Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/12/2011 @ 09:12:54, in Italia, visitato 1778 volte)

Piacenzasera.it 9-12-2011 (segnalazione precedente su Mahalla ndr.)

Una cinquantina di Sinti si sono radunati questa mattina in piazza Duomo per rivendicare i loro diritti ad essere riconosciuti come una minoranza-etnico linguistica e ad essere maggiormente considerati all'interno della amministrazioni locali. Arrivati a Piacenza da tutto il nord Italia, hanno ribadito le richieste già presentate nei mesi scorsi al governo, che prevedono oltre al riconoscimento storico anche una serie di diritti legati al sostegno dei lavori tradizionali svolti dai Sinti, alla valorizzazione della loro cultura e ad una serie di provvedimenti che facilitano l'inserimento nella vita sociale del Paese.

I Sinti in piazza Duomo

"Al governo abbiamo chiesto il riconoscimento di una serie di diritti legati all'abitazione, al lavoro, alla scuola e alla famiglia - ha commentato Davide Casadio, presidente dell'associazione Sinti italiani, presente alla manifestazione in piazza Duomo - Alle amministrazioni locali chiediamo di essere maggiormente considerati, soprattutto riguardo al tema del lavoro; noi facciamo parte dello spettacolo viaggiante ma costantemente ci vengono negati diritti".

Manifestanti

A Piacenza i Sinti residenti nel campo nomadi sono circa 150, di cui un terzo minorenni. "Chiediamo che le nostre attività, come giostre e divertimenti ambulanti, siano più vicine al centro della città e non sistemate alla periferia" ha aggiunto il segretario provinciale dell'associazione Salvatore Occhipinti. Tra le richieste fatte dall'associazione Sinti italiani anche la licenza per l'attività di raccolta del ferro vecchio.

Elvis Ferrari e Salvatore Occhipinti

Watch live streaming video from cpilive at livestream.com

L'incontro con l'assessore Palladini: "Un tavolo di riconciliazione". L'assessore comunale ai Servizi sociali Giovanna Palladini ha consegnato ai rappresentanti della comunità sinti una lettera.

Caro Elvis, caro Salvatore,
scrivo a voi perché in questi anni, a fasi alterne, avete assunto un ruolo assimilabile a quello di portavoce della popolazione sinta residente nella nostra città.

Oggi manifestate in tutto il Paese, insieme alla vostra gente, per rivendicare politiche pubbliche capaci di superare l'isolamento sociale in cui vi trovate.

In tutti questi anni le amministrazioni locali che si sono succedute, anche di diverso segno politico, hanno perseguito azioni costanti rivolte soprattutto ad obiettivi fondamentali come la scolarizzazione dei vostri figli e il graduale accompagnamento verso soluzioni abitative alternative alla permanenza nei campi di via Torre della Razza. Sulla scolarizzazione sono stati ottenuti risultati importanti fino a garantire la frequenza delle scuole dell'obbligo per tutti i bambini. Qualche difficoltà in più abbiamo dovuto registrare sul tema della casa. Spesso, infatti, i progetti di inserimento sono andati a buon fine, ma laddove ciò non è successo, sono stati rilevanti i problemi che si sono dovuti affrontare.

Grava, nelle relazioni tra voi e la città, oltre ad una difficoltà antica che vi accompagna, una questione rilevante relativa al patto che governa il rapporto tra cittadini e tra questi e la cosa pubblica. Mi riferisco, come potete immaginare, al debito maturato relativamente al rispetto del regolamento vigente per l'area di sosta che prevede il pagamento di quote giornaliere comprensive, tra l'altro, del consumo dell'acqua.

E' necessario che, con la collaborazione delle associazioni di volontariato che in questi mesi hanno ripreso contatto con il campo, si trovi una soluzione.

Le associazioni alle quali fate riferimento, hanno tra i propri obiettivi prioritari la definizione di un“Patto di riconciliazione nazionale” come proposto dall'Opera nazionale e una strategia nazionale che punti sull'integrazione come proposto dalla Federazione che ha organizzato la manifestazione di oggi..

Sono obiettivi importanti che presuppongono la volontà di assumere, reciprocamente, la responsabilità insita nei doveri e nei diritti di cittadinanza.

Insieme alla Caritas, insieme a voi, abbiamo avviato un percorso di confronto che ha al suo centro temi quali il lavoro, l'associazionismo, l'integrazione. Un cammino reso più difficile dall'insolvenza maturata nei confronti del Comune. Abbiamo bisogno di segni concreti, da parte di tutti, che vadano nella direzione di una inversione di marcia, che consenta di scrivere a Piacenza un Patto di riconciliazione locale, in mancanza del quale, saranno vani sia gli esiti delle vostre rivendicazioni, sia l'impegno profuso dai volontari, a partire dalla Caritas, e di tutti gli altri soggetti animati da buona volontà.

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Di Fabrizio (del 10/12/2011 @ 09:21:22, in Italia, visitato 1392 volte)

Segnalazione di Agostino Rota Martir

Divieto di accesso... a chi? Ai rom residenti? A quei rom che il comune sta ancora sfrattando dagli appartamenti e che si troveranno per strada? Ai visitatori non Rom?  Divieto di accesso ai non ebrei? Come avveniva nel ghetto di Varsavia...

Insediamento in via di chiusura
DIVIETO DI ACCESSO


I trasgressori saranno denunciati e perseguiti a termini di legge
(artt. 633 e 639 bis codice penale)

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Di Fabrizio (del 09/12/2011 @ 09:20:54, in Italia, visitato 1313 volte)

Leggendo questo pezzo, ho avuto due reazioni: Una di prenderlo come un appello da libro Cuore; l'altra di immedesimarmi quando scrive che il cambiamento non lo regala nessuno, neanche gli amici. Voi che ne pensate?

Traniviva.it RINO NEGROGNO - Martedì 6 Dicembre 2011

L'arduo tentativo di cambiare le cose

Non posso esimermi dall'arduo tentativo di cambiare le cose in questo mondo. Cercare di migliorare la città, il quartiere, il palazzo, la famiglia, noi stessi è l'unico modo non utopistico per fare questa rivoluzione. Non possiamo tirarci indietro. Cosa racconteremmo ai nostri figli? Non possiamo dire come i nostri nonni di essere stati partigiani o come i nostri padri di aver contestato. Cosa diremo mentre guarderanno il mondo che gli lasciamo? Cosa risponderemo quando nostro figlio ci domanderà perché non abbiamo fatto niente per il suo mondo?

Ogni mattina vedo passare famiglie di zingari, un padre una madre e due o tre figli. I padri sono seri, pensierosi, camminano qualche passo avanti. Le madri spingono un passeggino, parlano con i loro bambini, ridono, rimproverano. I bambini giocano, cantano, ridono, quelli nel passeggino sognano. Chissà cosa sognano i figli degli zingari, quelli che sono nel passeggino. Non credo sognino abbondanti bottini agli incroci delle strade, baracche sporche, vestiti colorati e piedi scalzi. Non possono neanche sognarsi Babbo Natale ed i suoi doni perché nessuno ha mai raccontato favole per loro. Non so proprio cosa possano sognare i bambini degli zingari. E le loro mamme? Sognano un gruzzolo cospicuo o un principe azzurro che apra per loro un castello incantato. E i padri? Eppure anche gli zingari sono felici. «Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici in piazza Maggiore a ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra», cantava Claudio Lolli nel 76.

Qualche mattina fa mi sono recato al municipio perché sapevo di un sit-in del comitato di lotta per le case popolari. Osservavo da lontano la rabbia di questa povera gente disperata. Qualcuno urlava ai politici di uscire, qualcuno di andare a casa, qualcuno diceva che non bisognava più andare a votare, qualcuno urlava: rivoluzione e basta. Me ne sono stato in disparte per non far dire agli amici che speculavo sul dolore mettendomi in bella mostra ma avrei voluto fare a questa gente una proposta: perché non diventano loro i politici, gli amministratori dei loro drammi? Loro che li conoscono bene, loro che si svegliano al mattino già disperati con questi drammi e ci vanno a letto la sera per notti quasi sempre insonni. Loro diventano gli amministratori, uno di loro il sindaco, il più faccia tosta e poi si scelgano gli assessori, i tecnici che diano loro un contributo, una mano. È facile, basta che alcuni di loro si candidano e tutti gli altri li votino. Stiamo facendo, stiamo vedendo, stiamo valutando eccetera, sono le solite frasi di queste circostanze che non vorremmo più sentire. Ma cosa ne possiamo sapere noi che la mattina andiamo a lavorare e la sera torniamo a casa, al calore della nostra casa, mangiamo, beviamo e andiamo a dormire sereni? Cosa ne possiamo sapere noi di come sia doloroso anche solo sentirsi dire stiamo facendo. Quale solidarietà possiamo dare a chi non lavora e non ha una casa noi che non abbiamo mai provato questa umiliazione?

Ebbene, è dal basso che deve partire la rivoluzione, il cambiamento, la presa di coscienza, la «classe per sé», come la chiamava Karl Marx. Da chi soffre, chi ha fame, chi ha freddo, chi è solo, chi è stanco deve cominciare il cambiamento. Solo chi vive il dramma si affretterà per risolverlo. Lasciamo i politici di professione a casa, ringraziamoli ed esoneriamoli dalla missione che loro malgrado e con abnegazione vogliono svolgere per noi, non lasciamoci abbindolare da fantasiose promesse, garanzie e lavoro ad personam. Lasciamo chi parla in eleganti salotti di lavoro, disoccupazione, affitto, mutuo, scuola, povertà lì dov'è. Autocoscienza. Chi ha il problema lo comprende, discute con chi ha lo stesso problema e cerca le soluzioni velocemente perché non può tornare da solo, alla sua famiglia con il problema non risolto. Non più una politica serva delle banche e dei ricchi che ci chiedono sacrifici dall'alto della loro ricchezza senza mai farne ma una politica serva dei cittadini più bisognosi prima di tutto e poi il resto accadrà di conseguenza, a salire.

C'erano anche molti anziani al sit-in. Chi restituirà loro tutti i giorni di felicità perduta? Se non possiamo cancellare la sofferenza di questi signori possiamo almeno provare a rendere uguali i sogni di tutti i bambini? Il sogno è quello che ognuno vorrebbe realizzare. Possiamo dare a tutti i figli della città la stessa possibilità di realizzare i sogni? Le stesse opportunità. Le stesse scuole? Non una cultura a pagamento per pochi che produce poco per l'umanità perché non è detto che quei pochi che possono pagare abbiano molto in testa da offrire.

Quando vedo un bambino povero, sporco, nudo, che chiede soldi, che lavora o è ridotto pelle e ossa dalla fame penso sempre che se quel bambino avesse la possibilità di studiare, di capire il mondo, potrebbe diventare un genio e lo renderebbe sicuramente migliore ma poiché quel bambino non leggerà mai un libro, dobbiamo lavorare molto e l'impresa è sì ardua.

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Di Fabrizio (del 09/12/2011 @ 09:16:54, in Italia, visitato 1702 volte)

(estratto, cliccare sull'immagine per leggere gli altri interventi)

mercoledì 7 dicembre 2011 FINALMENTE. FINALMENTE QUALCOSA SI STA MUOVENDO, LA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME E' FINALMENTE RIUSCITA A FARSI SENTIRE DAL GOVERNO, SPECIALMENTE DAL MINISTRO ANDREA RICCARDI PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE, E DAL SENATORE PIETRO MARCENARO, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DIRITTI UMANI DEL SENATO E DALLA VOCE PRESIDENTE DEL SENATO EMMA BONINO

LA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME E IL SUO DOCUMENTO CON I SUOI NOVE PUNTI PRESENTATO AL SENATO

Prima di parlare dei nove punti che la maggioranza dei sinti e dei rom ci hanno chiesto di includere nel documento, voglio specificare che oggi noi sinti e rom non riconosciamo nessuna persona che non sia d'etnia sinta o rom che si autodefinisce portavoce, intermediario o legale rappresentate di sinti e rom, oggi siamo noi i diretti portavoce, intermediari e legali rappresentati di noi stessi, perciò chi , non sinti o rom si proclama tale, noi non lo riconosciamo.

Ma se accompagnato da due persone sinte o rom con una delibera sottoscritta da tutti i sinti e rom membri dell'associazione o da più persone singole sinti e rom, questo potrebbe essere rivisto.

Il motivo di Questo è per tutto il lavoro INUTILE che tantissimi portavoce, intermediari hanno fatto in tutti questi anni, sinti e rom si trovano ancora oggi rinchiusi in enormi campi nomadi o sgomberati senza nessuna soluzione alternativa, e tantissimi ancora oggi nell'anno 2011 alle porte del 2012 si trovano senza i servizi di prima importanza come l'energia elettrica, l'acqua potabile, sevizi igienici e un tetto dove ripararsi dalla intemperie, oggi noi non vogliamo e non ci servono dei portavoce, ma ci servono delle persone che vogliono lavorare tutti insieme, sinti, rom e popolazione maggioritaria. Per questi motivi noi della federazione rom e sinti insieme abbiamo presentato questo documento nella sala stampa della Camera e al Senato il 9 novembre 2011, con i seguenti punti che vi voglio illustrare con parole più significative.

* il primo punto il lavoro, non meno o più importante dei nove punti, ma vitale per il proseguimento alla vita. Il problema lavoro: per i Sinti e Rom scarseggia per svariate cause, primaria e la più grande e la discriminazione razziale, solo essendo d'etnia Sinti e Rom diventa quasi impossibile trovare lavoro,( se non si nasconde la propria etnia d'appartenenza), poi la brutta reputazione che dura da circa 1000 anni, solo il nome "zingari" fa ancora tremare parecchia gente, la diffidenza in ambo le parti, la mancanza di diplomi, la scarsa conoscenza dei lavori proposti, la scarsa conoscenza della lingua italiana, nessuno vuole come partner di lavoro un sinto o un rom e altre molte varie ragioni.

Per questi motivi noi chiediamo di avere la possibilità di intraprendere e poter lavorare in proprio, con i nostri lavori tradizionali, riportandoli alla conoscenza non solo ai nostri figli ma a tutta la popolazione maggioritaria, ma per riuscire abbiamo bisogno di ottenere dei aiuti e dei finanziamenti comunali, provinciali, regionali e statali, per poter supportare i nostri lavori tradizionali, come lo spettacolo viaggiante, la musica sinta e rom, l'artigianato e tutto quello che oggi "per forza dei cambiamenti" e stato dimenticato, come i cestinai, fiorai, ombrellai e tanti altri che ogni persona sinta e rom anziana ci potrà aiutare a portarla alla luce e farla imparare ai nostri giovani.

In alternativa e la costituzione di cooperative sociali costituite direttamente dai sinti e dai rom, dove potere assumere personale sinto o rom nell'ambito del lavoro di giardinaggio, pulizie in generale, raccolta materiale ferroso ecc. ecc. ma supportati dai propri comuni, provincie e regioni che dovranno trovare un sistema ad aggiudicare i lavori a detta cooperativa senza dover ricorre a bandi molto difficili per i sinti e rom, intraprendendo questa strada si porta la conoscenza ai giovani che entrando in queste tipologie di lavoro imparano, così che l'aiuto del comune provincia regione stato un giorno non serva più.

Ma se si vuole davvero aiutare i sinti e i rom che vogliono lavorare, si devono agevolare rilasciando anche dei permessi di sosta provvisoria su tutto il territorio italiano, eliminando tutti i divieti di sosta alle roulette, camper e nomadi per tutti i sinti e rom che li richiedono per poter lavorare con i propri lavori tradizionali, ai musicisti, ai giostrai e circolanti, alla predicazione (MEZ) in assoluta liberta.

Solo percorrendo queste strada si potrà ridare il lavoro perso alla maggioranza dei Sinti e Rom.

* Per secondo e L'abitare, questo e un altro grandissimo problema di tutti i sinti e rom, che grazie ai sgomberi senza alternative, la mancanza di servizi principali come l'acqua, l'energia elettrica, i servizi igienici e il riscaldamento invernale, porta ai sinti e rom la scarsa e corretta frequenza scolastica, ciò impedisce loro i diplomi occorrenti ad un lavoro per il prossimo futuro. Porta la scarsa ricerca del lavoro, perché impossibile riuscire a trovare un lavoro definitivo non avendo nessuna abitazione definitiva e regolare con un indirizzo civico, dove poter essere a disposizione del datore di lavoro, un altro input negativo al lavoro e avere l'indirizzo di un campo nomadi, ciò rende ancora più difficile a trovare un qualsiasi lavoro.

E per queste ragioni che noi della federazione nazionale rom e sinti insieme, chiediamo la Moratoria degli sgomberi senza alternative. Applicazione dei Progetti per la chiusura dei cosiddetti "campi nomadi" attraverso soluzioni diversificate quali la realizzazione delle microaree famigliari attrezzate, composte da genitori e figli con un regolare indirizzo civico senza definirlo campo nomadi, villaggio ecc. dove poter continuare e salvaguardare la tradizione e la cultura dei sinti e rom nativi in Italia da decenni, ma anche perché ci sono tante persone gagge che dichiarano che avere dei sinti o rom come vicini di casa e viverci con armonia e una cosa impossibile, perciò la creazione delle microaree e un bene per noi, ma soprattutto e un bene anche per la popolazione maggioritaria che non vogliono vivere e avere dei vicini di casa sinti e rom.

* Un altro progetto concreto, positivo e forse il migliore perché non sperpera denaro pubblico e non costa nulla al comune, provincia, regione e stato, perché un terreno agricolo e una propria proprietà poco onerosa e a portata di tutti i sinti e rom, da notare che già da parecchi anni moltissime famiglie sinte con grande successo sono riusciti ad uscire dai campi nomadi grazie all'acquisto di un terreno agricolo come tipo di abitazione, ed è perciò che chiediamo La Modifica del Testo Unico 380/2001 che proibisce l'installazione anche di roulotte mobili su terreni agricoli.

* Chiediamo anche e soprattutto da subito, la Sospensione della Delibera 67/2010 dell'Autorità per l'energia elettrica, fino a che non si trovi un alternativa al riscaldamento usato dalla maggioranza dei sinti e rom, questa delibera e arrivata così all'improvviso che i sinti che usavano l'energia elettrica a forfè per il proprio riscaldamento, non hanno avuto il tempo necessario a trovare delle soluzioni alternative a riscaldarsi, oggi con questa delibera per i sinti e impossibile usare l'energia elettrica per riscaldare le proprio abitazioni perché troppo oneroso, perciò le problematiche riguardo il riscaldamento sono immense.

* Salvare la cultura dei sinti e rom e importante quasi come la casa e il lavoro, perché senza cultura non ai più nessuna provenienza, famiglia e popolazione, senza cultura non ti rimane più niente, e grazie ai cambiamenti del progresso, la cultura dei sinti e dei rom sta scomparendo, oggi se si chiede ad un giovane sinto o rom che cosa vuol dire cultura non sanno risponderti, ed e per questo che chiediamo nel nostro documento il sostegno agli artisti Sinti e Rom, la predisposizione di una campagna nazionale di conoscenza degli apporti culturali offerti da Sinti e Rom alla cultura italiana ed europea e l'inserimento di artisti Rom e Sinti nei maggiori eventi nazionali, solo cosi potremmo salvare la nostra cultura e portarla alla conoscenza della popolazione maggioritaria.

* La scuola, la causa principale "come dicevo prima" e l'Habitat insufficiente, essere sgomberato ogni mese per non dire giorno, impedisce ai nostri figli la regolare frequenza scolastica, il non riuscire ad ottenere un diploma per svolgere un normale lavoro di tutti i giorni, come si può trovare lavoro senza saper scrivere e leggere, senza saper fare i conti, e senza sapere tanto altro, come si fa.

Le cause sono molteplici, e la più brutta e odiosa e la causa della discriminazione razziale, ci sono maestri e direttori che permettono e applicano a bambini di 6 / 12 anni, il razzismo nelle scuole elementari, anche se sentono e vedono che i bambini delle popolazione maggioritaria prende in giro il bambino o bambina sinta o rom fanno finta di niente, Molte volte sono messi all'ultima banco, non vengono mai interrogati e non interessa se imparano, ci sono bambini sinti e rom che frequentano la 5 elementare senza saper ne leggere e scrivere, questi bambini non riescono a frequentare regolarmente la scuola perché non hanno nessun input a farlo, non ci sono amici gagge o maestri che rafforzano la loro voglia di imparare e frequentare la scuola, anche se dei bambini riescono a far amicizia con i bambini sinti o rom ci pensano i loro famigliari a farli smettere quell'amicizia, i stessi bambini ci chiedono il perché non ci sono libri che parlano dei sinti e rom, della loro storia, da dove arrivano, le guerre vissute dai sinti e rom, l'olocausto subito dai sinti e rom, tutto questo nelle scuole non c'è, forse questo e il motivo principale che oggigiorno tantissime persone non sanno nulla dei sinti, per questo e tanto altro chiediamo tramite il documento l'Introduzione nei programmi scolastici di elementi della storia e cultura dei Sinti e dei Rom, con particolare attenzione all'anti-discriminazione, la Predisposizione con la collaborazione delle associazioni Rom e Sinte di un piano Nazionale per l'istruzione dei bambini Rom e Sinti e per la formazione dei docenti.

* Chiediamo soprattutto: La partecipazione diretta di sinti e rom nelle decisioni che riguardano gli stessi, se ci guardiamo in giro non troveremo mai un sinto o un rom nella scuola, nei uffici comunali, provinciali, regionali e statali, nemmeno come custode, spazzino o altro, quando si parla di un campo nomadi o un qualsiasi cosa si voglia fare per i sinti e rom, non vengono mai interpellati, si interpella sempre e solo i soliti " esperti" di rom e sinti, senza mai ammettere che i veri e unici esperti di sinti e rom sono gli stessi sinti e rom, ma questo non vogliono ammetterlo ed e per questo nel documento chiediamo di Adottare strumenti di sostegno per implementare la partecipazione dei Sinti e dei Rom nella vita sociale e politica del Paese. Indicazione Nazionale che vincoli i finanziamenti solo al terzo settore che prevede la partecipazione diretta dei Sinti e Rom e che i propri portavoce e intermediari siano solo i sinti e i rom, oggi vogliamo avere il diritto di decidere da soli, siamo stanchi che altri decidono per noi come e dove vogliamo vivere, perciò tutte le azioni saranno discusse e decise insieme ai Sinti e Rom.

* Il welfare, già da parecchi anni ci sono tantissimi sinti e rom che lavorano come mediatori culturali senza avere un diploma, senza una retribuzione mensile e moltissime volte a proprie spese, tutti lavorano solo per migliorare la vita piena di stenti e sacrifici dei sinti e rom, molti sono perfino senza un titolo di studio, non hanno fatto nemmeno le prime elementari, eppure sanno scrivere e leggere e fanno i mediatori culturali, e chi meglio di loro come mediatori culturali, possono aiutare il proprio popolo, lavorano giorno e notte senza essere riconosciuti nemmeno dai propri comuni, provincie e regioni, per questo chiediamo nel documento l'Istituzione della figura del mediatore culturale Sinto e Rom. Progettazione sociale vincolata alla presenza retribuita di mediatori culturali Sinti e Rom. Progettazione e gestione diretta dei servizi alle associazioni Sinte e Rom.

* Il problema della La sanità e molto grave per tutti e non solo per noi sinti e rom, eppure per noi c'è ancora qualcosa di più grave, tanti dottori nei Pronti Soccorsi dei ospedali, appena vedono un sinto o un rom prendono i fogli consegnati ai infermieri, che sono al primo posto, li mettono sotto tutti gli altri cosi che i sinti rimangono sempre ultimi, e quando arriva il turno, fanno delle esclamazioni tipo: (" chi di voi cura la zingara !! io non lo faccio ecc. ") questo e successo a mia sorella al pronto soccorso e a tanti altri sinti i Italia, oggi nel documento chiediamo una Campagna nazionale di prevenzione e istituzione della figura del mediatore sanitario. Corsi di formazione per operatori organizzati in collaborazioni con associazioni Sinte e Rom, con particolare attenzione All'antidiscriminazione.

* La vera lotta alle discriminazioni, come si combatte la discriminazione razziale se per primo a istigarla e propagarla era il governo stesso, il governo bossi non permette ai sinti e rom di avere una casa, una microarea, un terreno agricolo di propria proprietà, non c'era nessuna alternativa per la lega nord, il loro slogan era e rimane: "via gli zingari - no case ai zingari - milioni di euro speso per zingari - case prima a noi italiani e dopo ai zingari" questi sono gli slogan che hanno trasmesso ai italiani tramite i mass media e questi saranno gli slogan che trasmetteranno ai italiani alle prossime elezioni, autorizzati a fare tutto quello che vorranno anche se il "DECRETO LEGGE del 26 aprile 1993, n. 122, coordinato con la legge di conversione 25 giugno 1993, n. 205, recante: "Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa", vieta di istigare altre persone alla discriminazione razziale.

Noi chiediamo di applicare a tutte le persone questo decreto legge, nelle scuole, nei uffici comunali provinciali regionali e statali, nei ospedali, in tutti gli esercizi pubblici, delle Pene più severe per chi porta la discriminazione, il razzismo e le calunnie verso i Sinti e rom, Pene severe per tutti i giornalisti che con i quotidiani istigano, trasmettono qualsiasi rapporto che parli o che trasmette ad altre persone l'odio razziale e la discriminazione, per tutto questo noi chiediamo tramite il documento il Coinvolgimento delle rappresentatività nazionali delle comunità Sinte e Rom nella costituzione degli Osservatori sulle discriminazioni. Libertà religiosa e possibilità per le Chiese di usufruire di spazi pubblici. Costruzione partnership tra le Prefetture e le associazioni Sinte e Rom. Contrasto alle discriminazioni istituzionali (esempio: cartelli stradali di divieto di sosta a chi è riconosciuto Sinto o Rom).

* Non da oggi ma da ormai parecchi tempo in Italia ci sono tantissimi Rom immigrati, le possibilità sono durissime per noi che siamo italiani al 100 per 100, immaginatevi per loro, vengono in Italia per migliorare la propri vita e si trovano a dormire sotto i ponti, nelle baraccopoli, e i più fortunati riescono a trovare della abitazioni quasi demolite ma con un tetto per ripararsi dalla intemperie, tantissime mattine vengono svegliati senza nessun ritegno per i vecchi, donne e bambini la mattina presto ancora buia per essere sgomberati dalla polizia, senza nessuna alternativa ai sgomberi, non interessa se dopo nasce un altra baraccopoli o accampamento di fortuna, importante e che hanno fatto gli sgomberi, per questo che nel documento chiediamo la Predisposizione di un percorso di regolarizzazione per i profughi e per le famiglie di prima immigrazione (Anni Settanta e Ottanta) dalla ex Yugoslavia. Progetti di accoglienza per i Rom immigrati dalla Romania contemperando diritti e doveri. Progetti di informazione e sensibilizzazione con partnership con i Paesi d'origine.

* Ma tutto questo non potrà avverarsi se non verrà approvata la proposta di legge per riconoscere ai sinti e rom lo status di minoranze: Proposta di Legge n. 4446, "Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento e di tutela delle minoranze linguistiche storiche dei rom e dei sinti", depositata il 21 gennaio 2011.

E la proposta di legge per riconoscere la persecuzione su base razziale subita dalle comunità Rom e Sinte, durante il nazifascismo: Atto Senato n. 2558 "Modifiche alla legge 20 luglio 2000, n. 211, in materia di estensione del Giorno della Memoria al popolo dei Rom e dei Sinti", presentato il 15 febbraio 2011.

Io, noi sinti e rom speriamo che oggi che siamo alle porte dell'anno 2012 finalmente anche noi siamo riconosciuti come esseri umani, perché solo se ci riconoscono allora anche noi esistiamo, altrimenti non saremmo mai ne italiani, sinti, rom, europei e nemmeno reputati esseri umani.

Per finire ringrazio a nome di tutti i sinti e rom della federazione rom e sinti insieme l'on Sen dott. Pietro Marcenaro, il Dott., Massimo Serpieri, il Dott. Isidro Rodríguez il Dott. Zeliko Jovanovic, dott. Jeroen Schokkenbroek, il Dott. Herry Scicluna e tutti quelli che hanno reso possibile questo evento, ma voglio anche ringraziare tutti i presenti a questo grande evento, sinti, rom e gagge, grazie a tutti.

per chi vorrebbe ascoltare gli interventi della giornata, clicchi: http://www.radioradicale.it/scheda/341368

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Di Fabrizio (del 08/12/2011 @ 09:47:24, in Italia, visitato 2120 volte)

Potevamo fare a meno di pubblicare quanto segue? CERTAMENTE! Si tratta di una lettera ricevuta in redazione, abbiamo forti sospetti che sia un falso, chiediamo aiuto ai nostri indispensabili lettori per capirlo

Ciao a tutti, mi chiamo Claudio Morganti, e faccio nientepopodimeno che il deputato europeo. Quale partito? Forse lo capirete da soli...

Come potete vedere nelle due foto che seguono mi piace accompagnarmi a gente di un certo spessore.

Son toscano e son padano, insomma ho idee chiare. E poi, vi dicevo, sono pure europeo, se guardate il mio profilo capirete anche dove vanno a finire i vostri soldi. Se non lo guardate, sono fatti vostri, m'inventerò qualcosa per cui si parli lo stesso di me.

 (da youtube)

Anche da Bruxelles, in mezzo a Galli e Celti, è giunta la notizia che in Italia non siamo più al governo, ma che sono arrivati i demoplutomassoni, e che il peggiore di loro, un certo Andrea Riccardi, ha persino detto pubblicamente: "Come ministro posso dire che l’Italia non è tra i paesi più brillanti nell’affrontare la questione rom e sinta, ma come cittadino a volte mi sono veramente vergognato della loro condizione nel nostro paese. Conosco e ho visitato non pochi campi rom. Dobbiamo agire per superare i campi affinché i Rom e Sinti possano inserirsi tra gli italiani come italiani".

Ma come???? E tutto quello che ha fatto il governo precedente per l'integrazione di questi parassiti???

Beh, avrete presente anche voi quella reazione automatica che uno ha in questi casi: cercare soccorso nella propria storia, nell'orgoglio del passato, che sia toscano, padano e/o europeo. Così, subito, d'amblé come dicono qua, ho risposto che:

  1. ai bambini degli zingari bisognerebbe prendergli le impronte, come dice anche il signor Maroni;
  2. che fa parte della loro cultura vivere nella sporcizia e tra i topi, così come fa parte della loro cultura rubare;
  3. che questo non è farina del mio sacco (si sa mai...), ma lo dicono tutti i maggiori esperti.

Mi sono dimenticato una cosa della loro cultura:

...vivere in misere baracche che si abbattono da loro stessi, così hanno la scusa per non integrarsi e non mandare i bambini a scuola!


"Il 21 settembre 2011 è costretto alle dimissioni da Segretario Nazionale a causa di forti contestazioni di buona parte dei militanti della Lega Nord Toscana." Da Wikipedia

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Di Fabrizio (del 08/12/2011 @ 09:13:00, in lavoro, visitato 1657 volte)

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SEMPRE DA MILANO

Da una maestra della scuola Pini: RICHIESTA URGENTE DI AIUTO, a seguito dello sgombero del campo rom di Segrate, la famiglia di un'alunna di 1^ elementare ha bisogno di una tenda per cavarsela nelle prossime notti di gelo. Tel 333-91.50.112 Monica Faccioli

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Di Fabrizio (del 07/12/2011 @ 09:40:47, in Italia, visitato 1379 volte)

Pubblicato il 05-12-2011 - San Rocco desolatamente semi-deserto per "Un Popolo di bambini", l'incontro del PD contro i pregiudizi

Del resto, come ha poi avuto modo di rimarcare la Sen. Silvana Amati, era da immaginarselo che gli spettatori non sarebbero stati numerosi, perché un argomento come quello toccato, già ispiratore di innumerevoli pregiudizi, non poteva di certo essere di gran richiamo. Devo dire, invece, che gli assenti, come sempre, hanno avuto ancora una volta torto e si sono perduti degli interventi utili, se non altro, atti a far riflettere, documentarsi e non cadere domani negli stessi sciocchi pregiudizi.

All'incontro doveva partecipare anche il Sen. Pietro Marcenaro, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato ed un po' padre di questo rapporto, invece assente, purtroppo, per motivi di salute e sostituito all'ultimo momento dalla Sen. Silvana Amati.
Altri partecipanti all'incontro: Francesco Mele del PD di Torino, che ha contribuito alla realizzazione di questo documentario qui visionabile con un semplice click "Mandiamoli a casa#2. I luoghi comuni: i Rom"; Elisabetta Allegrezza, Segretaria PD Senigallia; Stefania Pagani, Responsabile Forum Sanità e Sociale PD Senigallia.

Partendo dalla fine dell'incontro, la cosa più incoraggiante che a mio dire ne è uscita fuori, è stato l'interesse mostrato negli interventi del "pubblico". Virgoletto perché le venti presenze che lo formavano erano costituite da "addetti ai lavori" o personaggi politici locali. Però coloro che hanno preso la parola, alla fine dell'incontro, e qui sta la positività, sono state delle insegnanti, che hanno portato le loro esperienze di lavoro maturate, nelle proprie classi, con questi bambini. Anche perché ritengo che è proprio dalla scuola, dalla ingenuità dei bambini, che si possa partire con una vera campagna di integrazione, in maniera involontaria, "indolore", sotto il coordinamento di insegnanti sensibili verso questi problemi.

Questi telegraficamente gli interventi prima della proiezione del Documentario.
Ad assumersi il compito di presentare i partecipanti e di fare gli onori di casa, la Dott.ssa Elisabetta Allegrezza.

Per Stefania Pagani, il pregiudizio è solo frutto dell'ignoranza. Per molti di noi, Rom è sinonimo di zingaro, di nomade, di sporco, di reati. Non di rado si sente dire, per intimorire i nostri bambini, la frase: "Ti portano via i zingari". Ma pochi coloro, invece, che sono informati che la maggior parte dei Rom, di questa etnia, sono italiani in quanto migrati in Italia fin dal 1400. Sono erroneamente definiti genericamente nomadi anche se la maggior parte di loro, oggi, non lo è più. Sono chiamati genericamente Rom (ma non tutti lo sono), Sinti( ed è il nome di una delle etnie), oppure in modo totalmente erroneo anche Rumeni o Slavi a causa della cittadinanza di molti di loro.
In realtà non c'è alcuna connessione - neppure etimologica - tra il nome "rom" e il nome dello stato di Romania, il popolo di lingua neolatina dei rumeni o la lingua rumena, né teoricamente con le popolazioni slave, in quanto i rom e i sinti sarebbero etnicamente di origine indiana.

La Sen. Silvana Amati, ci ricorda invece come i Rom siano in Italia, solo uno sparuto numero di 140/170 mila unità e come essi siano definiti "Un Popolo di Bambini". Non certo per via del numero dei figli che hanno, ma perché la loro speranza di vita è molto bassa. E ci fornisce dei freddi, ma illuminanti dati: il 60% di essi hanno meno di 18 anni, il 30% sono quelli che vanno dai 0 ai 5, il 6% raggiungono i 50/60 e solo il 3% riescono a superare i 60 anni. La vita media è sui 45 anni. Frutto, logicamente delle loro condizioni di vita. Un'etnia che si tira un po' da una parte, cercando di "nascondersi" sapendosi visti con un occhio diffidente da noi "civili" come essi ci chiamano, facendo risultare difficile la raccolta di dati statistici. Nell'Olocausto i Rom hanno subito uno sterminio ed è anche per questo, che un partito come il PD che si occupa di Diritti Umani non poteva dimenticarsi di questa etnia. Le Emergenze legate ad essi sono tante, come quella abitativa, quella legata alla sicurezza, al lavoro ed alla scuola e proprio per questo bisogna cercare di ridurle.

Per Francesco Mele, uno dei realizzatori anche del documentario "Mandiamoli a casa #1", (entrambi con il n°2, girati nel quartiere di San Salvario di Torino) da questi documentari emergono tanti luoghi comuni: i Rom, popolo delle discariche, ruba i bambini, il popolo dei "campi" (autorizzati e non che essi siano), vivono di furti e così dicendo!
I Rom invece non sono nomadi (di loro solo il 3% lo sono) e se si spostano lo fanno per i nostri stessi motivi: per affetti, per lavoro (giostrai). Oltre tutto è un popolo con la cittadinanza italiana. Nessuno nega l'esistenza poi che esistano dei problemi come quello dei piccoli furti, ma non dobbiamo farne di un'erba un fascio. La maggior parte di loro lavorano come giostrai, raccolgono il ferro, si adattano a lavori occasionali. Del resto poi le interviste nel documentario sono abbastanza esplicative.

La Sig.ra Elisabetta, di cui mi spiace, ma mi è sfuggito il cognome, ci ha relazionato, da persona che si occupa direttamente in prima persona di queste problematiche, delle difficoltà che ha incontrato nell'ambito territoriale di Falconara. Le sue esperienze sui Rom le fanno dire che hanno terrore del "Condominio" per la loro necessità di vivere la vita di "Famiglia", intesa nel senso più ampio di più famiglie. Infatti sono soliti posizionare le loro Roulotte (intese come abitazione fissa e non per girare) con un determinato modo (una adibita a cucina, una a camera da letto... una vicina all'altra, tutte ben tenute e precise come del resto ha potuto constatare di persona avendoci vissuto direttamente appunto per poterli conoscere da vicino). Non sono sporchi, perché l'interno delle loro roulotte o delle loro baracche, sono precise e ben tenute. Si deve tener conto che sono sempre baracche, che non hanno acqua corrente.
Ma hanno un senso dell'accoglienza molto sviluppato.
E ricorda così dicendo, quando ha abitato per un periodo con loro ed al mattino gli portavano il cornetto con il caffè. Però sottolinea anche come quando un loro ragazzo che voleva fare il meccanico, malgrado l'intervento economico della Regione che supportava il suo inserimento in un'attività lavorativa, veniva rifiutato dal datore di lavoro non appena veniva a sapere che era di etnia Rom. Ecco che allora questo li induce a nascondere la loro etnia, ad isolarsi. Anche se è vero però che alcuni di loro si stanno invece adeguando al nostro modo di vita. Alcuni sono andati ad abitare in case di muratura, le donne hanno smesso le lunghe gonne ed ora indossano i pantaloni, i figli vanno a scuola, li seguono da vicino ritenendo che sia il modo giusto per integrarsi.

Anche la Sig.ra Simonetta Bucari, qui semplicemente in veste di insegnante e non di Consigliere, porta una sua significante esperienza maturata in una ventennale esperienza di insegnamento. Aveva da prima avuto contatti con bambini Rom figli di giostrai, che per l'attività lavorativa dei genitori, rimanevano nelle classi per brevi periodi di due o tre mesi e poi se ne andavano. Difficili quindi da poter analizzare e instaurare con loro, un rapporto educativo di lungo periodo. Fino al giorno in cui un ragazzino Rom, non nomade, è entrato a far parte della sua classe e con il quale è riuscita nel tempo, a stabilire un rapporto molto bello, di grande empatia, successivamente allargato anche alla famiglia del ragazzino a cui ha fornito anche una abitazione in una sua casa di campagna. Successivamente poi, con l'aiuto della Caritas, si è riusciti ad inserire in un condominio, altri due nuclei familiari con 3 bambini al seguito. Ritenendo infatti, che è forse questo il modo giusto per creare integrazione, senza far perdere loro la propria identità. Il lasciarli nei loro campi è un po' come limitarli.

Per un'altra insegnante, il fatto che si dica che i genitori snobbano la scuola, dipende dal fatto che molti di questi, come le hanno riferito, non vanno, ad esempio, ai colloqui, perché la maggior parte di loro sono analfabeti. Le ragazze a 12 o 13 anni vengono tenute in casa perché sono ritenute adulte e quindi da adibire ai lavori di casa.

Io non sono razzista, né pensavo di avere pregiudizi a prescindere: l'occasione dell'incontro ha portato a ricredermi o quantomeno a sapere di non esserne completamente indenne. Non posso certo dire che nei confronti dei "nomadi" fossi molto "aperto" e ben "disposto". Certa era una cosa, non conoscevo l'etnia Rom e come tanti ero ignorante in materia e quindi con almeno una punta di pregiudizio.
Se dicessi che dopo essere uscito dal San Rocco, oggi vedo tutto rosa, direi solo una falsità. Sicuramente posso però affermare che d'ora in avanti sarò in grado di analizzare con una critica più obiettiva e forse con un pelo di "pregiudizio" in meno, certi loro atteggiamenti, raffrontandoli con i miei.
Anche perché mi si è acceso l'interesse per la storia di questa etnia che mi spingerà a saperne di più. Cosa del resto facile oggi con Internet!

di Franco Giannini

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Di Fabrizio (del 07/12/2011 @ 09:30:10, in Europa, visitato 1405 volte)

di Slavoj Žižek - 29-Nov-11
La paura degli immigrati contagia anche il multiculturalismo progressista disposto ad accettare l'Altro a patto di privarlo della sua Alterità

Dopo decenni di speranza sostenuta dallo Stato sociale, durante i quali i tagli finanziari venivano spacciati per temporanei, e compensati dalla promessa che le cose sarebbero presto tornate alla normalità, stiamo entrando in una nuova epoca nella quale la crisi - o, meglio, una specie di stato economico d'emergenza, con il relativo bisogno di misure d'austerità d'ogni tipo (tagli dei sussidi, riduzione dei servizi sanitari e scolastici, maggiore precarietà dei posti di lavoro) - si è fatta permanente. La crisi sta diventando uno stile di vita. Dopo la disintegrazione dei regimi comunisti, nel 1990, siamo entrati in una nuova era nella quale un'amministrazione tecnica, depoliticizzata, e il coordinamento dei diversi interessi sono diventati la forma predominante di esercizio del potere statale. L'unico modo di introdurre passione in questo tipo di politica, l'unico modo di mobilitare attivamente le persone, è fare leva sulla paura: la paura degli immigrati, la paura del crimine, la paura dell'empia depravazione sessuale, la paura di uno Stato invadente (con il suo fardello di tassazione elevata e controllo), la paura di una catastrofe ecologica, e inoltre la paura delle molestie (il politicamente corretto è la forma progressista esemplare della politica della paura).

Una politica di questo tipo si fonda sempre sulla manipolazione di una moltitudine paranoica: la spaventevole mobilitazione di donne e uomini spaventati. Per questo il grande evento del primo decennio del nuovo millennio è stato il momento in cui la politica anti-immigrazione è diventata largamente diffusa e ha reciso il cordone ombelicale che la legava ai partiti minoritari di estrema destra.

Dalla Francia alla Germania, dall'Austria all'Olanda, cavalcando il nuovo spirito di orgoglio della propria identità storica e culturale, i partiti maggioritari ora trovano accettabile sottolineare che gli immigrati sono ospiti tenuti a adattarsi ai valori culturali che definiscono la società ospite: «È il nostro Paese, prendere o lasciare», questo è il messaggio.

I progressisti, ovviamente, sono inorriditi da questa forma di razzismo populista. Tuttavia, un esame più attento rivela quanto la loro tolleranza multiculturale e il loro rispetto delle differenze condividano con coloro che si oppongono all'immigrazione il bisogno di tenere gli altri a debita distanza. «Gli altri sono okay, li rispetto», dicono i progressisti, «ma non devono invadere troppo il mio spazio. Nel momento in cui lo fanno, mi molestano... Sostengo senza riserve l'affermazione della propria identità, ma non sono disposto ad ascoltare musica rap ad alto volume». Ciò che si sta imponendo come diritto umano centrale nelle società del tardo capitalismo è il diritto di non essere molestati, ossia il diritto di essere tenuti a distanza di sicurezza dagli altri. Il posto di un terrorista i cui piani micidiali debbano essere sventati è a Guantánamo, la zona vuota sottratta all'esercizio della legge; un ideologo del fondamentalismo dovrebbe essere ridotto al silenzio perché istiga all'odio. Persone simili sono soggetti tossici che compromettono la mia tranquillità.

Sul mercato odierno troviamo un'intera serie di prodotti privati delle loro proprietà nocive: caffè senza caffeina, panna senza grassi, birra senza alcol. E la lista potrebbe continuare: che dire del sesso virtuale, ossia sesso senza sesso? E della dottrina di Colin Powell sulla guerra senza vittime (del nostro schieramento, naturalmente), ossia guerra senza guerra? E dell'attuale ridefinizione della politica come arte dei tecnici dell'amministrazione, ossia politica senza politica? Tutto ciò conduce all'odierno tollerante multiculturalismo progressista come esperienza dell'Altro privato della sua Alterità: l'Altro decaffeinato.

Il meccanismo di questa neutralizzazione è stato teorizzato nella maniera migliore possibile, come ho detto spesso, nel 1938 da Robert Brasillach, l'intellettuale fascista francese, che si vedeva come un antisemita «moderato» e inventò la formula dell'antisemitismo ragionevole. «Ci concediamo il permesso di applaudire Charlie Chaplin al cinema, un mezzo ebreo; di ammirare Proust, un mezzo ebreo; di applaudire Yehudi Menuhin, un ebreo... Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare pogrom. Ma pensiamo anche che il modo migliore di intralciare le sempre imprevedibili azioni dell'antisemitismo istintivo sia organizzare un antisemitismo ragionevole». Non è forse lo stesso atteggiamento che troviamo diffuso nel modo in cui i nostri governi trattano la «minaccia immigrazione»?

Dopo avere sdegnosamente respinto il razzismo populista esplicito in quanto «irragionevole» e inaccettabile per i nostri standard democratici, appoggiano misure «ragionevolmente» razziste, ovvero, come ci dicono i Brasillach del giorno d'oggi, alcuni dei quali persino socialdemocratici: «Ci concediamo il permesso di applaudire atleti africani ed est-europei, medici asiatici, programmatori di software indiani. Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare pogrom. Ma pensiamo anche che il modo migliore di intralciare le imprevedibili, violente azioni istintive anti-immigrazione sia organizzare una protezione anti-immigrazione ragionevole».

Questa prospettiva di disintossicazione del prossimo suggerisce un netto passaggio dalla barbarie diretta alla barbarie dal volto umano. Rivela la regressione dall'amore cristiano del prossimo all'istinto pagano di privilegiare la propria tribù rispetto all'Altro, il barbaro. Seppure travestita da difesa di valori cristiani, costituisce la minaccia maggiore all'eredità culturale del cristianesimo.

[Traduzione di Alba Bariffi] http://www3.lastampa.it  14/11/2011

Slavoj Žižek, 62 anni, sloveno di Lubiana, è un filosofo (e psicanalista) tra i più popolari d'oggi. Il testo di cui qui proponiamo uno stralcio è pubblicato sull' Almanacco Guanda 2011 (pp. 149, 25), curato da Ranieri Polese, che ha per titolo «Con quella faccia. L'Italia è razzista? Dove porta la politica della paura». Tra gli altri autori Gianni Biondillo, Andrea Camilleri, Luciano Canfora, Franco Cardini, Marcello Fois, Edoardo Nesi.

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Di Fabrizio (del 06/12/2011 @ 09:59:21, in conflitti, visitato 1568 volte)

Da Roma_und_Sinti

La foto è di Ververipen, Rroms por la diversidad (tratta da Facebook)

Signore e signori,

Le OnG EUROM e Romane Romnja hanno in comune un centro culturale a Colonia.

Il centro è stato attaccato nella notte tra il 27 e il 28 novembre 2011. Sconosciuti hanno tracciato simboli anticostituzionali sui muri. La polizia ha documentato l'attacco ed è stata sporta denuncia.

Vi esortiamo a non dare spazio a questi criminali da nessuna parte, nella nostra città o altrove!

Chiediamo gentilmente solidarietà e riscontro.

[...]

Colonia, 29 novembre 2011

NGO EUROM
Aladin Sejdic, Jure Leko e Snijezana Moskopp - http://eurom.me/

Romane Romnja
Indira Lösbrock e Gordana Herold - romane.romnja@yahoo.de

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Di Fabrizio (del 06/12/2011 @ 09:56:44, in Italia, visitato 1348 volte)

A proposito della campagna contro i Rom nella provincia di Pisa - (3 Dicembre 2011)

Solo pochi giorni fa la Società della salute pisana e la Regione hanno sottoscritto un accordo per lo sviluppo di azioni e interventi nei confronti della comunità Rom e Sinti. L'accordo non fa altro che applicare una legge regionale a tutela dei diritti di cittadinanza sociale, della qualità della vita, per favorire autonomia individuale e pari opportunità, per combattere la discriminazione e promuovere la coesione sociale.

Crediamo che gli interventi siano volti ad eliminare le sempre più numerose condizioni di disagio e di esclusione sociale che colpiscono i rom , i sinti e più in generale i migranti. Ma la campagna di Lega e pdl è diretta a lanciare un messaggio alle classi sociali meno abbienti per mettere italiani poveri contro migranti ancora più poveri e precari.
"Invece di dare i soldi agli italiani si favoriscono i migranti e soprattutto rom e sinti che rubano nelle nostre case" ha detto un dirigente della Lega- in una tv locale- solo pochi giorni fa, un tema ripreso dal consigliere Bedini del Pdl.

Ciascuno di noi può vedere la stragrande maggioranza dei migranti intenti a lavorare spesso e volentieri in condizioni di mero sfruttamento, per una paga oraria da fame, ricattati dal fatto che senza uno stralcio di lavoro viene meno lo stesso diritto alla cittadinanza (permesso di soggiorno, diritto alla sanità e ai servizi)

E' superfluo ribadire che il campo della Bigattiera non sia un campo abusivo perché i rom e i sinti si trovano lì perché inviati dalle istituzioni e ai bambini del campo vogliono negare il trasporto scolastico che dovrebbe spettare loro di diritto frequentando le scuole dell'obbligo pisane

E' inutile dire che la dignità umana riguarda tutti e tutte senza alcuna distinzione di etnia, di lingua o di pelle, è inutile sottolineare che i fondi destinati alla integrazione sociale debbano esser spesi a tale scopo e non finire in tangenti o ad ingrossare le tasche di qualche cooperativa\impresa.

La Corte di giustizia europea ha condannato più volte l'Italia per pratiche amministrative razziste e per le condizioni di degrado e disumanità dei campi , condizioni certo acuite con il crollo del socialismo reale che ha spinto (con la distruzione dello stato sociale nei paesi convertiti al neoliberismo) flussi di povertà verso i paesi occidentali tra i quali l'Italia. Solo nel 2010 erano oltre 31 miliardi di euro i fondi che il Governo Berlusconi (con l'assenso della Lega e del Pdl) ha sottratto al mezzogiorno prelevandoli da uno dei più importanti capitoli di spesa pubblica, il Fondo aree Sottoutilizzate (Fas) destinato alle aree di crisi tra le quali ci sono anche alcune province del Centro nord falcidiate dalla disoccupazione. Chi è stato complice di questi tagli, chi non ha fatto parola del mancato utilizzo dei finanziamenti europei a uso sociale (mentre si investivano soldi per opere inutili come ponte di Messina e Tav), oggi si scaglia contro i migranti agitando quelle fabbriche della paura utili ad occultare quella macelleria sociale iniziata con Berlusconi e, oggi, portata avanti da Monti, una macelleria che cancella diritti acquisiti e taglia fondi alle classi sociali meno abbienti, siano essi migranti o autoctoni. Ancora una volta il razzismo è l'arma con cui dividere le classi sociali meno abbienti facendo leva , è proprio il caso di dirlo, su argomenti di bassa lega.

Federico Giusti  - Confederazione Cobas

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