Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 04/06/2008 @ 21:54:05, in blog, visitato 2195 volte)
Da
http://smclarkkent.blogspot.com/
Ieri sera nei tg nazionali ampi servizi sulla contestazione
a Mestre da parte della Lega contro la
costruzione di un villaggio per i Sinti (che vivono da
trent'anni poco lontano, in un insediamento ormai inadeguato e, tra l'altro,
progettato e finanziato sin nel '98) progettato dal Comune di
Venezia.
Il Comune ha semplicemente onorato gli impegni stanziando una cifra di
2,8 milioni di euro.
D'accordo istituzioni, associazioni, il Patriarca, la
caritas, prefetto e questore.
All'inizio siamo passati oltre poi, abbiamo aperto i giornali stamattina e sul
corrierone, in bella evidenza, su La Repubblica
addirittura una pagina intera e allora... ci siamo incuriositi.
Come mai tanta visibilità? ci siamo chiesti.
Gli articoli erano pieni di cifre, i metri quadri, i soldi stanziati, il
numero degli zingari, il fatto che sono tutti regolari, che sono
residenti a venezia da anni ma nulla su quanti fossero i
leghisti.
Però se ne parlano tutti dovevano essere proprio tanti, una manifestazione
imponente!
Cerca cerca finalmente su fonti della questura abbiamo saputo che erano
28 (ventotto) e siccome la questura di solito dimezza la cifra
dei manifestanti ne abbiamo dedotto che al massimo saranno stati 60
(sessanta)!
Ora se i direttori del corrierone e de la repubblica
si fossero comportati da seri giornalisti avrebbero detto al loro
inviato:
"60 manifestanti? istituzioni (compreso questore e prefetto), chiesa, caritas e
associazioni tutti d'accordo col Comune? beh, ma allora cosa vuoi pubblicare?
che vadano a da via il....!!".
O no?
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:04:23, in Italia, visitato 1828 volte)
CONTRIBUTO DI ALEXIAN SANTINO SPINELLI
C’è un silenzio assordante in questo momento in Italia. Un silenzio
colpevole, delittuoso... Può portare a un genocidio culturale pericoloso che noi
Rom conosciamo sulla nostra pelle col nome di Porrajmos (divoramento), è
marchiato sulla nostra carne!! Un lancio di molotov su donne e bambini inermi
non punito dalla magistratura, e se fosse stato un Rom o un immigrato a
commettere un simile reato? Linciaggio o ergastolo? Anche questa è
discriminazione. Certo che il singolo che delinque va punito secondo le leggi
vigenti ma non si può colpevolizzare un popolo intero, è razzismo!!! Com’è
possibile che la situazione italiana è chiarissima all’estero visto il monito
del Parlamento Europeo al nostro governo mentre in Italia nessuno si accorge di
nulla? Non una sola voce autorevole di esponenti politici o ecclesiastici o di
intellettuali italiani s’elevata per condannare una simile barbarie!!! Silenzio,
silenzio tuonante! Silenzio
connivente! Un capro espiatorio utile e necessario costruito ad hoc grazie ad
un’informazione inquinata!!!!! Basta Pogrom!! Stop al razzismo!! No alla
xenofobia!! Stop alle mistificazioni!!!!
Ci sono fondi europei destinati all’integrazione delle comunità Rom, cittadini
europei, non utilizzati dai nostri governi facendo credere che l’integrazione
dei Rom in Italia sia gravosa per tutti gli italiani! L’opinione pubblica è
ignara ed inerme esposta a continui bombardamenti mediatici che intossicano di
pregiudizi! Alcune trasmissioni televisive o servizi giornalistici andrebbero
denunciati al Tribunale Internazionale dell’Aia per crimini contro
l’umanità!!!!! Ma c’è silenzio, un lungo e prolungato silenzio fino a
domenica 8
Giugno quando sfilerà un corteo antirazzista per le vie di Roma per gridare NO a
nuovi genocidi!!!!!!! Chi tace acconsente!!!!!!!
Ecco alcune miei suggerimenti in 9 punti per migliorare la situazione dei Rom in
Italia:
1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti. Rom e Sinti compresi.
Lanciare molotov è reato e nessuno è stato perseguito per averlo fatto. Nessuna
voce autorevole ha condannato realmente l’episodio. Solo all’estero si sono resi
conto della gravità della situazione dei Rom e Sinti in Italia
2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari
diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette
a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con
la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
e con le normative europee ed internazionali.
3) Smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e
frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della
discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre
coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in
Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha
cittadinanza italiana e vive nelle case (l’arrivo risale al XV secolo)
4) Facilitare l’ accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare
insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l’utilizzo dei
servizi pubblici. Favorire il più possibile l’accesso alla scolarizzazione, al
lavoro e all’assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate
5) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero
popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono
essere puniti e non l’etnia di appartenenza
6) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell’arte e della
lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire
l’integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l’
1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull’intero territorio
nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne
cinematografiche, concorsi letterari, etc). E’ chiaro che questa disparità non
può avere effetti positivi.
7) Prendere atto del palese fallimento dell’ assistenzialismo delle associazioni
di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom.
Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di Euro per progetti di scarso o
nessun valore per i Rom e Sinti
8) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una
esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle
comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi
sociali e politici.
9) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali
dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo
stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere
esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l’esclusione sociale e
l’emarginazione
culturale
ALEXIAN SANTINO SPINELLI, MUSICISTA E DOCENTE DI LINGUA E CULTURA ROMANì
presso le UNIVERSITA’ DI CHIETI E DI TRIESTE
Presidente dell’Associazione Nazionale Thèm Romano
email: spithrom@webzone.it
http://www.alexian.it
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:33:18, in Italia, visitato 1612 volte)
I sinti: «Se ci sgomberano dai terreni dove andiamo?»
2008-06-04 di MAGDA BIGLIA -
BRESCIA - UNA FAMIGLIA DI sinti italiani ha
presentato denuncia ai carabinieri, perché la loro bambina nella scuola Montale
è stata fatta oggetto di ingiurie pesanti dai compagni e nel parco, dove va a
giocare con la mamma, è stata vittima di un lancio di sassi. «Non era mai
accaduto prima», dice sgomento il padre parlando di nuovo clima di intolleranza.
«Mia figlia è stata licenziata più di una volta non appena hanno scoperto che
dopo il lavoro tornava in una roulotte», racconta un altro padre.
IL PASTORE evangelico, ministro di culto sinto, Renato Henic, ha chiesto
inutilmente di poter sostare nei campi bresciani per portare la buona novella
alla comunità sinti. «Non capite che è attraverso la parola di Gesù che si può
migliorare il modo di rapportarsi alla società, si può instaurare un diverso
rispetto delle regole?», egli sostiene.
I SINTI CHE hanno casa da 20, 30 anni sui terreni che si sono comprati pensano
disperati, dopo l'annuncio di futuri sgomberi: «Dove andremo, non abbiamo i
soldi per pagare gli affitti altissimi né per comprare un terreno edificabile».
Ieri hanno avuto voce anche loro al convegno organizzato, con contributo Ue, dal
Cssi, Centro studi e servizi per l'immigrazione presieduto da Riccardo Imberti.
Si sono sentiti illustrare contrastati progetti sociali d’integrazione milanesi
e veronesi, si è ascoltata la voce di Nazzareno Guarnieri, un rom abruzzese che
si batte per il suo popolo.
HA PARLATO della situazione dell'Abruzzo, di Pescara in particolare dove i
nomadi, italiani e stranieri, vivono in case popolari, campi non ce ne sono.
«Noi non vogliamo vivere nei campi, chi lo ha detto?». «Non ci conoscete», ha
gridato Guarnieri accusando anche tutti coloro, associazioni, istituzioni,
amministrazioni, che si muovono sulla questione dei nomadi di farlo con un
grande assente, loro.
«CI SONO laureati, professionisti rom, perché si fanno solo progetti, buoni o
cattivi, sulla nostra pelle?». Il 18 maggio si è formata una federazione
nazionale di 19 associazioni, a cui aderiscono anche gruppi bresciani, rom e
sinti, assieme una volta tanto. «Faremo azioni eclatanti, scioperi della fame,
sit-in se non riusciremo a farci ascoltare».
DOVRANNO farsi ascoltare anche a Brescia, dove l'Amministrazione ha promesso la
chiusura totale dei campi entro due anni. «Vedremo cosa potranno fare», commenta
l'ex assessore Fabio Capra, non si possono usare i manganelli «ci vuole pazienza
e accompagnamento».
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 13:35:55, in scuola, visitato 1775 volte)
Ciao
e' attivo questo spazio:
sarebbe gradita una tua partecipazione ed un aiuto a diffonderlo
grazie
luisa
Vento d'Europa:
bambini, ragazzi, donne e giovani adulti Rom nelle nostre scuole
Tavolo di lavoro per una scuola che ti cammini accanto
Apriamo questo spazio, inteso come tavolo di lavoro oltre che di confronto,
in un momento di particolare incertezza per i cittadini Rom, italiani ed
europei, presenti nel nostro paese e nelle nostre scuole.
I fatti di Napoli, le tante e diverse emergenze delle citta' interessate dalla
perdurante vergogna dei Kampi, gli episodi di intolleranza razzista, hanno
riempito le cronache di questo maggio colpendo anche quanti in questi anni hanno
lavorato e lavorano nella direzione dell'incontro e della interazione tra le
culture.
La scuola, che ha visto nascere proprio con i Rom, primi tra gli stranieri ad
aver avuto accesso allo studio, le tematiche dell'intercultura, e' stata in
questi anni il luogo principale di contatto e incontro tra una comunita' per
secoli discriminata e gli altri: genitori, insegnanti, coetanei, operatori del
sociale.
Contemporaneamente molte sono state le iniziative interistituzionali, le
strategie integrate sul territorio, le buone pratiche faticosamente messe in
atto spesso su sollecitazione diretta della scuola. Un bagaglio di esperienze
che ha coinvolto la didattica e la politica scolastica, ha conosciuto progressi
e fallimenti, consentendo comunque in molti casi il successo formativo.
Questo patrimonio vorremmo fosse conosciuto e socializzato affinche' diventi
rapportabile ad una nuova progettualita' che, anche grazie all'iniziativa
diretta della Comunita' Europea, si prospetti come significativa sul piano della
valorizzazione e della tutela della cultura e della lingua Rom, su un terreno da
tutti condiviso.
Agli insegnanti, alla comunita' Rom, a quanti in direzione costruttiva operano
nel sociale, e' rivolto l'invito ad intervenire, a diffondere l'iniziativa e
piu' in generale ad impegnarsi affinche' la promessa di Futuro formulata dalla
scuola sia affidabile, sicura, al riparo dai toni tragici di campagne razziste
ed efficacemente mantenuta.
http://www.didaweb.net/forum/index.php
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 00:33:28, in Italia, visitato 2096 volte)
Prossimo intervento differenziale per cittadini Italiani (censimento fotografico e schedatura-Polizia), domani mattina (oggi ndr), presso il campo comunale di via Impastato a Milano (famiglie Bezzecchi).
Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza" di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani" in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41), quei "campi del Duce" di cui in Italia si è preferito perdere la memoria.
"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" Sono passati sessant'anni ,ma le preoccupazioni,la percezione del pericolo. I PROVVEDIMENTI PUBBLICI SONO GLI STESSI DI OGGI. E'agghiacciante quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi, a Milano. Rimanere in SILENZIO oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.
NESSUNA collaborazione di Enti o Associazioni è giustificata (VERGOGNA)... Mi appello alla società civile, chiedo un sostegno per le comunità di rom e sinti Milanesi... voci dal silenzio... Ricordo che domani sarà schedato anche mio padre, CITTADINO ITALIANO, che ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazionale italiano (Tossicia)... mio nonno deportato a Birkenau e uscito dal camino... VERGOGNA
MI VERGOGNO, IN QUESTO MOMENTO, DI ESSERE CITTADINO ITALIANO E CRISTIANO... Chiedo in questo momento tragico per la democrazia e la cultura a Milano ed in Italia, di URLARE il proprio dissenso per questa politica razzista, incivile e becera. RICORDO E NON DIMENTICO che oggi siamo noi e domani...
Milano, 05/06/2008 Rag. Giorgio Bezzecchi (Rom - medaglia d'oro al valor civico) - segreteria@operanomadimilano.org
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 08:45:53, in lavoro, visitato 1366 volte)
Da
Mundo_Gitano
Oltre mezzo milione di Rom in età lavorativa vivono in Spagna, ciononostante
il numero di chi entra nel mondo del lavoro rimane basso ed il 55% dice di aver
sofferto discriminazioni cercando un lavoro. L'organizzazione Fundación
Secretariado Gitano ha lanciato una campagna di responsabilizzazione attraverso
pubblicità in TV, poster e volantini, per sottolineare i pregiudizi che ancora
esistono e che rendono difficile ai Rom l'accesso all'impiego.
La Fondazione ha una vasta conoscenza su questo tema tramite il suo programma
"Acceder" che dal 2000 promuove l'inclusione di Roma nel mercato del lavoro.
Fondato dal Fondo Sociale Europeo e dal governo spagnolo, il programma ha
fornito aiuto a 35,000 persone e 26.000 Rom nel trovare lavoro. Il successo è
dovuto al lavoro del programma nel cambiare le attitudini delle famiglie rom,
negli affari e nella società in generale, creando reti di cooperazione con le
amministrazioni e le compagnie, ed aiutando i consegnatari nel sviluppare
politiche attive a promuovere l'inclusione.
La Fundación Secretariado Gitano è un'organizzazione not-for-profit
che fornisce servizi per lo sviluppo della comunità Rom in Spagna ed in Europa.
Lavora per promuovere l'integrazione della comunità Rom rispettando la loro
identità culturale unica.
"Employment
makes us equal" campaign (information in Spanish only)
Da
Roma_Benelux
03 giugno 2008 Petizione per rimuovere il bando della musica rom [...]
Gitani da tutta Europa raggiungono ogni 24-25 maggio la città di Les Saintes
Maries de la Mer nella regione francese della Camargue, in un pellegrinaggio
religioso di preghiera e musica in onore della loro Santa Sara.
Attraverso gli anni questa condivisione alla fine della strada in Francia si
è sviluppata in un incrocio di musica rom, inspirando ed impollinando altri tipi
di musica dal flamenco al jazz di Django Reinhardt, tradizionali ottoni
ungheresi e balcanici sino alla rumba dei Gipsy Kings.
Ma nel maggio 2008 il consiglio comunale ha proibito ai rom di suonare
musica per le strade durante il festival. Secondo Canut Reyes dei Gipsy
Kings, e molti altri, questa proibizione rovinerà il festival e c'è paura per il
suo futuro.
Assieme ad un appello a permettere ai rom di continuare a suonare musica
nelle strade anche il prossimo maggio 2009, è partita una petizione online che
verrà spedita al sindaco di Les Saintes Maries de la Mer, Mr Roland Chassain.
"La musica gioca un ruolo enorme nella tradizione e cultura del popolo rom.
Mr Chassain, risolviamo i problemi, ma lasciamo la musica!" recita l'appello.
La petizione online si può firmare a questo link
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 13:25:29, in Italia, visitato 2082 volte)
Ente Morale DPR n. 347 del 26 marzo 19670 Sezione di Milano Sede Operativa - Via De Pretis n. 13 20141 Milano 02 84891841 - 3393684212 operanomadimilano@tiscali.it www.operanomadimilano.org COMUNICATO STAMPA L’operazione di controllo di un insediamento rom, che ha preso il via questa mattina verso le ore 5,00 in Via Impastato 7 a Milano e che ha riguardato c.ca 35 persone, cittadini italiani residenti a Milano da oltre 4 decenni, ha dato il via a quella che era stato preannunciata nei giorni scorsi dal Commissario Straordinario e Prefetto di Milano come un più vasto censimento di tutte le comunità rom e sinte presenti a Milano e nella Provincia. C.ca 50 agenti di Polizia di Stato, Polizia Locale e Carabinieri hanno fotografato i documenti d’identità di tutti gli appartenenti alla comunità (dati per altro già in possesso delle autorità comunali e dell’anagrafe di zona presso cui sono regolarmente iscritti), configurando così l’intera operazione come una vera e propria schedatura su base “etnica” di una parte di concittadini, in violazione dei più elementari diritti costituzionali delle persone. L’operazione è avvenuta in assenza della stampa e di organismi autonomi di controllo, ragione per cui è ipotizzabile che gli interventi che seguiranno negli altri insediamenti, dove la consistenza numerica dei Rom e Sinti è assai maggiore e i problemi sociali più rilevanti, potrebbero dar luogo ad abusi d’autorità e procedure irregolari ancor più gravi per le persone che saranno identificate. L’Opera Nomadi chiede che al più presto vengano quindi date effettive garanzie di tutela e rispetto dei diritti delle persone che saranno sottoposte ad operazioni di censimento del territorio e che queste avvengano nel pieno rispetto delle leggi vigenti, anziché configurarsi come iniziative discriminatorie su base etnica. Per fare questo si chiede che alle operazioni venga autorizzata la presenza di un comitato di controllo indipendente sul modello di quelli previsti dall’OSCE. Nelle ultime 24 ore sono giunte all’Opera Nomadi di Milano perché trasmettessero alle famiglie di via Impasto oltre 100 lettere di solidarietà da parte di autorità politiche, culturali e associative nonché di cittadini e di molti ex deportati nei campi di concentramento. Tutti hanno ugualmente manifestato per iscritto la loro indignazione e profonda preoccupazione per quanto sta accadendo.
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 08:59:14, in Europa, visitato 1753 volte)
Da
Nordic_Roma
YLE 02.06.2008, 10.13 - Helsinki sta tentando di tagliare il numero di
mendicanti che arrivano dall'estero sino alle strade della città. Per questo
sforzo, la città ha commissionato all'Istituto Deaconess un sondaggio sui
mendicanti e di scoprire come sono arrivati e a chi va il denaro raccolto.
Quieti mendicanti, inginocchiati sui marciapiedi sono trascurati facilmente
nel trambusto urbano, ed poche persone si fermano ad offrire un soldo o due.
La città di Helsinki ha commissionato all'Istituto Deaconess, una fondazione
sociale, di conoscere di più su questi arrivi. Alcuni membri dell'Istituto, che
parlano rumeno, stanno prendendo contatto con questi mendicanti per le strade,
cercando di determinare da dove arrivino, come sia organizzato il loro
mendicare, e cosa possibilmente possa essere fatto per aiutarli.
L'anno scorso circa 100 mendicanti sono apparsi ad Helsinki, la maggior parte
membri della minoranza Rom dell'Europa meridionale. Quest'anno sono in molte
città.
Una donna ci ha detto di chiedere l'elemosina per aiutare i sei bambini in
Romania. Raccoglie circa 10 € al giorno. Una risposta che si cerca è se qualcuno
ne chiede una parte. In alcune parti d'Europa, la mendacità è un affare
organizzato.
Le congregazioni pentecostali in Finlandia, in particolare, hanno aiutato
questi gruppi di mendicanti. Sono stati stabiliti contatti, in parte perché
queste congregazioni includono molti Rom finlandesi.
La maggior parte delle persone ignora o evita questi mendicanti, spesso
perché la gente, onestamente, non sa come reagire in faccia alla povertà. I
funzionari dicono che sarebbe meglio aiutarli a casa loro, non per le vie della
città. Raccomandano anche di non dare soldi ai mendicanti, ma né chiedere
l'elemosina né il darla è illegale.
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 09:18:08, in Europa, visitato 1502 volte)
Da Roma_Daily_News
Il rapporto rilasciato da Amnesty International nel 2008, segnala l'intolleranza e la discriminazione verso le minoranze sessuali e l'etnia Rom. Il presidente Basescu ed il ministro degli esteri Cioroianu sono stati ricordati per le loro dichiarazioni razziste.
Le minoranze etniche, i Rom in particolare, continuano a confrontarsi con serie discriminazioni, anche nel lavoro, la casa, la salute e la scolarizzazione. L'UNICEF ha riportato a marzo che oltre il 70% delle famiglie Rom non hanno accesso all'acqua corrente e che la segregazione dei bambini rom nelle scuole differenziali e le classi "soli Rom" continuano ad essere preoccupanti. Continuano i discorsi di odio ed intolleranti dei media e di alcune autorità pubbliche.
Maggio scorso, il presidente Traian Basescu chiamò "sporco zingaro" un giornalista, ma poi si scusò. Il Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione chiese spiegazioni al presidente.
C'è stata tensione con l'Italia dopo che questa ha dichiarato l'intenzione di espellere i Rom di nazionalità rumena. A novembre, il ministro degli esteri Adrian Cioroianu disse in un dibattito televisivo di considerare di "comprare un pezzo di terra nel deserto egiziano e di popolarlo con quanti appannavano l'immagine del paese." Adrian Cioroianu più tardi si scusò, ma rifiutò di ritrattare. Il primo ministro "deplorò" i commenti del ministro ma non prese nessuna azione ulteriore. Diverse organizzazioni dei diritti umani susseguentemente scrissero una lettera aperta chiedendo le dimissioni di Adrian Cioroianu, e l'OnG Romani-CRISS inviò una protesta al Consiglio Nazionale per la Lotta alla Discriminazione (Consiliul National pentru Combaterea Discriminarii, CNCD).
A luglio, la Corte Europea per i Diritti Umani ha espresso il proprio giudizio sul caso di Belmondo Cobzaru, un Rom picchiato mentre era sottola custodia degli agenti di polizia a Mangalia nel 1997. La Corte ha stabilito che la Romania ha violato la proibizione di trattamenti inumani e degradanti, il diritto ad un rimedio effettivo e la proibizione della discriminazione.
DIVERS – www.divers.ro
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