significative che i Rom continuano a vivere in alloggi che mancano di
infrastrutture e dei minimi standard di abitabilità. Molti insediamenti
consistono solo in prefabbricati senza elettricità, acqua corrente o raccolta
dei rifiuti.
Il Comitato ha respinto gli argomenti del governo che la legislazione greca
fornisca adeguata salvaguardia alla prevenzione della discriminazione,
sottolineando che in generale, ma in particolare nel caso dei Rom, non sia
sufficiente garantire semplicemente un pari trattamento come protezione contro
ogni discriminazione. Invece, l'uguaglianza reale ed efficace richiede che si
tenga conto della diversa situazione in cui si trovano i Rom.
Il Comitato ha anche concluso che il governo ha mancato di dimostrare che né
la legge né la pratica offrissero una consultazione a chi fosse colpito da
sgombero, incluso un ragionevole preavviso o informazioni su una sistemazione
alternativa. Riassumendo, "non è stato fatto alcuno serio sforzo per trovare
siti o sistemazioni alternative."
Con una constatazione che potrebbe anche aver ricadute sull'accesso alla
giustizia per altre comunità marginalizzate, il Comitato ha inoltre ritenuto che
i ricorsi legali disponibili non sono sufficientemente accessibili. Con molte
famiglie rom che non sono a conoscenza del diritto di contestare un avviso di
sgombero, per esempio, il Comitato ha trovato che "le circostanze speciali delle
famiglie rom minacciate da sgombero significano che dev'essere disponibile un
supporto speciale, che comprenda consulenza
mirata sulla disponibilità di assistenza legale ed in merito ai ricorsi."
Il Comitato ha concluso all'unanimità
che ci sono state violazioni (a) dell'articolo 16 della Carta sul fatto che non
viene tenuto sufficientemente conto della situazione differente delle famiglie
rom, col risultato che un numero significativo di famiglie rom continua a vivere
in condizioni al di sotto degli standard minimi e (b) dello stesso articolo 16
per il fatto che le famiglie rom continuano ad essere sgomberate a forza, in
violazione della Carta, ed i rimedi legali generalmente disponibili non sono
loro sufficientemente accessibili.
Panayote Dimitras, portavoce del Greek Helsinki Monitor, ha detto: "Il
governo deve ammettere che il programma alloggiativo per i Rom è fallito; la
maggior parte dei prestiti per gli alloggi non aiuta i Rom a spostarsi dagli
insediamenti poveri verso case adeguate; mentre invece sono accaduti centinaia
di sgomberi forzati. Le autorità appropriate devono investigare su queste accuse
e punire chi verrà trovato responsabile. Il governo deve nominare nuove persone
per implementare un nuovo piano d'integrazione globale ed efficace, [...].
Questo nuovo approccio richiede che le autorità lavorino direttamente con i Rom
e quanti li rappresentano realmente, piuttosto che con -leader- rom assimiliti
nominato dallo stato."
Per ulteriori informazioni:
Iain Byrne, Senior Lawyer, ibyrne@interights.org Tel: 020 7843 0483.
www.interights.org
Panayote Dimitras, Greek Helsinki Monitor
panayote@greekhelsinki.gr -
office@greekhelsinki.gr
Tel: (+30) 2103472259
http://cm.greekhelsinki.gr
Address: P.O. Box 60820, GR-15304 Glyka Nera.
Note:
1. Secondo la Carta Sociale Europea, gli Stati membri hanno concordato di
tutelare i diritti sociali ed economici di tutti i loro cittadini. Il Comitato è
responsabile per l'esame "reclami collettivi" di non conformità con la
Carta. Una denuncia collettiva non richiede vittime specifiche da identificare,
piuttosto il reclamo è considerato sulla base di modelli di evidenza.
2. Interights, in collaborazione con Greek Helsinki Monitor, ha presentato una
denuncia (n. 49/2008) il 31 marzo 2008 al Comitato Europeo dei Diritti Sociali
contro la Grecia riguardo serie e diffuse violazioni dei diritti abitativi della
comunità Rom e relative garanzie, come da articolo 16 della Carta insieme alla
salvaguardia contro non discriminazione nel preambolo.
3. Nella sua decisione sulla prima denuncia collettiva (n. 15/2003) European
Roma Rights Center contro la Grecia, datata 8 dicembre 2004, il Comitato
concludeva che le azioni e le politiche greche in relazione al diritto alla casa
dei rom erano in violazione dell'articolo 16 della Carta: 'Il numero
insufficiente di abitazioni di qualità accettabile per soddisfare le esigenze
dei Rom stabiliti; il numero insufficiente di punti di sosta per i Rom che hanno
scelto di seguire uno stile di vita itinerante o che sono costretti a farlo; Lo
sfratto sistemico dei Rom da siti o abitazioni occupate illegalmente da loro."
Di Fabrizio (del 08/06/2010 @ 09:50:44, in casa, visitato 1814 volte)
Segnalazione di Flora Afroitaliani-e
Mercoledì 9 Giugno 2010 - ore 18.30-20.30
Planetarietà – Via P. Falconieri 84 (Monteverde)
il Gruppo 105 di Amnesty International e Monteverde Antirazzista
invitano alla tavola rotonda
NON SI SGOMBERANO I DIRITTI UMANI
I diritti abitativi: testimonianze e progetti in difesa di uno dei
principali diritti economico-sociali.
La pratica degli sgomberi forzati, una grave violazione dei diritti umani,
ha subito di recente un notevole incremento.
In particolare, ma non solo, coinvolge le comunità rom e sinti, che più di altre
sono emarginate e discriminate in tutto il continente. In Italia vivono per lo
più ai margini della società, in condizioni abitative precarie e degradanti, e
non per loro scelta, come vuole la diceria comune.
Il “Piano Nomadi” lanciato nel luglio scorso dal Comune e dal Prefetto di Roma
risponde a questa situazione disastrosa con sgomberi forzati di molti
insediamenti rom, senza garantire la consultazione completa delle comunità
interessate né alloggi alternativi per tutte le persone sgomberate.
Sono palesi violazioni dei diritti umani, a cui bisogna reagire: a tutte le
persone che vivono negli insediamenti abitativi precari si debbono assicurare
protezione e rispetto dei loro diritti, al pari di tutte le altre persone che
vivono nel nostro paese.
Per informare e sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica, il Gruppo Italia
105 di Amnesty International e Monteverde Antirazzista organizzano
una tavola rotonda sul tema.
Partecipano:
Roberta Zaccagnini – Amnesty International
Guendalina Curi – Popica Onlus
Gianluca Staderini – Popica Onlus
Sofia Sebastianelli – Action
Aldo Pierangelini – Asl Rm E
Catia Mancini – Arci solidarietà
Alberto Barbieri – Medici per i diritti umani
Testimonianze dirette dal Campo autorizzato Cesare Lombroso, dalla Comunità
Metropoliz e dal Centro di Accoglienza Forlanini: Umiza Halivovich, Christian
Memet, Emran Tarakai
Moderatore: Giulio Coppi – Amnesty International gruppo Italia 105
Al termine dell’incontro: aperitivo con tutti i partecipanti.
Ingresso libero.
Per maggiori informazioni:
Gruppo 105 Amnesty International
gr105@amnesty.it -
www.amnestylazio.it
Alessandro Casagrande: 328 640613
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