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La protesta dei Sinti arriva in piazza Duomo LE FOTO E IL VIDEO
Di Fabrizio (del 11/12/2011 @ 09:12:54, in Italia, visitato 1769 volte)

Piacenzasera.it 9-12-2011 (segnalazione precedente su Mahalla ndr.)

Una cinquantina di Sinti si sono radunati questa mattina in piazza Duomo per rivendicare i loro diritti ad essere riconosciuti come una minoranza-etnico linguistica e ad essere maggiormente considerati all'interno della amministrazioni locali. Arrivati a Piacenza da tutto il nord Italia, hanno ribadito le richieste già presentate nei mesi scorsi al governo, che prevedono oltre al riconoscimento storico anche una serie di diritti legati al sostegno dei lavori tradizionali svolti dai Sinti, alla valorizzazione della loro cultura e ad una serie di provvedimenti che facilitano l'inserimento nella vita sociale del Paese.

I Sinti in piazza Duomo

"Al governo abbiamo chiesto il riconoscimento di una serie di diritti legati all'abitazione, al lavoro, alla scuola e alla famiglia - ha commentato Davide Casadio, presidente dell'associazione Sinti italiani, presente alla manifestazione in piazza Duomo - Alle amministrazioni locali chiediamo di essere maggiormente considerati, soprattutto riguardo al tema del lavoro; noi facciamo parte dello spettacolo viaggiante ma costantemente ci vengono negati diritti".

Manifestanti

A Piacenza i Sinti residenti nel campo nomadi sono circa 150, di cui un terzo minorenni. "Chiediamo che le nostre attività, come giostre e divertimenti ambulanti, siano più vicine al centro della città e non sistemate alla periferia" ha aggiunto il segretario provinciale dell'associazione Salvatore Occhipinti. Tra le richieste fatte dall'associazione Sinti italiani anche la licenza per l'attività di raccolta del ferro vecchio.

Elvis Ferrari e Salvatore Occhipinti

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L'incontro con l'assessore Palladini: "Un tavolo di riconciliazione". L'assessore comunale ai Servizi sociali Giovanna Palladini ha consegnato ai rappresentanti della comunità sinti una lettera.

Caro Elvis, caro Salvatore,
scrivo a voi perché in questi anni, a fasi alterne, avete assunto un ruolo assimilabile a quello di portavoce della popolazione sinta residente nella nostra città.

Oggi manifestate in tutto il Paese, insieme alla vostra gente, per rivendicare politiche pubbliche capaci di superare l'isolamento sociale in cui vi trovate.

In tutti questi anni le amministrazioni locali che si sono succedute, anche di diverso segno politico, hanno perseguito azioni costanti rivolte soprattutto ad obiettivi fondamentali come la scolarizzazione dei vostri figli e il graduale accompagnamento verso soluzioni abitative alternative alla permanenza nei campi di via Torre della Razza. Sulla scolarizzazione sono stati ottenuti risultati importanti fino a garantire la frequenza delle scuole dell'obbligo per tutti i bambini. Qualche difficoltà in più abbiamo dovuto registrare sul tema della casa. Spesso, infatti, i progetti di inserimento sono andati a buon fine, ma laddove ciò non è successo, sono stati rilevanti i problemi che si sono dovuti affrontare.

Grava, nelle relazioni tra voi e la città, oltre ad una difficoltà antica che vi accompagna, una questione rilevante relativa al patto che governa il rapporto tra cittadini e tra questi e la cosa pubblica. Mi riferisco, come potete immaginare, al debito maturato relativamente al rispetto del regolamento vigente per l'area di sosta che prevede il pagamento di quote giornaliere comprensive, tra l'altro, del consumo dell'acqua.

E' necessario che, con la collaborazione delle associazioni di volontariato che in questi mesi hanno ripreso contatto con il campo, si trovi una soluzione.

Le associazioni alle quali fate riferimento, hanno tra i propri obiettivi prioritari la definizione di un“Patto di riconciliazione nazionale” come proposto dall'Opera nazionale e una strategia nazionale che punti sull'integrazione come proposto dalla Federazione che ha organizzato la manifestazione di oggi..

Sono obiettivi importanti che presuppongono la volontà di assumere, reciprocamente, la responsabilità insita nei doveri e nei diritti di cittadinanza.

Insieme alla Caritas, insieme a voi, abbiamo avviato un percorso di confronto che ha al suo centro temi quali il lavoro, l'associazionismo, l'integrazione. Un cammino reso più difficile dall'insolvenza maturata nei confronti del Comune. Abbiamo bisogno di segni concreti, da parte di tutti, che vadano nella direzione di una inversione di marcia, che consenta di scrivere a Piacenza un Patto di riconciliazione locale, in mancanza del quale, saranno vani sia gli esiti delle vostre rivendicazioni, sia l'impegno profuso dai volontari, a partire dalla Caritas, e di tutti gli altri soggetti animati da buona volontà.