Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Wim Wenders
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/06/2009 @ 09:30:12, in Europa, visitato 1543 volte)

Da Roma_Francais

Médecins du Monde

Dopo la morte, settimana scorsa, di un bambino in un incendio (vedi QUI ndr) e le espulsioni di cui sono vittime diverse famiglie rrom nell'Ile de France, MdM interpella i candidati alle elezioni europee. I testi esistono a livello europeo. Proteggono le famiglie rrom da queste situazioni disastrose. Médecins du Monde domanda ai candidati, una volta eletti, di impegnarsi a fare rispettare questi testi nei differenti paesi europei, ed in particolare in Francia.

Lettera ai candidati alle elezioni europee

Noi firmatari, membri dell'associazione Médecins du Monde, siamo stati obbligati ad installare il 27 maggio a Saint Denis, alle porte di Parigi, un campo di sgomberati per cittadini europei. 115 persone Rrom di cui 6 lattanti e 41 bambini, sono accolti in un campo sul modello di quelli che dispieghiamo nel caso di emergenza sanitaria e delle catastrofi. Installare un campo di "sfollati" in Francia, ma come ci siamo arrivati?

Cacciate, incalzate da diversi mesi, queste famiglie rrom erano per strada dopo un incendio che aveva causato la morte di un bambino e dopo la loro espulsione da tutti i luoghi precari dove avevano tentato di trovare rifugio. Lo stato, le collettività locali e territoriali se ne rimpallano la responsabilità. Davanti a questo maltrattamento istituzionale, senza alcuna soluzione e di fronte all'emergenza sanitaria, abbiamo portato loro un riparo che speriamo momentaneo in attesa di soluzioni più degne e durabili.

Pertanto, i testi elaborati a livello europeo esistono, sono di qualità e apportano risposte adatte ed umane perle famiglie rrom, ma non sono applicati in Francia. Europei, beneficiari dei diritti riaffermati tanto dal Parlamento che dalla Commissione e dal Consiglio d'Europa, i Rrom sono trattati in Francia, con dispetto come cittadini europei di seconda classe. E le loro espulsioni ripetute, senza soluzioni di ri-alloggio si trascinano, noi lo constatiamo tutti i giorni, verso l'esaurimento, l'interruzione delle cure e del seguito medico, soprattutto per le donne ed i bambini piccoli. Stato, regioni, dipartimenti, sindaci, ciascuno di questi attori detengono quindi una parte della soluzione. Ma tutti si rimpallano la responsabilità in un gioco istituzionale grottesco per finire in un niente di fatto.

Alla vigilia dell'elezione del nuovo Parlamento Europeo, vi domandiamo di prendere l'impegno, una volta eletti di vegliare, almeno, sull'applicazione delle regole europee esistenti. Vi domandiamo di non accettare più il gioco del ping-pong istituzionale di cui sono vittime i Rrom, cittadini europei protetti pertanto dalle leggi in vigore.

Nella Ile de France, le associazioni richiedono una Tavola Rotonda che riunisca tutti gli attori coinvolti. Un incontro che permetta di condividere le questioni e di trovare assieme delle risposte coordinate per uscire con una gestione condivisa del territorio. Noi vi chiediamo in nome dell'Europa di cui avete il mandato, di appoggiare questa iniziativa elementare perché i Rrom possano vivere degnamente.

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Di Fabrizio (del 06/06/2009 @ 09:03:09, in Regole, visitato 1782 volte)

Ricevo da Agostino Rota Martir

PISAnotizie 04/06/09 18:45 | autore: Sergio Bontempelli
"Sindaco, rispetti la Costituzione"
Protestano i Rom esclusi dal programma "Città Sottili" per gli atti di violenza del Gennaio scorso: "il giudice non si è ancora espresso"


«Chiediamo all'Amministrazione comunale di sospendere immediatamente il provvedimento di sgombero, perché stabilire la verità dei fatti non spetta al Sindaco ma è compito della giustizia». Si esprimono così i Rom macedoni e kosovari esclusi dalle abitazioni del programma Città Sottili. Per capire cosa è successo, e a cosa si riferiscano queste parole, bisogna fare un piccolo passo indietro.

I fatti del Gennaio 2008

Nel Gennaio 2008 scoppia una rissa tra un gruppo di Rom kosovari e un altro di Rom macedoni. La Polizia predispone controlli straordinari e perquisizioni: in alcuni alloggi vengono trovate pistole, bastoni e coltelli. Poiché alcuni degli indagati risultano beneficiari degli interventi di accoglienza del programma Città Sottili, l'allora Sindaco Paolo Fontanelli dichiara che "una volta appurate le responsabilità, gli autori degli atti criminali saranno sospesi dal programma".

Ma l'atteggiamento dell'amministrazione cambia radicalmente nel giro di pochi giorni. Il 31 Gennaio, il consiglio comunale si riunisce d'urgenza per discutere della questione. In un ordine del giorno approvato al termine della seduta, si invita l'amministrazione ad escludere dal programma Città Sottili "tutti coloro che sono stati segnalati dalla Questura e che non hanno rispettato il patto di legalità con il Comune di Pisa". In altre parole, il mandato del consiglio è quello di non aspettare la sentenza definitiva del giudice, ma di procedere immediatamente all'esclusione dal programma sulla base delle semplici segnalazioni di polizia.

Così, nel giro di qualche mese tutti i Rom segnalati vengono esclusi da Città Sottili: chi, in base a quel programma di accoglienza, aveva ricevuto un alloggio viene sfrattato, mentre chi era ancora in attesa di avere una casa viene "depennato" dalle liste. E a fare le spese di questi provvedimenti punitivi non sono soltanto gli indagati, ma anche le loro famiglie e i loro bambini. Per questi ultimi - denunciano ora i Rom - viene sospeso anche il servizio di scuolabus, finanziato con i fondi di Città Sottili.

Intanto, le indagini giudiziarie vanno avanti. E, a sentire i legali della difesa, molti imputati potrebbero uscire assolti dal processo perché estranei ai fatti: le forze dell'ordine avrebbero identificato le persone presenti negli alloggi o nei campi, senza distinguere tra chi era davvero coinvolto negli atti criminosi e chi, invece, era andato a trovare amici o parenti.

Il punto di vista dei Rom

Ora, i rom macedoni e quelli kosovari hanno deciso di riunirsi - mettendo da parte il contrasto che li ha divisi l'anno scorso - e di convocare la stampa per far sentire la loro voce. «Fino ad ora», spiega Mahamuti Erizon, portavoce dei Rom, «di tutta la vicenda hanno parlato il Sindaco, gli assessori, i politici e i giornali: noi pensiamo di avere anche noi il diritto di esprimere il nostro punto di vista».

«Perché ci escludono dal programma Città Sottili», chiede ancora Mahamuti, «prima ancora che ci sia stata una sentenza del Tribunale?». «Siamo qui tutti insieme, macedoni e kosovari», prosegue il portavoce dei Rom, «per dire che non ci vogliamo sottrarre alla giustizia: non ci siamo nascosti, non stiamo scappando, abbiamo fiducia nei giudici e chi ha commesso reati pagherà i suoi conti».

Ma l'esclusione dal programma Città Sottili, secondo le comunità Rom, è profondamente ingiusta. In primo luogo, perché riguarda persone giudicate colpevoli prima ancora di una sentenza. In secondo luogo, perché coinvolge l'intero nucleo familiare. «Vogliamo chiedere al Sindaco», spiegano i diretti interessati - «se quando un cittadino fa uno sbaglio debba pagare l'intera famiglia per la colpa di uno solo. Se un italiano fa una lite con altri ed abita con la sua famiglia in una casa popolare, viene allontanato dall'alloggio con tutto il nucleo, figli piccoli compresi?».

Presenti alla conferenza stampa anche Padre Agostino Rota Martir, sacerdote cattolico che abita al campo di Coltano, e i volontari di Africa Insieme. Che denunciano le illegalità nell'operato dell'Amministrazione. «E' la nostra Costituzione», spiegano, «a stabilire che la responsabilità penale è personale, e non coinvolge le famiglie, e deve essere accertata con un regolare processo».


In allegato: CONFERENZA STAMPA SULLA LITE AL CAMPO DEL GENNAIO 2008

MI CHIAMO MAHAMUTI ERIZON E SONO UN RAPPRESENTANTE DEI ROM DI COLTANO.

FACCIO PARTE DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE ROM DI PISA (ACER) NATA QUALCHE ANNO FA'.

ABBIAMO VOLUTO ORGANIZZARE QUESTO INCONTRO CON LA STAMPA PER SPIEGARE ALCUNI NOSTRI PROBLEMI E FAR ASCOLTARE LA NOSTRA VOCE SULLA ORMAI FAMOSA LITE AL CAMPO DEL GENNAIO 2008.

FINO AD ORA SEMPRE NE HANNO PARLATO SOLO ALTRI: SINDACO, ASSESSORI, POLITICI, GIORNALI…MAI NESSUNO HA SENTITO IL BISOGNO DI ASCOLTARE ANCHE NOI, PERCHE'?

ECCO, NOI PENSIAMO DI AVERE ANCHE NOI IL DIRITTO DI DIRE QUALCOSA SU QUESTA LITE E DI FAR CONOSCERE ALLA GENTE, ATTRAVERSO VOI QUELLO CHE ABBIAMO DA DIRE.

1. NOI ANCORA OGGI CI CHIEDIAMO PERCHE' QUESTA ESCLUSIONE DAL PROGETTO PRIMA ANCORA CHE CI SIA STATA UNA SENTENZA DEL TRIBUNALE?

QUESTA ESCLUSIONE A NOI SEMBRA INGIUSTA E VOLGARE ANCHE PERCHE' IL SINDACO NON HA UNA MINIMA CONOSCENZA DEL LUOGO DOVE ABITIAMO.

CHIEDIAMO AL SINDACO E ALLA AMMINISTRAZIONE DI SOSPENDERE IMMEDIATAMENTE IL PROVVEDIMENTO, PERCHE' NON SPETTA A LORO STABILIRE LA VERITA' DEI FATTI, MA E' COMPITO SOLO DELLA GIUSTIZIA

2. NOI SIAMO QUI TUTTI INSIEME, GLI AUTORI DI QUELLA LITE E VOGLIAMO DIRE CHE NON CI VOGLIAMO SOTTRARRE ALLA GIUSTIZIA, DICIAMO CHE ABBIAMO FIDUCIA IN ESSA, E CHE NON SIAMO MAI SCAPPATI VIA O NASCOSTI, ANZI ABBIAMO ANCHE COLLABORATO PIU' VOLTE CON LA GIUSTIZIA E ASPETTIAMO IL RISULTATO FINALE.

3. VOGLIAMO CHIEDERE AL SINDACO SE ESISTE ANCORA UNA LEGGE CHE DICE CHE QUANDO UN CITTADINO FA' UNO SBAGLIO, DEBBA PAGARE ANCHE L'INTERA FAMIGLIA PER LA COLPA DI UNO SOLO.

SE UN ITALIANO FA' UNA LITE CON ALTRI ED ABITA CON LA SUA FAMIGLIA IN UNA CASA POPOLARE, FORSE VIENE ALLONTANATO CON TUTTI I SUOI MEMBRI DALLA SUA ABITAZIONE? ALLORA, CHIEDIAMO DI ESSERE TRATTATI COME TUTTI GLI ALTRI CITTADINI, NON SIAMO QUI PER CHIEDERE DEI PRIVILEGI PARTICOLARI!

E' TUTTO! GRAZIE DELLA VOSTRA ATTENZIONE E ASCOLTO E VI PREGHIAMO DI FAR CONOSCERE LA NOSTRA VOCE ALLA CITTADINANZA DI PISA.

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Di Sucar Drom (del 06/06/2009 @ 14:13:52, in blog, visitato 1866 volte)

Sambenedetto del Tronto (AP), Moni Ovadia incanta il pubblico
Numerosi i partecipanti allo spettacolo tenuto da Moni Ovadia lo scorso sabato 30 Maggio, nell’ambito del Festival della Pace. Il palco è stato allestito in via Montebello, nella zona meglio nota come “piazza della verdura”. Lo scrittore e teatrante ha proposto per l’intera durata dello spe...

Genova, si cerca una casa per i Sinti piemontesi
"Il campo nomadi di Bolzaneto grida vendetta. È il più vecchio della città ed è sovraffollato. Io l’ho visto nascere e ho seguito, in Provincia, i primi inserimenti scolastici dei piccoli sinti. Per tutte queste famiglie occorre trovare una sistemazione dignitosa, la Gronda non c...

Milano, continuano gli sgomberi senza una soluzione civile
Continuano gli sgomberi indiscriminati delle famiglie Rom rumene. Ieri mattina sono state sgomberate una cinquantina di persone che vivevano in tende e baracche nel Parco delle Memorie Industriali, un’area verde di proprietà del Comune in zona Ticinese...

Elezioni europee, rischio xenofobia e razzismo
In tutta l’Europa alcuni analisti vedono in queste elezioni alcune allarmanti insidie che potrebbero definitivamente bloccare il cammino verso del sogno europeista che i padri nobili dell’Europa avevano immaginato...

Dimmi con chi vai... Alleanze di centrodestra e centrosinistra
Ai tempi del barcollante Governo Prodi, ma anche prima durante le elezioni, si era soliti discutere sia nelle più accanite riunioni dell’allora opposizione di centro-destra, sia nei più snob dei salotti di pseudo-sessantottini sessantottenni, della “terribile” ...

Serbia, gli investimenti a favore dei Rom
L’istruzione è sicuramente il mondo migliore per promuovere la posizione della popolazione rom, la condizione per la loro socializzazione e una delle priorità della Serbia durante la presidenza di turno nella Decade dei rom, che sarà consegnata ufficialmente alla...

Torri di Quartesolo (VI), un Sinto in Consiglio comunale
Scyon Cavazza è candidato a Torri di Quartesolo (VI) nelle prossime elezioni comunali. Scyon è candidato nelle liste di Rifondazione Comunista, unica formazione politica in Italia che ha chiesto a Rom e Sinti di...

Reggio Emilia, noi votiamo Vladimiro Torre
Vladimiro Torre, Sinto emiliano, è candidato per il Consiglio comunale di Reggio Emilia. Nel suo impegno politico così esordisce: i Sinti italiani vivono in Emilia da centinaia di anni e aspirano a partecipare alla vita politica del Paese. Vladimiro Torre, dopo diverse esperienze nel campo dell’associazionismo,...

Europee, noi votiamo Dijana Pavlovic
Siamo alla vigilia delle Elezioni Europee, nella circoscrizione Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) è candidata Dijana Pavlovic, una romnì. Dijana non è alla sua prima esperienza in politica, già nel 2006...

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Di Fabrizio (del 07/06/2009 @ 09:30:27, in Italia, visitato 1778 volte)

Segnalazione di M Cristina Di Canio

A cura di Marzia Coronati - 5 Giugno 2009

Torta di spinaci, involtini di verza, biscotti di nocciola e cocco. Romanò Hape, il catering di cucina rom, offre piatti tipici della cucina romanì da gustare a feste e mercati o da portare a casa in graziose scatoline. In nessuna parte d’Italia esiste un ristorante di cucina rom. Oggi però le cose sembrano cambiare. Da diversi mesi a Roma è iniziato il progetto Romanò Hape: un laboratorio di cucina che si propone per feste, catering e mercati.
In chiusura, Ritmi, la rubrica musicale a cura di Elise Melot.

Romano Hapè, promosso da Roma onlus, non è solo un corso di cucina, ma un modo per buttare giù le barriere e mettere a confronto due culture che convivono ormai da decenni nella stessa città, senza però conoscersi. Non solo, il progetto mira anche a unire le varie comunità rom, da tempo frammentate, e a mettere fine alla mentalità maschilista tipica della cultura rom. “Vogliamo che si capisca l’importanza del ruolo della donna, in una società prevalentemente maschilista com’è quella rom” spiega Graziano Halilovic, di Roma onlus, “per questo abbiamo aperto il corso solamente alle donne, nonostante ci siano molti uomini rom che hanno eccellenti doti culinarie”.

Il catering Romanò Hape è una delle tappe di un progetto più grande: la ricerca transdisciplinare “Campus rom, oltre i campi nomadi”. Iniziato nel 2007 dal laboratorio di arte urbana Stalker e da Roma onlus, il progetto ha un obiettivo principale: creare uno scambio tra la comunità italiana e quella rom, attivando così un percorso di conoscenza.

La prima tappa del progetto intrapresa da Stalker consisteva in un viaggio nei campi di Roma con gli studenti di architettura dell’università Roma 3. Studenti e professori abitavano queste realtà per una settimana, per portare avanti un percorso di “apprendimento reciproco”, in cui imparavano le tecniche architettoniche dei romma mettevano anche a disposizione le loro conoscenze. Nell’estate 2008 Stalker ha portato avanti il progetto “Savorengo Ker”, in romanì la casa di tutti. Si trattava di una piccola costruzione costruita all’interno del campo nomadi Casilino ‘900. La Savorengo Ker era stata costruita dai rom delle quattro diverse etnie del campo, unite in un progetto volto a dimostrare che è possibile proporre risposte concrete in alternativa ai container e alle baracche. Una micro-villetta in legno messa in piedi con lo stesso budget finanziario necessario per realizzare un container. Durante la costruzione della Savorengo Ker un gruppo di fotografi professionisti e non hanno scattato centinaia di foto e oggi quattro di loro espongono alcuni di questi scatti in una mostra inaugurata venerdì 5 giugno all’ Ex-mattatoio di Roma. La comunità rom, sempre più spesso descritta come “un’emergenza”, è fotografata in questa mostra in momenti di condivisione e scambio di conoscenze con la comunità italiana.

Isole dove il transitorio è perenne, i campi nomadi di Roma si sono trasformati negli anni; nati come luogo di sosta per i rom italiani e i transitanti, sono poi divenuti centri di accoglienza per i rifugiati dell’Ex-Jugoslavia, per divenire oggi, nell’ultima versione, ghetti abitativi per un’etnia. Secondo i fautori della ricerca “Campus rom”, non servono grandi stanziamenti per migliorare le condizioni di vita della comunità rom, ma si tratta semplicemente di interrompere quel circolo vizioso stretto intorno ai rom fatto di criminalizzazione, pregiudizi, investimenti in sicurezza, confinamento dei campi.Ma poco o niente è stato fatto per promuovere l’autorappresentazione e l’autopromozione. Proprio per sostenere l’autorappresentazione e l’autopromozione della comunità rom Stalker e Roma Onlus hanno promosso un laboratorio/concorso di fotografia, Romané Chavé, in cui gli studenti si sono finalmente autorappresentati a loro modo.

Il brano proposto da Ritmi è Solimulen, di Mamady Keita
Ospiti della puntata: Graziano Halilovic, Max Intrisano, Lorenzo Romito, Michele Carpani
In redazione: Elise Melot, Khaldoun
Passpartù è un progamma a cura di Marzia Coronati

Passpartù 33: La cultura romanì servita sul piatto [30:35m]: Download

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Di Fabrizio (del 07/06/2009 @ 09:44:12, in conflitti, visitato 2505 volte)

Da Czech_Roma

The Prague Post Cresce la tensione contro i Rom
Rimangono irrisolte le bombe incendiarie, mentre le famiglie minacciate lasciano la ČR
3 giugno 2009 - By Wency Leung and Martina Čermáková

Stanno crescendo le tensioni tra i Rom locali ed il resto della popolazione, mentre la polizia indaga su un secondo attacco in due mesi con bombe incendiarie contro una residenza Rom.

La polizia deve ancora identificare i sospetti per il recente attacco con molotov il 27 maggio in un appartamento di due stanze a Zdiby, a nord di Praga. L'attentatore gettò due bottiglie incendiarie in una casa dove vivevano 10 Rom.

Non ci furono feriti ed il fuoco fu rapidamente sedato, ma l'attacco ha alimentato la paura e la frustrazione nella comunità rom.

Il 28 maggio il Movimento di Resistenza Romanì ha consegnato una dichiarazione all'Agenzia di Notizie Ceca (ČTK), dicendo che l'unico modo che i Rom hanno per proteggersi è di lasciare il paese. Ha anche criticato la polizia per aver fallito nel garantire la loro sicurezza.

Nel frattempo, secondo l'OnG Naděje (Speranza), circa 35 Rom di Vysoké Mýto, Boemia orientale, hanno lasciato la regione settimana scorsa cercando rifugia in Canada.

Milan Nádvorník, manager regionale di Naděje, ha detto che l'esodo era probabilmente dovuto alla promessa di migliori condizioni sociali ed economiche. "Si può anche dire che la discriminazione reale e percepita gioca un ruolo," ha detto. "A riguardo, c'è un grado di discriminazione reale in atto."

La discriminazione è stata riflessa in un sondaggio rilasciato il 29 maggio dall'istituto CVVM, che rivela come le relazioni tra i Rom ed il resto della popolazione sono ritenute al livello più basso dell'ultima decade. Secondo ČTK, l'85% dei 1.056 che hanno risposto, hanno dato una bassa valutazione della coesistenza con i Rom.

A Zdiby, la polizia ha detto di dover ancora stabilire se l'attacco era motivato razzialmente. "Ci sono diverse versioni [del motivo], ma non possiamo essere precisi in questo momento," ha detto la portavoce della polizia praghese, Markéta Johnová.

A Vítkov, Moravia settentrionale, dove il 16 aprile un incendio doloso aveva seriamente ferito una bambina rom di due anni ed i suoi genitori (vedi QUI ndr), la polizia deve ancora compiere progressi significativi nelle indagini.

La polizia dice di aver trovato l'auto che i testimoni avevano individuato sulla scena dell'attacco, ma hanno assolto il guidatore ed i passeggeri da ogni addebito.

Anna Siváková, la madre della bambina di 2 anni, Natálka, che è ricoverata in ospedale, ha detto di essere sconcertata dai risultati della polizia. "Come possono ritrovare una macchina e non [gli esecutori]?" ha detto. "E' davvero strano."

The writers can be reached at news@praguepost.com


Sempre da Czech_Roma

04/06/2009 La direttrice del programma radio Rom chiede asilo al Canada

PRAGA (AFP) - La Radio Ceca ha detto che il capo dei suoi programmi per la minoranza rom ha seguito il percorso di altri zingari e richiesto asilo in Canada, a seguito dei "rozzi attacchi" alla sua famiglia.

"Abbiamo deciso di richiedere l'asilo... a causa degli attacchi costanti alla mia famiglia e della crescente radicalizzazione della società," ha scritto ai dipendenti in una mail la 46enne Anna Polakova.

Hana Hikelova, capo dei servizi di cronaca della radio pubblica, ha detto all'AFP che la giornalista ha lasciato la Repubblica Ceca dopo che suo figlio è stato assalito da quattro teste rasate, e suo marito è stato ricattato.

Polakova, che era incaricata di un programma rivolto specificamente alla comunità rom ceca, forte di 300.000 persone, ha aggiunto che lei ed i sei componenti della sua famiglia hanno fatto richiesta di asilo all'aeroporto di Toronto.

Il Canada è diventato una destinazione popolare per i rifugiati rom, che nella Repubblica Ceca lamentano discriminazioni ed attacchi da estremisti, dopo che nel 2007 ha eliminato l'obbligo di visto per i Cechi.

Secondo l'ambasciata canadese a Praga, nel primo quadrimestre dell'anno in corso, 653 Cechi hanno richiesto asilo in Canada, a cui seguono 853 richieste nel 2008.

L'afflusso ha portato il Primo Ministro Canadese, Stephen Harper durante la sua visita a Praga lo scorso mese, ad ammonire sulla possibilità di reintrodurre l'obbligo di vista.

La minoranza rom ha manifestato all'inizio del mese scorso dopo che un incendio doloso ad una casa abitata da Rom aveva ferito una giovane coppia e lasciato in fin di vita la loro figlia di due anni, con bruciature sull'80% del corpo.

Copyright © 2009 AFP.

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Di Fabrizio (del 08/06/2009 @ 09:02:11, in Europa, visitato 1959 volte)

Da Roma_Francais

Il parlare zigano: Chourave, pillave, marave

La maggioranza dei dialetti europei ha preso in prestito termini zigani. Gli chavs, probabilmente dal romanì chavo (ragazzo), popolarizzato dagli anni 2000 nel Regno Unito, si apparentano alla gente marginale. Ma è presso la gioventù francese che le parole rom sono le più utilizzate. Il tradizionale chourave per nascondere. Marave per sottrarre. Pillave per bere alcool.

Segno di questa popolarità, dei "falsi-zigani" vedono regolarmente la luce con la ripresa della terminazione in -ave: una nuigrave (sigaretta) non ha niente a che vedere con la gens du voyage, ma deriva dalla contrazione di "Nuit gravement à la santé" (Nuoce gravemente alla salute ndr); il verbo bedave, per fumare, viene effettivamente da una parola zigana (bédo per spinello) ma non è mai esistito al di fuori dell'immaginario adolescenziale.


Non è una novità, già nel 2004 avevo segnalato questa commistione tra gergo giovanile ed alcune versioni del romanès:

Ravin (Lilli):
LONDRA (Reuters) - L'anno scorso ci sono stati i "sexing up;" nel 1993 i Britannici "having it large" e nel 1980 "power dressing."
Ora è il momento dei "Chavs" (da "chavoro", bambino in lingua Romanes ndr), il nome che i giovani delinquenti britannici con la passione per i gioielli, il fitness, i vestiti con con loghi evidenti e i cappellini da baseball di Burberry, adoperano per definire se stessi.
L'autrice Susie Dent immagina che ogni anno nascano nuovi termini inglesi che sintetizzano le preoccupazioni del tempo attuale.
"La parola chav era virtualmente sconosciuta sino a quest'anno, ma sta diffondendosi rapidamente" dice Susie Dent
...
Lele:
Bene, adesso possiamo aggiungere i giovani delinquenti al nostro repertorio di stereotipi!
Non bastava chiamarci ladri, pigri, promiscui, rapitori di bambini...
Dovrò chiamare il mio dottore e farmi prescrivere del Prozac... o forse dello Xanax. Ho voglia di prendere un nerbo ed agitarlo per bene. Non è un errore, ci sono nervi che saltano e nerbi da agitare...
Che depressione, Rav...
...
Todd Garvin:
Questo mi ricorda che la parola "pal" (da "phral che significa fratello) è entrata nella lingua inglese molti anni fa.
.....
Margaret:
Chavo per molto tempo è stato ampiamente usato nella lingua spagnola.
Le parole si mischiano, la lingua non è immobile, progredisce col villaggio globale del XXI secolo
...
Ripreso da post diversi su: http://it.groups.yahoo.com/group/allgypsies
--------------------------
...
Prendete il classico lolliypop - i leccalecca, per esempio. La quintessenza del dolce britannico, che deriva dalle caramelle rosse che gli zingari vendevano nelle fiere, tanto da essere chiamati loro stessi “lollypobbles”. Quello che la nostra popolazione ignora, è come le due culture si continuano a mischiare, anche con neologismi che erroneamente chiamiamo slang: Ogni gadje potrebbe scommetterci un wonga che siete divvy, ma se rifiutate, mush.
riportato in http://it.groups.yahoo.com/group/arcobaleno_a_foggia/message/406 (per chi volesse ancora sapere qualcosa)

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Di Fabrizio (del 08/06/2009 @ 09:18:13, in casa, visitato 1655 volte)

Da L'espresso LOCAL

Favaro. Il villaggio di via Vallenari sarà concluso entro luglio. Già costruiti 33 moduli su 38. Niente gas per ragioni di sicurezza

FAVARO. Il nuovo villaggio sinti di via Vallenari a Favaro diventa realtà. Nonostante il terrapieno che corre lungo l'area di cantiere realizzato per proteggere dalla strada i nuovi inquilini, è impossibile non scorgere le casette allestite all'interno e oramai ultimate. I moduli abitativi sono in tutto 38, ne sono stati completati 33. La direzione lavori ha già dovuto vedersela con una donna senza casa con tre bimbi, che aveva deciso di «occupare» un'abitazione del villaggio. Le casette che accoglieranno i sinti definitivamente entro settembre sono state dipinte di un colore di un rosa-arancio tenue.
Ieri mattina l'assessore ai Lavori pubblici Laura Fincato si è recata in sopralluogo al cantiere accompagnata dal direttore Vincenzo Tallon e dai responsabili della Cmc Prefabbricati. L'entrata è in via Vallenari, si percorre una strada ampia con tanto di marciapiede che sarà asfaltata a giorni.

Allacciamenti. Si arriva alla zona dove sono state sistemate due cabine con tanto di contatori, tutti e 38, quelli dell'acqua e dell'Enel. I futuri inquilini per avere l'acqua dovranno fare richiesta di apertura, come qualsiasi altro cittadino. Altra questione è quella del gas, che per una scelta progettuale e di sicurezza non è previsto. Per cucinare i sinti utilizzeranno i fornelli elettrici e pagheranno per quanto spendono. Attualmente il Comune ha affittato un depuratore per due anni. I pozzetti sono predisposti, gli allacciamenti fognari sono invece legati ai lavori di Veneto Strade all'incrocio con via Martiri e sono attesi al massimo entro un anno. Poco distante in linea d'aria c'è l'elettrodotto, ma anche in questo caso sono state effettuate le rilevazioni per assicurarsi che non ci sia pericolo per la salute. Sopra ogni modulo abitativo verrà installato un pannello solare dimensionato per fornire acqua calda sufficiente per l'uso sanitario: stoviglie e igiene personale. Altra cosa il riscaldamento: non essendoci gas, anche in questo caso gli abitanti dovranno ingegnarsi con una stufa elettrica.

Casa tipo. Ogni modulo è composto di due abitazioni, ciascuna di 42 metri quadri con entrata propria. Entrando ci si trova direttamente nel soggiorno-angolo cottura, poi si raggiunge il disimpegno e sulla sinistra il bagno con doccia, tazza e bidè: le piastrelle sono color beige. In fondo c'è la camera da letto, sufficientemente ampia con una finestra. Il solaio - precisano i tecnici - è fatto a sandwich: laterizio, pannello isolante e di nuovo cemento in proporzioni eguali (in tutto 18 centimetri). Non c'è pericolo pertanto di morire dal caldo d'estate o surgelarsi in inverno. L'altezza è di 2,70 metri.
Lunedì 15 inizierà la costruzione delle ultime 4 casette, il 22 giugno si asfalterà tutto. Per ultimi saranno installati i pannelli solari. A fianco ad ogni abitazione c'è lo spazio per la roulotte. C'è pure un bacino di espansione (che può contenere 622 metri cubi di acqua) per rispettare l'invarianza idraulica. Opere aggiuntive. «Non è il villaggio del Bengodi - spiega la Fincato - ma è molto più che dignitoso. Noi diamo ai cittadini sinti i mezzi e un'opportunità di miglioramento della qualità della vita, poi si tratta di regolamentarne la convivenza». Entro luglio, il villaggio sarà completato.

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Di Fabrizio (del 09/06/2009 @ 09:15:58, in Italia, visitato 1838 volte)

Da Roma_Italia

A quanti possano essere interessati:

La nostra organizzazione per i diritti umani "Società per i Popoli Minacciati" è internazionalmente riconosciuta da 40 anni per il suo lavoro per i diritti delle minoranze etniche, linguistiche e religiose minacciate e/o perseguitate in tutto il mondo. Siamo consulenti del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite e partecipiamo al Consiglio d'Europa. Il nostro quartiere generale è a Gottinga, in Germania.

Per il nostro bimensile "bedrohte Völker - pogrom" (popoli minacciati - pogrom) stiamo attualmente pianificando un'uscita focalizzata sui Sinti e Rom in Europa. Per questo stiamo ancora cercando articoli che descrivano la loro attuale (e possibilmente anche storica) situazione in Italia.

Perciò vorrei chiedervi se fosse possibile per voi scrivere un articolo di 1 o 2 pagine sulla situazione dei Sinti e dei Rom in Italia, o meglio in Sicilia. Potete scrivere in inglese, italiano o tedesco. Lo tradurremo poi in tedesco.

Vi preghiamo di farci sapere se fosse possibile per voi (o se conoscete qualcuno che possa farlo) appena possibile, dato che i nostri tempi stringono...

Molte grazie per il tempo che ci avete dedicato.

Katja Wolff
Redaktion "bedrohte Völker - pogrom"
Gesellschaft für bedrohte Völker e.V. (GfbV)
Geiststr. 7
D - 37073 Göttingen
Tel. 0049 (0)551 49906 -28
Fax 0049 (0)551 58 028
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Per i diritti umani, in tutto il mondo

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Di Fabrizio (del 09/06/2009 @ 09:20:26, in Europa, visitato 1521 volte)

Da Roma_Francais

Publié le samedi 06 juin 2009 à 06h00 pour MATTHIEU MILLECAMPS

François Vlaminck, "gadjo" presso i Rom

La prima volta, fu nell'aprile 2007. François Vlaminck, educatore sociale, incominciava a lavorare per Aréas (Associazione regionale di studio e di azione sociale presso la gens du voyage). "C'erano queste baracche, a Lille-Fives, con una sessantina di persone tutte appena arrivate dalla Romania. Non avevano ancora delle roulotte. Di sicuro, le baracche sono presto state evacuate dalla polizia..." Da allora, di bidonville in depositi, garantisce una missione "di osservazione e di vigilanza sociale" presso i Rom precari originari della Romania, Bulgaria ed ex-Jugoslavia. Il suo compito, finanziato dallo Stato, consiste nel recensire le famiglie, le loro situazioni sociali e sanitarie.

Ma François Vlaminck è fatto anche una specialità della gestione delle emergenze umanitarie. In relazione costante col "115", soprattutto nel periodo invernale, un giorno scova un riparo per una giovane sul punto di partorire. L'indomani, sono i volontari del Soccorso Popolare che l'accompagnano per una distribuzione di derrate alimentari... Sul filo, senza soste, tra il suo ruolo di lavoratore sociale e le aspettative della popolazione.

"Sistemi di sopravvivenza"

"Un giorno, mi son ritrovato nel campo di via de Marquillies a Lilla, seduto su una sedia in mezzo alle famiglie. Erano tutti là, coi documenti d'identità. Credevano fossi venuto ad iscriverli a qualcosa, un dispositivo..."

Dopo, le famiglie comprendono meglio il ruolo di François Vlaminck, vigile sociale delle baraccopoli. "A volte, così, mi faccio messaggero delle buone notizie, accompagno anche le famiglie nei loro percorsi".

Lontano tanto dal buonismo che dalla caricatura, François Vlaminck dice di aver preso coscienza dei problemi che attraversano i campi "selvaggi". In queste baraccopoli vivono ancora 220 famiglie della metropoli di Lilla, quelle che non sono potute entrare nel dispositivo dei villaggi di inserimento.

La mendicità dei bambini? "Evidentemente è un problema. Ma l'ampiezza è tale che non si può che ripetere altro, senza fine, che è proibito". Ed evocando anche la difficile questione della prostituzione, è per insistere immediatamente sul fatto che questo fenomeno sia lontano dall'essere proprio della cultura rom. "Su 220 famiglie che vivono in una tale precarietà, ci sono sistemi di sopravvivenza messi in atto, non sempre legali. Ma ci sono anche molte famiglie che se ne allontanano, che non vogliono sentire parlare di accattonaggio dei bambini", martella lui.

Rispetto a questa realtà, spera che incontri come quelli sulla "Ziganìa" (QUI in francese ndr), oggi alla stazione Saint-Sauveur, "aiutino ad aprire un poco lo spirito della gente, a farla reagire". A condizione, insiste, di non "ridurre i Rom alla loro musica ed al folclore!"

E se il giovane operatore sociale afferma di avere "troppo la testa sul da farsi per fermarsi a riflettere", ha nondimeno sviluppato un profondo interesse per la cultura di chi frequenta quotidianamente. Quest'estate, ha previsto proprio di partire al loro incontro, nei paesi dell'est, per tre mesi.

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Di Fabrizio (del 10/06/2009 @ 09:28:44, in scuola, visitato 1860 volte)

Da Roma_Daily_News (La fonte è autorevole, ma continuo a pensare che la situazione venga dipinta in maniera troppo rosea. Qualcuno non la racconta giusta)

La protezione dei diritti dei Rom in Ucraina (pagine 62-64, rapporto del Consiglio d'Europa - .pdf in inglese)

Il processo di democratizzazione della società ucraina ha aperto ampie opportunità e rimescolato le forze costruttive entro le comunità rom che possono effettivamente influenzare la soluzione dei problemi rom. E' possibile confermare che recentemente la situazione dei Rom in Ucraina ha iniziato a cambiare in meglio.

Secondo i dati del 1 gennaio 2009, ci sono 88 organizzazioni rom registrate in Ucraina. Due di loro funzionano a livello nazionale - l'Unione delle organizzazioni "Congresso dei Rom di Ucraina" (presidente P.GRYGORYCHENKO) e l'organizzazione ucraina "Centro di Consolidamento e Protezione dei Diritti Rom" (M.KONDENKO). L'organizzazione "Ketane" (Y.IVANENKO) opera  a livello internazionale. Altre organizzazioni hanno uno status regionale o locale.

L'attività delle organizzazioni rom si focalizza principalmente sul mantenere e promuovere la lingua, la cultura, le tradizioni e i costumi rom; alcune organizzazioni sono impegnate in attività perla protezione dei diritti rom. Sfortunatamente, non c'è coordinamento e cooperazione tra le organizzazioni rom. D'altra parte, il momento positivo è pronto e favorevole perché le comunità rom si integrino nella società ucraina preservando e sviluppando la loro identità nazionale.

Le autorità centrali e locali controllano costantemente la situazione sulla rispondenza ai bisogni della minoranza nazionale rom.

Per esempio, ad Uzhgorod (regione della Zakarpattia) dove vivono la maggior parte dei rappresentanti della minoranza nazionale rom, la discussione pubblica "Rom della Zakarpattia: situazione, esperienza e soluzione dei problemi" ha luogo ogni anno. Conforme alle sue conclusioni le autorità locali sono incaricate dell'attuazione delle misure pratiche per migliorare le condizioni di vita della popolazione rom, per costruire pozzi d'acqua, per condurre esami medici sulla popolazione rom e far crescere la consapevolezza sul massimo coinvolgimento dei bambini rom nel processo educativo e formativo.

Il Ministero dell'Istruzione e delle Scienze, come pure le autorità scolastiche locali, pongono attenzione speciale nell'assicurare pari accesso all'istruzione dei bambini rom.

Generalmente, i bambini rom frequentano le istituzioni scolastiche assieme ai bambini di altre nazionalità. Nelle regioni di Zakarpattia e Odessa, dove vivono un significativo numero di Rom, il personale insegnante delle istituzioni scolastiche tiene registrazione dei bambini rom, assicurando il loro adattamento scolastico e sociale e migliorando le attrezzature scolastiche.

Secondo la Legge Ucraina "Sull'Istruzione" e "Sull'Istruzione Secondaria Generale", lo stato ucraino fornisce ai bambini rom in età scolastica come pure ai bambini di altre nazionalità il diritto di scegliere il tipo di istruzione.

Secondo i dati del 1 gennaio 2009, nella regione di Odessa ci sono quasi 1.200 bambini rom in età scolare e prescolare. Nelle istituzioni scolastiche generali dal I al III grado, 900 ragazzi rom sono studenti e rappresentano quasi il 100% del numero totale di ragazzi in età scolare. In quattro non frequentano la scuola, a causa del rifiuto dei loro genitori (distretti di Artsyzsk e Izmail). I dipartimenti locali dell'istruzione di questi distretti stanno avendo consultazioni con questi genitori.

Oltre 6.497 studenti rom (il 3,6% del totale) studiano in 127 scuole della regione di Zakarpattia.

I curriculum scolastici delle scuole dove ci sono alunni rom prevedono lo studio della loro cultura, costumi e tradizioni. Sono anche stati introdotti nuovi metodi di insegnamento che tengono conto delle tradizioni e del modo di vita dei Rom.

Gli studenti rom hanno tutti i documenti richiesti dalla scuola: certificati di nascita, medici, personali. In caso di assenza di questi certificati, il dipartimento dell'istruzione da assistenza nel ricevere i documenti necessari. Così, durante il periodo 2007/2008, col supporto del dipartimento dell'istruzione dell'amministrazione locale di Odessa, 14 studenti rom hanno avuto i certificati di nascita. Tenendo conto dello stato fisico dei bambini e della qualità della conoscenza, quattro studenti sono stati trasferiti ad un piano di studio individuale.

Nei villaggi isolati, viene fornito un servizio pubblico di trasporto scolastico per assicurare pari accesso all'istruzione di qualità. Tutti gli studenti rom usufruiscono di pasti caldi gratuiti.

Inoltre, tutti i bambini rom frequentano i servizi prescolari, se i loro genitori lo vogliono. Secondo la legge la maggior parte di loro, come pure i bambini di altre nazionalità, li frequentano gratuitamente o in termini favorevoli.

Nelle regioni di Odessa, Vinnytsa, Kyiv, Kharkiv e Donetsk, ci sono scuole domenicali per Rom, dove i bambini hanno l'opportunità di imparare la loro lingua e letteratura, la lingua ucraina, fare pratica di musica e aggiornati coni mestieri nazionali.

Nella regione di Zakarpattia, 118 studenti rom hanno un'istruzione speciale in scuole formative di questa regione.

Menzionate le possibilità di pari accesso all'istruzione in Ucraina per i bambini rom, è importante considerare alcuni fattori negativi  che influenzano il processo educativo dei bambini rom. Quanti di loro vanno alla prima classe senza aver frequentato il prescuola, hanno un vocabolario molto povero. In primavera ed in autunno i genitori viaggiano con l'intera famiglia a causa dei lavori stagionali, così molti studenti rom perdono la classe. Spesso i bambini vanno a mendicare invece di frequentare la scuola. Uno dei problemi più seri è il gran numero di bambini rom trascurati; i loro genitori non sono abbastanza coinvolti nel processo della loro educazione. MoltiRom soffrono di dure condizioni di vita e di stenti materiali, non hanno un reddito stabile ed i loro figli sono spesso lasciati al loro destino, senza cure adeguate.

Il Comitato Statale per la Televisione e le Trasmissioni Radio dell'Ucraina e le autorità regionali responsabili prestano costantemente attenzione ad offrire copertura alle attività delle organizzazioni rom.

I giornali "Praline" e "Istruzione legale dei Rom in Ucraina" incontrano i bisogni informativi dei Rom in Ucraina.

Nel febbraio 2007, il tavolo editoriale unito delle trasmissioni in lingua russa, rutena e rom iniziò a lavorare alla Televisione di Stato della Zakarpattia e alla Compagnia di Trasmissioni Radio. Fornisce 26 ore per annodi trasmissione in lingua romanì.

Ogni anno il budget statale fornisce l'assistenza finanziaria per attività culturali ed educative delle organizzazioni rom, al fine di promuovere le loro culture, costumi e tradizioni nazionali. Nel periodo 2006-2008 il Comitato Statale dell'Ucraina sulle Nazionalità e le Religioni ha allocato 453.760 UAH per queste attività.

I centri d'impiego in collaborazione con le autorità locali prestano costantemente attenzione alla questione di fornire servizi sociali ai disoccupati di nazionalità rom.

Gli incaricati dei Centri d'Impiego con le autorità locali partecipano al monitoraggio delle condizioni di vita delle famiglie rom con molti figli e della situazione dell'impiego della popolazione rom.  Si dovrebbe notare che secondo i risultati del monitoraggio è stato trovato che una parte significativa di Rom abili avevano occupazioni casalinghe proprie e non intendevano andare a lavorare ufficialmente altrove. Il problema del lavoro tra i Rom rimane serio a causa di due fattori: l'assenza di documenti adatti e la mancanza di istruzione. Inoltre, i bassi livelli di istruzione della maggioranza dei Rom complica il loro impiego ed in alcuni casi lo rende impossibile.

L'anno scorso il Ministero degli Interni ha migliorato le misure volte a combattere la discriminazione su base etnica e razziale. In particolare, le questioni riguardanti i trattamenti pregiudiziali dei Rom da parte dei dipendenti statali sono sotto controllo permanente.

Il Ministero assicura incontri regolari con i leader delle organizzazioni rom. Durante questi incontri i partecipanti discutono le questioni dei documenti e della registrazione del luogo di residenza, tengono consultazioni sulla procedura di recupero e di ricezione dei certificati di nascita, passaporti e altri documenti d'identità. Investigazioni ufficiali vengono condotte in ogni caso di violazione dei diritti dei Rom.

Notato il miglioramento della situazione dei Rom in Ucraina, si deve menzionare che l'attuale situazione economica complicata nello stato non permette di fornire fondi sufficienti a risolvere l'intera complessità degli attuali problemi sociali, economici, educativi ed altri della minoranza nazionale rom.

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