Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
Di Fabrizio (del 26/10/2010 @ 09:09:12, in Italia, visitato 1684 volte)
Invio, per opportuna conoscenza, il comunicato di Africa Insieme sulla
vicenda delle intimidazioni del Comandante della Polizia Municipale di Pisa,
dott. Massimo Bortoluzzi, contro un gruppo di rom.
Ulteriori materiali sulla vicenda sono disponibili all'apposita pagina del
nostro sito: http://www.denuncia.africainsieme.net/
Un caro saluto Sergio Bontempelli, associazione Africa Insieme
La scorsa settimana, al campo rom di Cisanello sotto sgombero, è
avvenuto un fatto straordinariamente grave. Il Comandante della
Polizia Municipale, dott. Massimo Bortoluzzi, la mattina del 13
Ottobre si è recato di persona al campo, ha rivolto parole ingiuriose
e offensive agli attoniti capifamiglia rom, minacciandoli di
rivolgersi alla Procura dei minori per sottrarre loro i bambini.
L'Associazione Africa Insieme dispone di una breve registrazione del
colloquio intercorso tra i rom e il dott. Bortoluzzi. Le parole di
quest'ultimo lasciano poco spazio all'immaginazione: «a me di venì qui
[...] mi girano le palle, è chiaro?», «andate dove cazzo volete, ma ve
ne dovete andare». Frasi ingiuriose e offensive, rivolte a persone che
si rivolgevano al Comandante con cortesia e deferenza: un
comportamento inqualificabile, da parte di un funzionario preposto
alla tutela dell'ordine.
Non basta. Il Comandante ha invitato i rom a trasferirsi in altri
Comuni (nella registrazione si sente dire distintamente «andate in un
altro Comune e mi va benissimo... perché non andate a Cascina? Andate
a S. Giuliano...»; e ancora: «andate... a Livorno... dove volete...»).
Poi, ha annunciato la "linea dura" sui bambini: «perché qui adotteremo
la linea dura... ma dura... e l'adotterò attraverso la Procura dei
minori nei confronti dei bambini, eh? Ve lo dico subito...».
Il Comandante dovrebbe sapere che sottrarre i bambini alle loro
famiglie è un atto estremo, che nel nostro ordinamento è consentito
solo in casi molto gravi (quando, cioè, è chiaramente impossibile una
loro permanenza nelle famiglie di origine). Oltretutto, la procedura
richiede l'intervento di assistenti sociali qualificati e competenti,
che assistano i bambini e le famiglie. Il Comandante, però, usa questo
argomento come minaccia per far paura: si può immaginare cosa
significhi, per una mamma, vedersi portar via il proprio bambino.
La cosa è tanto più grave, perché il Comandante è intervenuto proprio
quando era in corso una difficile trattativa tra la nostra
associazione e il Comune: pochi giorni prima, si era tenuta una
riunione alla Società della Salute per discutere delle politiche in
materia di rom e sinti. Il giorno prima dell'intervento del
Comandante, personale dei Servizi Sociali aveva visitato il campo per
valutare eventuali iniziative di inserimento sociale o abitativo in
favore di alcune famiglie. Lo sgombero era stato sospeso, in attesa di
ulteriori decisioni da parte della Giunta. Non c'era dunque alcun
motivo per un intervento del Comandante della Polizia Municipale, né
tantomeno per un intervento così pesante e aggressivo.
L'Associazione Africa Insieme ha scritto al Sindaco per chiedere
spiegazioni su questo comportamento. Ci auguriamo che l'iniziativa del
dott. Bortoluzzi non sia stata concordata con la Giunta, e che le
autorità politiche di questa città prendano gli opportuni
provvedimenti.
Di Fabrizio (del 25/10/2010 @ 09:39:11, in Kumpanija, visitato 1771 volte)
Dopo lo sgombero del campo di via Cavriana a Milano, c'è
urgente bisogno di:
COPERTE
TENDE
SCARPE Donna: dal 36 al 38 NO TACCHI
SCARPE Uomo: dal 38 al 44
MAGLIONI UOMO E DONNA
PANTALONI UOMO tg. 44 / 46 / 48 / 50
PANTALONI DONNA tg. 42 / 44 / 46
GONNE DONNA tg. 42 / 44 / 46 SOLO LUNGHE
MATERASSI
BIMBI:
Eduard (veste 10 anni ed è cicciotello... scarpe no. 35/36)
Maribel 15 mesi scarpe no. 22
Facciamoci coraggio... e ripartiamo…!!!
Grazie a tutti.
Di Fabrizio (del 25/10/2010 @ 09:36:38, in scuola, visitato 1777 volte)
Due segnalazioni di Stefano Pasta
Sono un'insegnante elementare che ieri ha assistito all'ennesimo sgombero
di un campo Rom non autorizzato.
Da circa un anno seguo la dolorosa cronaca degli spostamenti di questi "nomadi
per forza", persone che sto imparando a conoscere nella loro individualità prima
ancora che come Rom. La loro tragedia è un grido di dolore e
ingiustizia che attraversa la nostra città e impedisce, a chi la incontra, di
rimanere in silenzio.
Allego una lettera scritta di ritorno dallo sgombero di ieri, ma che descrive
scene viste tante, troppe volte in questa città.
Avrei piacere ad essere avvisata di una sua eventuale pubblicazione.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti e buon lavoro,
Silvia Borsani
Milano, 21 ottobre 2010
Di nuovo. Un altro sgombero di Rom nella nostra città. L'ennesimo, inutile,
dispendioso sgombero. Questa mattina le ruspe si sono mosse in direzione
Segrate, verso la zona della cave di Redecesio.
Di nuovo scene già viste centinaia di volte negli ultimi anni: ragazzi e adulti
che racimolano quel che riescono e lo caricano su mezzi più o meno di fortuna,
senza sapere dove dormiranno la prossima notte; uomini avvertiti via cellulare
dello sgombero, perché al mattino presto son partiti per il lavoro, nonostante
si dica che "quelli lì mica hanno voglia di lavorare"; bambini che perdono i
loro giochi, la loro vita di scolari, spesso anche lo zaino con i quaderni e di
certo la spensieratezza che dovrebbe essere un diritto inviolabile alla loro
età.
Di nuovo le stesse persone, incontrate gli scorsi mesi al Rubattino, poi a
Segrate, poi ancora al Rubattino, poi al cavalcavia Bacula e ancora a Segrate,
in questa forzata odissea della disperazione che le fa peregrinare senza sosta
di quartiere in quartiere, tornando sempre al punto di partenza. Persone che
ormai conosciamo bene, di cui siamo amici, che stimiamo anche per la grande
dignità con cui affrontano la tragedia della persecuzione.
Di nuovo, insieme all'immancabile Comunità di S. Egidio, i volontari del
quartiere e delle scuole vicine: da due anni, con una tenacia ed un'umanità
ammirevoli, stanno raccontando una Milano diversa e possibile, alla quale però
si rifiuta di credere chi amministra la nostra città.
Stamattina, arrivando al campo di Segrate, ho subito incrociato Cristina con la
mamma e la sorellina. Dall'inizio di quest'anno è stata sgomberata già dodici
volte. «Maestra - mi ha detto con aria serissima – questa non è vita». Hai
ragione, Cristina, i tuoi dieci anni meritano di meglio.
BAMBINI SENZA SCUOLA…………………
Oggi, 21 ottobre 2010, noi insegnanti della scuola primaria di Via San Mamete,
Milano, aspettavamo in classe i nostri alunni provenienti dal campo rom di
Redecesio.
I loro banchi sono rimasti vuoti, perché proprio questa mattina sono stati
sgomberati!
I nostri alunni hanno visto le ruspe distruggere la loro baracca, costruita
da pochi giorni, non hanno potuto salvare i loro vestiti e i loro giocattoli,
per fortuna le cartelle le avevamo tenute a scuola!
Siamo molto preoccupati per il loro futuro: questa notte dove dormiranno?
Domani mattina riusciranno a tornare a scuola, dove le loro maestre e i loro
compagni li aspettano?
Chi ha ordinato questo ennesimo sgombero si preoccupa del bene di chi?
Non certo del bene di questi bambini che stavano imparando a stare con gli
altri e cosa significhi essere istruiti.
Loro desiderano continuare l'esperienza scolastica, chi si sa assumendo la
responsabilità di interromperla?
Tante sono le domande, dateci almeno qualche risposta!
35 insegnanti della scuola primaria di Via San Mamete, 11
Di Fabrizio (del 24/10/2010 @ 09:28:26, in Italia, visitato 1710 volte)
Si invia il seguente comunicato ed il volantino allegato con
preghiera di pubblicazione o diffusione attraverso i vostri canali.
COMUNICATO STAMPA "Na Darà", nella lingua dei Rom "non aver paura"
un progetto a "pensiero ed azione Rom"
"Na Darà" è il titolo di un progetto "a pensiero ed azione Rom", realizzato
dall'associazione delle donne Rom di Torino IDEA ROM ONLUS in
collaborazione con Romanò Ilò, l'Opera Nomadi ed i Gruppi di Volontariato
Vincenziano, con un finanziamento nazionale pubblico del Dipartimento per le
Pari Opportunità - Ufficio Antidiscriminazioni Razziali - UNAR, il patrocinio ed
un contributo in servizi delle Circoscrizioni 5 e 6 del Comune di Torino.
Per la prima volta a Torino un'iniziativa promossa direttamente dai Rom e
sostenuta da alcune istituzioni pubbliche, un segno concreto della speranza e
della voglia di essere cittadinanza attiva da parte della comunità più
emarginata della città.
"Na Darà" prevede interventi di accompagnamento alla convivenza nei condomini di
case popolari, corsi sulle danze tradizionali ed attività di comunicazione che
sfatino l'immagine negativa dei Rom.
Il primo dei corsi sulle danze tradizionali Rom, 10 lezioni settimanali
gratuite, partirà mercoledì 3 novembre, dalle 18 alle 20, presso il Centro
d'Incontro di via Cavagnolo 7 a Torino (mezzi pubblici 50, 51, 51/, 4).
La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi inviando una e-mail a
idea.rom@gmail.com
Il corso è rivolto a tutti ed è soprattutto un'occasione d'incontro e conoscenza
tra Rom e Gagé (coloro che non sono Rom).
La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes)
promossa dalla Comunità europea è coordinata e finanziata dall'UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il
Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte per promuovere in
Italia una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande
minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi
che hanno sempre accompagnato questo popolo.
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente. Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri,
accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno
commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di
mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e
genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a
studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un
container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di
essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi
al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA può rappresentare la possibilità di superare quel muro del
pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura,
vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre
danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Il programma di Milano è stato realizzato dalla "Federazione Rom&Sinti
insieme" e dall'Associazione UPRE ROMA con il patrocinio e il contributo di:
Fondazione Culturale San Fedele
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Fondazione Fabrizio De André onlus
Casa della Cultura
Hanno aderito: ARCI Milano, Associazione Aven Amentza, Associazione Romano
Drom, Lavoro, Gruppo Abele di Milano, Opera Nomadi di Milano
Rom e sinti: una piaga da scacciare o una realtà
da conoscere?
A Milano la campagna "DOSTA!" contro la discriminazione di Rom e Sinti
Venerdì 29 ottobre alle ore 11.30 nella sala Marra di palazzo Marino è
convocata la conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!
La campagna " DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) è stata promossa dalla
Comunità europea, in Italia è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio
Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del ministero per le Pari Opportunità in
collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e
sinte, per promuovere una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti,
la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli
stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.
A Milano la Federazione " Rom& Sinti insieme" e l'associazione UPRE ROMA
hanno prodotto uno sforzo particolare per la situazione estremamente delicata
delle comunità rom e sinte (350 sgomberi di campi abusivi e la prevista chiusura
di 4 campi regolari con il coinvolgimento di oltre 1000 persone tra uomini,
donne e bambini).
Il programma di iniziative che viene proposto alla città ha visto il
coinvolgimento di autorevoli istituti culturali come la Fondazione Culturale San
Fedele, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Casa della Cultura, la
Fondazione De André e l'adesione dell'ARCI Milano, dell'Associazione Aven
Amentza, dell'Associazione Romano Drom, della Camera del Lavoro, del Gruppo
Abele di Milano, dell'Opera Nomadi di Milano.
Alla presentazione del programma intervengono Massimiliano Monanni
direttore dell'UNAR, Dijana Pavlovic vicepresidente della Federazione
Rom& Sinti insieme, Giacomo Costa per la Fondazione culturale San Fedele,
Chiara Daniele direttrice della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,
Ferruccio Capelli presidente della Casa Della Cultura.
Grazie per l'attenzione
Per informazioni: 339-11.70.311
29 ottobre - ore 11.30 – sala Marra di palazzo
Marino Conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!
8 novembre - ore 21 Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b Saluti:Giacomo Costa, fondazione culturale San Fedele Presentazione: un esponente dell'UNAR; Fabrizio Casavola, Upre Roma "Le danze di Billy e Dijana" di Daniele Lamuraglia, con Dijana Pavlovic e Diego Conti
Nell'occasione verrà esposta la mostra sul Porrajmos (lo sterminio dei rom e dei
sinti)
12 novembre - ore 18-20.30 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, via
Romagnosi 3 "Rom: a Milano si può? Politiche abitative (e altro): soluzioni possibili" Saluti:Carlo Feltrinelli presidente della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli Introduzione: un esponente dell'UNAR; Alfredo Alietti, Upre Roma,
docente di sociologia università degli studi di Ferrara Testimonianze:don Massimo Mapelli, Casa della Carità; abitanti
dei campi; Interventi:Laura Balbo, docente di sociologia università degli
studi di Padova; Antonio Tosi, docente di sociologia urbana al
Politecnico di Milano; Tommaso Vitale, Scientific Director of the Master
"Governing the Large Metropolis" CEE, Sciences Po Paris
E' stata invitata Mariolina Moioli, assessore alle politiche sociali
Comune di Milano.
18 novembre – ore 20.30-23 - Casa della Cultura, via Borgogna 3 "La rappresentazione mediatica dei rom e dei sinti: tra dovere di informare e
violazione dei diritti." Presenzia:Ferruccio Capelli, presidente della Casa della
Cultura Introduzione: un esponente dell'UNAR; Paolo Cagna Ninchi,
presidente Upre Roma Interventi:Michael Guet, Capo della Divisione dei Rom e dei
viaggianti del Consiglio d'Europa; Eva Rizzin e Angelica Bertellini,
Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova; Ferruccio de
Bortoli, direttore del Corriere della Sera; Roberto Escobar, docente
di filosofia della politica alla Statale di Milano; David Parenzo,
conduttore e autore televisivo,
E' prevista la presenza del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna
1 dicembre – ore 21 – Casa della Cultura, via Borgogna 3 "Sebben che siamo donne… rom - La via dei campi e la via dell'arte" Presenzia:Ferruccio Capelli, presidente Casa della Cultura Introduce: un esponente dell'UNAR. Rebecca Covaciu, rom rumena, premio UNICEF per i disegni; Laura Halilovic, rom bosniaca, autrice di "Io, la mia famiglia rom e
Woody Allen"; Dijana Pavlovic, rom serba, attrice
Nel corso dell'incontro saranno proiettati frammenti delle realizzazioni
artistiche
9 dicembre - ore 21 - Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Concerto conclusivo con artisti rom e italiani organizzato con la Fondazione De
André (programma in via di definizione)
14/10/2010 - Sono apparsi due gruppi su Facebook, richiedenti l'espulsione
dei Rom dall'Istria.
Uno dei gruppi "Dignano senza zingari" era riuscito ad attrarre oltre 100
membri, prima di essere chiuso dagli amministratori. Il gruppo chiede la
rimozione degli zingari dalla città istriana di Dignano (Vodnjian in croato,
ndr), situata a pochi km. da Pola. Si dice nella descrizione: "I maiali
sarebbero più acculturati di loro".
Anche se entrambe le pagine sono presto state rimosse dagli amministratori di
controllo, pongono importanti domande sulla regione, conosciuta di solito per la
sua tolleranza della diversità etnica e religiosa.
Elizabeta Pavlovic, professoressa di sociologia, dice che in tempi di crisi
economica non è insolito per alcuni gruppi diventare capri espiatori dei
problemi di ognuno.
"La gente da la colpa a chiunque altro, e stanno crescendo il razzismo e
l'attività politica della destra. Hanno visto Sarkozy espellere i Rom dalla
Francia e si meravigliano sul perché non possa accadere lo stesso a Dignano ed
in Istria."
Secondo la sua opinione, molti giovani che aderiscono a gruppi simili non
sono quasi coscienti di cosa stiano facendo. Inoltre è più facile essere membro
di un gruppo Facebook perché si può essere anonimi.
La polizia istriana non ha ancora fatto nessun annuncio riguardo ad un
proprio coinvolgimento nel caso, ma il capo distrettuale Ivan Jakovcic ha
condannato il "gruppo intollerante e foriero didisordine".
Ha detto: "Riferirsi ad un gruppo etnico con parole così ingiuriose ed
offensive è oltre ogni parametro di civiltà. Una simile intolleranza è in
opposizione ai valori su cui costruiamo le nostre vite e lo spirito di
comunità".
Di Fabrizio (del 23/10/2010 @ 09:03:02, in Europa, visitato 1940 volte)
Segnalazione di Alberto Maria Melis
MicroMegaIntervista di Maria Serena Natale, Corriere della Sera,
20 ottobre 2010
Precarietà esistenziale, migrazioni incrociate, paura dello straniero. Zygmunt
Bauman, l'eminente sociologo polacco teorico della modernità liquida nata dalla
fine delle grandi narrazioni, inquadra il caso rom nella riflessione sull'età
delle diaspore e il sentimento d'incertezza che caratterizza le nostre società,
diventato fonte di legittimazione alternativa per lo Stato contemporaneo.
Professor Bauman, quali meccanismi vede dietro la linea dura di Sarkozy? Additare lo straniero come responsabile del malessere sociale sta diventando
un'abitudine globale. Nel caso delle espulsioni è in gioco il conflitto
inseriti-outsider esaminato mezzo secolo fa da Norbert Elias: più di amici e
nemici, gli outsider sono imprevedibili, il senso d'impotenza che deriva
dall'incapacità di intuire le loro risposte ci umilia.
Con i rom la dinamica è amplificata? Sì, perché sono percepiti come perpetui stranieri, colpevoli fino a prova
contraria, preceduti da storie di criminalità più o meno accertate ma assenti
dai luoghi deputati alla formazione delle opinioni, privi di élite capaci di
promuovere le ragioni delle comunità.
Le ansie legate ai flussi migratori sono un tratto dominante di quella che
lei descrive come una diaspora universale. Oggi assistiamo a ondate migratorie organizzate per arcipelaghi planetari e
interconnessi di insediamenti etnici, religiosi, linguistici. Ogni Paese è
virtualmente bacino di emigrazione e meta di immigrazione, le rotte non sono più
determinate da legami imperial-coloniali: queste diaspore frammentate e
trasversali ci impongono di ridefinire il rapporto tra identità e cittadinanza,
individuo e luogo fisico, vicinato e appartenenza.
Come risponde la politica? Lo Stato contemporaneo proclama come primo compito del potere la rimozione
dei vincoli alle attività orientate al profitto. Diventa così prioritario per i
governi trovare al senso di vulnerabilità dei cittadini cause non riconducibili
al libero mercato ma a rischi di altra natura. La priorità è la sicurezza,
minacciata da pericoli per la persona fisica, la proprietà e l'ambiente che
possono venire da pandemie, attività criminali, condotte anti-sociali di
sottoclassi, terrorismo globale ma anche da gang giovanili, pedofili, stalker,
mendicanti, regimi alimentari insani.
Uno stato d'allerta permanente. Nel quale è impossibile sapere dove e quando le parole diventeranno carne.
La mancata materializzazione di una catastrofe paventata è presentata come il
trionfo della ragione governativa su un fato ostile, risultato di vigilanza e
cura delle autorità.
Come va ridefinito il patto sociale? La migrazione universale porta in primo piano e per la prima volta nella
storia l'arte del convivere con la differenza. Un'alterità non più concepita
come transitoria richiede un ripensamento delle reti sociali, più tolleranza e
solidarietà, nuove abilità e competenze.
E come s'innesta questa differenza radicale sul terreno del
multiculturalismo? Forme di vita antagoniste si fondono e separano in una generale assenza di
gerarchie: non valgono più ordini di valori consolidati né il principio di
evoluzione culturale ma si sviluppano battaglie per il riconoscimento
interminabili e non dirimenti.
In che modo risponde la democrazia? Ha abdicato alla funzione di scoraggiare il ritrarsi dei singoli nella sfera
privata, rinunciato a proteggere il diritto delle minoranze a una vita
dignitosa. La democrazia non può fondarsi sulla promessa dell'arricchimento. Il
suo tratto distintivo è rendere servizio alla libertà di tutti. Ha di fronte una
sfida senza precedenti: elevare i principi della coesistenza democratica dal
livello degli Stati-nazione a quello dell'umanità planetaria.
Di Fabrizio (del 22/10/2010 @ 09:49:46, in Italia, visitato 1733 volte)
Dopo l'intimazione ultimativa di abbandonare il campo effettuata ieri
19.10.2010 nel tardo pomeriggio dalla Polizia locale, cosa evidentemente
impossibile da compiersi nell'imminenza della sera e in assenza del supporto di
servizi sociali e Amsa, nella tarda mattinata di oggi 20.1.2010 è stato
effettuato l'ennesimo sgombero - il quattordicesimo - del microcampo rom di via
Cavriana, in zona Forlanini, a Milano.
Dalle 7 di stamane gli abitanti del campo – una quindicina – hanno atteso
l'arrivo della Polizia locale insieme a una decina di componenti del Gruppo di
sostegno Forlanini, che segue da due anni la loro situazione adoperandosi
per il riconoscimento del loro diritto a vivere un'esistenza dignitosa.
Nonostante la presenza di minori (due bambine di 15 e 19 mesi e un maschio di
7 anni) – già verificata da precedenti accertamenti e in ultimo dal sopralluogo
di ieri sera (stamattina le madri e le rispettivi bimbe si erano
comprensibilmente allontanate per non assistere allo scempio) – e di anziani con
seri problemi sanitari, la procedura è stata avviata comunque; il Gruppo di
sostegno, grazie al supporto dell'avvocato presente, ha preteso, ma inutilmente,
l'esibizione di un titolo scritto per lo sgombero, oltretutto inizialmente in
assenza di una chiara individuazione del proprietario del fondo.
Da mezzogiorno di oggi, gli abitanti del campo vagano di nuovo nel quartiere
e nella città, in una città in cui non vengono riconosciuti a questa categoria
“speciale” i diritti di base: la casa, la salute, l'assistenza sociale e
sanitaria, l'istruzione, un lavoro.
Le ruspe intanto stanno distruggendo le baracche e tutti quei beni che gli
abitanti del campo non sono riusciti a portarsi dietro nel loro ennesimo esodo.
Oggi pomeriggio i genitori del ragazzino di sette anni, che siamo riusciti a
iscrivere nella scuola elementare di zona (e che sta sperimentando nelle maestre
e nei compagni finalmente dei soggetti che lo riconoscono e collaborano
positivamente con lui), andranno ad accoglierlo all'uscita; gli si è voluto
risparmiare lo spettacolo indecente di un atto di forza, ma anche per lui
prosegue una vita grama e precaria.
Il Gruppo di sostegno Forlanini proseguirà, come più volte ribadito,
nell'affiancamento a questi uomini e donne, battendosi insieme a loro per
conquistare i diritti essenziali, consapevole che quegli stessi diritti, così
preziosi, sono sempre più spesso sotto tiro per gli stessi “oriundi”. Cedere su
questo fronte implica un ulteriore imbarbarimento della vita sociale.
Di Fabrizio (del 22/10/2010 @ 09:45:56, in Europa, visitato 1717 volte)
Da
Czech_Roma (sulle sterilizzazioni forzate nell'est Europa,
QUI)
10-12-2010 Alle donne romanì che sono state vittime di sterilizzazioni forzate è stato
negato il risarcimento dal governo ceco, dopo anni che il caso è stato portato
alla luce. Su istigazione governativa, le donne romanì furono regolarmente
sterilizzate nella ex Cecoslovacchia durante gli anni '70. Anche se queste
politiche non esistono più, singoli casi sono stati riportati fino al 2007.
Ieri, un comunicato stampa dell'European Roma Rights Centre (ERRC) notava
come il primo ministro ceco avesse espresso il proprio rincrescimento per la
pratica, anche se sinora il governo non avesse fatto nessun passo significativo
per risarcire le coinvolte.
ERRC ha sottoposto un rapporto sulla sterilizzazione forzata al Comitato
sull'Eliminazione della Discriminazione Contro le Donne alla 47a
sessione del Comitato a Ginevra. In una dichiarazione scritta al comitato, ERRC
ha sollevato preoccupazioni sulle sterilizzazioni forzate avvenute dal 1989 al
2007. La maggior parte delle vittime di questa pratica mancano di un rimedio
efficace quando hanno scoperto di essere state sterilizzate dopo anni, e hanno
cercato assistenza legale quando ogni reclamo contro i perpetratori o lo stato è
andato prescritto.
ERRC ha ricordato all'ONU che il governo ceco ha mancato di prendere le
misure opportune per prevenire il verificarsi di sterilizzazioni forzate, dato
che legge sul consenso informato non è cambiata.
Si legge nel rapporto ERRC: "Nei 20 casi recentemente venuti alla luce ed
accaduti tra il 1989 e il 2007, sembra sia mancato il consenso libero ed
informato alle sterilizzazioni. La maggior parte delle donne firmò il proprio
consenso all'intervento chirurgico senza essere adeguatamente informate in
anticipo sulle conseguenze. Alcune delle donne firmarono sotto costrizione,
mentre altre non hanno memoria di aver firmato niente. Una di loro era
completamente analfabeta. Alcune donne dicono che a loro non è mai stato chiesto
di firmare il consenso." ERRC ha sistematicamente indagato su questi casi
assieme con l'associazione di Ostrava "Vivere Insieme".
Attualmente non esiste alcun rimedio efficace per la maggior parte delle
donne i cui diritti son stati violati. Secondo Kateřina Červená,
avvocato della Lega dei Diritti Umani, sinora soltanto due donne hanno ottenuto
un indennizzo dai tribunali. Una ragione è che molte delle donne hanno mai
saputo di essere sterilizzate solo parecchi anni dopo l'operazione. Quando hanno
cercato assistenza legale, il loro diritto ad un risarcimento da parte dei
perpetratori o dallo stato era andato in prescrizione.
Ha detto Gwendolyn Albert al portale di informazioni Romea.cz, presentando a
Ginevra il rapporto ERRC: "La Repubblica Ceca dovrebbe seguire l'esempio di
paesi come la Svezia, che hanno istituito una propria procedura di risarcimento
per le vittime di sterilizzazione forzata. Dato che la maggior parte dei casi è
andata in prescrizione, la Repubblica Ceca dovrebbe sviluppare una procedura
separata di compensazione. Affrontare la sterilizzazione forzata delle donne rom
significa fare i conti col passato".
Concorda
Robert Kushen, direttore esecutivo di ERRC: "Il governo ceco deve superare le
barriere esistenti nell'accedere alla giustizia, sperimentate dalle donne romanì
sterilizzate, e stabilire un meccanismo che possa assicurare un compenso che
tutte le donne colpite da questa pratica aberrante. Il governo ceco ha
l'opportunità di fornire un esempio guida agli altri paesi dove le le donne
romanì sono state coattivamente sterilizzate".
Oltre ad ERRC, anche la Lega per i Diritti Umani ha presentato un rapporto
sulla protezione delle donne nella Repubblica Ceca e sui loro vari problemi.
Oltre che sulle sterilizzazioni forzate, la Lega ha criticato l'attuale
situazione sulle violenze domestiche, come pure le barriere per scegliere
liberamente se partorire in casa o negli ospedali. Tra le altre questioni, la
Lobby delle Donne Ceche ha fatto presente il fatto che non ci sono donne
nell'attuale governo.
Di Fabrizio (del 21/10/2010 @ 09:44:15, in Kumpanija, visitato 2265 volte)
Il ristorante La Ragnatela di Mirano (VE) ospita il 29 ottobre una serata
per condividere cibi e idee a sostegno dei diritti del popolo zigano
Mirano (VE), 19/10/2010 (informazione.it
- comunicati stampa) La gioia di vivere che scaturisce dall'abbinare convivenza
e convivialità ha sollecitato i soci del ristorante cooperativo La Ragnatela ad
ideare una serata incentrata su un tema usualmente considerato tra i meno
ospitali: la coabitazione tra Rom e Gage, ovvero tra nomadi e sedentari. La
serata, dal titolo Fatti più in là: Sinti, Rom, Gagé e la riproduzione
artificiale del nomadismo attraverso gli sgomberi, è promossa anche dal Circolo
del Manifesto della Riviera del Brenta.
Il titolo dell'iniziativa mette in risalto l'intenzione di seminare dubbi sugli
stereotipi verso i zigani. Come afferma Luigi Meneguzzi, tra i promotori della
serata, "La maggioranza di Sinti e Rom è formata da cittadini comunitari che non
riescono a scrollarsi di dosso lo stigma di persone senza fissa dimora, di
trasferibili, perfino di espatriabili verso un qualsiasi luogo lontano. La
realtà è ben diversa, basti dare uno sguardo agli sgomberi o alle recenti
politiche antizigane del presidente francese Sarkozy: una vera e propria
riproduzione artificiale del nomadismo. Ecco perché con questa serata proporremo
una tavola rotonda per discutere invece le strategie più idonee per raggiungere
una convivenza che assicuri il rispetto dei diritti di tutti".
L'evento inizierà venerdì 29 ottobre alle 17.30 con un aperitivo in musica che
prevede un Hommage à Django Reinhard: una rivisitazione del repertorio del
grande musicista zigano da parte dei Manouchemen (Tommaso Viola, chitarra; Renzo
De Rossi, sax; Paolo Mason, chitarra; Andrea Tombesi, contrabbasso).
Alle 18.30 seguirà la tavola rotonda Abitare assieme a Rom e Sinti ed evitare
che i territori puri impazziscano, per esplorare i percorsi che rendono
possibile la coabitazione di Rom e Gagè con Davide Morello (operatore sociale
del Comune di Venezia), Carlotta Saletti Salza (antropologa), Don Piero Gabella
(sinto onorario), Sabrina Tosi Cambini (antropologa), Yuri Del Bar (segretario
della Federazione "Rom e Sinti Insieme"), Lorenzo Monasta (epidemiologo).
A conclusione della serata, l'immancabile cena dove verranno riproposti alcuni
dei piatti tradizionali della cucina gitana quali "Dolma e Sarma", "Pitta" e "Halvava",
e molte altre rivisitazioni sul tema nate dalla fantasia del variegato team di
cuochi della cooperativa La Ragnatela. Non resta dunque che prenotare il proprio
posto a tavola ed assaporare il gusto della convivenza!
La Ragnatela è una trattoria cooperativa nata nel 1984. Oggi composta da 12
soci, propone piatti della cucina tradizionale veneta con particolare attenzione
alla rintracciabilità degli alimenti per il cliente. Il ristorante è la Condotta
Slow Food della riviera del Brenta, è stato tra i primi sostenitori dello Slow
Food in Italia. La Ragnatela è inoltre sostenitrice di Emergency e Carta.
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