Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 09:24:50, in scuola, visitato 1789 volte)
Segnalazione di Demetrio Gomez e Giorgio Bezzecchi
Class 55 è una piattaforma costituita da Rom e attivisti pro-Rrom, che
si sono uniti alfine di porre fine alla segregazione dei Rom nelle scuole:
[...]
- Il 17 maggio 1954, il Tribunale Supremo degli Stati Uniti prese una
decisione storica nel caso "Brown contro Ministero dell'Istruzione".
- Paesi dell'Europa centrale e orientale segregano i loro stessi cittadini
di seconda classe - i Rom.
- Il noto caso di "DD. HH. e altri contro la Repubblica Ceca" confermò che
i bambini rom erano inviati ingiustamente alle scuole "speciali".
Il 17 maggio 1954, il Tribunale Supremo degli Stati Uniti prese una
decisione storica nel caso "Brown contro Ministero dell'Istruzione", ponendo
fine alla segregazione degli studenti neri nel sistema educativo americano.
Mentre l'America celebra il 55° anniversario di questa sentenza, paesi
dell'Europa centrale e orientale segregano i loro stessi cittadini di seconda
classe - i Rom. Diverse OnG appartenenti alla Società Civile hanno segnalato in
diverse occasioni le pratiche di segregazione, come pure la discriminazione
diretta e indiretta dei Rom, senza dubbio le loro voci sono poco ascoltate.
Class 55 è una piattaforma costituita da Rom e attivisti pro-Rrom, che si sono
uniti alfine di porre fine alla segregazione dei Rom nelle scuole.
I Rom sono il gruppo etnico più discriminato in Europa in tutte le sfere
della vita, incluso nell'istruzione. Varie scuse sono usate dai professori,
direttori ed autorità educative per segregare i Rom, invece di ammettere
semplicemente che le scuole sono monoculturali, ed incapaci di integrare
qualsiasi tipo di differenza. Riguardo a queste differenze, sono varie le
etichette date ai bambini rom: "socialmente svantaggiati", "di basso ambiente
culturale", "carenti di capitali sociali", ecc., intendendo spesso che il
bambino non ha le capacità per entrare nell'istruzione ufficialmente stabilita.
Nel noto caso di "DD. HH. e altri contro la Repubblica Ceca" il Tribunale
Europeo dei Diritti Umani a Strasburgo confermò nel novembre 2007 che nella
Repubblica Ceca, i bambini rom furono diagnosticati erroneamente ed inviati in
scuole di istruzione speciale per bambini psichicamente incapaci. Un anno e
mezzo dopo questa decisione, la Repubblica Ceca, così come altri paesi membri
del Consiglio d'Europa, furono obbligati a porre fine a queste diagnosi basate
sul pregiudizio etnica; nella pratica, i bambini rom continuano ad essere
inviati in scuole di bassa qualità educativa. Anche se queste scuole non sono
denominate come "speciali", la maggioranza degli alunni segue tuttavia un piano
speciale e differente di studi, con un livello di istruzione più basso del piano
di studi normale.
"Si è utilizzato ogni tipo di scusa per segregare i bimbi rom e porli in
scuole o classi per soli Rom in paesi dell'Europa centrale e orientale. Questa
pratica è assolutamente sbagliata e senza giustificazione. Per esempio, nel
Regno Unito Unito quegli stessi bambini, dopo aver migrato con i loro genitori,
frequentano le scuole normali ufficiali usando una lingua che prima non avevano
mai parlato," dice Scott Elliott, attivista canadese pro-Rom di Roma Rights Network.
Class55.org crede che il 55° anniversario di una vittoria dei Diritti Umani
sia la migliore occasione per mostrare ai governi dell'Europa che la
segregazione dei Rom è completamente inaccettabile, e che questa pratica debba
terminare immediatamente Chiunque può aderire a Class 55 ed appoggiarne la causa
inviando un messaggio ai ministri dell'istruzione, firmando la petizione e
facendo circolare queste informazioni tra i suoi amici e famiglia, usando il
tipo di tecnologia preferita.
Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 12:50:30, in casa, visitato 1520 volte)
In Italia, soltanto il 5% delle popolazioni Rom/Sinti/Caminanti
persegue ancora uno stile di vita nomade. Il resto è stanziale, e molti dei
nuovi arrivati dalla ex Jugoslavia e dalla Romania, vivevano precedentemente in
case. Nonostante ciò, continua il fraintendimento di chiamarli "nomadi", quando
il loro migrare è dovuto soprattutto ai continui sgomberi. Il termine esatto,
sarebbe "sfollati".
Ma mentre loro sarebbero contenti di trovare una casa o una
qualsiasi sistemazione stabile e sicura (e anche di pagarne i costi), c'è chi
riscopre il nomadismo:
Da
Affaritaliani.it Segnali/ Contro la crisi, diventa fulltimer:
un camper come casa, ti sposti dove vuoi e... niente bollette Sabato
16.05.2009 02:55 di David Migliori
La protagonista di un libro che leggo spesso ai miei bimbi è una zebra
insoddisfatta della propria abitazione. Va ad abitare in una casetta in mezzo
alla giungla ma non sopporta i vicini chiassosi, si trasferisce nel deserto ma
soffoca dal caldo, costruisce una casa in riva al mare ma si ritrova con l’acqua
sul pavimento. Dopo tanto penare, alla fine trova la soluzione che fa per lei:
una casa su ruote da spostare comodamente dove gli pare a seconda delle
“voglie”…
Una vita in un camper
Zingari, zigani, gitani, nomadi… chissà se a loro piacerebbe essere definiti
così. Ma, di fatto, hanno scelto uno stile di vita errante che li accomuna alle
popolazioni che della fissa dimora hanno sempre preferito fare a meno.
Negli Usa non sono pochi quelli che, una volta lasciato il lavoro, decidono
di andare a vivere in camper e di spostarsi nelle zone più calde nei mesi più
freddi dell’anno, magari svernando in campeggi appositamente attrezzati per
loro. Il portale per tutti questi viaggiatori del nuovo millennio è
Trailer Life
Directory
In Europa la cosa è ancora poco diffusa, ma qualcuno incomincia a parlare
anche dalle nostre parti di fulltimers, persone che hanno venduto
tutti i loro beni e li hanno investiti in un camper.
In Spagna, nella zona di San Juan, una cinquantina di chilometri a sud di
Cartagena, è facile imbattersi in centinaia di Fulltimers che parcheggiano nei
pressi delle spiagge di quella località. E poi, nei mesi più freddi, si
trasferiscono un po’ più a sud e passano l’inverno in Marocco per tornare a nord
con l’arrivo del caldo. Nulla di nuovo, molti animali fanno lo stesso.
A differenza delle altre specie, l’uomo deve però fare i conti con il problema
dei soldi.
E di soldi ne servono parecchi per acquistare un camper, anche se nulla a
che vedere con i costi stratosferici di una “comune” abitazione di cemento e
mattoni. Un bel camper nuovo costa più di 30mila euro, ma se si vuole averne uno
di grandi dimensioni, di quelli, per intenderci, al cui interno è possibile
parcheggiare una piccola vettura come una Smart, bisogna prepararsi a spendere
anche 150mila euro.
Ma poi non ci saranno molti motivi per rimpiangere le comodità di casa.
Dimenticate le vecchie roulotte e le scomodità del passato, oggi tutto punta al
confort. I nuovi camper sono pensati per la comodità e per chi ormai non
è disposto a rinunciare alle tecnologie. Le case viaggianti hanno antenne
paraboliche e satellitari, sono predisposte per tv al plasma, computer e
internet; hanno cucina e bagno, doccia (ovviamente con acqua calda), frigorifero
a gas, riscaldamento, pannelli solari e l’elenco potrebbe continuare...
I nuovi nomadi più estremi sono poco stanziali e si fermano nelle piazzole
che trovano di loro gradimento, ma la maggioranza è meno estrema e si
appoggia a campeggi dove è possibile stazionare in cambio di 100 o 200 ero al
mese. Il vantaggio di questa soluzione è di poter avere comunque una base fisica
che offre una serie di servizi comuni a chi ha scelto uno stile di vita simile e
un luogo dove ricevere comunicazioni: è vero che nell’era di internet poco resta
delle vecchie comunicazioni cartacee via posta, ma non tutto è ancora
automatizzato, basta pensare alle multe… E guidando un camper una delle massime
preoccupazioni è proprio quella di prendere una multa e di vedersi pian piano
decurtare i punti dalla patente…
Se a chi ha fatto questa scelta si chiedono le ragioni della propria
soddisfazione, di solito si ottengono due generi di risposta. La prima è
economica. Basta affitto se si esclude il campeggio, basta ici, basta
un’infinità di altre tasse a cui siamo sottoposti e un grande risparmio su tutto
il resto, dall’elettricità al gas…
L’altra ragione di soddisfazione è invece filosofico-esistenziale. Chi ha scelto
uno stile di vita nomade e ne è contento, si sente finalmente libero da una
serie di cose e situazioni a cui noi persone normali e stanziali siamo costretti.
Liberi anche da tanti oggetti di uso quotidiano che in un camper, per quanto
spazioso, non ci possono stare, cose di cui prima non potevano fare a meno e di
cui oggi non sentono più la mancanza…
Di Fabrizio (del 17/05/2009 @ 09:24:37, in media, visitato 1789 volte)
Su Facebook, Mauro Sabbadini e Laura Di Martino indicano queste foto di
Le Monde sul progressivo sgombero di
Sulukule, mentre Davide Zaccheo consiglia quest'album di
Nigel Dickinson sui Rom in Italia.
A mia volta, vi consiglio queste
storie fotografiche di Eugenio Viceconte
Di Fabrizio (del 17/05/2009 @ 09:41:15, in Italia, visitato 2024 volte)
Napoli - dal 15 maggio al 14 settembre 2009
Santiago Sierra - Ponticelli
MADRE - MUSEO D'ARTE DONNA REGINA
vai alla scheda di questa sede
Via Luigi Settembrini 79 (80139)
+39 08119313016
www.museomadre.it
Nuovo progetto di Santiago Sierra pensato e realizzato dall’artista a Napoli, e
per la prima volta esposto al Madre, che affronta la questione dei Rom e, in
particolare i recenti fatti della comunità Rom di Ponticelli, prendendola a
simbolo della nuova ondata xenofoba e di intolleranza verso gli immigrati che
attraversa il paese e, più in generale il mondo occidentale a seguito della
crisi economica mondiale.
orario: dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 21.00 sabato e domenica ore
10.00 – 24.00 Giorno di chiusura: martedì (possono variare, verificare sempre
via telefono) biglietti: Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50 Gratuito tutti i lunedì
Audioguide € 4.00 vernissage: 15 maggio 2009. ore 12 ufficio stampa:
ELECTA NAPOLI
curatori: Bartolomeo
Pietromarchi autori:
Santiago Sierra
note: La mostra è realizzata in collaborazione con la Prometeo Gallery di
Ida Pisani. parte (integrante) del nuovo progetto di Santiago Sierra è già in
mostra per le vie di Napoli in diversi spazi urbani normalmente dedicati alla
pubblicità genere: arte contemporanea, personale
Comunicato stampa
PONTICELLI è il nuovo progetto di Santiago Sierra pensato e realizzato
dall’artista a Napoli, e per la prima volta esposto al MADRE, che affronta la
questione dei Rom e, in particolare i recenti fatti della comunità Rom di
Ponticelli, prendendola a simbolo della nuova ondata xenofoba e di intolleranza
verso gli immigrati che attraversa il paese e, più in generale il mondo
occidentale a seguito della crisi economica mondiale. Il progetto si compone di
tre opere in mostra al museo e di un imponente progetto pubblico che per tutto
un mese (da metà maggio a metà giugno) occuperà numerosi spazi urbani
normalmente dedicati alla pubblicità con una serie di immagini realizzate
dall’artista.
Le immagini rappresentano dentature digrignanti di due famiglie Rom, ultime
rimaste prima dello sgombero definitivo del campo di via Ponticelli, che si sono
prestate per realizzare l’opera. Un segno forte nella città, segno di rabbia e
di disperazione, urlo contro l’intolleranza di tutti i generi, sensibilizzazione
verso un silenzio impotente di fronte al montare di odio e paura. Un’opera che
con grande impegno riflette sulla questione del diverso, della tolleranza e
della convivenza in momenti di crisi quando la questione si fa più sensibile e
attuale.
In mostra al MADRE oltre alle due opere che ne hanno preparato la realizzazione
QUEMA DE VIVIENDAS (ESCENA ENCONTRADA) e ESTUDIO FOTOGRÁFICO DE PONTICELLI anche
la serie completa delle immagini del progetto pubblico DIENTES DE LOS ÚLTIMOS
GITANOS DE PONTICELLI, oltre ad un programma di proiezioni di video di recenti
progetti dell’artista compreso il controverso LOS PENETRADOS recentemente
realizzato a Madrid sul tema del genere, il sesso e la razza.
In occasione della mostra sarà realizzata una giornata di studio e di
approfondimento sulla questione dei Rom, in particolare, e su quella
dell’integrazione del diverso e dello straniero più in generale. All’incontro
saranno invitati il collettivo Stalker, Nando Sigona uno dei fondatori di
OsservAzione - Centro di ricerca e azione contro la discriminazione Rom e Sinti
- e docente di Refugee Studies presso la Oxford Brookes University e City
University (London), e rappresentanti delle associazioni e degli attivisti che
si occupano dell’argomento, oltre all’Associazione Nazionale Opera Sinti e Rom.
Santiago Sierra è nato in Madrid e si è trasferito nel 1995 a Città del Messico.
Artista di fama mondiale Sierra è conosciuto per le sue opere provocatorie
realizzate dentro e fuori gli spazi dedicati all’arte. Santiago Sierra si e’
progressivamente distinto negli ultimi anni grazie ad un lavoro in bilico tra la
scultura minimalista, la fotografia concettuale e la performance, mettendo
costantemente in discussione i limiti e le costrizioni imposti dalla società
contemporanea. Tra le ultime prove dell’artista ricordiamo il Padiglione
Spagnolo alla 50° Biennale di Venezia, a cui si poteva accedere solo se in
possesso di un passaporto iberico; ”The first verse of the Marseillaise played
uninterruptedly for one hour” al Centre d’art contemporain de Bretigny, dove
un’intera orchestra ha suonato il primo verso dell’inno francese per un’ora, e
”300 Tonnen” alla Kunsthaus di Bregenz, una possente installazione in cemento
del peso di trecento tonnellate che ha spinto agli estremi le capacità
strutturali del museo austriaco, al punto da poter accogliere solo quaranta
visitatori alla volta.
Di Fabrizio (del 18/05/2009 @ 09:17:01, in Italia, visitato 1801 volte)
Da
Roma_Italia
SABATO 23 MAGGIO 2009, ORE 9.30 -13.00 / 14 -17.30
UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO
VIA CARDUCCI 28/30, MILANO (MM 2 VERDE SANT'AMBROGIO)
FIDARSI O NON FIDARSI? DILEMMI DELL'AZIONE PUBBLICA NEGLI INTERVENTI
LOCALI A FAVORE DI ROM E SINTI
A cura di Tommaso Vitale, Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale,
Università degli Studi Milano Bicocca.
Al seminario interverranno anche:
Mattia Civico, Consigliere provinciale Provincia Autonoma di Trento
Osvaldo Filosi, Stefano Petrolini ed Elena Poli,
cooperativa Kaleidoscopio, Trento
Radames Gabrielli, Mirco Gabrieli, Alessandro Held,
Agostino Pasquale, Sinti di Bolzano e Trento
Il seminario si concentrerà sui dilemmi dell'azione pubblica a fronte delle
tensioni aperte da gruppi rom e sinti. Nei confronti di questi gruppi,
un'amministrazione comunale si trova a che fare non solo con le problematiche (e
potenzialità) più tipiche dei gruppi zigani, ma anche con i temi e problemi
tipici dell'accoglienza di persone con un progetto migratorio. Il laboratorio è
volto ad approfondire le diverse modalità con cui le amministrazioni pubbliche,
a livello locale, affrontano le contraddizioni che si aprono in proposito, a
livello progettuale e a livello di comunicazione pubblica. La presenza di
pregiudizi duri e invalidanti nei confronti di questi gruppi, nonché le
situazioni di conflitto esplicito chiedono sempre più alle amministrazioni di
esercitare funzioni delicate di mediazione. Per gli operatori sociali ed
educativi che lavorano nell'amministrazione pubblica o nel terzo settore su
mandato di un Ente locale, si aprono molte scelte dilemmatiche e l'assenza di
setting specialistici mette a dura prova le professionalità.
L'osservazione di diversi casi studio ci mostra a proposito la necessità di
tematizzare la dimensione politica degli interventi promozionali sui singoli e
sui gruppi così come degli interventi di sviluppo di comunità. Il laboratorio,
perciò, ruoterà intorno ai dilemmi della programmazione sociale quando si
confronta con i problemi di consenso e di mediazione legati alla costruzione e
implementazione di interventi sociali in situazioni critiche. Due le principali
finalità, ciascuna delle quali sarà sviluppata in un'apposita sessione di
lavoro:
-discutere dei principali problemi di mediazione e costruzione incrementale del
consenso negli interventi sociali, educativi e abitativi con gruppi rom e sinti;
-valutare se, e a quali condizioni, la comunicazione pubblica (e i relativi
criteri di trasparenza, informazione e coinvolgimento) sia utile o
controproducente per realizzare interventi promozionali effettivi ed efficaci.
Al seminario parteciperanno anche Osvaldo Filosi, Stefano Petrolini e Elena
Poli della cooperativa Kaleidoscopio di Trento, Mattia Civico, consigliere
provinciale Provincia Autonoma di Trento e Radames Gabrielli, Mirco Gabrieli,
Alessandro Held, Agostino Pasquale, Sinti di Bolzano e Trento.
Il Laboratorio infatti, considererà anche -come caso di analisi -la realtà
del campo Sinti di Trento dove la cooperativa Kaleidoscopio, su mandato del
Comune di Trento, conduce da anni un intervento di carattere socio-educativo.
Anche nella realtà trentina il rapporto con le amministrazioni degli Enti Locali
è rilevante a fronte di questioni critiche sul piano interculturale; la presenza
di Mattia Civico, consigliere provinciale della Provincia Autonoma di Trento,
offrirà elementi ulteriori di approfondimento, in particolare in riferimento ad
una recente iniziativa di sensibilizzazione sulle tematiche dei Sinti che Civico
ha pubblicamente realizzato.
La partecipazione al seminario è gratuita, ma è necessario confermare la
presenza inviando una mail all'indirizzo di posta elettronica:
elisabetta.dodi@unicatt.it
Di Fabrizio (del 18/05/2009 @ 09:34:12, in Italia, visitato 1739 volte)
Dopo la presentazione di
UPRE ROMA, un contributo di Dijana Pavlovic sui rapporti tra Rom/Sinti
e società maggioritaria
In cosa consiste la cultura di un popolo? Nelle sue espressioni artistiche e
intellettuali? Nella sua storia? La cultura Rom non può essere paragonata a
quella di un popolo che ha una propria nazione. E' fortemente condizionata dal
fatto di non avere e di non pretendere una terra (ed è per questo che il popolo
Rom non ha mai fatto una guerra), anche se questo ha provocato nomadismo forzato
e costanti persecuzioni. Tuttavia, pur non avendo le caratteristiche di una
nazione, il popolo Rom ha mantenuto attraverso i secoli elementi che lo
identificano, in primo luogo la lingua.
Ma c'è da porsi una questione che è la chiave di lettura per affrontare questo
tema: oggi, vale la pena di parlare della cultura Rom senza tenere conto e
occuparsi anche del disagio sociale delle comunità, della loro
discriminazione e ghettizzazione, delle conseguenze che queste producono sui
comportamenti, sulla cultura? Se i bambini vivono la propria identità culturale
e etnica con imbarazzo e con senso di colpa, come una cosa da nascondere davanti
ai gage e da vivere solo intimamente, dentro la comunità, il futuro non può
essere che di separazione e di chiusura in tutti sensi. Dall'altro lato i
cittadini "normali" con i loro comportamenti, la politica con le sue scelte, i
media con l'immagine che formano sono qualcosa che ci può lasciare indifferenti,
chiusi nel nostro ghetto, oppure questo ci riguarda direttamente?
La chiusura da parte della società italiana si concentra e si esprime in due
stereotipi: da una parte c'è lo stereotipo di origine romantica legato all'idea
di libertà, alla musica, al ballo e alle zingare bellissime e letali come la
Carmen di Merimée o la Zamfira di Puskin. Dall'altra parte c'è lo stereotipo
negativo, ultimamente sfruttato con irresponsabilità e cattiveria, quello dello
zingaro mendicante e ladro, che vive nell'immondizia, ladro di bambini e
fannullone. Questo è uno stereotipo antico che ci è costato migliaia di morti
nelle persecuzioni in tutta Europa e nei campi di concentramento tedeschi e
italiani.
E' ovvio che l'identità culturale di un popolo così complesso come quello Rom e
Sinto non corrisponde a nessuno di questi due stereotipi, ma tuttavia entrambi
contengono elementi di verità. E' vero che una componente della nostra cultura è
legata al senso del muoversi pacificamente in un mondo considerato senza
confini, legata a una libertà, non effettiva ma del tutto soggettiva, come un
piccolo riflesso dentro un essere umano che ha bisogno di poco, forse un po' di
musica per sentirsi felice e libero dentro, come dire: posso essere povero,
disprezzato, potete guardarmi con diffidenza e odio, ma la mia anima non la
potete avere, appartiene a me. E non si può neanche negare che le condizioni di
vita precarie e la ghettizzazione forzata in moderni campi di concentramento
producono fenomeni di microcriminalità, così come nomadismo e forme di
sopravvivenza legate al "mangel" (la questua) sono tra loro legate. Ma non ci si
può soffermare solo su questo.
Tuttavia entrambi gli stereotipi producono un medesimo effetto: rendono il Rom
"lo zingaro", "l'uomo nero" che provoca inquietudine e paura per il suo modo di
vita.
Questo non è solo il portato di campagne all'insegna di una insicurezza
costruita gridando a un lupo senza denti, ma è il riflesso della paura di una
società che scarica sul più debole il proprio malessere, che non affronta un
disagio sociale e morale profondo, grande responsabilità del quale tocca a una
politica che rinuncia al compito di educazione civile per seguire gli istinti
peggiori in un perverso circuito vizioso: la politica, con il coro
condiscendente dei media, alimenta la paura dei cittadini che premiano con il
voto questa politica.
Questa nuova Italia, l'Italia della violenza contro gli ultimi, del pregiudizio
elevato a verità (gli zingari rubano i bambini), della criminalizzazione della
povertà, della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere questa stessa
politica e i suoi corifei mediatici sul lungo decorso della malattia della
nostra società e sulle preoccupanti prospettive del suo futuro. Non si può non
legare i Maso, le Eriche e gli Omar, che uccidono i genitori per denaro, ai
ragazzini che violentano e uccidono una coetanea, al branco che uccide un
diverso da loro a Verona, al bullismo nelle scuole, alla violenza praticata
nelle famiglie.
L'angoscia di fronte a questo scenario e al clima che riporta all'ancora recente
passato della nascita, della vita e della morte apparente dei regimi fascista e
nazista è dovuta anche al silenzio di chi sottovaluta questi processi e rinuncia
a una battaglia prima di tutto culturale contro il luogo comune, lo stereotipo,
la criminalizzazione generalizzata. Pesa soprattutto vedere il volto vile di un
paese malato. Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in
ronde minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei
loro borghi che "i clandestini possono stuprare i tuoi figli" sono il volto
vigliacco di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé.
In questa situazione tante e complesse sono le domande che ci si pongono.
Come è possibile superare i reciproci recinti: quello della paura dei Rom nei
confronti di una società che li criminalizza e li ghettizza senza riconoscere
loro il diritto all'autorganizzazione, a rappresentare direttamente i propri
interessi; e il recinto costruito dalla società italiana che li rifiuta e li
accetta solo come icona di uno stereotipo irreale. E poi come è cambiata e come
cambia la cultura Rom in Italia rispetto agli altri paese Europei. Cos'è adesso
nel mondo globalizzato. La televisione per esempio, non lascia indifferenti le
comunità e soprattutto i giovani. Quanti ragazzini sono vestiti "all'americana"
seguono wrestling, Dragonballs, Amici di Maria De Filippi e quante ragazzine
sognano di diventare veline.
Allora viene da pensare ai bambini e alle bambine che si possono incontrare nei
campi regolari e irregolari di questo Paese e all'allegria che si legge nei loro
occhi, ai loro destini stroncati e alla ricchezza sprecata per inseguire lo
stereotipo negativo dello zingaro sporco e ladro che porta voti ala destra. Come
possono riuscire a fare quello che i loro genitori non sono stati in grado di
fare: non delegare a nessuno il proprio destino, ma esprimere l'orgoglio di sé,
della propria storia, della propria cultura nella capacità di organizzarsi, di
pretendere il diritto a rappresentare se stessi e i propri interessi come tutti
gli altri cittadini.
Contatti: upre.roma@sivola.net
Di Sucar Drom (del 18/05/2009 @ 10:29:21, in blog, visitato 1844 volte)
Antirazzismo, Maroni non mantiene le promesse
Il ministro Maroni non si è costituito parte civile nel processo, a carico del
conduttore del programma di Radio Padania, 'Filo diretto', Leopoldo Siegel per
alcune affermazioni fatte il 27 settembre 2007 a proposito di una puntata
dell'Infedele condotta da Gad Lerner su La7...
Un anno fa i progrom contro i Rom
A Napoli un anno fa, il 13 maggio 2008, una folla di “bravi cittadini” assaltava
gli insediamenti di famiglie rom in via Argine a Ponticelli. Una serie
continuata di pogrom a colpi di molotov e spranghe di ferro contro le “case” di
famiglie, presenti da tanti anni. A Napoli le associazioni hanno scritto:...
Approvato il ddl sicurezza
Via libera della Camera ai tre maxiemendamento del Governo - con le norme
sull'immigrazione - che ha posto la fiducia sul ddl sicurezza. Nel primo
sono stati 316 i voti a favore, 258 quelli contrari. Nel secondo dei tre
maxiemendamenti dell'esecutivo al ddl sicurezza i voti a favore sono stati 315,
247 quelli contrari. Nella terza fiducia d...
Napolitano: stop alla retorica xenofoba
Anche in Italia si è diffusa "una retorica pubblica che non esita ad incorporare
accenti di intolleranza o xenofobia". Lo ha affermato il presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento all'assemblea annuale delle
Fondazioni Europee, sottolineando che questa retori...
Milano, sgomberi a ripetizione contro Cittadini italiani
É il terzo sgombero negli ultimi dieci giorni. Ancora una volta, nel mirino
della polizia locale, intervenuta con quattro pattuglie, sono finiti dei
Cittadini italiani, appartenenti alla minoranza dei Sinti camminanti
siciliani...
Ferdi offende gli omosessuali
Ferdi, dopo il bagno di folla e di consensi cappotta sulla buccia di banana,
mediaticamente parlando, rilasciando alcune dichiarazioni che sono riprese da
tutto il web e la stampa nazionale. Ferdi ha detto: “Gli uomini e le do...
Supergipsy è pronto a conquistare l'Europa
Il 2009 sembra essere decisamente l’anno dei Rom in scena. Dopo la vittoria di
Ferdi all’edizione italiana del Grande Fratello fa adesso parlare di sé, e in
tutta Europa, Rom R...
Ddl sicurezza, scontri e tensioni prima del voto finale alla Camera
Via libera della Camera al disegno di legge sulla sicurezza. Il provvedimento,
votato dalla maggioranza, è passato con 297 voti a favore, 255 contrari e 3
astenuti. Il provvedimento, ora andrà...
Cari italiani vi ricorda niente?
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti
di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si
costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove
vivono, vicini gli uni agli altr...
L’Onu rincara la dose contro l’Italia
Il rappresentate per il nostro Paese dell’Alto commissariato della Nazioni unite
per i rifugiati (Unhcr), Laurens Jolles, ha chiesto che vengano fermati i
respingimenti degli immigrati Libia dopo aver incontrato al Viminale il ministro
dell’Interno Roberto Maroni...
Eurofestival, Supergipsy non entra in finale - vince la Norvegia
Fairytale, cantata da Alexander Rybak per la Norvegia, è la canzone vincitrice
del 54° Eurofestival, che quest'anno si è tenuto a Mosca. Una platea di 120
milioni di telespettatori, uno spettacolo con 25 ...
Napoli, una brutta storia
Due romeni, uno dei quali quattordicenne, sono stati arrestati per l'omicidio
del pensionato Salvatore D'angelo. Dietro la rapina, si nasconde una storia di
abusi sessuali e prostituzione minorile...
Moni Ovadia: se foste...
Se foste un rom, quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante
di un imbecille da ridicolizzare. Se foste un musulmano, o un africano, o
comunque un uomo...
Venezia, Bossi vuole Venezia ma senza i Sinti
Umberto Bossi ha presentato a Mestre (Venezia), in Piazza Ferretto, la sua
candidata per le elezioni provinciali, Francesca Zaccariotto, e non ha mancato
l'occasione per esprimere quale sarà il tema su cui si concentrerà la prossima
campagna elettorale per le comunali...
Carlo Levi e la paura della libertà
Paura della libertà è un testo di Carlo Levi che conviene tenere tra le mani in
questi giorni. E’ un testo composto nell’inverno 1940, mentre il nazismo si
espandeva, la Francia crollava e gran parte dell’Europa dell’Est diventava
dominio nazista sotto il nome di “Nuovo ordine Europeo”. Q...
Solidarietà al Commissario ai Diritti Umani del Consiglio d’Europa Thomas
Hamnmarberg ed a Laura Boldrini dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite
Ancora una volta il Commissario ai Diritti Umani del Consiglio d’Europa è finito
sotto attacco da parte di alcuni esponenti del governo italiano, tra i quali il
ministro Ronchi, per avere detto la verità sugli abusi commessi dall’Italia ai
danni dei Rom e dei migranti, e soprattutto sulle reiterate inadempienze
rispetto a decisioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che il nostro
paese ha...
Di Fabrizio (del 19/05/2009 @ 09:18:59, in lavoro, visitato 1532 volte)
Sezione di Milano Onlus - Via De Pretis n. 13 - 20142 Milano - C.F. 97056140151
- operanomadimilano@tiscali.it
SARTORIA ROMANI’
I LAVORI ARTIGIANALI DELLE DONNE ROM Attività laboratoriali di inserimento lavorativo e partecipazione sociale
rivolte alle donne rom e alle donne abitanti a Q.to Oggiaro
Il progetto è promosso dall’Associazione Opera Nomadi Milano ed è sostenuto
dalla Regione Lombardia, Assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale, per il
recupero e lo sviluppo di nuove professioni e capacità creative imprenditoriali
autonome rivolte alle donne rom provenienti dagli insediamenti di Via Monte Bisbino, V.le Sarca, Rho.
Una volta la settimana, il Giovedì mattina, dalle ore 9,30 alle ore 12,30, 6
donne rom accompagnate da una Formatrice dell’Opera Nomadi, esperta di
produzioni sartoriali artistiche, si ritroveranno nello spazio nato dal
“Progetto Coesione Sociale”, con sede in via F. De Roberto, per progettare e
realizzare modelli e prodotti artigianali che verranno commercializzati nei
negozi dei mercati solidali e nei mercati comunali.
L’iniziativa è aperta alle donne del Quartiere che desiderassero unirsi alle
attività e a tutti i cittadini e volontari che intendessero dare il proprio
attivo contributo.
Di Fabrizio (del 19/05/2009 @ 09:26:53, in blog, visitato 1627 volte)
Da
Mundo_Gitano
Sar mai san:
Cordialmente stiamo invitandovi a visitare ed addentrarvi nell'accampamento
virtuale che il ciberspazio ha riservato al Proceso Organizativo del Pueblo Rrom
de Colombia --PRORROM--, per mostrare parte di quanto abbiamo realizzato in
oltre dieci anni di lavoro per la visibilità ed il riconoscimento dei diritti
collettivi e del patrimonio culturale del popolo Rrom di Colombia.
http://www.gitanosdecolombia.org/
L'accampamento virtuale, non poteva essere altro in questo pellegrinaggio
permanente, si è appena alzato e si sta preparando, cosicché critiche, commenti,
suggerimenti, osservazioni, riflessioni... saranno sempre benvenute.
Te ashen Devlesa.
YOSKA BIMBAY
PRORROM
Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) de Colombia
Correo-e: prorrom@gmail.com
Di Fabrizio (del 20/05/2009 @ 09:30:46, in Europa, visitato 1580 volte)
Da
Roma_Francais (sui villaggi d'inserimento, era stato già pubblicato un
parere critico.
Diamo voce anche all'altra campana con una testimonianza che sembra positiva)
domenica 17.05.2009, 04:48 -
La Voix du Nord
Discreti al punto di suscitare paradossalmente l'interesse dei vicini, le
due famiglie rom installate a Halluin vivono una "esperienza positiva" secondo
l'associazione di inserimento che assicura il loro seguimento...
"L'esperienza è per il momento positiva, il progetto va bene..." E' Karim
Louzani ad affermarlo. Lui che dirige l'AFEJI, un'associazione d'inserimento,
deve assicurare il seguimento di due famiglie rom installate a Halluin. Uno
degli indicatori più positivi è la riuscita scolarizzazione dei cinque bambini.
"Tutti nel pubblico e con una buona partecipazione dei genitori che vegliano
sulla loro assiduità", rincara Louzani. Perché la volontà di queste due
famiglie è di fondersi nel decoro di Halluin sembra reale. "I genitori sono
iscritti nel dispositivo di insegnamento della lingua... E le relazioni col
vicinato vanno bene grazie all'intervento degli assistenti sociali". Al punto
che questi "ritorni positivi" permettono oggi di pensare che la malfidenza dei
primi giorni ceda il passo ad un sentimento più sfumato.
Anche se, sul posto, paradossalmente nessuno si stupisce della loro relativa
discrezione. "Ormai non sperano che una cosa, poter lavorare [...]", prosegue il
direttore dell'AFEJI. E qui è evidente che le cose si complicano. "Tutto resta
legato alle domande di regolarizzazione, all'avviso dalla prefettura. Dobbiamo
rispondere a degli imperativi legali, ma abbiamo buone speranza. I documenti
sono in corso di regolarizzazione..." Seguite dalle CCAS (Cassa Centrale
delle Attività Sociali ndr), beneficiarie di
Restos du coer, le
due famiglie rom non prevedono che una cosa, secondo Karim Louzani: "Lavorare per
pagare l'affitto".
PATRICK SEGHI
|